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L'Ateneo di Pisa, unico in Italia e tra i primissimi in Europa, diventa partner della Stanford University, aderendo alla rete internazionale "SPARK Global", che riunisce 54 prestigiosi centri mondiali di ricerca traslazionale nei settori medico-farmaceutici.
La collaborazione sarà presentata martedì 10 aprile, alle ore 12 nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, dal rettore Paolo Mancarella, dalla professoressa Daria Mochly Rosen dell’Università di Stanford, presidente della rete globale "SPARK" e ideatrice dell’iniziativa, e dal professor Corrado Priami, docente di Informatica e referente dell'iniziativa per l'Ateneo pisano.

Lunedì, 09 Aprile 2018 09:29

The Arts of Making in Ancient Egypt

cover mianiaci“The Arts of Making in Ancient Egypt. Voices, images, and objects of material producers 2000–1550 BC” (Sidestone, 2018) è l’ultimo libro a cura di Gianluca Miniaci, ricercatore senior di Egittologia al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere del nostro Ateneo.

Il dottor Miniaci si occupa di antico Egitto con un particolare interesse per gli aspetti di storia sociale e cultura materiale, integrando prospettive antropologiche e metodi della teoria archeologica. Fra i suoi ultimi studi, Rishi Coffins and the Funerary Culture of Second Intermediate Period Egypt (GHP London, 2011); Le Lettere ai Morti nell’antico Egitto (Paideia, 2014) e, come co-editore, The World of Middle Kingdom Egypt I-II (GHP London, 2015-16), Company of Images: Modelling the Imaginary World of Middle Kingdom Egypt (Peeters, 2017).

Pubblichiamo di seguito una scheda del volume e un estratto (in inglese) dalla premessa.

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Negli ultimi decenni, nell'immaginario collettivo la figura degli antichi egiziani che erano alla base della produzione materiale ha fluttuato tra varie dimensioni, spesso conflittuali tra di loro, da "schiavi" ad "artigiani", da "lavoratori" ad "artisti", senza mai trovare un’univoca forma rappresentativa.
Questo volume, dunque, si propone di analizzare i meccanismi della produzione materiale in Egitto durante l'Età del Medio Bronzo (ca. 2000-1550 a. C.) alla ricerca di una sua più complessa comprensione, al fine di allontanarsi da una serie di preconcetti moderni per avvicinarsi ad un più autentico profilo che gli antichi artigiani egiziani avevano di loro stessi, attraverso l’analisi delle loro parole, delle loro immagini e dei loro artefatti. I contributi del volume hanno lo scopo di fornire un'analisi innovativa sul network di relazioni tra materiali ed esseri umani, sulla circolazione delle idee e sui profili sociali delle persone coinvolte nella produzione materiale dell’antico Egitto.


Craft activities appear as rather more complex activities than previously thought. The limits between “high” and “low” production, between qualified specialists and part-time workers, between “artists” and mere “producers”, seem more blurred, while the centrality ascribed to the production promoted at institutions such as temples, palaces and the households of high officials appears questionable. Pervasive preconceptions among researchers thus collide repeatedly and systemically with evidence for ancient patterns of and ideas around material production.
All fifteen contributors to this volume confront, in different ways, that continuing disjuncture. A shared focus on practice allows new thinking on the location and societal value of different activities, and on their shifting social context of class, age, gender and ethnicity, all inseparable from ancient categories and structures of thought in action.



Un tumore osseo di mille anni fa, il più antico nel suo genere mai rinvenuto, è stato scoperto dall’équipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa coordinata dalla professoressa Valentina Giuffra. Si tratta di un osteoblastoma che ricercatori hanno diagnosticato nel seno frontale del cranio in uno scheletro datato al X-XII secolo e portato alla luce durante gli scavi archeologici condotti nel 2004 presso il grande cimitero medievale della pieve di Pava (Siena).

 

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Sezione istologica dell’osteoblastoma (Blu di Toluidina, 100x)

 

La scoperta, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “The Lancet Oncology”, getta nuova luce sull’antichità dei tumori ossei e pone le basi per nuove ricerche nel campo della paleoncologia.
L’individuo, un giovane maschio di 25-35 anni, presentava in corrispondenza dell’osso frontale una rottura post mortale che ha permesso di osservare la presenza di una piccola neoformazione ovalare all’interno del seno frontale destro del cranio. Grazie all’ausilio di moderne tecniche radiologiche ed istologiche, gli studiosi sono riusciti a chiarire che la natura patologica della lesione era proprio un osteoblastoma.

 

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Particolate della lesione ovalare nel seno frontale destro


“L’osteoblastoma è un raro tumore benigno dell'osso che rappresenta attualmente circa il 3,5% di tutti i tumori primitivi benigni dell'osso e l'1% di tutte le neoplasie ossee - afferma il professore Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e coautore della pubblicazione – di solito colpisce prevalentemente i giovani adulti, prediligendo la colonna vertebrale e le ossa lunghe, la localizzazione nel cranio e nei seni paranasali è invece estremamente inconsueta e pochissimi sono i casi noti nella letteratura clinica moderna”.

“E’ stato estremamente sorprendente essere riusciti a trovare testimonianza di questa condizione addirittura nei resti scheletri umani. Ad oggi infatti, il caso medievale di Pava risulta essere la prima attestazione paleopatologica di osteoblastoma del seno frontale, confermando l'esistenza di questo raro tumore osseo benigno a quasi 1000 anni fa” conclude la dottoressa Giulia Riccomi, dottoranda dell’Ateneo pisano e primo autore della pubblicazione.

 

Un tumore osseo di mille anni fa, il più antico nel suo genere mai rinvenuto, è stato scoperto dall’équipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa coordinata dalla professoressa Valentina Giuffra. Si tratta di un osteoblastoma che ricercatori hanno diagnosticato nel seno frontale del cranio in uno scheletro datato al X-XII secolo e portato alla luce durante gli scavi archeologici condotti nel 2004 presso il grande cimitero medievale della pieve di Pava (Siena).
La scoperta, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “The Lancet Oncology”, getta nuova luce sull’antichità dei tumori ossei e pone le basi per nuove ricerche nel campo della paleoncologia.
L’individuo, un giovane maschio di 25-35 anni, presentava in corrispondenza dell’osso frontale una rottura post mortale che ha permesso di osservare la presenza di una piccola neoformazione ovalare all’interno del seno frontale destro del cranio. Grazie all’ausilio di moderne tecniche radiologiche ed istologiche, gli studiosi sono riusciti a chiarire che la natura patologica della lesione era proprio un osteoblastoma.
“L’osteoblastoma è un raro tumore benigno dell'osso che rappresenta attualmente circa il 3,5% di tutti i tumori primitivi benigni dell'osso e l'1% di tutte le neoplasie ossee - afferma il professore Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e coautore della pubblicazione – di solito colpisce prevalentemente i giovani adulti, prediligendo la colonna vertebrale e le ossa lunghe, la localizzazione nel cranio e nei seni paranasali è invece estremamente inconsueta e pochissimi sono i casi noti nella letteratura clinica moderna”.
“E’ stato estremamente sorprendente essere riusciti a trovare testimonianza di questa condizione addirittura nei resti scheletri umani. Ad oggi infatti, il caso medievale di Pava risulta essere la prima attestazione paleopatologica di osteoblastoma del seno frontale, confermando l'esistenza di questo raro tumore osseo benigno a quasi 1000 anni fa” conclude la dottoressa Giulia Riccomi, dottoranda dell’Ateneo pisano e primo autore della pubblicazione.

È stato inaugurato venerdì 6 aprile il Punto informativo della segreteria studenti dell’Università di Pisa a Viareggio. Presenti al taglio del nastro l’assessore con delega alle Politiche educative Sandra Mei, l’assessore con delega alle Politiche giovanili Federico Pierucci, e il prorettore dell’Università di Pisa Marco Gesi. L’ufficio, che si trova nel palazzo delle Muse, condividerà gli spazi con l’InformaGiovani, un servizio che mancava in città e che finalmente arriva anche a Viareggio. Sarà possibile avere notizie sui corsi e sui servizi dell’Ateneo pisano iscriversi ai concorsi e ai test di valutazione e registrarsi ai fini dell'immatricolazione.

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A celebrazione dell’evento, la Notte delle Muse, iniziata alle 17 e andata avanti fino alla mezzanotte: i ragazzi delle scuole superiori del territorio si sono cimentati in concerti, rappresentazioni teatrali, incontri, e poi ancora conferenze, esibizioni sportive fino alle indicazioni culinarie di cosa è meglio mangiare prima degli esami. Un’iniziativa promossa e organizzata dall’Amministrazione comunale di Viareggio, con la collaborazione degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado (nel dettaglio il Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci, l’Istituto Scolastico Superiore Galilei-Artiglio, l’Istituto Scolastico Superiore Guglielmo Marconi, l’Istituto Scolastico Superiore Carlo Piaggia, il Liceo Classico e Linguistico Giosuè Carducci), con il supporto di iCare e della Fondazione Festival Pucciniano.

Ogni anno sono circa 275 gli immatricolati residenti a Viareggio e tra 70 e 80 coloro che frequentano il primo anno dei corsi magistrali. Complessivamente, gli iscritti all'Università di Pisa sono quasi 1.400, con una tendenza negli ultimi anni alla crescita. A Pisa si sono laureati 187 studenti nell'anno 2016 e 177 nel 2017. A questi numeri vanno infine aggiunti i circa 30/40 allievi che attualmente seguono i corsi di dottorato, le scuole di specializzazione o i master dell'Ateneo.

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"L'apertura del nuovo punto informativo per la Versilia dell'Universita di Pisa a palazzo delle Muse rappresenta un’occasione importante per fornire ai tanti ragazzi e ragazze del territorio un servizio comodo e all'avanguardia", ha commentato l’assessore Federico Pierucci. "Sarà possibile trovare assistenza per il disbrigo delle pratiche universitarie più comuni e ricevere informazioni mirate sia per gli studenti delle scuole superiori che per i semplici cittadini – ha concluso l’assessore - Parte una nuova stagione di rilancio delle politiche giovanili nel Comune di Viareggio e questa importante collaborazione con l’Università, che ringrazio, porterà la città al centro della Versilia per quanto riguarda le attività del percorso di istruzione post diploma".

"Un rapporto solido e duraturo nel tempo quello fra l’Ateneo Pisano e il Comune di Viareggio – ha commentato il prorettore Marco Gesi -, come testimoniato anche dalle tante iniziative che si svolgono in questo territorio con il supporto dell'Università di Pisa. Da qui l'esigenza di mettere a disposizione degli studenti viareggini e delle loro famiglie un punto informativo, dove avere notizie sui corsi e sui servizi dell'Università di Pisa e dove poter utilizzare personal computer - con la relativa guida di un operatore appositamente formato - per iscriversi ai concorsi e ai test di valutazione e per registrarsi ai fini dell'immatricolazione. Di fatto, una sede in grado di seguire molti dei servizi propri della segreteria studenti di Pisa, oltre che un modo per valorizzare il Palazzo delle Muse, per renderlo sempre più un luogo di cultura aperto a tutti i cittadini e soprattutto ai giovani, come sta a dimostrare il ricco e ben congegnato programma che seguirà la vera e propria inaugurazione di questa sede". Il prorettore ha poi tenuto a specificare che con l’apertura del Punto informativo di Viareggio salgono a dieci le sedi distaccate che l'Università di Pisa ha creato, in collaborazione con i Comuni e gli enti locali, per agevolare i percorsi amministrativi degli studenti che provengono dal nostro tradizionale bacino di utenza: le altre si trovano a Carrara, Cecina, due a Livorno, Lucca, Massa, Pontedera, Rosignano e Sarzana.

"Ospitare in questa sede il punto informativo dell’Università è importantissimo – ha detto l’assessore Sandra Mei - Il palazzo delle Muse è uno dei simboli di Viareggio: è luogo di cultura che si apre alla città, da vivere ogni giorno sia con la normale attività che nelle occasioni speciali, come questa. Ringrazio le scuole, gli studenti e i professori, i dirigenti, che hanno contribuito a rendere speciale questa serata. Adesso per i nostri ragazzi e per tutti quelli della Versilia c’è un nuovo servizio, che si aggiunge al prestito e consultazione dei libri, alla sala studio e al wifi libero. E’ fondamentale che qui i ragazzi si sentano a casa: tra i nostri Viani ma anche tra le opere di artisti internazionali".

(Fonte: Ufficio Stampa del Comune di Viareggio)

Dopo il successo dell’apertura straordinaria per Pasquetta, la Domus Mazziniana sarà aperta e gratuita anche il fine settimana del 7 e 8 aprile con una serie di iniziative rivolte ai cittadini, ai turisti e alle famiglie, grazie alla fondamentale collaborazione dell’associazione Correlamente.
Si inizia sabato mattina con l’apertura delle collezioni dalle 9 alle 13 e visita guidata del museo alle 10; nel pomeriggio apertura dalle 15 alle 17 con visita guidata alle 15.30.
Domenica mattina alle 11 ci sarà il laboratorio “ludo-didattico” “Il movimentato Mazzini” dedicato ai più piccoli (5-10 anni) e alle famiglie organizzato dall’Associazione Correlamente e, a seguire, alle 11.30 una visita guidata. Infine nel pomeriggio di domenica il museo sarà fruibile liberamente dalle 15 alle 17 con visita guidata alle 15.30.
Tutte le visite saranno effettuate dal direttore della Domus Mazziniana. È gradita la prenotazione. Per informazioni e prenotazioni: 05024174, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Domenica 8 aprile alle 15,30 i ricercatori del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa Luigi Folco, Maurizio Gemelli e Matteo Masotta, saranno ospiti della trasmissione televisiva Rai 3 “Alle falde del Kilimangiaro”. I tre geologi racconteranno la loro spedizione per la ricerca di meteoriti in Antartide realizzata nell’ambito della XXXIIII Campagna Antartica del Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide 2017-18. Nell’occasione verrà mostrato una meteorite lunare, uno dei campioni più prestigiosi recuperati nel corso della spedizione che si è svolta nell’area di ghiaccio blu di Reckling Moraine, sulla calotta polare, a circa 76˚ di latitudine sud. In totale, i 115 meteoriti raccolti saranno oggetto di studi cosmochimici per contribuire alla conoscenza dell’origine ed evoluzione del sistema solare.

Sarà un dibattito con i rappresentanti delle istituzioni, dell’industria e dell’innovazione europei sull’importanza della ricerca di frontiera come elemento di sviluppo delle società, in cui sarà coinvolto tutto il sistema toscano della ricerca. Venerdì 6 aprile, a partire dalle ore 9, nell’auditorium del Polo Le Benedettine, l’Università di Pisa organizza una conferenza internazionale dedicata all’FP9, il Programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione che dal 2021 subentrerà a Horizon 2020.
Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella, apriranno la conferenza il saluto di Jean-Pierre Bourguignon, presidente dello European Research Council, e l’intervento di Mark Bishop, direttore di TCIDA, The Centre for Intelligent Data Analytics presso la Goldsmiths University of London, chiamato a presentare la propria esperienza di ricerca di frontiera in ambito AI - Artificial Intelligence.
Tra i relatori Renzo Tomellini, della direzione generale della Commissione europea responsabile della politica dell’UE in materia di ricerca, scienza e innovazione e capo unità di Horizon 2020 Policy; Fabio Donato, consigliere R&I della Rappresentanza Permanente italiana presso l’UE; Leonard Prins, professore di Chimica organica all'Università di Padova; Bernd Stowasser, capo dell’European Public Private Partnerships at SANOFI Germany; Marco Falzetti, direttore APRE Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea; Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana. L’evento sarà moderato da Maryline Fiaschi, managing director di Science Business, il network internazionale di università, imprese e agenzie governative impegnate a sostenere la ricerca e l’innovazione, di cui l’Università di Pisa è partner.

 

 

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