Un Locus per la cultura del territorio
Nell’ultimo numero la rivista edita da Felici Editoresi occupa di ospedali
Nei quattro numeri pubblicati fin’ora, Locus la rivista di cultura del territorio, di cui Cristiana Torti è direttore responsabile, ha tracciato un percorso multidisciplinare tra competenze storiche, geografiche, archeologiche, urbanistiche, architettoniche ed economiche che rivela in tutto il suo spessore il tessuto articolato su cui si regge l’interazione tra l’uomo e il suo ambiente circostante. Dopo il trasporto ecosostenibile, l’energia e il paesaggio, il patrimonio rurale, questa volta la rivista si è occupata di ospedali.
Locus: 4 ospedali e città
Il drappello di studiosi che, anche dietro la spinta di un editore attento e coraggioso, decise circa un anno fa di dar vita a questa nuova rivista, è segnatamente pluridisciplinare: chi ne fa parte si occupa di storia, geografia, architettura, urbanistica, economia, ambiente, arte, archeologia. E, nel tempo, speriamo di aggregare competenze più disparate attorno ad un progetto che vuole condurre la riflessione su temi che partono dalla concretezza locale per allungarsi su valenze più generali.
Affrontare insieme, e da più angolature, prima di tutto alcuni nodi dello svilupparsi ed organizzarsi del territorio sul quale, in vario modo, tutti noi operiamo. Entità in costruzione e in evoluzione, il territorio è il risultato di strati di scelte e di interventi architettonici, urbanistici, ambientali, artistici, che nel tempo assorbe (e non sempre metabolizza). Un concentrato di saperi e di valori, non sempre positivi, che, come in una piramide, formano la base su cui si fonda il presente e, soprattutto, si imposta il futuro. In questo senso, il passato può essere fonte di informazioni, di suggerimenti, di riflessioni.
Insomma, un Locus di riflessione, di incontro, di confronto; un Locus di dibattito per la città e il territorio, nel quale ci si è proposti di elaborare - tra diversi - temi che, utili in sede locale, possano servire anche ad altri luoghi e contribuire, sia pure in piccola parte, a riflessioni non locali. In parte, abbiamo la presunzione di averlo fatto per i temi che finora sono stati affrontati.
Locus ha una sezione monografica, ogni volta dedicata ad un argomento di riflessione; accanto, sono previste varie rubriche: Territorio e Ambiente (curata dall’Istituto Leonardo Irta, diretto dal professor Rossano Pazzagli), Urbanistica (curata dall’ingegnere e architetto Riccardo Ciuti), Archeologia Industriale (a cura del dottor Angelo Nesti); ci sono infine segnalazioni di studi e di eventi significativi, recensioni e una piccola rubrica gastronomica, curata da Renzo Zucchini.
Locus può contare su un comitato scientifico di eccellenza, composto da docenti universitari e studiosi autorevoli come Giuliana Biagioli, Gisella Cortesi, Tommaso Fanfani, Maria Adriana Giusti, Stefano Maggi, Rossano Pazzagli (che ne è il coordinatore), Piero Pierotti, Tommaso Luzzati, Nicola Silvestri, Riccardo Ciuti e Riccardo Lorenzi. La rivista, che gode del patrocinio della Provincia e del Comune di Pisa, ha la collaborazione scientifica, oltre che dell’Istituto di Ricerca sul Territorio e l’Ambiente “Leonardo” e dell’Università di Pisa, anche - a partire dal terzo numero - della Scuola Superiore Sant’Anna, che entrerà a far parte del comitato scientifico con Enrico Bonari, docente di Agronomia e Coltivazioni erbacee, e Alfredo Massart, docente di Diritto agrario comparato.
Molte le questioni finora affrontate. Come si è accennato, si è partiti da un articolato discorso sul trasporto ecocompatibile (sintetizzato nel titolo Tramvie, sezione monografica curata dalla sottoscritta), ritenendo quello della mobilità un tema cruciale per i nostri giorni, inquadrato da dati che fanno riflettere e insieme spaventano: l’Italia, dalla fine degli anni ’80 del Novecento, mentre è al 10° posto per quantità di km di strade per abitante (5.2 km/1000 abitanti, contro i 26.5 degli Stati Uniti, i 20.6 della Norvegia, i 14.7 della Francia, i 13.7 della Danimarca, i 10.8 in Svizzera, i 6.2 dell’Inghilterra ecc.) è ai primi posti per il numero di auto per abitante. Nel 2003 la densità automobilistica ha raggiunto in Italia un rapporto di 1.69 abitanti per autovettura, il valore più elevato in Europa (1.83 in Germania, 1.93 in Svizzera e 1.98 in Gran Bretagna), e, paradosso dei nostri giorni, in Val D’Aosta ci sono più automobili (125.846) che residenti (122.868), ossia 1024,15 vetture ogni 1000 abitanti, mentre Roma ha 7 auto ogni 10 abitanti. Ciò assicura una fortissima congestione del traffico, soprattutto in aree urbane.
È stato, in quel numero, Stefano Maggi (Università di Siena) a tracciare la storia delle ferrovie e delle tramvie; studiosi di altre università (Meini e Maggi del Molise, per esempio) hanno affrontato la questione sotto varie angolazioni.
Terenzio Longobardi ha invece declinato il tema dal punto di vista dell’efficienza e del risparmio energetico, mentre Cristiana Cristiani ed altri hanno presentato uno studio di fattibilità per il ripristino della tramvia Pisa-Calambrone, oggi al centro del dibattito politico cittadino. Mentre Gaia Petroni ha ripercorso la storia di una tramvia ideata a Ponte a Moriano nell’800 per trasportare lavoratori e materie prime, Riccardo Ciuti ha delineato il progetto della nuova linea Firenze-Scandicci, in costruzione.
Nel secondo numero, la sezione monografica è stata dedicata ad Energia e paesaggio, e al particolare rapporto che si crea, nel bene e nel male, tra le due entità. Questa volta ha coordinato la sezione il professor Piero Pierotti, che, nell’editoriale ha rivendicato “La forza del locale” individuando nelle scelte politiche compiute in loco una concreta possibilità di salvaguardia del territorio e insieme di corretto uso dell’energia.
Ne è seguita una poliedrica riflessione sull’uso delle fonti di energia, da quelle utilizzate in passato (l’acqua prima di tutto, che muoveva sistemi di ruote idrauliche e mulini; il vento o l’uomo stesso) alle energie attualmente definite “rinnovabili”, di varia origine: eolica, prima di tutto, ma anche solare, geotermica, idraulica, fino alle biomasse di origine agricola. Franco Donatini, ricercatore dell’Enel ha tracciato un quadro riassuntivo, mentre Cetti Serbelloni si è occupato di aeromotori, Enrico Bonari delle filiere agro-energetiche, Massimo Dringoli di geotermia. Non è mancato, con il lavoro di Guanci, il riferimento ad un esperimento in corso a Prato sul ripristino di alcune turbine idrauliche per la creazione di energia elettrica in una sorta di centrale diffusa.
Locus: 4 ospedali e città
Si è affrontato, soprattutto, il delicato rapporto tra fonti di energia e paesaggio. Il rischio di degrado ambientale legato all’attività umana, manifestatosi sin dagli inizi dell’età moderna, si è infatti acutizzato nella società industriale e molti esempi mostrano come un errato rapporto tra paesaggio ed energia possa condurre ad esiti anche disastrosi. Nel numero si ricorda, tra l’altro, la disastrosa alluvione verificatasi in Versilia nel 1996, anche a seguito della decadenza della coltivazione a terrazzi.
Il terzo numero della rivista si è occupato di Patrimonio rurale (e delle azioni possibili per la sua tutela e valorizzazione), che dopo l’abbandono dell’attività agricola deve essere oggi considerato a tutti gli effetti un bene culturale e una possibile occasione di sviluppo per i territori.
Giuliana Biagioli, esperta internazionale di questi temi, ha coordinato la parte monografica; accanto all’analisi di recenti e vicine esperienze (Peccioli e la ex Gaslini), ci si è avvalsi di contributi che fanno riferimento al Parco delle Cinque Terre (Patrimonio UNESCO), all’Isola d’Elba e altrove.
Locus non ha disdegnato questioni riferite al dibattito culturale politico, cittadino e nazionale. Sono stati affrontati, nel tempo, le problematiche relative al porto turistico a Marina di Pisa (Ciuti, Berti, Pierotti), o al rigassificatore (Luzzati, Della Pina, Zanelli), sempre nell’ottica di fornire strumenti utili alla comprensione e alla discussione; sono stati esaminati poi temi di stretta attualità urbanistica, come il paesaggio nel regolamento urbanistico di Fauglia (Agostini), le ANPIL del Monte pisano (Fantoni), il laboratorio del paesaggio (Lorenzi); si è infine cercato di dar conto di nuove tecniche di indagine storica (per esempio l’utilizzo del Gis per lo studio della cartografia). Nella sezione archeologia industriale, si è dato conto di recuperi interessanti, come la Stazione Leopolda di Pisa (Torti, Ciuti), lo zuccherificio di Cecina (Somigli), le fonderie di Follonica (Saragosa), la ludoteca scientifica di Pisa (Massai), i parchi della Val di Cornia (Guideri), e si è lanciato, dal primo numero, un “decalogo per l’archeologia industriale”, mirato a definire una sorta di stato giuridico della materia e dei suoi attori, in particolare nel rapporto con gli enti locali.
La prossima programmazione prenderà in considerazione, nella sezione monografica, il tema delle fonti rinnovabili La rivista ha un sito web: http://Locus. felicieditore.it e una e-mail: redazione. Locus@felicieditore.it. Ci auguriamo di ricevere suggerimenti, riflessioni e critiche, che possano contribuire a sviluppare e ampliare le tematiche affrontate.
Cristiana Torti
docente di Storia economica
torti@stm.unipi.it