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Comunicati stampa

Radio FlagRadioeco, la radio degli studenti dell'Università di Pisa, attraverso il format Déjà la nuit ottiene un premio radiofonico internazionale.

Il social network RadioFlag, che riunisce e mette in comunicazione le maggiori college radio del mondo, ha insignito Déjà la nuit come "Best music show" all'interno dei "Radio Star Awards – Fall Edition 2013".

La piattaforma Radioflag, creata da studenti di Newport (California), permette a dj, speaker e ascoltatori di ogni angolo del globo di interagire in diretta, attraverso un sistema integrato di ascolto on-air delle singole stazioni e twitting (scrittura di brevi messaggi).

Ogni stagione RadioFlag premia le migliori emittenti, e anche i migliori artisti che sono stati segnalati dalle stazioni radiofoniche. Nel board dei giudici sono presenti professionisti del settore radiofonico, redattori di Radiostar Blog e i curatori di RadioFlag.
 

dejalanuitI format vincitori sono scelti in base all'abilità nel far crescere il loro pubblico, nel mantenere il contatto con ascoltatori, oltre all'attenzione per la qualità del suono e per la ricerca di nuova musica e di artisti emergenti, contribuendo così alla creazione di un format innovativo dai contenuti originali.

Il premio per la stagione autunno 2013 è stato assegnato a Déjà la nuit e a Radioeco, insieme a WBGU 88.1FM (Bowling Green, Ohio), CIUT 89 FM (Toronto, Canada), WXUT 88.3FM (Toledo, Ohio).

dejalanuit_giuliaflavioDéjà la nuit è un format musicale condotto da Giuseppe F. Pagano e Giulia Marchetti, una realtà consolidata nel palinsesto della radio d'ateneo di Pisa in quanto giunge quest'anno alla sua terza stagione di programmazione. La sua particolarità è di mettere insieme un sound notturno con una propensione alla ricerca sonora, saltando gli steccati di genere. Già nel 2013 un articolo sull'Huffington Post Italia l'aveva menzionato tra i migliori format presenti sulle web radio italiane. L'indirizzo musicale di Déjà la nuit rispecchia un'attenzione che l'intera emittente Radioeco coltiva sin dalla nascita nei confronti del mercato musicale emergente, così da favorire un ascolto consapevole e libero.

Per la radio dell'Università di Pisa il premio di RadioFlag costituisce un riconoscimento internazionale che s'inserisce in un percorso "globale" che da due edizioni trova compimento nella partecipazione di Radioeco al World Radio College Day, una staffetta radiofonica di 24 ore che nell'ultima edizione ha coinvolto ben 700 emittenti universitarie in 43 diversi paesi.

Link utili:
Pagina fan Radioeco: https://www.facebook.com/Radioeco
Pagina fan Déjà la nuit: https://www.facebook.com/DejaLaNuit
Link ai podcast di Déjà la nuit: http://radioeco.it/programmi-e-podcast/33/



 

Mercoledì, 22 Gennaio 2014 09:54

Mappatura del genoma del girasole

gruppo_ricerca_UNIPIUn team internazionale di ricercatori sta lavorando alla mappatura del genoma del girasole e uno dei contributi fondamentali per arrivare al traguardo è arrivato dall'Università di Pisa grazie a Lucia Natali, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali che ha coordinato il gruppo di genetica molecolare. Lo studio, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista internazionale "BMC Genomics", è stato condotto in collaborazione con i ricercatori dell'Università della British Columbia di Vancouver, della Università del Colorado e dell'Istituto di Genomica Applicata di Udine e ha permesso di produrre un database di sequenze ripetute (SUNREP) che sarà utilizzato per decifrare la sequenza del genoma di girasole, una volta che questa sarà completata dal consorzio internazionale guidato dal professore Loren Rieseberg della Università canadese della British Columbia.

"Il girasole ha un genoma molto grande, stimato in 3,3 miliardi di nucleotidi poco più grande di quello dell'uomo – ha spiegato Lucia Natali – e le nostre analisi, hanno dimostrato che oltre l'80% del genoma di questa specie (oltre 2,5 miliardi di nucleotidi) è costituito da decine di migliaia di copie di sequenze che hanno una origine comune ai retrovirus e che si sono accumulate nel corso dell'evoluzione".

Il sequenziamento dei genomi delle piante coltivate è importante perché consente di decifrare i meccanismi che ne regolano lo sviluppo e la produttività. Per il girasole, i tratti genetici più utili da decifrare sono il contenuto in olio del seme, i meccanismi che regolano la fioritura e la dormienza dei semi, la produzione di biomassa e la resistenza a malattie e a carenza idrica.

In particolare il gruppo pisano, che ha condotto lo studio nell'ambito di un progetto di ricerca di interesse nazionale finanziato dal MIUR e coordinato dalla stessa Lucia Natali, ha utilizzato delle tecniche innovative di sequenziamento di DNA e di RNA ad elevato parallelismo (Next Generation Sequencing) che permettono di ottenere rapidamente un altissimo numero di sequenze a costi relativamente bassi e offrono un mezzo estremamente potente per affrontare l'analisi dei genomi e del loro funzionamento.

Ne hanno parlato:
AdnKronos
Panorama.it
Tirreno.it
Focus.it
StampToscana.it
Agronotizie
VillaggioGlobale
QuotidianoLibero.it (AdnKronos)
YahooNotizie (AdnKronos)
PisaInformaFlash
PaginaQ.it
AgricolturaNews
AgricolturaOggi
ControCampus.it
PianetaUniversitario.it
Politicaecologia.it
GoNews.it
TeatroNaturale.it
GreenReport.it
TiscaliNotizie.it
WallStreetItalia

Martedì, 21 Gennaio 2014 08:56

Giornata della Memoria 2014

giorna_memoria__2014Il 22 gennaio l'Università di Pisa ha dato il via agli appuntamenti cittadini dedicati alla Giornata della Memoria con l'incontro "Figure della Memoria, Momenti della Storia" organizzato insieme al Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici (Cise). Oggi, in occasione della Giornata della Memoria, pubblichiamo un intervento della professoressa Maria Antonella Galanti, prorettore per i Rapporti con il Territorio dell'Ateneo, che è stata una delle promotrici dell'iniziativa del 22.

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Il 27 gennaio 1945 fu il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Le immagini dei pochi superstiti, dei luoghi e degli strumenti di tortura e di morte hanno fatto il giro del mondo e non ci sarebbe bisogno di celebrare una giornata della memoria per ricordarcele. Sono impresse nella nostra mente, sono parte integrante del nostro immaginario e ci hanno commosso o generato raccapriccio molte volte, nel corso del tempo, indelebili metafore di ogni insensatezza umana. Sono immagini terribili perché testimoniano l'esistenza, negli esseri umani, anche di una tensione a distruggere e a misurare il proprio valore in termini di rapporti di forza e di potere attraverso la sopraffazione ai danni di chi si trovi in condizione di maggiore fragilità sociale o debolezza contrattuale.

Non servirebbe a niente, perciò, questa giornata, se la intendessimo come una sorta di rituale risarcimento morale nei confronti degli ebrei e insieme a loro di tutte quelle comunità o insiemi di persone che sono state oggetto della violenza nazista, fino allo sterminio di massa: i dissidenti politici comunisti, socialisti e social-democratici, le persone omosessuali, i Rom, i malati psichici, i soggetti con disabilità e gli appartenenti, in generale, a religioni diverse da quella cattolica. Si tratta, invece, di conservare memoria e consapevolezza della storia che coinvolge noi tutti, cioè di ciò che è stato possibile accadesse in Europa, nello spazio nero delle dittature che collega i due profondi abissi delle guerre mondiali.

Memoria e oblio sono due esperienze strettamente intrecciate. È l'oblio che rende possibile la memoria come strumento vivo e attivo di lettura del presente e di progettualità rispetto al futuro. È l'oblio, cioè, che mettendo in ombra il resto permette di dirigere la luce sulla specifica esperienza che in una determinata circostanza si vuole rendere attuale. Non per farne testimonianza di un passato ibernato nella distanza storica, ma per rendere quel passato metafora viva del presente, capace di lasciare emergere il filo di paura e di speranza progettuale che lega l'ieri all'oggi ed entrambi al futuro.

I campi di concentramento possono apparire, a un primo sguardo, un'esperienza lontana nel tempo, ma altrettanto non si può dire, purtroppo, dell'idea che li sorreggeva e che rappresenta un pericolo sempre attuale. Un pericolo subdolo, strisciante, spesso invisibile: l'omologazione degli individui gli uni agli altri, l'eliminazione di ogni differenza così da rendere le persone passivo oggetto di controllo e di dominio. Oggi assistiamo, infatti, all'emergere di nuovi razzismi, non di rado suffragati da riedizioni di semplificanti riduzionismi di tipo biologico, mentre l'enfatizzazione della dimensione tecnica rischia di trasformarla in fine delle nostre scelte anziché in mezzo per migliorare la qualità delle relazioni umane e in generale della nostra vita.

Maria Antonella Galanti

Lunedì, 20 Gennaio 2014 15:14

Il Trattamento di Fine Servizio (TFS)

È la cosiddetta "indennità di buonuscita" e cioè una somma di denaro corrisposta una tantum (cioè una sola volta) al lavoratore quando cessa dal servizio, ed è erogata ai sensi del DPR 1032/73.

Chi ne ha diritto

Tutto il Personale docente e ricercatore di ruolo, e il personale tecnico amministrativo di ruolo assunto con contratto a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2000, a condizione che possano vantare almeno un anno di iscrizione al fondo di previdenza per i dipendenti civili e militari dello Stato gestito dall'Inpdap (Ex ENPAS) –oggi INPS GDP - al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Per il personale tec-amm di ruolo assunto con contratto a tempo indeterminato dopo il 31 dicembre 2000 trova applicazione, invece, la disciplina del trattamento di fine rapporto (vedi pagine TFR).

Come è determinato

L'importo è pari a tanti dodicesimi dell'80% dell'ultimo trattamento retributivo annuo comprensivo della 13^ mensilità, per quanti sono gli anni utili maturati fino alla data di cessazione. Si considera come anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi. Per anni utili si intendono i servizi resi con iscrizione al fondo di previdenza, quelli riscattati e quelli relativi ad anzianità di servizio convenzionali la cui copertura previdenziale è prevista da apposite disposizioni legislative.

Come si ottiene

La prestazione è liquidata d'ufficio, quindi non occorre fare domanda.
All'atto della cessazione dal servizio dell'iscritto, l'amministrazione di appartenenza invia alla sede Inps-Gestione dipendenti pubblici competente per territorio la documentazione di rito per la liquidazione.

TFS ai superstiti di iscritto

In caso di decesso dell'iscritto in attività di servizio, l'indennità maturata fino a quel momento spetta nell'ordine:

  • al coniuge superstite e agli orfani
  • ai genitori
  • a fratelli e sorelle, se a carico dell'iscritto
  • agli eredi testamentari
  • agli eredi legittimi

Ogni categoria esclude quella successiva.
Nel caso di decesso dopo il collocamento a riposo, la somma maturata a titolo di indennità di buonuscita entra a far parte dell'asse ereditario come ogni altro bene, e deve essere corrisposta agli eredi legittimi e/o testamentari secondo le norme che regolano la successione.

Tempi di liquidazione

A causa delle recenti modifiche nella normativa, i tempi di liquidazione del TFS possono variare molto da caso a caso. È quindi opportuno contattare l'Unità Posizione Previdenziale: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Info e contatti

Unità Posizione previdenziale
Orario: lun-mar-gio-ven ore 10,00 - 13,00
Lungarno Pacinotti 44 - 56126 Pisa
tel. 050/2212398 - Fax 050/2212168
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lunedì, 20 Gennaio 2014 09:53

Immatricolazioni in crescita di quasi il 4%

matricolandosiSono in crescita di quasi quattro punti percentuali le immatricolazioni ai corsi di laurea triennale e a ciclo unico dell'Università di Pisa. Secondo i dati elaborati dall'Ufficio programmazione, valutazione e statistica dell'Ateneo, i nuovi iscritti all'anno accademico 2013/2014 sono 8.199 contro i 7.915 registrati l'anno passato. La differenza è dunque di 284 immatricolati, pari a circa il 3,6%.

L'aumento di immatricolazioni riguarda diverse aree disciplinari e molti dipartimenti. In termini assoluti, i maggiori incrementi si registrano ai dipartimenti di Biologia, con 209 matricole in più rispetto allo scorso anno, di Filologia, letteratura e linguistica (+51) e di Civiltà e forme del sapere (+44) - a conferma dell'attrattività dei settori umanistici - oltre a quelli di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia e di Ingegneria dell'informazione (entrambi a +41).

In numeri assoluti, i dipartimenti con più immatricolati sono Economia e management con 1.094, Ingegneria civile e industriale (754), Civiltà e forme del sapere (691), Filologia, letteratura e linguistica (666) e Giurisprudenza (661).

I dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle lauree magistrali, ancora provvisori, registrano invece una crescita di oltre sette punti percentuali, passando dalle 2.308 dell'anno scorso alle 2.472 del 2013/2014 (+164 e 7,1%).

In termini assoluti, il maggiore aumento è nei tre dipartimenti dell'area ingegneristica, con 108 nuovi iscritti in più rispetto allo scorso anno, pari al 20,1%. Risultati significativi sono anche nei settori scientifici di base (Fisica, Matematica e Chimica) e di Scienze della terra, in quelli umanistici e medici.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it 
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it

Rappresentazione_cartografica_ottocentescaRealizzare entro il 2014 un archivio digitale storico-comparativo completo del patrimonio toponomastico della Toscana. E' questo l'obiettivo del progetto "Studio sincronico e diacronico della toponomastica toscana e creazione di un archivio digitale con applicativi GIS" a cui sta lavorando il Leonardo IRTA, l'Istituto di Ricerca sul Territorio e l'Ambiente di cui fa parte anche l'Università di Pisa. La ricerca, coordinata a livello tecnico e scientifico dalla professoressa Giuliana Biagioli, presidente del Leonardo-IRTA, insieme al professor Fabio Lucchesi dell'Università di Firenze, complessivamente riguarda un'estensione territoriale di 22.994 kmq, ed ha un corpus toponomastico pari a 205.625 toponimi georeferiti. Al termine del lavoro, l'archivio consentirà di arricchire il patrimonio toponomastico toscano di circa il 45% di elementi persi nel tempo.

"Per ora, le analisi fatte hanno prodotto una serie di risultati estremamente interessanti, in vari campi – commenta Giuliana Biagioli - Ne diamo solo qualche esempio. L'attuale Val di Bonea, nel territorio di Montescudaio, deve il suo nome ad un toponimo di origine longobarda che si riferiva ad un bosco in cui passava una 'strada romea': era una diramazione della via Francigena, mai scoperta prima. I vari toponimi "Diaccio" e derivati, presenti in molte parti della Toscana, permettono invece di ricostruire le varie direzioni dei percorsi della transumanza in Toscana; 'diaccio' infatti era il termine usato per le aree di sosta e riposo degli animali, che infatti dormivano 'all'addiaccio'. Nel comune di Vecchiano compare poi la 'via del Folle', attualmente interpretata come la via in cui ha abitato un pazzo; grazie alle carte catastali ottocentesche è stato invece possibile individuare in questa zona un follo, ovvero una gualchiera. Questa via, infatti, è ancora oggi costeggiata da un rio su cui si trovano i resti di un mulino".

Il progetto biennale "Studio sincronico e diacronico della toponomastica toscana e creazione di un archivio digitale con applicativi GIS", avviato nel gennaio 2013, rientra nell'ambito delle attività di ricerca promosse dal CIST e co-finanziate dal SITA (Servizio Informativo Territoriale ed Ambientale) della Regione Toscana. I risultati saranno pubblicati in un e-book che conterrà gli approfondimenti interdisciplinari dei toponimi nel tempo e nello spazio. Il team che attualmente lavora alla ricerca è composto da Francesca Del Maestro, Valbona Flora, Nicola Gabellieri, Francesco Ghizzani, Massimiliano Grava, Mariano Gesualdi, Silvia Marini, Alessandra Martinelli, Giulio Tarchi e Massimo Tofanelli. Collaborano infine alla ricerca anche il dottore Matteo Paolini e i professori Gabriella Garzella, Paolo Macchia, Matteo Massarelli, Cristiana Torti e Denise Ulivieri.

Ne hanno parlato:
LiberoQuotidiano (AdnKronos)
Tirreno.it
PaginaQ.it
GoNews.it
PisaInformaFlash.it
NovedaFirenze.it
PisaNews.net
PianetaUniversitario.it
ControCampus.it

Giovedì, 16 Gennaio 2014 09:33

Acquisto e prestito di libri

Il Centro Documentazione Servizi Amministrativi fornisce libri e periodici agli utenti dell'Amministrazione centrale.

Il Centro offre inoltre la possibilità di richiedere libri in prestito sia agli Uffici dell'Amministrazione centrale che agli esterni. Questi ultimi possono richiedere in prestito breve solo i libri con base CED, concordando un appuntamento.

Il Centro documentazione è a disposizione di tutti gli utenti per fornire consulenza su documenti di tipo giuridico-amministrativo attraverso la consultazione di gazzette ufficiali, riviste giuridiche specializzate e altro materiale.

Per conoscere nel dettaglio tutti i servizi e per fare richiesta:
http://www.sba.unipi.it/biblioteche/centro-documentazione 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mercoledì, 15 Gennaio 2014 10:09

Italiani primi in Europa per varietà genetica

sergio_tofanelliUno studio condotto da un consorzio di ricercatori degli atenei di Pisa, Bologna, Cagliari e Roma La Sapienza ha quantificato la diversità genetica degli Italiani. E' risultato che, in quanto a differenze tra comunità storicamente residenti, l'Italia è al primo posto in Europa. Solo per i caratteri trasmessi lungo la linea materna, cioè le variazioni del DNA mitocondriale, le distanze genetiche sono risultate fino a 30 volte superiori a quelle osservate tra coppie di popolazioni poste ai confini opposti del nostro continente, come Portoghesi e Ungheresi. Inoltre, le differenze più marcate non sono di tipo Nord-Sud, ma distribuite a mosaico lungo tutta la penisola e perfino nelle isole. La ricerca, pubblicata sul Journal of Anthropological Sciences, ha preso in considerazione 57 comunità, dalle popolazioni urbanizzate a gruppi isolati e ben caratterizzati dal punto di vista dell'identità culturale, come i Grecanici e gli Arbereshe nel meridione, i Ladini e i Cimbri nelle Alpi orientali.

E proprio per i risultati raggiunti, Sergio Tofanelli, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa e responsabile del team pisano, ha ricevuto un finanziamento dalla National Geographic Society per approfondire alcuni aspetti emersi nel corso dello studio. Grazie a questo contributo sarà possibile estendere l'analisi a pressoché tutte le varianti del genoma che conservano informazioni sulla storia del popolamento dell'Italia, in modo da stimare l'entità, i tempi e le modalità di diffusione di ciascuna componente.

"Alla diversità genetica italiana – ha spiegato Tofanelli – contribuiscono sia eredità di origine preistorica che flussi migratori di epoca storica, sia barriere culturali che geografiche, sia caratteri di origine centro-europea che mediterranea. L'italianità, da un punto di vista genetico, corrisponde a questo ricco mosaico, le cui tessere, collocate in tempi diversi sul territorio, si alternano ora con passaggi repentini di tonalità ora con sfumature più tenui".

Il contributo specifico dei ricercatori pisani è stato quello di indagare la diversità delle comunità appenniniche, in cui l'isolamento geografico si accompagna spesso all'uso di caratteri linguistici conservativi. Le peculiarità genetiche delle comunità insediate sull'appennino settentrionale e sulle Alpi Apuane, ad esempio, sono ricche di certe varianti del cromosoma Y la cui diffusione in Italia è riconducibile alla discesa dalle Alpi delle antiche tribù Liguri. L'ipotesi di una continuità tra il patrimonio genetico dei Ligures e quello delle attuali comunità non è stato confermato solo per l'area apuana ma anche per quelle comunità sannite dell'antico Ager Taurasinum dove, secondo gli storici latini, i Liguri Apuani sarebbero stati deportati in massa nel 180 a.C.

"Uno degli aspetti più innovativi dello studio – ha concluso Tofanelli - è che abbiamo cercato di applicare i principi dell'Open Science, cioè di rendere cittadini e alunni delle scuole parte attiva e consapevole, assegnando loro un ruolo importante nel reclutamento dei donatori e nella raccolta di informazioni storiche sulle proprie comunità".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno - Pisa

Nazione.it
Tirreno.it
NovedaFirenze.it
PisaInformaFlash.it
PisaToday.it
GoNews.it
Controcampus.it

Martedì, 14 Gennaio 2014 16:19

Primo incontro operativo sulla Sapienza

sapienza

Il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo comunica che, relativamente agli impegni assunti nella riunione del 20 dicembre 2013 alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray, e di quello dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, si è tenuto a Pisa un incontro operativo finalizzato a ripristinare i servizi della Biblioteca Universitaria di Pisa, dando inizio alle attività di consolidamento e di risanamento del Palazzo della Sapienza, così come risulta dall'approfondito studio realizzato dai tecnici dell'Università e del Ministero.

L'incontro, al quale hanno partecipato il Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia, il Direttore regionale Isabella Lapi, il Rettore Massimo Augello, il Responsabile dell'Ufficio protezione civile del Comune di Pisa, Luca Padroni, e rappresentanti e tecnici delle Amministrazioni coinvolte, è iniziato dopo un sopralluogo nel Palazzo della Sapienza e nella sede del San Matteo. Preliminarmente è stato definito che nell'ex convento del San Matteo si collocherà una definitiva sede distaccata della Biblioteca Universitaria, che ospiterà fondi omogenei selezionati dalla Direzione della Biblioteca, nella misura necessaria ad alleggerire i carichi della sede storica, secondo le prescrizioni dello studio tecnico. È stato inoltre definito che l'intero complesso del San Matteo sarà oggetto di riqualificazione e rilancio.

La prima fase delle attività consisterà nel trasferimento dal Palazzo della Sapienza alla sede del San Matteo dei volumi selezionati. Questa operazione precede l'intervento di redistribuzione dei libri all'interno della sede principale della Biblioteca nel Palazzo della Sapienza secondo un piano tecnico concordato con la soprintendenza e coerente con le prescrizioni tecniche. La sede di San Matteo potrà accogliere i volumi dalla seconda metà del mese di marzo prossimo. Conseguentemente nella sede principale della biblioteca si effettueranno gli interventi di miglioramento già individuati nello studio tecnico. È stato concordato anche lo sviluppo di un progetto complessivo di consolidamento, restauro e riqualificazione del Palazzo della Sapienza in piena sintonia e condivisione degli impegni e delle responsabilità fra le istituzioni.

Il progetto sarà elaborato nell'ambito di un più ampio accordo di collaborazione fra Ministero e Università per la valorizzazione dell'intero Palazzo - che tornerà ad ospitare le attività di Giurisprudenza e Scienze politiche - attraverso un percorso che individuerà le diverse azioni e le risorse economiche necessarie per la riapertura in sicurezza dell'edificio, sulla base di una nuova ordinanza del sindaco di Pisa.

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