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Uno staff potenziato con tre psicologi e nuove attività pensate per andare sempre più incontro ai bisogni e alle esigenze degli studenti. Mercoledì 19 febbraio, in occasione degli Open days dell'Orientamento, è stato presentato il programma delle iniziative del Servizio d'ascolto d'Ateneo, lo sportello dell'Università di Pisa dedicato agli studenti che incontrano difficoltà nell'affrontare la propria esperienza di vita universitaria. Il Servizio - completamente gratuito - ha visto progressivamente aumentare il numero delle richieste di consulenza individuale, tanto che per il 2014 ha ampliato il proprio staff passando da due a tre psicologi – Federica Gorrasi, Elisabetta Macchi e Stefano Meini.

Tra le novità più significative di quest'anno c'è la programmazione di cicli di seminari a cui possono iscriversi gruppi di studenti – anche tramite un'agenda elettronica - per affrontare tematiche come la gestione dell'ansia da esame, il mantenimento e il potenziamento delle motivazioni personali e l'elaborazione di eventuali insuccessi. Inoltre sono previsti seminari rivolti prevalentemente alle matricole su temi del cambiamento e riadattamento al contesto universitario, con l'attenzione agli aspetti legati al metodo di studio, alla gestione delle relazioni con i docenti e i compagni, la separazione dall'ambiente familiare soprattutto per i fuori sede e il potenziamento di aspetti legati all'autonomia in un momento di passaggio e di crescita fondamentale.

Nel 2014, tra i destinatari del Servizio ci saranno anche i "non ancora studenti", in particolare i ragazzi delle scuole superiori che non avranno superato i test di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato e dovranno intraprendere altre scelte. Per loro sono state pensate delle attività di ri-orientamento, grazie anche a un questionario somministrato in occasione delle giornate degli Open Days che ha rivelato le aspettative e i bisogni di questa fascia della popolazione studentesca.

Gli psicologi del Servizio d'Ascolto svolgono la loro attività di consulenza individuale dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18. Dal 1° di marzo sarà possibile prendere appuntamento tramite l'agenda elettronica o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Tutte le attività del Centro sono descritte nel dettaglio sul sito www.unipi.it.

Lunedì 17 febbraio si è inaugurato, presso l'Area della ricerca di San Cataldo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Pisa, il master di II° livello "Smart Cities" promosso dal dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, dall'Istituto di Informatica e Telematica (Iit) del CNR, con il patrocinio del Comune di Pisa e del Registro .IT, l'anagrafe degli oltre 2 milioni e 600mila domini italiani.

Dodici allievi altamente qualificati provenienti dalle Università di Pisa, Padova, Palermo e Bologna frequenteranno le 400 ore di tirocini e le 250 ore di esercitazioni. "Si tratta di un master pratico che va al cuore delle tecnologie intelligenti per chi vive e lavora negli aggregati urbani", ha detto Giuseppe Anastasi del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'ateneo pisano e direttore del master.

"Il nostro master in smart cities – ha dichiarato Domenico Laforenza, direttore dello Iit-Cnr e presidente del Cnr pisano - si incentra su una qualificata e specialistica formazione nel settore dell'information communication technology, disciplina questa basilare per le tecnologie intelligenti applicabili alla mobilità, all'energia e alla sicurezza, tutti ambiti fortemente incisivi nella vita quotidiana dei cittadini". Il sottotitolo del master è infatti: "Internet per la città e i cittadini".

L'assessore comunale all'innovazione tecnologica, David Gay ha aggiunto: "L'innovazione è al servizio del cittadino e questo master nasce a Pisa non a caso, visto che qui ha avuto l'avvio l'Internet festival e c'è un bacino di conoscenze e saperi informatici di assoluto livello nel panorama nazionale".

Gli ambiti di occupazione per la figura professionale formata dal master sono potenzialmente molto vasti e includono le aziende pubbliche e private, la pubblica amministrazione e la libera professione, diventando consulenti di enti pubblici territoriali per il progetto di soluzioni ad hoc.

Abbiamo seguito con notevole sconcerto il modo in cui sono stati prospettati sulla stampa i problemi conseguenti alla chiusura, per ragioni di sicurezza, del Palazzo della Sapienza, dove ci siamo formati e abbiamo trascorso la nostra intera vita professionale come docenti della Facoltà di Giurisprudenza. Ci ha colpito in particolare il fatto che all'attenzione giustamente prestata alla grave situazione nella quale si è venuta a trovare la Biblioteca Universitaria non abbia corrisposto analoga attenzione per quanto riguarda la situazione, non certo meno grave, nella quale si è venuta a trovare la Facoltà (poi, Dipartimento) di Giurisprudenza, che occupava la parte di gran lunga più ampia del palazzo fin dalla sua costruzione.

Lo sconcerto non nasce dal fatto che nessuno ha ricordato il legame storico tra Sapienza e studi giuridici a Pisa: sappiamo bene che la sensibilità occorrente per dare importanza ai legami storici non è molto diffusa. Nasce dal sorprendente disinteresse che tanti hanno dimostrato per le sorti di quello che è oggi uno dei maggiori dipartimenti dell'università di Pisa (più di 5000 studenti, un centinaio di professori, varie decine di amministrativi, tecnici e ausiliari, un patrimonio librario di oltre 130 mila volumi) ritrovatosi da un giorno all'altro letteralmente in mezzo alla strada: senza aule, senza biblioteche, senza uffici, senza sale di lettura e di studio. L'Ateneo è riuscito a far fronte all'emergenza con misure, appunto, di emergenza, reperendo locali in varie parti della città per consentire che l'attività didattica e la ricerca potessero proseguire alla meglio e senza interruzioni. Ma le misure di emergenza non possono certo diventare soluzioni stabili, e tanto meno definitive. Basti pensare che le lezioni del Dipartimento si tengono attualmente in sedi distanti oltre un chilometro l'una dall'altra, che decine di migliaia di volumi sono depositati presso l'archivio di Montacchiello, che gli studi dei docenti sono ospitati in tre diverse zone della città. Non dubitiamo della volontà e della capacità della nostra amministrazione universitaria, a cominciare dal Rettore, di farsi carico di questi problemi per avviarli a soluzione nel modo migliore e più rapido possibile. Ma sarebbe paradossale se a questo fine non si potesse contare anche sulla solidarietà e sul supporto di tutte le istituzioni locali e nazionali.

Il fatto che nel documento col quale il Consiglio comunale ha recentemente preso posizione sui problemi conseguenti alla chiusura della Sapienza non si spenda una sola parola per quelli relativi al Dipartimento di Giurisprudenza non è molto incoraggiante in questo senso, perché fa temere che quei problemi o non suscitino alcun interesse o siano oggetto di una più o meno consapevole rimozione (o tutte e due le cose insieme).

Eppure, basterebbe passare davanti alla Sapienza per accorgersi che sulla sua facciata c'è scritto "Facoltà di Giurisprudenza"... e anche per constatare che, da quando è stato necessario dislocare altrove le attività della Facoltà, che richiamavano ogni giorno migliaia di persone, una zona da sempre tra le più vivaci del centro storico, appare immersa in un'atmosfera quasi da deserto dei Tartari, come ben sanno i commercianti che ne subiscono le drammatiche conseguenze.

Ci amareggia e ci stupisce che tocchi a noi sottolineare queste cose. Ma se abbiamo deciso di farlo è anche perché da ultimo si è appreso che da qualche parte è stata ventilata l'idea che, una volta messo in sicurezza l'edificio, i problemi di capienza della Biblioteca Universitaria si possano risolvere con la sua espansione all'interno della Sapienza (vale a dire sottraendo al Dipartimento di Giurisprudenza il suo già ridotto spazio vitale). Un'idea geniale che, in tutta franchezza, anche indipendentemente dai suoi aspetti giuridicamente abnormi, ci lascia, prima che preoccupati, semplicemente allibiti.

Umberto Breccia

Virginia Messerini

Alessandro Pizzorusso

Eugenio Ripepe

"Anche i recenti dati Istat registrano una preoccupante diminuzione dei lettori in Italia, con il 57% della popolazione che non arriva a leggere nemmeno un libro all'anno. Per questo, è fondamentale concentrare l'attenzione sulle nuove generazioni, stimolando i bambini e gli adolescenti al piacere della lettura". Con queste parole, il presidente della Pisa University Press, Ada Carlesi, ha introdotto la cerimonia di consegna di 87 kit di libri ai dirigenti scolastici dell'area pisana, alla presenza dell'assessore per le Politiche socioeducative e scolastiche del Comune di Pisa, Marilù Chiofalo, di quello per le Politiche per l'istruzione e per l'edilizia scolastica di San Giuliano Terme, Fabiano Martinelli, e dell'amministratore delegato della casa editrice dell'Università, Riccardo Grasso.

La Pisa University Press, in collaborazione con il Comune di Pisa, ha scelto di distribuire 87 kit alle scuole dell'area pisana, attraverso una donazione di quasi novecento volumi che spaziano dalla Costituzione italiana ai monumenti, alle tradizioni e alle feste di Pisa, dalle regole per un corretto rapporto con il proprio cane all'arte e ai musei dell'Ateneo, e a tanti altri argomenti ancora. I kit sono andati a 53 scuole elementari, 20 medie e 13 superiori, oltre alla biblioteca dei Passi. Gli istituti interessati sono quelli Fibonacci, Fucini, Galilei, Gamerra, Pisano, Tongiorgi e Toniolo di Pisa, quello Alpi di Calci Vicopisano, Borsellino, De Andrè e Falcone di Cascina, Gereschi e Niccolini di San Giuliano e Settesoldi di Vecchiano.

Particolare attenzione è stata rivolta alla scelta della produzione editoriale proposta, con tre diverse tipologie di pubblicazioni che sono andate a comporre i kit dei volumi, differenziati per le scuole elementari, medie e superiori. Oltre ai volumi della casa editrice dell'Ateneo pisano sono stati inclusi alcuni titoli, anche in questo caso selezionati ad hoc, della storica Nistri Lischi il cui magazzino è ora di proprietà dell'Università di Pisa.

Pensato per i ricercatori e per i "makers", BESOS CAP è un "caschetto" che oltre a permettere di rivelare i segnali EEG – quelli dell'elettroencefalogramma – può essere smontato e trasformato in piccoli carrarmati con cui giocare. L'ha inventato Luigi Cerfeda, 25 anni, studente di Ingegneria biomedica dell'Università di Pisa di origini salentine, che con il suo progetto, nato in seguito agli sviluppi della sua tesi di laurea, ha l'obiettivo di realizzare una Natural User Interface (NUI), un sistema che permette agli utenti di interagire in modo semplice ed efficace con i dispositivi elettronici di uso quotidiano attraverso i propri segnali bioelettrici. La vera sfida vinta da Luigi è essere riuscito a realizzare un prototipo concreto della sua idea, diventato adesso un vero progetto di business che ha chiamato BESOS (Bio Engineering Systems for Open Society), con un motto che guarda al futuro: "Kiss the revolution".

Se il progetto di Luigi è potuto diventare realtà è soprattutto grazie all'incontro con il FabLab Pisa, l'officina di creatività e innovazione nata sulla scia della rivoluzione dei "maker" italiani grazie ad un gruppo di ricercatori, studenti e tecnici dell'Università di Pisa: "Durante la mia esperienza con il FabLab Pisa ho potuto usufruire delle stampanti 3D, che mi hanno consentito di realizzare la parte meccanica del progetto, ossia BESOS CAP, un caschetto per la disposizione degli elettrodi per l'acquisizione del segnale EEG, personalizzabile in base alle dimensioni effettive del cranio dell'utente – spiega Luigi – La sua particolarità è che, all'occorrenza, può essere smontato e gli stessi pezzi possono essere assemblati per creare dei piccoli carrarmati e magari giocarci a Risiko! Oltre all'aspetto puramente ludico, in realtà, questa feature è stata pensata per i pazienti in età pediatrica, in modo che possano avere un approccio più amichevole alla strumentazione medica".

Il merito di Luigi è quello di aver riconosciuto da subito una potenzialità concreta nella sua idea: "La mia tesi, seguita dal professor Roberto Roncella del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, riguardava la progettazione di uno "shield", ossia una scheda elettronica (che ho chiamato BESOS EEG) da montare su Arduino e in grado di rilevare segnali EEG, per applicazioni di BCI (Brain-Computer Interface) – aggiunge Cerfeda – Durante lo studio dello "stato dell'arte" sui sistemi EEG in commercio, ho potuto notare come un dispositivo del genere potesse avere un mercato, rappresentato sia dai ricercatori nel campo delle BCI che dai "Makers", attori principali del mondo dell'Open Source Hardware. Cominciai quindi a vedere il mio progetto di tesi non solo come un esercizio teorico "astratto" e fine a se stesso, ma cercai di dargli una "vita".

Nel mondo dei "Makers", del "Fabbing" e del "3D-Printing", l'idea di Luigi è già stata notata lo scorso ottobre, quando è arrivata in finale alla Maker Faire di Roma dopo aver superato le selezioni del Barcamper, l'iniziativa che ha fatto tappa nelle università italiane per incontrare chi voleva sviluppare una "startup" nello spirito e con tecnologia 'Maker'. Inoltre, sempre a Roma, il BESOS CAP è stato presentato anche in occasione della 3D Print Exhibition nella categoria "Effetto WOW".

Lunedì 17 febbraio, alle 16.15, nell'Aula Seminari Ovest del dipartimento di Informatica, in Largo Pontecorvo 3, il professor Giovanni Belloni dell'Università di Trento terrà un seminario dal titolo "Le contraddizioni dell'intervento umanitario", organizzato dal corso di laurea in Scienze per la pace dell'Università di Pisa.

L'intervento umanitario – in altre parole l'interferenza politica, economica e militare nelle questioni domestiche di uno stato nel nome di una nascente moralità transnazionale – è una delle novità più controverse della politica internazionale del periodo post-guerra fredda. In questa lezione/discussione verranno presentate alcune tesi: che l'intervento umanitario presenta una visione del mondo troppo semplicistica, che l'intervento armato in difesa dei diritti umani spesso genera conseguenze negative, e che tale intervento è più efficace nel difendere l'occidente dagli effetti delle crisi politiche che sconvolgono le sue periferie che nel risolvere i problemi che si propone di affrontare. Queste tesi verranno discusse attraverso esempi concreti, tra i quali quelli della Bosnia, Kosovo, Ruanda, Darfur e Libia.

Roberto Belloni è docente di Scienza politica presso il dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell'Università di Trento. Ha completato il dottorato presso la Graduate School of International Studies dell'Università di Denver. Successivamente è stato Fellow presso l'International Security Program e il WPF Program on Intrastate Conflict dell'Università di Harvard, e Assistant Professor presso la School of Politics, International Studies and Philosophy della Queen's University, Belfast. Nella sua attività di ricerca si è occupato di peacebuilding e democratizzazione post-conflitto, con particolare riferimento ai Balcani.

In un'intervista comparsa recentemente su un giornale californiano, Dave Whitmer, capo storico dell'Agricoltura della Contea di Napa, ha ringraziato sentitamente Andrea Lucchi, ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa, per l'aiuto fornito nella difesa dei vigneti di Napa e di altre 9 Contee della California dalle temibili infestazioni della tignoletta della vite, una piccola farfalla nota agli entomologi come Lobesia botrana. Su invito di Vic Mastro, direttore dell'USDA-APHIS, l'ente federale adibito alla salvaguardia dell'agricoltura e delle risorse naturali del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, Andrea è stato l'unico europeo a partecipare ai 5 incontri tenutisi negli USA fino ad oggi.

Tutto è cominciato nel settembre del 2009 quando in un vigneto della Napa Valley fu segnalata la presenza della tignoletta della vite, un lepidottero originario dell'area mediterranea, le cui larve aggrediscono i grappoli d'uva facendoli marcire e provocando ingenti danni economici. Già nel novembre dello stesso anno, l'USDA-APHIS dette vita ad un gruppo tecnico internazionale chiamando appunto Andrea Lucchi a farne parte. Le attività programmate per contrastare la diffusione della tignoletta non solo in California ma, se non efficacemente contrastata, in tutte le aree viticole degli USA, hanno portato a risultati eclatanti ed inattesi. Nella Napa, ad esempio, dai 99.266 insetti catturati nel 2010 si è passati ai soli 77 del 2012.

"Non possiamo ancora sapere se la tignoletta sarà completamente eradicata dalla Napa Valley e quindi dagli USA, tuttavia i risultati raggiunti lasciano ben sperare, visto che nel 2013 sono stati catturati solo 30 esemplari in tutta la California, a fronte di 50 mila trappole a feromoni installate per tutta la stagione", ha spiegato Andrea Lucchi che nel corso di questi anni si è sempre coordinato in Italia con Claudio Ioriatti della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige in Trentino e con Bruno Bagnoli del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) di Firenze.

"Per raggiungere il traguardo attuale – ha concluso Andrea Lucchi – è stato fondamentale l'imponente finanziamento erogato dal governo centrale americano (circa 30 milioni di dollari), unito all'efficienza con la quale le agenzie federali e locali – sulle direttive del gruppo tecnico - hanno utilizzato i fondi disponibili per informare e formare i viticoltori e per motivare e coinvolgere le aziende viticole locali".

Un piccolo contributo per la diffusione della lettura tra i ragazzi, attraverso una donazione di quasi novecento volumi che spaziano dalla Costituzione italiana ai monumenti, alle tradizioni e alle feste di Pisa, dalle regole per un corretto rapporto con il proprio cane all'arte e ai musei dell'Ateneo, e a tanti altri argomenti ancora. La Pisa University Press, in collaborazione con il Comune di Pisa, ha scelto di distribuire 87 kit, per un totale di 892 volumi, alle scuole dell'area pisana. La cerimonia di consegna dei kit ai dirigenti scolastici interessati si terrà venerdì 14 febbraio, nella Sala Regia del Comune, con gli interventi del sindaco Marco Filippeschi, del presidente della casa editrice, Ada Carlesi, e dell'assessore comunale per Politiche socioeducative e scolastiche, Marilù Chiofalo.

Gli 87 kit andranno a 53 scuole elementari, 20 medie e 13 superiori, oltre alla biblioteca dei Passi. Gli istituti interessati sono quelli Fibonacci, Fucini, Galilei, Gamerra, Pisano, Tongiorgi e Toniolo di Pisa, quello Alpi di Calci Vicopisano, Borsellino, De Andrè e Falcone di Cascina, Gereschi e Niccolini di San Giuliano e Settesoldi di Vecchiano.

Particolare attenzione è stata rivolta alla scelta della produzione editoriale proposta, con tre diverse tipologie di pubblicazioni che sono andate a comporre i kit dei volumi, differenziati per le scuole elementari, medie e superiori. Oltre ai volumi della casa editrice dell'Ateneo pisano sono stati inclusi alcuni titoli, anche in questo caso selezionati ad hoc, della storica Nistri Lischi il cui magazzino è ora di proprietà dell'Università di Pisa.

Il Museo degli Strumenti per il calcolo dell'Università di Pisa si unisce alle celebrazioni cittadine del 15 febbraio, 450° anniversario della nascita di Galileo, con un'iniziativa dal titolo "Quattro calcoli con Galileo". Fra i tanti contributi alla scienza che dobbiamo allo scienziato, il Museo ha scelto di festeggiarlo con un laboratorio aperto a tutti e dedicato al compasso geometrico e militare, il contributo di Galileo al calcolo e uno dei più famosi strumenti di calcolo analogico della storia.

Il laboratorio, inaugurato in questa occasione, rimarrà a far parte dell'offerta educativa del Museo per le scuole e, in generale, per tutti i curiosi della storia del calcolo e dell'informatica. L'attività si svolge dalle 9 alle 13. Per le scuole o gruppi numerosi è richiesta la prenotazione, si prega di inviare una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando il numero di partecipanti.

Giovedì 13 febbraio si celebra il World Radio Day, la giornata indetta dall'Unesco nata per sottolineare il ruolo dell'emittente radiofonica come strumento per migliorare la cooperazione internazionale e per incoraggiare le emittenti perché promuovano la libertà di accesso all'informazione, la libertà di espressione e il rispetto per le diverse culture. Anche le web radio universitarie appartenenti al circuito RadUni (associazione degli operatori radiofonici universitari), si accodano all'entusiasmo della manifestazione organizzando una diretta speciale a reti unificate che partirà proprio dagli studi di Radioeco, la radio degli studenti dell'Università di Pisa.

Nelle due ore di diretta (dalle 14.30 alle 16.30) si approfondiranno varie tematiche, con contributi speciali, interviste a docenti ed esperti del mondo della radio, raccolte dagli universitari radiofonici in tutti gli Atenei d'Italia, con la conduzione di Roberto Nardini e Francesca Giannaccini di Radioeco. Si parlerà dello sviluppo storico e le nuove frontiere della radio come strumento di comunicazione, di università e del fenomeno delle web radio universitarie come esperienza autonoma di sviluppo comunicativo gestito da giovani.

La giornata sarà anche occasione per celebrare le donne nella radio: quelle che per prime si sono messe davanti a un microfono; quelle che con la loro voce e la loro musica hanno incantato generazioni di ascoltatori e quelle che, ancora oggi, continuano a farsi sentire e a dare un notevole contributo allo sviluppo di questo affascinante mezzo di comunicazione.

Si ricorda infine, che la diretta si pone come preludio all'inaugurazione del nuovo palinsesto di Radioeco, con più di 20 programmi di intrattenimento, informazione su tutto l'Ateneo pisano e tanta buona musica, che partirà ufficialmente in data 17 febbraio.

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