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Comunicati stampa

Due neolaureate con il massimo dei voti in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all'Università di Pisa, hanno superato una selezione internazionale indetta dalla multinazionale del farmaco AstraZeneca e trascorreranno i prossimi due anni a Mölndal in Svezia per seguire un periodo di formazione avanzata all'interno dei laboratori dell'azienda.

Le due brillanti dottoresse, che oltre alla passione per lo studio condividono anche quella della pallavolo che hanno praticato a vari livelli, sono Linda Del Bino e Lucia Fusani e sono risultate fra i sette vincitori dopo una selezione molto impegnativa, alla quale hanno partecipato centinaia di studenti provenienti da tutta Europa.

Linda Del Bino, 25 anni di Lamporecchio in provincia di Pistoia, ha svolto una tesi sperimentale sotto la guida della dottoressa Valeria Di Bussolo presso i laboratori del dipartimento di Farmacia studiando la sintesi di glicoconiugati quali potenti inibitori del metabolismo glucidico tumorale, combinando in modo interdisciplinare competenze di chimica organica sintetica e di chimica farmaceutica. Sempre nello stesso dipartimento, Lucia Fusani, 25 anni di Ortonovo in provincia di La Spezia, ha sviluppato una tesi sotto la supervisione del dottor Tiziano Tuccinardi e del professor Filippo Minutolo. Il suo lavoro, improntato su un approccio multidisciplinare, ha riguardato la progettazione razionale attraverso metodologie computazionali di molecole bioattive e la loro relativa sintesi chimica.

Queste nuove metodologie didattiche multidisciplinari attuate presso il dipartimento di Farmacia sono evidentemente molto apprezzate dall'industria farmaceutica soprattutto a livello internazionale. Infatti anche lo scorso anno, in occasione della prima edizione di questa selezione, era risultata vincitrice un'altra neolaureata, la dottoressa Jessica Iegre, che aveva portato a termine un analogo progetto attuato presso lo stesso gruppo di ricerca, la cui supervisione si era avvalsa della collaborazione della dottoressa Carlotta Granchi, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Farmacia.

Il professor Mario Campa è nato a Locorotondo, in provincia di Bari, il 4 gennaio del 1943. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all'Università di Pisa e la specializzazione in Microbiologia all'Università di Torino, ha percorso i vari livelli dell'insegnamento accademico, fino a diventare nel 1985 Ordinario di Microbiologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa, cattedra che ha ricoperto fino al 2013.

Nel corso della carriera, il professor Campa è stato Direttore del Dipartimento di Biomedicina Sperimentale, Infettiva e Pubblica dal 1993 al 1995; Presidente del Corso di Dottorato di Ricerca in Microbiologia medica e sperimentale e in Microbiologia e Genetica dal 1999 al 2010; Direttore della Scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia dal 1999 al 2013; Direttore del Master di II livello in Teledidattica applicata alle scienze della salute e ICT in medicina dal 2005 al 2013.

Il professor Mario Campa è stato Preside della Facoltà pisana di Medicina e Chirurgia dal novembre 1994 all'ottobre 2002. Dalla sua istituzione e fino al 2006, è stato membro dell'Osservatorio Nazionale per la formazione medico-specialistica del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca.

Per quanto riguarda l'attività assistenziale, il professor Campa è stato Direttore dell'Unità Operativa Assistenziale di Microbiologia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana dal 1998 al 2013; Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di "Analisi Chimico-Cliniche e Microbiologiche" della stessa AOUP dal 2004 al 2007; Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Medicina di laboratorio dell'AOUP dal 2011 al 2013.

Nel 2003 è stato insignito con l'Ordine del Cherubino, la massima onorificenza che l'Università di Pisa riconosce ai suoi docenti più illustri, e nel 2014 è stato nominato Professore Emerito dell'Ateneo pisano.

Il professor Mario Campa era attualmente Delegato del Rettore alle funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio relativamente alle attività didattiche e formative post laurea, nonché ad altri aspetti normativi e regolamentari dell'area medica.

Il professor Mario Campa è stato responsabile di numerosi progetti di ricerca in ambito nazionale ed europeo, ed è stato autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche che riguardano principalmente lo studio dell'interazione di agenti infettivi con i sistemi di difesa dell'ospite. Gli argomenti di ricerca affrontati hanno riguardato essenzialmente le seguenti tematiche:

- Interferenza batterica con i sistemi di regolazione della risposta immunitaria dell'ospite.

- Ruolo di prodotti batterici nell'induzione e regolazione di fenomeni autoimmuni in modelli animali.

- Regolazione dell'ipersensibilità di tipo ritardato e della risposta granulomatosa verso il bacillo tubercolare in modelli sperimentali.

- Enzimi del metabolismo purinico come indicatori della reattività linfocitaria nel corso di infezioni batteriche e virali.

- Caratterizzazione di antigeni batterici per la preparazione di un vaccino ricombinante antitubercolare e/o di test immunologici più specifici per la diagnosi di infezione tubercolare.

- Studio del contributo di diverse sottopopolazioni linfocitarie umane alla resistenza acquisita verso il bacillo tubercolare.

La Cassa di Risparmio di San Miniato sostiene con un finanziamento triennale a fondo perduto i progetti di ricerca sviluppati nell'ambito della collaborazione tra l'Università di Pisa e il Massachusetts Institute of Technology. Il contributo è frutto dell'accordo sottoscritto mercoledì 16 luglio, a Palazzo alla Giornata, dal rettore Massimo Augello e dal presidente del gruppo bancario, Alessandro Bandini, alla presenza del prorettore per la Ricerca applicata e l'Innovazione, Paolo Ferragina, e del dirigente della Direzione Ricerca e Internazionalizzazione dell'Ateneo, Elena Perini.

I contributi, che ammontano complessivamente a 90.000 euro, saranno destinati a progetti del "MIT-Unipi Project" selezionati in risposta alle call degli anni 2014, 2015 e 2016. Una parte di essi sarà riservata a ricerche che fanno riferimento all'area tematica delle Scienze economico-aziendali, sociali e ambientali.

Il "MIT-Unipi Project" è partito a fine 2012 per sviluppare collaborazioni scientifiche, nei vari settori disciplinari, tra gruppi di ricerca delle due prestigiose istituzioni. Finora, l'Ateneo pisano è l'unico partner ammesso, insieme ai Politecnici di Milano e Torino.

Le prime due call, del 2013, hanno registrato 30 proposte di collaborazione, tra le quali sono stati selezionati i nove progetti vincitori, a seguito della valutazione dell'Advisory Board del MIT-Italy Project. L'Università di Pisa ha inoltre ritenuto particolarmente significative altre sette proposte e deciso di sostenerle per consentire di avviare una fattiva collaborazione con i gruppi di ricerca del MIT coinvolti e gettare così le basi per un rapporto che possa essere sviluppato e portare proficui risultati.

È appena partita la terza call, che scadrà il 22 settembre del 2014 e che è consultabile all'indirizzo: http://www.unipi.it/index.php/finanziamenti/item/4318-mit-unipi-terza-call

Il rettore Massimo Augello ha ringraziato la Cassa di Risparmio di San Miniato "per la particolare sensibilità dimostrata per il territorio pisano, a supporto di iniziative scientifiche di respiro internazionale quale appunto quella che vede collaborare il nostro Ateneo con il prestigioso MIT di Boston, stabilmente sul podio di tutte le classifiche delle migliori università al mondo".

Il presidente Bandini nell'evidenziare che il futuro di una nazione è strettamente correlato alla capacità della stessa di sostenere e favorire l'innovazione tramite la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico, ha sottolineato l'importanza di garantire alle giovani generazioni tutti gli strumenti necessari per la loro formazione e per un costruttivo confronto sul piano internazionale. "Il sostegno triennale della Cassa di Risparmio di San Miniato SpA per la collaborazione tra l'Università di Pisa e il Massachusetts Institute of Technology - ha concluso - è un concreto esempio di sinergia tra pubblico e privato al fine di favorire la formazione e la crescita dei nostri giovani".

Giovedì 17 luglio, alle ore 15.30, nell'Aula Magna del dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, in via Serafini 3, il procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Michele Prestipino, sarà ospite del master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata (APC). L'incontro avrà come argomento principale l'analisi della struttura e dell'evoluzione organizzativa di Cosa Nostra e della 'ndrangheta, due compagini criminali che hanno segnato e continuano a segnare profondamente lo sviluppo economico, sociale e politico italiano. L'equipe di gestione del master APC invita tutta la cittadinanza a partecipare.

Con un'esperienza trentennale in magistratura, Michele Prestipino dal 1996 è stato sostituto procuratore a Palermo, componente della Direzione Distrettuale Antimafia. Nel novembre 2008 è diventato procuratore aggiunto presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, fino al 2013 quando, con voto unanime del CSM, si è trasferito a Roma. Durante la sua carriera ha svolto indagini importanti, tra cui quella sulle diverse articolazioni del sistema Provenzano, da quelle economico-finanziarie a quelle operative e militari, che hanno portato all'arresto del capo di Cosa Nostra nel 2006, dopo quarant'anni di latitanza. Ha scritto "Il Codice Provenzano" (con Salvo Palazzolo, 2009, Laterza) e "Il Contagio. Come la 'ndrangheta ha infettato l'Italia" (con Giuseppe Pignatone, 2012, Laterza). L'incontro è organizzato in collaborazione con "Libera" e "Avviso Pubblico".

Durante il dottorato si è trasferito negli USA a lavorare presso l'Oncologia Medica dei National Institutes of Health di Bethesda e da lì ha condotto una ricerca internazionale pubblicata alcuni giorni fa su Nature Genetics. Iacopo Petrini, 34 anni, laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Pisa, ha fatto un'importante scoperta che riguarda la comprensione della biologia dei tumori al timo, un organo necessario per lo sviluppo del sistema immunitario. «Grazie alle tecnologie di next generation sequencing – dichiara Petrini – è stato possibile analizzare tutte le mutazioni codificanti dell'intero genoma dei pazienti e dei rispettivi tumori. Confrontando il genoma normale e quello tumorale dei pazienti si è potuto capire quali fossero le mutazioni specifiche di ogni singolo tumore».

Nel corso della ricerca si è osservato che la stragrande maggioranza dei timomi – i tumori del timo - di tipo A e AB presentavano una stessa mutazione, la quale interessava il gene GTF2I, mai descritto mutato in precedenza. «Insieme ai mei collaboratori – aggiunge Petrini - siamo riusciti a dimostrare che questa nuova mutazione è capace di accelerare la crescita di modelli cellulari in vitro a causa di una ridotta degradazione della proteina GTF2I. Questa scoperta avrà importanti ripercussioni sulla comprensione della biologia delle neoplasie timiche e sulla loro classificazione».

A Pisa esiste un gruppo multidisciplinare per lo studio della patologia timica che ha generato negli anni una grande attrazione di pazienti grazie alle competenze professionali in campo neurologico della dottoressa Roberta Ricciardi, in campo anatomopatologico della professoressa Gabriella Fontanini e chirurgico del dottor Marco Lucchi e del professor Alfredo Mussi. Si è venuta così a creare una sinergia che ha consentito di raccogliere un numero significativo di campioni di tumori epiteliali del timo essenziali per questa ricerca. È stato quindi possibile iniziare una collaborazione internazionale con Petrini, che al momento dello studio stava lavorando a Bethesda, sotto la supervisione del professor Giuseppe Giaccone, uno dei massimi esperti mondiali delle neoplasie timiche.

Iacopo Petrini ha studiato Medicina e Chirurgia presso l'Università di Pisa, si è specializzato in Oncologia Medica sotto la supervisione del professor Alfredo Falcone e ha conseguito il dottorato in Oncologia molecolare con il professor Generoso Bevilacqua. Proprio nell'ambito di questo dottorato, ha iniziato un periodo all'estero presso il National Institutes of Health, dove poi è stato assunto come Research Fellow per completare gli studi intrapresi. Recentemente Petrini è rientrato a Pisa per lavorare presso l'Oncologia medica dell'Ospedale di Santa Chiara.

Maria Letizia Gualandi, del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, è stata nominata membro del Comitato tecnico-scientifico per i beni archeologici del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).

La professoressa Gualandi attualmente insegna "Metodologia della ricerca archeologica" nel Corso di Studi in Scienze dei Beni culturali ed è responsabile del Laboratorio MAPPA (Metodologie APPlicate all'Archeologia), al cui interno è stato realizzato il primo open digital archaeological archive italiano (MOD), che rende accessibili a tutti i dati delle indagini archeologiche: grazie al MOD, l'Ateneo pisano è al primo posto fra le Università italiane per il rilascio di "dati aperti".

La designazione da parte del Ministro Dario Franceschini è arrivata a fine giugno e, oltre alla professoressa Gualandi, ha riguardato Christian Greco, già allievo dell'Università di Pisa e ora direttore del Museo Egizio di Torino, e il professor Eugenio La Rocca, della Sapienza di Roma. I neo ricostituiti Comitati tecnico scientifici sono organi consultivi del ministero e sono in tutto sette: per i beni archeologici, per i beni architettonici e paesaggistici, per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico, per gli archivi, per i beni librari e gli istituti culturali, per la qualità architettonica e urbana e per l'arte contemporanea e per l'economia della cultura.

"Questa nomina è per me fonte di grande soddisfazione - ha dichiarato Maria Letizia Gualandi – ed è anche un riconoscimento a tutta l'area umanistica dell'Università di Pisa che, nonostante le drastiche riduzioni di personale, continua a rimanere ai primi posti in Italia per le ricerche nel settore dei Beni culturali e per la formazione dei futuri archeologi e storici dell'arte".

Sara Carpi, dottoranda in Fisiopatologia medica e Farmacologia presso il dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa, è stata premiata al Global Biotechnology Congress che si è svolto a Boston nel giugno scorso. La giovane ricercatrice ha vinto 1.000 dollari classificandosi prima nella sessione poster presentando i risultati di uno studio sulle proprietà "teranostiche", cioè di diagnosi e cura, di un frammento di DNA (oligonucleotide) in cellule di melanoma cutaneo umano. Lo studio è parte di un progetto finanziato dalla Regione Toscana nell'ambito del Programma PAR FAS 2007-2013 (Nanocell: nanosensori ottici all'interno della cellula) di cui è responsabile per l'Università di Pisa la professoressa Paola Nieri.

"L'oligonucleotide che abbiamo utilizzato – spiega Sara Carpi - è in grado di riconoscere selettivamente le cellule cancerose e di promuoverne la morte potenziando l'azione antitumorale dei chemioterapici classici, quali il cisplatino e il docetaxel".

Il frammento di DNA è infatti capace di emettere fluorescenza solo quando legato con il RNA delle cellule tumorali e di esercitare poi una funzione farmacologica "silenziando" il gene della proteina Survivina che ha un ruolo nella sopravvivenza sulle cellule cancerose. La validazione dell'attività di imaging dell'oligonucleotide è stata condotta grazie alla collaborazione con il professore Mario Pellegrino, del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa. La veicolazione dell'oligonucleotide all'interno delle cellule tramite nanoparticelle è un passaggio ulteriore dello studio i cui risultati sono stati presentati ad altri congressi dal gruppo del dottor Francesco Baldini dell'Istituto di Fisica Applicata del CNR Firenze, capofila del progetto, ottenendo un altro riconoscimento internazionale alla Conferenza Europtrode XII, che si è svolta ad Atene ad aprile di quest'anno.

L'Unione nazionale delle Accademie per le Scienze applicate allo sviluppo dell'agricoltura, sicurezza alimentare e alla tutela ambientale (UNASA) ha attribuito il Premio UNASA 2014 a Giovanni Benelli, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa. Il vincitore è stato selezionato a livello nazionale mediante valutazione curricolare e presentazione di un lavoro pubblicato come primo autore su rivista internazionale nel settore della difesa delle colture.

In occasione del Premio UNASA 2014, Benelli ha presentato la sua ricerca "Cephalaria transsylvanica-based flower strips as potential food source for bees during dry periods in European Mediterranean basin countries" realizzata in collaborazione con Angelo Canale e Stefano Benvenuti dell'Università di Pisa e Nicolas Desneux (INRA Sophia Antipolis, Francia). Il lavoro, pubblicato sulla rivista PLOS ONE, propone l'utilizzo di specie a fioritura tardiva per fornire polline e nettare alle api, ma anche ad altri pronubi selvatici, nella fase di rarefazione delle fioriture spontanee che caratterizza la stagione autunnale, contribuendo così a contrastare il drammatico fenomeno del declino degli impollinatori. La premiazione si è svolta il 20 giugno 2014 presso l'Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico UNASA.

Giovanni Benelli svolge la sua attività di ricerca come entomologo presso il dipartimento di Scienze agrarie, dove si occupa di etologia e lotta biologica. Benelli ha conseguito il dottorato di ricerca internazionale presso l'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna nel febbraio 2013 e svolto periodi di ricerca in diversi atenei internazionali. Benelli ha pubblicato 43 articoli su riviste scientifiche dotate di impact factor, tra cui due reviews su invito. È attualmente coinvolto nel progetto europeo "Collective Cognitive Robotics" (coordinato da Università di Gratz e Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa) e svolge attività come reviewer e membro di editorial boards per più di 30 riviste internazionali con impact factor.

Ci saranno anche due spin-off dell'Università di Pisa allo SMAU di Firenze, il Salone Internazionale della ricerca e dell'innovazione in programma il 9 e 10 luglio alla Fortezza da Basso. JOS Technology e PlasmaTech saranno presenti alla kermesse nell'area dedicata a Toscana Technologica, un luogo privilegiato d'incontro tra ricerca, tecnologia e innovazione.

JOS Technology è una start up specializzata nella progettazione e produzione di sistemi per la ricarica senza cavi di prodotti elettronici e offre soluzioni semplificate per l'uso di smartphone, tablet e per la gestione di sistemi di illuminazione a led. In occasione di SMAU Firenze, JOS Technology presenterà al mercato la nuova versione di JOS, la prima Energy Surface, un sistema illuminotecnico e di ricarica device innovativo su cui alimentare e ricaricare dispositivi elettrici ed elettronici senza l'uso di cavi, in qualunque posizione e composizione. Moltissime le utenze da utilizzare con JOS, dalla telefonia ai device di ultima generazione (smartphone, tablet), all'illuminazione, ai sistemi audio video, fotocamere e sensori. Il prodotto soddisfa quella che è ultimamente la forte domanda di semplificazione, risparmio e integrazione nella gestione e nell'utilizzo dei device in ambito lavorativo, domestico e sociale. L'unicità sta nella gestione contemporanea senza fili di tutti i device su un unico dispositivo ad alta efficienza. JOS Technology sarà ospitato allo stand F19, Pad Cavaniglia.

La PlasmaTech, nata all'interno del gruppo di lavoro del laboratorio del professor Francesco Giammanco, sviluppa soluzioni per applicazioni che coinvolgono l'interazione laser/materia e, in particolare, la spettroscopia (tecniche spettroscopiche e di assorbimento per caratterizzazione materiali), la diagnostica plasmi (analisi e diagnostica gas/plasmi, generazione di plasmi e sistemi sotto vuoto) e nanoparticelle (produzione di nanoparticelle metalliche per ablazione laser e di nanostrutture metalliche per via chimica). PlasmaTech ha una sede presso il dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, con un ufficio dedicato all'attività di sviluppo e vendita dei prodotti offerti. In occasione di SMAU Firenze, Plasmatech permetterà di visionare presso il proprio stand le boccette contenti i campioni di colloidi metallici. La purezza dei colloidi metallici ottenuti per ablazione laser è una delle caratteristiche principale dei prodotti, poiché Plasmatech fornisce nanoparticelle prive di reagenti che potrebbero invece esserci in caso di reazioni chimiche, permettendo così di avere una superficie 100% pura e altamente reattiva. Caratteristica peculiare della nanostrutture ottenute per riduzione chimica è la biocompatibilità e soprattutto la coincidenza del picco di assorbimento con la finestra di trasmissione de sangue (circa 800nm), proprietà che rendono tali nanostrutture ideali per applicazioni biomedicali. PlasmaTech sarà ospitato allo stand E22, Pad Cavaniglia.

Si è laureato in Discipline dello spettacolo e della Comunicazione con 110 e lode, completando un percorso universitario che ha affrontato sin dall'inizio con grande determinazione: lunedì 30 giugno, Luca Razzauti, studente affetto da una sindrome genetica chiamata "X fragile", ha discusso la sua tesi con il prof. Maurizio Ambrosini, intitolata, "L'ambiente del dramma. «La viaccia» di Mauro Bolognini tra letteratura, pittura e musica" ottenendo il massimo dei voti. Alla discussione erano presenti anche il professor Paolo Mancarella, delegato del rettore per la disabilità, la dott.ssa Federica Gorrasi, responsabile dell'USID, l'Unità di servizi per l'integrazione degli studenti con disabilità, ed altri collaboratori dell'ufficio, che hanno accompagnato Luca lungo tutto il suo percorso universitario. La sindrome "X fragile" è una patologia che conferisce tratti autistici con relativa difficoltà comunicativa. Nei suoi anni universitari Luca, 27 anni, originario di Livorno, è stato coadiuvato da tutor che lo hanno affiancato durante le attività didattiche e ha sostenuto gli esami in forma scritta utilizzando la "Comunicazione Facilitata Alfabetica" (CFA).

"Luca ha raggiunto questo traguardo grazie alla sua volontà, alla sua caparbietà e alla sua voglia di conoscere e di imparare nonostante gli ostacoli che deve affrontare quotidianamente a causa della sua condizione – dice il professor Paolo Mancarella - Per tutti noi, che negli anni abbiamo cercato di fornire a Luca il supporto necessario, la sua laurea è motivo di enorme soddisfazione e, mi sia concesso, di orgoglio. I miei ringraziamenti vanno innanzitutto a tutto lo staff dell'USID e alla squadra di studenti tutor e compagni di studio che hanno accompagnato Luca in questi anni, così come a tutti i docenti che Luca ha incontrato, mostrando sensibilità e disponibilità a fronte dei suoi bisogni speciali. Spero e mi auguro che il percorso di Luca all'Università di Pisa non si concluda qui: se deciderà di proseguire gli studi, noi tutti saremo ancora al suo fianco".

Luca racconta così la sua esperienza universitaria: "La maratona della mia vita sta continuando, dopo aver lottato duramente per avere una giusta dignità che ho ottenuto, ho deciso di intraprendere un altro bel percorso, quello universitario. Non è stato difficile scegliere la facoltà, qualcuna non faceva per me e per qualche altra era l'opposto, non facevo io per lei. Quindi ho scelto seguendo i miei principali interessi, cioè cinema, musica e teatro: tutti linguaggi che l'uomo usa per comunicare. Devo dire che la paura di iniziare nuove battaglie per dimostrare la mia facoltà di comprensione e per far accettare la mia necessità di sostenere gli esami in modo diverso dalla maggior parte degli altri studenti, era tanta. Invece, davanti a me si è aperto un mondo. Sono riuscito a conquistarmi un posto da vero studente all'Università di Pisa. La bellezza di essere accettato con le mie caratteristiche, belle e meno belle, non ha prezzo, come del resto riuscire ad ottenere tante soddisfazioni. Proprio grazie a questo percorso intrapreso sentendomi alla pari, sono riuscito a dare il meglio di me, fino ad arrivare a laurearmi. E il giorno della mia laurea, il 30 giugno 2014, mi sono sentito finalmente in grado di poter mettere alla prova le mie capacità di controllo delle emozioni e le mie competenze sociali, più ancora di quelle culturali. È stata dura ma ce l'ho fatta, la mia autostima ha perforato i sette cieli, ma ciò nonostante mi rendo conto che non potrei essere qui a parlarvi di tutto questo se non avessi avuto alle spalle una magnifica squadra formata da familiari, amici vecchi e nuovi, giovani e adulti, inseganti che mi hanno concesso un credito senza lasciarsi condizionare dalle sfavorevoli apparenze, persone che in ambito universitario lavorano per creare i presupposti culturali e logistici che permettano l'inclusione.Una squadra in cui esistono solo titolari, dove tutti sono necessari, nella quale non sono previste le panchine per le riserve.Grazie a tutti, sentivo la vostra partecipazione come una mano che mi sospingeva, mi manteneva in equilibrio e, alla fine, mi portava in trionfo".

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