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Mercoledì, 08 Ottobre 2014 07:38

'Riciclare ad arte' all'Orto Botanico

Domenica 12 ottobre il Sistema Museale di Ateneo e l'Orto Botanico, con la collaborazione dell'associazione "Pensiamo in verde" e della Geofor, partecipano alla Giornata nazionale delle famiglie al museo, organizzando "Riciclare ad arte", un appuntamento sul tema della raccolta differenziata e del riuso negli spazi dell'orto secolare. In mattinata, con orario 10.30-12.30, sono previsti incontri a tema, visite guidate e un laboratorio creativo per bambini. La prenotazione è obbligatoria inviando entro il 10 ottobre una mail all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Il costo è di 5 euro per gruppo familiare, di massimo quattro componenti, e di 2 euro per ogni componente in più.

una gigantesca folliaUn anno dedicato al mito del grande seduttore. A partire dall'opera inaugurale della stagione lirica pisana, il Don Giovanni di Mozart, in scena l'11 e 12 ottobre, il Teatro e l'Università di Pisa hanno ideato insieme il festival "Una gigantesca follia" che, da ottobre fino all'autunno del 2015, percorrerà tutte le declinazioni del mito dongiovannesco attraverso la musica, l'opera, il teatro, i film, i video, le letture, gli incontri e le conversazioni, il tutto con un taglio inedito e multidisciplinare. Sono una trentina gli appuntamenti in calendario organizzati, per l'Ateneo pisano, da Maria Antonella Galanti (a destra nella foto), prorettore per i Rapporti con il Territorio, Sandra Lischi e Cristiana Torti (a sinistra nella foto), docenti del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

"Al centro del festival – spiega Antonella Galanti – c'è la trasformazione della figura di Don Giovanni, dalle origini, con Tirso de Molina che rappresenta un seduttore a scopo educativo e moralizzatore per spaventare e indurre al pentimento, passando poi allo sguardo diametralmente opposto di Molière il cui Don Giovanni è un raffinato libertino, intelligente ed ironico, che critica le convenzioni sociali e religiose sino ad arrivare al seduttore di Da Ponte-Mozart che riprende tutte le fonti passate e le rielabora mettendole in dialogo. Ed è quest'ultimo un Don Giovanni che risulta particolarmente affascinante perché non sposa il solo versante comico o drammatico, ma li mette insieme creando un ossimoro dato dalla compresenza dei due aspetti. Il tutto sino ad arrivare alle riscritture moderne del mito con il controverso Don Giovanni di Lucio Battisti/Panella​ che sarà presentato dal maestro Carlo Boccadoro, pianista,​ compositore e critico musicale".

galanti_tortiD​on Giovanni è un mito di quelli che resistono al tempo, che fanno leva su sensibilità profonde e su esperienze che travalicano spazio e culture, anche se variamente declinato. E anche per questo il festival "Una gigantesca follia" analizza tutti gli aspetti legati a questo personaggio e dunque, dal punto di vista filosofico e sociale, temi come il desiderio, il rapporto ​ servo-padrone, la dialettica ​ pieno e vuoto d'essere e la malinconia, mentre passando alla prospettiva psicologica e psichiatrica argomenti come la voracità e ​ la compulsione, il rapporto ​vittima carnefice, l'identificazione con l'aggressore, e l'incapacità di provare coinvolgimento affettivo o empatia per le proprie vittime​ .

"Gli incontri – conclude Antonella Galanti – avranno un taglio divulgativo, cercando di legare il mito con la storia, la memoria, e le trasformazioni dei comportamenti e dei costumi nel tentativo di rappresentare, attraverso punti di vista e media diversi, la complessità e l'attualità della figura di Don Giovanni".​

Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
Ansa.it
Il Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Nazione.it
Corriere fiorentino
IlGiornaledellaMusica.it
StampToscana.it
GoNews.it
PaginaQ.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
Yorick.tv
50canale.tv
LaKinzica.it

Un anno dedicato al mito del grande seduttore. A partire dall'opera inaugurale della stagione lirica pisana, il Don Giovanni di Mozart, in scena l'11 e 12 ottobre, il Teatro e l'Università di Pisa hanno ideato insieme il festival "Una gigantesca follia" che, da ottobre fino all'autunno del 2015, percorrerà tutte le declinazioni del mito dongiovannesco attraverso la musica, l'opera, il teatro, i film, i video, le letture, gli incontri e le conversazioni, il tutto con un taglio inedito e multidisciplinare. Sono una trentina gli appuntamenti in calendario organizzati, per l'Ateneo pisano, da Maria Antonella Galanti, prorettore per i Rapporti con il Territorio, Sandra Lischi e Cristiana Torti, docenti del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

"Al centro del festival – spiega Antonella Galanti – c'è la trasformazione della figura di Don Giovanni, dalle origini, con Tirso de Molina che rappresenta un seduttore a scopo educativo e moralizzatore per spaventare e indurre al pentimento, passando poi allo sguardo diametralmente opposto di Molière il cui Don Giovanni è un raffinato libertino, intelligente ed ironico, che critica le convenzioni sociali e religiose sino ad arrivare al seduttore di Da Ponte-Mozart che riprende tutte le fonti passate e le rielabora mettendole in dialogo. Ed è quest'ultimo un Don Giovanni che risulta particolarmente affascinante perché non sposa il solo versante comico o drammatico, ma li mette insieme creando un ossimoro dato dalla compresenza dei due aspetti. Il tutto sino ad arrivare alle riscritture moderne del mito con il controverso Don Giovanni di Lucio Battisti/Panella​ che sarà presentato dal maestro Carlo Boccadoro, pianista,​ compositore e critico musicale".

​D​on Giovanni è un mito di quelli che resistono al tempo, che fanno leva su sensibilità profonde e su esperienze che travalicano spazio e culture, anche se variamente declinato. E anche per questo il festival "Una gigantesca follia" analizza tutti gli aspetti legati a questo personaggio e dunque, dal punto di vista filosofico e sociale, temi come il desiderio, il rapporto ​ servo-padrone, la dialettica ​ pieno e vuoto d'essere e la malinconia, mentre passando alla prospettiva psicologica e psichiatrica argomenti come la voracità e ​ la compulsione, il rapporto ​vittima carnefice, l'identificazione con l'aggressore, e l'incapacità di provare coinvolgimento affettivo o empatia per le proprie vittime​ .

"Gli incontri – conclude Antonella Galanti – avranno un taglio divulgativo, cercando di legare il mito con la storia, la memoria, e le trasformazioni dei comportamenti e dei costumi nel tentativo di rappresentare, attraverso punti di vista e media diversi, la complessità e l'attualità della figura di Don Giovanni".​

"A nome mio personale e dell'Università di Pisa - ha detto il rettore dell'Università di Pisa, Massimo Augello - esprimo il profondo dolore per la perdita del professor Salvatore D'Albergo, che era tra i massimi esperti di Diritto Costituzionale e uno degli intellettuali italiani più lucidi e rigorosi.

Nominato nel 1969 professore ordinario di Diritto amministrativo alla facoltà di Economia e commercio dell'Ateneo pisano, il professor D'Albergo nel corso della carriera ha insegnato anche Istituzioni di diritto pubblico e diritto tributario. Su sua proposta, nella stessa facoltà è stato costituito l'Istituto giuridico 'Santi Romano', di cui ha tenuto la direzione dal 1967 al 1992. Il professor d'Albergo è stato insignito dell'Ordine del Cherubino nel 1977. Tra il novembre del 2002 e il febbraio del 2003 è subentrato come Decano dei professori di prima fascia dell'Ateneo al rettore Luciano Modica, per l'espletamento delle attività di ordinaria amministrazione. Il professor d'Albergo è stato collocato a riposo nel 2003.

Salvatore D'Albergo è stato un dirigente e un militante comunista, impegnato negli ultimi tempi a difesa dei principi della nostra Carta Costituzionale. Personalità coinvolgente e ironica, il professor D'Albergo era anche molto stimato e apprezzato da colleghi, amici e allievi. All'inizio del mio percorso universitario, ho avuto l'onore di aver frequentato le sue lezioni e conservo di lui il ricordo nitido di una personalità di eccezionale valore scientifico e di grande fascino".

sensoriL'ultima moda in fatto di tecnologia è l'utilizzo di dispositivi indossabili – non ultimi gli orologi intelligenti – capaci di rilevare le attività della persona e di misurarne le prestazioni. Combinando sensori, microcomputer e comunicazioni wireless, il dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa sta lavorando da anni allo sviluppo di queste tecnologie, con uno sguardo particolare ad applicazioni che abbiano anche una rilevanza sociale. L'ultimo studio si chiama DOREMI, acronimo di "Decrease of cOgnitive decline, malnutRition and sedEntariness by elderly empowerment in lifestyle Management and social Inclusion", ed è un progetto europeo finalizzato alla realizzazione di tecnologie per la prevenzione del declino cognitivo negli anziani, di cui si parlerà anche al prossimo Internet Festival, in programma a Pisa dal 9 al 12 ottobre.

 

Stefano Chessa

L'obiettivo di DOREMI è promuovere uno stile di vita attivo con una dieta equilibrata e una costante interazione sociale, utilizzando strumenti tecnologici per valutare il progresso cognitivo e personalizzare le prescrizioni riguardanti lo stile di vita alle necessità della persona: «Con DOREMI viene monitorata una giornata tipica, nella quale un utente segue le prescrizioni di un protocollo denominato "Active Aging Lifestyle Protocol" – spiega Stefano Chessa, ricercatore del dipartimento di Informatica (foto in basso) – Il protocollo consiste nel rispettare una dieta personalizzata e nell'eseguire alcuni esercizi fisici e cognitivi. Le azioni dell'utente sono registrate in modo costante e discreto da un certo numero di sensori: in particolare, l'utente indossa un braccialetto in grado di contare i passi e di misurare il battito cardiaco e la temperatura, mentre altri sensori in casa tengono traccia della posizione dell'utente e della presenza di ospiti in casa, e un tappeto intelligente misura il peso e l'equilibrio».

Tutte le informazioni raccolte vengono usate per valutare il miglioramento progressivo delle capacità fisiche e cognitive dell'utente, e per rilevare eventuali deviazioni o anomalie che potrebbero richiedere l'interessamento di personale medico o paramedico. A una prima impressione, la valutazione dei progressi dell'utente può apparire semplice e ovvia, e in effetti spesso lo è se fatta da un osservatore umano.

"D'altra parte, DOREMI esegue questi compiti in modo automatico e poco invasivo e deve pertanto svolgere questo compito utilizzando solo semplici parametri, quali movimenti del braccialetto, battito cardiaco o posizione che non danno indicazioni esplicite sui progressi complessivi – continua Chessa – Il compito di noi ricercatori del dipartimento di Informatica è proprio quello di stabilire un collegamento tra questi dati elementari e le prestazioni e attività dell'utente».

sensori chessaI segnali provenienti dai sensori vengono filtrati e poi analizzati usando tecnologie dette di machine learning, nello specifico reti neurali artificiali: «Queste tecnologie, che traggono ispirazione dal funzionamento del cervello umano, sono in realtà componenti software in grado di associare sequenze di segnali provenienti dai sensori a sequenze note osservate in precedenza – aggiunge Chessa – Questo significa che, per essere usata in modo appropriato, una rete neurale artificiale deve essere sottoposta a una fase preliminare di apprendimento, dove viene addestrata a riconoscere specifici segnali provenienti dai sensori, rilevati quando l'utente esegue certi compiti. È in questo modo che la rete può essere addestrata a riconoscere certe situazioni, come ad esempio semplici movimenti del braccio dell'utente basandosi su segnali provenienti da un accelerometro al polso, o anche situazioni più complesse, quali la presenza di ospiti a cena».

I sensori intelligenti del dipartimento di Informatica saranno protagonisti di un laboratorio dei T-Tour all'Internet Festival. L'appuntamento è il 10 ottobre, alle ore 9, alla Stazione Leopolda

Ne hanno parlato: 
LaStampa.it
Tirreno Pisa 
Il Mattino
Il Messaggero
StampToscana.it 
PisaToday.it
Informazione.it
 

Prof._MonetaE' l'unico esperto laico voluto da Papa Francesco come membro della commissione per la riforma del processo matrimoniale canonico. Paolo Moneta (foto), 73 anni, già professore di Diritto canonico all'Università di Pisa, insignito dell'Ordine del Cherubino nel 2010 e ancora attualmente impegnato nell'attività di docenza esterna al dipartimento di Giurisprudenza dell'Ateneo pisano, ha ricevuto l'incarico il 27 agosto scorso anche se la notizia è stata resa nota solo a settembre alla vigilia del Sinodo sulla famiglia.

"Abbiamo già fatto una prima riunione – racconta Paolo Moneta – e l'obiettivo è di preparare una proposta di riforma del processo matrimoniale, cercando di semplificarne la procedura e di renderla più snella pur salvaguardando il principio fondamentale di indissolubilità del matrimonio".

"La sollecitazione che arriva da questo papa – continua Moneta – è chiara, nel senso di riformare il sistema in modo che possa meglio rispondere alle aspettative di tanti fedeli segnati da un'infelice esperienza coniugale. Oggi le cause di nullità sono discusse nei tribunali ecclesiastici, in Italia uno per ogni regione, e durano in media due anni, ma se c'è un ricorso alla Sacra Rota a Roma i tempi si allungano notevolmente".

"Anche per quanto riguarda i nostri lavori – ha concluso il professor Moneta – l'indicazione è di muoverci celermente, in modo che la nostra proposta di riforma sia pronta per essere sottoposta al parere del Sinodo ordinario dei vescovi che si svolgerà nell'ottobre del 2015".

Insieme al professor Moneta, fanno parte della commissione presieduta da monsignor Pio Vito Pinto, Decano del Tribunale della Rota Romana, il cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; padre Luis Francisco Ladaria Ferrer, s.j., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede; monsignor Dimitrios Salachas, Esarca Apostolico per i cattolici greci di rito bizantino; monsignor Maurice Moniere, monsignor Leo Xavier Michael Arokiaraj e monsignor Alejandro W. Bunge, Prelati Uditori del Tribunale della Rota Romana; padre Nikolaus Schöch, o.f.m., Promotore di Giustizia sostituto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; padre Konštanc Miroslav Adam, o.p., Rettore Magnifico della Pontificia Università San Tommaso d'Aquino(Angelicum); e padre Jorge Horta Espinoza, o.f.m., Decano della Facoltà di Diritto canonico della Pontificia Università Antoniamum.

Lunedì, 06 Ottobre 2014 09:23

Scuola interdipartimentale di Ingegneria

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E' l'unico esperto laico voluto da Papa Francesco come membro della commissione per la riforma del processo matrimoniale canonico. Paolo Moneta, 73 anni, già professore di Diritto canonico all'Università di Pisa, insignito dell'Ordine del Cherubino nel 2010 e ancora attualmente impegnato nell'attività di docenza esterna al dipartimento di Giurisprudenza dell'Ateneo pisano, ha ricevuto l'incarico il 27 agosto scorso anche se la notizia è stata resa nota solo a settembre alla vigilia del Sinodo sulla famiglia.

"Abbiamo già fatto una prima riunione – racconta Paolo Moneta – e l'obiettivo è di preparare una proposta di riforma del processo matrimoniale, cercando di semplificarne la procedura e di renderla più snella pur salvaguardando il principio fondamentale di indissolubilità del matrimonio".

"La sollecitazione che arriva da questo papa – continua Moneta – è chiara, nel senso di riformare il sistema in modo che possa meglio rispondere alle aspettative di tanti fedeli segnati da un'infelice esperienza coniugale. Oggi le cause di nullità sono discusse nei tribunali ecclesiastici, in Italia uno per ogni regione, e durano in media due anni, ma se c'è un ricorso alla Sacra Rota a Roma i tempi si allungano notevolmente".

"Anche per quanto riguarda i nostri lavori – ha concluso il professor Moneta – l'indicazione è di muoverci celermente, in modo che la nostra proposta di riforma sia pronta per essere sottoposta al parere del Sinodo ordinario dei vescovi che si svolgerà nell'ottobre del 2015".

Insieme al professor Moneta, fanno parte della commissione presieduta da monsignor Pio Vito Pinto, Decano del Tribunale della Rota Romana, il cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi; padre Luis Francisco Ladaria Ferrer, s.j., Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede; monsignor Dimitrios Salachas, Esarca Apostolico per i cattolici greci di rito bizantino; monsignor Maurice Moniere, monsignor Leo Xavier Michael Arokiaraj e monsignor Alejandro W. Bunge, Prelati Uditori del Tribunale della Rota Romana; padre Nikolaus Schöch, o.f.m., Promotore di Giustizia sostituto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica; padre Konštanc Miroslav Adam, o.p., Rettore Magnifico della Pontificia Università San Tommaso d'Aquino(Angelicum); e padre Jorge Horta Espinoza, o.f.m., Decano della Facoltà di Diritto canonico della Pontificia Università Antoniamum.

Olive_treesEstrarre l'extravergine di oliva grazie all'utilizzo della "neve carbonica", cioè dell'anidride carbonica allo stato solido. E' questa l'idea alla base del brevetto ideato ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari Agro-ambientali dell'Università di Pisa. Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Gianpaolo Andrich e composto da Angela Zinnai, Francesca Venturi, Chiara Sanmartin, Maria D'Agata e Isabella Taglieri ha intrapreso questa la ricerca che è ancora in corso sei anni fa, nel 2008.

I vantaggi dell'innovativa tecnica – spiegano i ricercatori – sono molti: una maggiore resa (in media 9% in più, cioè 17,4 kg di prodotto invece di 16 kg per quintale di olive), una migliore qualità nutrizionale dell'olio (che ad esempio contiene in media il 6% in più di vitamina E) e una maggiore resistenza ai processi ossidativi, tanto che l'olio così ottenuto può essere conservato più a lungo di quello ricavato utilizzando le tecnologie convenzionali.

"Addizionare l'anidride carbonica allo stato solido alle olive prima della frangitura –spiega Gianpaolo Andrich - rappresenta l'operazione fondamentale che caratterizza questo nuovo sistema di estrazione. L'anidride carbonica solida provoca il congelamento dell'acqua presente all'interno dei frutti e la formazione di cristalli di ghiaccio che a loro volta determinano il collasso della struttura cellulare della polpa, facilitando la fuoriuscita delle sostanze e il loro trasferimento nell'olio, che si arricchisce così in metaboliti cellulari ad elevato valore biologico. Inoltre l'anidride carbonica gassosa è più pesante dell'aria per cui tende a restare al di sopra della pasta delle olive in lavorazione, creando uno strato gassoso in grado di evitare il contatto diretto con l'ossigeno dell'aria e quindi di preservare i costituenti cellulari dalla degradazione ossidativa".

"L'olio extravergine prodotto utilizzando il nostro brevetto – ha concluso Gianpaolo Andrich - è più strettamente legato alla materia prima utilizzata, alla tipologia di olive lavorate e alla loro zona di produzione, e dunque si presenta come un prodotto tipico contraddistinto da chiare ed inconfondibili caratteristiche organolettiche più facilmente riconoscibili e identificabili dal consumatore".

Ma i vantaggi di questa nuova tecnica sono anche per i produttori. L'aumento della resa rende infatti economicamente sostenibile una raccolta precoce delle olive, che essendo meno mature saranno più ricche in acqua e in componenti bioattivi (polifenoli, tocoferoli), limitando allo stesso tempo i danni derivanti dagli attacchi della Bactrocera oleae (la mosca dell'olivo), una delle avversità più temute dagli operatori del settore, in grado di condizionare sensibilmente sia la resa che la qualità dell'olio prodotto.

Ne hanno parlato:
Italia Oggi
ANSA - Terra&Gusto
FirenzeRepubblica.it (Adnkronos)/1
FirenzeRepubblica.it (Adnkronos)/2
FirenzeRepubblica.it (Adnkronos)/3
QN
Tirreno Pisa
Tirreno.it
Corriere Adriatico
GoNews.it
PaginaQ.it
PisaToday.it
NovedaFirenze.it
PisaInformaFlash.it
50canale.tv
Agronotizie.it
GreenReport.it
InToscana.it
IlJournal.it

Estrarre l'extravergine di oliva grazie all'utilizzo della "neve carbonica", cioè dell'anidride carbonica allo stato solido. E' questa l'idea alla base del brevetto ideato ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari Agro-ambientali dell'Università di Pisa. Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Gianpaolo Andrich e composto da Angela Zinnai, Francesca Venturi, Chiara Sanmartin, Maria D'Agata e Isabella Taglieri ha intrapreso questa la ricerca che è ancora in corso sei anni fa, nel 2008.

I vantaggi dell'innovativa tecnica – spiegano i ricercatori – sono molti: una maggiore resa (in media 9% in più, cioè 17,4 kg di prodotto invece di 16 kg per quintale di olive), una migliore qualità nutrizionale dell'olio (che ad esempio contiene in media il 6% in più di vitamina E) e una maggiore resistenza ai processi ossidativi, tanto che l'olio così ottenuto può essere conservato più a lungo di quello ricavato utilizzando le tecnologie convenzionali.

"Addizionare l'anidride carbonica allo stato solido alle olive prima della frangitura –spiega Gianpaolo Andrich - rappresenta l'operazione fondamentale che caratterizza questo nuovo sistema di estrazione. L'anidride carbonica solida provoca il congelamento dell'acqua presente all'interno dei frutti e la formazione di cristalli di ghiaccio che a loro volta determinano il collasso della struttura cellulare della polpa, facilitando la fuoriuscita delle sostanze e il loro trasferimento nell'olio, che si arricchisce così in metaboliti cellulari ad elevato valore biologico. Inoltre l'anidride carbonica gassosa è più pesante dell'aria per cui tende a restare al di sopra della pasta delle olive in lavorazione, creando uno strato gassoso in grado di evitare il contatto diretto con l'ossigeno dell'aria e quindi di preservare i costituenti cellulari dalla degradazione ossidativa".

"L'olio extravergine prodotto utilizzando il nostro brevetto – ha concluso Gianpaolo Andrich - è più strettamente legato alla materia prima utilizzata, alla tipologia di olive lavorate e alla loro zona di produzione, e dunque si presenta come un prodotto tipico contraddistinto da chiare ed inconfondibili caratteristiche organolettiche più facilmente riconoscibili e identificabili dal consumatore".

Ma i vantaggi di questa nuova tecnica sono anche per i produttori. L'aumento della resa rende infatti economicamente sostenibile una raccolta precoce delle olive, che essendo meno mature saranno più ricche in acqua e in componenti bioattivi (polifenoli, tocoferoli), limitando allo stesso tempo i danni derivanti dagli attacchi della Bactrocera oleae (la mosca dell'olivo), una delle avversità più temute dagli operatori del settore, in grado di condizionare sensibilmente sia la resa che la qualità dell'olio prodotto.

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