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Comunicati stampa
Giovedì, 11 Aprile 2019 11:49

Rossano Massai

Nato a Grosseto nel 1957, il professor Rossano Massai si è laureato in Scienze agrarie nel 1981 presso l’Università di Pisa discutendo una tesi sulla fermentazione in continuo per la produzione di biomasse microbiche.

Nello stesso anno ha conseguito il diploma della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Dal 1983 al 1992 è stato ricercatore di Coltivazioni arboree all’Università di Pisa e dal 1992 al 2005 professore associato della stessa disciplina. Nel 2005 viene inquadrato come professore straordinario di prima fascia e dal 2007 come professore ordinario di Arboricoltura generale e Coltivazioni arboree. Attualmente è titolare degli insegnamenti di Arboricoltura speciale e di Alberi e arbusti ad uso non alimentare.

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Nel corso degli anni il professor Massai ha ricoperto importanti ruoli istituzionali presso l’Università di Pisa. Dal 2010 al 2012 ha diretto il Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie legnose “G. Scaramuzzi” e dal 2012 al 2016 il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali. Dal 2007 al 2012 è stato anche Vicepreside della Facoltà di Agraria. È stato membro del Collegio dei Docenti del dottorato di ricerca in Produzione e Protezione delle Specie arboree. Dal 2016 è membro e vicecoordinatore del Collegio del dottorato di ricerca in Scienze agrarie alimentari e dell’agroecosistema. È stato Presidente del Centro servizi informatici della Facoltà di Agraria per numerosi anni. Attualmente riveste il ruolo di Delegato del Rettore al Job Placement ed è membro della Commissione tecnica Brevetti di Ateneo e Vicepresidente del Comitato Scientifico del Parco Naturale Regionale della Maremma.

L’attività di ricerca del professor Massai comprende diversi aspetti inerenti la selezione e valutazione dei portinnesti dei fruttiferi, il miglioramento genetico e valutazione dell’albicocco, le forme di allevamento e distanze di impianto nel pesco e in actinidia, l’effetto dei fattori colturali sulla qualità nutraceutica e organolettica delle specie arboree da frutto, l’ecofisiologia delle colture arboree da frutto e della macchia mediterranea, la resistenza agli stress abiotici (idrici, termici, osmotici e da inquinanti atmosferici), la biologia fiorale e di fruttificazione delle specie arboree da frutto, la conformazione e sviluppo degli apparati radicali del pesco e dell’actinidia, l’uso di sensori biologici per la gestione della tecnica irrigua delle colture, la dinamica vegetazionale delle specie della macchia mediterranea, i metodi non distruttivi per la determinazione della qualità e dello stadio di maturazione dei frutti.

Nell’ambito delle sue attività didattiche e di ricerca, il professor Massai è stato relatore su invito nel 2001 e nel 2005 nell’ambito dell’International Peach Symposium ISHS di Davis (USA) e di Santiago del Cile, nel 2004 e nel 2006 nell’ambito del Congresso Brasileiro de Fruticultura a Cabo Frio (RJ) e a Florianopolis (SC). In qualità di responsabile di due progetti bilaterali Italia-Brasile ha svolto attività di ricerca e didattica negli anni 2006, 2009 e 2010 presso la Faculdade de Agronomia ‘Eliseu Maciel’ della Universidade Federal de Pelotas (RS) in Brasile. È stato inoltre coordinatore nazionale del gruppo di lavoro ‘Albicocco’ del PF MiPAAF ‘Liste di Orientamento Varietale’ dal 2006 al 2013. È Accademico corrispondente dell’Accademia dei Georgofili dal 2006. Svolge, per incarico del MIUR, il ruolo di Esperto tecnico scientifico per la valutazione dei progetti PON, FISR e Cluster tecnologici nazionali.

L’attività di ricerca del professor Massai è documentata da oltre 179 pubblicazioni delle quali 71 su riviste scientifiche internazionali indicizzate. Il professor Massai inoltre è stato più volte responsabile di unità operative di progetti PRIN e di progetti finalizzati del MiPAAF.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Rossano Massai.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:47

Marcella Bertuccelli

Nata a Viareggio (Lucca) nel 1954, la professoressa Marcella Bertuccelli si è laureata nel 1977 presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa. Ha successivamente proseguito i suoi studi presso la Facoltà di Psicologia e la scuola di traduzione e interpretariato dell’Università di Ginevra, dove ha svolto attività di didattica e di ricerca dal 1983 al 1988. Dal 1994 al 1998 è stata ricercatrice presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa. Professore associato dal 1998, prima presso la Facoltà di Economia e Commercio, poi presso quella di Lingue e Letterature Straniere, è diventata professore ordinario nel 2004.

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La professoressa Bertuccelli ha contributo significativamente alla fondazione della International Pragmatics Association (IPrA), del cui primo convegno è stata organizzatrice con Jef Verschueren a Viareggio nel 1985. Gli atti (pubblicati nel 1987), di cui è stata uno dei curatori, hanno dato impulso decisivo agli studi di pragmatica in ambito italiano e internazionale, una branca della linguistica moderna che studia il rapporto tra lingua e contesto, nonché la lingua dell’uso e in generale, per richiamarsi alla famosa definizione del filosofo inglese John Austin, a “come fare cose con le parole”. La pragmatica è rimasta centrale nella sua attività di ricerca concretizzandosi in due pregevoli monografie, di cui una dedicata a tratteggiare la nascita della disciplina, tradotta anche in spagnolo (Che cos’è la pragmatica, uscita nei prestigiosi Strumenti Bompiani diretti da Umberto Eco, 1985 e 1993), e l’altra (Implicitness in Text and Discourse del 2003) ad approfondire le tipologie di significati impliciti nel testo.

È inoltre autrice di numerosi articoli apparsi su prestigiose riviste nazionali e internazionali, ampiamente citati. In anni più recenti la professoressa Bertuccelli ha condotto studi anche nell’ambito della semantica lessicale, sviluppando un innovativo modello interpretativo della complessità lessicale nel testo ispirato alle teorie dei sistemi dinamici adattivi e ai più recenti sviluppi della linguistica cognitiva. Questo modello è stato applicato anche all’ambito traduttivo e allo studio dei generi testuali e dell’interpretazione del linguaggio non letterale. È autrice di numerosi lavori nell’ambito della linguistica applicata, tra cui due manuali sulla linguistica inglese e sulla traduzione dall’inglese all’italiano di ampio utilizzo nella prassi didattica, ad esempio il volume Prima di tradurre. Note sui vincoli strutturali, concettuali e culturali nella traduzione dall’inglese in italiano del 2016, ma fondati sulla sua decennale ricerca nell’anglistica, di cui in Italia è uno dei più attivi esponenti. Membro delle principali associazioni internazionali, tra cui IAUPE, ISLE ed ESSE, ha fatto parte del direttivo dell’Associazione Italiana di Anglistica dal 2013 al 2017 e del comitato editoriale di riviste internazionali quali “Journal of Historical Pragmatics” e “Atlantis Journal of English Studies”. È stata responsabile e ha partecipato a molti progetti di ricerca (CITATAL, LINGUATEL e LEXICOM-Theta). Ha organizzato numerose conferenze nazionali e internazionali, la Giornata europea delle lingue nel 2010, e serie di seminari con prestigiosi nomi del panorama culturale internazionale. Tra questi, di particolare rilievo si ricorda il ciclo di conferenze “La traduzione d’Autore”, organizzato nel 2006 dal corso di laurea specialistica in “Traduzione dei testi letterari e saggistici” dell’Università di Pisa, di cui la professoressa Bertuccelli è stata Presidente dal 2003 al 2008 e cha ha visto la presenza di autori prestigiosi quali Umberto Eco, Claudio Magris, Dacia Maraini e Jean-Charles Vegliante.

Alla intensa attività di didattica e di ricerca ha affiancato importanti impegni istituzionali. Nel 2008 è stata a capo della Scuola di dottorato in Linguistica e Orientalistica, ed è attualmente membro del collegio del corso di dottorato in Discipline Linguistiche e Letterature Straniere. Dal 2009 al 2016 ha diretto il Centro Linguistico di Ateneo, imprimendo una forte spinta verso l’integrazione tra glottodidattica, linguistica teorica e applicata in prospettiva plurilingue, e favorendo importanti collaborazioni, tra cui quella con l’Università della California (Berkeley), per lo sviluppo di risorse multimodali per l’insegnamento dei linguaggi specialistici e settoriali.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino la professoressa Marcella Bertuccelli.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:45

Massimo Ceraolo

Nato a Castrovillari (Cosenza) nel 1960, il professor Massimo Ceraolo ha conseguito nel 1985 la laurea in Ingegneria elettrotecnica con lode. Dopo alcuni anni di attività come ricercatore presso un’azienda privata, è divenuto ricercatore universitario all’Università di Pisa nel settore dei Sistemi elettrici per l’Energia. Nel 2000 ha assunto il ruolo di professore associato, nel 2002 di professore straordinario e nel 2005 di professore ordinario di Sistemi elettrici per l’Energia all’Università di Pisa. Oltre che nell’Ateneo pisano svolge la sua attività didattica presso l’Accademia Navale di Livorno sia per corsi ordinari che per corsi internazionali in lingua inglese.

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La ricerca del professor Ceraolo si è rivolta inizialmente ai sistemi di trasmissione dell’energia a lunghissima distanza in corrente continua e alternata. In anni recenti si è indirizzata prevalentemente ai sistemi di accumulo elettrochimico dell’energia, ai veicoli a propulsione elettrica e ibrida, e ai sistemi di trasporto guidato ad alimentazione elettrica. È autore o coautore di oltre 130 articoli prevalentemente di ambito internazionale, di diverse parti di libri scientifici, e di un libro didattico edito da IEEE/Wiley: Fundamentals of Electric Power Engineering, che contiene anche approcci originali all’analisi dei circuiti, documentati da pubblicazioni internazionali. In svariate occasioni è stato chairman di sessioni di conferenze internazionali. Il professor Massimo Ceraolo si è interessato anche di strumenti di simulazione e analisi dei dati. In questo ambito collabora con la Modelica Association e l’Open Modelica Consortium all’evoluzione delle librerie standard del linguaggio Modelica e del sistema di simulazione Open Modelica. È inoltre l’autore di software di visualizzazione analisi di dati di simulazione e misura, usato in ambito mondiale da molteplici enti pubblici e privati. L’impegno istituzionale del professor Ceraolo è testimoniato dagli incarichi ricoperti nel corso degli anni.

Nel periodo 2004-2011 ha coordinato il corso di dottorato di ricerca in Veicoli terrestri e Sistemi di Trasporto dell’Università di Pisa, e tra 2012-2013 ha rappresentato l’Ateneo presso il Distretto per le Tecnologie ferroviarie, l’alta Velocità e la Sicurezza delle Reti della Toscana. Nel periodo 2013-2016 è stato Presidente della Scuola Interdipartimentale di Ingegneria dell’Università di Pisa.

Il professor Ceraolo è stato coordinatore di progetti finanziati sia da enti pubblici che privati. In particolare ha coordinato la parte universitaria di una ricerca per lo studio e la realizzazione del prototipo di uno scooter a propulsione ibrida, svolta in collaborazione con la Piaggio Group, che ha portato successivamente alla commercializzazione da parte di Piaggio del primo scooter a propulsione ibrida sul mercato mondiale. Per l’Università di Pisa è stato responsabile locale di diversi progetti finanziati dall’Unione Europea e attualmente è responsabile di progetti di ricerca su bandi competitivi della Regione Toscana.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Massimo Ceraolo.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:44

Marco Nardi

Nato a Pisa nel 1951, il professor Marco Nardi si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1975 all’Università di Pisa. Nel 1977 ha superato il test ECFMG (Educational Commission for Foreign Medical Graduates) e il Visa Qualifying Examination. Nel 1980 ha conseguito il diploma di specializzazione in Oculistica all’Università di Firenze. La sua formazione scientifica si è arricchita attraverso periodi di ricerca svolti presso prestigiose istituzioni internazionali, quali la Mayo Clinic di Rochester, il Moorfield Eye Hospital e il Guy’s Hospital di Londra, il Vitreoretinal Department di Rotterdam, il Vitreoretinal Department di Anversa, il St. Luke Roosvelt Hospital di New York. Dal 1983 al 1988 è stato assistente ospedaliero di ruolo presso la Clinica Oculistica dell’Università di Firenze. Dal 1988 al 1991 è stato professore associato presso l’Università degli Studi di Cagliari e si è successivamente trasferito come professore associato all’Università di Pisa. Nel 2002 è stato nominato professore straordinario di Malattie dell’Apparato visivo presso l’Università di Pisa e nel 2005 ha conseguito la conferma in ruolo come professore ordinario.

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Il professor Nardi ha ricoperto insegnamenti nelle discipline oftalmologiche del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, in diversi corsi di laurea delle professioni sanitarie e in numerose Scuole di Specializzazione. Ha inoltre tenuto letture su invito in istituzioni italiane ed estere e nel 2017 è stato invitato come visiting professor presso la He University di Shenyang nella Repubblica Popolare Cinese. Fin dal 1988 il professor Marco Nardi è stato responsabile di fondi di ricerca istituzionali ed è stato coordinatore di un programma di ricerca di rilevante interesse nazionale sui nuovi modelli diagnostici e terapeutici della oftalmopatia basedowiana. L’attività scientifica del professor Nardi si è rivolta soprattutto alla chirurgia bulbare, con particolare riguardo alla chirurgia della cataratta, alla chirurgia del glaucoma, alla chirurgia refrattiva, alla chirurgia della cornea e allo strabismo. Ha messo a punto tecniche chirurgiche originali, oggetto di pubblicazione su riviste internazionali e oggi universalmente applicate, quali la metodica per l’esecuzione dell’intervento combinato di cataratta e trapianto di cornea e l’uso della sutura evertente, che ha consentito di migliorare i risultati e ridurre le complicanze nella chirurgia del glaucoma. Su queste tematiche ha organizzato congressi scientifici nazionali e internazionali, oltre a un master di secondo livello e a corsi di aggiornamento e di perfezionamento. Ha progettato, in collaborazione con il CNR, un cheratometro intraoperatorio, che è risultato vincitore del Premio “Carl Zeiss” nel 2000, e un sistema diagnostico computerizzato per lo strabismo. Nel complesso ha pubblicato oltre 180 lavori scientifici, ottenendo oltre 4000 citazioni con un h-index pari a 30.

Il professor Marco Nardi ha ricoperto diversi incarichi istituzionali: dal 1993 al 1996 è stato Direttore dell’Istituto di Clinica Oculistica dell’Università di Pisa; per il triennio 1996-1998 è stato Vicedirettore del Dipartimento di Neuroscienze; dal 1994 al 2018 è stato Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia. Dal 1992 è Direttore dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria Pisana. Dal 2010 è Vicepresidente vicario della Società Oftalmologica Italiana, dal 2011 al 2014 è stato Presidente della Società Italiana Glaucoma e dal 2008 al 2017 è stato Vicepresidente della Società Oftalmologica Universitaria. Dal 1999 al 2004 è stato rappresentante italiano nel Residency Review Committee dell’European Board of Ophthalmology e dal 2009 è rappresentante italiano nella Sezione Monospecialistica di Oftalmologia della European Union of Medical Specialists.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Marco Nardi.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:43

Francesco Fidecaro

Nato nel 1956 nel Regno Unito e cresciuto a Ginevra, il professor Francesco Fidecaro si è laureato con lode in Fisica presso l’Università di Pisa nel 1978, ottenendo anche la licenza in Fisica come allievo della Classe di Scienze della Scuola Normale Superiore. L’anno successivo ha vinto un posto nel corso di perfezionamento alla Scuola Normale Superiore, dove dal 1981 è diventato ricercatore. Dal 1991 al 1992 è stato visiting scientist al CERN, e nel 1992 è diventato professore associato di Fisica sperimentale all’Università di Pisa. Dal 2001 è professore ordinario di Fisica applicata nell’Ateneo pisano, dove attualmente insegna Fisica 1 e Fisica 2 al corso di laurea in Fisica e Fisica delle Onde gravitazionali al corso di laurea magistrale in Fisica.

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L’attività di ricerca del professor Fidecaro si è focalizzata sulla fisica sperimentale delle interazioni fondamentali, in particolare sulla gravitazione e sulle onde gravitazionali. Dal 1978, quale incaricato di ricerca all’Istituto Nazionale di Fisica Nuclare (INFN), ha partecipato agli esperimenti NA1, NA7, NA29 al CERN, misurando la vita media dei mesoni con charm e i fattori di forma dei mesoni Pi e K. Ha poi lavorato all’esperimento ALEPH al CERN contribuendo allo sviluppo della Time Projection Chamber e studiando i neutrini leggeri e la vita media del leptone tau per la verifica dell’universalità delle interazioni deboli.

L’attività di ricerca del professor Fidecaro include anche temi di Fisica applicata, in particolare la mitigazione dell’inquinamento acustico, il rumore da infrastrutture di trasporto e l’isolamento di edifici scolastici. Dal 2005 è stato coordinatore nazionale di “RUGO”, progetto di Commissione Scientifica 5 dell’INFN per la misura senza contatto delle rugosità delle rotaie. Nel 1993 il professor Fidecaro ha iniziato a lavorare all’esperimento Virgo per la rivelazione delle onde gravitazionali, dedicandosi al superattenuatore per l’isolamento sismico tramite sospensioni e pendoli invertiti. Si è poi occupato dello sviluppo di accelerometri per ottimizzare la sensibilità del rivelatore Virgo alle basse frequenze.

Nel 2000 è diventato coordinatore nazionale di un progetto PRIN sul rumore newtoniano nei rivelatori di onde gravitazionali, e nel 2007 responsabile nazionale del progetto PRIN sulla sensibilità a basse frequenze degli interferometri sotterranei e criogenici. È stato nominato spokesperson della collaborazione Virgo per il periodo 2008-2011 e ha ricoperto il ruolo di Direttore scientifico dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO), il Consorzio partecipato da INFN e CNRS dove è stato costruito Virgo. Dal 2005 al 2008 ha coordinato il Virgo EGO Scientific Forum, che riunisce una comunità di circa 300 ricercatori attivi in Europa nel campo delle onde gravitazionali. Dal 1995 al 1999 il professor Francesco Fidecaro è stato il primo Direttore del Centro Interdipartimentale Polo Didattico “Fibonacci” e ha istituito e diretto il corso di diploma in Metodologie fisiche, con particolare attenzione alla Fisica ambientale. Dal 2010 al 2016 è stato Direttore del Dipartimento di Fisica “Enrico Fermi”, membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione “Galileo Galilei” e Presidente dell’IT Center dell’Università di Pisa.

Attualmente è Presidente del Comitato Spin Off dell’Università di Pisa e valutatore esterno per la Commissione Brevetti di Ateneo. Il professor Fidecaro è autore di più di 400 pubblicazioni, con un totale di oltre 25 mila citazioni. Fra di esse l’articolo del 2016 sulla scoperta delle onde gravitazionali, che conta già più di 3 mila citazioni e che ha portato al Premio Nobel per la Fisica nel 2017. Il professor Fidecaro volge abitualmente anche attività divulgativa in Italia e all’estero, tenendo conferenze e seminari su queste tematiche. È stato relatore di tesi di laurea e dottorato e ha avuto un ruolo fondamentale per aprire al Dipartimento di Fisica una nuova linea di ricerca dedicata alle onde gravitazionali. Questo nascente campo di studi ha anche richiamato dall’estero giovani ricercatori attraverso progetti FIRB e borse Rita Levi Montalcini, fornendo un impulso determinante per la creazione del nuovo piano di studi di laurea magistrale in Fisica dell’Universo.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Francesco Fidecaro.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:41

Mario Petrini

Nato a Pisa nel 1950, il professor Mario Petrini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel luglio 1975 e nel 1977 si è specializzato in Malattie del tubo digerente, sangue e ricambio. Dalla laurea al 1978 è stato assistente ad horas in Ematologia all’Università di Pisa e negli anni ’82-’86 professore a contratto.

Dal conseguimento della laurea al 1981è stato medico interno presso la Clinica medica 1 di Pisa. Dal 1986 è stato ricercatore universitario in Ematologia; dal 1998 è stato professore associato nella stessa disciplina presso l’Ateneo pisano e dal 2001 ricopre il ruolo di professore ordinario di Ematologia. Il professor Petrini ha ricoperto numerosi incarichi universitari e assistenziali: Vicedirettore del Dipartimento di Oncologia nel 1999; più volte membro del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa; negli anni 2010 e 2011 è stato Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia; fino al 2016 è stato Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e dal 2017 è Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia.

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Dal 2011 ad oggi è stato Direttore di Dipartimenti integrati assistenziali dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria Pisana. È membro della Commissione Nazionale LEA. È stato presidente della Commissione per l’abilitazione scientifica nazionale nel settore MED 06 D3 (2016-2018); è rappresentante delle università toscane nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione ITT, ed è rappresentante dell’Università di Pisa nel Consiglio di Amministrazione di Stella Maris. Il professor Petrini ha tenuto insegnamenti in numerosi corsi e scuole di specializzazione; è titolare dell’insegnamento di Ematologia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia dal 1995.
È stato Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia dal 1998 al 2017. Il professor Petrini ha svolto attività assistenziale presso l’Unità operativa di Ematologia che dirige dal 1998; ha contribuito in modo determinante alla realizzazione del reparto e dei laboratori e al loro sviluppo; ha realizzato il Centro Trapianti accreditato Jacie del quale è anche responsabile. Il professor Petrini ha una particolare dedizione alla ricerca sulla diagnosi e lo sviluppo di terapie innovative e ha messo a punto terapie originali per il linfoma marginale, la sindrome iper-eosinofila e le localizzazioni cutanee della leucemia acuta a cellule dendritiche, oltre che per la terapia personalizzata dei linfomi dell’anziano. Ha sviluppato soluzioni di arsenico per il trattamento della leucemia acuta promielocitica impiegandolo per la prima volta in Italia. Questo trattamento ha permesso di guarire pazienti diversamente incurabili. Ha avuto un ruolo determinante nella realizzazione del Polo Oncologico. Il professor Petrini ha pubblicato 420 lavori internazionali ed è anche autore di molti lavori e capitoli di libro a livello nazionale.

Ha sviluppato tre brevetti internazionali. Ha trascorso periodi di ricerca presso istituzioni estere, tra le quali l’Università di Charleston, negli USA, in qualità di post-doctoral fellow prima e di visiting professor successivamente. I temi di ricerca del professor Petrini sono tutti orientati all’Ematologia e alle implicazioni immunologiche, iniziando con la valutazione del ruolo dell’adenosina e purina nucleoside fosforilasi nelle malattie linfoproliferative, che è stata studiata pionieristicamente prima dello sviluppo di farmaci attivi su questo bersaglio molecolare.

Negli USA ha condotto studi sul ruolo della vitamina D nel sistema immunitario, realizzando per la prima volta alcune metodiche molecolari e individuando un ruolo funzionale per il carrier della vitamina D: questi studi hanno permesso di riconsiderare la divisione tra proteine strutturali e funzionali. Rientrato in Italia ha fondato il primo laboratorio pisano con attività molecolari in medicina. Da questa iniziativa sono nate le linee di ricerca tuttora attive sui meccanismi di chemio-resistenza e sul ruolo della malattia minima residua, oltre che la realizzazione di numerosi test diagnostici molecolari. Il primo lavoro in assoluto, pubblicato sul New England Journal of Medicine, rivolto allo studio del ruolo della chemio-resistenza nelle leucemie, è stato svolto in questi ambienti. Successivamente, essendo stato nominato Direttore del Centro Unico per lo studio delle cellule staminali, il professor Petrini ha realizzato il Laboratorio “Michele Cavaliere”, eseguendo studi sulle cellule staminali mesenchimali che hanno consentito impieghi clinici pionieristici in campo ortopedico e importanti avanzamenti nella comprensione della struttura e del ruolo del microambiente midollare nella patogenesi delle malattie ematologiche.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Mario Petrini.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:40

Massimo Guiggiani

Nato a Siena nel 1956, il professor Massimo Guiggiani si è laureato con lode in Ingegneria meccanica presso l’Università di Pisa nel 1981. Dopo il servizio militare come ufficiale del Corpo Tecnico dell’Esercito, nel 1983 è diventato ricercatore di Meccanica applicata alle Macchine a Pisa. Nel 1992 è diventato professore associato di Disegno e Metodi dell’Ingegneria industriale presso l’Università di Siena. Nel 2000 è tornato all’Università di Pisa come professore ordinario di Meccanica applicata alle Macchine. Nel corso degli anni è stato titolare dei corsi di Meccanica del Veicolo, Disegno di Macchine, Calcolo numerico, Disegno assistito dal Calcolatore, Meccanica applicata alle Macchine, Dinamica dei Veicoli. È stato Presidente per due mandati del corso di laurea specialistica in Ingegneria dei Veicoli terrestri, di cui è stato uno dei promotori e fondatori, e ha ricoperto per quattro anni il ruolo di Faculty Advisor della Squadra Corse per le competizioni di Formula Student, accompagnando il team nelle gare in Italia e in Germania.

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L’attività di ricerca del professor Guiggiani ha riguardato temi distinti. Il primo riguarda la ricerca sperimentale sull’interazione fluido-struttura in gusci di spessore sottile dal 1983 al 1989, in collaborazione con l’ENEA e Électricité de France. Inoltre, dal 1980 al 2000, si è occupato di metodi numerici per l’ingegneria, in particolare del BEM (Boundary Element Method), arrivando alla formulazione di quello che è oggi chiamato il Guiggiani’s method, riconosciuto come la tecnica più generale e accurata per la valutazione di integrali di superficie ipersingolari. Dal 2000, ha guidato il Gear Group dell’Università di Pisa, contribuendo in maniera diretta alla formulazione dell’Invariant Approach della teoria dell’ingranamento. Le ricerche sugli ingranaggi, condotte in collaborazione con Marco Gabiccini e Alessio Artoni, hanno portato allo sviluppo di algoritmi di ottimizzazione della micro-geometria e di identificazione dei parametri di taglio molto superiori rispetto a quelli precedentemente disponibili.

Dal 1998 a oggi si è occupato di Dinamica dei Veicoli, con la pubblicazione di libri, fra cui The Science of Vehicle Dynamics (2014). Proprio grazie ai contenuti di quest’opera, è stato invitato a tenere lunghi cicli di lezioni presso la Ferrari F1 a Maranello e presso la Apple negli USA.
Nel corso della sua carriera ha lavorato per lunghi periodi presso l’Ecole Politechnique di Parigi, l’Iowa State University ad Ames, negli Stati Uniti, l’University of Central Florida a Orlando, sempre negli Stati Uniti, l’Instituto Superior Tecnico di Lisbona. Ha tenuto seminari su invito in numerose università straniere, fra cui la Cornell University. Inoltre è stato titolare di contratti di ricerca con la Ohio State University, Bridgestone, Piaggio, Fiat Avio, Siemens, Ferrari F1. Il professor Guiggiani è fra i vincitori del Textbook Excellence Award 2019, unico italiano in 25 anni, per la seconda edizione del suo libro The Science of Vehicle Dynamics (2018). Questa opera ha portato importanti aziende automobilistiche, fra cui la Hyundai, a modificare alcune procedure di progettazione.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Massimo Guiggiani.

Il professor Luca Fanucci, ordinario di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa, è stato nominato "Fellow" dell'Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), l'associazione internazionale di professionisti impegnata a favore del progresso della tecnologia a beneficio dell'umanità. Il riconoscimento gli è stato consegnato nell’ambito della cerimonia di apertura della conferenza internazionale "DATE 2019 - Design, Automation and Test in Europe" che si è svolta alla Fortezza da Basso di Firenze dal 25 al 29 marzo.

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Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al professor Fanucci "per i suoi contributi allo sviluppo di sistemi elettronici integrati VLSI per network-on-chip”. In questo settore il professor Fanucci ha collaborato alla definizione delle architetture VLSI che hanno portato allo sviluppo del primo prototipo industriale di Network-on-Chip in collaborazione con l’azienda STMicroelectronics, leader del mercato dei semiconduttori con oltre 40.000 dipendenti e un fatturato di oltre 9 miliardi di dollari nel 2018. Questa infrastruttura di comunicazione, denominata STNoC, permette di connettere centinaia di componenti (processori, memorie e così via) all’interno dei moderni circuiti integrati System-on-Chip (SoC). L’azienda STMicroelectronics ha integrato la tecnologia STNoC nelle famiglie di circuiti integrati SoC ad alte prestazioni "Monaco" e "Cannes" dedicati al mercato dei set-top-box quali ad esempio i decoder satellitari SKY Q.

L'IEEE "Fellow" è conferito a una personalità con un eccellente primato di risultati provenienti da diverse aree scientifiche, che vanno dai sistemi aerospaziali all'ingegneria informatica, delle telecomunicazioni e biomedica, all'elettronica. Nel 2019 sono 295 i professionisti che nel mondo hanno ottenuto il riconoscimento. Attraverso gli oltre 400.000 membri in 160 paesi del mondo, l'IEEE promuove lo sviluppo della tecnologia per l'umanità e pubblica circa il 30% del materiale tecnico riguardante i diversi settori di interesse.

Il professor Fanucci si è laureato con lode in Ingegneria elettronica all'Università di Pisa nel 1992, sede in cui ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria dell’Informazione nel 1996. In questi anni ha svolto attività di ricerca al Dipartimento dei Sistemi Elettrici dell'European Space Research and Technology Centre dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Noordwijk in Olanda. Dal 1996 al 2004 è stato ricercatore del CNR al Centro Studi Metodi e Dispositivi di Radiotrasmissione di Pisa.
Dal 2004 è professore di Elettronica del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, prima come associato e poi come ordinario, e dal 2013 è direttore del Laboratorio Nazionale AsTech (Assistive Technologies) del Consorzio interuniversitario nazionale per l’Informatica (CINI). Dal 2016 ricopre il ruolo di delegato del rettore per gli studenti disabili e con disturbi specifici di apprendimento (DSA).

Coautore di più di 450 pubblicazioni su riviste e conferenze internazionali, il professor Luca Fanucci ha come principali interessi di ricerca la progettazione di circuiti integrati e sistemi embedded con particolare riguardo alla progettazione a livello di sistema, alla coprogettazione hardware e software, al basso consumo di potenza e ai sistemi di interfaccia ed elaborazione sensori. Settori principali di applicazione sono le telecomunicazioni, i veicoli spaziali e terrestri, i sistemi medicali e gli ausili tecnologici per le persone disabili e per gli anziani. In questi ambiti ha contribuito alla nascita di start-up quali "SensorDynamics" (2003) e "IngeniArs" (2014), ed è co-autore di più di 50 brevetti e/o domande di brevetto nazionale e internazionale.

Giovedì, 11 Aprile 2019 10:30

Roger Fuoco

Nato a Colosimi (Cosenza) nel 1951, il professor Roger Fuoco si è laureato con lode in Chimica presso l’Università di Bari nel 1974. Dopo alcuni anni come borsista, è stato ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1977 al 1994, prima a Bari, poi a Pisa. Nel 1994 è stato chiamato come professore ordinario di Chimica analitica dalla Facoltà di Scienze mfn dell’Università di Pisa, e oggi svolge la sua attività didattica e scientifica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale.

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Nel corso della sua carriera, il professor Fuoco ha contribuito in modo determinante alla formazione e al consolidamento di alcuni gruppi di ricerca, che oggi operano in modo del tutto autonomo a livello internazionale in numerosi settori della Chimica analitica. Lo studio dei processi di diffusione di inquinanti nell’ambiente a livello globale, con attività svolte in Artide e in Antartide, la valutazione della risposta metabolica a stress abiotici da parte di piante normali e a struttura ormonale geneticamente modificata e, più recentemente, la caratterizzazione chimica di fluidi biologici non tradizionali (espirato, sudore, saliva) per il monitoraggio non invasivo di patologie di grande interesse, come ad esempio lo scompenso cardiaco e il diabete, sono alcuni dei settori più rilevanti. L’attività di ricerca sinora svolta dal professor Fuoco ha dato luogo a oltre 120 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali a elevato impatto. Egli, inoltre, è stato invitato a tenere numerosi seminari in Italia e all’estero, ed è co-autore di alcuni brevetti su strumentazione analitica. Attualmente, egli è titolare dei corsi di Chimica analitica strumentale, Chimica analitica IV e Chimica analitica industriale per i corsi di laurea in Chimica e Chimica industriale.

Il professor Fuoco è stato rappresentante del Settore culturale 2 nel Senato Accademico dell’Ateneo pisano dal 2006 al 2012 e Direttore del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale per il quadriennio 2012-2016. Nel corso del suo mandato di Direttore ha coordinato tutte le attività relative al trasferimento del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale nella nuova sede. A livello nazionale, è stato membro del Consiglio direttivo della Divisione di Chimica analitica della Società Chimica Italiana per il periodo 2003-2006, esperto valutatore dei prodotti della ricerca (CIVR-VTR2006), e sin dal 1982 membro esperto in commissioni nazionali ed europee per la definizione di procedure analitiche di riferimento in campo ambientale.

Nel 1986 ha partecipato alla prima campagna oceanografica in Antartide organizzata dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) a cui collabora ininterrottamente da oltre trenta anni. Infine, è stato coordinatore nazionale di numerosi progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN, ex-COFIN) e attualmente, partecipa, anche con compiti di coordinamento scientifico, in progetti europei (Horizon 2020), nazionali (PRIN2017), regionali (POR CREO 2014/2020) e di Ateneo (PRA).

A livello internazionale è stato rappresentante italiano del CNR, in qualità di esperto di problemi ambientali, al XIII Antarctic Treaty Consultative Meeting (Madrid, 1999), membro dello Steering Committee dello SCAR (Scientific Committe of Antarctic Research) su “Environmental Contamination in Antarctica” e membro dell’editorial board della rivista “Applied Spectroscopy Review”. Infine, è inserito nell’International Evaluation Panel ed è stato più volte chiamato per la valutazione di progetti di ricerca presso varie istituzioni europee. Il professor Fuoco intrattiene fattive e fruttuose collaborazioni scientifiche con numerosi gruppi di ricerca di prestigiose istituzioni internazionali e nel 2018 la Hungarian Spectrochemical Society della Hungarian Chemical Society gli ha conferito la prestigiosa medaglia “Tibor Török” “given to internationally recognized scientists working in the field of atomic and molecular spectroscopy”.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Roger Fuoco.

Il professor Luca Fanucci, ordinario di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa, è stato nominato "Fellow" dell'Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), l'associazione internazionale di professionisti impegnata a favore del progresso della tecnologia a beneficio dell'umanità. Il riconoscimento gli è stato consegnato nell’ambito della cerimonia di apertura della conferenza internazionale "DATE 2019 - Design, Automation and Test in Europe" che si è svolta alla Fortezza da Basso di Firenze dal 25 al 29 marzo.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al professor Fanucci "per i suoi contributi allo sviluppo di sistemi elettronici integrati VLSI per network-on-chip”. In questo settore professor Fanucci ha collaborato alla definizione delle architetture VLSI che hanno portato allo sviluppo del primo prototipo industriale di Network-on-Chip in collaborazione con l’azienda STMicroelectronics, leader del mercato dei semiconduttori con oltre 40.000 dipendenti e un fatturato di oltre 9 miliardi di dollari. Questa infrastruttura di comunicazione, denominata STNoC, permette di connettere centinaia di componenti (processori, memorie e così via) all’interno dei moderni circuiti integrati System-on-Chip (SoC). L’azienda STMicroelectronics ha integrato la tecnologia STNoC nelle famiglie di circuiti integrati SoC ad alte prestazioni "Monaco" e "Cannes" dedicati al mercato dei set-top-box quali ad esempio i decoder satellitari SKY Q.
L'IEEE "Fellow" è conferito a una personalità con un eccellente primato di risultati provenienti da diverse aree scientifiche, che vanno dai sistemi aerospaziali all'ingegneria informatica, delle telecomunicazioni e biomedica, all'elettronica. Nel 2019 sono 295 i professionisti che nel mondo hanno ottenuto il riconoscimento. Attraverso gli oltre 400.000 membri in 160 paesi del mondo, l'IEEE promuove lo sviluppo della tecnologia per l'umanità e pubblica circa il 30% del materiale tecnico riguardante i diversi settori di interesse.
Il professor Fanucci si è laureato con lode in Ingegneria elettronica all'Università di Pisa nel 1992, sede in cui ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria dell’Informazione nel 1996. In questi anni ha svolto attività di ricerca al Dipartimento dei Sistemi Elettrici dell'European Space Research and Technology Centre dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Noordwijk in Olanda. Dal 1996 al 2004 è stato ricercatore del CNR al Centro Studi Metodi e Dispositivi di Radiotrasmissione di Pisa.
Dal 2004 è professore di Elettronica del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, prima come associato e poi come ordinario, e dal 2013 è direttore del Laboratorio Nazionale AsTech (Assistive Technologies) del Consorzio interuniversitario nazionale per l’Informatica (CINI). Dal 2016 ricopre il ruolo di delegato del rettore per gli studenti disabili e con disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Coautore di più di 450 pubblicazioni su riviste e conferenze internazionali, il professor Luca Fanucci ha come principali interessi di ricerca la progettazione di circuiti integrati e sistemi embedded con particolare riguardo alla progettazione a livello di sistema, alla coprogettazione hardware e software, al basso consumo di potenza e ai sistemi di interfaccia ed elaborazione sensori. Settori principali di applicazione sono le telecomunicazioni, i veicoli spaziali e terrestri, i sistemi medicali e gli ausili tecnologici per le persone disabili e per gli anziani. In questi ambiti ha contribuito alla nascita di start-up quali "SensorDynamics" (2003) e "IngeniArs" (2014), ed è co-autore di più di 50 brevetti e/o domande di brevetto nazionale e internazionale.

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