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Summer School Pisa Squar web copyFrom the 31st of July until the 5th of August, 2023 the University of Pisa will host the European Summer School in Neuroscience, a summer course intended for Master’s degree students, who are interested in delving into the complexity of the human mind and brain under the guidance of renowned European specialists. The Summer School is an initiative organized in the framework of Circle U. – the European University Alliance that brings together the universities of Aarhus, Belgrade, Berlin, Louvain, Oslo, Paris Cité, Pisa, Vienna and King’s College London – and particularly from the cooperation between the University of Pisa, Humboldt-Universität zu Berlin, UCLouvain, and Aarhus University.

The course is mainly aimed at students who have acquired a Bachelor’s degree and are about to start or have already started a Master’s degree course in Neuroscience. However, given the interdisciplinary nature of neuroscience, the course is also meant for students with significantly different backgrounds, such as medicine, biology, psychology, philosophy, engineering, bioengineering. The Summer School will use the “Blended Intensive Programme” format, with a five-day online part (24th-28th July 2023) and a five-day classroom part in Pisa (31st July-5th August 2023). There are thirty places available and the enrolment period ends on the 1st of June (follow this link for more information).

The training objective of the course is to promote the development of critical thinking and creativity, while building a solid theoretical foundation on the physiology of sensory systems. The BIP format appears ideal, as it consists of two parts. The first one, taught remotely, will be dedicated to bringing all students up to speed on the basic physiology of sensory systems; the second part, taught in presence in Pisa with lectures at Le Benedettine teaching centre, aims to open up research to students, who will be able to take part in the discussion of ongoing experiments presented by scientists of international fame. The students will have the opportunity to experience and use some of the main techniques in the field, including neuroimaging.

PaolaBinda MG 7489“Circle U. represented a stimulus to networking and to broadening the educational offer,” comments Professor Paola Binda, contact person for the Master’s degree in Neuroscience at the University of Pisa and coordinator of the Summer School. “Besides their common research interests, the four co-organisers also share the same approach to second-level neuroscience studies. The course in Neuroscience of the University of Pisa has an international focus: all activities are in English, and students are encouraged to do their thesis internships abroad. I see Circle U. as an opportunity to improve the circulation of talents, as well as promoting access to the world of research starting from the Master’s degree level”.

 

Summer School Pisa Squar webDal 31 luglio al 5 agosto 2023 l’Università di Pisa ospiterà la European Summer School in Neuroscience, un corso estivo per studenti magistrali interessati ad approfondire la complessità della mente e del cervello sotto la guida di rinomati specialisti di europei. La Summer School è un’iniziativa nata nell’ambito di Circle U. – l’Alleanza universitaria europea che riunisce gli atenei di Aarhus, Belgrado, Berlino, Louvain, Oslo, Paris Cité, Pisa, Vienna e King’s College di Londra - in particolare dalla collaborazione di Università di Pisa, Humboldt-Universität zu Berlin, UCLouvain e Aarhus University.

Il corso si rivolge si rivolge principalmente a studenti che abbiano acquisito un Bachelor’s degree e che stiano per iniziare o abbiano iniziato un percorso di Master’s degree in Neuroscienze ma, data la natura interdisciplinare delle neuroscienze, anche a studenti con provenienze molto diverse: oltre a medicina, biologia, psicologia, filosofia, ingegneria, bioingegneria. La Summer School utilizzerà il formato Blended Intensive Program, con una componente online di 5 giorni (24-28 luglio 2023) e una componente di 5 giorni in presenza a Pisa (31 luglio-5 agosto 2023). Sono disponibili 30 posti, per iscriversi c’è tempo fino al 1° giugno (tutte le informazioni a questo link).

L’obiettivo formativo del corso è promuovere lo sviluppo del pensiero critico e della creatività, costruendo al contempo solide basi teoriche sulla fisiologia dei sistemi sensoriali. Il formato BIP appare ideale, poiché comprende due parti: la prima parte di insegnamento da remoto sarà dedicata a portare tutti gli studenti, alla conoscenza della fisiologia di base dei sistemi sensoriali; la seconda parte, in presenza a Pisa con lezioni al Polo Didattico Le Benedettine, vuole aprire la ricerca agli studenti, che potranno prendere parte alla discussione di esperimenti in corso, presentati da scienziati di fama internazionale, e potranno provare in prima persona a utilizzare alcune delle principali tecniche del campo, tra cui le neuroimmagini.

PaolaBinda MG 7489«Circle U. ha rappresentato uno stimolo per fare rete e contribuire al progresso dell’offerta formativa – commenta la professoressa Paola Binda (nella foto a destra), referente del Master's degree in Neuroscience presso l'Università di Pisa e coordinatrice della Summer School – Infatti, i quattro co-organizzatori, oltre a condividere interessi di ricerca, sono uniti dall’interesse nella formazione neuroscientifica di secondo livello. Il corso in Neuroscience dell’Università di Pisa è nato con un indirizzo internazionale: tutte le attività sono in inglese, e incoraggiamo gli studenti a svolgere il tirocinio di tesi all’estero. Vedo in Circle U. un'opportunità per migliorare la circolazione dei talenti, e per promuovere l'accesso al mondo della ricerca, già al livello del Master's degree".

Mercoledì, 19 Aprile 2023 13:17

La salute vien di notte

Dormi, e la diagnosi si fa da sé. Si chiama proprio così, "Dormi", il primo dispositivo indossabile che consente il monitoraggio continuo dei disturbi del sonno, validato dal punto di vista scientifico e capace di fornire al medico, a distanza, dati clinici attendibili e analizzabili con algoritmi certificati. Lo ha sviluppato Ugo Faraguna (nella foto in basso), professore di fisiologia all'Università di Pisa, che spiega: "è un normale braccialetto sensorizzato, ma l'abbiamo modificato per offrire al medico uno strumento di diagnosi". L'uovo di Colombo in tempo di digitalizzazione, cioè quello che consente di passare dalla telesalute fai-da-te, per cui ormai chiunque di noi può giocherellare con uno smartphone o un orologino, alla telemedicina vera e propria, nelle mani di un medico capace di fare diagnosi e impostare terapie. Ma in un ambito poco esplorato, quello del sonno.

ugo faraguna SITO

"Monitorare i disturbi del sonno è difficile, perché richiede (o meglio, richiedeva, fino a ieri) strumenti invasivi e tempo per fare rilievi ripetuti", prosegue Faraguna. "Però è cruciale, perché la qualità del sonno influenza la salute ed è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative come demenze e malattia di Parkinson". Così, mentre tutti imparavamo a misurarci la pressione arteriosa e a considerarla buona quanto più vicina ai valori aurei 120/80, sul nostro sonno siamo ancora all'aneddoto o poco più. E anche i medici sono spesso impreparati a parlare di sonno e a considerare la risoluzione dei disturbi notturni come un fondamentale atto di prevenzione. 

Così Faraguna, un lungo trascorso a Madison a studiare la fisiologia del sonno con Giulio Tononi (tra i massimi esperti mondiali in materia), ha intuito il salto di qualità racchiuso nei dispositivi wearable e ha fondato la startup Sleepacta. All'inizio i finanziamenti sono arrivati da SAMBA, un piccolo incubatore locale, e in parte da un crowdfunding, poi è arrivato Red Lions, un fondo di investimento di area pisana. Oggi i braccialetti diagnostici di Sleepacta si cominciano a diffondere sul mercato e allargano di giorno in giorno la loro clientela tra centri medici, ospedali, reti di farmacie. “Il nostro obiettivo è aumentare la consapevolezza dell’importanza di un buon sonno per la salute mentale, e per la salute in generale”, spiega la CEO di Sleepacta, Hannah Teichmann Prisco. Cioè, chiosa Faraguna, "Sleepacta vuole fare quello che lo sfigmomanometro ha fatto con l'ipertensione”.

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Ovviamente tutto questo dà anche garanzie in termini di privacy: "i dati fisiologici e sanitari appartengono alla persona, non a chi vende i braccialetti. E la persona può autorizzare il medico a leggerli, come per ogni visita. Noi poi possiamo anonimizzarli". Anche perché, in pratica, un Dormi te lo metti al polso e te lo levi una settimana dopo, e non devi togliertelo nemmeno per fare la doccia. Intanto lui raccoglie una serie di dati come frequenza cardiaca, saturazione arteriosa, posizione, movimento. "Tutti questi parametri alimentano una rete neurale che si avvale degli stessi strumenti di artificial intelligence che stanno invadendo la rete (ChatGPT e analoghi). Queste reti imparano ad analizzare i nostri dati sanitari e generano un referto medicale sull’architettura del nostro sonno, e stimano il rischio di avere patologie del sonno come le apnee notturne. Si tratta di una specie di holter del sonno, non invasivo, che ti agganci al polso", spiega ancora Faraguna.

Ugo Faraguna sarà tra gli speaker dell’evento Converging Skills: una cinque giorni di confronto pubblico su trasferimento tecnologico e open innovation organizzato dall'Università di Pisa che si terrà a giugno nella storica Aula magna nel palazzo della Sapienza dell'ateneo pisano. Cinquanta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo

Il Coro dell’Università di Pisa parteciperà all’evento Università Canta, festival che si svolge il 22 e 23 aprile a Bergamo e Brescia.

Università Canta è una iniziativa nata durante il difficile periodo di isolamento del primo lockdown da Covid-19 da un’idea di Laura Pesenti, docente del Coro degli Studenti dell’Università degli Studi di Bergamo. Da qui il progetto di una staffetta musicale in video che ha coinvolto ben venticinque università italiane. Finalmente adesso i cori della staffetta si incontrano fisicamente a Bergamo e Brescia nell’anno della nomina di queste città a Capitali della Cultura.

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Sabato 22 aprile più di 800 coristi intoneranno in piazza vecchia a Bergamo Alta l’Inno di Mameli. La sera al Teatro Sociale, sarà riproposto il programma della staffetta e il Coro dell’Università di Pisa intonerà l’inno Di canti di gioia.

La giornata di domenica 23 aprile avrà inizio con sette concerti itineranti in luoghi simbolo di Bergamo e Brescia. Il Coro dell’Ateneo pisano canterà nella Chiesa di Sant’Andrea di Città Alta brani di Rossini e Schumann diretto dal suo maestro Stefano Barandoni e accompagnato al pianoforte da Silvia Mannari. La domenica sera i coristi ripeteranno il concerto del giorno precedente al Teatro San Barnaba di Brescia.

È un accordo quadro e di rilievo strategico quello firmato martedì 18 aprile in Rettorato tra l’Università di Pisa e l’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), l’organizzazione intergovernativa fondata nel 1966 di cui fanno parte l’Italia e le venti Repubbliche dell’America Latina, che rappresenta uno dei principali strumenti di dialogo politico tra Italia, Europa e America Latina. Il documento è stato firmato dal rettore Riccardo Zucchi e da Antonella Cavallari, segretario generale dell’IILA, alla presenza dei rappresentanti delle ambasciate latinoamericane di Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba e Haiti, del prorettore per la Cooperazione e le Relazioni Internazionali, Giovanni Federico Gronchi, e di alcuni docenti e personale dello staff dell’ufficio Internazionale.

La convenzione, di durata triennale, impegna i partner ad attivare sinergie e collaborazioni scientifiche - ognuno con le proprie competenze, esperienza e reti di relazioni nazionali e internazionali - finalizzate a consolidare l’alleanza italo-latinoamericana, attraverso la promozione di iniziative, seminari, conferenze, incontri istituzionali, studi e ricerche, attività di cooperazione sui temi prioritari per l’ agenda italo-latinoamericana e bi-regionale Europa­America Latina e Caraibi, con particolare riferimento all'integrazione regionale e agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Nell’accordo è anche prevista la condivisione di informazioni e buone pratiche attraverso l’attivazione di canali congiunti di comunicazione istituzionale, lo svolgimento di incontri periodici e la promozione on line delle opportunità dedicate ai cittadini latinoamericani.

“I Paesi latinoamericani – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi - rappresentano una realtà strategica per l’internazionalizzazione dell’Università di Pisa su cui l’Ateneo in questi ultimi anni ha molto investito grazie anche alle sempre più numerose collaborazioni e accordi di cooperazione instaurate con università ed enti governativi latinoamericani. Dall’anno accademico 2012/2013 ben 147 studenti latinoamericani provenienti da Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Honduras, Ecuador, Messico, Panamá, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela, si sono iscritti al nostro Ateneo e aderito al Programma Inclinados Hacia America Latina, grazie al quale hanno potuto beneficiare dell'esenzione delle tasse universitarie e di una riduzione del servizio mensa. Ad oggi, sono 70 gli studenti latinoamericani che hanno conseguito il titolo di laurea magistrale nel nostro Ateneo”

“L’IILA - ha concluso Antonella Cavallari - attribuisce importanza strategica alla collaborazione con università e centri di ricerca, consapevole della centralità di una formazione accademica di alto livello per le classi dirigenti e più in generale per la società civile di ogni paese. Per questo IILA si offre quale interlocutore privilegiato per stimolare le opportunità di interscambio con i Paesi dell’America Latina”.

Si è tenuta venerdì 14 aprile la lezione di saluto di Gigliola Vaglini, dal 2002 professoressa ordinaria di Sistemi per l'Elaborazione delle Informazioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Attraverso la sua attività di ricerca, ha ricostruito i mutamenti nell’ambito dell’informatica, dall’inizio degli anni '70 ad oggi.

“Da ancella della matematica e della logica, l’informatica si rende gradualmente una disciplina autonoma, e nel 1969 nasce a Pisa il corso di Laurea in Scienze dell’Informazione, il primo in Italia. Parallelamente, la nascita dei microprocessori, alla fine degli ani ’60, rende evidente l’esigenza di modelli teorici e di di laureati con una solida cultura ingegneristica, in grado di affrontare una progettazione integrata di sistemi hardware-software anche complessi. Tuttavia, Pisa dovrà aspettare ancora 20 anni per vedere la nascita di un corso di laurea in ingegneria informatica, avviato poi nel 1989. Nonostante questo, si tratta di uno dei primi corsi di laurea in Italia, e dà un impulso deciso alla nascita di diverse ricerche che vedono la partecipazione di informatici teorici e ingegneri informatici, e che hanno reso Pisa famosa a livello nazionale e internazionale in questa disciplina”.

Gigliola Vaglini si è laureata a Pisa in Scienze dell’Informazione a metà degli anni ’70. “Allora - ricorda - nel mio corso di laurea c’erano parecchie donne, a cui spesso veniva domandato perché fossero lì, essendo quello un corso “applicativo” e non propedeutico all’insegnamento”. Ha svolto poi un'ampia e diversificata attività didattica, prima nel corso di laurea in Informatica e poi in quello di Ingegneria Informatica e in corsi di laurea magistrale afferenti ad altri dipartimenti. È stata la prima donna presidente del corso di laurea in Ingegneria Informatica. La sua attività di ricerca si è svolta principalmente nell'ambito dei metodi formali per la specifica e verifica dei sistemi concorrenti e distribuiti. In questo contesto è stata autrice di importanti lavori, e ha introdotto innovative metodologie, usate in rilevanti applicazioni specifiche, quali ad esempio l’identificazione e localizzazione di malware in sistemi Android.

In tempi recenti e a tutt’oggi il campo di ricerca di Gigliola Vaglini si è spostato sull’analisi di dati, anche di grandi dimensioni, con lo scopo principale di individuare variazioni nelle forme comportamentali di gruppi di individui o di sistemi artificiali. Il paradigma che ha messo a punto è usato per definire comportamenti emergenti di gruppi di sistemi artificiali, quali ad esempio gli sciami di droni.

All’attività di didattica e di ricerca Gigliola Vaglini ha affiancato con competenza, dedizione e spirito di servizio numerosi impegni istituzionali, contribuendo in maniera rilevante alla vita accademica dell’Ateneo pisano e alla sua evoluzione. Per questo motivo è stata insignita nel 2020 dell’Ordine del Cherubino, l’onorificenza accademica conferita dal rettore dell’Università di Pisa, su delibera del Senato Accademico, a professori ordinari dell’Ateneo pisano che abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio per particolari meriti scientifici e che abbiano in modo rilevante contributo alla vita e al funzionamento dell’Università.

È un accordo quadro e di rilievo strategico quello firmato martedì 18 aprile in Rettorato tra l’Università di Pisa e l’Istituto Italo-Latino Americano (IILA), l’organizzazione intergovernativa fondata nel 1966 di cui fanno parte l’Italia e le venti Repubbliche dell’America Latina, che rappresenta uno dei principali strumenti di dialogo politico tra Italia, Europa e America Latina. Il documento è stato firmato dal rettore Riccardo Zucchi e da Antonella Cavallari, segretario generale dell’IILA, alla presenza dei rappresentanti delle ambasciate latinoamericane di Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba e Haiti, del prorettore per la Cooperazione e le Relazioni Internazionali, Giovanni Federico Gronchi, e di alcuni docenti e personale dello staff dell’ufficio Internazionale.

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La convenzione, di durata triennale, impegna i partner ad attivare sinergie e collaborazioni scientifiche - ognuno con le proprie competenze, esperienza e reti di relazioni nazionali e internazionali - finalizzate a consolidare l’alleanza italo-latinoamericana, attraverso la promozione di iniziative, seminari, conferenze, incontri istituzionali, studi e ricerche, attività di cooperazione sui temi prioritari per l’ agenda italo-latinoamericana e bi-regionale Europa­America Latina e Caraibi, con particolare riferimento all'integrazione regionale e agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

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Nell’accordo è anche prevista la condivisione di informazioni e buone pratiche attraverso l’attivazione di canali congiunti di comunicazione istituzionale, lo svolgimento di incontri periodici e la promozione on line delle opportunità dedicate ai cittadini latinoamericani.

“I Paesi latinoamericani – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi - rappresentano una realtà strategica per l’internazionalizzazione dell’Università di Pisa su cui l’Ateneo in questi ultimi anni ha molto investito grazie anche alle sempre più numerose collaborazioni e accordi di cooperazione instaurate con università ed enti governativi latinoamericani. Dall’anno accademico 2012/2013 ben 147 studenti latinoamericani provenienti da Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Honduras, Ecuador, Messico, Panamá, Paraguay, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela, si sono iscritti al nostro Ateneo e aderito al Programma Inclinados Hacia America Latina, grazie al quale hanno potuto beneficiare dell'esenzione delle tasse universitarie e di una riduzione del servizio mensa. Ad oggi, sono 70 gli studenti latinoamericani che hanno conseguito il titolo di laurea magistrale nel nostro Ateneo”.

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“L’IILA - ha concluso Antonella Cavallari - attribuisce importanza strategica alla collaborazione con università e centri di ricerca, consapevole della centralità di una formazione accademica di alto livello per le classi dirigenti e più in generale per la società civile di ogni paese. Per questo IILA si offre quale interlocutore privilegiato per stimolare le opportunità di interscambio con i Paesi dell’America Latina”.

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