Paolo e Vittorio Taviani
" L’opera di Paolo e Vittorio Taviani - ha ricordato il preside di Lettere e filosofia, Alfonso Maurizio Iacono, nel sintetizzare il percorso artistico dei fratelli di San Miniato - è certamente fra quanto di più significativo, sul piano culturale ed artistico, abbia espresso il cinema italiano del dopoguerra: per la profondità e la serietà del discorso, per la forza espressiva dell’immagine e del racconto, per la capacità di collegare la ricerca di un linguaggio originale con il recupero della tradizione letteraria, figurativa e musicale, come strumento vivo di espressione e di conoscenza.
I due fratelli nascono (Vittorio nel 1929, Paolo nel 1931) a San Miniato, dove vivono, ancora bambini o adolescenti, la lancinante esperienza della guerra: sarà un ricordo che appena possibile vorranno fissare nell’immagine cinematografica, prima in un “documentario”, San Miniato, luglio ‘44, poi ne La notte di San Lorenzo. A Firenze scoprono, con il Maggio Musicale Fiorentino, il fascino della musica e della scena teatrale e imparano a vedere con gli occhi dei grandi pittori della tradizione toscana il paesaggio e i volti della loro terra. A Pisa, nel cineclub universitario del quale diventano gli animatori, incontrano il cinema: il grande cinema d’autore e il neorealismo.
Inizia così un percorso che attraversa mezzo secolo e che – dopo l’apprendistato nel campo del documentario - ha prodotto diciotto film, da Un uomo da bruciare (1962) - ispirato alla figura del sindacalista Salvatore Carnevale, vittima della mafia - fino a La masseria delle allodole (2007), che ha per tema il genocidio degli Armeni del 1915-1916.
Questo lungo e denso percorso è caratterizzato da alcune costanti tematiche: l’attenzione alle vicende storiche, quelle contemporanee e quelle del passato risorgimentale; la riflessione sul rapporto dell’Uomo con la Natura e con l’universo dei bisogni e delle passioni primordiali; la riflessione sul ruolo della rappresentazione artistica, del cinema in particolare.
Questo percorso è poi caratterizzato da alcune costanti produttive, culturali e stilistiche: riguardano il “modo di produzione”, che richiama l’esperienza della “bottega artigiana”; riguardano la volontà di recuperare e interpretare momenti significativi della tradizione letteraria (Pirandello, Tolstoj, Goethe sono le fonti di ispirazione di Kaos e Tu ridi, di San Michele aveva un gallo, Il sole anche di notte e Resurrezione, de Le affinità elettive); ma riguardano anche la volontà e la scelta di esplorare, sperimentare ed ibridare fra loro nuovi canali di comunicazione con il pubblico, nuovi linguaggi e modelli di rappresentazione, pratiche artistiche “alte” e “basse”.
Da queste scelte, dal rigore, dalla coerenza e dall’interna dinamica che caratterizza il percorso
artistico di Paolo e Vittorio Taviani deriva il particolare significato della loro opera, non soltanto
sul piano della qualità della rappresentazione. Essa si propone infatti agli studiosi come una
vera, implicita “lezione” anche sul piano della teoria - per le soluzioni che prospetta riguardo al
problema del rapporto del cinema con le altre pratiche artistiche, per la comprensione concreta
del nuovo ruolo e delle nuove forme dell' “opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità” - e
sul piano della riflessione critica."