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EDC logo IVeditionGian Marco Comparini e Pietro del Debbio, due studenti del corso di laurea magistrale di Ingegneria gestionale (curriculum Digital Innovation) dell’Università di Pisa sono stati premiati a Bruxelles tra i vincitori della European Defence Challenge (EDC) IV edition, svolta nell’ambito del progetto ASSETs+.

Il progetto ASSETs+ è la Strategic Alliance Europea per le tecnologie emergenti nel settore della Difesa, volta a progettare e implementare attività formative per il settore della Difesa europeo, con un focus sulle competenze tecniche e trasversali nei domini di Robotica, Intelligenza Artificiale, Sistemi Autonomi, C4ISTAR e Cybersecurity. Il progetto vede l’Università di Pisa capofila ed è coordinato dal professor Gualtiero Fantoni. Il Consorzio di 30 partner include università, enti di ricerca e i principali player del settore. Tra le iniziative del progetto si annovera la European Defence Challenge, una competizione per studenti da tutte le università europee, la cui organizzazione quest’anno è stata seguita dall’ing. Irene Spada dell’Università di Pisa. Le 4 edizioni hanno raccolto 577 registrazioni da 24 diversi paesi (10 non EU) e 126 diverse istituzioni (università, scuole di ingegneria, business school…), con 416 partecipanti e 250 proposte sottomesse. Sono stati realizzati 29 seminari, webinar con esperti di settore.

Il tema proposto in questa quarta edizione riguarda le competenze trasversali per il settore della Difesa con un particolare focus sul management: “Leading through Complexity: Effective Management in Defence Environment”. La competizione prevedeva la preparazione e la presentazione di un report sul tema proposto. Sono stati svolti diversi seminari per supportare il lavoro degli studenti, incoraggiati a partecipare in team, anche da università/corsi di laurea diversi.

I due studenti pisani hanno proposto un metodo data-driven di supporto ai processi di decision-making che integra un modello di Intelligenza Artificiale. Il metodo richiama degli approcci tipici del loro ambito di studio, Ingegneria gestionale con curriculum Digital Innovation, riformulati in un framework che hanno chiamato PACE chart (Plan, Analyse, Check, Exploit). Il metodo si rivolge alla logistica negli interventi umanitari, in cui è necessario gestire le interfacce tra organizzazioni militari e non militari che collaborano tra loro. 

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Pietro Del Debbio e Gian Marco Comparini alla conferenza di Bruxelles.

“Sfide quali tempestività, mancanza di risorse e scarsa comunicazione possono offrire opportunità per testare le tecnologie emergenti e analizzare criticamente i risultati. In questa proposta – hanno commentato Gian Marco Comparini e Pietro del Debbio – l’attenzione si è concentrata sulla fase di pianificazione degli interventi di soccorso progettando PACE, un metodo basato sui dati per supportare il processo decisionale che integra un modello di intelligenza artificiale. L’obiettivo è quello di dare priorità agli interventi per consentire un’allocazione più efficiente delle risorse e garantire il successo dell’intervento. Inoltre, vengono presentati una serie di punti di forza e di sfide che possono essere incontrati nell'applicazione del metodo in contesti del mondo reale, nonché un'analisi delle parti interessate”.

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Irene Spada, Gian Marco Comparini, Pietro Del Debbio e Gualtiero Fantoni.

“Al di là del successo ottenuto, la Challenge è stata un’occasione per mettersi in gioco, dimostrare le nostre capacità e applicare gli strumenti che abbiamo avuto modo di affrontare durante il nostro percorso formativo - aggiunge Gian Marco Comparini - Il fatto di partecipare alla conferenza ha costituito una grandissima opportunità, poiché ci ha permesso di entrare in contatto con le principali realtà del settore Defence e conoscere studenti provenienti da altri atenei europei. Conserverò con cura il ricordo di quest’esperienza e delle belle emozioni provate al momento della premiazione”. “Essere stati scelti tra i finalisti della quarta edizione dell'European Defence Challenge è stato sicuramente un riconoscimento importante, ma quello che conta di più in assoluto è aver partecipato alla conferenza a Bruxelles per esporre la nostra proposta e aver avuto l'opportunità di ascoltare le opinioni degli esperti in merito all'innovazione e alle sfide che sta incontrando il settore della difesa -  conclude Pietro del Debbio.”

L’evento di premiazione si è svolto a Bruxelles durante la conferenza europea “European Defence Sector: Navigating the Future through Skills and Innovation”, che per i partecipanti della EDC è stata anche un’ottima occasione di arricchimento e networking. I vincitori, il giorno seguente, hanno potuto effettuare una visita al Parlamento Europeo con conversazione con un assistente di un eurodeputato, una visita presso l’Aeronautics Space and Defence Association, e degli incontri con i principali stakeholder e policy maker nei settori dell'Aeronautica e della Difesa.


La visita al Parlamento Europeo.

Pisa - Lunedì 4 dicembre alle 16, nell'aula magna del Polo Didattico Carmignani (P.za dei Cavalieri,8), studenti e studentesse dell’Università di Pisa e delle scuole superiori del territorio incontrano Fosca Giannotti (foto), professoressa di Informatica alla Scuola Normale Superiore, che parlerà di "Dati per imparare, macchine per pensare".

Nell’immaginario collettivo l’idea di intelligenza artificiale è associata ad uno strumento che ci sostituisce in compiti complessi, come guidare un veicolo, scrivere un testo o generare una immagine. In realtà l’opportunità più profonda dell’intelligenza artificiale è quella di aiutare le persone a prendere decisioni migliori in situazioni difficili come diagnosticare una malattia rara o gestire una emergenza ambientale o sanitaria. Aumentare invece di sostituire, quindi, e questo richiede capacità di collaborazione e comprensione reciproca in un quadro di regole.

L’evento fa parte di "Sguardi nel futuro", un'iniziativa di orientamento e alta formazione dell’Università, che mette in contatto i giovani con i più importanti esperti del mondo della ricerca scientifica e tecnologica, dell’industria e dell’economia, e delle scienze sociali. ‘Sguardi nel Futuro’ è a cura del professore Dario Pisignano, del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa, e del divulgatore e giornalista Piero Bianucci.


Per seguire l’incontro è necessaria l’iscrizione: https://forms.office.com/e/w9SnqGMJjD
L’evento sarà trasmesso anche in streaming: https://www.youtube.com/watch?v=jpMCnYN6TXM

fosca_giannotti.jpgPisa - Lunedì 4 dicembre alle 16, nell'aula magna del Polo Didattico Carmignani (P.za dei Cavalieri,8), studenti e studentesse dell’Università di Pisa e delle scuole superiori del territorio incontrano Fosca Giannotti (foto), professoressa di Informatica alla Scuola Normale Superiore, che parlerà di "Dati per imparare, macchine per pensare".

Nell’immaginario collettivo l’idea di intelligenza artificiale è associata ad uno strumento che ci sostituisce in compiti complessi, come guidare un veicolo, scrivere un testo o generare una immagine. In realtà l’opportunità più profonda dell’intelligenza artificiale è quella di aiutare le persone a prendere decisioni migliori in situazioni difficili come diagnosticare una malattia rara o gestire una emergenza ambientale o sanitaria. Aumentare invece di sostituire, quindi, e questo richiede capacità di collaborazione e comprensione reciproca in un quadro di regole.

L’evento fa parte di "Sguardi nel futuro", un'iniziativa di orientamento e alta formazione dell’Università, che mette in contatto i giovani con i più importanti esperti del mondo della ricerca scientifica e tecnologica, dell’industria e dell’economia, e delle scienze sociali. ‘Sguardi nel Futuro’ è a cura del professore Dario Pisignano, del Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa, e del divulgatore e giornalista Piero Bianucci.

 


Per seguire l’incontro in presenza è necessaria l’iscrizione (form riservato a riservato a studenti e studentesse triennali e magistrali di Unipi): https://forms.office.com/e/w9SnqGMJjD
L’evento sarà trasmesso per tutti anche in streaming: https://www.youtube.com/watch?v=jpMCnYN6TXM

A Pisa nasce la Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, la 46esima delle Scuole di specializzazione di area medica dell’Università di Pisa. Un bel traguardo che si colloca nel solco della prestigiosa tradizione clinico-chirurgica di questo settore disciplinare che a Pisa ha avuto maestri di chiara fama come il professore Paolo Santoni-Rugiu, uno dei primi chirurghi plastici d’Italia, il dottor Alessandro Massei, uno dei pionieri nella cura della labiopalatoschisi, la dottoressa Mariagrazia Salimbeni, esperta di microchirurgia ricostruttiva e di chirurgia dei tumori cutanei.

“Sono contento per questo risultato – dichiara Emanuele Cigna (nella foto di gruppo, il primo da sx), professore ordinario di Chirurgia plastica all’Università di Pisa e direttore della Scuola di specializzazione, nonché della Sezione dipartimentale di Chirurgia plastica e microchirurgia dell’Aoup – perché a Pisa questa Scuola mancava. Quattro i medici in formazione al momento, con l'obiettivo comune di una formazione completa grazie alle interazioni multidisciplinari e a una didattica teorico-pratica sempre aggiornata sulle ultime novità dal punto vista clinico, chirurgico e tecnologico”.

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Nell'ordine da sx, in senso orario, il professore Emanuele Cigna e i medici specializzandi Alfredo Dente, Elena Guadagni, Raffaella Vega, Sara Ciapetti

Soddisfazione anche dal presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina dell’Università di Pisa, il professore Emanuele Neri, che rileva come la nascita di questa ulteriore scuola di specializzazione sia un bel risultato per la comunità accademica medica pisana e per l’Aoup “che ci impegna – conclude - a fare il possibile sia dal punto di vista didattico sia assistenziale per le nuove generazioni di specialisti affinché possano sempre beneficiare di un’adeguata formazione”.

 

A Pisa nasce la Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, la 46esima delle Scuole di specializzazione di area medica dell’Università di Pisa. Un bel traguardo che si colloca nel solco della prestigiosa tradizione clinico-chirurgica di questo settore disciplinare che a Pisa ha avuto maestri di chiara fama come il professore Paolo Santoni-Rugiu, uno dei primi chirurghi plastici d’Italia, il dottor Alessandro Massei, uno dei pionieri nella cura della labiopalatoschisi, la dottoressa Mariagrazia Salimbeni, esperta di microchirurgia ricostruttiva e di chirurgia dei tumori cutanei.

“Sono contento per questo risultato – dichiara Emanuele Cigna (nella foto di gruppo, il primo da sx), professore ordinario di Chirurgia plastica all’Università di Pisa e direttore della Scuola di specializzazione, nonché della Sezione dipartimentale di Chirurgia plastica e microchirurgia dell’Aoup – perché a Pisa questa Scuola mancava. Quattro i medici in formazione al momento, con l'obiettivo comune di una formazione completa grazie alle interazioni multidisciplinari e a una didattica teorico-pratica sempre aggiornata sulle ultime novità dal punto vista clinico, chirurgico e tecnologico”.

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Nell'ordine da sx, in senso orario, il professore Emanuele Cigna e i medici specializzandi Alfredo Dente, Elena Guadagni, Raffaella Vega, Sara Ciapetti

Soddisfazione anche dal presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina dell’Università di Pisa, il professore Emanuele Neri, che rileva come la nascita di questa ulteriore scuola di specializzazione sia un bel risultato per la comunità accademica medica pisana e per l’Aoup “che ci impegna – conclude - a fare il possibile sia dal punto di vista didattico sia assistenziale per le nuove generazioni di specialisti affinché possano sempre beneficiare di un’adeguata formazione”.

 

L’Università di Pisa, in occasione della Giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità indetta dalle Nazioni Unite per il 3 dicembre, vuole ricordare il suo sostegno a favore di tutte le persone che si impegnano nello studio universitario per costruire il proprio futuro attraverso le narrazioni di studenti con disabilità raccolte nella collana "Progetti di vita".

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È infatti in uscita il quarto numero della serie intitolato “Storie di studenti con disabilità”, la cui presentazione ufficiale è prevista martedì 5 dicembre alle ore 17.00, alla Gipsoteca di Arte Antica. Nell’occasione interverranno Riccardo Zucchi, rettore dell'Università di Pisa, la professoressa Anna Anguissola, direttrice della Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium, la professoressa Sandra Lischi e il professor Luca Fanucci, direttori della collana, la professoressa Veronica Neri, responsabile scientifica del Polo Comunicazione-CIDIC, insieme agli autori e alle autrici dei testi. Modera gli interventi Francesca Corradi, curatrice della collana.  

"Progetti di vita", pubblicata dalla Pisa University Press e diretta dal professor Luca Fanucci e dalla professoressa Sandra Lischi, è a cura dell’Ufficio servizi per l’inclusione di studenti con disabilità (USID) dell’Ateneo, in collaborazione con il Polo comunicazione del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC). La collana viene pubblicata on line sulla piattaforma open access visibile all'indirizzo: https://progettidivita.unipi.it/.

Finora sono stati pubblicati i numeri "Esperienze al tempo del Covid-19", "L'ingresso nel mondo del lavoro" e "Espressione letteraria e artistica".

Pubblichiamo di seguito l’introduzione al quarto volume “Storie di studenti con disabilità” a firma di Francesca Corradi, curatrice della collana.


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cover progetti di vita4Questo numero, dedicato al complesso rapporto fra accessibilità comunicativa allo studio rispetto alla sordità, illustra quattro esperienze universitarie in cui la consapevolezza e il desiderio di sperimentarsi nello studio hanno il potere di condurre alla realizzazione del proprio progetto di vita nonostante le difficoltà che ogni persona sorda si trova ineluttabilmente ad affrontare.

Le testimonianze di Mattia, Sara, Dieter e Lorenzo dimostrano anche quanto il supporto di ausili ed interventi didattici adeguati possano consentire di andare oltre i limiti di ognuno, rafforzandone e valorizzandone le capacità e i talenti in generale. La quinta testimonianza, rilasciata dalle interpreti LIS Alessandra e Francesca che hanno fatto parte del progetto, conferma l’importanza di una visione condivisa per raggiungere un obiettivo.

Le scelte universitarie dei quattro studenti che si raccontano nel presente volume sono molto diverse tra loro ma ugualmente tutte impegnative e portate avanti con impegno e dedizione.

Lorenzo si è dedicato alle discipline della comunicazione e dello spettacolo, approfondendo così materie che lo appassionavano da sempre e affinando allo stesso tempo le sue competenze nella lingua italiana parlata e scritta. Se Lorenzo, inizialmente, è stato indirizzato ad un percorso educativo-riabilitativo di esclusivo utilizzo della lingua orale italiana, successivamente, raggiunta la maggiore età, si è approcciato alla Lingua dei Segni Italiana (LIS). Ed è per questo motivo che, se il raggiungimento di una buona padronanza linguistica e comunicativa rappresenta nella maggioranza dei casi il grande ostacolo che ogni persona sorda si trova ineluttabilmente ad affrontare, Lorenzo ha scelto di dedicarsi ad uno studio incentrato proprio sulla piena acquisizione di tale padronanza, nelle sue diverse declinazioni all’interno dei linguaggi dello spettacolo, mediatici ed informatici.

Mattia, che ha avuto pari accesso alla lingua orale italiana e alla LIS fin da subito, approdando così al bilinguismo italiano orale-LIS, si è laureato in Medicina e Chirurgia e attualmente sta frequentando la specializzazione in Reumatologia all’Università di Torino con la sede principale all’A.O. Ordine Mauriziano di Torino. Mattia è riuscito ad organizzarsi nella gestione di uno studio impegnativo e totalizzante, nonché nella conduzione di un tirocinio articolato, che si è distribuito fra ore di corsia, ore di ambulatorio e altre di laboratorio. È nella parte applicata della professione medica che si è trovato ad affrontare tutti gli ostacoli comunicativi che solitamente penalizzano ed escludono la persona sorda dal pieno accesso alla vita sociale, culturale e lavorativa, soprattutto durante la pandemia e il periodo successivo per l’utilizzo delle mascherine, un vero e proprio ostacolo per lui. Un ostacolo che però non ha certo impedito il raggiungimento del traguardo prefissato.

Sara, dopo una prima laurea in Scienze geologiche, ha deciso di modificare la rotta del suo viaggio, dedicandosi a studi infermieristici e conseguendo la laurea mentre questa rivista sta uscendo. Anche lei, come Mattia, ha affrontato grandi ostacoli soprattutto durante la sua esperienza di tirocinio: ma con i suoi occhi grandi, luminosi e curiosi, guidata dalla sua immensa voglia di apprendere, non si è mai scoraggiata ed anzi ha motivato anche chi ha avuto la fortuna di stare al suo fianco. E Sara, soddisfatta della sua esperienza, ha infatti convinto Dieter a raggiungerla in Italia, a riprendere gli studi: già laureato in Belgio, non si è fatto certo scoraggiare né dalla lingua orale italiana né dalla LIS e si è iscritto ad Ingegneria delle Telecomunicazioni. Relativamente alla sua esperienza in Belgio, la sua è una testimonianza in qualche modo amareggiata; a Pisa invece sembra aver ritrovato l’entusiasmo grazie anche ai servizi che l’Ufficio per l’inclusione ha attivato per lui.

Tutti e quattro, infatti, una volta giunti all’Università, hanno usufruito del servizio di interpretariato, così come di quello di sbobinatura delle registrazioni audio delle lezioni e/o del tutorato didattico per la stesura degli appunti, che hanno consentito loro di portare avanti con successo le proprie scelte di studio. È questo il focus nevralgico su cui gli autori si soffermano con insistenza: la possibilità di fruire di servizi continuativi e rispondenti alle loro esigenze, appositamente vagliati con i responsabili e gli operatori dell’USID, ha consentito a tutti pieno accesso allo svolgimento del ramo di studi prescelto, in quanto hanno potuto seguire tutte le lezioni, usufruire in modo consapevole e partecipe dei materiali prodotti dai docenti e condividere appunti e informazioni con i compagni. Ciò non significa, certo, che le difficoltà connesse al vissuto di sordità siano superate: queste continuano ad esistere e a frapporsi fra loro e le loro aspirazioni in ogni contesto di vita, vecchio e nuovo. Tuttavia, la significativa esperienza di quanto il supporto di ausili ed interventi didattici adeguati possa consentire di andare oltre i propri limiti e di rafforzare le proprie capacità ha accresciuto in tutti loro la consapevolezza di sé e il desiderio di sperimentarsi e rinsaldarsi nello studio e nelle proprie scelte presenti e future.

Nell’ultima testimonianza, quelle delle interpreti LIS Alessandra e Francesca, se all’inizio si evidenzia il riconoscimento della Lingua Italiana dei Segni-LIS in Italia dopo un iter legislativo inspiegabilmente lungo e complesso, successivamente ne emerge un racconto intriso di un vissuto fatto di rapporti autentici che sbocciano con gli studenti e le studentesse che affiancano durante il loro progetto di vita universitario. Le loro parole raccontano quella condivisione e complicità che nascono quando inevitabilmente attivano quel processo di empatia, spontaneo, con un Mattia, una Sara, un Lorenzo, un Dieter.

Francesca Corradi
Curatrice della collana "Progetti di vita"

Mercoledì, 29 Novembre 2023 12:23

Benventa industria 5.0!

Il 29 novembre al Polo Piagge il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa ha presentato a imprese, istituzioni e cittadini le ricerche per l’industria del futuro.

I ricercatori hanno descritto e mostrato le tecnologie elaborate all’interno del FoReLab (Future Oriented Research Laboratory), il laboratorio del dipartimento dedicato all’industria 5.0, e che raccoglie progetti e dispositivi di frontiera, destinati a modellare e modificare nel profondo società e processi produttivi

L’atrio del Polo ha ospitato una squadra di robot, sottomarini, veicoli terrestri e aerei, per il monitoraggio e la tutela ambientale; la ricerca per la produzione energetica: nanostrutture in silicio in grado di convertire l’energia dispersa in energia elettrica; le reti mobili del futuro, basate sull’Intelligenza Artificiale affidabile, che fanno della trasparenza e della tutela della privacy i propri punti cardine; innovazioni in agritech: una serra sensorizzata per ottimizzare acqua e nutrienti nella coltivazione, dotata di un braccio robotico con una mano “soft”, in grado di cogliere i pomodori con la stessa delicatezza della mano umana;
inoltre, la ricerca per il futuro della medicina, che sarà sempre più personalizzata e non invasiva: dispositivi per la stampa 3D in ambito biomedicale, che consentiranno in futuro di rigenerare tessuti e organi danneggiati del nostro corpo, sensori biodegradabili all'interno del corpo, in grado di rilevare il grado di assorbimento di farmaci, in particolare di farmaci tumorali, valutando passo-passo l'efficacia della terapia, dispositivi in grado di rilevare il grado di stress partendo dalla rilevazione della temperatura cutanea.

Infine, gli intervenuti hanno potuto chiacchierare da remoto con Abel, il robot umanoide dalle sembianze di un adolescente, che è stato dotato dai ricercatori di una intelligenza artificiale che gli consente di comprendere le situazioni e parlare in modo empatico con i suoi intelocutori umani.

“Le ricerche del FoReLab - spiega Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica e coordinatore esecutivo del laboratorio - puntano a rendere possibile un nuovo paradigma di gestione e produzione industriale, incentrato sul rispetto di persone e ambiente, e in generale un nuovo approccio al rapporto tra persone e tecnologie. Questo richiede un deciso cambio di paradigma culturale, ma anche, da parte del mondo della ricerca, di lavorare su tecnologie abilitanti visionarie e con un orizzonte di applicazione a lungo termine.
Dopo quasi un anno dall’inizio del progetto FoReLab però siamo in grado di mostrare progetti e dispositivi, alcuni dei quali possono già essere a disposizione delle imprese.”

“Consideriamo il supporto ad imprese e processi produttivi una parte fondamentale del nostro lavoro di ricercatori e accademici. - commenta Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa - dal 2018 sono attivi i CrossLab, cinque laboratori dedicati nello specifico alla transizione digitale delle imprese tramite soluzioni immediatamente applicabili, e che rendono la ricerca avanzata concretamente e quotidianamente fruibile dalle imprese. I laboratori FoReLab e CrossLab si integrano per coprire tutto lo spettro delle esigenze, dalle tecnologie immediatamente disponibili e quelle invece di una ricerca di frontiera, per costruire un nuovo paradigma di società e produzione”.

La giornata si è chiusa con una tavola rotonda che ha messo a confronto mondo della ricerca, istituzioni, imprese e giuristi.

"Non dobbiamo pensare a Industria 5.0 solamente in termini di innovazioni tecnologiche futuristiche - prosegue Caiti - L'innovazione va affiancata, e forse preceduta, da uno sforzo di tutta la società, di tipo etico, sociale e normativo, perché il cambio di paradigma del 5.0, che vuole i processi di produzione plasmati sulle esigenze di persone e ambiente, non resti sulla carta. Anche questo sforzo che viene richiesto in primis al mondo delle imprese, questo cambio di paradigma, non è fine a se stesso, ma è, in fin dei conti, ciò che può consentire di mantenere competitivo e moderno il nostro sistema produttivo e il nostro territorio.

Didascalie foto

Abel: "Abel con Lorenzo Cominelli e Andrea Galatolo, ricercatori DII"

Da sinistra, Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica e coordinatore esecutivo del laboratorio

Mercoledì, 29 Novembre 2023 12:19

Benventa industria 5.0!

Il 29 novembre al Polo Piagge il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa ha presentato a imprese, istituzioni e cittadini le ricerche per l’industria del futuro. I ricercatori hanno descritto e mostrato le tecnologie elaborate all’interno del FoReLab (Future Oriented Research Laboratory), il laboratorio del dipartimento dedicato all’industria 5.0, e che raccoglie progetti e dispositivi di frontiera, destinati a modellare e modificare nel profondo società e processi produttivi.

L’atrio del Polo ha ospitato una squadra di robot, sottomarini, veicoli terrestri e aerei, per il monitoraggio e la tutela ambientale; la ricerca per la produzione energetica: nanostrutture in silicio in grado di convertire l’energia dispersa in energia elettrica; le reti mobili del futuro, basate sull’Intelligenza Artificiale affidabile, che fanno della trasparenza e della tutela della privacy i propri punti cardine; innovazioni in agritech: una serra sensorizzata per ottimizzare acqua e nutrienti nella coltivazione, dotata di un braccio robotico con una mano “soft”, in grado di cogliere i pomodori con la stessa delicatezza della mano umana; inoltre, la ricerca per il futuro della medicina, che sarà sempre più personalizzata e non invasiva: dispositivi per la stampa 3D in ambito biomedicale, che consentiranno in futuro di rigenerare tessuti e organi danneggiati del nostro corpo, sensori biodegradabili all'interno del corpo, in grado di rilevare il grado di assorbimento di farmaci, in particolare di farmaci tumorali, valutando passo-passo l'efficacia della terapia, dispositivi in grado di rilevare il grado di stress partendo dalla rilevazione della temperatura cutanea.

Infine, gli intervenuti hanno potuto chiacchierare da remoto con Abel, il robot umanoide dalle sembianze di un adolescente, che è stato dotato dai ricercatori di una intelligenza artificiale che gli consente di comprendere le situazioni e parlare in modo empatico con i suoi intelocutori umani.

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Abel con Lorenzo Cominelli e Andrea Galatolo, ricercatori DII


“Le ricerche del FoReLab - spiega Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica e coordinatore esecutivo del laboratorio - puntano a rendere possibile un nuovo paradigma di gestione e produzione industriale, incentrato sul rispetto di persone e ambiente, e in generale un nuovo approccio al rapporto tra persone e tecnologie. Questo richiede un deciso cambio di paradigma culturale, ma anche, da parte del mondo della ricerca, di lavorare su tecnologie abilitanti visionarie e con un orizzonte di applicazione a lungo termine. Dopo quasi un anno dall’inizio del progetto FoReLab però siamo in grado di mostrare progetti e dispositivi, alcuni dei quali possono già essere a disposizione delle imprese.”

 

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Da sinistra, Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica e coordinatore esecutivo del laboratorio

“Consideriamo il supporto ad imprese e processi produttivi una parte fondamentale del nostro lavoro di ricercatori e accademici. - commenta Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa - dal 2018 sono attivi i CrossLab, cinque laboratori dedicati nello specifico alla transizione digitale delle imprese tramite soluzioni immediatamente applicabili, e che rendono la ricerca avanzata concretamente e quotidianamente fruibile dalle imprese. I laboratori FoReLab e CrossLab si integrano per coprire tutto lo spettro delle esigenze, dalle tecnologie immediatamente disponibili e quelle invece di una ricerca di frontiera, per costruire un nuovo paradigma di società e produzione”.

La giornata si è chiusa con una tavola rotonda che ha messo a confronto mondo della ricerca, istituzioni, imprese e giuristi.

"Non dobbiamo pensare a Industria 5.0 solamente in termini di innovazioni tecnologiche futuristiche - prosegue Caiti - L'innovazione va affiancata, e forse preceduta, da uno sforzo di tutta la società, di tipo etico, sociale e normativo, perché il cambio di paradigma del 5.0, che vuole i processi di produzione plasmati sulle esigenze di persone e ambiente, non resti sulla carta. Anche questo sforzo che viene richiesto in primis al mondo delle imprese, questo cambio di paradigma, non è fine a se stesso, ma è, in fin dei conti, ciò che può consentire di mantenere competitivo e moderno il nostro sistema produttivo e il nostro territorio.

 

Nasce al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa un nuovo laboratorio di ricerca che studia gli effetti dell’innovazione e delle nuove tecnologie sull’economia globale. Il suo nome è GLINNOD (Global Innovation Dynamics) ed è diretto dai professori Chiara Franco e Claudio Fassio che, per il prossimo 1° dicembre, hanno organizzato un primo evento aperto a tutti in cui affrontare il tema della robotica e del suo impatto sull’economia e l’occupazione.  

“Le dinamiche della globalizzazione sono cambiate nel corso del tempo a causa delle turbolenze finanziarie, dei cambiamenti istituzionali e delle trasformazioni nei processi di produzione – spiegano i professori – In questo contesto, diventa fondamentale capire come le aziende si muovono in un ambiente globalmente mutevole e soprattutto come riescono a creare e trasferire conoscenze oltre i loro confini. Le nuove tecnologie, in particolare quelle legate all'Industria 4.0, sono diventate particolarmente rilevanti per la competitività delle aziende nei mercati internazionali e gli studi incentrati sugli esiti della loro adozione sono ancora un'area aperta di ricerca, che richiede ulteriori indagini”.

L’obiettivo dei ricercatori di GLINNOD è promuovere e ampliare il dibattito su globalizzazione e dinamiche dell’innovazione attraverso il coinvolgimento degli stakeholder locali e della comunità accademica, mediante seminari, simposi pubblici, coinvolgimento con gli studenti e workshop accademici. Recentemente due progetti dei ricercatori afferenti al centro sono stati finanziati dall’ANVUR: il primo, di Daniele Moschella e Chiara Franco, è “Automation, Trade, and Global Value Chains: New Empirical Evidence and Theory Development”; l’altro è “Multinationals and the green transition of host countries” di Claudio Fassio.

L’evento del 1° dicembre, che si terrà alle 14.30 al Polo Piagge, vedrà protagonisti il professor Fabio Montobbio del Dipartimento di Politica Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che farà un intervento dal titolo "Robots e mercato del lavoro", e la professoressa Lucia Pallottino del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e direttrice del Centro di ricerca Piaggio dell’università di Pisa, che farà un intervento dal titolo "Sfide e prospettive della robotica in ambito industriale".

Nasce al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa un nuovo laboratorio di ricerca che studia gli effetti dell’innovazione e delle nuove tecnologie sull’economia globale. Il suo nome è GLINNOD (Global Innovation Dynamics) ed è diretto dai professori Chiara Franco e Claudio Fassio (nella foto in basso) che, per il prossimo 1° dicembre, hanno organizzato un primo evento aperto a tutti in cui affrontare il tema della robotica e del suo impatto sull’economia e l’occupazione. 

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“Le dinamiche della globalizzazione sono cambiate nel corso del tempo a causa delle turbolenze finanziarie, dei cambiamenti istituzionali e delle trasformazioni nei processi di produzione – spiegano i professori – In questo contesto, diventa fondamentale capire come le aziende si muovono in un ambiente globalmente mutevole e soprattutto come riescono a creare e trasferire conoscenze oltre i loro confini. Le nuove tecnologie, in particolare quelle legate all'Industria 4.0, sono diventate particolarmente rilevanti per la competitività delle aziende nei mercati internazionali e gli studi incentrati sugli esiti della loro adozione sono ancora un'area aperta di ricerca, che richiede ulteriori indagini”.

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Chiara Franco e Claudio Fassio.

L’obiettivo dei ricercatori di GLINNOD è promuovere e ampliare il dibattito su globalizzazione e dinamiche dell’innovazione attraverso il coinvolgimento degli stakeholder locali e della comunità accademica, mediante seminari, simposi pubblici, coinvolgimento con gli studenti e workshop accademici. Recentemente due progetti dei ricercatori afferenti al centro sono stati finanziati dall’ANVUR: il primo, di Daniele Moschella e Chiara Franco, è “Automation, Trade, and Global Value Chains: New Empirical Evidence and Theory Development”; l’altro è “Multinationals and the green transition of host countries” di Claudio Fassio.

L’evento del 1° dicembre, che si terrà alle 14.30 al Polo Piagge, vedrà protagonisti il professor Fabio Montobbio del Dipartimento di Politica Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che farà un intervento dal titolo "Robots e mercato del lavoro", e la professoressa Lucia Pallottino del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e direttrice del Centro di ricerca Piaggio dell’università di Pisa, che farà un intervento dal titolo "Sfide e prospettive della robotica in ambito industriale".

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