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Comunicati stampa
Lunedì, 10 Maggio 2021 10:51

Advanced Instruments

LogoMARWAN TECHNOLOGY S.r.l.

Laser systems, extended cavity laser diodes, and related sensors, meters, and controllers. Low noise accelerometers, seismic isolation systems, electrochemical micromachining, and laser optical pumping systems.

website | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | youtube | slides


Logo SpacedynamicsSPACE DYNAMICS S.r.l.

Algorithms for studying the dynamics of the Solar System. Asteroid orbit determination (MBA and NEO); data management, orbit determination, space missions, personnel training.

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 LogoTEA SISTEMI S.p.A.

Process Engineering, consulting services, innovative equipment, and software tools for the oil industry. Supply of research contracts and specialized services in the energy sector.

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Con un progetto d’impresa a supporto della micro-mobilità, tre studenti dell’Università di Pisa si sono classificati al secondo posto della Start Cup Competition 2020/2021 “Entrepreneurship in the Mediterranean” organizzata dalla rete UNIMED, network di Università situate nel bacino del Mediterraneo e di cui l’Ateneo Pisano è membro. Il progetto Hexago, creato da Davide Barasti, Giovanni Sorice e Gianmarco Santi, propone lo sviluppo di infrastrutture speciali per tenere al sicuro i monopattini elettrici sparsi per la città, con locker posizionati in aree specifiche dove poterli “parcheggiare” in sicurezza.

Il team pisano, che annovera tra i suoi membri anche studenti provenienti da altri Atenei, è riuscito ad approdare alla finale insieme ad altri cinque progetti dopo una selezione sui Business Plan presentati da ogni team e svolta dalla giuria composta da UNIMED, European Training Foundation (ETF) e Agence Universitaire de la francophonie (AUF) che ha sponsorizzato il primo premio di mille euro.

I tre studenti dell'Università di Pisa sono stati aiutati nello sviluppo del loro business plan dallo staff del Contamination Lab e dell'Ufficio TTO dell'Ateneo che, con il loro supporto, hanno dato un contributo significativo al raggiungimento di questo risultato nella competizione internazionale.

Al primo posto si è classificato MEDASINS, progetto dell’Università Palestinese Al Quds University, che mira a sviluppare un database alimentare condiviso tra Palestina, Giordania e Libano per migliorare e monitorare la salute e la dieta degli adolescenti.

Il terzo posto è stato raggiunto dal progetto libanese TAKEAWAY GARDEN, un giardino “takeway” che può essere collocato ovunque e che offre cibo con basso consumo di acqua.

 

 I fiori selvatici e la biodiversità dei nostri panorami sono a rischio perché la diminuzione degli insetti impollinatori provoca un calo dal 20 al 50 per cento dei semi prodotti. E’ questo quanto emerge da uno studio condotto all’Università di Pisa e appena pubblicato sulla rivista Acta Oecologica. I ricercatori definiscono questo fenomeno come “depressione da consanguineità”. In altre parole le piante e i fiori selvatici “malsopportano” il proprio polline e per produrre semi prediligono invece quello proveniente da altri fiori della spessa specie portato appunto dagli insetti impollinatori come api, bombi o farfalle.

“I risultati hanno evidenziato che alcune specie soffrono marcatamente già dopo una prima generazione della mancata impollinazione da parte degli insetti pronubi – spiega Stefano Benvenuti docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali - Questo vale in particolare per quei fiori che nell’evoluzione hanno consolidato stretti rapporti mutualisti “specializzati” e di reciproca dipendenza con determinati impollinatori, conformando la propria corolla alla forma ed alle dimensioni di certi impollinatori”.

La ricerca condotta ha richiesto dieci anni di studi preliminari (osservazioni su flora ed impollinatori, raccolta semi, ecologia di germinazione delle specie raccolte) e due anni di sperimentazione effettiva.

“L’eccesso di antropizzazione, unitamente ai cambiamenti climatici in corso - conclude Stefano Benvenuti - penalizzano proprio quei fiori selvatici che sono i principali attori nel determinare l’impatto estetico-paesaggistico degli ambienti rurali. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una “silenziosa terapia del benessere” mediante i proprio sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agronomica estremamente “semplificata”, rischiano di determinare una sorta di progressivo “abbruttimento” dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come ‘bellezza’”.

 

 

I fiori selvatici e la biodiversità dei nostri panorami sono a rischio perché la diminuzione degli insetti impollinatori provoca un calo dal 20 al 50 per cento dei semi prodotti. E’ questo quanto emerge da uno studio condotto all’Università di Pisa e appena pubblicato sulla rivista Acta Oecologica. I ricercatori definiscono questo fenomeno come “depressione da consanguineità”. In altre parole le piante e i fiori selvatici “malsopportano” il proprio polline e per produrre semi prediligono invece quello proveniente da altri fiori della spessa specie portato appunto dagli insetti impollinatori come api, bombi o farfalle.

 

fiordaliso ape.JPG

 

“I risultati hanno evidenziato che alcune specie soffrono marcatamente già dopo una prima generazione della mancata impollinazione da parte degli insetti pronubi – spiega Stefano Benvenuti docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali - Questo vale in particolare per quei fiori che nell’evoluzione hanno consolidato stretti rapporti mutualisti “specializzati” e di reciproca dipendenza con determinati impollinatori, conformando la propria corolla alla forma ed alle dimensioni di certi impollinatori”.

La ricerca condotta ha richiesto dieci anni di studi preliminari (osservazioni su flora ed impollinatori, raccolta semi, ecologia di germinazione delle specie raccolte) e due anni di sperimentazione effettiva.

“L’eccesso di antropizzazione, unitamente ai cambiamenti climatici in corso - conclude Stefano Benvenuti - penalizzano proprio quei fiori selvatici che sono i principali attori nel determinare l’impatto estetico-paesaggistico degli ambienti rurali. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una “silenziosa terapia del benessere” mediante i proprio sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agronomica estremamente “semplificata”, rischiano di determinare una sorta di progressivo “abbruttimento” dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come ‘bellezza’”.

 

Con un progetto d’impresa a supporto della micro-mobilità, tre studenti dell’Università di Pisa si sono classificati al secondo posto della Start Cup Competition 2020/2021 “Entrepreneurship in the Mediterranean” organizzata dalla rete UNIMED, network di Università situate nel bacino del Mediterraneo e di cui l’Ateneo Pisano è membro. Il progetto Hexago, creato da Davide Barasti, Giovanni Sorice e Gianmarco Santi, propone lo sviluppo di infrastrutture speciali per tenere al sicuro i monopattini elettrici sparsi per la città, con locker posizionati in aree specifiche dove poterli “parcheggiare” in sicurezza.

unimed start cup

Il team pisano, che annovera tra i suoi membri anche studenti provenienti da altri Atenei, è riuscito ad approdare alla finale insieme ad altri cinque progetti dopo una selezione sui Business Plan presentati da ogni team e svolta dalla giuria composta da UNIMEDEuropean Training Foundation (ETF) e Agence Universitaire de la francophonie (AUF) che ha sponsorizzato il primo premio di mille euro.

I tre studenti dell'Università di Pisa sono stati aiutati nello sviluppo del loro business plan dallo staff del Contamination Lab e dell'Ufficio TTO dell'Ateneo che, con il loro supporto, hanno dato un contributo significativo al raggiungimento di questo risultato nella competizione internazionale.

Al primo posto si è classificato MEDASINS, progetto dell’Università Palestinese Al Quds University, che mira a sviluppare un database alimentare condiviso tra Palestina, Giordania e Libano per migliorare e monitorare la salute e la dieta degli adolescenti.

Il terzo posto è stato raggiunto dal progetto libanese TAKEAWAY GARDEN, un giardino “takeway” che può essere collocato ovunque e che offre cibo con basso consumo di acqua.

Venerdì, 07 Maggio 2021 16:08

Farmacia

Gli sbocchi professionali per i laureati in Scienze dei Prodotti Erboristici e della Salute

Referente: Alessandra Braca
Il progetto prevede un ciclo di seminari da remoto (webinar) per gli studenti del corso di laurea in Scienze dei Prodotti Erboristici e della Salute, tenuti da esperti del mondo del lavoro operanti in aziende private e/o enti pubblici che rappresentano potenziali sbocchi occupazionali, tenendo conto delle specificità professionali dei tre percorsi curriculari, Scienze Erboristiche, Controllo Qualità, Informazione per la Salute.

I seminari, articolati in due mattinate (il 3 ed il 4 giugno 2021, dalle ore 9.00 alle 13), sono rivolti agli studenti del II e III anno del corso di laurea.
Programma dei webinar

Guida alla scelta degli indirizzi del nuovo ordinamento del CdLM in Farmacia

Referente: Vincenzo Calderone

Il laureato in CTF nel settore R&D

ReferenteTiziano Tuccinardi

Realizzazione di una banca dati di settore per l’inquadramento di materie prime e derivati a base di piante officinali mediante catalogazione di dati etno-botanico-farmaceutici

ReferenteAlessandra Bertoli
Considerando la moderna filiera di trasformazione e mercato attuale delle materie prime vegetali e loro derivati, l’attività di progetto sarà basata sul trasferimento di una metodologia di ricerca, selezione e gestione del dato etno-botanico-farmaceutico al fine di trasferire allo studente tirocinante/tesista un linguaggio tecnico-scientifico di settore legato sia al job placement che alla ricerca multidisciplinare.

Basandosi su proposte per attivita’ di tirocini curriculari e/o tesi, il progetto si propone il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • realizzazione di una banca dati di tipo etno-botanico-farmaceutico riguardante una selezione di specie vegetali di interesse industriale utilizzabile sia a scopo didattico-professionalizzante che come interfaccia multidisciplinare;
  • prodotti didattici video-fotografici stabili e fruibili su piu’ corsi di studio del nostro Ateneo basati sulla gestione del campione di riferimento botanico legato a materie I vegetali di attuale

 

In occasione della conclusione del primo triennio di vita dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari (CNUPP), venerdì 7 maggio alle ore 15 si tiene un seminario dal titolo "Il diritto agli studi universitari in carcere: tre anni di esperienza della cnupp e prospettive", in cui i temi oggetto del lavoro degli Atenei aderenti alla Conferenza saranno affrontati sotto diversi punti di vista e con le voci più autorevoli del panorama nazionale.

Scarica il programma

L'Università di Pisa aderisce alla Conferenza per l’impegno che persegue dal 2003 presso la Casa Circondariale Don Bosco di Pisa, sede del Polo Universitario Penitenziario.

La realtà dei PUP italiani, iniziata più di 20 anni fa a Torino e replicata, pur con differenze locali, in numerose altre sedi universitarie, coinvolge attualmente quasi 40 atenei che operano in oltre 80 istituti penitenziari

Nell’anno accademico in corso sono 1.034 gli studenti detenuti iscritti, dei quali 109 (10,5%) si trovano in regime di esecuzione penale esterna, 549 (53,1%) scontano una pena in carcere in circuiti di media sicurezza, 355 (34,3%) in alta sicurezza, e 21 (2,1%) in regime 41bis. Le studentesse sono 64, quindi il 6,2% del totale degli studenti.

Nel primo triennio di vita della CNUPP gli atenei aderenti con studenti attivi sono passati da 27 nel 2018-19 a 32 nel 2020-21 (incremento del +18,5%); gli Istituti Penitenziari in cui operano i PUP da 70 a 82 (incremento +17,1%); il numero di studenti iscritti da 796 a 1034 (incremento +29,9%). Tra questi dati spicca il notevole incremento della componente femminile, che passa da appena 28 studentesse nel 2018-19 a 64 nel 2020-21, quindi un incremento del +128,6%.

Sono impegnati oggi 196 dipartimenti universitari, che corrispondono al 37% dei dipartimenti presenti nei 32 atenei coinvolti.

896 sono gli studenti iscritti a corsi di laurea triennale (87%), mentre137 frequentano corsi di laurea magistrale (13%). Le aree disciplinari più frequentate dagli studenti in regime di detenzione sono quella politico-sociale (25,4%) seguita dall’area artistico-letteraria (18,6%), area giuridica (15,1%), area agronomico-ambientale (13,7%), area psico-pedagogica (7,4%), area storico-filosofica (7,3%), area economica (6,5%) e altre aree (6%).

L’Università di Pisa è impegnata con i propri docenti e tutor, e grazie all’insostituibile ruolo svolto dal Volontariato Penitenziario, a sostenere nello studio circa 60 studenti detenuti, presso gli istituti di Pisa, Livorno, Volterra e Porto Azzurro.

La costituzione della CNUPP ha permesso agli Atenei impegnati a garantire il diritto agli studi universitari per le persone private della libertà personale di agire in maniera coordinata e interloquire ad una voce sia con il sistema universitario sia con quello penitenziario.

Le interazioni avviate con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in particolare con la Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP, competente per le attività formative, ha permesso di siglare nel settembre del 2019 un protocollo d’intesa che definisce le modalità per il confronto permanente tra CNUPP e DAP. A breve saranno emanate delle linee guida condivise per regolamentare le attività di studio universitario all’interno degli istituti penitenziari italiani.

La costituzione della CNUPP permette inoltre ai referenti delle singole università di confrontarsi continuamente su varie problematiche, scambiarsi buone pratiche, rivolgere istanze al DAP su singole situazioni, e affrontare problematiche complesse come, ad esempio, i disagi dovuti ai trasferimenti dei detenuti studenti universitari da un istituto penitenziario ad un altro. In questi casi la CNUPP funge da network interconnesso, in cui docenti e uffici amministrativi collaborano tra loro e con l’Amministrazione Penitenziaria per facilitare il trasferimento degli studenti da un ateneo ad un altro.

La CNUPP è quindi un esempio di rete istituzionale (universitaria) e interistituzionale (nell’interazione con l’Amministrazione Penitenziaria) promossa da Università pubbliche che ritengono doveroso onorare il proprio ruolo garantendo l’accesso e lo svolgimento degli studi universitari anche a persone private della libertà, che in questo modo esercitano un loro diritto costituzionale. Non solo gli atenei, ma anche singoli docenti, amministrativi e tutor svolgono la loro attività nell’ambito dei rispettivi ruoli istituzionali e della missione inclusiva che è propria delle Università.

Obiettivi della CNUPP nel prossimo futuro sono quelli di migliorare la qualità della formazione delle persone detenute impegnate in percorsi di studio universitario anche attraverso modelli didattici innovativi (è in corso una prima sperimentazione per adottare strumenti per la didattica a distanza anche oltre la pandemia), di migliorare le performances degli studenti (diminuzione degli abbandoni, incremento degli esami sostenuti e dei laureati), di lavorare al raccordo tra istruzione secondaria superiore all’interno degli Istituti e Università.

Impegni sono inoltre previsti sul fronte della formazione del personale dell’Amministrazione Penitenziaria (polizia penitenziaria e operatori dell’area trattamentale), nonché sullo sviluppo di attività di ricerca sulle problematiche carcerarie.

Percorsi sinergici con l’Amministrazione Penitenziaria possono consentire di trasformare la detenzione da un tempo “sospeso” ad un periodo fecondo, in cui il cittadino condannato possa intraprendere, se lo desidera, percorsi formativi anche di alto livello che gli consentano di investire sul proprio capitale umano, strumento indispensabile per ridurre i rischi di recidiva, con benefici non solo per il singolo ma per tutta la società italiana.

La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e per la più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale.

 

Superare i limiti della didattica a distanza accompagnando gli studenti alla scoperta dell'Ateneo e della città di Pisa. È questa l'idea venuta al professor Gionata Carmignani, docente di Ingegneria economico-gestionale e presidente del Consiglio aggregato di Ingegneria gestionale al Dipartimento di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni dell'Università di Pisa.

"A marzo – spiega – ho iniziato l'insegnamento di Economia e organizzazione aziendale al corso di laurea triennale in Ingegneria biomedica, frequentato da più di 130 studenti al primo anno e in gran parte provenienti da fuori della Toscana. Ho quindi pensato che molti di loro non avevano avuto modo di frequentare i luoghi dell'Ateneo e non erano nemmeno mai stati a Pisa". Il professore si è così attrezzato con tablet in mano e webcam accesa e, al termine delle lezioni, ha guidato i suoi studenti in una serie di "visite" all'interno dell'Ateneo e in città. I ragazzi hanno potuto vedere la sede, le aule e le strutture di Ingegneria e i laboratori del Centro Piaggio, dialogando con i docenti incontrati lungo il tragitto; hanno poi goduto della vista dei lungarni fino a Palazzo alla Giornata, dove hanno potuto salutare il rettore Palo Mancarella e il prorettore alla Didattica, Marco Abate. Infine, mercoledì 5 maggio sono andati alla scoperta del centro di Pisa, finendo con il più classico dei giri in Piazza dei Miracoli e sotto la Torre.

"Gli studenti – conclude il professor Carmignani – hanno accolto molto positivamente l'iniziativa, restando spesso collegati per i tour 'virtuali' e partecipando attivamente alle visite. I ragazzi hanno così potuto conoscere, oltre agli argomenti delle lezioni, le persone, le sedi e le strutture dell'Ateneo e della città, quelle stesse che speriamo presto possano tornare ad accoglierli di persona".

Con l'arrivo imminente della stagione delle gare, per l'E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa è tempo di testare la vettura su strada. Quest’anno i ragazzi e i ragazzi della scuderia Unipi hanno a disposizione una “pista” particolare, quella del parcheggio di via Paparelli, un luogo della città molto ampio che garantisce lo spazio necessario allo svolgimento ideale dei test.

Tutte le domeniche dalle ore 9 alle 17, fatta eccezione per i giorni in cui ci saranno eventi particolari, l’E-Team potrà verificare nell’ampio spazio concesso dal Comune di Pisa le reali capacità e i limiti delle sue due vetture: verranno effettuate delle prove dinamiche, che consistono in percorsi di accelerazione e slalom e i risultati e i dati raccolti serviranno a modificare le caratteristiche delle macchine, come l’assetto e le mappe del motore.

Ricordiamo che nella prossima stagione di gare l’E-Team gareggerà con due vetture differenti, una Combustion e una Driverless, per cui oltre ai tradizionali test sulle performance verranno effettuati quelli per verificare il corretto funzionamento del LIDAR e della ZED Camera, che servono alla vettura priva di pilota per calcolare la distanza dagli oggetti circostanti ed effettuare la raccolta dati.

“Vogliamo ringraziare l’assessore Paolo Pesciatini e il consigliere comunale Giovanni Pasqualino per aver accolto le nostre richieste e averci concesso l’autorizzazione a utilizzare uno spazio così ampio – dicono i ragazzi – Gli anni scorsi, in questa prima fase di prove, la vettura veniva testata negli spazi offerti dall’Università, come quello dell’ex-INFN a San Piero a Grado (che ora viene utilizzati per altri tipi di test), ma quest’anno avremo la possibilità di fare le nostre prove in una pista molto grande”.

L'accordo, già valido per la stagione 2019/2020, era rimasto in sospeso a causa della pandemia che ha interrotto, tra tante, anche l'attività della Squadra. “A confermare il tutto è stato il comandante Alberto Messerini della Polizia Municipale di Pisa, grazie al quale in futuro si svolgeranno diversi eventi per coinvolgere i cittadini e avvicinarli al progetto con cui noi studenti cerchiamo di portare in alto il nome dell'Università e della città di Pisa”, concludono i ragazzi.

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