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Comunicati stampa
Venerdì, 17 Maggio 2024 08:53

Il Matteotti racconta Matteotti

Pisa - Al teatro Lumiere sabato 25 maggio è in programma un 'racconto' di Giacomo Matteotti particolare. Protagonisti studentesse e studenti dell'istituto alberghiero Matteotti di Pisa che replicheranno – questa volta con una rappresentazione aperta a tutta la cittadinanza – la performance andata in scena, a scuola, lo scorso 23 febbraio nell’ambito delle iniziative per le celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti promosse dal Comitato nazionale e dal CIDIC-Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura dell'Università di Pisa.

Alle ore 10, sul palco del cinema Lumiere di vicolo del Tidi, ragazze e ragazzi delle classi quinte rappresenteranno l’ala destra e l’ala sinistra presente in Parlamento la mattina del 30 maggio 1924. Agli studenti il compito di portare in scena anche il dolore di Velia, amatissima moglie di Giacomo.

 

L’ingresso è libero e gratuito.

In scena:

Giacomo Matteotti: Emiliano Foresti

Velia Titta Matteotti: Serena Craba

Narratrice: Eleonora Carta

Accompagnamento musicale: Biatris Grab

 

“Il Matteotti racconta Matteotti”, questo il titolo dell’iniziativa, vedrà protagonisti gli studenti dell’Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione di via Garibaldi, coordinati dalla professoressa Alessandra Racioppoli: “Siamo soddisfatti della risonanza ottenuta con la rappresentazione del 23 febbraio e siamo orgogliosi che i nostri ragazzi non abbiano smesso di mostrare entusiasmo e serietà. La loro passione ha incoraggiato anche noi insegnanti ad andare avanti. Crediamo molto in loro e nelle loro potenzialità"

"La vita, l’opera e la testimonianza di Giacomo Matteotti sono un patrimonio prezioso ancora oggi per tramandare – queste le parole del professor Saulle Panizza, Direttore Cidic - un esempio assoluto di valore civico e fede democratica. Qui sta il senso di questa nuova iniziativa, che si aggiunge alla mostra e agli eventi organizzati nel mese di febbraio. Un'occasione di riflessione ulteriore con i ragazzi, gli studenti, le nuove generazioni al centro e aperta alla città”.

 

 

 

Per la prima volta sarà possibile rendere potabile l’acqua contaminata da arsenico grazie ad una innovativa membrana. La notizia arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Water (della collana Nature Portfolio) e realizzata dall’ateneo pisano in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR.

La chiave di tutto è in un “monomero”, cioè una molecola che può essere incorporata in un polimero, che è stato sintetizzato nel gruppo “Liquidi Ionici” del Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano formato dai professori Christian Silvio Pomelli e Lorenzo Guazzelli. In particolare, la struttura del monomero è stata ispirata dal modo in cui l’arsenico interagisce con le proteine negli esseri viventi.

“Abbiamo incorporato il monomero all’interno di una membrana polimerica con cui sono stati realizzati i filtri che, a livello di laboratorio, si presentano come dei dischetti porosi attraverso i quali viene filtrata l’acqua – dice Lorenzo Guazzelli - Rispetto ad ogni altro sistema esistente, questa particolare membrana è in grado di rimuovere selettivamente l’arsenico senza privare l’acqua di altri sali fondamentali. L’acqua così filtrata non viene demineralizzata e diventa quindi potabile e direttamente adatta per il consumo umano”.


L’arsenico è uno degli elementi più tossici presenti in natura ed è stato classificato cancerogeno di classe 1 dall’OMS, che ne ha anche stabilito il limite massimo accettabile nelle acque potabili in 10 microgrammi per litro (μg/L). La contaminazione di fiumi e laghi può dipendere dall’inquinamento o avere cause naturali, specie nelle aree vulcaniche dove le acque passano su rocce che rilasciano questo elemento chimico. I bacini del Gange e del Brahmaputra in India sono fra le regioni più vaste del pianeta interessate da questo problema. Ma l’acqua contaminata da arsenico è un problema anche in Italia e, per esempio, riguarda quasi un milione di persone fra Toscana e Lazio.

“Dal punto di vista chimico l’arsenico si presenta in diverse forme – dice Christian Silvio Pomelli - la membrana sviluppata nell’ambito del nostro studio si è dimostrata particolarmente efficace anche nei confronti dell’arsenico III o arsenito, che in generale è anche la forma più difficile da rimuovere e la più tossica”.

L’arsenico è uno dei dieci contaminanti con il maggior impatto ambientale secondo la World Health Organization. La disponibilità di acqua potabile di buona qualità è sempre di più un tema all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. La ricerca che ha portato alla realizzazione della membrana è iniziata nel 2017 ed è andata estendendosi negli anni anche per la necessità di coordinare i tanti ricercatori sparsi in diversi continenti. Per affrontare la questione a livello globale, la collaborazione è stata infatti estesa in campo internazionale arrivando ad assemblare un gruppo di lavoro di dimensione planetaria. Per l’Italia, oltre all’Università di Pisa, hanno collaborato il professore Bartolo Gabriele e la professoressa Raffaella Mancuso del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria, e il gruppo di ricerca di Alberto Figoli e Francesco Galiano dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR di Rende (CS).

L’articolo pubblicato su Nature Water è dedicato alla memoria della professoressa Cinzia Chiappe (1960-2019), fondatrice del gruppo “Liquidi Ionici” e figura importante nel campo della Green Chemistry in campo italiano ed internazionale.

 

Per la prima volta sarà possibile rendere potabile l’acqua contaminata da arsenico grazie ad una innovativa membrana. La notizia arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Water (della collana Nature Portfolio) e realizzata dall’ateneo pisano in collaborazione con l’Università della Calabria e l’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR.

La chiave di tutto è in un “monomero”, cioè una molecola che può essere incorporata in un polimero, che è stato sintetizzato nel gruppo “Liquidi Ionici” del Dipartimento di Farmacia dell’Ateneo pisano formato dai professori Christian Silvio Pomelli e Lorenzo Guazzelli. In particolare, la struttura del monomero è stata ispirata dal modo in cui l’arsenico interagisce con le proteine negli esseri viventi.

“Abbiamo incorporato il monomero all’interno di una membrana polimerica con cui sono stati realizzati i filtri che, a livello di laboratorio, si presentano come dei dischetti porosi attraverso i quali viene filtrata l’acqua – dice Lorenzo Guazzelli - Rispetto ad ogni altro sistema esistente, questa particolare membrana è in grado di rimuovere selettivamente l’arsenico senza privare l’acqua di altri sali fondamentali. L’acqua così filtrata non viene demineralizzata e diventa quindi potabile e direttamente adatta per il consumo umano”.

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Da sinistra, Christian Silvio Pomelli e Lorenzo Guazzelli



L’arsenico è uno degli elementi più tossici presenti in natura ed è stato classificato cancerogeno di classe 1 dall’OMS, che ne ha anche stabilito il limite massimo accettabile nelle acque potabili in 10 microgrammi per litro (μg/L). La contaminazione di fiumi e laghi può dipendere dall’inquinamento o avere cause naturali, specie nelle aree vulcaniche dove le acque passano su rocce che rilasciano questo elemento chimico. I bacini del Gange e del Brahmaputra in India sono fra le regioni più vaste del pianeta interessate da questo problema. Ma l’acqua contaminata da arsenico è un problema anche in Italia e, per esempio, riguarda quasi un milione di persone fra Toscana e Lazio.

“Dal punto di vista chimico l’arsenico si presenta in diverse forme – dice Christian Silvio Pomelli - la membrana sviluppata nell’ambito del nostro studio si è dimostrata particolarmente efficace anche nei confronti dell’arsenico III o arsenito, che in generale è anche la forma più difficile da rimuovere e la più tossica”.

L’arsenico è uno dei dieci contaminanti con il maggior impatto ambientale secondo la World Health Organization. La disponibilità di acqua potabile di buona qualità è sempre di più un tema all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. La ricerca che ha portato alla realizzazione della membrana è iniziata nel 2017 ed è andata estendendosi negli anni anche per la necessità di coordinare i tanti ricercatori sparsi in diversi continenti. Per affrontare la questione a livello globale, la collaborazione è stata infatti estesa in campo internazionale arrivando ad assemblare un gruppo di lavoro di dimensione planetaria. Per l’Italia, oltre all’Università di Pisa, hanno collaborato il professore Bartolo Gabriele e la professoressa Raffaella Mancuso del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria, e il gruppo di ricerca di Alberto Figoli e Francesco Galiano dell’Istituto per la Tecnologia delle Membrane del CNR di Rende (CS).

L’articolo pubblicato su Nature Water è dedicato alla memoria della professoressa Cinzia Chiappe (1960-2019), fondatrice del gruppo “Liquidi Ionici” e figura importante nel campo della Green Chemistry in campo italiano ed internazionale.

 

Sono state 150 le candidature ai colloqui di lavoro per 49 posizioni aperte che giovani studenti, laureati e laureate dell’Università di Pisa hanno potuto effettuare con i rappresentanti di 11 aziende del settore cartario nel corso del “Paper Day”, la giornata organizzata dal Career Service di Ateneo nel Palazzo della Sapienza e nata dalla collaborazione con Confindustria Toscana Nord, l’associazione degli industriali di Lucca, Pistoia e Prato. All’iniziativa hanno partecipato oltre 90 giovani che nella mattinata, dopo i saluti della delegata del rettore per le attività di orientamento Laura Elisa Marcucci, hanno potuto assistere alle presentazioni delle aziende moderate da Marco Frosolini, presidente del corso di laurea magistrale in Tecnologia e produzione della carta e del cartone. 

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Le industrie che hanno aderito all’iniziativa (Cartiere Carrara, Essity, Fosber, Gambini, Lucart, Sofidel, Toscotec, Valmet, Wepa Italia, Celli e Andritz) hanno potuto raccontare se stesse, la propria produzione e i fabbisogni occupazionali e, nel pomeriggio, presso gli stand aziendali, hanno potuto dialogare e svolgere i colloqui conoscitivi con studenti, laureate e laureati. 

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“L'Università di Pisa, attraverso il Career Service, persegue costantemente l'obiettivo di creare rapporti sinergici con il mondo delle imprese e offrire alla comunità studentesca e a chi ha da poco conseguito il titolo nel nostro Ateneo concrete opportunità di orientamento e placement – ha commentato la professoressa Laura Elisa Marcucci – Il Paper Day rappresenta un tassello fondamentale di questo percorso. Mettere in contatto diretto i nostri giovani talenti con le eccellenze produttive del territorio in un settore strategico come l'industria cartaria significa fornire loro strumenti preziosi per costruire consapevolmente il proprio futuro professionale”.

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“L’esperienza del corso di laurea magistrale in “Tecnologia e produzione della carta e del cartone”, tenuto in lingua inglese da professori e manager professionisti del settore, ci insegna quanto sia importante costruire sinergie tra l’università e il mondo delle aziende – ha aggiunto il professor Marco Frosolini – Chi consegue la laurea ha già contatti diretti con il mondo del lavoro e giornate di orientamento come quella di oggi servono a rafforzare ancora di più la collaborazione con quel settore. L’industria cartaria è un’industria moderna, che si evolve, che ha molta attenzione al sociale e alle questioni ambientali e che sa raccogliere le sfide delle tecnologie più avanzate. Per i nostri giovani è un settore che offre grandi opportunità”.

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Da sinistra: Antonella Magliocchi, responsabile del Career Service di Ateneo, Laura Elisa Marcucci, delegata del rettore per le attività di orientamento, e Chiara Galletti, delegata del rettore per le relazioni industriali.

“All’Università di Pisa va il nostro ringraziamento per aver aperto ai giovani una finestra sul mondo della carta – ha commentato Tiziano Pieretti, vicepresidente Confindustria Toscana Nord e presidente della Sezione Carta e Cartotecnica – Abbiamo cercato di rispondere alle loro curiosità presentandoci, come imprese del distretto, per illustrare aspetti della nostra produzione che non sono mai abbastanza conosciuti, anche in termini di nuove professionalità necessarie al comparto, molte delle quali orientate alla sostenibilità e all'innovazione. Di sicuro, parlare con laureandi o giovani laureati è una preziosa opportunità che non si conclude con la giornata odierna, ma confidiamo possa proseguire ed ampliarsi diventando un attore costante".

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Lo staff del Career Service di Ateneo.

La giornata si è chiusa con una tavola rotonda sul tema “Competenze, nuovi profili professionali e scenari di sviluppo. Confronto tra aziende, associazioni e università” a cui hanno partecipato, oltre a Marco Frosolini e Tiziano Pieretti, anche Chiara Galletti, delegata del rettore per le relazioni industriali, e Simone Giangrandi, responsabile Area Ricerca e Innovazione - Lucense - Distretto Tecnologico Cartario di Regione Toscana.

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Nei giorni 16, 17 e 18 maggio 2024 si terranno gli incontri di orientamento rivolti agli studenti di Medicina del 5° e 6° anno per la scelta della scuola di specializzazione dell’area Medica.

Leggi i dettagli: https://www.med.unipi.it/index.php/2024/04/23/orientamento-scuole-di-specializzazione-di-area-medica/ 

Il Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace, all'interno della sua Scuola triennale Formatori e Formatrici, organizza al Convento di San Cerbone a Massa Pisana (Lucca) venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 giugno il corso di formazione residenziale dal titolo  "Teambuilding e Outdoor Training".

Il corso ha una durata complessiva di 16 ore. E' destinato a chi, nel proprio contesto professionale, lavora con gruppi o singoli in apprendimento o crescita personale (quali insegnanti, formatori o formatrici, educatori/trici, counselor, coach, ecc.), ma costituisce un’occasione di apprendimento o di aggiornamento per chiunque si trovi, nel proprio contesto professionale o associativo, a interagire con colleghi/e o gruppi di lavoro.

Nel primo modulo, tenuto da Francesca Casini, saranno proposti brevi input teorici accompagnati da una parte prevalente di attività ludico-esperienziali, mirate a creare una cultura inclusiva all’interno del team, a far crescere il senso di appartenenza e a sviluppare relazioni interpersonali positive. Sarà verificato sperimentalmente come i team inclusivi, oltre a essere produttivi e creativi, tendono a essere trasparenti, solidali e felici, perché tutti/e i/le loro partecipanti sentono di essere accettati/e e accolti/e.
Guarda il video di presentazione del primo modulo

Nel secondo modulo, tenuto da Paolo Carnicelli, sarà possibile constatare in cosa consiste la formazione Outdoor e in quali modi viene declinata, sia in Italia che all’estero, per comprendere quali attenzioni e competenze servono per creare esperienze riccamente formative e allo stesso tempo piacevoli, nonché dalla sicurezza garantita.
Il corso è aperto a tutti/e coloro che desiderano scoprire e rafforzare le competenze personali e relazionali, da utilizzare nella propria vita privata o professionale.
Guarda il video di presentazione del secondo modulo

 

-->Per info sul corso, bando, programma, calendario, costi e modalità d'iscrizione, vai al link: https://cisp.unipi.it/formazione/i-corsi-della-scuola/corso-teambuilding-e-outdoor-training/ 

Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 28 maggio 2024.
Quote ridotte per chi si iscrive entro martedì 21 maggio 2024.
Quote agevolate riservate al personale Unipi.

Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

In uso fino a pochi decenni fa per separare la paglia dal grano in moltissimi paesi Mediterranei, dalla Turchia fino alla Spagna, la slitta da trebbiatura avrebbe fatto la sua comparsa in Grecia già nel 6500 a.C. A dirlo è uno studio recente condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Pisa, che applicando metodi analitici avanzati alle industrie in selce, tra cui la microscopia confocale, sono stati in grado di tracciare l'adozione precoce di tale tecnologia e l'adattamento di quello che può essere considerato tra i primi macchinari agricoli in Europa.

La ricerca, svolta all’interno di vari progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea, dall’Italia e la Spagna e guidata dall'Università di Pisa, in collaborazione con il CSIC in Spagna e l'Università Aristotele di Salonicco, anticipa così i precedenti record di tale tecnologia in Europa di almeno 3.000 anni, fornendo nuove intuizioni sulle innovazioni tecnologiche delle società neolitiche.

"Da anni lavoriamo per ricostruire le vie e i meccanismi di diffusione dell'agricoltura dal Vicino Oriente al resto del Mediterraneo - spiega il professor Niccolò Mazzucco dell'Università di Pisa, ricercatore principale del lavoro - Scoprire i processi di innovazione tecnologica e come sono state introdotte nuove macchine è fondamentale per ricostruire i sistemi tecnologici del passato. L'uso della slitta da trebbiatura, anche nota con il termine romano tribulum, permette di aumentare notevolmente la quantità di grano lavorato e di accelerarne la lavorazione. In passato, si riteneva che questa innovazione fosse legata alla nascita dei primi stati, ma il nostro studio dimostra che il suo primo uso è assai più antico"

"Negli ultimi anni - aggiunge Mazzucco – sono emerse sempre maggiori evidenze che i primi animali domestici non fossero usati esclusivamente come fonte alimentare, ma anche come forza lavoro. E le slitte da trebbiatura rientrano proprio in un più ampio processo d’innovazione tecnologica che coinvolge l’uso degli animali in questo senso. L'analisi dettagliata dei ritrovamenti archeologici e l'uso di metodologie avanzate aggiungono, così, un capitolo cruciale alla storia dello sviluppo agricolo, e sottolineano come il Neolitico fu un periodo di significativo avanzamento tecnologico”.

“Tutto ciò - conclude il ricercatore - ci permette ora di inquadrare meglio le dinamiche di sviluppo delle prime società agricole europee, di comprendere come ebbe luogo la diffusione delle tecnologie agricole e di valutare il loro impatto sulla struttura sociale e sull'economia del tempo".

I risultati dello studio coordinato dall’Università di Pisa, presentati nell'ultimo numero della rivista Journal of Archaeological Science: Reports, dimostrano così che il settore agricolo fu terreno d’innovazione tecnologica sin dalla Preistoria e solleva questioni significative sulla trasmissione delle conoscenze tecnologiche tra le diverse regioni del Mediterraneo. Ciò che fino a qualche decennio fa era considerato un'innovazione tardiva, oggi si dimostra essere, infatti, una pratica esistente sin dalle prime fasi del Neolitico in Europa.

In uso fino a pochi decenni fa per separare la paglia dal grano in moltissimi paesi Mediterranei, dalla Turchia fino alla Spagna, la slitta da trebbiatura avrebbe fatto la sua comparsa in Grecia già nel 6500 a.C. A dirlo è uno studio recente condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Pisa, che applicando metodi analitici avanzati alle industrie in selce, tra cui la microscopia confocale, sono stati in grado di tracciare l'adozione precoce di tale tecnologia e l'adattamento di quello che può essere considerato tra i primi macchinari agricoli in Europa.

La ricerca, svolta all’interno di vari progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea, dall’Italia e la Spagna e guidata dall'Università di Pisa, in collaborazione con il CSIC in Spagna e l'Università Aristotele di Salonicco, anticipa così i precedenti record di tale tecnologia in Europa di almeno 3.000 anni, fornendo nuove intuizioni sulle innovazioni tecnologiche delle società neolitiche.

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"Da anni lavoriamo per ricostruire le vie e i meccanismi di diffusione dell'agricoltura dal Vicino Oriente al resto del Mediterraneo - spiega il professor Niccolò Mazzucco dell'Università di Pisa, ricercatore principale del lavoro - Scoprire i processi di innovazione tecnologica e come sono state introdotte nuove macchine è fondamentale per ricostruire i sistemi tecnologici del passato. L'uso della slitta da trebbiatura, anche nota con il termine romano tribulum, permette di aumentare notevolmente la quantità di grano lavorato e di accelerarne la lavorazione. In passato, si riteneva che questa innovazione fosse legata alla nascita dei primi stati, ma il nostro studio dimostra che il suo primo uso è assai più antico"

"Negli ultimi anni - aggiunge Mazzucco – sono emerse sempre maggiori evidenze che i primi animali domestici non fossero usati esclusivamente come fonte alimentare, ma anche come forza lavoro. E le slitte da trebbiatura rientrano proprio in un più ampio processo d’innovazione tecnologica che coinvolge l’uso degli animali in questo senso. L'analisi dettagliata dei ritrovamenti archeologici e l'uso di metodologie avanzate aggiungono, così, un capitolo cruciale alla storia dello sviluppo agricolo, e sottolineano come il Neolitico fu un periodo di significativo avanzamento tecnologico”.

“Tutto ciò - conclude il ricercatore - ci permette ora di inquadrare meglio le dinamiche di sviluppo delle prime società agricole europee, di comprendere come ebbe luogo la diffusione delle tecnologie agricole e di valutare il loro impatto sulla struttura sociale e sull'economia del tempo".

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I risultati dello studio coordinato dall’Università di Pisa, presentati nell'ultimo numero della rivista Journal of Archaeological Science: Reports, dimostrano così che il settore agricolo fu terreno d’innovazione tecnologica sin dalla Preistoria e solleva questioni significative sulla trasmissione delle conoscenze tecnologiche tra le diverse regioni del Mediterraneo. Ciò che fino a qualche decennio fa era considerato un'innovazione tardiva, oggi si dimostra essere, infatti, una pratica esistente sin dalle prime fasi del Neolitico in Europa.

Martedì 21 maggio, alle ore 9.00, presso l'Aula A0 del Polo Piagge, avrà luogo l'Open Day 2024 dedicato alle Lauree Magistrali in Scienze Politiche.

In allegato il programma completo dell'evento.

Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Al via la seconda edizione di Converging Skills, l’evento dell’Università di Pisa lanciato un anno fa per proporre un dialogo sul ruolo dell’università come motore di sviluppo e della valorizzazione delle conoscenze come traino per l’economia e l’innovazione. Quest’anno si terrà il 21 e il 22 maggio al Polo delle Benedettine (in piazza San Paolo a Ripa d’Arno, 16 a Pisa). Molti gli ospiti e i relatori tra imprenditori, investitori e startupper. Grande attesa per il via ufficiale di Start Attractor così come per Start Pitch, la sfida per start-up che avranno pochi minuti per presentare le proprie proposte innovative.

“L’università di Pisa continua a investire sulla valorizzazione delle conoscenze per promuovere un ecosistema sostenibile per la crescita culturale, sociale ed economica”, spiega il rettore dell’ateneo pisano Riccardo Zucchi. Un modello che punta alla costruzione di un “sistema Pisa” con l’università al centro. “Ne trarrà beneficio tutta la comunità universitaria: gli studenti che avranno maggiori opportunità, e i docenti che avranno un supporto per le loro relazioni con le imprese”.

L’idea è di dotare l’ateneo pisano di una struttura esterna per favorire le attività di trasferimento tecnologico. “Guardiamo al contesto nazionale e internazionale - prosegue Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa - I paesi dell’Europa occidentale, e in particolare l’Italia, continuano a perdere colpi rispetto a Stati Uniti e Asia, perché innovano poco e di conseguenza hanno una bassa crescita della produttività e del PIL pro capite. Ma le imprese da sole non bastano: in questa fase storica le università devono ampliare il loro ruolo di supporto all’innovazione. Start Attractor è lo strumento che stiamo costruendo per rendere più efficace la collaborazione con il mondo delle imprese, del lavoro e degli investitori”. La sfida è di favorire il trasferimento delle competenze e dei risultati della ricerca scientifica dall’università alle aziende, per favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali e sostenere nell’innovazione quelle già presenti.

In occasione di Converging Skills saranno svelati i partner che si sono uniti all’Università di Pisa per far fiorire Start Attractor: la firma avverrà in un momento ufficiale il 21 maggio alle 12.30.

Start Attractor è diverso dagli altri incubatori di cui si stanno dotando le università. “Start Attractor è una comunità internazionale e inclusiva disegnata per attrarre capitali e talenti - spiega Corrado Priami, prorettore alla valorizzazione delle conoscenze e suo impatto dell’Università di Pisa – e segue modelli di successo già sperimentati in altri parti del mondo, adattati al nostro contesto locale e nazionale”. Start Attractor è stato lanciato nel 2023, ma, prosegue Priami, “quest’anno entriamo nel vivo delle attività selezionando con Start Pitch i vincitori che per primi fruiranno dei suoi servizi. È un momento importante: come in tutte le comunità, si cresce insieme interagendo costruttivamente”.

Ed ecco dunque Start Pitch Pisa: un premio per il miglior progetto di ricerca valorizzabile mediante un’idea di business e per la start-up con il miglior potenziale.

In meno di un mese di apertura del bando, sono state ricevute 32 candidature di altissimo livello provenienti da Pisa, Roma, Milano, Bari, Bologna, Viterbo, Torino… su temi di Med-tech, Digital Health, Deep-Tech, Pharma-tech, Agri-tech. Per la fase finale ne sono state selezionate dodici. E durante Coverging Skills i dodici finalisti avranno cinque minuti per esporre la propria idea, seguiti da cinque minuti di domande e risposte. Al termine della sfida una giuria sceglierà i migliori nelle due categorie: per loro il premio consisterà in servizi di accompagnamento e networking forniti da Start Attractor per un valore rispettivamente di 5000 euro e di 7000 euro.

Start Pitch Pisa si terrà il 22 maggio tra le 11.00 e le 13.00 ed è, come tutto il convegno, aperto al pubblico.

 

Per la stampa:

È possibile richiedere un accredito stampa e prenotarsi per interviste.

Tutte le info all’indirizzo https://convergingskills.unipi.it/.
La newsroom, con i precedenti comunicati, le interviste video agli ospiti, e tutto il materiale utile per la stampa, che verrà caricato anche nel corso dell’evento, si trova qui: https://convergingskills.unipi.it/newsroom/.
Per informazioni dedicate alla stampa: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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