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Comunicati stampa

nemanja webOn Friday 30 September the BRIGHT Night, the European Researchers’ Night project,will take place once again in Pisa with a number of organized events in the five Squares of Research, each dealing with a specific topic. Adults and children will have the opportunity to attend scientific experiments and demonstrations, participate in interactive workshops and attend talks on topics related to current events. Among the researchers from the University of Pisa animating the Squares, at 5.30 pm a special guest from the University of Belgrade, Nemanja Džuverović, will give a talk titled “The social impact of locally produced knowledge: The case of Balkan Peace Index” in Piazza dei Cavalieri, the square dedicated to the theme Public art, cultural memory and social change.

The University of Belgrade is one of the nine universities of the Circle U. network, the European University Alliance including the University of Pisa. The nine prestigious European universities share the mission of strengthening the links between teaching, research, innovation and society to face the great global current and future challenges, focusing on issues such as democracy, climate change and global health.

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The social impact of locally produced knowledge: The case of Balkan Peace Index
Abstract

We are living in a world where everything and everyone is constantly assessed and reassessed. This never ending competition is primarily done by creating various indexes that impose hierarchies, including also among states and societies. There are many problems with comparing countries in this way but the biggest one is that it is done by people (so called experts) who have never actually visited the countries they are ranking or have any in-depth knowledge about a particular country and its history. Starting from this, the Balkan Peace Index tries to produce a locally owned index about the region that is, in the European context, described exclusively in negative terms. By doing this, researchers from the Balkans aim to show how local knowledge can be used by EU decision makers in forming policies aimed towards this region, and to prove to the European public that the Balkans is more than a “powder keg”, as it is most often described. In the moment when the Cold War mentality is re-emerging in Europe, and countries are divided on “our” and “their” friends, this kind of nuanced understanding of different European regions seems even more important.

Uni.BelgradeNemanja Džuverović is a professor in Peace Studies at the University of Belgrade. His research areas include critical peacebuilding, political economy of liberal peacebuilding, international statebuilding in the Balkans, and sociology of International Relations. In 2020 he was Visiting Fulbright Scholar at Northwestern University. He has been visiting researcher at the University of Manchester, the University of Uppsala, the University of Bradford and the University of Granada. Nemanja has also been a visiting professor at several universities, including University of Bologna, University of Granada, Masaryk University, University of Zagreb, and University of Warsaw. He is co-editor of the Journal of Regional Security and program director of MA Peace, Security and Development. He is also Academic Chair (Knowledge Hub on Democracy) in the Circle U.

 

Un falcetto per tagliare il grano proveniente da La Marmotta, un sito sommerso nel lago Bracciano, testimonia il probabile uso di piante con effetti stupefacenti già in epoca preistorica. La notizia arriva da uno studio pubblicato su Scientific Reports e grazie ad un progetto diretto da ricercatori dell’Università di Pisa, del Museo delle Civiltà di Roma e della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma.

L’analisi ha riguardato tre falcetti eccezionalmente conservati e completi di denti in selce e di mastice utilizzato per fissare le lame. Dall’esame è risultato che i manici erano fatti in legno di quercia e di una pianta della famiglia Maloideae (probabilmente un albero da frutto), mentre per il mastice è stata usata resina di pino mescolata con polvere di carbone. Lo studio delle usure presenti sui denti in selce ha poi confermato che gli strumenti furono principalmente usati per tagliare grano domestico, probabilmente raso suolo, per poter raccogliere l’interezza della paglia.

Ma la sorpresa è stata che inglobato nel mastice di uno dei falcetti è stato trovato il polline di una pianta del genere Oenanthe. “Si tratta di specie acquatiche che hanno la particolarità di contenere sostanze neurotossiche, simili alla cicutossina della Cicuta virosa. Queste piante, a lungo utilizzate a scopo medicinale in Asia, se consumate fresche ed in piccole quantità, possono produrre uno stato mentale simile all'ubriachezza, ma anche provocare nausea, vomito e convulsioni” afferma Daniele Arobba, palinologo del Museo Archeologico del Finale che ha collaborato nel progetto.

“Sebbene sia possibile che il polline possa essersi infiltrato successivamente all’abbandono dei manufatti nelle acque del lago è possibile pensare che i falcetti, o almeno uno dei essi, oltre a tagliare i cereali, fosse utilizzato per raccogliere occasionalmente altre piante per uso medico-terapeutico o stupefacente”, spiega Niccolò Mazzucco ricercatore Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, rientrato in Italia dopo oltre dieci anni all’estero grazie al programma ‘Rita Levi Montalcini’ del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.


“Non dimentichiamo del resto – continua Mazzucco - che in questo stesso sito sono state trovate le capsule d’oppio domestico più antiche d’Europa”.
Il villaggio sommerso La Marmotta continua così ad arricchire con nuovi particolari il racconto dell’arrivo delle prime popolazioni di agricoltori e pastori in Italia ed in Europa, circa 7500 anni fa. Grazie all’eccezionale conservazione dei manufatti e, soprattutto, dei reperti organici, il sito contiene infatti reperti molto rari, tra cui cinque piroghe in legno, resti di cibo, frammenti di cesti, intrecci in fibre vegetali e strumenti lignei di natura diversa. Tra questi, ben 52 falcetti in legno, tra i più antichi ed i meglio conservati d’Europa. Si tratta dei primi strumenti utilizzati per la raccolta dei cereali in Italia e di cui grazie a questo studio si conoscono adesso più in dettaglio fattura ed uso.

 

 

Un falcetto per tagliare il grano proveniente da La Marmotta, un sito sommerso nel lago Bracciano, testimonia il probabile uso di piante con effetti stupefacenti già in epoca preistorica. La notizia arriva da uno studio pubblicato su Scientific Reports e grazie ad un progetto diretto da ricercatori dell’Università di Pisa, del Museo delle Civiltà di Roma e della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma.

L’analisi ha riguardato tre falcetti eccezionalmente conservati e completi di denti in selce e di mastice utilizzato per fissare le lame. Dall’esame è risultato che i manici erano fatti in legno di quercia e di una pianta della famiglia Maloideae (probabilmente un albero da frutto), mentre per il mastice è stata usata resina di pino mescolata con polvere di carbone. Lo studio delle usure presenti sui denti in selce ha poi confermato che gli strumenti furono principalmente usati per tagliare grano domestico, probabilmente raso suolo, per poter raccogliere l’interezza della paglia.

 

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I tre falcetti studiati

 

Ma la sorpresa è stata che inglobato nel mastice di uno dei falcetti è stato trovato il polline di una pianta del genere Oenanthe. “Si tratta di specie acquatiche che hanno la particolarità di contenere sostanze neurotossiche, simili alla cicutossina della Cicuta virosa. Queste piante, a lungo utilizzate a scopo medicinale in Asia, se consumate fresche ed in piccole quantità, possono produrre uno stato mentale simile all'ubriachezza, ma anche provocare nausea, vomito e convulsioni” afferma Daniele Arobba, palinologo del Museo Archeologico del Finale che ha collaborato nel progetto.

Ricostruzione sperimentale di uno dei falcetti in studio, usato per tagliare grano ‘antico’.png

Ricostruzione sperimentale di uno dei falcetti in studio, usato per tagliare grano ‘antico’

“Sebbene sia possibile che il polline possa essersi infiltrato successivamente all’abbandono dei manufatti nelle acque del lago è possibile pensare che i falcetti, o almeno uno dei essi, oltre a tagliare i cereali, fosse utilizzato per raccogliere occasionalmente altre piante per uso medico-terapeutico o stupefacente”, spiega Niccolò Mazzucco ricercatore Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, rientrato in Italia dopo oltre dieci anni all’estero grazie al programma ‘Rita Levi Montalcini’ del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

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Gli scavi nel sito

“Non dimentichiamo del resto – continua Mazzucco - che in questo stesso sito sono state trovate le capsule d’oppio domestico più antiche d’Europa”.
Il villaggio sommerso La Marmotta continua così ad arricchire con nuovi particolari il racconto dell’arrivo delle prime popolazioni di agricoltori e pastori in Italia ed in Europa, circa 7500 anni fa. Grazie all’eccezionale conservazione dei manufatti e, soprattutto, dei reperti organici, il sito contiene infatti reperti molto rari, tra cui cinque piroghe in legno, resti di cibo, frammenti di cesti, intrecci in fibre vegetali e strumenti lignei di natura diversa. Tra questi, ben 52 falcetti in legno, tra i più antichi ed i meglio conservati d’Europa. Si tratta dei primi strumenti utilizzati per la raccolta dei cereali in Italia e di cui grazie a questo studio si conoscono adesso più in dettaglio fattura ed uso.

 

 

Si avvia alla conclusione la prima edizione del corso Master a distanza in “Sviluppo sostenibile e cambiamento climatico” dell’Università di Pisa. Oltre 110 i docenti impegnati, la maggior parte proveniente da dodici Dipartimenti dell'Università di Pisa, ma non sono mancate qualificate testimonianze aziendali e istituzionali, anche di respiro internazionale, così come lezioni tenute da accademici provenienti da altri atenei. Tra i vari soggetti che hanno patrocinato l'iniziativa, il Ministero della transizione ecologica, diversi ordini professionali e vari partner del mondo del lavoro e delle istituzioni che hanno offerto ospitalità per stage, docenza e borse di studio.

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Gli allievi impegnati nell’hackathon sull’economia circolare applicata ai rifiuti urbani

L’intero corso si è svolto a distanza con la formula “weekend”, nelle giornate di venerdì e sabato mattina. Gli iscritti sono stati oltre 40, in possesso di lauree di II livello in discipline tecnico-scientifiche e umanistiche, a conferma della trasversalità dei temi trattati, che sono stati affrontati secondo chiavi di lettura ambientali, economiche e sociali.

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Un gruppo di allievi in visita all’impianto REVET di Pontedera per il recupero dei rifiuti

Su richiesta dei partecipanti, l'esperienza si è conclusa con un momento formativo in presenza il 23 settembre, in cui si è approfondito un percorso iniziato mesi prima, a distanza, finalizzato a esplorare il mondo dei rifiuti solidi urbani, analizzato nell’ottica dell’economia circolare. I partecipanti si sono organizzati in quattro gruppi di lavoro, dedicati rispettivamente alla comunicazione, alle proposte per la riduzione dei rifiuti, alla loro valorizzazione come “materia prima seconda” e all’ecodesign della città del futuro.

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Si conclude con il taglio della torta l’evento conclusivo del Master del 23 settembre 

Dopo una visita tecnica all’impianto REVET di Pontedera, specializzato nella selezione e nel riciclo delle plastiche, il pomeriggio è stato dedicato all’hackathon, una mini-maratona tecnico-scientifica centrata sulla presentazione dei risultati dei gruppi di lavoro e l’impostazione di un position paper, poi illustrato alla cittadinanza e discusso nel corso di una conferenza aperta e trasmessa in streaming. Ha concluso la giornata una informale apericena nel parco del Dipartimento di Scienze Agrarie, alla quale hanno partecipato le autorità accademiche. Il giorno successivo è stato dedicato a una visita guidata alla Tenuta di San Rossore. I partecipanti di questa edizione avranno il ruolo di testimonial per gli incontri di orientamento per la seconda edizione del Master.

Il 29 e 30 settembre nella nuova cornice dell’Ippodromo di San Rossore torna a Pisa il salone dello studente Campus Orienta. Per due giorni dalle 9 alle 13,30 una tensostruttura di circa 10mila metri quadrati accoglierà migliaia di ragazze e ragazze delle ultime classi delle scuole superiori provenienti da tutta la Toscana per aiutarli a decidere il percorso da intraprendere dopo il diploma.

L’Università di Pisa, che ha dato anche il patrocinio all’evento, è protagonista con tutti i dipartimenti e le aree formative, lo sportello di orientamento e sostegno e la direzione didattica e servizi. Fra le attività previste ci sono presentazioni non-stop sulle modalità di accesso ai corsi di laurea, simulazione dei test di ammissione, seminari di orientamento su temi quali la gestione dell’ansia e la motivazione nello studio, e la presentazione dei servizi offerti dall’Ateneo.

L’ateneo, insieme alla Scuola Normale Superiore, alla Scuola Superiore Sant’Anna, all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio e al Comune di Pisa darà vita ad uno spazio dedicato a Vivere e Studiare a Pisa dove studentesse e studenti delle scuole superiori potranno entrare in contatto con l’intero Sistema Universitario Pisano e con i servizi offerti dalla città e dal Diritto allo Studio per accogliere le future matricole da tutta Italia.
Sarà possibile seguire il Salone anche in streaming, per partecipare sia in presenza che on line è necessaria l’iscrizione al sito https://www.salonedellostudente.it/

Il 29 e 30 settembre nella nuova cornice dell’Ippodromo di San Rossore torna a Pisa il salone dello studente Campus Orienta. Per due giorni dalle 9 alle 13,30 una tensostruttura di circa 10mila metri quadrati accoglierà migliaia di ragazze e ragazze delle ultime classi delle scuole superiori provenienti da tutta la Toscana per aiutarli a decidere il percorso da intraprendere dopo il diploma.

L’Università di Pisa, che ha dato anche il patrocinio all’evento, è protagonista con tutti i dipartimenti e le aree formative, lo sportello di orientamento e sostegno e la direzione didattica e servizi. Fra le attività previste ci sono presentazioni non-stop sulle modalità di accesso ai corsi di laurea, simulazione dei test di ammissione, seminari di orientamento su temi quali la gestione dell’ansia e la motivazione nello studio, e la presentazione dei servizi offerti dall’Ateneo.

 

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La tensostruttura a San Rossore

L’ateneo, insieme alla Scuola Normale Superiore, alla Scuola Superiore Sant’Anna, all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio e al Comune di Pisa darà vita ad uno spazio dedicato a Vivere e Studiare a Pisa dove studentesse e studenti delle scuole superiori potranno entrare in contatto con l’intero Sistema Universitario Pisano e con i servizi offerti dalla città e dal Diritto allo Studio per accogliere le future matricole da tutta Italia.
Sarà possibile seguire il Salone anche in streaming, per partecipare sia in presenza che on line è necessaria l’iscrizione al sito https://www.salonedellostudente.it/

nemanja webVenerdì 30 settembre torna a Pisa la BRIGHT Night, la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, con un programma di eventi distribuiti nelle cinque Piazze della Ricerca, ognuna dedicata a un macrotema. Il pubblico di adulti e bambini potrà assistere a esperimenti e dimostrazioni scientifiche, partecipare a laboratori interattivi e assistere a talk su argomenti legati all’attualità.

Tra i ricercatori e le ricercatrici dell’Università di Pisa che animeranno le Piazze ci sarà anche un ospite speciale dall’Università di Belgrado, Nemanja Džuverović, che alle 17.30 terrà un talk dal titolo “The social impact of locally produced knowledge: The case of Balkan Peace Index” in Piazza dei Cavalieri, la piazza dedicata al tema Arte pubblica, memoria culturale e cambiamento sociale.

L’Università di Belgrado è uno dei nove atenei che compone la rete di Circle U., l’Alleanza Universitaria Europea di cui fa parte anche l’Università di Pisa. Le nove prestigiose università europee condividono la missione di rafforzare i legami tra insegnamento, ricerca, innovazione e società per rispondere alle grandi sfide globali di oggi e di domani, concentrandosi sulle tematiche della democrazia, del cambiamento climatico e della salute globale.

Circle U logo FINAL RGBNel suo intervento, Nemanja Džuverović parlerà del Peace Index dedicato ai Paesi dei Balcani, una regione che, nel contesto europeo, viene descritta esclusivamente in termini negativi. I Peace Index classificano gli stati e le regioni in base a fattori che ne determinino lo stato di pacificità, o meglio l’attitudine di un determinato paese a essere considerato pacifico, ma spesso vengono redatti da esperti che non hanno mai effettivamente visitato i luoghi citati o che hanno una conoscenza non approfondita di quel determinato paese e della sua storia. Con il loro Balkan Peace Index, i ricercatori dei Balcani mirano a dimostrare come le conoscenze locali possano essere utilizzate dai decision makers dell’UE nella pianificazione di politiche rivolte a questa regione e a dimostrare al pubblico europeo che i Balcani non sono una mera “polveriera” di conflitti. In un momento storico in cui la mentalità della Guerra Fredda sta riemergendo in Europa, una comprensione più dettagliata delle diverse regioni europee sembra ancora più importante.

Uni.BelgradeNemanja Džuverović è professore di Peace Studies all’Università di Belgrado. Le sue aree di ricerca includono la costruzione critica della pace, l'economia politica della costruzione della pace liberale, la costruzione dello stato internazionale nei Balcani e la sociologia delle relazioni internazionali. Nel 2020 è stato Visiting Fulbright Scholar presso la Northwestern University. È stato Visiting Researcher presso l'Università di Manchester, l'Università di Uppsala, l'Università di Bradford e l'Università di Granada. Nemanja Džuverović è stato anche Visiting Professor in diverse università, tra cui l’Università di Bologna, l’Università di Granada, l’Università Masaryk, l’Università di Zagabria e l'Università di Varsavia. È co-editore del Journal of Regional Security e direttore del programma di MA Peace, Security and Development. È anche Academic Chair del Knowledge Hub on Democracy in Circle U.

Abbonamenti urbani dell’autobus a tariffe agevolate per gli studenti iscritti all’Università di Pisa. E’ quanto prevede lo schema di convenzione tra Comune di Pisa, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, Università di Pisa ed Autolinee Toscane Spa, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo il 23 settembre scorso dopo l'approvazione avvenuta in Giunta comunale. Le nuove tariffe saranno operative dopo la firma dell’accordo da parte di tutti gli enti e trascorsi i tempi tecnici necessari per l’attivazione del servizio informatico di acquisto degli abbonamenti. La convenzione avrà validità fino al 31 luglio 2023 con possibilità di rinnovo per il successivo anno accademico.

L’abbonamento mensile ordinario per la tratta urbana ha un costo di 35 euro. La convenzione prevede per gli studenti un prezzo di acquisto agevolato di 16 euro per chi ha un ISEE TPL inferiore ai 36.151,28 euro (link della Regione Toscana per ottenere l’agevolazione), sempre di 16 euro per gli studenti residenti fuori Toscana, con un Isee Universitario (ISEEU) inferiore alla soglia di 36.001, e di 22 euro per gli altri studenti.

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Per godere dell’agevolazione ciascun studente dovrà accedere al sito internet www-at-bus.it e registrarsi nella sezione “Acquista” richiedendo l’agevolazione “Studente”. Gli Studenti in possesso di reddito familiare ISEE inferiore ad 36.151,98 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente ISEE” caricando il proprio tagliando ISEE TPL. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. Gli Studenti residenti fuori Regione Toscana, in possesso di ISEE Universitario inferiore a 36.001 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente residente fuori Toscana ISEEU”. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. L’Università di Pisa invierà ad Autolinee Toscane Spa gli elenchi aggiornati di tutti gli aventi diritto all’acquisto dell’abbonamento ridotto e di tutti gli studenti residenti fuori toscana con ISEEU inferiore alla soglia minima per l’ulteriore agevolazione.

A fronte dell’agevolazione tariffaria, il Comune di Pisa, l’Università di Pisa e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario corrisponderanno ad Autolinee Toscana Spa, a titolo di mancati ricavi, per ciascun abbonamento acquistato dagli studenti, la differenza fra il valore nominale dell’abbonamento mensile (ordinario/ISEEU 35 euro o ISEE 28 euro) e il prezzo pagato dagli studenti, fino ad un massimo di 146.300 euro.

Mensilmente Autolinee Toscane Spa riepilogherà il totale dei titoli venduti, emettendo fattura nei confronti dei tre Enti sulla base del numero di abbonamenti acquistati dagli studenti e addebitando ad ognuno il mancato ricavo con la seguente proporzione: Università di Pisa 42,5%; Azienda Regionale per il Diritto allo Studio 42,5%; Comune di Pisa 15%.

La storia vista attraverso un personaggio carico, ancora oggi, in particolare per i giovani, di significato come Giacomo Matteotti. I temi della pace, occasione anche per ‘celebrare’ i 20 anni del Centro interdisciplinare di Scienze della Pace dell’Università di Pisa.

Il Pisa Book Festival, rassegna che festeggia anch’essa la ventesima edizione, ospiterà due conversazioni ‘firmate’ Pisa University Press.

Giovedì 29 settembre, alle 17, al Museo delle Navi Antiche-Book Club, in occasione dell’incontro Matteotti si racconta. La famiglia, gli studi, la politica sarà presentata l’opera in 5 tomi (disponibili in forma gratuita in modalità Open Access al link) frutto del progetto L’idea che non muore: Giacomo Matteotti realizzato dall’Università di Pisa all’interno del Bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede la realizzazione di iniziative didattiche e formative sviluppate anche attraverso linguaggi creativi (incluse le nuove tecnologie) per l’approfondimento e la divulgazione della figura, dell’opera e degli scritti di Giacomo Matteotti.

L'incontro, alla presenza dei curatori del cofanetto Stefano Caretti e Jaka Makuc, sarà preceduto dai saluti di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, e Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale della Toscana.

Modera la giornalista Gianna Fregonara.

Il libro “Matteotti si racconta. La vita, gli studi, la politica”

Un viaggio alla scoperta delle principali tappe del percorso umano e intellettuale del deputato socialista, visto non più solo come vittima e martire del Fascismo. Un viaggio che si compie attraverso la voce stessa di Matteotti, in un continuo scambio tra il Giacomo intimo (compresi gli scambi con l’amatissima moglie Velia Titta o con l’amico Filippo Turati) e i temi dell’azione politica. Ogni volume tematico è, infatti, una raccolta di testi matteottiani, contestualizzati e selezionati.

Stefano Caretti, ordinario di Storia contemporanea ed autore di numerosi saggi sulla storia del socialismo, ha pubblicato le Opere di Giacomo Matteotti in 13 volumi (Pisa, Nistri-Lischi e poi Pisa University Press, 1983-2020). È presidente del Centro studi e documentazione "Sandro Pertini".

Jaka Macuk, dottorando all’Università di Bologna, ha compiuto i suoi studi in Italia e all’estero su temi di filosofia teoretica e di filosofia della storia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Si è interessato alla figura di Giacomo Matteotti attraverso articoli, convegni e conferenze in vari Istituti scolastici.

Venerdì 30 settembre, alle 16, al Museo delle Navi Antiche – Book Club, si svolgerà il secondo incontro: “No bomba. Facciamo la pace”. Una conversazione con i professori Enza Pellecchia e Pierluigi Consorti per ripercorrere, collegandosi al contesto internazionale attuale, i primi vent’anni del Centro Interdisciplinare ‘Scienze per la Pace’ di Pisa (1998-2021), al centro anche del volume appena uscito per Pisa University Press intitolato “Università e Pace” (a cura di Filippo Espinoza). Modera l’incontro il giornalista Francesco Paletti.

È la storia di un progetto pionieristico: a metà degli anni Novanta un gruppo di docenti dell’Università di Pisa ha iniziato a interrogarsi sul contributo che le discipline accademiche possono dare alla costruzione della “pace positiva”, mettendo a frutto le riflessioni sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti proprie dei Peace Studies anglosassoni. Così è nato il Cisp, contaminazione virtuosa da cui sono nati prima i Corsi di laurea in Scienze per la pace, poi la Rete delle Università italiane per la Pace.

Pierluigi Consorti, direttore del Centro di ateneo “Scienze per la pace”, insegna Diritto ecclesiastico, Diritto interculturale e Diritto comparato delle religioni nel Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa. Ha diretto il Master universitario in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” ed ora dirige il Master interuniversitario in “Gestione dei conflitti e mediazione”.

Enza Pellecchia è Professore Ordinario di Diritto Privato del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Dirige il CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace dell’Università di Pisa. Si occupa di diritti della persona, di soggetti deboli e di disarmo.

 

Info : https://www.pisauniversitypress.it/

 

 

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