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Sono partite a luglio e si chiuderanno il 14 settembre le iscrizioni al nuovo Master di I livello in “Pedagogia e Didattica Inclusiva: principi e prassi della personalizzazione e della differenziazione didattica” dell’Università di Pisa, un percorso di durata annuale che si rivolge ai docenti in servizio e a chi si appresta ad entrare nel mondo dell’insegnamento scolastico. Il Master è pensato come un programma formativo intensivo, per affrontare le sfide dell'educazione inclusiva e promuovere un ambiente di apprendimento accessibile per tutti, con percorsi diversificati secondo i vari gradi di scuole (infanzia, Primaria, Secondaria di 1° e 2° grado e con insegnamenti specifici dedicati alla didattica della lingua inglese).

In partenza a Pisa ad ottobre 2023, il Master in Pedagogia e Didattica Inclusiva  è promosso dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa -  selezionato dal Ministero dell’Università e della Ricerca come Dipartimento di Eccellenza per il quinquennio 2023-2027 - quale nuovo percorso di formazione post-laurea del Corso di Scienze della Formazione primaria ma anche quale percorso professionalizzante nell’ambito della formazione in servizio.

Il Master di I livello  è stato sviluppato con l'obiettivo di contribuire ad arricchire la professionalità dei docenti con specifiche competenze nell’accoglienza degli alunni con bisogni educativi speciali.

«Facendo riferimento alla recente normativa – spiega il professor Raffaele Ciambrone, docente del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Direttore del Master - il corso mira alla formazione della figura professionale del referente di istituto, a supporto e a consulenza dei colleghi docenti, nei casi in cui, nel proprio istituto scolastico di servizio, si verifichi la presenza di alunni che presentano disturbi specifici di apprendimento. Inoltre, le conoscenze acquisite e implementate dal Master consentiranno anche di sviluppare competenze nel ruolo di “docente tutor”».

Con un’articolazione modulare e una modalità di partecipazione ibrida (in presenza e on-line), il Master presenta alcune caratteristiche chiave, che lo rendono una proposta formativa di alta qualità e un’opportunità di potenziamento delle competenze per tutti i professionisti dell'educazione:

  • Esperti del settore: il Master è tenuto da prestigiosi docenti universitari esperti nel campo della pedagogia e della didattica inclusiva, con anni di esperienza nel settore.
  • Approccio pratico: il programma del Master combina lezioni frontali e attività pratiche, tra cui esercitazioni, simulazioni, oltre al tirocinio e al project work finale, per consentire agli iscritti di applicare le loro competenze in situazioni reali.
  • Innovazione pedagogica: gli iscritti al Master potranno confrontarsi con i più recenti orientamenti in materia di pedagogia inclusiva e metodologie di insegnamento avanzate.
  • Flessibilità: il Master è progettato per adattarsi alle esigenze dei docenti in servizio e dei professionisti in attività, con modalità di partecipazione in presenza e online, a tempo pieno e parziale e con la possibilità di iscriversi solo ai moduli di interesse.
  • Contributi e agevolazioni: per gli iscritti sono previste agevolazioni per la contribuzione, in base all’attestazione ISEE e al curriculum, e contributi per merito, in base alla frequenza e ai giudizi ottenuti, oltre alla possibilità di utilizzo della Carta del Docente.

Il bando ufficiale, in scadenza il 14 settembre, e tutti i dettagli sul programma, i requisiti di ammissione e le procedure di iscrizione, sono pubblicati sul sito web ufficiale del Master in Pedagogia e Didattica Inclusiva all'indirizzo: masterdidattica.cfs.unipi.it.

«Il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere – commenta il professor Simone Maria Collavini, Direttore del Dipartimento promotore - è entusiasta di offrire questo nuovo percorso formativo, che contribuirà in modo significativo a promuovere un'educazione inclusiva di qualità. Ci auguriamo che questo Master possa essere una buona opportunità per gli insegnanti e per il mondo della scuola, e che possa contribuire a costruire un futuro più inclusivo per tutti gli studenti».

Per ulteriori informazioni su iscrizioni, agevolazioni e organizzazione del Master è possibile scrivere alla mail ufficiale Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Thanks to a collaboration between the University of Pisa and the Jozef Stefan Institute in Ljubljana, the first shape memory liquid crystalline elastomer that can be reprogrammed in three dimensions has been created. The research published in the journal “Nature Communications” paves the way for many future developments related to the possibility of combining this material with a 3D printing system to create objects of any shape in a totally versatile manner.
Prior to this research, liquid crystalline elastomers, materials capable of reversibly changing their own shape when subjected to external stimuli such as temperature, electric fields, or light, were essentially prepared in the form of films. They could therefore only shorten or lengthen, with uniaxial deformation. Although variations of up to 400% of their initial shape could be achieved, the typical geometry of films limited the possible applications, which today are mainly in the field of optics, micro and soft robotics, and sensor technology in general.

 

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"The new material we have created, allows us to obtain very varied geometries and shapes, effectively moving from a two-dimensional to a three-dimensional world”. - explains Valentina Domenici from the Department of Chemistry and Industrial Chemistry at the University of Pisa – “The novelty, moreover, is that it can be remodelled and reprogrammed each time to obtain objects with ever-changing geometries and shapes. In the future, it could be used with 3D printer technology or by exploiting the potential of microfluidics, for virtually infinite applications”.

 

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The new class of materials created and studied over the years by the research team of Professor Domenici and the Slovenian team led by Professor Boštjan Zalar and researcher Andraž Rešetič is called “PDLCE” from “polymer-dispersed liquid crystalline elastomers”. Specifically, the research in “Nature Communications” focused on a particular type of PDLCE material that has two transition temperatures, both above room temperature.

“My role in this research”, Professor Domenici concludes, “mainly concerns the design of the chemical components and the choice of the appropriate base molecules for the preparation of liquid-crystalline elastomers, in order to obtain a final material with the best thermo-mechanical and elastic properties. I am the only chemist in this research group, all the other members of the Slovenian group are physicists. This synergy is the basis of a collaboration that has been going on for over twenty years and has enabled us to achieve many excellent results”.

Men throwing off their uniforms and running around naked, others talking like children, crying and wailing, while others tremble in total silence, or who are delirious with fear of the devil and of being possessed by demons. These are also the wounds of war, of all wars. A new study carried out by Professor Vinzia Fiorino, a historian at the University of Pisa, published in the journal “Modern Italy” of Cambridge University Press returns to the subject of trauma and psychological disorders in Italian soldiers (but the phenomenon is common to all the countries involved) after the First World War.
It starts with the numbers, which are huge: in Italy alone, soldiers suffering from mental disorders were around 40.000 and according to some estimates even more. An emergency that led in January 1918, after the defeat at Caporetto in 1917, to the establishment of a First Collection Centre in Reggio Emilia to try to manage (and limit) the flow of soldiers arriving from the front to be sent to the various psychiatric hospitals throughout the country.

“Initially, doctors do not consider the war to be the cause of the various disorders but rather a congenital factor such as a predisposition or as heredity, or even just as a figment of their imagination ,” explains Vinzia Fiorino, “ making life in psychiatric hospitals and collection centres very difficult, worse than being at the front, for example sufferers are subjected to electric shock or the application of electricity even to their private parts, adding horror to horror”.
Starting from the vast existing historiography, Fiorino’s essay begins by studying the medical records of patients admitted to different psychiatric hospitals, including Rome, Volterra and Trieste, and highlights a number of hitherto under-examined disorders and behaviours, such as regression to childhood, undressing and running (sometimes after defecating on their discarded uniforms), as well as particular forms of hysterical syndrome, which until then had been considered a predominantly female problem. Professor Fiorino interprets these behaviours in the light of major cultural changes taking place: the rhetoric of the war hero on the one hand, and the massification of the man-soldier inserted into large collective bodies, such as the first conscript armies on the other.


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Alpini during the Great War (source: Wikipedia)

"The discipline to which the soldiers were subjected had in some way already “infantilised” the men by depriving them of autonomy and the possibility of making decisions, the regression to childhood reproduces the hierarchical model of total obedience to military life,” explains Vinzia Fiorino. “The depersonalisation of the man-soldier, which has nothing to do with the idea of the lone hero, also undermines the model of masculinity, and from this enormous crucible emerges a desire to create a new identity, even in contempt for the old one, hence the undressing and fleeing naked.

In this way, trauma and psychological disorders become an indicator to analyse the transition from the figure of the soldier-hero to that of the soldier-mass in a circuit, in which female stereotypes also come into play to describe a masculinity in crisis and the emergence of the mass as a new political subject.

Non un semplice motto, ma l’inizio di una storia di eccellenza. La bolla In supreme dignitatis, con cui Papa Clemente VI riconobbe allo Studio Pisano lo status di Studio Generale, compie 680 anni.

Era il 3 settembre del 1343, infatti, quando il Pontefice emanò quello che è uno dei più antichi privilegi concessi da un Papa per istituire sul territorio italiano una struttura autorizzata a rilasciare un titolo di studio dal valore legale universale.

Nel documento, le cui parole iniziali compaiono oggi nel logo dell’Università di Pisa, il desiderio di Clemente VI che Pisa «possa divenire anche terreno fecondo di doni delle scienze, affinché generi uomini dotati di maturità di giudizio, incoronati di virtù ed esperti nelle dottrine delle diverse facoltà, e affinché vi sia lì una fonte di conoscenza continuamente sgorgante, al cui flusso abbondante possano attingere tutti coloro che bramano di placare la loro sete sui libri».

 

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“Con una certa dose di preveggenza, la bolla di Clemente VI sembra immaginare già quel Sistema-Pisa che vede, nella nostra città, una concentrazione unica di competenze e strutture nel settore della ricerca, della formazione e della cultura. Un potenziale che Pisa deve sfruttare fino in fondo e di cui la nostra Università è il pernio centrale – ha commentato il Rettore, Riccardo Zucchi – Oggi la sfida che abbiamo di fronte è proprio questa, rendere compiuto questo Sistema e innalzare sempre di più la qualità della nostra ricerca e della formazione, così da dare risposte adeguate alle necessità dei nostri studenti e della società. Non basta essere orgogliosi del proprio passato, ma è necessario essere all’altezza della propria storia. Ricorrenze come questa, ci impongono di rinnovare, senza indugi, quell’impegno a valorizzare i talenti per raggiungere una “adeguata eccellenza” contenuto, seppur tra le righe, nella bolla del 1343”.

 

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Affresco di Matteo Giovannetti con un ritratto di Clemente VI (1345 circa, cappella di San Marziale, Palazzo dei Papi, Avignone).

 

Conservata presso l’Archivio di Stato di Pisa, la bolla In supreme dignitatis è stata emanata il 3 settembre 1343 nel palazzo papale di Villeneuve-lès-Avignon, cittadina sulla riva del Rodano opposta ad Avignone. Nel 2021 l’Università di Pisa, con il supporto del Rotary Club Pisa Galilei, ha pubblicato la prima traduzione in italiano e prima edizione critica della bolla, curata dal professor Paolo Pontari ed edita dalla Pisa University Press.

Da mercoledì 6 settembre a venerdì 8 settembre oltre 350 scienziati italiani e stranieri saranno a Pisa per condividere i più recenti progressi nel campo della Fisiologia con letture magistrali, incontri e tavole rotonde. Si terrà nel Palazzo della Sapienza il 73° Congresso della Società Italiana di Fisiologia (SIF) organizzato dall’Università di Pisa, con la partecipazione della Scuola Normale Superiore, della Scuola Superiore Sant'Anna e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Fondata nel 1947, la SIF è una società scientifica a cui afferiscono le principali eminenze italiane nel campo della ricerca sui meccanismi molecolari, cellulari e tissutali alla base delle funzioni vitali dell'uomo e degli animali. L’Università di Pisa vanta un legame stretto con la SIF, la cui fondazione è nata dall’iniziativa del professor Igino Spadolini, allora ordinario a Pisa. Il legame è proseguito con la Scuola di Fisiologia del professor Giuseppe Moruzzi che, con i suoi prestigiosi allievi, ha reso Pisa una delle sedi storiche della Fisiologia italiana.

Il Congresso inizierà con il saluto delle autorità accademiche e cittadine per poi proseguire con la conferenza inaugurale dal titolo “The eloquent retinal ganglion cells” tenuta da Vittorio Porciatti (Miami). Nelle due giornate successive, seguiranno la pH Lecture di Giovanni Cecchi (Firenze) “Tartini’s third tone, coclear distorsion and violin combination tones”, la Herlitzka Lecture di Michela Matteoli (Milano) “How the immune system affects the synapse”, la Plenary Lecture di Dora Angelaki (New York) “Views on naturalistic tasks in neuroscience: flexible neural coding during visually guided navigation” e la Ruzzier Lecture di Bente Klarlund Pedersen (Copenhagen) “Exercise as medicine in a translational perspective: the role of myokines”.

L’organizzazione delle attività congressuali, patrocinate dalle maggiori istituzioni locali e sponsorizzate da importanti aziende italiane e straniere, ha dedicato particolare interesse verso la promozione della parità di genere e il coinvolgimento attivo dei giovani ricercatori. A tal proposito, nell’ambito del LXXIII Congresso SIF, Pisa ospiterà per la prima volta nella storia della Società il “Young Physiologists meeting”, un’assemblea dei Fisiologi under 40 dedicata al networking e alla condivisione come capisaldi della crescita scientifica ed accademica dei giovani ricercatori.

Il convegno si concluderà con la Assemblea dei Soci durante la quale verrà consegnato il “Premio SIF 2023” a un giovane Fisiologo italiano particolarmente distintosi nella ricerca scientifica, e assegnati i premi “migliore presentazione orale” e “miglior poster”.

Grazie al patrocinio del Comune di Pisa e della Fondazione Pisa, la chiusura del LXXIII Congresso SIF avrà luogo nella cornice degli Arsenali Repubblicani con uno spettacolo aperto al pubblico della Associazione Sbandieratori e Musici presieduta da Antonio Pucciarelli che precederà la cena sociale.

Sono circa 3000 i candidati attesi alle sette prove di ammissione ai corsi dell’Università di Pisa che quest’anno si terrano dal 5 al 28 settembre fra Lucca e Pisa per un totale di 1177 posti disponibili. La novità di quest’anno è che per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina Veterinaria i test si sono già svolti attraverso in modalità TOLC (Test OnLine CISIA- Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l'Accesso), in due sessioni, tra il 14 ed il 24 aprile e il 15 ed il 25 luglio, e per il 5 settembre è attesa la pubblicazione della graduatoria nazionale.

Nel dettaglio, il calendario dei test in presenza prevede sei prove al Polo Fiere a Lucca: il 5 settembre alle 10 la triennale di Psicologia e il 7 settembre alle 10 la magistrale; il 12 settembre alle 10 la triennale in Scienze Motorie; le Professioni sanitarie sono il 14 settembre alle 13; il 20 settembre alle 11 si svolge il test per Scienze della Formazione Primaria e il 21 settembre alle 14 per Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate. Infine, il 28 settembre alle 13 al Polo didattico Porta Nuova (Via Padre B. Fedi) a Pisa si svolge la prova per i corsi di laurea magistrali delle Professioni Sanitarie.
In occasione dei concorsi più numerosi verranno aperti dieci varchi di identificazione e saranno disponibili dieci settori, di cui uno riservato agli studenti con DSA/disabilità. In tutte le date saranno a disposizione un servizio antincendio, un’autoambulanza, connessione wi-fi, impianto audio e video, servizi di sanificazione e pulizia.

“Venuti meno i vincoli della pandemia, è rimasta la necessità di far svolgere a studenti e studentesse le prove di accesso di settembre in una data e una sede unica, in modo da garantire pari opportunità per tutti – ha dichiarato il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi - Di qui la decisione di organizzare i test a Lucca, in una struttura allo stesso tempo capiente, sperimentata ed anche economicamente sostenibile, che purtroppo ad oggi non ha equivalenti nel territorio cittadino, data l’inagibilità del Palazzo dei Congressi. A Pisa, nei locali dell’Università, abbiamo svolto i test di Medicina, che potevano essere articolati su più giorni. E a Pisa vorremmo poter effettuare in futuro tutti i test di ammissione alla nostra Università, anche quelli con i numeri più grandi. Su questo, come su altri temi, abbiamo aperto il dialogo con il Comune e le altre istituzioni locali per individuare e costruire insieme quella soluzione di cui città e Università hanno indubbiamente un forte bisogno”.

“Il sistema dei test di accesso sta conoscendo una fase di trasformazione a livello nazionale – conclude il prorettore alla Didattica Giovanni Paoletti - Come Università di Pisa siamo costantemente impegnati per intercettare i cambiamenti in atto e offrire agli studenti e alle studentesse che vengono da noi le soluzioni logistiche disponibili più adatte. Per noi è fondamentale che possano affrontare nelle migliori condizioni possibili questo momento importante e impegnativo di avvio del loro percorso universitario. Per fare questo occorre una macchina organizzativa imponente: ringrazio a nome dell’Ateneo tutto il personale docente e amministrativo che ci dedica tempo, competenza e disponibilità per diversi mesi all’anno… E in bocca al lupo ragazze e ragazzi!”.

Sono circa 3000 i candidati attesi alle sette prove di ammissione ai corsi dell’Università di Pisa che quest’anno si terrano dal 5 al 28 settembre fra Lucca e Pisa per un totale di 1177 posti disponibili. La novità di quest’anno è che per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina Veterinaria i test si sono già svolti attraverso in modalità TOLC (Test OnLine CISIA- Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per l'Accesso), in due sessioni, tra il 14 ed il 24 aprile e il 15 ed il 25 luglio, e per il 5 settembre è attesa la pubblicazione della graduatoria nazionale.

Nel dettaglio, il calendario dei test in presenza prevede sei prove al Polo Fiere a Lucca: il 5 settembre alle 10 la triennale di Psicologia e il 7 settembre alle 10 la magistrale; il 12 settembre alle 10 la triennale in Scienze Motorie; le Professioni sanitarie sono il 14 settembre alle 13; il 20 settembre alle 11 si svolge il test per Scienze della Formazione Primaria e il 21 settembre alle 14 per Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate. Infine, il 28 settembre alle 13 al Polo didattico Porta Nuova (Via Padre B. Fedi) a Pisa si svolge la prova per i corsi di laurea magistrali delle Professioni Sanitarie.
In occasione dei concorsi più numerosi verranno aperti dieci varchi di identificazione e saranno disponibili dieci settori, di cui uno riservato agli studenti con DSA/disabilità. In tutte le date saranno a disposizione un servizio antincendio, un’autoambulanza, connessione wi-fi, impianto audio e video, servizi di sanificazione e pulizia.

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Una prova di ammissione degli anni scorsi

“Venuti meno i vincoli della pandemia, è rimasta la necessità di far svolgere a studenti e studentesse le prove di accesso di settembre in una data e una sede unica, in modo da garantire pari opportunità per tutti – ha dichiarato il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi - Di qui la decisione di organizzare i test a Lucca, in una struttura allo stesso tempo capiente, sperimentata ed anche economicamente sostenibile, che purtroppo ad oggi non ha equivalenti nel territorio cittadino, data l’inagibilità del Palazzo dei Congressi. A Pisa, nei locali dell’Università, abbiamo svolto i test di Medicina, che potevano essere articolati su più giorni. E a Pisa vorremmo poter effettuare in futuro tutti i test di ammissione alla nostra Università, anche quelli con i numeri più grandi. Su questo, come su altri temi, abbiamo aperto il dialogo con il Comune e le altre istituzioni locali per individuare e costruire insieme quella soluzione di cui città e Università hanno indubbiamente un forte bisogno”.

“Il sistema dei test di accesso sta conoscendo una fase di trasformazione a livello nazionale – conclude il prorettore alla Didattica Giovanni Paoletti - Come Università di Pisa siamo costantemente impegnati per intercettare i cambiamenti in atto e offrire agli studenti e alle studentesse che vengono da noi le soluzioni logistiche disponibili più adatte. Per noi è fondamentale che possano affrontare nelle migliori condizioni possibili questo momento importante e impegnativo di avvio del loro percorso universitario. Per fare questo occorre una macchina organizzativa imponente: ringrazio a nome dell’Ateneo tutto il personale docente e amministrativo che ci dedica tempo, competenza e disponibilità per diversi mesi all’anno… E in bocca al lupo ragazze e ragazzi!”.

Il corso si propone di avvicinare le studentesse e gli studenti di qualunque disciplina alle problematiche da affrontare per costruire start up innovative allo scopo di analizzarne gli strumenti utili per la creazione.

Si affrontano i temi della multidisciplinarietà e della creatività come aspetti essenziali per il successo delle nuove iniziative imprenditoriali.

Il corso fornisce anche le tecniche di problem solving indispensabili per affrontare il percorso di costruzione di una start up. Il corso fa parte dell’offerta di corsi trasversali dell’Università di Pisa.

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