A Pisa il primo Centro clinico proctologico e del pavimento pelvico
Nasce a Pisa il primo Centro clinico in Italia interamente dedicato alle malattie proctologiche e alle disfuzioni del pavimento pelvico, con uno staff multidisciplinare e multiprofessionale ad alta specializzazione e l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza, standardizzare le procedure, ottimizzare tempo e risorse, ridurre il rischio clinico e fare formazione anche internazionale. Proprio a Pisa si tiene per due giorni (13 e 14 giugno, alla Camera di commercio) l’International masterclass on proctology and pelvic floor diseases con i migliori opinion leaders mondiali del settore da Cina, Korea del Sud, Australia, esperti europei e una selezione di giovani emergenti in collaborazione con Young Siccr-Società italiana di chirurgia colorettale e Young Escp-European society of coloproctology. Questo corso internazionale coincide con la strutturazione in Aoup - dopo anni di esperienza e casistica, applicazioni e tecniche chirurgiche all’avanguardia (standard e robotica) - di un centro clinico che rappresenta una svolta dal punto di vista qualitativo e organizzativo per la cura di queste malattie.
Per patologie proctologiche si intende una vasta gamma di disturbi, per fortuna non gravi, ma che pregiudicano notevolmente la qualità della vita di chi ne è affetto e incidono molto sui costi del servizio sanitario nazionale: emorroidi, ragadi, prolassi, stenosi, fistole, cisti pilonidali, malattie infiammatorie pelviche, tutte nel distretto anale e perianale, stitichezza ostinata, incapacità di trattenere le feci. Inoltre, spesso, a queste patologie si associano problemi urologici e uroginecologici: ritenzione e incontinenza urinaria, prolassi genitali, dolore pelvico cronico, dolore ai rapporti sessuali: in una parola, le disfunzioni del pavimento pelvico di cui soffrono, in Italia, oltre 5,3 milioni di persone (il 10% della popolazione generale adulta) ma solo lo 0,4% cerca terapie specialistiche. Forse anche per disinformazione, la stragrande maggioranza comunque convive con il disturbo, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta sulla qualità della vita, anche sociale.
Un centro clinico di quelli che caratterizzano l’Aoup, ossia uno staff multidisciplinare di professionisti, ciascuno specializzato in uno step terapeutico della stessa patologia, che lavorano tutti insieme in uno stesso luogo fisico, può invece fare la differenza anche in termini di attrattività e quindi contribuire a un’inversione di tendenza dei dati epidemiologici (anche in Toscana soffrono di disturbi del pavimento pelvico più di 336mila persone e sempre solo lo 0,4% cerca un rimedio nella medicina specialistica).
Studi internazionali (Shouldice Hernia Center in Ontario) dimostrano che la concentrazione della casistica in un unico Centro (Focused Hospital) si traduce in riduzione dei costi, incremento dell’efficienza, abbattimento delle liste di attesa, miglioramento dell’efficacia delle cure, aumento della soddisfazione degli utenti, diminuzione delle complicanze.
Il progetto che si sta realizzando in Aoup prevede appunto la strutturazione di un centro dedicato a queste patologie, da trattare con con i setting assistenziali più idonei (week surgery, day surgery e ambulatoriale), ambulatori multispecialistici (chirurgo proctologo, uroginecologo, urologo, gastroenterologo motilista e fisioterapista del pavimento pelvico) e multiprofessionali (medico, infermiere, ostetrico, fisioterapista). Parallelamente sta crescendo l’ambulatorio delle malattie sessualmente trasmesse del pavimento pelvico, dove si aggiungono le figure dell'infettivologo, del dermatologo, del microbiologo e dell’otorinolaringoiatra.
Un settore in cui l’Aoup rappresenta un'eccellenza nazionale ed internazionale (più di 10mila prestazioni in ambito proctologico e del pavimento pelvico e circa 1200 interventi chirurgici l’anno), grazie anche agli ottimi risultati della tecnica robotica, e si appresta a divenire anche punto di riferimento per la formazione e la ricerca, con i corsi e i master universitari già attivi e l’accoglienza di fellows stranieri (Pisa è già centro di formazione della Società italiana di chirurgia, dell’Associazione chirurghi ospedalieri e della Società italiana unitaria di coloproctologia).
Alla conferenza stampa erano presenti: il senatore Pierpaolo Sileri, presidente Commissione igiene e sanità del Senato; il direttore dell’Unità operativa Direzione medica di presidio dell’Aoup Mauro Giraldi; il prorettore per i rapporti con gli enti del territorio dell’Università di Pisa Marco Gesi; il direttore del Dipartimento di Chirurgia generale dell’Aoup Piero Buccianti; il direttore del Centro Clinico proctologico e pavimento pelvico dell’Aoup Gabriele Naldini; il direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e ginecologia 1 dell’Aoup Tommaso Simoncini. (Fonte Ufficio Stampa AOUP).
Signed agreement with the Dominican Republic Minister of Superior Education, Science and Technology
Representatives of the University of Pisa, composed by Francesco Marcelloni, Vice Rector for the International Cooperation and Relationships, Laura Nelli, responsible for the International Promotion Unit and Paola Cappellini, responsible for the International Cooperation Unit, went to Santo Domingo to sign an agreement between the University of Pisa and Dominican Republic Minister of Superior Education, Science and Technology (MESCYT). The representatives were welcomed by Alejandrina German, Minister of MESCYT, Narciso Reyes, Vice Minister of International Relationships of MESCYT, Alba Maria Cabral Peña-Gómez, Dominican Republic Ambassador in Italy and Mario Beccia, Officer of the Italian Embassy in Santo Domingo.
According to the agreement, MESCYT is going to finance twenty scholarships for Dominican students distributed between the academic years 2019-2021 within the Master’s degree programmes in the areas of Agriculture and Veterinary, Engineering, Social Sciences, Mathematics and Physics.
“This agreement – says professor Marcelloni – is one of the results of a constant work carried forward in the last few months to improve our relationships with Latin American countries. Thanks to the activities of the units in charge of the International Promotion and Cooperation of our University, in particular Belkis Hernandez, numerous meetings with Latin American countries embassies have been organized in order to establish links with their Ministers of High Education and their Universities. As for the Dominican Republic, I have to thank the Ambassador Maria Cabral Peña-Gómez, who believed in this agreement from the start and she made it possible thanks to her precious diplomatic work, and Johanne Peña Ariasfrom the Dominican Republic Ambassy in Rome”.
The representatives of the University of Pisa have also met representatives from several Dominican Republic Universities and institutions (Universidad Nacional Pedro Henríquez Ureña, Universidad Iberoamericana, Instituto Tecnológico De Santo Domingo, Instituto Tecnológico De Las Americas, Autoridad Dominicana De Asuntos Marítimos, Sociedad Dominicana De Física and Universidad Católica Tecnológica De Barahona) and signed with them agreements of academic collaboration and discussed future collaborations in several areas, such as Marine Biology, Physics, Engineering, Mathematics, Medicine, Nanotechnologies, Seismology and Tourism.
Professor Marcelloni also held two conferences about Artificial Intelligence, and in particular the automatic extraction of opinions from tweets analysis at the Instituto Tecnológico De Las Americas and the Universidad Nacional Pedro Henríquez Ureña. The meetings have also been an opportunity to promote the educational offer and the excellences of the University of Pisa to the present students.
Avviso di fabbisogno interno "Svolgimento di rilievi e saggi con redazione di elaborati grafici e relazioni tecniche"
Avviso di fabbisogno interno "Supporto al progetto europeo ETER attraverso la estrazione e l’analisi di microdati ed elaborazioni statistiche”
Ateneo e Calearo Antenne: uno sguardo condiviso verso il futuro dei veicoli innovativi
Venerdì 7 giugno si è tenuto il workshop intitolato “ICT Innovation on Vehicular Technology and Applications” organizzato alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa e sponsorizzato dall’azienda vicentina Calearo Antenne SpA, leader nel settore della progettazione e produzione di antenne per applicazioni automotive. Hanno partecipato molte aziende, soprattutto toscane, ricercatori e docenti universitari. Un momento di incontro tra accademia e industria, per condividere la propria visione su veicoli a motore elettrico, auto a guida autonoma, treni ad alta velocità, comunicazioni V2X, 5G e comunicazioni veicolari, e reti di sensori per il controllo attivo dell’aerodinamica.
L’idea del workshop è nata nell’ambito di due progetti PRA (Progetti di Ricerca di Ateneo) finanziati dall’Ateneo pisano: CONCEPT (COmmunication and Networking for vehicular CybEr-Physical sysTems) e E-TEAM (Enabling TEchnologies for smArt vehicles and Mobility), coordinati rispettivamente dal professor Paolo Nepa e dal professor Sergio Saponara, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, uno dei 180 dipartimenti in Italia ad aver ricevuto il titolo di “dipartimento di eccellenza” con il progetto CrossLab.
“Le diverse tematiche coinvolte nella progettazione e nello sviluppo dei veicoli del futuro impongono una stretta collaborazione tra accademia e industria, tra esperti di diversi settori scientifici e tecnologici, tra produttori di componenti per l’industria automobilistica e fornitori di servizi; entrambi i progetti PRA, CONCEPT e E-TEAM, condividono questa visione di network di persone”, ha sottolineato il professor Paolo Nepa.
I due progetti PRA coinvolgono oltre trenta docenti e ricercatori di diversi settori scientifico disciplinari, quali Elettromagnetismo Applicato, Elettronica, Telecomunicazioni. “Ancora un esempio virtuoso di come l’interazione tra i vari gruppi di ricerca del nostro Ateneo porti ad ottenere risultati importanti nella nostra comunità”, ha aggiunto la professoressa Claudia Martini, prorettrice per la ricerca in ambito nazionale.
Per Calearo Antenne SpA è un’ulteriore spinta verso la ricerca e l’innovazione sul mondo automotive, un aspetto essenziale soprattutto per quelle aziende che realizzano gran parte del proprio fatturato all’estero. Il Centro ricerche di Isola Vicentina (VI) collabora da anni con il gruppo di ricerca del prefessor Paolo Nepa, docente di campi elettromagnetici e antenne, e ha finanziato un contratto per un ricercatore universitario che nei prossimi tre anni si occuperà di “Tecnologie abilitanti e antenne innovative per i sistemi di connettività wireless nel settore automotive”. “Il contributo dell’Università è importante per poter affrontare le nuove sfide che si presentano quotidianamente nel mondo dell’industria”, ha commentato Roberto Mestriner, Chief Executive Manager dell’azienda vicentina.
“Il successo del workshop è stato ottenuto grazie alle aziende e ai ricercatori che hanno voluto partecipare condividendo le proprie idee, i propri progetti, le proprie visioni sul mondo dell’automotive e del veicolare”, ha concluso Andrea Michel, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, tra gli organizzatori del workshop. “Soltanto una solida sinergia tra mondo della ricerca e imprese potrà dare maggiore slancio allo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la vita di tutti noi”.
È questo lo spirito condiviso dalle aziende intervenute, che sono state Calearo Antenne, Aitronik s.r.l, Pitom, PurePower Control, Magna Mechatronics, Autostrade Tech S.p.A, Intel, Marelli, Rheinmetall, Italcertifer S.p.A. Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Intecs, Evidence, ResilTech ed IDS. Gli organizzatori stanno già pensando alla prossima edizione del workshop.
"Le famiglie che cambiano"
Ripensare i legami genitoriali e affettivi alla luce delle trasformazioni dei modelli familiari.
Il convegno è promosso dal Comitato Toscana Pride e dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa
"Le famiglie che cambiano. Ripensare i legami genitoriali e affettivi oggi” è il tema del convegno che si terrà sabato 15 giugno a partire dalle 9.30 presso il Centro Congressi "Le Benedettine” in Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno 16, a Pisa. L’evento è promosso dal Comitato Toscana Pride e dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa nell’ambito del calendario di iniziative in preparazione del Toscana Pride 2019, la manifestazione dell’orgoglio LGBTQIA+* (lesbico, gay, bisessuale, transgender, queer, intersessuale e asessuale), in programma il prossimo 6 luglio a Pisa. Un’occasione per riflettere insieme a esperte ed esperti sulla genitorialità e sulle trasformazioni dei modelli familiari, attraverso un’analisi ampia e articolata che tenga in considerazione tutti gli aspetti antropologici, psicologici, sociologici e giuridici del tema.
In apertura di convegno sono previsti gli interventi di Elettra Stradella, presidente del CUG dell’Università di Pisa e Junio Aglioti Colombini, presidente del Comitato Toscana Pride. Seguiranno le relazioni delle esperte e degli esperti articolati per singole sezioni.
Il convegno è accreditato sia per l'ordine dell'avvocatura, per cui riconosce 3 crediti formativi ordinari, che per l’ordine assistenti sociali, a cui riconosce 4 crediti formativi. L’ingresso è libero previa registrazione. Per informazioni e iscrizioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il linguaggio della moda è tutto a “trattini”
Espressioni multiple, iperboliche, fatte di più parole unite da trattini, si va dalle più semplici che in italiano suonerebbero come “Principessa-per-un-giorno” sino alle più complesse e creative come “I-miei-quasi-leggings-che-sembrano-jeans”. L’uso di questa terminologia è al centro di uno studio sul linguaggio della moda nel mondo anglofono realizzato al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista scientifica “Text & Talk”. La professoressa Belinda Blanche Crawford ha compilato e analizzato un corpus di testi di circa 400,000 parole attingendo dalle più blasonate riviste di moda come Vogue, Women’s Wear Daily, Harper’s Bazaar e da alcuni fashion blog particolarmente popolari. Il risultato è che queste frasi “a trattini” (tecnicamente si chiamano hyphenated phrasal expressions) sono risultate tre volte più frequenti nel linguaggio della moda rispetto a quello standard, con frequenze particolarmente alte nei blog.
“L’uso di queste espressioni è tipico nel fashion journalism anglosassone, una tendenza che non sembra avere una corrispondenza in quello italiano - spiega Crawford - si tratta di espressioni che hanno una forte valenza descrittiva e valutativa e proprio per questo sono molto usate nell’ambito della moda dove gli aspetti visivi ed emotivi giocano un ruolo fondamentale”.
“Le blogger in particolare – continua Crawford - si distinguono per usare i “trattini” in modo creativo, arguto e non convenzionale in modo da costruire la propria identità come una voce sofisticata e spiritosa nella comunità discorsiva online della moda di cui fanno parte”.
Lo studio ha classificato tutte le “hyphenated phrasal expressions” secondo tre categorie: convenzionali, semi-convenzionali, e non-convenzionali. Nella prima categoria, si trovano espressioni che sono comunemente utilizzate dai parlanti nativi e che sono presenti nei dizionari, nella seconda c’è già un grado di variazione sufficiente da farle escludere dai dizionari, nella terza infine si trovano espressioni di fatto uniche formulate ad hoc per un determinato contesto.
“La ricerca – conclude la professoressa dell’Ateneo pisano – mette in risalto come le comunicazioni mediate da Internet possono favorire innovazioni nelle forme di espressione da parte di nuove e sempre più influenti figure del fashion journalism fornendo indicazioni anche per tutti coloro che aspirano a farne parte”.
Bando per contratto a tempo determinato della durata di 12 mesi cat. D area tecnica, tecnico scientifica ed elaborazione dati, presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione
Da Vogue ai blog, il linguaggio della moda è tutto a “trattini”
Espressioni multiple, iperboliche, fatte di più parole unite da trattini, si va dalle più semplici che in italiano suonerebbero come “Principessa-per-un-giorno” sino alle più complesse e creative come “I-miei-quasi-leggings-che-sembrano-jeans”. L’uso di questa terminologia è al centro di uno studio sul linguaggio della moda nel mondo anglofono realizzato al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista scientifica “Text & Talk”. La professoressa Belinda Blanche Crawford ha compilato e analizzato un corpus di testi di circa 400,000 parole attingendo dalle più blasonate riviste di moda come Vogue, Women’s Wear Daily, Harper’s Bazaar e da alcuni fashion blog particolarmente popolari. Il risultato è che queste frasi “a trattini” (tecnicamente si chiamano hyphenated phrasal expressions) sono risultate tre volte più frequenti nel linguaggio della moda rispetto a quello standard, con frequenze particolarmente alte nei blog.
“L’uso di queste espressioni è tipico nel fashion journalism anglosassone, una tendenza che non sembra avere una corrispondenza in quello italiano - spiega Crawford - si tratta di espressioni che hanno una forte valenza descrittiva e valutativa e proprio per questo sono molto usate nell’ambito della moda dove gli aspetti visivi ed emotivi giocano un ruolo fondamentale”.
“Le blogger in particolare – continua Crawford - si distinguono per usare i “trattini” in modo creativo, arguto e non convenzionale in modo da costruire la propria identità come una voce sofisticata e spiritosa nella comunità discorsiva online della moda di cui fanno parte”.
Lo studio ha classificato tutte le “hyphenated phrasal expressions” secondo tre categorie: convenzionali, semi-convenzionali, e non-convenzionali. Nella prima categoria, si trovano espressioni che sono comunemente utilizzate dai parlanti nativi e che sono presenti nei dizionari, nella seconda c’è già un grado di variazione sufficiente da farle escludere dai dizionari, nella terza infine si trovano espressioni di fatto uniche formulate ad hoc per un determinato contesto.
“La ricerca – conclude la professoressa dell’Ateneo pisano – mette in risalto come le comunicazioni mediate da Internet possono favorire innovazioni nelle forme di espressione da parte di nuove e sempre più influenti figure del fashion journalism fornendo indicazioni anche per tutti coloro che aspirano a farne parte”.