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Comunicati stampa

La professoressa Monica Bini del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa è stata intervistata dalla rivista Nature come geoarcheologa che studia i rapporti tra popolamento e clima . Monica Bini è intervenuta a partire da una ricerca pubblicata sulla rivista “Climate of the Past” frutto di un workshop internazionale che si è svolto a Pisa nel 2019. Focus dell’articolo di Nature è il cambiamento climatico avvenuto 4200 anni fa e il suo influsso sulle civiltà dell’epoca.

“La siccità che ha colpito l’emisfero Nord e il Mediterraneo 4200 anni fa è l’archetipo dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle società complesse – spiega Monica Bini - Ci sono evidenze che questo evento possa avere una distribuzione globale e si assiste ad esempio al “collasso” alcuni imperi in Mesopotamia”.

Tuttavia, l’impatto, la durata e le caratteristiche di questo evento climatico sono controversi e l’approfondimento della rivista “Nature” è proprio su questo tema.

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“Nonostante le incertezze cronologiche, i dati che abbiamo analizzato ricostruiscono un clima caratterizzato da inverni asciutti ed estati secche – conclude Bini - e tuttavia le eccezioni a questo andamento ci indicano che i modelli climatici che considerano il Mediterraneo in maniera univoca non siano del tutto corretti, il che costituisce un’indicazione molto importante per definire gli scenari attuali”.

1962-2022. Compiono sessant’anni le Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa, uno dei gioielli del Sistema Museale d’Ateneo (SMA), ancora poco conosciuto dal grande pubblico, seppur molto amato da studiosi e appassionati di archeologia e storia dell’antico Egitto, che qui possono ammirare reperti di raro valore scientifico.

Un compleanno importante, che l’Ateneo ha “festeggiato” sabato 19 febbraio con un incontro nell’Aula Magna Nuova del Palazzo della Sapienza, durante il quale sono stati presentati il nuovo allestimento del museo e la mostra “Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni”, caratterizzata dalla presenza di tre preziosi reperti dalla raccolta dell’Opera della Primaziale Pisana, a suggello di una importante collaborazione tra le due istituzioni.

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Gianluca De Felice, Salvatore Settis, Marilina Betrò, Flora Silvano, Chiara Bodei, Paolo Mancarella e Pierpaolo Magnani

Ideata a un anno dalla scomparsa di Edda Bresciani, egittologa di fama mondiale, alla quale le Collezioni sono intitolate, la mostra offre l’occasione unica di ammirare una scelta dei piccoli, grandi capolavori donati all’Opera della Primaziale Pisana da Gaetano Rosellini nel 1830, al rientro dalla celebre “Spedizione Franco-Toscana in Egitto e in Nubia” (1828-1829), guidata dal nipote Ippolito Rosellini insieme a J.F. Champollion, e alla quale Gaetano aveva partecipato in qualità di ingegnere e architetto. L’accostamento inedito tra questi reperti e quelli della Collezione Picozzi, donazione fatta all’Università di Pisa nel 1962 dagli eredi di Gaetano Rosellini, ed esposta alle Collezioni Egittologiche, permette dunque di riavvicinare parti di un patrimonio storico a lungo separate.

Grazie ai lavori che hanno interessato le sale del piccolo museo, inoltre, nuovi colori, una nuova illuminazione e nuove soluzioni espositive sottolineeranno al meglio la presenza dei tre reperti provenienti dalla raccolta dell’Opera della Primaziale Pisana.

Il colore guida del nuovo allestimento è il “carta da zucchero”, varietà di azzurro che richiama alcune delle tonalità presenti negli affreschi del Palazzo Mazzarosa, attuale sede delle Collezioni.

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Il taglio del nastro

«Basta una visita per capire come le Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani” siano una delle importanti risorse scientifiche e culturali del nostro territorio e per questo da valorizzare anche dal punto di vista turistico – ha commentato il Rettore dell’Università, Paolo Mancarella – Si tratta di una delle tante piccole eccellenze nascoste della nostra città che ci ricorda, peraltro, il primato del nostro Ateneo e di Pisa nel campo dell’egittologia. Non bisogna dimenticare, infatti, che noi abbiamo ospitato il primo corso in Italia di questa disciplina, a partire dall’autunno 1825, e che a tenerlo fu proprio Ippolito Rosellini, padre dell’egittologia italiana. Molti dei reperti oggi custoditi a Palazzo Mazzarosa sono dovuti alla generosità dei discendenti di Gaetano Rosellini».

«Dopo un breve periodo di chiusura le Collezioni Egittologiche riaprono ora con un allestimento completamente rinnovato, pensato per valorizzare al meglio gli importantissimi reperti qui custoditi – ha commentato Chiara Bodei, presidente del Sistema Museale di Ateneo – Si tratta di un riallestimento che rientra in una più ampia opera di sistemazione delle realtà che compongono il nostro Sistema Museale. Oltre a essere il frutto di un bellissimo lavoro di squadra che ha coinvolto i vari settori dell’Ateneo a supporto della ditta allestitrice (ACME04) e del team del museo e dello SMA. Per il prestito che ha reso possibile la mostra devo ringraziare l’Opera della Primaziale Pisana, il professor Salvatore Settis, la Soprintendenza, così come il tavolo dei Musei voluto dal Comune di Pisa e seguito dall’Assessore Magnani. La mostra offre un’opportunità unica per vedere alcuni dei reperti dell’Opera della Primaziale, accanto a quelli già presenti alle Collezioni Egittologiche. Un modo per riflettere sul passaggio in Toscana delle grandi collezioni egizie dell’Ottocento».

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«Siamo felici di questa collaborazione tra Opera della Primaziale e Università di Pisa. Collaborare per mostrare le nostre collezioni a un pubblico che speriamo possa essere sempre più ampio è motivo di orgoglio e soddisfazione» ha detto il Segretario Generale dell’OPA, dottor Gianluca De Felice, a nome del presidente Pierfrancesco Pacini.

L’Assessore alla Cultura Pierpaolo Magnani ha quindi aggiunto che «come Comune di Pisa siamo orgogliosi di aver favorito i contatti e le collaborazioni tra le principali istituzioni della città, grazie al protocollo d’intesa PPM - Pisa Percorsi Museali e al tavolo che regolarmente si riunisce per condividere informazioni e creare sinergie».

Come sottolineato dalla Direttrice delle Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani”, la professoressa Flora Silvano: «La mostra “Dall'Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni” mette in luce la presenza di numerose antichità egizie nella città di Pisa, concentrate nei due poli museali dell'Opera della Primaziale Pisana e delle Collezioni Egittologiche "Edda Bresciani" di Ateneo». Le ha fatto eco Marilina Betrò, professoressa all’Università di Pisa e presidente del corso di laurea magistrale in Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente: «Trovo importantissimo che con il nuovo allestimento si facciano dialogare gli oggetti di collezioni diverse. Creare reti, sottolineare i nessi è il modo migliore per rendere vivi i musei e la cultura».

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I reperti prestati dall'Opera Primaziale in occasione della mostra

E se il legame tra collezioni egittologiche e università è particolarmente stretto a Pisa per una tradizione che risale a Ippolito Rosellini e che in anni più recenti ha annoverato nomi come Sergio Donadoni ed Edda Bresciani, «sarà naturalmente essenziale, qui come in altri ambiti, sottolineare efficacemente il nesso tra musei di Ateneo e viva attività di ricerca», ricorda Salvatore Settis, accademico dei Lincei e professore emerito della Scuola Normale Superiore, a capo del gruppo di studiosi che lavorano alla nuova sistemazione delle antichità del Camposanto Monumentale di Pisa.

Le Collezioni Egittologiche si trovano al primo piano del Palazzo Mazzarosa, situato in via San Frediano 12, a due passi da piazza dei Cavalieri. È necessario suonare il campanello al lato del portone. Ulteriori informazioni si trovano sul sito: https://www.egitto.sma.unipi.it/

Il ruolo della ricerca per comprendere l’evoluzione del sistema corruttivo: giovedì 17 e venerdì 18 febbraio l’Università di Pisa organizza il convegno “Tangentopoli 30 anni dopo”, due giornate di studio ospitate nell’Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza e trasmesse in streaming per il pubblico più ampio, che vedranno gli interventi di ricercatori, magistrati, giornalisti e dei protagonisti di quegli anni che hanno segnato la storia dell’Italia. L’apertura dei lavori è prevista alle ore 9.30 con i saluti del rettore Paolo Mancarella e del direttore del Dipartimento di Scienze politiche Carmelo Calabrò, con a seguire l’intervento introduttivo del professor Alberto Vannucci dal titolo “Mani Pulite trent'anni dopo. La corruzione sistemica ieri e oggi”. Alle 10.30 è prevista la tavola rotonda con Luigi Ciotti, presidente associazione Libera, Nando Dalla Chiesa, Università Statale di Milano, Piercamillo Davigo, magistrato, Gian Antonio Stella, giornalista, dal titolo “Le voci dei protagonisti dell’epoca: come rileggere il percorso fatto e il rinnovamento del sistema corruttivo”.

Il convegno proseguirà nel pomeriggio del 17 e nella giornata del 18 febbraio con panel e tavole rotonde che indagheranno vari aspetti del fenomeno della corruzione: come sia evoluta e abbia modificato il proprio impatto sul tessuto economico e sociale, quali sono i suoi elementi di continuità e quali le innovazioni, come la politica abbia deciso di utilizzare il tema della lotta alla corruzione e qual è stato il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa. Il programma completo è disponibile online a questo link.

Il convegno si pone come momento di ricerca e formazione, aperto alla comunità scientifica e alla cittadinanza, in continuità con altri percorsi attivati dal Dipartimento di Scienze Politiche sul tema, quali il progetto di ricerca Politicanti (The Politicisation of Corruption and Anticorruption strategies in Italy) e il master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, giunto alla XII edizione.

All'iniziativa aderiscono le università di Roma (Sapienza), di Milano (Cattolica del Sacro Cuore), di Perugia, di Torino, di Napoli (Federico II), di Palermo e l'associazione Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Sarà possibile seguire due giornate di studio in diretta streaming e successivamente visibili da remoto, sui canali Youtube (link: https://youtu.be/SeHE1viYIuU) e Facebook del master APC (@Master.APC). È possibile partecipare all'incontro, previa iscrizione e fino ad esaurimento posti, iscrivendosi attraverso la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (regolamentazione sulla base delle disposizioni sanitarie vigenti).

copertina vite fisici“Vite di fisici tra atomi e particelle. Storie di sessant'anni di ricerca in fisica teorica e sperimentale a Pisa (1960-2020)” è il titolo del volume appena pubblicato dalla SIF (Società Italiana di Fisica) che ricostruisce, attraverso interviste a undici scienziati, la storia del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e della Sezione INFN Pisa.

L’obiettivo del volume, a cura della giornalista Angela Feo e dei fisici Marco M. Massai e Gloria Spandre, è quello di preservare la memoria della feconda attività di ricerca in fisica svolta negli ultimi 60 anni, a Pisa, nella città che fu di Galileo e dove ebbe inizio quasi 100 anni fa lo straordinario percorso di Enrico Fermi, attraverso le testimonianze dei protagonisti di questa formidabile avventura della scienza.

Il volume, che nasce dall’iniziativa dell’Associazione “Frontier Detectors for Frontiers Physics”, segue a oltre dieci anni di distanza quello curato da Carlo Bemporad, oggi professore emerito dell’Ateneo pisano, e dalla giornalista Luisa Bonolis, creando così un filo conduttore, una “guida” per chi è interessato a studiare la storia recente della scuola pisana, esplorando l’orizzonte delle attività di ricerca dalla fisica delle particelle alla struttura della materia, dalla fisica atomica e molecolare, all’astrofisica e alla fisica medica.

Nelle interviste, realizzate da Angela Feo, si ripercorrono le storie di scienziati e dei gruppi di ricerca pisani che hanno operato in tutto il mondo, dal CERN di Ginevra, alla Gran Bretagna, dalla Russia agli Stati Uniti, testimonianze che permettono di ricostruire l’evoluzione del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e della Sezione INFN di Pisa.

Il proposito del volume non è celebrativo, ma piuttosto quello di cercare di capire, attraverso le parole dei protagonisti, i punti di forza, ma anche le debolezze, se vi sono state, nello sviluppo del centro di ricerca pisano che è stato, ed è tuttora, altamente competitivo a livello mondiale.

Attraverso un lavoro minuzioso, si è cercato di rendere piacevole la lettura delle interviste anche ai non esperti della materia, pur mantenendo un taglio scientifico rigoroso e rispettando l’originale vivacità dell’esposizione orale. La struttura del volume è semplice: ogni testimonianza è preceduta da una sintetica presentazione dell’intervistato allo scopo di inquadrare il suo ruolo prima di entrare nei dettagli della sua vita e del suo lavoro.

Gli intervistati sono: Gerardo Alzetta, Ronaldo Bellazzini, Carlo Bradaschia, Rino Castaldi, Alberto Del Guerra, Adriano Di Giacomo, Gianni Gennaro, Marcello Giorgi, Pietro Menotti, Diego Passuello, Arnaldo Stefanini.

In accordo con l’Associazione “Frontier Detectors for Frontiers Physics”, è stato deciso di aggiungere in fondo al volume brevi profili di due fisici che hanno segnato profondamente la vita della sezione dell’INFN e del Dipartimento di Fisica, Aldo Menzione e Giuseppe Pierazzini. La loro scomparsa prematura ha impedito a chi leggerà questo volume di avere direttamente dagli interessati la storia della loro avventura nella fisica sperimentale; tuttavia, il loro contributo è stato così determinate che è doveroso ricordarlo, seppur in maniera indiretta. Amici e colleghi che hanno lavorato con loro a numerosi esperimenti condividendo le responsabilità di gruppi di ricerca e di istituzioni, ne hanno lasciato un ricordo personale che non vuole né può essere esaustivo, ma solo un modesto ma molto sentito omaggio.

Infine, è stata riportata in addendum una lunga lettera di ringraziamento che il fisico dell’INFN Filippo Bosi ha scritto al direttore e ai colleghi all’indomani del suo pensionamento, raccontando i suoi quarant’anni di impegno nell’ente attraverso il suo rilevante contributo tecnologico nella maggior parte degli esperimenti in cui la Sezione di Pisa è stata coinvolta e la sua capacità organizzativa e di gestione di un servizio fondamentale per l’attività di ricerca, come quello delle Alte Tecnologie da lui coordinato.

Accordo tra ARPAT, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa per approfondire attraverso particolari analisi e campionamenti, la qualità delle acque e dei terreni ed eventuali contaminazioni legate alla dispersione di aggregato riciclato contenete KEU. La firma è avvenuta mercoledì 16 febbraio all’Auditorium della Protezione civile regionale, a Firenze. Alla conferenza stampa hanno preso parte l'assessora all’Ambiente, Monia Monni, il direttore generale di ARPAT, Pietro Rubellini, il direttore del Dipartimento di Scienze della Terra (DST), Luca Pandolfi, e il professor Riccardo Petrini, docente di Geochimica e Vulcanologia dello stesso Dipartimento pisano e responsabile scientifico dell’accordo.

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Un momento della conferenza stampa con, da sinistra, Petrini, Pandolfi, Monni e Rubellini.

L’accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra ARPAT e DST si inserisce nell’attività di approfondimento e analisi sul comportamento dell’aggregato riciclato contenente KEU nelle diverse matrici ambientali (acque sotterranee e suolo). Il DST, infatti, da tempo svolge ricerche ad alto contenuto di innovazione relative alla diffusione di inquinanti nel sottosuolo. L’attività specifica, finanziata anche dalla Regione Toscana, sarà realizzata nei prossimi 12 mesi secondo un approccio e un programma condiviso che vedrà entrambi i soggetti impegnati per l’obiettivo comune di ricerca e condivisione dei risultati.

ARPAT effettuerà i campionamenti del KEU e delle matrici ambientali relative, sottoponendoli alle analisi di competenza. Il DST effettuerà la caratterizzazione della distribuzione del cromo e di altri elementi di interesse nel KEU attraverso una serie di metodologie analitiche mineralogiche e geochimiche; studierà la reattività del materiale, anche con l'applicazione di metodi isotopici e in funzione di una serie di agenti ossidanti; applicherà i risultati ottenuti alla pianificazione di esperimenti di microcosmo in laboratorio, simulando le condizioni naturali in cui il KEU può trovarsi. Questi dati rappresenteranno la base per lo studio della stabilità del KEU e suoi aggregati in natura, presupposto per i processi di rilascio di cromo esavalente alla fase acquosa e per la pianificazione di azioni di mitigazione.

“Quello presentato oggi – ha detto l'assessora Monni - è un accordo di ricerca molto importante. Nel corso degli ultimi mesi abbiamo lavorato fianco a fianco con ARPAT portando avanti approfondimenti sul riciclato contenente KEU, sui vari siti coinvolti, sui pozzi. Adesso abbiamo deciso di sostenere questa proposta di ARPAT, che coinvolge anche l’Università di Pisa, per andare ulteriormente a indagare come agisce e come potrebbe comportarsi nel corso del tempo il riciclato contenente KEU prodotto da Lerose nelle matrici ambientali. La ricerca durerà un anno e verrà condotta con strumentazioni molto sofisticate. Una volta conclusa ci attendiamo informazioni preziose che ci aiuteranno a indirizzare le successive operazioni di messa in sicurezza e bonifica. Vale la pena sottolineare - ha concluso - che la Regione finanzierà la ricerca con 97 mila euro e altrettanti arriveranno dall’Università di Pisa”.

“Il KEU - ha aggiunto il direttore Rubellini - è un rifiuto del quale abbiamo una buona conoscenza. È classificato come speciale ma non è pericoloso. Se correttamente smaltito non crea problemi. Quelli che invece si sono verificati con l’aggregato contenente KEU ottenuto dalla ditta Lerose, del quale invece non abbiamo una conoscenza altrettanto buona, soprattutto per quanto riguarda il suo comportamento nelle varie matrici ambientali. Per farlo lavoreremo in stretto contatto con l’Università di Pisa, ed eventualmente con altri soggetti ed altre università, proprio per indagare la sua interazione con l’ambiente. Le risultanze dello studio ci aiuteranno a individuare le soluzioni migliori per intervenire nelle diverse situazioni”.

“Nell’ambito delle sue finalità istituzionali – ha dichiarato il professor Luca Pandolfi – il nostro Dipartimento è interessato a valorizzare i risultati derivanti dalla sua attività di ricerca e le proprie competenze in ambito scientifico promuovendo e sviluppando le forme di collaborazione con le imprese e gli enti pubblici. Questo accordo costituirà un momento di crescita per il Dipartimento e per l’Ateneo pisano che avranno l’occasione di affrontare, insieme a un ente territoriale importante come ARPAT, la sfida dello studio scientifico di una emergenza ambientale che insiste sul territorio della Regione Toscana. Viene così certificato l’impegno del DST e dell’Ateneo in una delle missioni fondamentali dell’Università: la terza missione, ovvero l’attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale verso la società e il territorio”.

Sabato 19 febbraio alle ore 10.30, presso l'Aula Magna Nuova della Sapienza, si terrà la presentazione della mostra “Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni”, allestita presso le Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani” (Sistema Museale di Ateneo dell'Università di Pisa) di cui ricorre il sessantesimo anniversario dalla fondazione e che si presentano in un nuovo allestimento.

Interverranno Paolo Maria Mancarella, rettore dell’Università di Pisa, Gianluca De Felice, segretario generale dell’Opera della Primaziale Pisana, Pierpaolo Magnani, assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Paolo Pesciatini, assessore al Turismo e ai servizi e politiche integrate con le università, Salvatore Settis, accademico dei Lincei e professore emerito della Scuola Normale Superiore, Marilina Betrò, presidente del corso di laurea specialistica in Lingue e culture del Vicino e Medio Oriente all’Università di Pisa, Chiara Bodei, presidente del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa, Flora Silvano, direttrice delle Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa.

L’evento si terrà in modalità mista e su prenotazione a causa delle restrizioni vigenti. La partecipazione in presenza è su prenotazione e subordinata al possesso del green pass. Sarà, comunque, possibile seguirlo in diretta streaming a questo link https://call.unipi.it/Rosellini2022. Per partecipare in presenza prenotare al link https://www.egitto.sma.unipi.it/prenotazione-eventi-speciali/.

Ideata a un anno dalla scomparsa di Edda Bresciani, egittologa di fama mondiale che alle Collezioni ha dato il nome, la mostra è realizzata in collaborazione con l’Opera della Primaziale Pisana che ha prestato all’Università tre preziosi reperti della sua raccolta di antichità egizie. La mostra offre l’opportunità di ammirare una scelta dei piccoli, grandi capolavori donati all’Opera della Primaziale Pisana da Gaetano Rosellini nel 1830, al rientro dalla celebre “Spedizione Franco-Toscana in Egitto e Nubia” (1828-1829), guidata dal nipote Ippolito Rosellini insieme a J.F. Champollion, e alla quale Gaetano aveva partecipato in qualità di ingegnere e architetto. L’accostamento inedito tra questi reperti e quelli della Collezione Picozzi, donazione fatta all’Università di Pisa nel 1962 proprio dagli eredi di Gaetano Rosellini, ed esposta permanentemente alle Collezioni Egittologiche, permette dunque di riavvicinare parti di un patrimonio storico a lungo separate.

In occasione della mostra le sale del piccolo museo si presentano con un look rinnovato grazie a nuovi colori, nuova illuminazione e nuove soluzioni espositive, che potranno meglio incorniciare il dialogo tra i reperti provenienti dalla raccolta dell’Opera della Primaziale Pisana e quelli delle collezioni permanenti.

Evento di inaugurazione
19 febbraio 2022 - ore 10.30
Aula Magna Nuova, Palazzo della Sapienza
Via Curtatone e Montanara 15, Pisa

Inaugurazione mostra
19 febbraio 2022 - ore 12
DALL’EGITTO A PISA. GAETANO ROSELLINI E LE SUE COLLEZIONI
Collezioni Egittologiche “Edda Bresciani” - https://www.egitto.sma.unipi.it
Palazzo Mazzarosa - Via S. Frediano 12, Pisa

Apertura mostra al pubblico a partire dalle 15 di sabato 19 febbraio.
Si consiglia la prenotazione: https://www.egitto.sma.unipi.it/prenota-online/

Orario:
· Martedì: 9-13:
· Mercoledì-venerdì: 9-13 e 15-18
· Sabato e domenica: 10-13 e 15-18
· Lunedì: chiusura settimanale

 

Contatti stampa:
Nicola Maggi
Addetto Stampa del Rettore
Università di Pisa
Lungarno A. Pacinotti 43
56126 Pisa
Tel. 050 2212146
Cell. 329 2394527

Mercoledì, 16 Febbraio 2022 10:10

19 febbraio al via il “Sabato botanico”

Al via il “Sabato botanico”, si comincia il 19 febbraio alle 15. L’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa (Via Luca Ghini, 13, 56126 Pisa PI) propone ai suoi visitatori un nuovo appuntamento a cadenza mensile per far conoscere le sue preziose collezioni vegetali e museali.  Ogni terzo sabato del mese si terrà il “Sabato botanico”: i visitatori potranno partecipare ad una visita guidata scoprire un patrimonio botanico unico, che muta nel corso delle stagioni.

Per prenotare è sufficiente inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro le 11 del giorno precedente la visita guidata.
Il costo è di 8 euro a persona (comprensivo del biglietto di ingresso) ed è gratuito per i bambini sotto i 6 anni. La visita guidata partirà con un numero minimo di 6 partecipanti paganti.

Parte all’Università di Pisa il “Progetto Storia e Memoria”, che mira allo studio, alla trasmissione e alla valorizzazione della storia dell'Ateneo, con particolare riferimento al suo patrimonio documentario custodito nell'Archivio generale di Montacchiello, e allo studio del suo impatto sulla memoria pubblica locale e nazionale. Obiettivo specifico del progetto è quello di effettuare ricerche coordinate sulla documentazione dell’Università anche attraverso l'affidamento di ricerche, tesi di laurea e di dottorato. Gli studi più significativi potranno essere pubblicati in una apposita collana editoriale e potranno costituire la base per organizzare eventi e iniziative, mostre e percorsi tematici.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra il Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura, il Sistema Bibliotecario d’Ateneo e i Dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e di Scienze Politiche. L’accordo è stato formalizzato, lunedì 14 febbraio, con la firma di una convenzione quinquennale tra il direttore del CIDIC, Saulle Panizza, il presidente dello SBA, Antonella Gioli, i direttori dei due Dipartimenti interessati, Simone Maria Collavini e Carmelo Calabrò.

Le attività previste all’interno della convenzione saranno sviluppate da un Comitato scientifico composto dai professori Veronica Neri, responsabile scientifica del Polo della Comunicazione del CIDIC, Antonella Gioli, presidente dello SBA, Gianluca Fulvetti, delegato del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Alessandro Breccia, delegato del Dipartimento di Scienze Politiche. Nelle sue attività il Comitato Scientifico sarà integrato da Antonio Rosario D'Agnelli, responsabile organizzativo del Polo della Comunicazione - CIDIC, e da Gabriella Benedetti, coordinatore organizzativo dello SBA.

L'Archivio generale dell’Università di Pisa, gestito dallo SBA nella sede di Montacchiello a Ospedaletto, conserva circa 30.000 metri lineari di documenti. Custodisce gran parte della documentazione dell'Ateneo, per lo più di origine amministrativa e relativa all’Amministrazione centrale e ai Dipartimenti (compresi ex Istituti ed ex Facoltà), fino ai giorni nostri. Le serie che possono documentare in modo significativo la vita dell’Ateneo, e il suo stretto rapporto con la città, sono quelle relative alle carriere del personale docente e non docente, agli Atti generali dell’Ateneo, ai verbali delle Facoltà, ai decreti rettorali e alle delibere del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, all’Archivio fotografico. Si tratta insomma di un patrimonio prezioso il cui studio è necessario per ricostruire la storia dell'Università di Pisa in epoca contemporanea, approfondire gli eventi che hanno segnato questo periodo e delinearne le personalità più illustri.

Il ruolo della ricerca per comprendere l’evoluzione del sistema corruttivo: giovedì 17 e venerdì 18 febbraio l’Università di Pisa organizza il convegno “Tangentopoli 30 anni dopo”, due giornate di studio ospitate nell’Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza e trasmesse in streaming per il pubblico più ampio, che vedranno gli interventi di ricercatori, magistrati, giornalisti e dei protagonisti di quegli anni che hanno segnato la storia dell’Italia. L’apertura dei lavori è prevista alle ore 9.30 con i saluti del rettore Paolo Mancarella e del direttore del Dipartimento di Scienze politiche Carmelo Calabrò, con a seguire l’intervento introduttivo del professor Alberto Vannucci dal titolo “Mani Pulite trent'anni dopo. La corruzione sistemica ieri e oggi”. Alle 10.30 è prevista la tavola rotonda con Luigi Ciotti, presidente associazione Libera, Nando Dalla Chiesa, Università Statale di Milano, Piercamillo Davigo, magistrato, Gian Antonio Stella, giornalista, dal titolo “Le voci dei protagonisti dell’epoca: come rileggere il percorso fatto e il rinnovamento del sistema corruttivo”.

Il convegno proseguirà nel pomeriggio del 17 e nella giornata del 18 febbraio con panel e tavole rotonde che indagheranno vari aspetti del fenomeno della corruzione: come sia evoluta e abbia modificato il proprio impatto sul tessuto economico e sociale, quali sono i suoi elementi di continuità e quali le innovazioni, come la politica abbia deciso di utilizzare il tema della lotta alla corruzione e qual è stato il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa. Il programma completo è disponibile online a questo link.

Il convegno si pone come momento di ricerca e formazione, aperto alla comunità scientifica e alla cittadinanza, in continuità con altri percorsi attivati dal Dipartimento di Scienze Politiche sul tema, quali il progetto di ricerca Politicanti (The Politicisation of Corruption and Anticorruption strategies in Italy) e il master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, giunto alla XII edizione.

All'iniziativa aderiscono le università di Roma (Sapienza), di Milano (Cattolica del Sacro Cuore), di Perugia, di Torino, di Napoli (Federico II), di Palermo e l'associazione Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Sarà possibile seguire due giornate di studio in diretta streaming e successivamente visibili da remoto, sui canali Youtube (link: https://youtu.be/SeHE1viYIuU) e Facebook del master APC (@Master.APC). È possibile partecipare all'incontro, previa iscrizione e fino ad esaurimento posti, iscrivendosi attraverso la mail https://www.facebook.com/Master.APC (regolamentazione sulla base delle disposizioni sanitarie vigenti).

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