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Un altro successo per gli studenti del corso di laurea magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata gestito dai Dipartimenti di Scienze della Terra e di Fisica dell'Università di Pisa. Nell'ottobre del 2014 Giuseppe Provenzano e Paolo Paradisi voleranno a Denver, negli Stati Uniti, per partecipare World Challenge Bowl, la grande sfida a quiz tra studenti di Geofisica applicata di tutto il mondo organizzata dalla Society of Exploration Geophysicists (SEG) che si svolge ogni anno in occasione del convegno internazionale dell'organizzazione. Giuseppe e Paolo hanno superato le selezioni italiane che si sono svolte a Trieste lo scorso novembre durante il convegno del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida. Quest'anno le squadre in gara erano sei: due provenienti da Pisa, due da Trieste, una da Napoli e una da Torino.

"Dopo un girone eliminatorio contro una delle squadre triestine e il team di Napoli, abbiamo vinto la finale contro i Torinesi - hanno raccontato i due vincitori – la velocità e la strategia di gioco sono state le norme armi fondamentali".

Paolo e Giuseppe, 25 anni a testa, il primo di Piombino, l'altro di Bagheria in provincia di Palermo, sono al secondo anno del corso di laurea magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata e prevedono di laurearsi entro il 2014. E intanto Paolo, prima di Denver, ha un altro viaggio ancora che lo aspetta: da marzo a luglio farà un tirocinio di quattro mesi al Dipartimento di geologia del petrolio dell' Università di Aberdeen in Scozia.

Di fronte al perpetrarsi della chiusura della Sapienza, come personale docente e non docente e come studenti di Giurisprudenza – di cui il Palazzo è sempre stato la sede – intendiamo porre alcune questioni.

Tra qualche giorno sarà resa pubblica la perizia relativa alle condizioni di stabilità del palazzo della Sapienza. Finalmente si potrà cominciare a ragionare del suo futuro su una base concreta: un futuro che, ovviamente, non potrà ignorare ciò che la Sapienza è stata per secoli, ossia la sede dei corsi di diritto, per accogliere i quali fu appositamente costruita.

Il dibattito pubblico seguìto alla chiusura del palazzo sembra averne ignorato o sottovalutato l'esito forse più drammatico: vale a dire lo smembramento della comunità scientifica e umana che si raccoglie intorno agli studi giuridici pisani, forte di oltre 5000 studenti, 2500 dei quali frequentavano quotidianamente quel Palazzo, per non dire del centinaio di laureati iscritti alla Scuola di specializzazione per le professioni legali, più altrettanti studenti e dottorandi – anche stranieri - provenienti da una dozzina di paesi europei ed extraeuropei, più varie decine di avvocati e magistrati, senza dimenticare il personale docente e tecnico-amministrativo.

Questa comunità – che nella Sapienza occupava l'intero piano terra, buona parte del primo e una discreta parte del secondo piano, con 11 aule per più di 1000 posti a sedere complessivi, 3 salette per seminari ed esercitazioni, un laboratorio informatico, due sale di lettura per studenti, una sala professori, tre (ex)dipartimenti con le rispettive cospicue biblioteche – ha vissuto le traversie di tutti gli sfollati, con il concreto rischio di ricadute, tra l'altro, sulle iscrizioni degli studenti.

L'Ateneo ha cercato e tempestivamente attivato le migliori soluzioni per fare fronte all'emergenza: nonostante ciò, oggi questa comunità umana, scientifica e didattica, si trova frammentata tra poli didattici variamente dislocati, uffici amministrativi e studi dei docenti sparpagliati in vari palazzi. Gli studenti mancano di aule studio e luoghi di riferimento unitari e tutti siamo quotidianamente mortificati dall'impossibilità di accedere all'enorme patrimonio di riviste e libri giuridici che erano custoditi nel palazzo e che attualmente si trovano in larghissima parte ancora in deposito presso l'archivio di Montacchiello.

Nei mesi trascorsi dalla dichiarazione di inagibilità della Sapienza la nostra comunità – tra difficoltà inimmaginabili e forse proprio per questo sottovalutate – ha affrontato l'emergenza quotidiana con grande decoro, senza sterili lamentele o recriminazioni, impegnandosi per cercare di contenere nella misura del possibile i disagi e le disfunzioni inevitabili, anche nei momenti in cui la dignità stessa del lavorare e dello studiare era seriamente compromessa da una logistica da "sfollati".

Tuttavia l'emergenza non è ancora finita e la realtà non si presta ad interpretazioni: Giurisprudenza non ha una sede e la mancanza di una sede costituisce una ferita gravissima per un'istituzione, perché ne compromette l'identità prima ancora che l'efficienza. Le persone - studenti, docenti, personale amministrativo – e le attività che la fanno vivere sono disperse e la fisionomia di una parte importante del tessuto urbano ed economico della città ne risulta gravemente menomata.

Siamo perciò convinti che lo sforzo da intraprendere per disegnare il futuro della Sapienza non possa ignorare, né lasciare in secondo piano, le esigenze vitali di quella che è stata la Facoltà ed è oggi il Dipartimento di Giurisprudenza, le cui attività sono state da sempre ospitate in Sapienza. E siamo fiduciosi che questa sia anche la convinzione del nostro Ateneo.

(Seguono numerose firme di docenti, dottorandi, personale amministrativo, tecnico e bibliotecario, studenti di Giurisprudenza)

Mercoledì, 30 Luglio 2014 14:39

Gillo Pontecorvo. L'uomo e il regista

Un nuovo appuntamento sulla famiglia Pontecorvo. Il protagonista dell'incontro che si svolgerà martedì 17 dicembre dalle 16,00 al cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci 4, Pisa) è Gillo, fratello minore di Bruno, famoso regista di cui saranno proiettati tre film: Kapò, Queimada e alle 21.00 La Battaglia di Algeri.

A introdurre la giornata sarà Maurizio Ambrosini, storico del cinema dell'Università di Pisa, e all'incontro interverranno la moglie del regista e uno dei suoi figli, Simone che presenterà due back stage inediti dai capolavori del padre.

L'ingresso all'iniziativa è gratuito. Si ricorda inoltre che la mostra "Bruno Pontecorvo. Da Pisa a Mosca un lungo viaggio attraverso Storia e Scienza" alla Limonaia di Palazzo Ruschi rimarrà aperta fino al 22 dicembre.

Può una comune pianta mediterranea, usata nella tradizione per adornare immagini religiose e tenere lontano il diavolo, fornire una protezione contro lo sviluppo del diabete? Secondo un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa, le sostanze vegetali contenute nell'estratto di Hypericum perforatum - pianta erbacea molto diffusa nel bacino mediterraneo, ma presente anche in altre zone climatiche - sono capaci di proteggere le cellule pancreatiche produttrici d'insulina dai gravi danni infiammatori che conducono poi allo sviluppo del diabete giovanile. Lo studio intitolato "St. John's wort extract and hyperforin protect rat and human pancreatic islets against cytokine toxicity" è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Acta Diabetologica.

L'Hypericum perforatum, detto popolarmente erba di San Giovanni (St. John's wort), è una pianta dai caratteristici fiori gialli e dalle foglioline allungate che sembrano bucherellate se esaminate controluce. Questa erba, a cui venivano attribuite generiche proprietà lenitive, era tradizionalmente colta per adornare l'immagine protettiva di S. Giovanni Battista, tanto che nella tradizione è conosciuta anche come "erba scacciadiavoli".

I risultati oggetto della pubblicazione sono stati per ora ottenuti in laboratorio in cellule di origine animale e umana, usando metodi di microscopia e di biologia molecolare: "Il nostro è stato uno studio di fattibilità, che ha dimostrato che l'impiego di queste sostanze vegetali può effettivamente raggiungere lo scopo, cioè la protezione delle cellule produttrici d'insulina, comprese quelle umane, dai processi distruttivi che provocano il diabete giovanile", ha commentato il professor Pellegrino Masiello, docente del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, sezione di Patologia Generale.

L'obiettivo della ricerca condotta a Pisa nel laboratorio diretto da Pellegrino Masiello consiste nell'individuare e caratterizzare sostanze di origine vegetale, somministrabili per via orale e prive di effetti collaterali, che siano in grado di preservare la funzione e l'integrità delle cellule beta altrimenti destinate a essere distrutte da una reazione autoimmunitaria finora considerata inarrestabile. La rilevanza di tale progetto di ricerca è sottolineata dal fatto che esso ha ottenuto un finanziamento congiunto dalla Fondazione Telethon italiana e dalla Juvenile Diabetes Research Foundation americana.

Se da un lato il risultato è molto incoraggiante, il professor Masiello precisa che bisogna tener presente che le applicazioni concrete sono ancora lontane, in quanto gli effetti delle sostanze protettive vanno verificati in animali sperimentali e vanno inoltre approfondite le loro caratteristiche farmacologiche, di cui sappiamo ancora poco. "Il vantaggio di un impiego futuro dell'estratto di iperico come agente anti-diabetico deriva anche dal fatto che esso è stato ed è tuttora largamente utilizzato nel trattamento di pazienti affetti da sindrome depressiva, risultando ben tollerato e privo di effetti collaterali – aggiunge Masiello - Abbiamo anche studiato i meccanismi molecolari su cui si basano gli effetti protettivi dell'iperico e contiamo di presentarli in una prossima pubblicazione".

Il gruppo che ha condotto la ricerca è composto, oltre che dal professor Masiello, dalle dottoresse Michela Novelli, Matilde Masini, Luisa Martino, Svetlana Porozov, Anna Pippa e dal dottor Vincenzo De Tata, e si è avvalso della preziosa collaborazione della dottoressa Pascale Beffy (Istituto Fisiologia Clinica, CNR Pisa) e di ricercatori dell'Università di Verona (professoressa Marta Menegazzi, dottoressa Anna Sgarbossa), nonché dell'indispensabile contributo del professor Piero Marchetti, del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, per lo studio delle cellule umane.

Si chiama Ettore Biondi, ha 25 anni, è di Genova e si è appena aggiudicato il primo premio "Gustavo Sclocchi" nell'ambito del concorso organizzato da SPE (Society of Petroleoum Engineers), EAGE (European Association of Geoscientists and Engineers) ed Assomineraria per la sua tesi discussa all'Università di Pisa. Ettore, che si è laureato nel 2012 sotto la guida dei professori Alfredo Mazzotti ed Eusebio Maria Stucchi, ha frequentato il corso di studio magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata gestito dai Dipartimenti di Scienze della Terra e di Fisica dell'Ateneo pisano.

La sua dissertazione finale che gli è valsa il prestigioso riconoscimento s'intitola "Forth order NMO non-stretch through iterative partial correction and deconvolution for time and offset varying waveforms" ed è stata selezionata su una trentina di altri lavori presentati. La cerimonia di premiazione si è svolta il 10 dicembre nelle sede ENI Exploration & Production a San Donato Milanese.

Ettore Biondi, che attualmente ha un assegno di ricerca alla Statale di Milano, ha così vinto 2.400 euro e per il futuro pensa agli Stati Uniti dove sta già facendo domande di dottorato in varie università.

Mercoledì, 30 Luglio 2014 14:35

Concerto di Natale alla chiesa di Sant’Anna

Venerdì 13 dicembre alle 21,00 presso la Chiesa di Sant'Anna, in via Carducci a Pisa, si svolgerà un concerto pianistico con musiche di Domenico Scarlatti, Giuseppe Martucci e Robert A. Schumann. Ad esibirsi sarà Marzia Tramma, pianista di fama internazionale che si è diplomata in pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma. L'evento, organizzato dal Sistema bibliotecario dell'Università di Pisa per festeggiare le prossime festività natalizie, è a ingresso libero.

Giovedì 12 dicembre, alle ore 11, nell'Aula Magna Storica del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Valentino Mercati, fondatore di Aboca, terrà una conferenza dal titolo "Le tradizioni, la cultura e le arti italiane a supporto del nostro sistema impresa: Aboca Spa, un'esperienza di successo". L'incontro è organizzato dai dipartimenti di Farmacia e di Scienze agrarie dell'Università di Pisa.

L'ospite illustrerà la propria esperienza imprenditoriale nell'ambito delle Scienze erboristiche e delle Scienze agrarie, dove ha potuto verificare l'importanza delle specificità Italiane nel campo culturale, storico e artistico per sostenere la competitività del nostro sistema d'impresa.

"Dall'incontro – spiegano gli organizzatori - potremo capire come l'impresa possa utilizzare il patrimonio unico che l'Italia ha su questo fronte. Si parlerà ad esempio delle nuove strategie messe in atto in alcuni dei settori trainanti del nostro sistema economico, quali il turismo, l'industria, le biotecnologie, il benessere, la moda e i servizi, come nuove opportunità di lavoro e di sviluppo sostenibile. Naturalmente una particolare attenzione sarà dedicata alle prospettive del sistema agricolo Italiano".

Valentino Mercati

Valentino Mercati, nato a Sansepolcro nel 1939, nel 1978 fonda l'Azienda Agraria ABOCA, coltivando erbe medicinali da trasformare in prodotti finiti per il sistema sanitario, distribuiti in varie aree del mondo. L'azienda conta oggi circa 600 addetti e coltiva direttamente con processi biologici oltre 1000 ettari. Ha sviluppato e sviluppa processi e prodotti innovativi che posizionano l'azienda fra i primi posti nel settore di riferimento.

Si è tenuto martedì 10 dicembre, nella sede del Senato di Palazzo Madama, l'incontro su "Scienza, innovazione e salute", a cui hanno partecipato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Senato, Pietro Grasso. L'iniziativa, che ha affrontato tematiche diverse che vanno dalla biomedicina alla fisica, dagli investimenti in ricerca al rapporto tra cultura umanistica e cultura scientifica e tra scienza e libertà, mirava a ripristinare un utile dialogo tra il mondo della cultura scientifica - da cui derivano competenze tecniche essenziali, se solo si pensa alla ricerca sulle staminali, agli OGM o alla sperimentazione animale - e il mondo della politica, che viene spesso chiamato a deliberare su tali argomenti.

Tra gli scienziati invitati all'incontro c'era anche il professor Andrea Bonaccorsi, docente di Ingegneria economico-gestionale dell'Università di Pisa e componente del Consiglio direttivo dell'ANVUR, che ha tenuto una relazione dal titolo "Conviene investire in ricerca?". Utilizzando gli studi sul ruolo economico della ricerca nelle società avanzate, il professor Bonaccorsi ha cercato di dimostrare che investire in ricerca conviene, perché in questo campo si ottengono tassi annui di rendimento mediamente compresi tra il 20 e il 50%, nettamente superiori ad altre forme di investimento pubblico. Senza dimenticare, naturalmente, che ci sono significativi benefici prodotti dal capitale umano qualificato. A questo riguardo, il professor Bonaccorsi ha evidenziato che i ricercatori sono mediamente più produttivi da giovani e che sarebbe dunque necessario definire una strategia pluriennale di reclutamento, in modo da permettere ai giovani non strutturati di sapere che vi saranno opportunità di inserimento e di carriera.

Di fronte al progressivo calo di fondi destinati al sistema italiano dell'università e della ricerca, il professor Bonaccorsi ha concluso richiamando l'esigenza di trovare nuove forme di finanziamento, destinando, per esempio, una quota degli utili ricavati dalle grandi aziende pubbliche o agganciando automaticamente la spesa in ricerca a qualche voce di fiscalità generale.

L'intervento integrale del professor Bonaccorsi è disponibile sul sito dell'Ateneo, all'indirizzo www.unipi.it

Entro il 6 gennaio è possibile partecipare al bando per il conferimento di 13 borse di dottorato di circa 38.000 sterline annue bandite nell'ambito del progetto Europeo Marie Curie PHOQUS, un programma coordinato dall'Università di Dundee (UK) che coinvolge 19 partner europei, tra cui 10 partner industriali e 9 partner accademici, incluso il dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa. Le borse offriranno ai giovani laureati l'opportunità di partecipare a un vasto programma di formazione interdisciplinare, con periodi di permanenza presso i partner industriali o accademici del Consorzio.

Le borse verranno conferite nell'ambito del progetto Europeo Marie Curie PHOQUS, un programma di dottorato della durata 3 anni, rivolto a giovani e brillanti laureati. Il programma è finalizzato a facilitare la crescita di giovani ricercatori con profilo altamente interdisciplinare, basato sull'integrazione di discipline quali le Scienze della Vita, Medicina, Fisica e Fotonica, nell'ambito dello studio di nuove metodologie per l'imaging in vivo.

I principali obiettivi della PHOQUS sono formare una nuova generazione di scienziati eccellenti nelle Scienze della Vita e nelle Scienze Fisiche, abbattendo le barriere culturali storicamente esistenti tra questi due differenti settori disciplinari, e sviluppare nuovi strumenti per la fotonica, favorendo il progresso della progettazione e sviluppo di strumenti più efficaci, piccoli e convenienti. Tutto questo deve avvenire utilizzando questi nuovi strumenti per indagare le dinamiche cellulari e molecolari che guidano il processo di divisione cellulare, attraverso anche l'impiego di tecniche di imaging innovative per studiare il ruolo e il comportamento delle cellule durante lo sviluppo embrionale e la progressione delle malattie.

I dettagli completi del programma e le informazioni su come partecipare al bando sono disponibili all'indirizzo www.phoqus.eu. Le borse di studio sono aperte a ricercatori che non abbiano risieduto o avuto la loro attività principale nel Regno Unito per più di 12 mesi negli ultimi 3 anni precedenti l'assunzione.

Tre incontri a dicembre per ricordare la famiglia di Bruno Pontecorvo e i fratelli Guido e Gillo, oltre che per approfondire il loro legame con la città di Pisa. È questo il senso delle iniziative organizzate dalla Limonaia-Scienza Viva, in collaborazione con l'Università di Pisa e con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, a conclusione delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Bruno Pontecorvo, il grande scienziato nato a Pisa il 22 agosto del 1913 che ha dato un contributo decisivo allo sviluppo della fisica delle particelle elementari.

Il primo di questi appuntamenti si svolgerà martedì 10 dicembre, alle ore 16 nella sede della Limonaia di Palazzo Ruschi, con una tavola rotonda su "Guido Pontecorvo. Il genetista e l'uomo", a cui parteciperanno i professori Manuela Giovannetti e Anna Maria Rossi, dell'Università di Pisa, Marcello Buiatti, dell'Università di Firenze, e Angelo Abbondandolo, dell'Università di Genova.

Guido, il maggiore tra i fratelli di Bruno Pontecorvo, dopo aver frequentato il liceo classico "Galileo Galilei", si è laureato nel 1928 alla facoltà di Agraria dell'Università di Pisa, come allievo di Enrico Avanzi, con il quale ha continuato a collaborare anche dopo la laurea. Chiamato a lavorare all'Ispettorato Compartimentale Agrario di Firenze, fu allontanato a seguito della promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista. Non potendo rientrare in Italia, decise di rimanere a Edimburgo, dove si trovava nel momento del licenziamento, avviando le sue brillanti ricerche nel campo della genetica. Nel corso della sua carriera, è stato direttore del dipartimento di Genetica dell'Università di Glasgow e membro dello staff dell'Imperial Cancer Research Fund di Londra. Guido Pontecorvo è molto noto all'interno della comunità scientifica internazionale, essendo stato tra i primi a intraprendere gli studi per la determinazione delle mappe cromosomiche dell'uomo e per aver introdotto la tecnica di irradiazione con raggi X per provocare la rottura dei cromosomi.

Il secondo incontro si terrà martedì 17 dicembre, al Cineclub l'Arsenale, con una mezza giornata dedicata a "Gillo Pontecorvo. L'uomo e il regista". Il programma prevede la proiezione di tre tra i suoi film più noti - "Queimada", "Kapò" e "La Battaglia di Algeri" - con un dibattitto al quale interverranno, oltre al professor Maurizio Ambrosini dell'Ateneo pisano, anche la moglie e il più piccolo dei figli di Gillo.

L'appuntamento conclusivo è fissato per venerdì 20 dicembre, nell'Auditorium di Palazzo Blu, con un incontro su "Pisa e i Pontecorvo". Gli interventi di storici e scienziati si alterneranno con i ricordi dei tanti familiari che verranno a Pisa per l'occasione da ogni parte del mondo e di chi ha conosciuto Bruno e i suoi fratelli, con la lettura di brani teatrali sulla storia del grande fisico emigrato in Unione Sovietica e con la proiezione del film-documentario dal titolo "Bruno Pontecorvo l'uomo e lo scienziato".

Tutti gli incontri sono aperti al pubblico e gratuiti. Per ogni altra informazione, si rimanda ai siti: www.lalimonaia.pisa.it e www.pontecorvopisa.it

Le celebrazioni pisane per il centenario della nascita di Bruno Pontecorvo hanno avuto il loro fulcro nella mostra "Da Pisa a Mosca, un lungo viaggio attraverso storia e scienza", che resterà aperta nella sede della Limonaia di Palazzo Ruschi fino al 22 dicembre. Curata da Marco Maria Massai, docente del dipartimento di Fisica dell'Ateneo, Gloria Spandre, ricercatrice dell'INFN, ed Elena Volterrani, della Limonaia-Scienza Viva e dell'INFN, l'esposizione è stata organizzata dalla Limonaia-Scienza Viva, insieme all'Università di Pisa, all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e al Joint Institute for Nuclear Research di Dubna in Russia.

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