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Comunicati stampa

Commento del rettore Massimo Augello:
"A un mese di distanza dall'argento individuale e dall'oro a squadre ottenuti ai campionati mondiali di fioretto da Martina Batini, studentessa di Ingegneria all'Università di Pisa, una nuova splendida affermazione sportiva vede come protagonista uno studente del nostro Ateneo. Daniele Meucci, che oggi è diventato campione europeo della maratona, si è infatti laureato all'Università di Pisa in Ingegneria dell'Automazione e sta attualmente seguendo il corso di dottorato in Robotica. All'arrivo vittorioso della sua gara, in diretta RAI, Daniele ha tenuto a includere tra i ringraziamenti anche la sua Università. È l'Università di Pisa a essere oggi in festa, orgogliosa di questo campione dello sport, dello studio e della vita. Aspetteremo ora il rientro di Daniele per tributare a lui, e a Martina, il sentito riconoscimento da parte dell'Ateneo pisano".

Commento del professor Ugo Boggi:
"Definire Daniele un Campione è facile, visto il suo impressionante palmares e la vittoria odierna. Anche se la mia conoscenza personale con Daniele scaturisce proprio dal mondo sportivo, che frequento in modo amatoriale, ho avuto il piacere di conoscerlo anche come persona.

Daniele è un ragazzo pulito, per bene, sensibile, e altruista. Quando partecipa alla mezza maratona città di Pisa, che l'Associazione per Donare la Vita Onlus organizza per sensibilizzare l'opinione pubblica circa il valore della donazione degli organi e tessuti, Daniele regolarmente vince e stabilisce il record del percorso. Non che ciò sia necessariamente semplice, neppure per lui, vista la regolare partecipazione di atleti di colore di ottimo valore e di altri atleti italiani molto forti. Dopo aver vinto, Daniele lascia regolarmente i suoi premi in beneficenza. Nessuno degli altri atleti lo fa. Spesso ci regala sue maglie o le sue tute, indossate con la Nazionale, perché ne possiamo fare oggetto di lotterie di beneficenza. Chi ha fatto sport sa il valore simbolico che anche i semplici indumenti possono avere per uno sportivo.

Daniele è sposato con Giada, ex-atleta di ottimo livello, ed ha due bambini. Anche oggi ha ricordato loro all'arrivo della maratona. Daniele è così tutti i giorni: famiglia, campo di atletica, e studio. Qualcuno potrebbe dire, 'un giovane di altri tempi.

Non mi è mai capitato incontrando Daniele che non fosse cortese e disponibile. L'oro che ha vinto oggi, e che tutti noi speriamo sia solo il primo di una lunga serie, deriva dalle sue innate qualità atletiche (vederlo correre dal vivo è uno spettacolo), ma anche dalla sua costante e meticolosa dedizione a uno sport fatto prevalentemente di fatica. Il fatto che nonostante l'impegno sportivo sia anche laureato in Ingegneria, e che ora stia effettuando il dottorato di ricerca in robotica, ne testimoniano anche le qualità intellettive. La sua tattica nella gara odierna, semplicemente perfetta, è forse la migliore dimostrazione della correttezza della locuzione latina 'mens sana in corpore sano.

Ora, insieme ai tanti sportivi pisani che conoscono bene Daniele, aspetto il Campione per salutarlo e festeggiarlo."

L'Università di Pisa continua a essere, insieme a quelle di Bologna, Milano, Padova, Roma "La Sapienza" e Torino, la migliore in Italia secondo il prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/) elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai per il 2014. Pisa e Roma fanno un passo indietro rispetto allo scorso anno, scendendo tra il 151° e il 200° posto, dove si collocano Milano e Padova, che confermano il risultato del 2013, e Bologna e Torino, che salgono invece di un gradino. Più in basso si piazzano l'Università di Firenze e il Politecnico di Milano, posizionate tra il 201° e il 300° posto. Altri 13 atenei sono tra il 301° e il 500° posto.

L'Università di Pisa ottiene risultati lusinghieri per quanto riguarda il macro settore delle Scienze naturali e matematiche, dove si piazza tra il 101° e il 150° posto al mondo, e i campi disciplinari della Matematica, in cui è prima in Italia e tra il 76° e il 100° posto al mondo, e della Fisica, dove è tra il 101° e il 150° posto generale.

Come al solito, a primeggiare nella classifica di Shanghai sono le università degli Stati Uniti, con 146 tra le prime 500, seguite dalla Cina (44), dalla Germania (39) e dal Regno Unito (38). Con 21 atenei tra i primi 500, l'Italia vede aumentare di due unità il suo contingente, posizionandosi sullo stesso livello di Francia e Canada. Per la prima volta, tuttavia, il nostro Paese non ha rappresentanti tra le prime 150 posizioni al mondo, mentre gli Stati Uniti ne hanno 52 tra i primi 100, il Regno Unito 8, Canada, Francia e Germania 4 ciascuna.

"Il ranking di Shanghai – ha commentato il rettore Massimo Augello – può essere letto in una duplice chiave. In campo nazionale, l'Università di Pisa conferma di essere ai primissimi posti della graduatoria e ribadisce la tradizione e la vitalità di alcuni suoi settori di punta, a partire da quelli delle Scienze naturali, della Matematica e della Fisica. A livello generale, la classifica è frutto di un panorama internazionale sempre più dinamico e globalizzato, in cui si affacciano nuove realtà e guadagnano posizioni le università dei Paesi che continuano a investire nel settore. In questo quadro, l'Italia mantiene una buona qualità media – con 21 atenei tra i primi 500 – ma perde progressivamente le sue punte di eccellenza, considerando che in poco più di un decennio siamo usciti dalle prime 100 e ora anche dalle prime 150 posizioni al mondo. A mio parere, questa situazione è l'inevitabile conseguenza dei continui tagli al finanziamento del sistema universitario e del blocco del turn over di personale. Al tempo stesso, essa riflette lo stato complessivo del Paese, in cui si fa fatica a individuare e valorizzare i settori che possono davvero contribuire al rilancio della nostra economia e porre le basi per un solido sviluppo futuro. Certamente tra questi settori vi è quello dell'università e della ricerca."

Giovedì, 04 Settembre 2014 09:59

A Pisa un master per Film maker sui diritti umani

In un'epoca caratterizzata dal potere delle immagini, come può un cineasta o un autore audiovisivo contribuire alla conoscenza, alla promozione, alla difesa dei diritti umani? All'Università di Pisa è nato il master per "Film maker sui diritti umani", un corso di 300 ore che si svolgerà tra Pisa e Buenos Aires che mira a formare persone consapevoli dell'uso dei linguaggi e delle tecnologie audiovisive in grado di raccontare storie di questo ambito. Affiancando alle lezioni storiche, filosofiche e cinematografiche specifici seminari e incontri con registi, il master offrirà agli studenti l'opportunità di confrontarsi non solo con studiosi ma anche con autori e protagonisti in campo cinematografico e audiovisivo rispetto alla trattazione dei diritti umani.

Ma perché proprio l'Argentina? L'idea del corso è nata in occasione della visita a Pisa di Estela Carlotto, presidente dell'associazione Abuelas de Plaza de Mayo, che a fine novembre ha tenuto una lezione agli studenti dell'Università di Pisa. Le "Abuelas" sono una delle organizzazioni fondatrici dell'IMD, l'Instituto Multimedia DerHumALC (Derechos Humanos en America Latina y el Caribe), che ha promosso l'istituzione del master e che contribuirà alla didattica nella seconda parte di lezioni che si svolgeranno in Argentina. "L'IMD nasce dalla quasi ventennale esperienza del Festival Internacional de Cine de Derechos Humanos di Buenos Aires, festival fondatore della rete internazionale dei festival cinematografici dei diritti umani – spiega Hugo Estrella, docente del corso di laurea in Scienze per la pace dell'Università di Pisa e coordinatore del master - L'Instituto farà anche da porta d'accesso ad altre realtà quali l'Archivo Nacional de la Memoria, il cui fondo archivistico multimediale è gestito proprio dall'IMD".

Il master, diretto dalla professoressa Sandra Lischi, si rivolge innanzitutto a laureati in triennali e magistrali che siano interessati a un particolare percorso storico-teorico e tecnico-realizzativo nel campo dell'audiovisivo a tematica sociale, in particolare a coloro che, con una preparazione storica, giuridica o filosofica, vogliano sperimentare una declinazione "audiovisiva" e realizzativa della propria formazione, e a chi, avendo già una preparazione cinematografica e audiovisiva, voglia acquisire strumenti critici e metodologici di approccio alle tematiche dei diritti civili e sociali. "Un'attività audiovisiva – aggiunge Estrella - che può andare, a seconda delle aspirazioni e dei contesti, dallo spot alla pubblicità-progresso al lungometraggio al documentario alla videoinstallazione fino a specifici prodotti per la rete, alla proposta di prodotti televisivi, a lavori indipendenti, ad allestimenti museali "multimediali". Le iscrizioni sono aperte fino a metà settembre e maggiori informazioni sono disponibili sul portale dei master http://filmmakerdu.hosting.unipi.it/.

Tra i docenti del corso, molti professori dell'Università di Pisa, professionisti del settore e testimonial d'eccezione, come Vera Vigevani Jarach, protagonista nei mesi scorsi della web serie del Corriere TV "Il rumore della memoria" di Marco Bechis, in cui ha raccontato la sua "doppia tragedia" di ebrea italiana sfuggita alla Shoah e di madre di una ragazza "desaparecida" durante la dittatura argentina.

Dieci studenti da tutto il mondo per la Summer School in "Osteoarchaeology and Paleopathology" che si è svolta nel mese di luglio nel laboratorio di Paleopatologia della Scuola Medica dell'Università di Pisa. I ragazzi - provenienti dall'Ohio, la Georgia, le Hawaii e l'Australia – hanno potuto acquisire le competenze necessarie per effettuare lo studio antropologico e paleopatologico di base dei resti scheletrici umani antichi, sotto la direzione e supervisione del professor Gino Fornaciari, mentre le attività di laboratorio sono state seguite da Valentina Giuffra e da Simona Minozzi.

Gli studenti sono stati istruiti sulle procedure di pulizia, consolidamento, restauro, siglatura, inventario e schedatura dei resti scheletrici e dentari; sono state affrontate le principali tematiche riguardanti lo studio antropologico dei resti scheletrici, in particolare le metodologie per la determinazione del sesso e dell'età alla morte degli individui, l'osteometria, il rilevamento dei caratteri ereditari e il rilevamento del grado di sviluppo delle inserzioni muscolari. Infine, gran parte delle lezioni è stata dedicata alla paleopatologia, cioè al riconoscimento delle malattie nei resti scheletrici.

Gli studenti hanno potuto anche visitare lo scavo archeologico di Badia Pozzeveri, dove si svolgeva contemporaneamente la Field School, organizzata in collaborazione tra l'Università di Pisa e l'Università dell'Ohio e co-diretta dal professor Fornaciari e dal professor Clark Spencer Larsen, e hanno potuto osservare il lavoro archeologico e di recupero dei resti umani. Inoltre, sono state organizzate una visita alla divisione di Radiologia dell'Università di Pisa, dove gli studenti hanno potuto vedere l'applicazione delle indagini radiologiche ai resti scheletrici patologici, e una visita al Museo di Anatomia Umana "Filippo Civinini", dove sono conservati preziosi reperti anatomici.

La Divisione di Paleopatologia vanta un'esperienza pluriennale nel settore degli studi antropologici e paleopatologici: decine di studenti si sono formati nei suoi laboratori svolgendo tirocini e tesi di laurea e la Summer School è stata organizzata con lo scopo di internazionalizzare questo settore e diffonderne le competenze anche oltre i confini dell'Italia.

Si è conclusa a fine luglio la Summer School promossa dall'Università di Pisa dal titolo "Exploring Innovation for Rural Transition" svoltasi in Garfagnana, precisamente nel paese di Sillico, nel comune di Pieve Fosciana (LU), e organizzata dai dipartimenti di Scienze veterinarie e di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa. La Summer School, che fa parte del programma europeo "International MSc of Rural Development Programme (IMRD)" e "Atlantis, Erasmus Mundus", si è svolta nel corso del mese di luglio e ha visto la partecipazione di 16 studenti provenienti da diversi paesi europei ed extraeuropei che hanno affrontato il tema della transizione nelle aree rurali, della produzione del cibo e della gestione dell'ambiente, della organizzazione di percorsi di sviluppo basati sulla cultura e le produzioni locali, ma anche su formule innovative di agricoltura e di creazione di impresa.

Il percorso formativo ha seguito una prospettiva multidisciplinare e ha rivolto lo sguardo in particolare verso il tema della sostenibilità, dell'innovazione in agricoltura e sui nuovi processi di comunicazione per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali. Il corso, ed è questa una delle sue peculiarità, si è svolto interamente in un'area rurale. Così gli studenti, hanno potuto vivere immersi in un contesto rurale, alternando le lezioni tenute da docenti dell'Università di Pisa, di Firenze e di altre università internazionali, alla presenza di professionisti di organizzazioni internazionali legate al mondo della cooperazione allo sviluppo e della produzione di cibo, visite di studio ad aziende e cooperative agricole della Garfagnana a momenti di confronto e di dialogo diretto con gli agricoltori, gli amministratori e la cittadinanza.

Le istituzioni locali della Garfagnana, con piena disponibilità, hanno garantito supporto e attenzione alle attività organizzate sul territorio, facilitando la comprensione dei percorsi di sviluppo avviati in questi anni in Garfagnana. Gli studenti, da parte loro, nei loro elaborati finali presentati pubblicamente hanno messo ben in evidenza gli elementi di forza e di novità dei percorsi di sviluppo avviati in Garfagnana, le soluzioni innovative adottate dalle imprese, ma anche le possibili azioni di miglioramento che possono essere intraprese. "Siamo certi che l'esperienza positiva della scuola estiva in Garfagnana rimarrà a lungo impressa nel vissuto degli studenti – ha detto il professor Francesco Di Iacovo, coordinatore della Summer School - non solo per la formazione didattica, ma anche per l'accoglienza, l'ospitalità e la disponibilità degli abitanti del Borgo di Sillico che li hanno fatto sentire come membri attivi della comunità, trasformando il borgo in una piccola casa del mondo".

Venti borse di studio da 1.000 euro per venti matricole si iscriveranno al corso di studio in Ingegneria delle Telecomunicazioni dell'Università di Pisa entro il 31 dicembre 2014. Le borse saranno assegnate secondo una graduatoria di merito stilata in base ai risultati ottenuti dagli studenti nel test di valutazione per i corsi di Ingegneria che si svolgerà nella prima settimana di settembre. Il bando è disponibile sul sito www.ingegneriatlcpisa.it. L'iniziativa nasce dalle sollecitazioni di molti enti e aziende che operano nell'ICT, un settore che, nonostante la crisi, resta trainante per l'economia nazionale e internazionale e che ha dunque continuamente bisogno di figure professionali adeguatamente formate.

"Questa iniziativa costituisce un vero modello per le relazioni tra università, aziende ed enti che operano nel campo dell'ICT - ha dichiarato il professor Giuliano Manara, presidente del corso di studi - Desidero perciò ringraziare tutti i soggetti che hanno reso possibile questo progetto concreto e mirato in favore del nostro settore, ma anche del diritto allo studio".

Le aziende e gli enti che hanno contribuito all'istituzione delle borse sono IDS Ingegneria dei Sistemi SpA, SECO Srl, INTECS SpA, WiTech SpA, WASS - Whitehead Sistemi Subacquei SpA, Pasquali Microwave Systems s.r.l, Cloud Comnet, IEEE AES Society, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni - Unità di Ricerca Pisa, N&C Telecomunicazioni

Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 050 2217564, www.tlc.ing.unipi.it e www.ingegneriatlcpisa.it.

ricercatore_fra_le_vigne_proseccoThe traceability of food products, from the production zone through the distribution chain to the consumer, is at present a high priority in the field of food safety and is linked to the increasing demand for quality from consumers themselves. For the first time a study coordinated by Professor Riccardo Petrini from the Department of Earth Sciences of the University of Pisa experimented a new method of traceability on the musts obtained from the Glera vine varieties from ten estate wineries in the Prosecco DOC district of the Veneto region. The results of the research carried out during three consecutive grape harvests, from 2011 to 2013, have just been published in the journal "Food Chemistry".

"Our research team," explained Riccardo Petrini, "was the first to actually use the strontium (Sr) isotopic systematics as a tracer for the area of production of the Prosecco. The chemical element Sr is similar to calcium in the plant-soil-water system, and the analysis of the distribution of its isotopes, by measuring the quantity in the soil, grapes and grape components, made it possible to show an effective and innovative tracer for defining the geographical origins of wine production in particular and of the agroindustry in general."

The project for valorizing and conserving Prosecco wine in the DOC Veneto area coordinated by the University of Pisa was financed by Veneto Agricoltura in collaboration with a consortium of ten estate wineries from the area of the Prosecco DOC in Veneto. The team of experts who took part in the research are Luigi Sansone from the CRA-VIT Agricultural Research Council in Conegliano for the selection of the grape harvests and for the agronomic context, Francesca Slejko from the University of Trieste for the analytical methodology and Antonella Buccianti from the University of Florence for the statistical treatment of data.

"Within the field of the commercialization of enological products, the market demand for Prosecco is increasing progressively and constantly on an international level, with over a billion bottles sold in the last ten years," concluded Riccardo Petrini. "It follows therefore that the traceability is of vital importance given that the certification of its geographical origins is one of the principal factors in determining its value."

ricercatore_fra_le_vigne_proseccoLa tracciabilità dei prodotti alimentari, dalle zone di produzione attraverso la filiera di distribuzione fino al consumatore, è attualmente una priorità nell'ambito della sicurezza alimentare ed è associata alla crescente domanda di qualità da parte dei consumatori stessi. Per la prima volta uno studio coordinato dal il professore Riccardo Petrini del Dipartimento di Scienze della Terra della Università di Pisa ha sperimentato un innovativo metodo di tracciabilità ai mosti ottenuti da vitigni di Glera di dieci aziende vitivinicole nell'area di produzione del Prosecco DOC del Veneto. I risultati della ricerca durata tre vendemmie consecutive, dal 2011 al 2013, sono stati appena pubblicati sulla rivista "Food Chemistry".

"Il nostro gruppo di ricerca – ha spiegato Riccardo Petrini – è stato il primo ad applicare sul campo la sistematica isotopica dello stronzio (Sr) al riconoscimento delle zone di produzione del Prosecco. L'elemento chimico Sr è affine al calcio nel sistema acqua-suolo-pianta, e l'analisi della distribuzione dei suoi isotopi, attraverso la misura delle loro abbondanze nei suoli, uva e prodotti della vinificazione, si è dimostrato un tracciante efficace ed innovativo per la definizione della zona di origine dei prodotti vitivinicoli in particolare ed agroalimentari in generale".

Il progetto per la tutela e la valorizzazione del vino Prosecco nell'area DOC Veneto coordinato dall'Ateneo pisano è stato finanziato da Veneto Agricoltura in collaborazione con un consorzio di dieci aziende produttrici della zona del Prosecco Doc del Veneto. Il team di esperti che hanno lavorato alla ricerca sono stati il dottor Luigi Sansone del Centro di Ricerca per la Viticoltura (CRA-VIT) di Conegliano per la parte di selezione delle vendemmie e per il contesto agronomico, la dottoressa Francesca Slejko dell'Università di Trieste per le metodologie analitiche, e la dottoressa Antonella Buccianti dell'Università di Firenze per la trattazione statistica dei dati.

"Nell'ambito della commercializzazione di prodotti enologici, la domanda di mercato per il Prosecco è in progressivo e costante aumento a livello internazionale, con un consumo superiore a un miliardo di bottiglie vendute negli ultimi dieci anni - ha concluso Riccardo Petrini – dunque la sua tracciabilità ha particolare rilevanza poiché la certificazione della zona geografica di provenienza è tra i principali parametri che ne determinano il valore".

Ne hanno parlato:
Ansa - Terra e Gusto
AdnKronos
Il Tirreno Pisa
Tirreno.it
Panorama.it
GreenReport.it
Alimentando.info
StamToscana.it

VillaggioGlobale.it
NovedaFirenze.it
Cronachedigusto.it
PadovaNews.it
50Canale.tv
GoNews.it
PisaToday.it
Vitivinicoltura.it
PisaInformaFlash.it
Ecoseven.it
PianetaUniversitario.it
AmbienteAmbienti.it
Controcampus.it
AgricolturaNews.it
FirenzeOnLine.it
Notizie.Tiscali.it
WallStreetItalia.it
CorriereNazionale.it
OggiTreviso.it
ViteVino&Qualità.it
AgricolturaModerna.it

Cosa c'è in 1 kg di verdura di agricoltura sociale, prodotta cioè dal lavoro di persone a bassa contrattualità che compiono un percorso socio-riabilitativo tramite pratiche agricole e zootecniche? L'Università di Pisa, che dal 2009 promuove il progetto "Orti ETICI", ne ha fatto una stima precisa, calcolando che 1 kg di prodotto di agricoltura sociale biologica, venduto in modo diretto ai consumatori al prezzo di mercato di 1,70 euro, assicura un margine di 0,35 euro per il progetto e consente un risparmio per le famiglie che li acquistano di 0,70 euro al kg rispetto ai normali canali di mercato.

Questi dati provengono dal lavoro di Salvatore Griffo, 29 anni, originario di Bovalino Marina (RC), che ha discusso una tesi nel corso di laurea magistrale in Produzioni agroalimentari e gestione degli agroecosistemi dal titolo "La co-produzione di valore economico e sociale in agricoltura sociale: il caso Orti ETICI", con relatori i professori Gianuca Brunori e Francesco Paolo Di Iacovo, correlatore la dottoressa Funghi della Cooperativa Sociale Ponte Verde. La tesi ha evidenziato il contenuto economico e sociale dei prodotti di agricoltura sociale con dati semplici, che fanno però chiarezza sull'idea di coproduzione.

Dalla tesi emerge anche che al contenuto sociale se ne sommano altri: ogni kg di verdura di agricoltura sociale realizza 6 minuti di lavoro inclusivo, la cui efficacia è superiore di quella di altri progetti, portando spesso un risparmio nell'uso dei farmaci consumati e rendendo le persone da percettori di assistenza a produttori di reddito. Infine, dal punto di vista pubblico, un kg di verdura consente il risparmio di 0,74 euro di spesa pubblica, per l'incremento di efficacia degli esiti sulle persone, ma anche per la differenza tra il costo del progetto Orti etici e altre ipotesi consuete di intervento.

Da circa dieci anni, il gruppo di economia agraria dell'Ateneo pisano coordinato dal professor Francesco Paolo Di Iacovo svolge ricerca nazionale e internazionale sul tema (http://sofar.unipi.it e http://agricolturasocialeinnovativa.wordpress.com). Tra le azioni, anche la promozione di alcuni progetti concreti come quella di Orti ETICI che sperimenta dal 2009 pratiche di sussidiarietà e di coproduzione di valori sociali ed economici, in una prospettiva di economia civile.

"Orti ETICI è realizzato dall'Università di Pisa sui terreni condotti a San Piero, dal Centro di ricerca interdipartimentale E. Avanzi, in collaborazione innovativa con la Cooperativa Sociale Ponte Verde e con l'Azienda Agricola Bio-Colombini – spiega Di Iacovo - L'iniziativa promuove formazione e inclusione sociale e lavorativa per persone a bassa contrattualità inviate dai servizi per le tossicodipendenze, per l'esecuzione della pena all'esterno del carcere e dal distretto di salute mentale. Da quando è nato, in accordo con la Società della Salute Zona Pisana, il progetto Orti ETICI ha formato e incluso circa 50 persone assicurando, allo stesso tempo, la produzione di cibo fresco, locale, prodotto con tecniche biologiche".

Sarà Pisa uno dei dieci centri al mondo abilitati a rilasciare la patente per operare con il robot Da Vinci, il sistema di chirurgia robotica all'avanguardia in campo internazionale per interventi in diverse specialità, dall'urologia alla ginecologia, dalla chirurgia generale alla toracica, dalla cardiochirurgia fino alla chirurgia dei trapianti e con cui, solo nel 2013, sono state eseguite più di 500.000 operazioni nel mondo. La novità è stata presentata mercoledì 30 luglio nella Sala Mappamondi del rettorato da Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa, Carlo Tomassini, direttore della AOUP, Franco Mosca, fondatore del centro di eccellenza Endocas. Nella nostra città, il Da Vinci è in funzione al Centro multidisciplinare di chirurgia robotica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, dove esegue operazioni ad alta complessità, conseguendo vari primati a livello mondiale, oltre che avere determinato la nascita di un Centro di coordinamento regionale di chirurgia robotica.

Negli scorsi giorni, il centro di eccellenza Endocas per la chirurgia assistita al calcolatore dell'Università di Pisa è stato selezionato tra le strutture che collaboreranno con l'azienda produttrice del robot Da Vinci e con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per stilare e certificare il protocollo di addestramento, chiamato "Fondamenti di chirurgia robotica", aperto al Nicholson Center di Orlando, negli Stati Uniti. Questo grazie proprio alla presenza di un Centro di chirurgia robotica multidisciplinare ad alto volume e alta qualità come quello della AOUP, elemento indispensabile per l'accesso a questa prestigiosa partecipazione. Tutto ciò a significare come la forte sinergia fra Università e AOUP possa determinare il raggiungimento di risultati di eccellenza a livello internazionale.

Ad oggi esistono numerosi programmi di addestramento ma nessuno riconosciuto a livello internazionale come standard richiesto a coloro che si avvicinano alla chirurgia robotica, una sorta di 'patente' per usare il robot, sulla scia del programma 'Fondamenti di chirurgia laparoscopica', la cui certificazione è già richiesta dal 2009 negli Stati Uniti agli specializzandi di chirurgia che intendono avvicinarsi alla laparoscopia. La stesura di programmi certificati per l'utilizzo del robot Da Vinci inoltre aiuterà a prevenire le conseguenze negative a scapito dei pazienti: negli Stati Uniti nei primi dieci mesi del 2013 sono stati registrati oltre 3000 casi di danni a pazienti.

Fondato dal professor Franco Mosca, che attualmente è il responsabile per i rapporti con l'American College of Surgeons, Endocas è oggi diretto dal professor Mauro Ferrari. È anche il primo e finora unico centro in Italia accreditato dall'American College of Surgeons per l'addestramento dei chirurghi attraverso la simulazione. Il processo di stesura e validazione del protocollo di addestramento inizierà a ottobre e durerà un anno. Sarà guidato dall'ingegner Andrea Moglia, in collaborazione con le équipe di chirurgia dell'AOUP coordinate dal professor Ugo Boggi e dai dottori Luca Morelli e Franca Melfi. Ai lavori parteciperanno anche l'ingegner Vincenzo Ferrari di EndoCAS, il professor Alfred Cuschieri della Scuola Superiore Sant'Anna e il professor Giuseppe Turchetti, economista anch'egli della Scuola Sant'Anna.

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