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In data 20 dicembre 2013, su invito e alla presenza dell'On.le Ministro Massimo Bray, si è tenuto un incontro presso il MIBACT per fare il punto sulle iniziative e sugli interventi di sistemazione in atto della Biblioteca di Pisa.

All'incontro erano presenti l'On.le Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, il Rettore dell'Università di Pisa, Prof. Massimo Augello, in rappresentanza del Sindaco di Pisa, l'Assessore alla cultura del Comune di Pisa, dott. Dario Danti, la Prof.ssa Chiara Frugoni, Presidente dell'Associazione Amici della Biblioteca e i dirigenti e i funzionari del MIBACT e dell'Università che seguono gli aspetti tecnici ed amministrativi della questione.

Le parti hanno concordato sulla correttezza dei percorsi istituzionali seguiti dal MIBACT, dall'Università e dal Comune di Pisa dal momento della chiusura del Palazzo della Sapienza.

Durante l'incontro è stato preso atto delle conclusioni dello studio tecnico assai complesso, realizzato dall'Università di Pisa in collaborazione con i tecnici del MIBACT, finalizzato a monitorare e a certificare lo stato di sicurezza e di vulnerabilità del Palazzo della Sapienza. I risultati presentati nel corso della riunione e che riguardano l'intero edificio, hanno evidenziato, oltre ad interventi strutturali sul Complesso, la necessità, per i locali occupati dalla Biblioteca, di un significativo alleggerimento dei carichi. Si è concordato che lo spostamento dei volumi risulta prioritario per avviare i lavori di messa in sicurezza e sistemazione dell'intero complesso della Sapienza.

E' stato, inoltre, concordato l'insediamento di una Commissione tecnica mista per pianificare e portare a termine, entro il mese di maggio 2014, il completamento dei lavori di adeguamento strutturale e funzionale del compendio di San Matteo, sede aggiuntiva della Biblioteca, che ospiterà un nucleo significativo della collezione dei periodici, valorizzando in tal modo anche l'intera sede museale.

Le ulteriori determinazioni e le necessarie risorse economiche per l'intero Palazzo della Sapienza saranno individuate dalle Istituzioni interessate.

Nell'anno internazionale della cooperazione per l'acqua, sabato 21 dicembre alle 12,00 il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi in lungarno Galilei a Pisa inaugura la mostra "Dolce Acqua" che resterà aperta sino al 30 marzo 2014.

Promossa e realizzata in collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa e all'interno di un articolato progetto supportato dalla Regione Toscana, "Dolce Acqua" è immaginata come un contenitore, quasi un acquario che accoglie il visitatore invitandolo a riflettere sull'acqua come valore universale, attraverso molteplici sollecitazioni visive. In uno scenografico allestimento, le sale del Museo della Grafica accolgono oltre 100 opere tra preziose incisioni giapponesi, inedite creazioni di artisti contemporanei, documenti che percorrono la storia della grafica del '900, istallazioni ed elaborazioni fotografiche, il tutto articolato in cinque sezioni.

Dolce Acqua - 淡水. Paesaggi fluviali e personaggi tratti dalla vita quotidiana affollano le opere di Hokusai e Hiroshige, protagonisti della storia dell'Ukiyo-e "immagini del mondo fluttuante". Dedicata al tema dell'acqua nella cultura giapponese, la preziosa selezione di stampe accompagna lo spettatore lungo le rive malinconiche di Hiroshige o nelle risaie affollate di Hokusai.

Antonio Possenti. Storie d'acqua. Già allestita nel suggestivo scenario della galleria delle balene del Museo di Storia Naturale. La mostra presenta opere del celebre maestro lucchese sul tema dell'acqua. Ironico e grottesco come un divertito cronista sulle rotte della nave dei folli, fiabesco come un nonno affettuoso e presente, attento classificatore della meraviglia come un naturalista cinquecentesco, Antonio Possenti riesce ad affidare all'acqua le sue sorprendenti storie di pescatore miracoloso dalle rive della fantasia. L'esposizione delle opere di Antonio Possenti sarà accompagnata dalla prima assoluta di Storie di Altromare - omaggio a Antonio Possenti, videoistallazione di Lorenzo Garzella (2013 - 7'30") prodotta dal Museo della Grafica e dall'Acquario della Memoria (Pisa).

Jean Costantin. Rivages.Una serie di delicati e poetici acquerelli di Jean Constantin (1924-2009), letterato e artista francese che ha dedicato al tema della "riva" uno splendido inventario visivo per rivelarne il fascino assoluto come punto d'incontro tra acqua, cielo e terra;

Paesaggi d'acqua.Una selezione di opere grafiche proveniente dalle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe dell'Università di Pisa dedicate al tema dell'acqua, tra bagnanti e lavandaie, ponti e imbarcazioni, ruscelli, laghi e fiumi, con alcuni grandi interpreti dell'incisione moderna come Giovanni Fattori, Carlo Raffaelli, Honoré Daumier, Carlo Coppedè, Giovanni Barbisan, Lino Bianchi Barriviera e Luigi Bartolini;

Dell'acqua e della luce.Fotografie di Carlo Delli. Una spettacolare ed emozionante rassegna di fotografie e video con cui Carlo Delli propone un itinerario sentimentale, intellettuale e sensoriale che tocca e unisce, nel segno dell'acqua, frammenti di paesaggi del Monte Pisano, di San Rossore e dell'Alta Versilia.

Nello stesso periodo al Museo della Grafica sarà possibile visitare anche la mostra "Franco Anichini. Pisa all'acquaforte", dieci stampe all'acquaforte a morsura unica realizzate nel 2012 dall'artista lucchese, raffiguranti alcuni luoghi simbolo della città di Pisa rivisitati in chiave fiabesca e visionaria, con un effetto di grande impatto e di forte suggestione.

Per informazioni sugli orari di apertura, sul costo dei biglietti e sulle riduzioni consultare il sito web del Museo della Grafica www.museodellagrafica.unipi.it

Il Museo degli strumenti per il calcolo dell'Università di Pisa si arricchisce di un nuova sala. L'inaugurazione è prevista venerdì 20 dicembre alle 17,30 in via Bonanno Pisano e sarà preceduta, dalle 14,00, da un convegno su "Divulgazione, didattica e studio dell'Informatica" realizzato con il contributo del Consiglio della regione Toscana nell'ambito del progetto "Pianeta Galileo" 2013.

La nuova sala, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Galileo Galilei, presenta un percorso lungo quasi due secoli e mostra come dall'aritmometro ottocentesco si sia poi arrivati ai personal e agli home computer degli anni '80. Un racconto originale e unico nel panorama museale italiano attraverso il quale è possibile scoprire le eccellenze della storia tecnologica nazionale con personaggi, come Adriano Olivetti, che hanno legato il loro nome anche alla città di Pisa. Il nuovo allestimento mette in mostra oltre 50 pezzi e fa perno proprio sulla Olivetti Programma 101, un calcolatore da scrivania che segna il passaggio dall'epoca delle calcolatrici a quella dei calcolatori personali. Visivamente, la vicinanza dei pezzi disegna una specie di skyline continuo che mostra l'evoluzione dei materiali e del design, sottolineando ora le continuità, ora i balzi dello sviluppo tecnologico: prima calcolatrici poi calcolatori, prima decimali poi binari, prima meccanici poi elettronici, prima legno e metallo poi plastica e silicio.

"Il Museo degli Strumenti per il Calcolo – ha detto Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell'Università di Pisa e presidente della Fondazione Galileo Galilei – è una realtà che si colloca all'interno di un piano più ampio di riqualificazione e valorizzazione dell'area dei Vecchi Macelli di Pisa, progetto che vede coinvolti l'Ateneo e il Comune di Pisa. In questo contesto, il Museo, la prima struttura già attiva nell'area, con le sue collezioni, le attività di ricerca storica e l'offerta didattica e divulgativa, uniche in Italia, ha i numeri per diventare il fulcro di una 'Cittadella Galileiana' dedicata alla diffusione sempre più ampia della cultura scientifica e tecnologica"

Alla giornata di inaugurazione saranno presenti Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell'Università di Pisa e presidente della Fondazione Galileo Galilei, Marilina Betrò, presidente del Sistema museale di Ateneo, e per il Comune di Pisa l'assessore Maria Luisa Chiofalo. L'apertura della sala sarà preceduta da un convegno dedicato alla "Divulgazione, didattica e studio dell'Informatica" e ai progetti futuri del Museo. Fra questi ultimi spicca in particolare l'allestimento di una nuova area per i laboratori didattici con ricostruzioni di calcolatori d'epoca che sarà realizzata dal Dipartimento di Informatica dell'Ateneo grazie al contributo della Fondazione Pisa e alla collaborazione della sezione pisana dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Nel corso della giornata, in collaborazione con l'Associazione italiana calcolo automatico (AICA), saranno inoltre premiate quattro giovani promesse dell'informatica del futuro.

Giovanni Vannacci, docente del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, è stato eletto presidente della Società italiana di Patologia vegetale per il triennio 2014-2016. La Società raccoglie circa 200 patologi vegetali che operano nelle università, in istituzioni di ricerca pubbliche e centri di ricerca privati. La S.I.Pa.V. ha tra i suoi scopi preminenti la promozione degli studi e delle ricerche sui vari aspetti o settori della Patologia vegetale, la diffusione delle conoscenze relative alle malattie delle piante e ai loro agenti biotici e abiotici. In tal senso promuove e favorisce anche le attività didattiche nel settore fitopatologico in ambito accademico e scolastico, la promozione di collaborazioni e di scambi tra studiosi di istituzioni operanti nel campo fitopatologico, nonché di rapporti interdisciplinari in settori di ricerca fondamentale e applicata.

La Società Italiana di Patologia Vegetale (S.I.Pa.V.) è stata fondata nel 1992, a seguito dello scioglimento della Società Italiana di Fitoiatria (S.I.F.) e della Associazione Fitopatologica Italiana (A.F.I.), con il determinante contributo del professore emerito Giovanni Scaramuzzi, già prorettore dell'Università di Pisa. Per ricordare l'opera del professor Scaramuzzi, ogni anno la Società conferisce un premio a un giovane patologo vegetale che si è distinto per le sue ricerche. Il premio viene consegnato in occasione del convegno annuale, che nel 2014 si terrà a Pisa nei giorni 22, 23 e 24 settembre.

Si terrà venerdì 20 dicembre 2013, nell'Auditorium di Palazzo Blu, l'incontro su "Pisa e i Pontecorvo", in cui storici, scienziati e familiari ricorderanno Bruno Pontecorvo, i fratelli Guido e Gillo e il forte legame che ha sempre unito la famiglia alla città di Pisa.

Il pomeriggio sarà aperto alle ore 15.30 dai saluti del presidente della Fondazione Palazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi, e del sindaco Marco Filippeschi, cui seguiranno le relazioni di due storici dell'Università di Pisa: il professor Michele Luzzati, che interverrà su "I Pontecorvo e la comunità ebraica pisana tra 800 e 900", e la professoressa Mirella Scardozzi, che parlerà de "I Pontecorvo e l'industria pisana agli inizi del secolo XX". A coordinare il dibattito ci sarà il giornalista scientifico Pietro Greco.

L'iniziativa sarà quindi movimentata dal gruppo dei "Teatri della Resistenza", che renderanno omaggio a Bruno Pontecorvo attraverso la lettura di brani teatrali sulla sua storia, a cura di Cristina Gordumi, Dario Focardi e Paolo Giommarelli. Subito dopo interverranno Giuseppe Longo, fisico dell'Università di Bologna e dell'INFN, che ripercorrerà i propri ricordi di Bruno Pontecorvo, e Neil Pontecorvo Maroni che parlerà di "My little brother".

Il momento centrale dell'iniziativa vedrà la partecipazione di altri dei familiari dei fratelli Pontecorvo, che hanno storie personali e ricordi molto vari e in alcuni casi davvero originali. Si alterneranno così Gil Pontecorvo dalla Russia; Simone, Ludovico, Marco e Picci Pontecorvo di Roma; Jacqui Maroni Penrose e il nipote George, che si dividono tra Inghilterra e Stati Uniti.

La parte finale dell'incontro vedrà protagonista il professor Carlo Dionisi, fisico della Sapienza di Roma, che introdurrà la proiezione del film-documentario "Bruno Pontecorvo, l'uomo e lo scienziato" che lui stesso ha realizzato in collaborazione con Luisa Bonolis e con la collaborazione di Simone Pontecorvo.

A poco più di un anno dalla scomparsa del professore Mario Guazzelli, psichiatra, fondatore della Psicologia Clinica Pisana, gli allievi, i colleghi e gli amici lo ricorderanno con una giornata dedicata alla sua memoria che si svolgerà venerdì 20 dalle 10,00 nell'Aula magna della Scuola Medica in via Roma 55. Dopo il saluto delle autorità accademiche seguiranno due letture magistrali dei professori Alfonso Maurizio Iacono che parlerà del non finito nell'arte e del disagio della mente e di Danilo De Rossi con una relazione su robotica umanoide e psicopatologia sintetica.

Nell'occasione sarà presentata la statua Psyche, scolpita in ricordo del professore Guazzelli da Marco Devoti, artista molto apprezzato in Italia e all'estero. "Mario Guazzelli era un grande amante dell'arte - ricorda Pietro Pietrini, direttore della U.O. di Psicologia Clinica e Presidente dei due corsi di laurea in Psicologia dell'Ateneo – che considerava un potente mezzo comunicativo e, per certi aspetti, anche curativo. La Fondazione IRIS da lui creata, e che ha contribuito a organizzare questa giornata, ha spesso realizzato eventi artistici per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della malattia mentale e della lotta allo stigma".

Un altro successo per gli studenti del corso di laurea magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata gestito dai Dipartimenti di Scienze della Terra e di Fisica dell'Università di Pisa. Nell'ottobre del 2014 Giuseppe Provenzano e Paolo Paradisi voleranno a Denver, negli Stati Uniti, per partecipare World Challenge Bowl, la grande sfida a quiz tra studenti di Geofisica applicata di tutto il mondo organizzata dalla Society of Exploration Geophysicists (SEG) che si svolge ogni anno in occasione del convegno internazionale dell'organizzazione. Giuseppe e Paolo hanno superato le selezioni italiane che si sono svolte a Trieste lo scorso novembre durante il convegno del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida. Quest'anno le squadre in gara erano sei: due provenienti da Pisa, due da Trieste, una da Napoli e una da Torino.

"Dopo un girone eliminatorio contro una delle squadre triestine e il team di Napoli, abbiamo vinto la finale contro i Torinesi - hanno raccontato i due vincitori – la velocità e la strategia di gioco sono state le norme armi fondamentali".

Paolo e Giuseppe, 25 anni a testa, il primo di Piombino, l'altro di Bagheria in provincia di Palermo, sono al secondo anno del corso di laurea magistrale in Geofisica di Esplorazione ed Applicata e prevedono di laurearsi entro il 2014. E intanto Paolo, prima di Denver, ha un altro viaggio ancora che lo aspetta: da marzo a luglio farà un tirocinio di quattro mesi al Dipartimento di geologia del petrolio dell' Università di Aberdeen in Scozia.

Di fronte al perpetrarsi della chiusura della Sapienza, come personale docente e non docente e come studenti di Giurisprudenza – di cui il Palazzo è sempre stato la sede – intendiamo porre alcune questioni.

Tra qualche giorno sarà resa pubblica la perizia relativa alle condizioni di stabilità del palazzo della Sapienza. Finalmente si potrà cominciare a ragionare del suo futuro su una base concreta: un futuro che, ovviamente, non potrà ignorare ciò che la Sapienza è stata per secoli, ossia la sede dei corsi di diritto, per accogliere i quali fu appositamente costruita.

Il dibattito pubblico seguìto alla chiusura del palazzo sembra averne ignorato o sottovalutato l'esito forse più drammatico: vale a dire lo smembramento della comunità scientifica e umana che si raccoglie intorno agli studi giuridici pisani, forte di oltre 5000 studenti, 2500 dei quali frequentavano quotidianamente quel Palazzo, per non dire del centinaio di laureati iscritti alla Scuola di specializzazione per le professioni legali, più altrettanti studenti e dottorandi – anche stranieri - provenienti da una dozzina di paesi europei ed extraeuropei, più varie decine di avvocati e magistrati, senza dimenticare il personale docente e tecnico-amministrativo.

Questa comunità – che nella Sapienza occupava l'intero piano terra, buona parte del primo e una discreta parte del secondo piano, con 11 aule per più di 1000 posti a sedere complessivi, 3 salette per seminari ed esercitazioni, un laboratorio informatico, due sale di lettura per studenti, una sala professori, tre (ex)dipartimenti con le rispettive cospicue biblioteche – ha vissuto le traversie di tutti gli sfollati, con il concreto rischio di ricadute, tra l'altro, sulle iscrizioni degli studenti.

L'Ateneo ha cercato e tempestivamente attivato le migliori soluzioni per fare fronte all'emergenza: nonostante ciò, oggi questa comunità umana, scientifica e didattica, si trova frammentata tra poli didattici variamente dislocati, uffici amministrativi e studi dei docenti sparpagliati in vari palazzi. Gli studenti mancano di aule studio e luoghi di riferimento unitari e tutti siamo quotidianamente mortificati dall'impossibilità di accedere all'enorme patrimonio di riviste e libri giuridici che erano custoditi nel palazzo e che attualmente si trovano in larghissima parte ancora in deposito presso l'archivio di Montacchiello.

Nei mesi trascorsi dalla dichiarazione di inagibilità della Sapienza la nostra comunità – tra difficoltà inimmaginabili e forse proprio per questo sottovalutate – ha affrontato l'emergenza quotidiana con grande decoro, senza sterili lamentele o recriminazioni, impegnandosi per cercare di contenere nella misura del possibile i disagi e le disfunzioni inevitabili, anche nei momenti in cui la dignità stessa del lavorare e dello studiare era seriamente compromessa da una logistica da "sfollati".

Tuttavia l'emergenza non è ancora finita e la realtà non si presta ad interpretazioni: Giurisprudenza non ha una sede e la mancanza di una sede costituisce una ferita gravissima per un'istituzione, perché ne compromette l'identità prima ancora che l'efficienza. Le persone - studenti, docenti, personale amministrativo – e le attività che la fanno vivere sono disperse e la fisionomia di una parte importante del tessuto urbano ed economico della città ne risulta gravemente menomata.

Siamo perciò convinti che lo sforzo da intraprendere per disegnare il futuro della Sapienza non possa ignorare, né lasciare in secondo piano, le esigenze vitali di quella che è stata la Facoltà ed è oggi il Dipartimento di Giurisprudenza, le cui attività sono state da sempre ospitate in Sapienza. E siamo fiduciosi che questa sia anche la convinzione del nostro Ateneo.

(Seguono numerose firme di docenti, dottorandi, personale amministrativo, tecnico e bibliotecario, studenti di Giurisprudenza)

Mercoledì, 30 Luglio 2014 14:39

Gillo Pontecorvo. L'uomo e il regista

Un nuovo appuntamento sulla famiglia Pontecorvo. Il protagonista dell'incontro che si svolgerà martedì 17 dicembre dalle 16,00 al cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci 4, Pisa) è Gillo, fratello minore di Bruno, famoso regista di cui saranno proiettati tre film: Kapò, Queimada e alle 21.00 La Battaglia di Algeri.

A introdurre la giornata sarà Maurizio Ambrosini, storico del cinema dell'Università di Pisa, e all'incontro interverranno la moglie del regista e uno dei suoi figli, Simone che presenterà due back stage inediti dai capolavori del padre.

L'ingresso all'iniziativa è gratuito. Si ricorda inoltre che la mostra "Bruno Pontecorvo. Da Pisa a Mosca un lungo viaggio attraverso Storia e Scienza" alla Limonaia di Palazzo Ruschi rimarrà aperta fino al 22 dicembre.

Può una comune pianta mediterranea, usata nella tradizione per adornare immagini religiose e tenere lontano il diavolo, fornire una protezione contro lo sviluppo del diabete? Secondo un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa, le sostanze vegetali contenute nell'estratto di Hypericum perforatum - pianta erbacea molto diffusa nel bacino mediterraneo, ma presente anche in altre zone climatiche - sono capaci di proteggere le cellule pancreatiche produttrici d'insulina dai gravi danni infiammatori che conducono poi allo sviluppo del diabete giovanile. Lo studio intitolato "St. John's wort extract and hyperforin protect rat and human pancreatic islets against cytokine toxicity" è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Acta Diabetologica.

L'Hypericum perforatum, detto popolarmente erba di San Giovanni (St. John's wort), è una pianta dai caratteristici fiori gialli e dalle foglioline allungate che sembrano bucherellate se esaminate controluce. Questa erba, a cui venivano attribuite generiche proprietà lenitive, era tradizionalmente colta per adornare l'immagine protettiva di S. Giovanni Battista, tanto che nella tradizione è conosciuta anche come "erba scacciadiavoli".

I risultati oggetto della pubblicazione sono stati per ora ottenuti in laboratorio in cellule di origine animale e umana, usando metodi di microscopia e di biologia molecolare: "Il nostro è stato uno studio di fattibilità, che ha dimostrato che l'impiego di queste sostanze vegetali può effettivamente raggiungere lo scopo, cioè la protezione delle cellule produttrici d'insulina, comprese quelle umane, dai processi distruttivi che provocano il diabete giovanile", ha commentato il professor Pellegrino Masiello, docente del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, sezione di Patologia Generale.

L'obiettivo della ricerca condotta a Pisa nel laboratorio diretto da Pellegrino Masiello consiste nell'individuare e caratterizzare sostanze di origine vegetale, somministrabili per via orale e prive di effetti collaterali, che siano in grado di preservare la funzione e l'integrità delle cellule beta altrimenti destinate a essere distrutte da una reazione autoimmunitaria finora considerata inarrestabile. La rilevanza di tale progetto di ricerca è sottolineata dal fatto che esso ha ottenuto un finanziamento congiunto dalla Fondazione Telethon italiana e dalla Juvenile Diabetes Research Foundation americana.

Se da un lato il risultato è molto incoraggiante, il professor Masiello precisa che bisogna tener presente che le applicazioni concrete sono ancora lontane, in quanto gli effetti delle sostanze protettive vanno verificati in animali sperimentali e vanno inoltre approfondite le loro caratteristiche farmacologiche, di cui sappiamo ancora poco. "Il vantaggio di un impiego futuro dell'estratto di iperico come agente anti-diabetico deriva anche dal fatto che esso è stato ed è tuttora largamente utilizzato nel trattamento di pazienti affetti da sindrome depressiva, risultando ben tollerato e privo di effetti collaterali – aggiunge Masiello - Abbiamo anche studiato i meccanismi molecolari su cui si basano gli effetti protettivi dell'iperico e contiamo di presentarli in una prossima pubblicazione".

Il gruppo che ha condotto la ricerca è composto, oltre che dal professor Masiello, dalle dottoresse Michela Novelli, Matilde Masini, Luisa Martino, Svetlana Porozov, Anna Pippa e dal dottor Vincenzo De Tata, e si è avvalso della preziosa collaborazione della dottoressa Pascale Beffy (Istituto Fisiologia Clinica, CNR Pisa) e di ricercatori dell'Università di Verona (professoressa Marta Menegazzi, dottoressa Anna Sgarbossa), nonché dell'indispensabile contributo del professor Piero Marchetti, del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, per lo studio delle cellule umane.

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