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Comunicati stampa
Lunedì, 17 Febbraio 2014 10:17

I fiori di Leonardo da Vinci

fiori leonardoC'è un angolo di Toscana sino a poco tempo fa non molto conosciuto dal punto di naturalistico, è il Montalbano, che fu anche la culla di Leonardo Da Vinci, uno dei più grandi geni del Rinascimento che raffigurò quel paesaggio e la sua flora in molte tavole e disegni. Per la prima volta Lorenzo Peruzzi, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, e l'appassionato botanico Giovanni Gestri hanno studiato quel territorio e ne è nato un libro "I fiori di Leonardo – La flora vascolare del Montalbano in Toscana" (Aracne editrice, 2013), un volume che, oltre allo studio floristico della zona, mette a confronto alcune piante nelle foto di oggi e nei disegni del Da Vinci.fiori leonardo

"Un territorio così stimolante e ricco dal punto di vista naturalistico non poteva rimanere inesplorato o quasi, come risultava dalla scarsissime informazioni floristiche disponibili in letteratura - ha spiegato Lorenzo Peruzzi - e non a caso, nel corso della nostra ricerca, abbiamo ritrovato molte delle piante ritratte dal vero da Leonardo Da Vinci con una cura dei dettagli da vero 'botanico', tanto che è stato sorprendente mettere a confronto le nostre fotografie con i suoi disegni".

Le ricerche nel Montalbano si sono svolte nell'arco di cinque anni, dal 2008 al 2012, e hanno fatto emergere la spiccata diversità vegetale: oltre 1.400 specie, pari a circa un terzo di tutta la flora della Toscana, buona parte delle quali rivestono anche un elevato interesse botanico, sia fitogeografico che conservazionistico.

"Per molti versi e inaspettatamente - ha concluso il ricercatore dell'Ateneo pisano – il Montalbano si qualifica dunque come una delle aree maggiormente interessanti della Toscana dal punto di vista botanico, storico e paesaggistico senza sfigurare accanto a zone molto più studiate e rinomate dal punto di vista naturalistico, come le Alpi Apuane e il Monte Pisano".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
RepubblicaFirenze.it
AdnKronos.it
Focus.it
LiberoQuotidiano.it
PaginaQ.it
AgricolturaOggi.it
PisaInformaFlash.it

50Canale.tv
GoNews.it
Tiscali.it
CorriereNazionale.it
PianetaUniversitario.it
ControCampus.it

Pubblichiamo di seguito l'intervento scritto da quattro illustri giuristi pisani - Umberto BrecciaVirginia MesseriniAlessandro Pizzorusso ed Eugenio Ripepe - sulla chiusura del Palazzo della Sapienza.

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Abbiamo seguito con notevole sconcerto il modo in cui sono stati prospettati sulla stampa i problemi conseguenti alla chiusura, per ragioni di sicurezza, del Palazzo della Sapienza, dove ci siamo formati e abbiamo trascorso la nostra intera vita professionale come docenti della Facoltà di Giurisprudenza. Ci ha colpito in particolare il fatto che all'attenzione giustamente prestata alla grave situazione nella quale si è venuta a trovare la Biblioteca Universitaria non abbia corrisposto analoga attenzione per quanto riguarda la situazione, non certo meno grave, nella quale si è venuta a trovare la Facoltà (poi, Dipartimento) di Giurisprudenza, che occupava la parte di gran lunga più ampia del palazzo fin dalla sua costruzione.9247292542_b94c7d696e_b

Lo sconcerto non nasce dal fatto che nessuno ha ricordato il legame storico tra Sapienza e studi giuridici a Pisa: sappiamo bene che la sensibilità occorrente per dare importanza ai legami storici non è molto diffusa. Nasce dal sorprendente disinteresse che tanti hanno dimostrato per le sorti di quello che è oggi uno dei maggiori dipartimenti dell'università di Pisa (più di 5000 studenti, un centinaio di professori, varie decine di amministrativi, tecnici e ausiliari, un patrimonio librario di oltre 130 mila volumi) ritrovatosi da un giorno all'altro letteralmente in mezzo alla strada: senza aule, senza biblioteche, senza uffici, senza sale di lettura e di studio. L'Ateneo è riuscito a far fronte all'emergenza con misure, appunto, di emergenza, reperendo locali in varie parti della città per consentire che l'attività didattica e la ricerca potessero proseguire alla meglio e senza interruzioni. Ma le misure di emergenza non possono certo diventare soluzioni stabili, e tanto meno definitive. Basti pensare che le lezioni del Dipartimento si tengono attualmente in sedi distanti oltre un chilometro l'una dall'altra, che decine di migliaia di volumi sono depositati presso l'archivio di Montacchiello, che gli studi dei docenti sono ospitati in tre diverse zone della città. Non dubitiamo della volontà e della capacità della nostra amministrazione universitaria, a cominciare dal Rettore, di farsi carico di questi problemi per avviarli a soluzione nel modo migliore e più rapido possibile. Ma sarebbe paradossale se a questo fine non si potesse contare anche sulla solidarietà e sul supporto di tutte le istituzioni locali e nazionali.

Il fatto che nel documento col quale il Consiglio comunale ha recentemente preso posizione sui problemi conseguenti alla chiusura della Sapienza non si spenda una sola parola per quelli relativi al Dipartimento di Giurisprudenza non è molto incoraggiante in questo senso, perché fa temere che quei problemi o non suscitino alcun interesse o siano oggetto di una più o meno consapevole rimozione (o tutte e due le cose insieme).

Eppure, basterebbe passare davanti alla Sapienza per accorgersi che sulla sua facciata c'è scritto "Facoltà di Giurisprudenza"... e anche per constatare che, da quando è stato necessario dislocare altrove le attività della Facoltà, che richiamavano ogni giorno migliaia di persone, una zona da sempre tra le più vivaci del centro storico, appare immersa in un'atmosfera quasi da deserto dei Tartari, come ben sanno i commercianti che ne subiscono le drammatiche conseguenze.

Ci amareggia e ci stupisce che tocchi a noi sottolineare queste cose. Ma se abbiamo deciso di farlo è anche perché da ultimo si è appreso che da qualche parte è stata ventilata l'idea che, una volta messo in sicurezza l'edificio, i problemi di capienza della Biblioteca Universitaria si possano risolvere con la sua espansione all'interno della Sapienza (vale a dire sottraendo al Dipartimento di Giurisprudenza il suo già ridotto spazio vitale). Un'idea geniale che, in tutta franchezza, anche indipendentemente dai suoi aspetti giuridicamente abnormi, ci lascia, prima che preoccupati, semplicemente allibiti.

Umberto Breccia
Virginia Messerini
Alessandro Pizzorusso
Eugenio Ripepe

Ne hanno parlato:
Tirreno
Nazione Pisa
PisaInformaFlash.it
PaginaQ.it
PisaToday.it

I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, in carica dal 1° novembre 2021 fino al 31 ottobre 2024 sono:

PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO

Sig.ra Rosa Baviello -  Sistema museale di Ateneo
Dott.ssa Stefania Bottega - Dipartimento di Biologia
Sig. Stefano Carafiglia - Amministrazione
Sig. Davide Lorenzi - Dipartimento di Scienze veterinarie
Sig. Sandro Scatena - Dipartimento di Ingegneria civile e industriale

PERSONALE DOCENTE

Prof. Luca Incrocci - Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali
Prof.ssa Cristina Nali  - Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali

STUDENTI

Sig.ra Eleonora Da Ros
Sig. Francesco Secoli

 

Per contattare i Rappresentanti dei Lavoratori della Sicurezza: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

luigi-cerfeda-brain-computer-interface-580x580Pensato per i ricercatori e per i "makers", BESOS CAP è un "caschetto" che oltre a permettere di rivelare i segnali EEG – quelli dell'elettroencefalogramma – può essere smontato e trasformato in piccoli carrarmati con cui giocare. L'ha inventato Luigi Cerfeda, 25 anni, studente di Ingegneria biomedica dell'Università di Pisa di origini salentine, che con il suo progetto, nato in seguito agli sviluppi della sua tesi di laurea, ha l'obiettivo di realizzare una Natural User Interface (NUI), un sistema che permette agli utenti di interagire in modo semplice ed efficace con i dispositivi elettronici di uso quotidiano attraverso i propri segnali bioelettrici. La vera sfida vinta da Luigi è essere riuscito a realizzare un prototipo concreto della sua idea, diventato adesso un vero progetto di business che ha chiamato BESOS (Bio Engineering Systems for Open Society), con un motto che guarda al futuro: "Kiss the revolution".

Se il progetto di Luigi è potuto diventare realtà è soprattutto grazie all'incontro con il FabLab Pisa, l'officina di creatività e innovazione nata sulla scia della rivoluzione dei "maker" italiani grazie ad un gruppo di ricercatori, studenti e tecnici dell'Università di Pisa: "Durante la mia esperienza con il FabLab Pisa ho potuto usufruire delle stampanti 3D, che mi hanno consentito di realizzare la parte meccanica del progetto, ossia BESOS CAP, un caschetto per la disposizione degli elettrodi per l'acquisizione del segnale EEG, personalizzabile in base alle dimensioni effettive del cranio dell'utente – spiega Luigi – La sua particolarità è che, all'occorrenza, può essere smontato e gli stessi pezzi possono essere assemblati per creare dei piccoli carrarmati e magari giocarci a Risiko! Oltre all'aspetto puramente ludico, in realtà, questa feature è stata pensata per i pazienti in età pediatrica, in modo che possano avere un approccio più amichevole alla strumentazione medica".

Techgarage_Besos_IntervistaIl merito di Luigi è quello di aver riconosciuto da subito una potenzialità concreta nella sua idea: "La mia tesi, seguita dal professor Roberto Roncella del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, riguardava la progettazione di uno "shield", ossia una scheda elettronica (che ho chiamato BESOS EEG) da montare su Arduino e in grado di rilevare segnali EEG, per applicazioni di BCI (Brain-Computer Interface) – aggiunge Cerfeda – Durante lo studio dello "stato dell'arte" sui sistemi EEG in commercio, ho potuto notare come un dispositivo del genere potesse avere un mercato, rappresentato sia dai ricercatori nel campo delle BCI che dai "Makers", attori principali del mondo dell'Open Source Hardware. Cominciai quindi a vedere il mio progetto di tesi non solo come un esercizio teorico "astratto" e fine a se stesso, ma cercai di dargli una "vita".

logo besosNel mondo dei "Makers", del "Fabbing" e del "3D-Printing", l'idea di Luigi è già stata notata lo scorso ottobre, quando è arrivata in finale alla Maker Faire di Roma dopo aver superato le selezioni del Barcamper, l'iniziativa che ha fatto tappa nelle università italiane per incontrare chi voleva sviluppare una "startup" nello spirito e con tecnologia 'Maker'. Inoltre, sempre a Roma, il BESOS CAP è stato presentato anche in occasione della 3D Print Exhibition nella categoria "Effetto WOW".


Ne hanno parlato: 

StampToscana
DataManagerOnline
Controcampus.it 
QuotidianoSanità.it 
Tirreno 
TirrenoPisa.it 
PaginaQ 

foto ricercaL'Aoup fa incetta di riconoscimenti nell'ambito del Bando "Ricerca finalizzata e Giovani ricercatori 2011-2012" del Ministero della salute, rivolto agli operatori del servizio sanitario nazionale. Ben 11 dei 35 progetti di ricerca finanziati in tutta la Toscana, regione classificatasi al primo posto in Italia per il risultato complessivo raggiunto, sono targati infatti Aoup e sono stati possibili grazie al connubio fra ricerca e assistenza che da sempre caratterizza le aziende ospedaliero-universitarie.

A livello nazionale, su 1583 progetti ordinari presentati e ritenuti idonei alla valutazione, solo 137 sono stati approvati per il finanziamento. Dei 137 finanziati, 35 sono appunto toscani (15 progetti biomedici e 18 clinico – assistenziali). Complessivamente, in tutt'Italia sono stati assegnati fondi per circa 135 milioni di euro, di cui 58 a giovani ricercatori al di sotto dei 40 anni di età.

foto_laboratorio A Pisa gli 11 progetti finanziati riguardano i settori più disparati. Si comincia con i disturbi del metabolismo e delle patologie cardiovascolari, con quattro progetti: due sono stati elaborati all'interno del Centro di ricerca Endocas per la chirurgia assistita al calcolatore (SThARS e utilizzo del laser a guida elettromagnetica nelle protesi endovascolari); un terzo progetto riguarda i meccanismi a lungo termine di prevenzione e remissione del diabete post-intervento di chirurgia bariatrica; il quarto, il rapporto costi/benefici, in termini di qualità della vita, nell'implementazione del "Chronic care model" in pazienti con patologie multiple, mediante tele-assistenza e assistenza domiciliare.

Spazio poi alle nuove biotecnologie, con un progetto di ricerca che prevede l'utilizzo di nanomateriali negli impianti cocleari per la sordità. Avanguardia anche nel settore immunologico-infettivologico con una linea di ricerca sui MiRNA (micro RNA) nel virus dell'epatite B. Due invece i progetti dell'area disciplinare oncologica, uno nel campo dei tumori epiteliali del timo e l'altro in quello del melanoma metastatico. Infine, le patologie neurologiche, con tre progetti: impatto su costi/benefici ed esiti clinici della diagnosi precoce di caduta, sincope e delirio da farmaci in pazienti anziani ammessi al Pronto Soccorso, metodi innovativi negli studi in vivo dei meccanismi che sottendono disordini cognitivi; cura e riabilitazione delle persone con lesioni del midollo spinale (Ufficio stampa AOUP).

Giovedì, 13 Febbraio 2014 11:12

Primo meeting del progetto europeo UZHELTH

Uzbekistan

Salute pubblica e sicurezza alimentare al centro del primo meeting di UZHELTH, il progetto europeo che coinvolge le istituzioni d'Istruzione superiore e iluzbekistan governo della Repubblica dell'Uzbekistan e che ha come coordinatore l'Università di Pisa. Dal 12 al 18 febbraio l'Ateneo pisano ospita una delegazione internazionale che sarà impegnata a discutere e a lavorare sui temi al centro del progetto nel corso della settimana. Al loro arrivo, gli ospiti sono stati accolti in rettorato da Alessandra Guidi, prorettore per l'Internazionalizzazione e docente coordinatrice di UZHELTH, e da Ann Katherine Isaacs, delegato del rettore per i Programmi europei.

Il progetto UZHELTH, che rientra nell'ambito del progetto europeo TEMPUS, mira a modernizzare e armonizzare gli standard attuali in termini di preparazione e organizzazione del personale coinvolto a tutti i livelli nei settori della salute pubblica, medicina, protezione ambientale e sicurezza dei cibi, nonché scienze veterinarie.

Tutto il personale coinvolto nei settori rilevanti per la salute pubblica, come conseguenza del progetto, dovrebbero poter incrementare la loro capacità di cooperare su una piattaforma comune per il raggiungimento di uno stato di well-being per l'intera popolazione della repubblica dell'Uzbekistan.

I partner uzbechi sono Andijan state medical Institute (ASMI); Bukhara state medical institute (BSMI); Bukhara state university (BSU); Karakalpak state university (KKSU); Samarkand agricultural Institute (SamAI); Samarkand state medical institute (SamMI); Tashkent state agrarian university (TSAU); Tashkent state agrarian university Nukus branch (NuTSAU); Tashkent medical academy (TMA); Tashkent Pediatric medical institute (TPMI); Ministry of Higher and secondary specialized education. I paartner europei sono la Ghent University; the Slovak University of Agriculture in Nitra, University of Porto.

Inoltre, nella riunione a Pisa, sono rappresentati i Ministeri dell'Agricoltura e delle risorse idriche e quello della Salute, che diventeranno partner ufficiali del progetto.

 

 




 

Giovedì, 13 Febbraio 2014 09:53

L'Ateneo in aiuto ai vigneti della Napa Valley

andrea_lucchiIn un'intervista comparsa recentemente su un giornale californiano, Dave Whitmer, capo storico dell'Agricoltura della Contea di Napa, ha ringraziato sentitamente Andrea Lucchi (foto), ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa, per l'aiuto fornito nella difesa dei vigneti di Napa e di altre 9 Contee della California dalle temibili infestazioni della tignoletta della vite, una piccola farfalla nota agli entomologi come Lobesia botrana. Su invito di Vic Mastro, direttore dell'USDA-APHIS, l'ente federale adibito alla salvaguardia dell'agricoltura e delle risorse naturali del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, Andrea è stato l'unico europeo a partecipare ai 5 incontri tenutisi negli USA fino ad oggi.

Tutto è cominciato nel settembre del 2009 quando in un vigneto della Napa Valley fu segnalata la presenza della tignoletta della vite, un lepidottero originario dell'area mediterranea, le cui larve aggrediscono i grappoli d'uva facendoli marcire e provocando ingenti danni economici. Già nel novembre dello stesso anno, l'USDA-APHIS dette vita ad un gruppo tecnico internazionale chiamando appunto Andrea Lucchi a farne parte. Le attività programmate per contrastare la diffusione della tignoletta non solo in California ma, se non efficacemente contrastata, in tutte le aree viticole degli USA, hanno portato a risultati eclatanti ed inattesi. Nella Napa, ad esempio, dai 99.266 insetti catturati nel 2010 si è passati ai soli 77 del 2012.

Lobesia adulto"Non possiamo ancora sapere se la tignoletta sarà completamente eradicata dalla Napa Valley e quindi dagli USA, tuttavia i risultati raggiunti lasciano ben sperare, visto che nel 2013 sono stati catturati solo 30 esemplari in tutta la California, a fronte di 50 mila trappole a feromoni installate per tutta la stagione", ha spiegato Andrea Lucchi che nel corso di questi anni si è sempre coordinato in Italia con Claudio Ioriatti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige in Trentino e con Bruno Bagnoli del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) di Firenze.

"Per raggiungere il traguardo attuale – ha concluso Andrea Lucchi – è stato fondamentale l'imponente finanziamento erogato dal governo centrale americano (circa 30 milioni di dollari), unito all'efficienza con la quale le agenzie federali e locali – sulle direttive del gruppo tecnico - hanno utilizzato i fondi disponibili per informare e formare i viticoltori e per motivare e coinvolgere le aziende viticole locali".

Ne hanno parlato:
CorriereFiorentino.it
Nazione.it
Viniesapori.it
Greenreport.it
NovedaFirenze.it
AgricolturaNews.it
Vitevinoquanlita.it
PisaInformaFlash.it
Lastanzadelvino.it
Controcampus.it
WineNews.it
GoNews.it
AgroNotizie.it
InToscana.it
Vinitaly.it

pup2"Anche i recenti dati Istat registrano una preoccupante diminuzione dei lettori in Italia, con il 57% della popolazione che non arriva a leggere nemmeno un libro all'anno. Per questo, è fondamentale concentrare l'attenzione sulle nuove generazioni, stimolando i bambini e gli adolescenti al piacere della lettura". Con queste parole, il presidente della Pisa University Press, Ada Carlesi, ha introdotto la cerimonia di consegna di 87 kit di libri ai dirigenti scolastici dell'area pisana, alla presenza dell'assessore per le Politiche socioeducative e scolastiche del Comune di Pisa, Marilù Chiofalo, di quello per le Politiche per l'istruzione e per l'edilizia scolastica di San Giuliano Terme, Fabiano Martinelli, e dell'amministratore delegato della casa editrice dell'Università, Riccardo Grasso.

La Pisa University Press, in collaborazione con il Comune di Pisa, ha scelto di distribuire 87 kit alle scuole dell'area pisana, attraverso una donazione di quasi novecento volumi che spaziano dalla Costituzione italiana ai monumenti, alle tradizioni e alle feste di Pisa, dalle regole per un corretto rapporto con il proprio cane all'arte e ai musei dell'Ateneo, e a tanti altri argomenti ancora. I kit sono andati a 53 scuole elementari, 20 medie e 13 superiori, oltre alla biblioteca dei Passi. Gli istituti interessati sono quelli Fibonacci, Fucini, Galilei, Gamerra, Pisano, Tongiorgi e Toniolo di Pisa, quello Alpi di Calci Vicopisano, Borsellino, De Andrè e Falcone di Cascina, Gereschi e Niccolini di San Giuliano e Settesoldi di Vecchiano.

Particolare attenzione è stata rivolta alla scelta della produzione editoriale proposta, con tre diverse tipologie di pubblicazioni che sono andate a comporre i kit dei volumi, differenziati per le scuole elementari, medie e superiori. Oltre ai volumi della casa editrice dell'Ateneo pisano sono stati inclusi alcuni titoli, anche in questo caso selezionati ad hoc, della storica Nistri Lischi il cui magazzino è ora di proprietà dell'Università di Pisa.

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa
Tirreno Pisa

NazionePisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it 

Mercoledì, 12 Febbraio 2014 11:54

Compensi ad assegnisti, borsisti e collaboratori

farmacia Da lunedì 10 febbraio è possibile provvedere al totale pagamento dei compensi ad assegnisti, borsisti e collaboratori riferiti alla rata del mese di gennaio 2014, grazie al superamento di alcune delle difficoltà collegate al non corretto funzionamento di specifiche funzioni del sistema informatico.

Per quanto concerne la rata di febbraio si evidenzia che gli uffici si stanno adoperando per limitare al massimo i tempi di pagamento collegati alla necessità di effettuare, in quella rata, anche il conguaglio fiscale relativo al 2013.

Al più tardi entro 10 giorni sarà quindi possibile effettuare anche questi pagamenti.

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