Numero 23 - Editoriale
Giugno 2008
Nascere in Toscana, nei luoghi di cui per primo Leonardo ci ha lasciato una rappresentazione per immagini, e lavorare nel cinema, regno dell’immagine e della luce. Paolo e Vittorio Taviani hanno coniugato queste due peculiarità e tracciato un percorso artistico premiato dal nostro Ateneo con la laurea specialistica honoris causa, in una giornata densa di ricordi studenteschi degli anni Cinquanta. Iscritti alle facoltà di Lettere e di Giurisprudenza, i due fratelli sanminiatesi si sono alternati nella lettura di un intervento appassionato, che si è dipanato dai giorni del primo apprendistato intellettuale, quando il cinema fu un precoce protagonista a cui la luce dei Lungarni rese più facile abbandonarsi.
Athenet dedica dunque la parte centrale di questo numero al ritorno di Paolo e Vittorio Taviani nel Palazzo della Sapienza, di fronte al quale girarono il loro primo rudimentale carrello, conquistati dalla visione dei capolavori del neorealismo cinematografico. Da quei giorni è partito anche il professor Lorenzo Cuccu, promotore del conferimento della laurea, per isolare, nella Laudatio, alcuni temi prediletti dai fratelli sanminiatesi. Oltre alle espressioni di una solida formazione musicale e letteraria, un potente legame con la propria terra, con il paesaggio toscano su cui lo sguardo dei due registi ha continuato a posarsi con insistenza. Paesaggio urbano e paesaggio rurale, paesaggio naturale e paesaggio costruito dall’uomo: per giungere a sintetizzare, secondo le parole di Cuccu, “un nucleo tematico, riflesso delle passioni, immagine dell’ambiguità della Natura”. Una Natura che merita l’iniziale maiuscola perché capace di dominare l’uomo, armoniosa e matrigna, teatro di pulsioni che l’uomo può tuttavia signoreggiare con l’artificio dell’arte, sempre alla ricerca di “una mediazione tra il paesaggio, gli eventi e la natura umana”.
Questo aspetto del lavoro dei Taviani, concentrato sul territorio, è stato sempre seguito con attenzione non solo dal pubblico e dalla critica, che hanno colto nelle immagini di San Miniato, di Empoli, di Villa Saletta, del Parco dell’Uccellina, di Massa Marittima, di San Gimignano (e il catalogo potrebbe essere molto più lungo), “la visione incantata che dispiega la sua capacità di fare affiorare delle apparizioni meravigliose”, ma anche dalle istituzioni. Nella politica culturale di enti come il Comune di San Miniato e la Provincia di Pisa hanno così trovato più volte posto iniziative che hanno avvicinato il pubblico al calore delle immagini del fotografo di scena Bruno Montiroli, sia per iniziative lontane, come l’articolata mostra del 1987 “La bottega Taviani”, che per altre appena dietro le nostre spalle, come l’esposizione fotografica “Paolo e Vittorio Taviani. Sguardi, corpi, paesaggi”, allestita con successo in parallelo al conferimento della laurea e in collaborazione con il “Centro cinema Paolo e Vittorio Taviani” di San Miniato.
Con i Taviani il cantiere del set cinematografico, il cui primo obiettivo resta raccontare una storia, ha dimostrato una volta di più la capacità di cogliere la sostanza dei luoghi a cui rivolge il proprio sguardo e di poter contribuire efficacemente alla valorizzazione del territorio.
La Redazione