La Pisa University Press tra i vincitori dei Premi Nazionali per la Traduzione
C’è anche la Pisa University Press tra i quattro vincitori dei Premi Nazionali per la Traduzione (sezione premi maggiori), istituiti dal Ministero per i beni e le attività culturali e destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con pubblicazioni edite, a elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La cerimonia di premiazione si è svolta il 10 aprile nel salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica in Roma e a ritirare il prestigioso riconoscimento era presente Claudia Napolitano, amministratrice unica della casa editrice dell’Università di Pisa. I premi, riferiti all’edizione 2018, sono stati attribuiti su parere dell’apposita commissione, presieduta dal professor Michele Bernardini e di cui fanno parte i professori Maria Cristina Assumma, Franco Buffoni, Riccardo Campa, Luca Crescenzi, Daria Galateria e Barbara Ronchetti.
Queste le motivazioni della giuria: “"Fondata nel 2012, la Pisa University Press si prefigge di valorizzare e divulgare gli studi e le ricerche dei docenti universitari. L’attività editoriale si articola in manualistica di testo, atti di convegni, sinossi documentarie (“Quaderni della Fondazione Galilei”; “Antonio Pacinotti nel centenario della morte”); in compendi monografici (“Opere di Giacomo Matteotti”; “Il Centro di ricerche agro-alimentari «Enrico Avanzi»”; “LIMINA, Lingua italiana minima d'accesso”; “Nuova Sismondiana”; “La via Francigena”; “Gio Ponti”; “ARCA, Gerolamo Ciulla e il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa”; “Andrea Guardi. Uno scultore di costa nell'Italia del Quattrocento”; “Shakespeare and Money”; “Le gesta di Berengario Imperatore”; “Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa”; “Ricordando Santi Romano”; “Giuseppe Toniolo: alle origini del principio di sussidiarietà”; “L'economia "per centri concentrici": Jean-Charles L. Sismondi”; “Scienze per la pace”).
L'opera in due tomi, che sorregge un impegno editoriale di efficace rilevanza estetica ed esegetica - in traduzione in lingua inglese - è "Il dolore e la sua terapia nella medicina occidentale dalle origini alla metà dell’Ottocento" di Gianfranco Natale e Alberto Zampieri, a cura di Franco Mosca, uno scienziato accreditato a livello internazionale, presidente della Fondazione Arpa, che ha dedicato all'argomentazione un essenziale saggio di rilevante rilievo cognitivo ed espositivo, suffragato da una nobile testimonianza esistenziale di Andrea Bocelli, quasi l'evocazione del «male oscuro» del protagonista de "La cognizione del dolore" di Carlo Emilio Gadda. Il dolore, inteso come la configurazione del castigo biblico e come l'effemeride di una stagione di rimpianti, si esplica negli accorgimenti soccorritori e nelle terapie scientificamente elaborate per costituirsi a fortilizio emotivo della condizione umana.
I Premi Nazionali per la Traduzione sono stati così attribuiti: i quattro premi maggiori sono andati, oltre alla Pisa University Press, a Silvia Bre, traduttrice dall’inglese all’italiano; alla casa editrice Zibaldone (Spagna), per l’operato di diffusione della cultura italiana in ambito ispanico; a Moshe Kahn, universalmente ritenuto oggi il maggior traduttore dall’italiano attivo in Germania. I quattro premi speciali sono adati Caterina Graziadei, traduttrice e docente di letteratura russa; Donatella Guida, per la traduzione di un’opera in cinese del XIX secolo; Elena Maria Liverani, traduttrice tra l’altro di circa 16 opere di Isabel Allende, tradotte per Feltrinelli; l’Editorial Transalpina, per le pubblicazioni legate alla storia locale, allo spazio geografico mitteleuropeo, al folklore, alla montagna.
La Direzione generale biblioteche e istituti culturali ha assegnato a ognuno dei premi maggiori 12.960 euro e a ognuno dei premi speciali 8.515 euro.
La Pisa University Press tra i vincitori dei Premi Nazionali per la Traduzione
C’è anche la Pisa University Press tra i quattro vincitori dei Premi Nazionali per la Traduzione (sezione premi maggiori), istituiti dal Ministero per i beni e le attività culturali e destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con pubblicazioni edite, a elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La cerimonia di premiazione si è svolta il 10 aprile nel salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica in Roma e a ritirare il prestigioso riconoscimento era presente Claudia Napolitano, amministratrice unica della casa editrice dell’Università di Pisa. I premi, riferiti all’edizione 2018, sono stati attribuiti su parere dell’apposita commissione, presieduta dal professor Michele Bernardini e di cui fanno parte i professori Maria Cristina Assumma, Franco Buffoni, Riccardo Campa, Luca Crescenzi, Daria Galateria e Barbara Ronchetti.
Claudia Napolitano (seconda da sinistra), amministratrice unica della Pisa University Press, alla cerimonia di premiazione.
Queste le motivazioni della giuria: “"Fondata nel 2012, la Pisa University Press si prefigge di valorizzare e divulgare gli studi e le ricerche dei docenti universitari. L’attività editoriale si articola in manualistica di testo, atti di convegni, sinossi documentarie (“Quaderni della Fondazione Galilei”; “Antonio Pacinotti nel centenario della morte”); in compendi monografici (“Opere di Giacomo Matteotti”; “Il Centro di ricerche agro-alimentari «Enrico Avanzi»”; “LIMINA, Lingua italiana minima d'accesso”; “Nuova Sismondiana”; “La via Francigena”; “Gio Ponti”; “ARCA, Gerolamo Ciulla e il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa”; “Andrea Guardi. Uno scultore di costa nell'Italia del Quattrocento”; “Shakespeare and Money”; “Le gesta di Berengario Imperatore”; “Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa”; “Ricordando Santi Romano”; “Giuseppe Toniolo: alle origini del principio di sussidiarietà”; “L'economia "per centri concentrici": Jean-Charles L. Sismondi”; “Scienze per la pace”).
L'opera in due tomi, che sorregge un impegno editoriale di efficace rilevanza estetica ed esegetica - in traduzione in lingua inglese a cura di Joanne Spataro - è "Il dolore e la sua terapia nella medicina occidentale dalle origini alla metà dell’Ottocento" di Gianfranco Natale e Alberto Zampieri, a cura di Franco Mosca, uno scienziato accreditato a livello internazionale, presidente della Fondazione Arpa, che ha dedicato all'argomentazione un essenziale saggio di rilevante rilievo cognitivo ed espositivo, suffragato da una nobile testimonianza esistenziale di Andrea Bocelli, quasi l'evocazione del «male oscuro» del protagonista de "La cognizione del dolore" di Carlo Emilio Gadda. Il dolore, inteso come la configurazione del castigo biblico e come l'effemeride di una stagione di rimpianti, si esplica negli accorgimenti soccorritori e nelle terapie scientificamente elaborate per costituirsi a fortilizio emotivo della condizione umana.
I Premi Nazionali per la Traduzione sono stati così attribuiti: i quattro premi maggiori sono andati, oltre alla Pisa University Press, a Silvia Bre, traduttrice dall’inglese all’italiano; alla casa editrice Zibaldone (Spagna), per l’operato di diffusione della cultura italiana in ambito ispanico; a Moshe Kahn, universalmente ritenuto oggi il maggior traduttore dall’italiano attivo in Germania. I quattro premi speciali sono adati Caterina Graziadei, traduttrice e docente di letteratura russa; Donatella Guida, per la traduzione di un’opera in cinese del XIX secolo; Elena Maria Liverani, traduttrice tra l’altro di circa 16 opere di Isabel Allende, tradotte per Feltrinelli; l’Editorial Transalpina, per le pubblicazioni legate alla storia locale, allo spazio geografico mitteleuropeo, al folklore, alla montagna.
La Direzione generale biblioteche e istituti culturali ha assegnato a ognuno dei premi maggiori 12.960 euro e a ognuno dei premi speciali 8.515 euro.
Franco Verni
Nato a La Spezia nel 1950, il professor Franco Verni ha conseguito la laurea in Scienze biologiche nel 1974 presso l’Università di Pisa. Dopo alcuni anni di lavoro come borsista del CNR, la sua carriera accademica è iniziata nel 1981 come ricercatore universitario presso l’Ateneo pisano; chiamato a coprire la cattedra di Protozoologia nel 1992 come professore associato, nel 2006 è diventato professore ordinario di Zoologia sempre presso l’Università di Pisa. Il professor Verni ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali.
È stato rappresentante dei ricercatori nel Consiglio di Facoltà e nelle Commissioni scientifiche di Ateneo. La sua attività nelle Commissioni è continuata sia da professore associato che da ordinario e ha ricoperto più volte il ruolo di Presidente di commissione. È stato per lungo tempo Vicepresidente del Consiglio di corso di laurea in Scienze biologiche e ha ricoperto per due mandati il ruolo di Presidente del corso di laurea in Scienze naturali e ambientali. Direttore per numerosi mandati del Centro interdipartimentale di Microscopia elettronica dell’Università di Pisa, è stato anche Direttore della Scuola di dottorato in Biologia. Attualmente è Vicedirettore del Dipartimento di Biologia. È stato responsabile per l’Università di Pisa di numerosi PRIN e di altri progetti di ricerca.
Ha ricoperto incarichi di rilievo nel contesto di società scientifiche nazionali e internazionali. In particolare, è membro della Società Italiana di Protistologia onlus, della quale è stato Presidente, e dell’Unione Zoologica Italiana onlus, di cui è stato revisore dei conti e membro del Consiglio direttivo. A livello internazionale è membro della International Society of Protistologists. Il professor Verni ha svolto e svolge funzioni di revisore per numerose riviste scientifiche nell’ambito della Protistologia e più in generale della Zoologia.
La sua attività scientifica si è incentrata sullo studio della biologia degli organismi eucariotici unicellulari (protisti) e in particolare sugli aspetti cito-morfologici del ciclo vitale a livello ultrastrutturale, attraverso l’applicazione di tecniche enzimatiche e di contrasto innovative per protisti ciliati marini. Pioniere nello studio dei simbionti batterici e dei loro rapporti con l’ospite ciliato, le sue ricerche in questo campo, inizialmente condotte a livello morfologico ultrastrutturale e citochimico, hanno messo in evidenza, tra l’altro, come alcuni gruppi di batteri (“Verrucomicrobia”), precedentemente considerati solo a vita libera, possano essere presenti come ectosimbionti sulla superficie di protisti ciliati instaurando un ben definito rapporto con l’ospite difendendolo dai predatori.
Negli ultimi anni il gruppo di Protistologia, coordinato dal professor Verni, ha rilevato come batteri potenzialmente pericolosi anche per i vertebrati alberghino in protisti ciliati. L’attenzione si è focalizzata in particolare sull’ordine Rickettsiales, che comprende procarioti responsabili di gravi patologie (per esempio la febbre bottonosa e varie tipologie di tifo), la cui distribuzione come simbionti in eucarioti unicellulari appare ormai molto più ampia di quella precedentemente ipotizzata. Utilizzando la sinergia tra tecniche morfologico-ultrastrutturali e tecniche molecolari, al momento l’investigazione è volta a valutare se e come questi simbionti batterici siano in grado di trasferirsi dagli organismi unicellulari ai pluricellulari.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Franco Verni.
Mauro Ferrari
Nato a Livorno nel 1952, il professor Mauro Ferrari si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pisa nel 1977. Cresciuto nella Scuola del professor Mario Selli e del professor Franco Mosca, ha avuto in quest’ultimo il proprio mentore. Si è specializzato in Chirurgia generale e, successivamente, in Chirurgia vascolare, scegliendo questa specialità come suo ambito assistenziale e di ricerca. Ha svolto la sua attività interamente a Pisa, con periodi di formazione principalmente negli Stati Uniti d’America e in Germania e un soggiorno a Chicago nel 1986 quale titolare di una Research Fellowship.
È Direttore dell’Unità operativa di Chirurgia vascolare dal 1997 e dal 2011 è Direttore del Dipartimento Cardio Toraco Vascolare dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. È professore ordinario dal 2004, da allora è stato Direttore del master universitario internazionale di secondo livello in Diagnosis and therapy of vascular diseases of surgical interest e del master di primo livello in Mininvasività, modelli assistenziali e nuove tecnologie in chirurgia rivolto alla professione infermieristica; è stato Presidente del corso di dottorato di ricerca Tecnologie per la salute: valutazione e gestione delle innovazioni nel settore biomedicale. Dal 2005 è Direttore della scuola di specializzazione in Chirurgia vascolare dell’Università di Pisa.
La sua ricerca clinica si è svolta seguendo il filone della mininvasività in Chirurgia vascolare. Per questo, ha impiegato, già dalla seconda metà degli anni ’90, le metodiche di trattamento endovascolari e ha sviluppato, tra i primi al mondo, l’impiego dell’approccio laparoscopico nella chirurgia dell’aorta addominale. Nel 2002 è stato fondatore della Sezione autonoma di Chirurgia vascolare mininvasiva nell’ambito della Società italiana di Chirurgia vascolare italiana. È membro delle principali società scientifiche di Chirurgia vascolare e revisore delle correlate riviste scientifiche. Dal 2011 è Direttore del Centro di Eccellenza “EndoCAS”, un laboratorio di ricerca sulle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia e sulla formazione attraverso la simulazione.
Il Centro è molto attivo nel proporre progetti di ricerca in ambito regionale, nazionale e internazionale su temi quali la navigazione chirurgica e la pianificazione di procedure chirurgiche. “EndoCAS” è l’unico Centro italiano accreditato dall’American College of Surgeons per attività di formazione chirurgica attraverso la simulazione. Ha ricoperto la carica di Vicepreside della Facoltà di Medicina e Chirurgia ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa dal 2011 al 2017, per due mandati.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Mauro Ferrari.
Marco Collareta
Nato a Merano (Bolzano) nel 1952, il professor Marco Collareta dal 1971 al 1975 ha svolto i suoi studi universitari presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore, dove è stato perfezionando tra il 1975 e il 1978. Dopo aver vinto un concorso come Ispettore storico dell’arte presso le soprintendenze di Stato, dal 1980 al 1993 è stato ricercatore universitario confermato sempre presso la Scuola Normale Superiore. Professore associato dal 1993, ha lavorato in tale ruolo prima presso l’Università di Udine fino al 1997, poi presso la Scuola Normale Superiore fino al 2002.
Vinto in quell’anno un posto di professore ordinario, ha preso servizio presso l’Università di Bergamo, da dove nel 2007 è stato chiamato per trasferimento presso l’Università di Pisa, dove tuttora insegna. L’attività di ricerca del professor Marco Collareta è documentata da oltre 200 pubblicazioni, che includono monografie, articoli di rivista, saggi e schede di cataloghi, capitoli di libri e contributi agli atti di convegni nazionali e internazionali. In coerenza con la sua formazione che tanto deve a illustri maestri, quali Paola Barocchi, Carlo Lodovico Ragghianti ed Enrico Castelnuovo, il professor Collareta ha cercato sempre di adottare un punto di vista attento a cogliere i nessi più o meno evidenti tra l’arte visiva nelle sue più varie manifestazioni e il più generale contesto storico-culturale in cui essa s’è svolta. Il riferimento ai testi della trattatistica artistica, della critica d’arte, dell’estetica, della letteratura, del pensiero filosofico e teologico coevi ai fatti artistici di volta in volta trattati costituisce così una delle costanti più significative della sua produzione scientifica.
Presente già nei primi lavori dello studioso, tale attenzione alle fonti “altre” del discorso artistico ha subito un lento processo di chiarificazione via via che il professor Marco Collareta ha abbandonato l’approccio usuale della biografia d’artista per tentare uno sguardo più originale basato sui generi artistici, le tecniche, le funzioni, gli scambi tra arti e culture artistiche diverse.
Banchi di prova privilegiati di questa sperimentazione metodologica sono stati da un lato la storia della scultura e delle teorie relative, dall’altro la storia dell’oreficeria e dei suoi nessi strettissimi con le “tre arti” di vasariana memoria e il concetto cruciale di disegno. Attualmente il professor Marco Collareta sta lavorando sulla progressiva messa a fuoco della figura dell’artista che ha luogo in Europa tra basso Medioevo e prima età moderna, anche in considerazione del ruolo fondamentale che in questo epocale processo pertiene alla grande arte pisana tra XI e XIII secolo.
L’orizzonte degli interessi scientifici testé delineato ha tratto importanti sollecitazioni dall’attività didattica che il professor Collareta si è trovato a svolgere in varie sedi. Quest’ultima, per converso, non è rimasta indifferente al programmatico rifiuto di ogni rigido specialismo che ha sempre ispirato l’attività di ricerca dello studioso. Presso l’Università di Pisa, e prima presso altri atenei, il professor Marco Collareta ha così insegnato e insegna un vasto raggio di materie che vanno dalla Storia dell’Arte medievale alla Metodologia della ricerca storico-artistica; dalla Storia della Miniatura e delle Arti suntuarie alla Storia delle Tecniche; dalla Storia della Critica d’Arte alla Storia dell’Oreficeria, prima nei corsi di laurea quadriennali, poi in quelli triennali e biennali, come nelle scuole di specializzazione in beni storico-artistici e nei dottorati di vario tipo. In stretta continuità con tale attività didattico istituzionale si pone la disponibilità che lo studioso ha sempre manifestato per lezioni, seminari, conferenze, visite guidate di cui gli sia giunta richiesta da parte di università, enti di ricerca, musei, associazioni, organi di tutela pubblici e privati, civili ed ecclesiastici.
Meno intenso l’impegno con funzione direttiva negli organi accademici, da lui non certo ricercato, ma sempre assolto quando ha dovuto farsene carico, come è avvenuto nel quadriennio in cui è stato Direttore del vecchio Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università di Pisa, contribuendo alla sua confluenza nella più ampia compagine dell’attuale Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Marco Collareta.
Pier Mario Pacini
Nato a Uzzano (Pistoia) nel 1959, il professor Pier Mario Pacini si è laureato con lode in Scienze Economiche presso la Facoltà di Scienze economiche e bancarie dell’Università degli Studi di Siena nel 1983. Nel 1987 ha conseguito il Master Degree in Econometrics and Mathematical Economics presso la London School of Economics and Political Sciences, ha conseguito la borsa di studio “Luciano Jona” dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino. Negli anni 1985-86 e 1987-89 è stato borsista del Governo italiano e Research Student presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze. Negli stessi anni ha perfezionato la propria formazione avanzata partecipando, in qualità di fellow, a diversi workshops organizzati dall’International Center for Economic Research. Nel 1990 è stato nominato ricercatore di Economia politica presso il Dipartimento di Scienze Economiche della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Pisa.
Presso la stessa Facoltà dell’Ateneo pisano è diventato professore associato nel 1992, professore straordinario nel 2001 e dal 2005 professore ordinario. Nell’Ateneo pisano ha ricoperto numerosi incarichi: dal 1996 al 1999 è stato Vicedirettore del Dipartimento di Scienze Economiche; dal 2002 al 2007 è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche. Dal 2009 al 2013 è stato Presidente del corso di laurea magistrale in Economics, laurea magistrale congiunta tra l’Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna, tra i primi corsi in lingua inglese presso il nostro Ateneo e di cui è tra i più convinti promotori.
Dal 2010 al 2012 è stato Vicepreside della Facoltà di Economia e infine, dal 2013 al 2016, è stato Direttore del Dipartimento di Economia e Management. Per quanto concerne gli incarichi scientifici, dal 1996 al 2014 il professor Pacini è stato membro del Collegio dei Docenti in Economia politica del dottorato in Economia politica all’Università di Siena. Dal 2006-2012 è stato membro del Consiglio direttivo della Scuola di dottorato “Fibonacci” dell’Università di Pisa. Per quanto concerne l’attività di ricerca, il professor Pier Mario Pacini ha partecipato, in qualità di membro o di coordinatore di unità locale, a diversi gruppi di ricerca internazionali e nazionali su tematiche riguardanti la dinamica economica, la calibrazione e validazione di modelli simulativi multi-agente, la crescita, il benessere e le politiche pubbliche. Ha partecipato, in qualità di relatore, a seminari e convegni nazionali e internazionali presso istituti universitari. Ha offerto contributi rilevanti su temi riguardanti la dinamica economica non lineare e l’equilibrio economico generale, la formazione endogena di coalizioni e la stabilità dei conseguenti assetti sociali in contesti caratterizzati da eterogeneità degli individui e incentivi solo parziali alla cooperazione; importanti i contributi connessi alla teoria delle decisioni, soprattutto a carattere intertemporale, con riferimento alle decisioni relative al risparmio o alle scelte di fertilità, quando queste vengano analizzate come decisioni individuali dipendenti dalle condizioni economiche e incentivi a loro volta condizionabili dalle politiche dell’autorità pubblica.
Il contributo scientifico del professor Pier Mario Pacini si caratterizza dunque per una produzione estesa e diversificata, ma sempre innovativa, con pubblicazioni sia di natura didattica che di ricerca, su riviste e volumi di prestigiosi editori nazionali e internazionali. Per quanto riguarda la didattica, ha insegnato sia nell’ambito di corsi istituzionali di Economia politica nelle lauree di primo livello sia nell’ambito di corsi avanzati di master e dottorato presso atenei nazionali e internazionali. Il rigore nella ricerca, la dedizione alla didattica, l’impegno costante profuso nelle attività istituzionali e le sue non comuni doti di equilibrio e apertura inclusiva rendono il professor Pacini un esempio per i membri del Dipartimento e punto di riferimento per i giovani.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Pier Mario Pacini.
Paolo Nello
Nato a Pisa nel 1953, il professor Paolo Nello si è laureato con lode in Lettere all’Università di Pisa nel 1975. Dopo una borsa biennale post-laurea e il servizio militare, dal 1978 al 1981 è stato borsista ricercatore dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e Civiltà. Dal 1981 al 1984 è stato assegnista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Ricercatore di ruolo dal 1984 alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo pisano, dal 2001 è professore ordinario di Storia contemporanea presso la stessa Facoltà, in seguito divenuta Dipartimento. A partire dall’anno accademico 2011/2012 è stato più volte Direttore del master di primo livello in Management turisticoalberghiero. Dall’aprile 2009 al settembre 2012 è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e sociali. Cessate le Facoltà, dal settembre 2012 all’ottobre 2016 è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche.
Nel corso degli anni il professor Nello ha insegnato Storia contemporanea, Storia dei Movimenti e dei Partiti politici, Storia dei Rapporti fra Stato e Chiesa, Storia contemporanea del Regno Unito e dell’Irlanda, Storia dell’Emigrazione italiana. Ha tenuto a più riprese corsi e seminari di Storia contemporanea italiana ed europea in programmi universitari e college statunitensi. Ha inoltre svolto lezioni o seminari alla Scuola Superiore Sant’Anna, all’Istituto di Cultura Italiana di Praga su iniziativa dell’Università “Carlo IV”, all’Institute of Social Sciences dell’Università di Lisbona. Ha fatto parte di commissioni di dottorato o perfezionamento, oltreché dell’Ateneo pisano, della Scuola Normale Superiore, della Scuola Superiore Sant’Anna, delle Università di Firenze, di Salerno e del Molise, dell’Università di Oslo. Membro del comitato scientifico di varie riviste e collane di ricerca, il professor Paolo Nello ha studiato in particolare il fascismo, così come il nazionalismo, la destra italiana nel secondo dopoguerra, il movimento cattolico fra Ottocento e Novecento.
È autore di numerosi saggi e monografie su Giuseppe Toniolo e il cattolicesimo sociale, Enrico Corradini e l’Associazione Nazionalista Italiana, le origini e l’avvento al potere del fascismo la natura e la funzione dei GUF nel regime, i giovani e il mito dell’”Uomo nuovo” durante il Ventennio, la politica estera di Mussolini, le relazioni anglo-italiane fra le due guerre mondiali, la figura di Dino Grandi, il 25 luglio, l’8 settembre e la Guerra di Liberazione, Trieste e la questione giuliana nel secondo dopoguerra, infine il Movimento Sociale Italiano. In occasione delle celebrazioni per il cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia, il professor Nello ha curato per Fratelli Alinari di Firenze la mostra fotografica “Trieste 1945-1954: un sogno tricolore”, inaugurata nel capoluogo giuliano dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 3 novembre 2004.
Il professor Nello ha partecipato al progetto “Istria nel tempo”, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e promosso dall’Università Popolare di Trieste, dall’Unione Italiana di Fiume e dal Centro di ricerche storiche di Rovigno, con concorso di docenti universitari e studiosi italiani, sloveni, croati, nonché - per il materiale audiovisivo - di operatori della sede di Capodistria della Radio Televisione Slovena. Il progetto si è concluso nel 2006 con la pubblicazione di un Manuale di storia regionale dell’Istria con riferimenti alla città di Fiume. Il professor Nello è socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO) e della Società Toscana per la Storia del Risorgimento. Dal 2017 è socio corrispondente della Classe di Scienze giuridiche, economiche e sociali dell’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” di Firenze.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Paolo Nello.
Antonio Bicchi
Nato a Pontremoli (Massa Carrara) nel 1959, il professor Antonio Bicchi si è laureato con lode all’Università di Pisa nel 1984. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Alma Mater Università di Bologna nel 1989. È diventato ricercatore all’Università di Pisa nel 1990 e professore associato nel 1997. È professore ordinario presso l’Università di Pisa a partire dal 2000, dove opera nel Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed è titolare dell’insegnamento di Robotica nel corso di laurea magistrale in Ingegneria robotica e dell’Automazione. Dal 2009 è senior scientist dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova e dal 2013 è adjunct professor dell’Arizona State University, Phoenix, USA. Nel corso degli anni l’attività di ricerca del professor Bicchi si è incentrata sulle discipline dell’automatica, dell’aptica e della robotica.
Dopo il conseguimento del dottorato di ricerca e alcuni anni di lavoro al Laboratorio di Intelligenza Artficiale (AI Lab) del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, ha ricoperto la prima cattedra di Robotica all’Università di Pisa. Dal 1990 coordina il gruppo di ricerca in Robotica del Centro di Ricerca “Enrico Piaggio’’, di cui è stato Direttore dal 2004 al 2012. Durante la sua direzione, il Centro è cresciuto in dimensioni e prestigio scientifico, arrivando a contare più di 100 ricercatori e gestire oltre 60 progetti di ricerca fondamentale e applicata. Presso l’IIT conduce un laboratorio di Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation, che collabora proficuamente con l’Università di Pisa. Il professor Antonio Bicchi è autore di oltre 500 articoli scientifici citati circa 20.000 volte.
È coordinatore e responsabile di molti progetti di ricerca finanziati dalla Comunità Europea e da enti pubblici e privati. Lo European Research Council (ERC) gli ha accordato quattro dei suoi prestigiosi riconoscimenti, tra cui un Advanced, due Proof of Concept e un Synergy Grant. È stato Presidente della Società italiana dei Docenti e Ricercatori in Automatica, Vicepresidente della Società internazionale di Robotica e Automazione ,dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), e collabora con i maggiori centri per il trasferimento tecnologico della ricerca di base nell’industria italiana ed europea. È consulente della Commissione Europea, del MIUR e delle agenzie di molti Paesi in Europa, America e Asia per la valutazione e l’accreditamento scientifico di centri di ricerca e università, di progetti di ricerca applicata e delle carriere dei ricercatori. Nel 2005 il professor Bicchi ha fondato la World Haptics Conference, da allora il maggior meeting biennale di ricerca nelle scienze del tatto. Nel 2011 ha avviato la serie di conferenze Automatica.it, il principale evento italiano nel settore dei Controlli automatici. Nel 2015 ha fondato, e successivamente diretto, la rivista “IEEE Robotics and Automation Letters”, che in soli due anni è diventata la principale rivista nell’intero settore scientifico.
Nella sua carriera accademica il professor Antonio Bicchi ha supervisionato oltre 60 dottorandi e più di 20 postdoc. Molti dei suoi studenti sono oggi professori in università e centri di ricerca internazionali sia pubblici che privati. Alcuni dei suoi studenti hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui due primi premi e due nomine per le migliori tesi in Europa sui temi della robotica e delle interfacce aptiche. È fellow dell’IEEE dal 2005 e nel 2018 ha ricevuto il prestigioso IEEE Saridis Leadership Award.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Antonio Bicchi.
Michele Marroni
Nato a Pisa nel 1958, il professor Michele Marroni si è laureato in Scienze geologiche all’Università di Pisa nel 1983 e ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze della Terra nel 1990. Ricercatore universitario dal 1992 e professore associato dal 1998, è professore ordinario di Geologia strutturale dal 2000. Nel corso della sua carriera, il professor Marroni ha contribuito in misura determinante allo sviluppo delle Scienze della Terra con i suoi studi di Tettonica e Geologia strutturale in Italia, in Europa, Asia, America e Africa.
È autore di oltre 100 lavori scientifici pubblicati su prestigiose riviste indicizzate nazionali e internazionali. La principale attività di ricerca del professor Michele Marroni ha riguardato l’evoluzione tettonica delle catene orogeniche collisionali di tipo Alpino- Himalayano in Europa, Asia e America Centrale, con particolare interesse per i processi di formazione della litosfera oceanica e dei margini continentali e della loro evoluzione tettonica in ambiente convergente durante la subduzione di litosfera oceanica e nelle successive fasi collisionali, in catene sia fossili che attive. Fra queste si può ricordare l’Appennino Settentrionale, la Corsica Alpina, la catena Dinarico- Ellenica in Serbia, Bosnia, Montenegro, Albania e Grecia, la catena Intrapontide in Turchia, la catena del Makran in Iran e le catene circum-caraibiche in Venezuela, Guatemala e Santo Domingo. Di particolare interesse sono anche le ricerche svolte dal professor Marroni su problematiche di tipo ambientale, quali lo studio sulle sorgenti naturali di amianto e sulla bonifica di discariche.
Di notevole rilievo è il contributo che il professor Michele Marroni ha fornito ai progetti italiani di cartografia geologica di base, in veste di coordinatore di 5 Fogli Geologici alla Scala 1:50.000 per il Servizio Geologico Nazionale (Progetto CARG), fra cui il primo Foglio Geologico pubblicato nell’ambito di questo progetto. È stato chiamato a far parte dei comitati scientifici per la realizzazione delle carte geologiche regionali di Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Umbria e della Provincia di Pisa. È stato inoltre membro del Comitato tecnico per la Geotermia della Regione Toscana.
Il professor Michele Marroni ha ricoperto ruoli di prestigio all’interno della comunità scientifica delle Scienze della Terra come coordinatore nazionale del Gruppo Italiano di Geologia Strutturale (GIGS) e del Gruppo di Lavoro sulle Ofioliti Mediterranee (GLOM). È stato coordinatore di due progetti europei POR-FSE e POR-CREO, coordinatore nazionale di due progetti PRIN-MIUR e principal investigator di numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, coordinando ricerche per conto del Ministero degli Affari Esteri, del CNR e di enti privati in Italia, Francia, Albania, Serbia, Bosnia, Kosovo, Grecia, Romania, Venezuela, Santo Domingo, Guatemala, Senegal, Turchia, Iran. Nell’ambito di questi progetti di ricerca, ha collaborato con alcuni tra i più eminenti geologi strutturali europei. Il professor Marroni si è sempre distinto per il suo impegno nei servizi accademici, tra i quali si segnalano la Presidenza della Commissione scientifica dell’Area 04 (dal 2000 al 2003 e dal 2009 al 2012), la Presidenza del corso di laurea aggregato in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio (dal 2004 al 2010), la Presidenza del corso di laurea magistrale in Scienze ambientali (dal 2010 al 2013) e la Direzione del Dipartimento di Scienze della Terra nel quadriennio 2013-2016.
Dal 2016 il professor Marroni è Prorettore per l’Organizzazione e le Politiche del Personale.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Michele Marroni.
Claudia Martini
Nata a Villa Collemandina (Lucca) nel 1954, la professoressa Claudia Martini ha conseguito la laurea nel 1977 presso l’Università di Pisa. È stata perfezionanda nella Classe di Scienze e poi ricercatrice in Biochimica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa fino al 1983. Dal 1984 al 1988 è stata ricercatrice in Biochimica presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Pisa, poi professore associato presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Dal 1991 insegna presso l’Ateneo pisano, prima come professore associato e dal 2000 come professore ordinario di Biochimica.
Dal 2016 ricopre il ruolo di Prorettore alla Ricerca in ambito nazionale e dal 2010 al 2016 è stata membro del Senato Accademico e della Commissione Ricerca di Ateneo. Dal 2010 al 2012 è stata Preside della Facoltà di Farmacia, poi Direttrice del Dipartimento di Farmacia dal 2012 al 2016. Infine, da due anni è la coordinatrice nazionale della Giunta del Collegio dei professori ordinari di Biochimica. L’attività didattica della professoressa Claudia Martini ha riguardato principalmente gli insegnamenti fondamentali di Biochimica dei corsi di laurea in Chimica e Tecnologia farmaceutiche e Farmacia, ma anche di altri corsi di laurea, quali Medicina veterinaria e Medicina e Chirurgia, di dottorati, di master sanitari di primo e secondo livello e di scuole di specializzazione di area biomedica.
È stata inoltre Direttrice della Scuola di Dottorato in Scienza del Farmaco e delle Sostanze Bioattive; Vicedirettore della Scuola di Specializzazione in “Biochimica Clinica”; e Presidente del corso di laurea in Chimica e Tecnologia farmaceutiche presso l’Ateneo Pisano. L’attività scientifica ha riguardato, fin dal 1978, la biochimica delle proteine recettoriali, in particolare i meccanismi sottesi alle interazioni recettore-ligando. I primi anni della sua attività, a partire dal perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore e successivamente all’Università di Pisa, sono stati incentrati sullo studio del recettore del neurotrasmettitore acido gamma aminobutirrico (GABA), una proteina di membrana che presenta vari siti di legame allosterici, fra cui quello di molecole ad azione farmacologica, quali le benzodiazepine, il cui uso era molto diffuso nei disturbi di ansia e del sonno. La purificazione del recettore è stata possibile tramite la sintesi di un supporto specifico, basato sul riconoscimento della proteina per il proprio ligando. Per questa scoperta, ancora giovanissima, è stata selezionata per presentare i dati al Congresso Internazionale di Neurochimica in Gran Bretagna. Ha svolto nel 1994 un periodo di ricerca al Department of Neurological Surgery dell’Harborview Medical Center all’Università di Washington a Seattle. Gli studi sulle proteine recettoriali sono continuati, sia per chiarire i requisiti struttura-attività di nuove molecole capaci di interagire con specifici recettori, sia per seguire il destino intracellulare dei recettori stessi. Ha contribuito a chiarire alcuni meccanismi alla base della disponibilità dei recettori su membrana, quali la desensitizzazione, l’internalizzazione e la down-regulation, in particolare dei recettori accoppiati a proteine G.
Le numerose collaborazioni nazionali e internazionali le hanno permesso di approfondire i collegamenti e le ricadute dei suoi studi in ambito farmaceutico, neurologico e psichiatrico. Più recentemente, insieme al suo gruppo di ricerca, la professoressa Martini sta approfondendo, da una parte i meccanismi molecolari delle vie cellulari di segnale vita, morte e ri-programmazione, anche in cellule staminali, dall’altra il misfolding di proteine patologiche implicate nell’invecchiamento e in patologie degenerative e tumorali. Gli argomenti dei suoi studi sono oggetto di progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale e i risultati sono stati oggetto di oltre 400 pubblicazioni scientifiche internazionali peer-reviewed. Ad oggi la professoressa Claudia Martini presenta da Scopus un h-index pari a 41 e oltre 7600 citazioni. Ha inoltre partecipato alla realizzazione ed è proprietaria di sette brevetti e ha contribuito alla creazione di una società a carattere nanobiotecnologico (Nano4bio srl). La professoressa Claudia Martini è membro di numerose società scientifiche nazionali e internazionali. È inoltre membro dei referee panel di ACS publication, Elsevier, PLOS Journals, MDPI and Nature groups, nonché membro dell’Editorial Board di Biochemical Pharmacology e dell’International Journal of Molecular Science.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino la professoressa Claudia Martini.