Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Roy Mcweeny
Lo scorso 29 aprile è scomparso il professor Roy Mcweeny, professore emerito dell'Università di Pisa. Nato il 19 maggio 1924 a Bradford (Yorkshire, Regno Unito), ha conseguito la laurea (MSc) presso l'Università di Leeds e successivamente il dottorato di ricerca (PhD) in Fisica Matematica e Teoria Quantistica presso l'Istituto di Matematica dell'Università di Oxford sotto la supervisione del Professor Charles Coulson.
Roy McWeeny è stato lecturer in Chimica Fisica presso il King's College dell'Università di Durham (UK) dal 1948 al 1957, professore di Fisica Teorica presso l'Università di Keele (UK) dal 1957 al 1965 e professore di Chimica Teorica all'Università di Sheffield dal 1966 al 1982. Nel 1982 è giunto all'Università di Pisa dove è rimasto come professore ordinario di Chimica Teorica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale fino alla pensione. Successivamente è stato insignito della carica di professore emerito dell'Università di Pisa.
Nel 1996 è stato pubblicato un volume celebrativo di International Journal of Quantum Chemistry in suo onore contenente contributi scientifici originali di 132 scienziati provenienti da 19 paesi diversi. Ha ricevuto la Spires Memorial Medal nel 2006 dalla Divisione Faraday della Royal Society of Chemistry tenendo la la lezione "Chimica quantistica: i primi settant'anni". Ha fatto parte del comitato editoriale di Molecular Physics, Chemical Physics Letters e International Journal of Quantum Chemistry.
Roy McWeeny è stato autore di numerose pubblicazioni scientiche e diversi libri fra i quali vanno ricordati "Coulson's Valence", un aggiornamento del famoso libro "La Valenza" di Charles Coulson, diventato un libro di testo molto valido e tradotto in diverse lingue e usato in tutto il mondo, le due edizioni di "Methods of Molecular Quantum Mechanichs", di cui la prima insieme a Brian Sutcliffe, e poi "Quantum Mechanics: Principle and Formalism", "Spins in Chemistry" e "Symmetry: an Introduction to Group Theory and its Applications". Dal 2002 ha curato l'editing di una serie ad accesso libero di Basic Books in Science, molti dei quali scritti da lui stesso. È stato membro eletto della International Academy of Quantum Molecular Science e della European Academy of Arts, Sciences and the Humanities.
Roy McWeeny viene dalla scuola dei padri fondatori della Chimica Teorica e ha contribuito enormemente alla diffusione di questo approccio allo studio della chimica guardando agli aspetti più fini, soprattutto fisico-matematici, dei processi che avvengono a livello molecolare. Egli ha portato un grande contributo alla scuola pisana di Chimica Teorica che è molto considerata a livello internazionale.
È stato un docente di riferimento molto importante per le sue doti di chiarezza e profondità nel trattare questa disciplina, che oggi è un complemento essenziale nella ricerca in campo chimico. Chi lo ha conosciuto come suo allievo conserva il ricordo della sua capacità di trasmettere queste conoscenze dalle basi più elementari fino alla comprensione degli aspetti più difficili. Il tutto con grande eleganza e rigore metodologico.
Una persone gentile e di altri tempi, così lo ricordiamo, ma il suo modo di insegnare, cosa a lui tanto cara, è per noi una guida sicura per affrontare il nostro lavoro quotidiano nel trasmettere ai nostri studenti questa materia difficile e affascinante al tempo stesso che è la Chimica Teorica.
L'ultimo saluto prima della cremazione sarà martedì 4 maggio, alle 15.30, presso la Pubblica Assistenza di Pisa.
Prof. Lorenzo Di Bari
Direttore del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale
Claudio Amovilli
Docente di Chimica Fisica del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale e allievo del compianto Prof. McWeeny
Elezione del Rettore Dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale per il sessennio 2021/2027
E' indetta l'elezione del Rettore Dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale per il sessennio 2021/2027.
Riaprono in sicurezza i musei dell’Università di Pisa
Con il passaggio della Toscana in zona gialla, riaprono in sicurezza e con ingressi contingentati i musei dell'Università di Pisa: quelli del Sistema Museale di Ateneo e il Centro di Ateneo - Museo di Storia Naturale.
Di seguito orari di apertura e informazioni dei musei fino alla fine di maggio. Si prega chi prenota la visita di presentarsi in orario.
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ORTO E MUSEO BOTANICO
Via Luca Ghini 13, Pisa
Aperto tutti i giorni: 8:30 – 20:00 [Ultimo ingresso alle ore 19:00]
• Domenica 2 maggio, prima domenica del mese, l'ingresso è gratuito.
Con il biglietto di ingresso all’Orto e Museo Botanico si potranno visitare gratuitamente le Collezioni Egittologiche.
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MUSEO DI STORIA NATURALE
Via Roma 79, Calci (Pisa)
Aperture:
• Lunedì - Sabato: 9:00 – 19:00 [ultima fascia oraria per la prenotazione ore 17:30]
• Domenica e festivi: 9:00 – 20:00 [ultima fascia oraria per la prenotazione ore 18:30]
Sarà possibile visitare le esposizioni permanenti del Museo, mentre l’Acquario, attualmente in fase di riallestimento, sarà temporaneamente chiuso.
Il numero di visitatori che potrà accedere al Museo sarà contingentato e l’ingresso sarà possibile solo previa prenotazione. I visitatori potranno scegliere la fascia oraria preferita e dovranno presentarsi all’ingresso con la prenotazione (anche su smartphone). Il pagamento avverrà presso la biglietteria del Museo. Link alle tariffe: https://www.msn.unipi.it/it/tariffe/.
Al fine di poter garantire una visita in sicurezza e serenità, il Museo adotta tutte le misure necessarie (sanificazione degli ambienti, percorsi semplificati e indicati tramite apposita segnaletica, presenza di colonnine con gel sanificante per le mani, avvisi con le regole di comportamento ripetuti nelle sale) e ai visitatori sarà chiesta la massima collaborazione nel rispettare le misure obbligatorie (utilizzo della mascherina, corretta sanificazione delle mani all’ingresso e ogni volta che occorrerà toccare delle superfici, rispetto della distanza fisica).
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GIPSOTECA DI ARTE ANTICA
Piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa
Aperture:
Martedì, Mercoledì: 10:00 – 13:00
Giovedì, Venerdì, Sabato: 15:00 – 19:00
Sabato primo maggio la Gipsoteca di Arte Antica resterà chiusa
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MUSEO DELLA GRAFICA
Lungarno Galilei 9, Pisa
Aperture:
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì: 15:00 – 19:00
Sabato, Domenica: 10:00 – 19:00
È possibile visitare:
• la selezione di opere dalle Collezioni presentate nell'anteprima digitale nell’ambito della rubrica "Opere, temi, artisti. Costruiamo una mostra virtuale"
• la mostra “Netsuke. I capolavori della Collezione Bresciani”
• la mostra "Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Territorio, Comunità, Architettura nella Toscana di Olivetti".
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COLLEZIONI EGITTOLOGICHE
Via San Frediano 12, Pisa [Primo piano]
Aperture:
• Martedì, Mercoledì: 10:00 – 13:00
• Giovedì, Venerdì, Sabato: 15:00 – 19:00
Sabato primo maggio le Collezioni Egittologiche resteranno chiuse
• L'ingresso alle Collezioni Egittologiche è gratuito, per tutto il mese di maggio, per chi esibisce il biglietto dell’Orto e Museo Botanico.
Ricordiamo che di sabato, domenica e nei giorni festivi, dove previsto, l'ingresso è consentito solo a condizione che sia stato prenotato con almeno un giorno di anticipo.
INVITO STAMPA: Premio "Curtatone e Montanara": l'Università di Pisa e il Comune di Curtatone annunciano il vincitore 2021 (martedì 4 maggio, ore 12)
L'Università di Pisa e il Comune di Curtatone annunciano insieme il vincitore del Premio "Curtatone e Montanara" edizione 2021, il riconoscimento istituito dal comune lombardo e giunto al quarto anno che celebra una delle più gloriose battaglie del Risorgimento italiano, nell'ambito della quale si distinse un battaglione universitario formato in gran parte da docenti e studenti dell'Ateneo pisano.
L'annuncio sarà fatto - nel corso di una conferenza stampa indetta per martedì 4 maggio, alle ore 12 nell'Aula Magna Storica della Sapienza - dal rettore dell'Università di Pisa, Paolo Maria Mancarella, dal sindaco di Curtatone, Carlo Bottani, e dal direttore del Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell'Ateneo, Saulle Panizza, alla presenza del sindaco di Pisa, Michele Conti, e del prefetto di Pisa, Giuseppe Castaldo.
Il Premio "Curtatone e Montanara", che sarà consegnato il 29 maggio a Curtatone in occasione del 173° anniversario della battaglia, viene assegnato a "personalità che si siano distinte, svolgendo nell'età contemporanea un ruolo di particolare rilievo nella vita del nostro Paese e a livello internazionale, per il progresso culturale, sociale e per la tutela dei valori di libertà e democrazia". Nelle precedenti edizioni sono stati premiati l'allora capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, il giornalista Ferruccio De Bortoli e, lo scorso anno, il generale di Corpo d'Armata e capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Salvatore Farina.
Al via il progetto “eSTEM” per la digitalizzazione dell’istruzione superiore
Si è svolto online il kick off meeting del progetto "e-STEM - Toolboxes for SuperFastLearning digital contents development in STEM” finanziato dal bando straordinario programma Erasmus+ che la Commissione Europea ha lanciato per finanziare nuovi partenariati strategici in tema di digitalizzazione dell’istruzione superiore per far fronte all’emergenza Covid-19. I partenariati strategici sono infatti la principale forma di cooperazione transnazionale per la promozione dell’innovazione e dello scambio di esperienze e competenze tra organizzazioni di istruzione superiore finanziata dal programma Erasmus+.
L’Università di Pisa è coordinatrice del progetto a cui partecipano partner storici come come l’Università di Bordeaux (France), l’Università di Zaragoza (Spain), l’Università di Bremen (Germany), e partner nuovi come l’Università Politechnika Koszalinska (Poland), ma anche Erre Quadro (Italy), azienda a marchio spinoff dell’Università di Pisa.
Il progetto e-STEM ha come obiettivo il miglioramento delle competenze degli educatori nell’uso di metodologie pedagogiche innovative nelle discipline scientifico-tecnologiche, attraverso la creazione di un insieme di strumenti digitali.
Lo strumento principale che verrà sviluppato è la SuperFastLearning Machine ovvero un motore informatico di analisi che adotta tecniche di natural language processing (NPL) e di data mining per estrarre informazioni utilizzando diverse fonti (brevetti, articoli scientifici, report, ma anche dispense, libri, eserciziari, ecc.) e li trasforma in:
- una serie di domande e risposte che possono essere usate da docenti ed allievi;
- una serie di scenari utili per la discussione critica e l’approfondimento;
- casi studio tramite i quali si aiutano gli allievi a vedere le nozioni teoriche applicate in casi reali o realistici;
- problemi e soluzioni utili per mettere in pratica quello che hanno imparato tramite esercizi simili a quelli d’esame.
- dataset, sempre più importanti per insegnare agli studenti a ragionare sui dati e ad analizzarli correttamente.
L’approccio formativo verso il quale e-STEM sta andando si basa sull’inversione del processo di apprendimento tradizionale, partendo da domande, casi di studio, problemi da risolvere, scenari da affrontare e insiemi di dati per arrivare alla teoria.
Per strutturare la formazione in questo nuovo modo occorre investire molto tempo e risorse nella progettazione della formazione e uno strumento come la SuperFastLearning Machine potrà aiutare i docenti ad adottare questo approccio e a sviluppare i materiali in maniera più rapida ed efficace.
“Come tutti i progetti europei, anche e-STEM rappresenta un’ottima opportunità per imparare dai colleghi di altre regioni europee, confrontarsi con approcci pedagogici diversi e provare a sviluppare strumenti di nuova generazione per supportare docenti e allievi in questo periodo di pandemia che probabilmente cambierà il modo in cui abbiamo visto la didattica universitaria e quella aziendale (lifelong learning)” conclude Gualtiero Fantoni, coordinatore del progetto.
Il progetto si propone anche di far conoscere gli approcci attivi all’apprendimento quali chiavi di aumento della ritenzione dei contenuti, della loro memorizzazione ed interiorizzazione dopo una loro reintepretazione critica.
FameLab, alla Scuola Normale selezionati i due candidati toscani
Sono due i candidati toscani selezionati per la finale nazionale dell’edizione 2021 di FameLab Italia, il talent show della divulgazione scientifica.
Le selezioni si sono svolte venerdì 30 aprile alla Scuola Normale, con 30 studenti e ricercatori di istituti toscani che hanno parlato per 3 minuti dei propri temi di ricerca davanti a una giuria di esperti (tra cui lo scrittore Marco Malvaldi) e a una giuria popolare composta da 120 studenti di scuole superiori collegati a distanza.
I candidati in Piazza dei Cavalieri.
Si sono aggiudicati l’accesso alla finale, che si svolgerà a giugno a Catania, Monia Mannucci (Università di Pisa - Ingegneria strutturale) ed Emanuele Boni (Scuola Superiore Sant’Anna - Biotecnologie). Terza classificata Sofia Sarperi (Università di Pisa - Astrofisica), che potrebbe subentrare in caso di rinunce. Emanuele Boni si è inoltre aggiudicato il Premio della Giuria popolare.
FameLab è stato organizzato a Pisa dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ente capofila, dall’Università di Pisa, dalla Scuola Normale Superiore, dalla Scuola Superiore Sant’Anna, e dall’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO). Coordinato è stato Marco Incagli, di INFN.
Monia Mannucci.
Dai mari della Nuova Zelanda una importante scoperta sul rapporto tra materiali argillosi e terremoti
I materiali argillosi delle faglie presenti nelle zone di subduzione, cioè dove una placca tettonica scivola al di sotto di un’altra placca, trattengono al loro interno un “cuscinetto d’acqua” e ciò fa sì che essi favoriscano terremoti potenzialmente capaci a provocare tsunami. Questo è il risultato dello studio “Fluid pressurisation and earthquake propagation in the Hikurangi subduction zone”, condotto grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le Università di Pisa e Padova, e la University College London, su alcuni campioni provenienti dalla zona di Hikurangi in Nuova Zelanda. Il lavoro è stato pubblicato di ‘Nature Communications’.
“Nelle zone di subduzione” spiega Stefano Aretusini, ricercatore dell’INGV e primo autore dello studio, “lo scivolamento sismico che avviene a profondità crostali ridotte può portare alla generazione di tsunami e terremoti. A causa delle difficoltà sperimentali nel deformare i materiali presenti in queste aree, i proc
Dai mari della Nuova Zelanda una importante scoperta sul rapporto tra materiali argillosi e terremoti
I materiali argillosi delle faglie presenti nelle zone di subduzione, cioè dove una placca tettonica scivola al di sotto di un’altra placca, trattengono al loro interno un “cuscinetto d’acqua” e ciò fa sì che essi favoriscano terremoti potenzialmente capaci a provocare tsunami. Questo è il risultato dello studio “Fluid pressurisation and earthquake propagation in the Hikurangi subduction zone”, condotto grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le Università di Pisa e Padova, e la University College London, su alcuni campioni provenienti dalla zona di Hikurangi in Nuova Zelanda. Il lavoro è stato pubblicato di ‘Nature Communications’.
“Nelle zone di subduzione” spiega Stefano Aretusini, ricercatore dell’INGV e primo autore dello studio, “lo scivolamento sismico che avviene a profondità crostali ridotte può portare alla generazione di tsunami e terremoti. A causa delle difficoltà sperimentali nel deformare i materiali presenti in queste aree, i processi fisici che riducono la resistenza della spinta cui è sottoposta la faglia sono poco conosciuti. Analizzando in laboratorio il comportamento dei campioni prelevati nella zona di subduzione di Hikurangi”, prosegue il ricercatore, “abbiamo scoperto che le argille presenti tendono ad avere una bassa resistenza alle spinte sismiche a causa dell’acqua in pressione che trattengono al loro interno”.
Per studiare il comportamento di queste argille provenienti dalla faglia i ricercatori hanno condotto degli esperimenti sui numerosi campioni raccolti durante la campagna internazionale di perforazione “Integrated Ocean Drilling Program 375” effettuata nel 2018 a largo dell’Isola Nord della Nuova Zelanda, a cui ha partecipato la professoressa Francesca Meneghini dell’Università di Pisa, seconda autrice del lavoro pubblicato.
La professoressa Francesca Meneghini insieme al collega A. Fagereng (UK) durante la spedizione oceanografica dell'International Ocean Discovery Program a largo dell'isola nord della Nuova Zelanda.
In dettaglio, sono stati polverizzati i campioni delle rocce presenti all’interno della faglia. Le polveri sono state testate nel Laboratorio Alta Pressione e Alte Temperature (HP-HT) dell’INGV attraverso un sofisticato apparato, SHIVA (Slow to High Velocity Apparatus) finanziato dall’European Research Council su un progetto di Giulio Di Toro, dell’Università di Padova e co-autore di questo studio, e riproduce il “motore” dei terremoti (la faglia) permettendo di osservare quello che accade all’interno della crosta terrestre e le deformazioni subite dalla roccia sotto fortissime pressioni. All’interno di SHIVA, le polveri sono state analizzate attraverso un nuovo metodo che ha consentito di trattenere al loro interno l’acqua mentre erano deformate alle velocità tipiche dei terremoti.
Attraverso i test di controllo condotti su un materiale le cui caratteristiche sono note, una polvere di marmo di Carrara, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che queste argille favoriscono lo scorrimento sismico della faglia proprio a causa della loro capacità di trattenere acqua, caratteristica che le rende più ‘deboli’.
Lo staff di tecnici operai meccanici e ricercatori a bordo della nave.
“Quando ho deciso di partecipare alla spedizione oceanografica”, racconta Francesca Meneghini, “ho subito contattato i colleghi dell’INGV e dell’Università di Padova, coi quali collaboro da anni, certa che fosse un’opportunità unica per testare la nuova tecnica sperimentale sviluppata all’Istituto e dare un ulteriore contributo alla nostra conoscenza dei fenomeni sismici”.
“I successivi sviluppi di questa ricerca”, conclude Stefano Aretusini, “saranno quelli di analizzare con lo stesso metodo anche altri tipi di materiali campionati durante la missione per cercare di comprendere quali tra essi possono favorire il processo di scuotimento sismico una volta arrivati alla zona di subduzione”.