Spettacolo "Cajka 7050 - La prima cosmonauta"
Giovedì 7 novembre alle 19, al Teatro S. Andrea in via del Cuore, l'associazione Nosodi presenta lo spettacolo Cajka 7050 - La prima cosmonauta.
Da un’idea di Alice Bachi, regia e drammaturgia di Alice Bachi e Alessandro Brucioni.
Grafica e scenongrafia: Maicol Borghi Studio b19.
Con il supporto di No-wan teatro, Nuovo Teatro delle Commedie
Lo spettacolo è organizzato con il contributo finanziario dell’Università di Pisa (rif.1992) per le attività studentesche autogestite.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Cajka 7050 - La prima cosmonauta
Giovedì 7 novembre alle 19, al Teatro S. Andrea in via del Cuore, l'associazione Nosodi presenta lo spettacolo Cajka 7050 - La prima cosmonauta.
Da un’idea di Alice Bachi, regia e drammaturgia di Alice Bachi e Alessandro Brucioni.
Grafica e scenongrafia: Maicol Borghi Studio b19.
Con il supporto di No-wan teatro, Nuovo Teatro delle Commedie
"La vera storia di Valentina Tereshkova, la prima donna ad orbitare intorno alla Terra. Il racconto di una donna forte e singolare, immersa in uno dei più profondi e contraddittori regimi del Novecento. Il racconto di una missione dal finale fortuito con lui luci e soprattutto ombre, in una Russia profondamente mutata."
Lo spettacolo è organizzato con il contributo finanziario dell’Università di Pisa (rif.1992) per le attività studentesche autogestite.
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Due studenti Unipi tra i vincitori del concorso "Analisi e contrasto degli stereotipi di genere" -
Ci sono anche due studenti dell’Università di Pisa tra i dieci vincitori della terza edizione del concorso per tesi di laurea e pubblicazioni scientifiche "Analisi e contrasto degli stereotipi di genere", riservato alle studentesse, agli studenti, alle dottoresse e ai dottori di ricerca delle università toscane. I due ragazzi sono Natalia Margarita Rueda Vallejo, che ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze giuridiche (curriculum di diritto privato) con la tesi "La violencia intrafamiliar como fuente de daño resarcible en Colombia”, e Antonio De Nizza, che si è laureato alla magistrale in "Filologia e Storia dell’antichità” con la tesi "Sulle tracce di Filenide. Letteratura erotica e scrittura femminile nella Grecia antica”.
La cerimonia di premiazione si è svolta nell'Aula Magna dell'Università per stranieri di Siena, alla presenza di Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, Pietro Cataldi, rettore di Unistrasi, e di Rosanna Pugnalini, presidente della commissione regionale Pari Opportunità. Per l’Università di Pisa era presente la professoressa Rita Biancheri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi al dipartimento di Scienze politiche e coordinatrice scientifica del progetto europeo TRIGGER (Trasforming institutions by gendering contents and gaining equality in research) incentrato sullo studio di tematiche di genere.
Giunto alla terza edizione, il concorso è nato dall'impegno della Regione Toscana, della Commissione regionale Pari Opportunità e degli Atenei toscani (Università di Firenze, Pisa e Siena, Scuola Superiore Normale di Pisa, Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant'Anna di Pisa, Università per Stranieri di Siena, Scuola Imt Alti Studi di Lucca) per contrastare e, al tempo stesso, sostenere lo studio del superamento degli stereotipi di genere che possono presentarsi in modi e forme diversi: nei testi scolastici e scientifici, nella comunicazione politica, nella pubblicità e più in generale nei luoghi di lavoro.
"Gli stereotipi di genere - sottolinea Monica Barni – si presentano in modi diversi nella nostra vita quotidiana. È necessario un cambiamento culturale, possibile solo partendo dall'educazione e dalla sensibilizzazione delle giovani generazioni, dai primissimi anni di vita. Per questo motivo è importante anche conoscere a fondo il fenomeno, studiandolo scientificamente. E il concorso, frutto di un accordo della Regione Toscana e della Commissione regionale pari opportunità con i sette atenei toscani, va proprio in questa direzione. Il successo di questa iniziativa ci conforta nel proseguire con il nostro impegno".
Pietro Cataldi, rettore dell'Università per stranieri di Siena, sottolinea l'importanza e il valore di questa iniziativa, "che si prefigge di combattere in modo concreto una delle ferite dalle quali l'umanità fa fatica a liberarsi, la ferita di genere, insopportabile retaggio della società patriarcale. Liberarsene vuol dire ragionare sugli stereotipi che condizionano e viziano i nostri discorsi e la nostra mentalità, sui piccoli gesti simbolici, perché è da questi che poi si sviluppano dinamiche di violenza e di infelicità".
"Vorrei esprimere la mia personale soddisfazione e quella della Commissione pari opportunità della Regione Toscana - afferma Monica Pugnalini - per aver contribuito alla realizzazione del premio. Una soddisfazione legata anche al grande successo del bando, che ha visto arrivare domande di partecipazione anche da fuori regione, e alla levatura delle tesi proposte dagli studenti, che hanno fornito una solida base scientifica per approfondire e contrastare il fenomeno degli stereotipi di genere".
Il concorso ha coperto gli anni accademici 2016-17, 2017-18 e 2018-19 e i giovani che hanno partecipato si sono occupati del tema nelle loro tesi di laurea magistrale da diversi punti di vista e ambiti disciplinari: dalla letteratura, al diritto, alle scienze della formazione, alla psicologia, alla sociologia, all'economia. Premiati cinque studenti dell'Università di Firenze (Letizia Scrobogna, Marta Baroncelli, Camilla Ciappei, Viola Gaba, Francesca Rossini), tre studenti dell'Università di Siena (Debora Aidoo Natasha, Cinzia Moro, Monica Fasitta) e i due dell'Università di Pisa (Natalia Margarita Rueda Vallejo e Antonio De Nizza). Ogni studente riceverà un premio di 1000 euro e i loro lavori, come gli altri anni, andranno ad arricchire la biblioteca regionale di Palazzo Cerretani in piazza dell'Unità a Firenze, dove già esiste una sezione dedicata al contrasto agli stereotipi di genere.
Per i tre anni accademici la Regione ha messo a disposizione 45mila euro. Quest'anno è cresciuto sia il numero delle domande presentate (23), sia la qualità dei lavori - come sottolineato dalla commissione di valutazione -, sia l'interesse: nonostante il regolamento non consenta la partecipazione a studenti di università di altre regioni, alcune domande sono arrivate da fuori Toscana, segno evidente che l'iniziativa ha avuto una eco di respiro nazionale.
Elezione suppletiva nel Senato Accademico - 26 e 27 novembre: i risultati
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Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Berardo Cori
Sabato 12 ottobre è venuto a mancare il professor Berardo Cori, a lungo docente di Geografia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Nato a Iglesias (Cagliari) nel 1938, nel 1973 è stato nominato professore straordinario di Geografia nell’Ateneo pisano, diventando ordinario nel 1976 e insegnando fino al 2010, anno del pensionamento. Dal 1983 al 1986 è stato direttore dell’Istituto di Scienze geografiche e nel 1990 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.
Pubblichiamo qui di seguito un ricordo del professore a firma dei suoi colleghi rappresentanti della disciplina nell’Ateneo pisano.
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Berardo Cori è stato uno dei punti di riferimento della geografia non solo a livello nazionale ma anche internazionale. È stato un maestro per diverse generazioni di ricercatori che hanno studiato geografia a Pisa e in altre sedi universitarie.
Formatosi nella facoltà di Scienze politiche dell’Ateneo pisano e assistente di Geografia economica a Pisa dal 1965, è diventato ordinario giovanissimo, a Padova, nel 1972 e dal 1973 a Pisa, dove ha lavorato per tutta la sua carriera, insegnando Geografia economico-politica e Geografia 2, un esame rivolto a coloro che desideravano specializzarsi e laurearsi nelle materie geografiche. Le sue lezioni erano pacate, chiarissime, sempre molto acute e soprattutto aggiornate. Perché Berardo Cori era un docente che leggeva tantissimo, non solo i lavori dei suoi allievi e allieve o delle persone con cui collaborava, ma anche i libri che gli venivano mandati, le diverse riviste italiane di riferimento, alcuni journals stranieri, a testimonianza di un’apertura internazionale non così diffusa in quegli anni.
Berardo Cori conosceva molto bene i diversi approcci della geografia ed era capace di dare consigli e orientare percorsi di ricerca molto differenziati; è stato infatti per tanti anni il coordinatore di uno dei primi dottorati in geografia in Italia, quello in “Geografia urbana e regionale”, istituito nel 1981, in cui erano consorziate, oltre a quella di Pisa, l’Università di Torino, l’Università di Genova e l’Università di Firenze, a cui si è aggiunta l’Università di Trento, sedi dove operavano altri qualificati esponenti della geografia italiana. Per molti è stato un privilegio frequentare un dottorato che aveva già a quei tempi un’offerta didattica molto solida e dove era possibile condividere direttamente le idee di ricerca con i principali rappresentanti della disciplina. In questo dottorato si sono formate diverse generazioni di geografi che oggi occupano posizioni di rilievo nel sistema accademico italiano e tutti ricordano Berardo con molto affetto e stima, come testimoniato dai tanti messaggi pervenuti in questi giorni da parte degli ex-dottorandi.
Era una persona riservata ma aperta alle relazioni, in grado di comunicare e scrivere facilmente in inglese e francese e di intervenire su una varietà di argomenti, qualità che i suoi allievi e allieve hanno sempre invidiato. Molto apprezzato dal punto di vista scientifico, come dimostrano i diversi riconoscimenti ottenuti in Italia (socio d’onore della Società Geografica Italiana) e gli inviti a intervenire in consessi internazionali, ma allo stesso tempo coinvolto in compiti istituzionali (presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani dal 1984 al 1987) e nella promozione delle attività scientifiche e editoriali nazionali (è stato direttore della Rivista Geografica Italiana), Berardo Cori era pronto al confronto anche vivace e non sempre “allineato” con i collaboratori più giovani, sempre sulla base di relazioni di stima reciproca e di incoraggiamento a perseguire nuove frontiere di ricerca.
Le sue qualità scientifiche e la sua capacità di coordinamento di gruppi di ricerca erano riconosciute da tutti. Tra le numerose attività, si ricorda la collaborazione al progetto sul ruolo delle piccole medie imprese e dei distretti industriali della Fondazione Agnelli alla fine degli anni ’70, a cui hanno partecipato economisti, storici, sociologi, oltre ai geografi, da cui sono nate le riflessioni sul modello di sviluppo della Terza Italia. È stato inoltre uno dei primi geografi italiani a essere coinvolto negli anni ’80 a livello internazionale nella Commissione IGU (International Geographical Union) sui National Settlement Systems, che gli ha permesso di collaborare con i rappresentanti della geografia urbana più affermati a livello mondiale e con i nuovi indirizzi epistemologici ed empirici della disciplina. Molto importanti anche i diversi progetti nazionali (progetti MIUR ex art. 40 corrispondenti agli attuali Prin) e internazionali sul Global Change, sul cambiamento urbano e la pressione antropica nel Mediterraneo, che di fatto hanno anticipato i tempi proponendo riflessioni su problematiche che stanno diventando sempre più rilevanti nel dibattito scientifico e politico attuale.
Sicuramente Berardo Cori ha lasciato un’impronta importante nella scuola geografica italiana e pisana soprattutto per la sua poliedrica preparazione e la diversità di contesti in cui si esprimevano le sue competenze: dai congressi internazionali alle escursioni geografiche con i suoi studenti, dai seminari ai laureandi alla lettura attenta delle carte topografiche, dai commenti precisi agli articoli dei collaboratori ai progetti nazionali e interdisciplinari. Non è stato facile né lo sarà in futuro trasmettere e portare avanti la sua eredità intellettuale, didattica e umana.
Michela Lazzeroni, Enrica Lemmi, Paolo Macchia, Riccardo Mazzanti, Giovanni Pasta, Sergio Pinna, Paola Zamperlin.
Diventare genitori tra sfide e risorse: un convegno alla Scuola Medica
Venerdì 18 ottobre, alle ore 8.30, presso l'Aula Magna della Scuola Medica, in via Roma 55, avrà luogo il convegno internazionale "Diventare genitori tra sfide e risorse", organizzato dalla dottoressa Martina Smorti del Dipartimento di Patologia Chirurgica Medica Molecolare e dell'Area Critica. Il convegno si propone di affrontare i nodi cruciali legati al diventare genitore e vuole approfondire, con l’aiuto di importanti esperti nazionali e internazionali, le condizioni che in situazioni di normalità e di difficoltà segnano il passaggio della coppia alla formazione di una nuova famiglia. Particolare rilievo sarà dato alle nuove sfide che si presentano alle giovani coppie, come esempio l’infertilità o la gravidanza in seguito alla patologia oncologica.
Nel corso della mattina Lucia Carli (Università Milano Bicocca) illustrerà come nasce in una coppia il desiderio di un figlio, Martina Smorti (Università di Pisa) e Franco Baldoni (Università di Bologna) parleranno dei cambiamenti psicologici che affrontano i futuri genitori e Lynne Murray (Università di Reading, UK) approfondirà i fattori di rischio della relazione col figlio per lo sviluppo del bambino. Il pomeriggio invece si approfondiranno le situazioni che possono rendere più problematico il diventare genitori. Francesca Agostini (Università di Bologna) e Lucia Bonassi (ASST Bergamo est) illustreranno il percorso della genitorialità in seguito alla diagnosi di infertilità e in seguito alla patologia oncologica, Peter Cooper (Università di Reading, UK) affronterà il ruolo che la depressione materna ha sullo sviluppo del bambino e Chiara Ionio (Università di Milano Cattolica) tratterà le difficoltà nella costruzione della relazione col bambino nei casi di nascita prematura. La partecipazione al convegno è gratuita e l’evento è aperto alla cittadinanza, ma è necessaria la prenotazione scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..