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Mercoledì 8 febbraio si è tenuto il primo incontro, in Rettorato, per condividere e armonizzare i piani di sviluppo edilizio e urbanistico dell’Università e della città. Convocato dall’Ateneo ha visto la partecipazione del Comune di Pisa e dei rappresentanti degli studenti. Per l’Università erano presenti il rettore Riccardo Zucchi, il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone, il prorettore e l’ex prorettore per l’Edilizia, rispettivamente Francesco Leccese e Walter Salvatore, la prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, Enza Pellecchia, il direttore generale, Rosario Di Bartolo. Per il Comune hanno partecipato il sindaco Michele Conti e l’assessore alle Politiche socioeducative e scolastiche, al diritto allo studio universitario e presenza Conferenza Università Territorio (CUT), Sandra Munno. Gli studenti erano rappresentati dal presidente del Consiglio degli Studenti Andru Budacu Ferrari e dai rappresentanti Daniele Roberti e Pio Dello Ioio.

L’incontro è partito con l’illustrazione dello stato di attuazione del piano urbanistico e edilizio 2017-2030 dell’Università di Pisa. Diversi i temi dibattuti, a partire dalle grandi opere già concluse (riqualificazione del Palazzo della Sapienza, realizzazione del Polo della Memoria “San Rossore 1938”) e da quelle in corso, quali la realizzazione del nuovo polo didattico di Ingegneria e il completamento del Dipartimento di Scienze Veterinarie a San Piero a Grado. Tra le opere in previsione la realizzazione del Polo didattico di Biologia e di quello di Farmacia, la riqualificazione del Centro Avanzi, il cantiere di Medicina a Cisanello, il polo e i laboratori interdisciplinari nell'ex Area Scheibler.

Sono state sottolineate le necessità di curare la mobilità verso i poli di San Cataldo, Cisanello e San Piero a Grado, di riqualificare gli spazi esterni e verdi, sia come aree di studio che come zone a disposizione dei cittadini, di intervenire sul problema delle residenze universitarie. E’ stato avviato un confronto sulla destinazione finale di palazzi storici, come l’ex Dipartimento di Chimica in Via Risorgimento, il Palazzo del Granduca e gli edifici di via San Zeno. Sullo sfondo è rimasta la questione, centrale per il futuro tanto dell’Ateneo che della città, del nuovo centro Congressi.

Il confronto proseguirà in tempi brevi con incontri ulteriori incontri tematici, dedicati al tema degli spazi e della mobilità e a quello delle residenze studentesche, e va inteso come la fase preliminare ad una discussione più ampia, che dovrà necessariamente coinvolgere l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, Autolinee Toscane e le altre istituzioni presenti nella Conferenza Università Territorio.

“Sono convinto – ha detto il rettore Riccardo Zucchi - che il futuro della nostra città si gioca sulla capacità delle istituzioni universitarie e scientifiche di fare sistema fra loro e con gli enti locali, per sfruttare l’enorme potenziale di cui disponiamo al fine di attrarre studenti e giovani ricercatori e creare un ambiente favorevole al trasferimento tecnologico e culturale delle conoscenze. L’incontro di oggi costituisce un passo importante in questa direzione, a cui dobbiamo dar seguito in tempi brevi, anche per cogliere le opportunità di finanziamento che si stanno aprendo o si potrebbero aprire a livello nazionale”.

"Con il rettore Zucchi, fin dal suo insediamento – ha dichiarato il sindaco Michele Conti - ho condiviso la necessità di rafforzare il rapporto fra l'Ateneo e il Comune di Pisa, in termini di programmazione, di interesse strategico per la città e di pianificazione urbanistica. L'incontro di stamani è un primo significativo segnale che va in questa direzione, nella consapevolezza che solo insieme, città e università, possono affrontare i bisogni del presente e, in modo competitivo, le sfide del futuro. Non era scontato e non sempre, in passato, si è adottato questo metodo di condivisione. Insieme dobbiamo mettere in pratica formule di integrazione per una virtuosa pianificazione del territorio, tema che è strettamente connesso alle scelte sulla mobilità e ai servizi, una migliore organizzazione degli spazi pubblici anche sul fronte della socialità per i giovani studenti. In quest'ottica la partecipazione attiva dei rappresentanti degli studenti ai tavoli tematici è fondamentale per arrivare all'obiettivo. Pisa è attrattiva non solo per il prestigio dell'Ateneo e per la qualità della ricerca, ma anche per la vivibilità del territorio, per il sistema di welfare e per la qualità della vita, aspetti che, con un forte e necessario coordinamento fra enti, possono essere ulteriormente rafforzati.”

“Riteniamo positiva l’apertura di una discussione sui temi degli spazi universitari e cittadini, della mobilità e della residenzialità studentesca - ha detto il presidente del Consiglio degli Studenti, Andru Budacu Ferrari - È da tempo che, come Sinistra per…, sollecitiamo l'apertura di un dialogo proficuo tra le parti: Università, Comune, Regione e ARDSU (Azienda regionale per il Diritto allo Studio). La situazione abitativa di chi vive a Pisa è fortemente critica. Occorre lavorare per ampliare l'evidente carenza di posti alloggio nelle residenze studentesche, così come è necessario agire a livello cittadino, raggiungendo un accordo che ci dia garanzia sia sui costi degli affitti che sul trattamento che riceviamo. Ci auspichiamo quindi che questo sia il primo passo di una lunga interlocuzione.”

agritechParte la prima edizione del corso di perfezionamento AGRITECH - Agricoltura digitale per lo sviluppo sostenibile organizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali dell’Università di Pisa, in collaborazione con i Dipartimenti di Informatica e di Ingegneria dell’Informazione, il CNR - Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione e il Consorzio universitario Quinn.

AGRITECH vuole colmare la mancanza di competenze adeguate ad accompagnare la transizione digitale nel settore agroalimentare. Nel percorso didattico saranno quindi forniti i principi, i concetti e la terminologia dell’agricoltura digitale, la conoscenza delle principali soluzioni tecnologiche per il settore, la capacità di gestire gli strumenti, di interagire con i fornitori e gli sviluppatori di tecnologia per il disegno e la scelta di applicazioni innovative e di valutare l’impatto socioeconomico delle tecnologie digitali.

Il corso di perfezionamento avrà dunque una duplice matrice. Da un lato, sarà incentrato sulle competenze ingegneristiche e informatiche relative a dati e analytics, communication and cyber-physical systems, computing, sensing, e sistemi applicativi, a cura dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Informazione del CNR e dei Dipartimenti di Informatica e Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. Dall’altro, i moduli a cura del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali dell’Università di Pisa verteranno sulle competenze specifiche per l’agroalimentare in relazione agli scenari applicativi e alla valutazione delle tecnologie digitali per il settore.

Il professor Gianluca Brunori, direttore del corso di perfezionamento, il dott. Giacomo Petrini, coordinatore didattico, e l’ing. Manlio Bacco, CNR – Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione (ISTI) daranno il benvenuto ai nuovi allievi durante l’inaugurazione del corso, che è prevista per venerdì 10 febbraio alle 17 e che sarà seguita dalle lezioni online e da alcuni incontri in presenza presso il CiRAA – Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi".

Per approfondire.

Mercoledì 8 febbraio si è tenuto il primo incontro, in Rettorato, per condividere e armonizzare i piani di sviluppo edilizio e urbanistico dell’Università e della città. Convocato dall’Ateneo ha visto la partecipazione del Comune di Pisa e dei rappresentanti degli studenti. Per l’Università erano presenti il rettore Riccardo Zucchi, il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone, il prorettore e l’ex prorettore per l’Edilizia, rispettivamente Francesco Leccese e Walter Salvatore, la prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e il diritto allo studio, Enza Pellecchia, il direttore generale, Rosario Di Bartolo. Per il Comune hanno partecipato il sindaco Michele Conti e l’assessore alle Politiche socioeducative e scolastiche, al diritto allo studio universitario e presenza Conferenza Università Territorio (CUT), Sandra Munno. Gli studenti erano rappresentati dal presidente del Consiglio degli Studenti Andru Budacu Ferrari e dai rappresentanti Daniele Roberti e Pio Dello Ioio.

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L’incontro è partito con l’illustrazione dello stato di attuazione del piano urbanistico e edilizio 2017-2030 dell’Università di Pisa. Diversi i temi dibattuti, a partire dalle grandi opere già concluse (riqualificazione del Palazzo della Sapienza, realizzazione del Polo della Memoria “San Rossore 1938”) e da quelle in corso, quali la realizzazione del nuovo polo didattico di Ingegneria e il completamento del Dipartimento di Scienze Veterinarie a San Piero a Grado. Tra le opere in previsione la realizzazione del Polo didattico di Biologia e di quello di Farmacia, la riqualificazione del Centro Avanzi, il cantiere di Medicina a Cisanello, il polo e i laboratori interdisciplinari nell'ex Area Scheibler.

Sono state sottolineate le necessità di curare la mobilità verso i poli di San Cataldo, Cisanello e San Piero a Grado, di riqualificare gli spazi esterni e verdi, sia come aree di studio che come zone a disposizione dei cittadini, di intervenire sul problema delle residenze universitarie. E’ stato avviato un confronto sulla destinazione finale di palazzi storici, come l’ex Dipartimento di Chimica in Via Risorgimento, il Palazzo del Granduca e gli edifici di via San Zeno. Sullo sfondo è rimasta la questione, centrale per il futuro tanto dell’Ateneo che della città, del nuovo centro Congressi.

Il confronto proseguirà in tempi brevi con incontri ulteriori incontri tematici, dedicati al tema degli spazi e della mobilità e a quello delle residenze studentesche, e va inteso come la fase preliminare ad una discussione più ampia, che dovrà necessariamente coinvolgere l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, Autolinee Toscane e le altre istituzioni presenti nella Conferenza Università Territorio.

“Sono convinto – ha detto il rettore Riccardo Zucchi - che il futuro della nostra città si gioca sulla capacità delle istituzioni universitarie e scientifiche di fare sistema fra loro e con gli enti locali, per sfruttare l’enorme potenziale di cui disponiamo al fine di attrarre studenti e giovani ricercatori e creare un ambiente favorevole al trasferimento tecnologico e culturale delle conoscenze. L’incontro di oggi costituisce un passo importante in questa direzione, a cui dobbiamo dar seguito in tempi brevi, anche per cogliere le opportunità di finanziamento che si stanno aprendo o si potrebbero aprire a livello nazionale”.

"Con il rettore Zucchi, fin dal suo insediamento – ha dichiarato il sindaco Michele Conti - ho condiviso la necessità di rafforzare il rapporto fra l'Ateneo e il Comune di Pisa, in termini di programmazione, di interesse strategico per la città e di pianificazione urbanistica. L'incontro di stamani è un primo significativo segnale che va in questa direzione, nella consapevolezza che solo insieme, città e università, possono affrontare i bisogni del presente e, in modo competitivo, le sfide del futuro. Non era scontato e non sempre, in passato, si è adottato questo metodo di condivisione. Insieme dobbiamo mettere in pratica formule di integrazione per una virtuosa pianificazione del territorio, tema che è strettamente connesso alle scelte sulla mobilità e ai servizi, una migliore organizzazione degli spazi pubblici anche sul fronte della socialità per i giovani studenti. In quest'ottica la partecipazione attiva dei rappresentanti degli studenti ai tavoli tematici è fondamentale per arrivare all'obiettivo. Pisa è attrattiva non solo per il prestigio dell'Ateneo e per la qualità della ricerca, ma anche per la vivibilità del territorio, per il sistema di welfare e per la qualità della vita, aspetti che, con un forte e necessario coordinamento fra enti, possono essere ulteriormente rafforzati.”

“Riteniamo positiva l’apertura di una discussione sui temi degli spazi universitari e cittadini, della mobilità e della residenzialità studentesca - ha detto il presidente del Consiglio degli Studenti, Andru Budacu Ferrari - È da tempo che, come Sinistra per…, sollecitiamo l'apertura di un dialogo proficuo tra le parti: Università, Comune, Regione e ARDSU (Azienda regionale per il Diritto allo Studio). La situazione abitativa di chi vive a Pisa è fortemente critica. Occorre lavorare per ampliare l'evidente carenza di posti alloggio nelle residenze studentesche, così come è necessario agire a livello cittadino, raggiungendo un accordo che ci dia garanzia sia sui costi degli affitti che sul trattamento che riceviamo. Ci auspichiamo quindi che questo sia il primo passo di una lunga interlocuzione.”

Workshop da gennaio a giugno: Leggi il calendario 

Il primo riferimento letterario alla malattia mentale risale alla fine del Duecento, in un’opera fatta di brevi racconti, il Novellino: in una novella si narra di un medico di Bologna che fa fare un esperimento ai suoi studenti in un’aula universitaria. Da qui inizia il rapporto fra malattia mentale e letteratura, tema che sarà al centro del Convegno Internazionale Le parole per dirlo. La malattia mentale: luoghi, persone, narrazioni, che si svolgerà venerdì 10 febbraio, a Maggiano (Polo didattico di S. Maria a Colle, Via Fregionaia, 785, Lucca) e sabato 11, a Pisa (Centro Le Benedettine Piazza, S. Paolo a Ripa D'Arno, 16).

“E’ il primo convegno in Italia che si tiene sul rapporto tra malattia mentale e narrazione: quello che vogliamo indagare è come la malattia mentale venga restituita attraverso le parole degli autori e quindi in letteratura”, spiega Marina Riccucci (foto), professoressa di Letteratura italiana dell’Università di Pisa e curatrice dell’iniziativa.

La due giorni ospiterà scrittori come Paolo Milone (L’arte di legare le persone, Einaudi), Fuani Marino (Svegliami a mezzanotte, Einaudi), il saggista Stefano Redaelli (autore di Beati gli inquieti), Isabella Tobino, nipote dello scrittore Mario Tobino e Presidente della Fondazione Tobino, l’attrice Livia Castellana, nonché studiosi ed accademici come Giulio Ferroni, Valeria Paola Babini, Anna Segre. Sono inoltre previsti momenti ‘teatrali’ dedicati all’opera di Tobino e una intervista in differita ad Ascanio Celestini, che proprio alla follia ha dedicato lo spettacolo teatrale La pecora nera, di recente diventato un film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Nel Novellino il riferimento alla malattia mentale è di sole poche righe: per la prima attestazione letteraria vera e propria infatti bisogna aspettare il 1589, anno in cui Tommaso Garzoni pubblicò L'Hospidale de' pazzi incurabili, descrizione di un manicomio nelle cui celle sono rinchiusi i rappresentanti, antichi e contemporanei, delle più diverse forme di follia – continua Riccucci – da quel momento, c’è una lunga pausa di silenzio, fino al 1953, anno in cui Mario Tobino pubblica il suo Libere donne di Magliano. Si tratta di un tema e di un ambito di ricerca che ha bisogno di studi e indagini: il Convegno Le parole per dirlo vuole essere il punto di partenza”.

Il Convegno Le parole per dirlo è promosso dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, dalla Fondazione Mario Tobino e ha il patrocinio del Comune di Lucca, dell’Azienda USL Toscana nord ovest, del network Mente in rete e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

marina_riccucciIl primo riferimento letterario alla malattia mentale risale alla fine del Duecento, in un’opera fatta di brevi racconti, il Novellino: in una novella si narra di un medico di Bologna che fa fare un esperimento ai suoi studenti in un’aula universitaria. Da qui inizia il rapporto fra malattia mentale e letteratura, tema che sarà al centro del Convegno Internazionale Le parole per dirlo. La malattia mentale: luoghi, persone, narrazioni, che si svolgerà venerdì 10 febbraio, a Maggiano (Polo didattico di S. Maria a Colle, Via Fregionaia, 785, Lucca) e sabato 11, a Pisa (Centro Le Benedettine Piazza, S. Paolo a Ripa D'Arno, 16).

“E’ il primo convegno in Italia che si tiene sul rapporto tra malattia mentale e narrazione: quello che vogliamo indagare è come la malattia mentale venga restituita attraverso le parole degli autori e quindi in letteratura”, spiega Marina Riccucci (foto), professoressa di Letteratura italiana dell’Università di Pisa e curatrice dell’iniziativa.

La due giorni ospiterà scrittori come Paolo Milone (L’arte di legare le persone, Einaudi), Fuani Marino (Svegliami a mezzanotte, Einaudi), il saggista Stefano Redaelli (autore di Beati gli inquieti), Isabella Tobino, nipote dello scrittore Mario Tobino e Presidente della Fondazione Tobino, l’attrice Livia Castellana, nonché studiosi ed accademici come Giulio Ferroni, Valeria Paola Babini, Anna Segre. Sono inoltre previsti momenti ‘teatrali’ dedicati all’opera di Tobino e una intervista in differita ad Ascanio Celestini, che proprio alla follia ha dedicato lo spettacolo teatrale La pecora nera, di recente diventato un film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Nel Novellino il riferimento alla malattia mentale è di sole poche righe: per la prima attestazione letteraria vera e propria infatti bisogna aspettare il 1589, anno in cui Tommaso Garzoni pubblicò L'Hospidale de' pazzi incurabili, descrizione di un manicomio nelle cui celle sono rinchiusi i rappresentanti, antichi e contemporanei, delle più diverse forme di follia – continua Riccucci – da quel momento, c’è una lunga pausa di silenzio, fino al 1953, anno in cui Mario Tobino pubblica il suo Libere donne di Magliano. Si tratta di un tema e di un ambito di ricerca che ha bisogno di studi e indagini: il Convegno Le parole per dirlo vuole essere il punto di partenza”.

Il Convegno Le parole per dirlo è promosso dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, dalla Fondazione Mario Tobino e ha il patrocinio del Comune di Lucca, dell’Azienda USL Toscana nord ovest, del network Mente in rete e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Venerdì 10 febbraio, al Centro Congressi "Le Benedettine", in piazza S. Paolo a Ripa D’Arno, si terrà l’incontro "Starting@UNIPI: la ricerca inizia da Pisa", dedicato al bando ERC-Starting Grant. La giornata fornirà una descrizione dei vari elementi che costituiscono il percorso di una proposta progettuale, dalla sua presentazione alla valutazione. Nell’occasione sarà presentata “Starting@UNIPI”, la nuova iniziativa dell’Università di Pisa a sostegno di giovani ricercatori che vogliono presentare una proposta per il bando ERC-Starting Grant 2024.

La giornata, con inizio alle 9.30, è articolata in diverse sessioni: dopo i saluti istituzionali del rettore Riccardo Zucchi e del prorettore vicario Giuseppe Iannaccone, saranno illustrati i servizi di supporto alla ricerca dell’Ateneo con interventi di Michele Padrone, Martina Calamusa e Francesca Ceron; a seguire i professori Lisandro Benedetti-Cecchi e Benedetta Mennucci parleranno del processo di valutazione a cui sono sottoposti i progetti.

Dopo la pausa pranzo, i lavori riprenderanno alle 13.30 con i racconti di alcuni dei vincitori degli scorsi anni: Paola Binda e Alessandro Vichi dell’Università di Pisa e Anna Maria Stagno dell’Università di Genova. Alle 16 è previsto il momento di presentazione del bando “Starting@UNIPI” con i professori Benedetta Mennucci, prorettrice per la promozione della ricerca, Vittoria Raffa, delegata per la promozione della ricerca nel settore delle scienze della vita, e Federico Cantini, delegato per la promozione della ricerca nel settore delle scienze sociali e umanistiche.

Per esigenze logistico-organizzative si richiede di registrare la propria partecipazione, compilando il form disponibile sula pagina dell’Università di Pisa dedicata all’evento.

 

La professoressa Alessandra Veronese (foto) dell’Università di Pisa è stata nominata coordinatrice di un gruppo di lavoro per elaborare percorsi storico-educativi volti alla conoscenza e alla diffusione della cultura ebraica nelle scuole. L’incarico le è stato conferito dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

“Sarà un lavoro di confronto di idee ed esperienze tra esperti e figure professionali provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado – spiega Veronese - Forniremo materiali di facile fruizione affinché la storia e la cultura degli ebrei venga raccontata nelle scuole, considerando questa minoranza, non solo come un popolo-vittima della Shoah, o un corpo estraneo al nostro paese, ma come parte integrante della storia e cultura della nostra penisola. Per troppo tempo è venuto meno l’approfondimento nelle scuole dell’ebraismo che è patrimonio nazionale, una lacuna che finalmente verrà colmata".

La professoressa Veronese è associata di Storia Medievale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Direttore del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici "Michele Luzzati". Insieme a lei sono stati nominati nel gruppo: Mauro Antonelli (Capo della Segreteria Tecnica - Ministero dell’Istruzione e del Merito); Andrea Bruscino (Docente di Materie Letterarie - I.I.S.S. “Ferraris -Brunelleschi” – Empoli); Piero Capelli(Professore Ordinario di Ebraico - Università “Ca’ Foscari” – Venezia); Sondra Cerrai (Docente di Storia e Filosofia - Liceo Scientifico “Pesenti” – Pontedera); Serena Di Nepi (Professore Associato di Storia Moderna - Università di Roma “Sapienza”); Anna Di Segni Coen (già Insegnante e Dirigente scolastico - Comunità Ebraiche Italiane – Roma); Anita Monica Leonetti (Docente di Religione - Istituto comprensivo “G. Bartolena” – Livorno); Gadi Luzzatto Voghera (Direttore della Fondazione Centro di Documentazione ebraica contemporanea – Milano); Germano Maifreda (Professore Ordinario di Storia Economica - Università degli studi di Milano “La Statale”); Teodosio Orlando (Docente di Storia e Filosofia - Liceo Classico Statale “Dante Alighieri” – Roma); Livia Ottolenghi (Assessore alle politiche educative - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – Roma).

Come specificato dal decreto di nomina ai componenti del gruppo non spetta alcun compenso, indennità o gettone di presenza.

alessandra_veronese.JPGLa professoressa Alessandra Veronese (foto) dell’Università di Pisa è stata nominata coordinatrice di un gruppo di lavoro per elaborare percorsi storico-educativi volti alla conoscenza e alla diffusione della cultura ebraica nelle scuole. L’incarico le è stato conferito dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

“Sarà un lavoro di confronto di idee ed esperienze tra esperti e figure professionali provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado – spiega Veronese - Forniremo materiali di facile fruizione affinché la storia e la cultura degli ebrei venga raccontata nelle scuole, considerando questa minoranza, non solo come un popolo-vittima della Shoah, o un corpo estraneo al nostro paese, ma come parte integrante della storia e cultura della nostra penisola. Per troppo tempo è venuto meno l’approfondimento nelle scuole dell’ebraismo che è patrimonio nazionale, una lacuna che finalmente verrà colmata".

La professoressa Veronese è associata di Storia Medievale del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Direttore del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici "Michele Luzzati". Insieme a lei sono stati nominati nel gruppo: Mauro Antonelli (Capo della Segreteria Tecnica - Ministero dell’Istruzione e del Merito); Andrea Bruscino (Docente di Materie Letterarie - I.I.S.S. “Ferraris -Brunelleschi” – Empoli); Piero Capelli(Professore Ordinario di Ebraico - Università “Ca’ Foscari” – Venezia); Sondra Cerrai (Docente di Storia e Filosofia - Liceo Scientifico “Pesenti” – Pontedera); Serena Di Nepi (Professore Associato di Storia Moderna - Università di Roma “Sapienza”); Anna Di Segni Coen (già Insegnante e Dirigente scolastico - Comunità Ebraiche Italiane – Roma); Anita Monica Leonetti (Docente di Religione - Istituto comprensivo “G. Bartolena” – Livorno); Gadi Luzzatto Voghera (Direttore della Fondazione Centro di Documentazione ebraica contemporanea – Milano); Germano Maifreda (Professore Ordinario di Storia Economica - Università degli studi di Milano “La Statale”); Teodosio Orlando (Docente di Storia e Filosofia - Liceo Classico Statale “Dante Alighieri” – Roma); Livia Ottolenghi (Assessore alle politiche educative - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – Roma).

Come specificato dal decreto di nomina ai componenti del gruppo non spetta alcun compenso, indennità o gettone di presenza.

Uomo e giovane è l’identikit del consumatore più propenso ad accogliere gli insetti edibili nella propria dieta. La notizia arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Plos One e realizzato dalle Università di Pisa, Parma, Ghent in Belgio, Cornell negli Stati Uniti e Nanjing in Cina. La ricerca è stata condotta attraverso un sondaggio realizzato a febbraio e marzo 2022 su un campione  di circa 3000 persone dislocate in cinque diversi paesi (Belgio, Cina, Italia, Messico e Stati Uniti) con vari livelli di cultura gastronomica legata al consumo di insetti.

“Si tratta del primo studio che mette a paragone più paesi in continenti diversi - spiega Simone Mancini (foto), ricercatore del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa – stiamo utilizzando i dati raccolti per ricerche e pubblicazioni ancora in corso, si tratta di materiale molto utile per chiunque si occupi di marketing in questo settore”.

Dai risultati del sondaggio è emerso che il genere è il fattore principale che influenza il livello di accettazione, con il maggiore di rifiuto in Italia (circa 85% donne e 75% uomini) e il minore in paesi come Messico (circa 46% donne e 15% uomini) e Cina (circa 62% donne e 50% uomini) dove l’entomofagia è culturalmente più accettata. Nei paesi poi dove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è minore, ovvero Italia e Belgio, l’età più giovane è un fattore che predispone positivamente al consumo. Considerando infine tutti i cinque paesi, l'accettazione degli insetti trasformati, ad esempio nelle farine, è risultata sempre maggiore rispetto a quelli interi.

“La maggiore propensione al consumo nella fascia di popolazione tra i 18 e i 41 anni rispetto agli over 42 potrebbe essere spiegata dalla curiosità dei più giovani verso il novel food e da una maggiore sensibilità rispetto ai temi legati alla sostenibilità alimentare – dice Mancini – in generale, per quanto riguarda il nostro paese, i risultati in parte confermano che gli italiani sono meno pronti a inserire questi novel food nella loro dieta, ma denota anche come altri paesi europei o occidentali abbiano già superato queste barriere e siano pronti a buttarsi sul mercato”.

Per l’Università di Pisa ha partecipato allo studio insieme a Simone Mancini anche la professoressa Roberta Moruzzo del Dipartimento di Scienze Veterinarie.


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