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mario innocenti copyIn occasione del suo pensionamento, il professor Mario Innocenti, a lungo docente di controlli automatici nel Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, ha tenuto nell’aula magna della Scuola di Ingegneria una lectio magistralis in cui ha ripercorso la storia della formazione del gruppo di ricerca su robotica, veicoli e controlli, oggi tra le eccellenze a livello nazionale e internazionale, e all’istituzione della prima laurea specialistica in robotica ed automazione dell’ateneo pisano.

Laureato nel 1978 in Ingegneria aeronautica presso l’Università di Pisa, il professor Innocenti ha conseguito il dottorato presso la School of Aeronautics and Astronautics della Purdue University, West Lafayette, Indiana nel 1982. Dal 1982 al 1992 è stato professore presso il Dipartimento di Ingegneria aerospaziale della Auburn University, Alabama. Nel 1993 è rientrato a Pisa come professore associato in sistemi e controlli automatici, divenendo professore ordinario nel gennaio 2000.

“Proprio in quegli anni – racconta Mario Innocenti – vennero istituite le lauree specialistiche con il 3+2. Le nuove linee ministeriali riconoscevano l'ingegneria robotica e dell’automazione come disciplina autonoma, in cui, data la grande interdisciplinarità della materia, potevano confluire diverse competenze da ingegneria informatica, elettrica e meccanica. Il gruppo di ricerca, formatosi attorno ad Aldo Balestrino, vedeva infatti ricercatori provenienti da background culturali diversi, cosa che garantiva un grande fermento culturale e ampia libertà di ricerca”.

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Il direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione Andrea Caiti e il professor Mario Innocenti.

Grazie all’impulso dato dal gruppo, allora formato, oltre che da Innocenti e Balestrino, anche dai più giovani colleghi Antonio Bicchi, Andrea Caiti e Alberto Landi, ha preso il via nel 2002 la prima laurea specialistica a Pisa in Ingegneria dell’Automazione, poi diventata nel 2007 laurea magistrale in Ingegneria robotica e dell'Automazione, di cui Innocenti è stato il primo presidente di corso di studio. Parallelamente, è stato anche presidente del dottorato in Robotica, Automatica e Bioingegneria dal 2000 al 2008. In questo contesto è stato tutore di 20 dottorati e relatore di più di 110 tesi di laurea.

“Quella in robotica e automazione – prosegue Innocenti – era allora la prima laurea magistrale in Italia che non aveva alle spalle un percorso di studi triennale. La scommessa era far confluire assieme studenti provenienti da diversi corsi di laurea, per formare figure realmente interdisciplinari, un approccio che la ricerca in robotica e automatica richiede. Il corso ha avuto un grande successo, e ora siamo a circa cento studenti l’anno. Molti dei nostri ex studenti lavorano in istituzioni pubbliche e private prestigiose in Europa e USA, andando a rafforzare una rete di ricercatori che collaborano e condividono conoscenze”.

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Dal 2014 Innocenti è tornato alla ricerca in ambito aerospaziale, avviando diverse collaborazioni con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Nell’ambito del corso di laurea magistrale in Robotica e Automazione ha dato impulso all’istituzione di un nuovo insegnamento di Robotica aerospaziale. La ricerca sui veicoli spaziali arricchisce ulteriormente la proposta scientifico-didattica in sistemi robotici e fortemente automatizzati che vede il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione tra i punti di riferimento a livello internazionale.

Bravi in campo il lunedì e poi sempre meno sino al venerdì. Una nuova dimostrazione dell’importanza del sonno in termini di prestazioni fisiche e cognitive arriva da una ricerca dell’Università di Pisa pubblicata sul Journal of Biological Rhythms. I ricercatori del Sonnolab del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia hanno studiato un campione di 93 studenti tra i 13 e i 17 anni, atleti di società sportive di pallacanestro della provincia di Pisa (ASD Polisportiva Nicosia, GMV Ghezzano, Dream Basket). L’obiettivo era di valutare gli effetti della mancanza di sonno cronica e del Social Jetlag (cioè il disallineamento tra gli orari preferiti di sonno, definiti su base biologica, e quelli effettivi dovuti ad impegni sociali come il dover andare a scuola) sull’apprendimento motorio e le prestazioni fisiche e cognitive degli adolescenti.

“Nell’uomo, così come in altri animali, la transizione dall’infanzia all’adolescenza si accompagna ad uno spostamento in avanti degli orari del sonno, ma questo può entrare in conflitto con la necessità di svegliarsi presto per esempio per andare a scuola – dice Simone Bruno dottorando in Scienze Cliniche e Traslazionali dell’Ateneo pisano – e così il Social Jetlag e la privazione di sonno cronica possono avere conseguenze negative su vari aspetti della fisiologia dei più giovani, come il rendimento scolastico e sportivo e l’apprendimento di nuove competenze”.

La sperimentazione ha previsto che i ragazzi eseguissero sessioni multiple da 10 tiri liberi sia durante le vacanza estive, sia mentre andavano a scuola: nel complesso sono stati raccolti i risultati di quasi 8.000 tiri liberi. Da quanto è emerso, le conseguenze del debito di sonno non sarebbero uguali per tutti: ad accusarne maggiormente gli effetti sono infatti i cosiddetti “gufi”, cioè coloro che hanno un cronotipo serotino e quindi una tendenza spiccata ad andare a letto tardi.

“Il risultato – conclude il professore Ugo Faraguna del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa e direttore del Sonnolab - supporta l’idea che gli orari della scuola non corrispondano alla biologia del ritmo del sonno degli studenti e che posticipare l’orario di inizio delle lezioni potrebbe garantire loro numerosi benefici non solo limitati all’ambito sportivo".

Il gruppo di ricerca che ha realizzato lo studio, interamente dell’Università di Pisa, è composto da Simone Bruno, Davide Benedetti, Andrea Bazzani, Francesca Ferri, Iacopo Granieri, Francy Cruz Sanabria, Simona Fiori, Paola d'Ascanio, Paolo Frumento e Ugo Faraguna.

Venerdì, 27 Gennaio 2023 10:48

Sonno e performance sportiva negli adolescenti

Bravi in campo il lunedì e poi sempre meno sino al venerdì. Una nuova dimostrazione dell’importanza del sonno in termini di prestazioni fisiche e cognitive arriva da una ricerca dell’Università di Pisa pubblicata sul Journal of Biological Rhythms. I ricercatori del Sonnolab del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia hanno studiato un campione di 93 studenti tra i 13 e i 17 anni, atleti di società sportive di pallacanestro della provincia di Pisa (ASD Polisportiva Nicosia, GMV Ghezzano, Dream Basket). L’obiettivo era di valutare gli effetti della mancanza di sonno cronica e del Social Jetlag (cioè il disallineamento tra gli orari preferiti di sonno, definiti su base biologica, e quelli effettivi dovuti ad impegni sociali come il dover andare a scuola) sull’apprendimento motorio e le prestazioni fisiche e cognitive degli adolescenti.

“Nell’uomo, così come in altri animali, la transizione dall’infanzia all’adolescenza si accompagna ad uno spostamento in avanti degli orari del sonno, ma questo può entrare in conflitto con la necessità di svegliarsi presto per esempio per andare a scuola – dice Simone Bruno dottorando in Scienze Cliniche e Traslazionali dell’Ateneo pisano – e così il Social Jetlag e la privazione di sonno cronica possono avere conseguenze negative su vari aspetti della fisiologia dei più giovani, come il rendimento scolastico e sportivo e l’apprendimento di nuove competenze”.

 

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La sperimentazione ha previsto che i ragazzi eseguissero sessioni multiple da 10 tiri liberi sia durante le vacanza estive, sia mentre andavano a scuola: nel complesso sono stati raccolti i risultati di quasi 8.000 tiri liberi. Da quanto è emerso, le conseguenze del debito di sonno non sarebbero uguali per tutti: ad accusarne maggiormente gli effetti sono infatti i cosiddetti “gufi”, cioè coloro che hanno un cronotipo serotino e quindi una tendenza spiccata ad andare a letto tardi.

“Il risultato – conclude il professore Ugo Faraguna del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa e direttore del Sonnolab - supporta l’idea che gli orari della scuola non corrispondano alla biologia del ritmo del sonno degli studenti e che posticipare l’orario di inizio delle lezioni potrebbe garantire loro numerosi benefici non solo limitati all’ambito sportivo".

Il gruppo di ricerca che ha realizzato lo studio, interamente dell’Università di Pisa, è composto da Simone Bruno, Davide Benedetti, Andrea Bazzani, Francesca Ferri, Iacopo Granieri, Francy Cruz Sanabria, Simona Fiori, Paola d'Ascanio, Paolo Frumento e Ugo Faraguna.

Secondo una statistica della LIPU ogni anno, in Italia, sono circa 15 milioni gli uccelli che muoiono in collisioni contro i vetri. Una strage a cui l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa ha voluto porre rimedio rinnovando il look delle sue serre maggiori. Da oggi, infatti, la “serra delle succulente” e quella “tropicale” hanno delle nuove vetrate a “pois”, che aiuteranno l’istituzione a tutelare le circa 50 specie di uccelli che qui trovano condizioni ecologiche favorevoli per tutto l’anno, grazie all’ampia disponibilità di cibo, come frutti, semi, insetti e altri piccoli invertebrati.

“L’Orto e Museo Botanico, oltre alle piante in coltivazione per scopi scientifici e didattici, rappresenta una piccola oasi verde di biodiversità spontanea, anche animale, nel cuore del tessuto cittadino – commenta Lorenzo Peruzzi, Direttore dell’Orto e Museo Botanico – È nostro dovere tutelarla e sono pertanto molto orgoglioso e soddisfatto di questa iniziativa, in grado di rendere meno impattanti per l’ambiente le nostre serre”.

“Il problema delle collisioni mortali tra uccelli e vetri è noto da tempo e si deve al fatto che gli uccelli in volo non sono in grado di riconoscere la presenza di un eventuale ostacolo trasparente, sia che rifletta il cielo o permetta di vedere quello che c'è dietro – spiega Leonardo Cocchi, naturalista e Vice Curatore dell’Orto Botanico – Per questo, basandoci sui più moderni studi mirati proprio alla prevenzione di questi impatti, abbiamo deciso di marcare l’intera superficie delle vetrate mediante l'applicazione di un reticolo a maglia regolare di dischi adesivi. La loro presenza sulle serre permetterà agli uccelli di percepire l'ostacolo in tempo e di poter così cambiare direzione”.

“Questa soluzione è stata progettata di concerto con la Direzione Edilizia dell’Ateneo – conclude Cocchi – Test sperimentali hanno, infatti, dimostrato che i reticoli punteggiati sono più efficaci delle silhouette adesive degli uccelli rapaci, che vengono spesso utilizzate, ma che non impediscono le collisioni tra una sagoma e l’altra”.

Fondato 480 anni fa dal naturalista, medico e botanico Luca Ghini (1490–1556), quello pisano è il primo orto botanico universitario del mondo. È un’istituzione rivolta e finalizzata alla ricerca, didattica, divulgazione e conservazione in ambito botanico. La popolazione degli uccelli cambia nell’arco dell’anno, comprendendo specie residenti, svernanti o presenti solo durante la migrazione primaverile e autunnale. Di seguito dieci specie meritevoli di essere ricordate per vari aspetti, quali la grande dimensione (Airone cenerino Ardea cinerea), le vocalizzazioni peculiari (Assiolo Otus scops, Picchio verde Picus viridis), il canto prolungato (Capinera Sylvia atricapilla, Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus), la colorazione vistosa (Upupa Upupa epops, Cinciarella Cyanistes caeruleus, Cardellino Carduelis carduelis), l’elusività (Codibugnolo Aegithalos caudatus, Fiorrancino Regulus ignicapilla).

27 aprile 2023
Organizzatrice: Francesca Anichini

Giovedì 27 aprile, in occasione della Giornata della Solidarietà, avrà luogo il percorso destinato agli studenti delle scuole superiori dal titolo "La materia e la (contro) narrazione delle migrazioni contemporanee a Lampedusa".

Il percorso si svolgerà nella Chiesa di Sant'Eufrasia, in Via dei Mille, in uso all'Università di Pisa e sede di una delle sale studio della biblioteca di Antichistica, e sarà diviso in due momenti.

In un primo momento i ricercatori del Laboratorio MAPPA (Metodologie digitali APPlicate all’Archeologia - Francesca Anichini, Maria Letizia Gualandi), del Laboratorio Multimediale (Nicola Trabucco) e delle cattedre di Metodologia della Ricerca Archeologica (Gabriele Gattiglia) e Antropologia Culturale (Caterina Di Pasquale) del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa racconteranno il progetto di documentazione archeo-antropologica delle tracce materiali delle migrazioni contemporanee a Lampedusa, attraverso la serie di clip video “Loading ISOLA”, realizzata dagli studenti Unipi, e un laboratorio pratico sugli oggetti raccolti sull’isola.

La seconda parte del percorso consisterà in un incontro-lettura teatrale “Quel mattino a Lampedusa” con Vito Fiorino, il primo soccorritore che dette l’allarme e utilizzò la propria imbarcazione per salvare le persone in mare durante il terribile naufragio che avvenne davanti alle coste lampedusane il 3 ottobre 2013.

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Secondo una statistica della LIPU ogni anno, in Italia, sono circa 15 milioni gli uccelli che muoiono in collisioni contro i vetri. Una strage a cui l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa ha voluto porre rimedio rinnovando il look delle sue serre maggiori. Da oggi, infatti, la “serra delle succulente” e quella “tropicale” hanno delle nuove vetrate a “pois”, che aiuteranno l’istituzione a tutelare le circa 50 specie di uccelli che qui trovano condizioni ecologiche favorevoli per tutto l’anno, grazie all’ampia disponibilità di cibo, come frutti, semi, insetti e altri piccoli invertebrati.

“L’Orto e Museo Botanico, oltre alle piante in coltivazione per scopi scientifici e didattici, rappresenta una piccola oasi verde di biodiversità spontanea, anche animale, nel cuore del tessuto cittadino – commenta Lorenzo Peruzzi, Direttore dell’Orto e Museo Botanico – È nostro dovere tutelarla e sono pertanto molto orgoglioso e soddisfatto di questa iniziativa, in grado di rendere meno impattanti per l’ambiente le nostre serre”.

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“Il problema delle collisioni mortali tra uccelli e vetri è noto da tempo e si deve al fatto che gli uccelli in volo non sono in grado di riconoscere la presenza di un eventuale ostacolo trasparente, sia che rifletta il cielo o permetta di vedere quello che c'è dietro – spiega Leonardo Cocchi, naturalista e Vice Curatore dell’Orto Botanico – Per questo, basandoci sui più moderni studi mirati proprio alla prevenzione di questi impatti, abbiamo deciso di marcare l’intera superficie delle vetrate mediante l'applicazione di un reticolo a maglia regolare di dischi adesivi. La loro presenza sulle serre permetterà agli uccelli di percepire l'ostacolo in tempo e di poter così cambiare direzione”.

“Questa soluzione è stata progettata di concerto con la Direzione Edilizia dell’Ateneo – conclude Cocchi – Test sperimentali hanno, infatti, dimostrato che i reticoli punteggiati sono più efficaci delle silhouette adesive degli uccelli rapaci, che vengono spesso utilizzate, ma che non impediscono le collisioni tra una sagoma e l’altra”.

Fondato 480 anni fa dal naturalista, medico e botanico Luca Ghini (1490–1556), quello pisano è il primo orto botanico universitario del mondo. È un’istituzione rivolta e finalizzata alla ricerca, didattica, divulgazione e conservazione in ambito botanico. La popolazione degli uccelli cambia nell’arco dell’anno, comprendendo specie residenti, svernanti o presenti solo durante la migrazione primaverile e autunnale. Di seguito dieci specie meritevoli di essere ricordate per vari aspetti, quali la grande dimensione (Airone cenerino Ardea cinerea), le vocalizzazioni peculiari (Assiolo Otus scops, Picchio verde Picus viridis), il canto prolungato (Capinera Sylvia atricapilla, Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus), la colorazione vistosa (Upupa Upupa epops, Cinciarella Cyanistes caeruleus, Cardellino Carduelis carduelis), l’elusività (Codibugnolo Aegithalos caudatus, Fiorrancino Regulus ignicapilla).

Fabrizio FranceschiniNel 1963 The New Yorker pubblicava le corrispondenze di Hannah Arendt, poi raccolte nel volume Eichmann in Jerusalem. A Report on the Banality of Evil (1963,1964). La banalità del male, nell’edizione italiana pubblicata da Feltrinelli, fu allora un titolo e un libro provocatorio e insieme illuminante; il libro resta illuminante ma la formula rischia oggi di essere consunta.

Sessant’anni dopo i reportages di Harendt dal processo Eichmann in Gerusalemme, Liliana Segre ci parla della noia della memoria: «Le iniziative che possono venire da una vecchia come me a volte sono noiose… basta con questi ebrei, che cosa noiosa». Qual è la parola che Liliana ha voluto campeggiasse al memoriale del Binario 21, che sta sotto la “normale” stazione di Milano? INDIFFERENZA. E cosa ha chiesto per anni al comune di Milano? Un tram della linea 9 dedicato alla Memoria, con sulla fiancata la scritta «27 gennaio – Giorgio della Memoria» e «Memoriale della Shoah – Binario 21 – Stazione centrale».

Forse Liliana è una vecchia noiosa…? Il fatto è un altro. La noia della memoria e l’indifferenza di tutti i giorni devono essere scosse non ogni 27 gennaio, ma tutti i giorni. È l’antica lezione del popolo ebraico, del suo monito-preghiera שְׁמַע Shemà ‘ascolta’.

Le parole di Dio riferite da Mosè al popolo ebraico – nel Deuteronomio o in ebraico דברים devarim ‘parole’ – dicono anzitutto la verità fondamentale: «Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno». Ma non basta che il grande profeta, il salvatore e la guida del popolo ebraico le proclami in una circostanza eccezionale… Perciò in questo e in altri passi biblici si aggiunge:

queste parole che io (Dio per voce di Mosè) ti comando oggi sul tuo cuore, le ripeterai ai tuoi figli, e ne parlerai con loro stando nella tua casa, camminando per la via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Le legherai per segno sul tuo braccio e saranno come frontali tra i tuoi occhi, e le scriverai sugli stipiti delle tue case e delle porte delle città (Deut. 6, 6-9).

Non basta che ieri Primo Levi, la livornese Frida Misul, la pisana Liana Millul… e oggi, per nostra fortuna, Liliana Segre ci raccontino la delazione e l’arresto, il trasporto e il terrificante arrivo, il lavoro bestiale e la fame, la camera a gas e il crematorio, lo sterminio di ebree ed ebrei ma anche di rom, omosessuali, comunisti, preti cattolici e pastori protestanti. Non basta che gli scampati dal Lager lancino gli imperativi Considerate se questo è un uomo, Considerate se questa è una donna, Meditate che questo è stato, e dunque la Shoah e altri crimini contro l’umanità possono ripetersi (e infatti davanti ai nostri occhi si ripetono, in Ucraina e in diverse parti del mondo, mentre il rischio atomico torna attuale). Primo Levi sente già allora (1946-47, 1958) il bisogno di ripetere letteralmente, in apertura di Se questo è un uomo, la preghiera ebraica Shemà:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

È dunque un impegno non di uno e di una giornata, ma di ognuno e di tutti i giorni.

Presso la nostra città, a San Rossore, furono firmati i regi decreti 5 settembre 1938 Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista e 7 settembre 1938 Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri. Al Rettore che aveva preparato le liste di espulsione non è più dedicata una strada di Pisa; a norma di Proverbi 10,7 ora si chiamerà via Giusti tra le Nazioni. I docenti ebrei cacciati furono 20, oltre il 5% dell’intero corpo accademico (dati raccolti e pubblicati da F. Pelini e I. Pavan). Tra essi Enrica Calabresi, di cui una strada ricorda il nome, e Ciro Ravenna al quale è dedicata l’aula magna di Agraria, ove fu Preside. Il 27 gennaio uno spazio cittadino sarà dedicato a Raffaello Menasci, libero docente di patologia speciale medica dimostrativa, e presentando un libro di Vera Paggi ricorderemo Bruno Paggi, aiuto primario di patologia chirurgica. A ognuno di quei docenti ebrei cacciati dovremmo dedicare uno speciale segno nell’università e nella città.

Per tutti vale la denominazione del Polo didattico di via Risorgimento, Polo della Memoria San Rossore 1938. Qui abbiamo conferito una laurea honoris causa in Scienze della Pace a Liliana Segre. Qui interventi artistici ricorderanno non solo i docenti espulsi ma tutti i membri della Comunità ebraica pisana di allora. Qui in forme tecnologicamente avanzate ed emotivamente coinvolgenti si dovrà far memoria degli studenti ebrei stranieri, cacciati verso un destino di disperazione e di morte: 290 (250 ragazzi e 40 ragazze) nelle stime ufficiali del gennaio-febbraio 1938, ma il numero dovette essere ancor maggiore.

Si potrebbe dire che per noi questo corrisponde alle parole scolpite sugli stipiti delle porte secondo lo Shemà, al tram con quella scritta richiesto da Liliana Segre. Ma ciò non può bastare. Siamo sicuri, come docenti, di aver scolpito nel nostro cuore la memoria della Shoah e di saperla riproporre? Tale obbligo del ricordo tocca trasversalmente i diversi campi disciplinari oppure, anche per noi, qualche volta, «questi ebrei, che cosa noiosa»? E c’è l’altro lato della questione, che continuiamo a sottovalutare. Gli studenti e studentesse delle scuole e dell’Università, quali tracce registrano nei discorsi, nelle chat, nelle menti e nei cuori, rispetto ai nostri interventi del 27 gennaio o alla dedica di strade e luoghi alle vittime del razzismo e della Shoah? Per onorare gli impegni presi dalle Università, nella Cerimonia del ricordo e delle scuse del 20 settembre 2018, dovremmo cercare con più impegno la risposta a queste domande.

La presentazione al mondo universitario e alla città degli interventi di qualificazione del Polo della Memoria San Rossore 1938 potrebbe essere l’occasione per riparlarne.

 

Fabrizio Franceschini

In Italia, al contrario di quanto accade in gran parte d’Europa, l'educazione alla sessualità e all’affettività non è una materia obbligatoria a scuola. A cercare di colmare questa lacuna c’è il progetto EduForIST3.0, coordinato scientificamente dall’Università di Pisa e finanziato dal Ministero della Salute tramite la Regione Toscana. EduForIST, appena entrato nella nuova fase che coprirà il biennio 2023-24, ha l’obiettivo di promuovere un modello efficace per l'introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nei curriculum scolastici delle medie e delle superiori. La dottoressa Lara Tavoschi (foto), docente di Igiene generale dell’Ateneo pisano coordinerà nove partner tra università, servizi sanitari regionali, Istituto Superiore di Sanità e associazioni del terzo settore.

“Le scuole dove si svolgeranno le attività sono circa dieci per ciascuna delle sei regioni coinvolte: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia – spiega Lara Tavoschi - In particolare, per la Toscana gli istituti compresi nel progetto si trovano a Lucca, Firenze e Livorno dove saranno coinvolte anche varie associazioni del terzo settore”.

In pratica, il progetto prevede una serie di incontri con studenti e studentesse, docenti e famiglie. L’obiettivo è di prevenire le conseguenze negative legate alla sessualità, come le infezioni sessualmente trasmissibili o le gravidanze non desiderate, senza però tralasciare aspetti fondamentali quali la gestione delle emozioni e le relazioni affettive, il rapporto con il proprio corpo, il piacere, l'uguaglianza di genere e il rispetto. Oltre ad una parte frontale, le ragazze e i ragazzi saranno coinvolti in attività e giochi su temi quali il consenso o per acquisire un approccio consapevole nei confronti degli stereotipi di genere.

“Il gruppo di lavoro in campo è interdisciplinare e composto da esperti di salute pubblica, ma anche pedagogisti, virologi, sessuologi, pediatri e psicologi – continua Tavoschi – seguiamo un approccio basato sulle linee guida internazionali della Comprehensive Sexuality Education, in italiano educazione comprensiva o estensiva alla sessualità, che si caratterizza per essere di ampio respiro, multidisciplinare e multisettoriale, comprensivo non solamente dell'aspetto medico, ma anche della crescita emotiva”.

La nuova fase di EduForIST prosegue e amplia quanto già fatto in precedenza, sempre con il coordinamento dell’Università di Pisa e il finanziamento del Ministero della Salute. Nel biennio 2020-22 il gruppo di ricerca aveva infatti lavorato per individuare le migliori pratiche in materia di educazione alla sessualità e all’affettività e per mappare le attività in questo ambito portate avanti nelle scuole italiane.

“I dati dimostrano che l'educazione alla sessualità svolta a scuola non viene erogata in modo sistematico ed equo in tutta Italia – conclude Tavoschi - in alcuni casi gli interventi adottano un approccio globale, mentre nella maggior parte dei casi si concentrano sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse. È necessario quindi intervenire su più ampia scala per fornire ai giovani un'educazione alla salute e al benessere sessuale e riproduttivo che sia adeguata all'età e alle caratteristiche di ragazze e ragazzi”.

L’elenco dei partner di EduForIST (Sviluppo di strumenti tecnici e pratici per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle IST nel contesto scolastico) comprende: Istituto Superiore di Sanità, Università di Pisa, Sapienza Università̀ di Roma, Università̀ degli Studi di Foggia, Università̀ degli Studi di Verona, Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Caritas Italiana, Anlaids-Associazione Nazionale per la Lotta all’AIDS, CICA-Coordinamento Italiano Case alloggio HIV/AIDS, CNCA-Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, CRI-Croce Rossa Italiana, LILA-Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS. In questa nuova fase si sono inoltre aggiunti nuovi partner quali: Agenzia Regionale Sanità Toscana; Regione Lombardia DG Welfare UO Prevenzione; Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina; Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord.

È la professoressa Lucia Pallottino la nuova direttrice del Centro di ricerca "E. Piaggio" dell’Università di Pisa. Associata di Automatica presso lo stesso Centro e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, la professoressa ha ricevuto la nomina dal rettore Riccardo Zucchi: "È per me un onore avere avuto dal rettore l’incarico di dirigere il Centro Piaggio – commenta Pallottino – un centro che negli anni è cresciuto dando spazio a molti giovani ricercatori nel settore della robotica e della bioingegneria, che hanno sviluppato idee e tecnologie innovative ottenendo riconoscimenti internazionali e ottenendo finanziamenti per progetti di ricerca di livello europeo". Il nuovo vicedirettore è il professor Enzo Pasquale Scilingo, ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica.

Lucia Pallottino ha conseguito la laurea in Matematica nel 1998 e il dottorato di ricerca in Robotica e Automazione industriale nel gennaio 2002. È stata Visiting Scholar presso l’M.I.T. (2000-2001) e Visiting Researcher presso UCLA, (2004). È stata vicedirettrice del Centro di Ricerca "E. Piaggio" dal 2017 a fine 2022 e responsabile del CrossLab in Advanced Manufacturing dal 2018 al 2020.

È co-fondatrice delle start-up Proxima Robotics srl e X-Star Motion srl. È Senior Editor della IEEE Robotics and Automation Letters (dal 2020), Associate Editor della IEEE Transactions on Control of Network Systems (dal 2021), è stata Associate Editor della IEEE Robotics and Automation Letters (2017-2020) e della IEEE Transaction on Robotics (2014-2017). È Principal Investigator del progetto europeo DeCAIR Erasmus+, collaboratrice scientifica nel progetto europeo DARKO. È stata Principal Investigator del progetto europeo ILIAD e collaboratrice scientifica nel progetto europeo WALK-MAN.

I suoi principali interessi di ricerca nell'ambito della robotica riguardano la pianificazione e il controllo del moto dei robot, il controllo ottimo, il coordinamento di sistemi multi-robot, gli algoritmi distribuiti. Ha pubblicato più di 90 articoli su riviste e conferenze internazionali.

Tavoschi.JPGIn Italia, al contrario di quanto accade in gran parte d’Europa, l'educazione alla sessualità e all’affettività non è una materia obbligatoria a scuola. A cercare di colmare questa lacuna c’è il progetto EduForIST3.0, coordinato scientificamente dall’Università di Pisa e finanziato dal Ministero della Salute tramite la Regione Toscana. EduForIST, appena entrato nella nuova fase che coprirà il biennio 2023-24, ha l’obiettivo di promuovere un modello efficace per l'introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nei curriculum scolastici delle medie e delle superiori. La dottoressa Lara Tavoschi (foto), docente di Igiene generale dell’Ateneo pisano coordinerà nove partner tra università, servizi sanitari regionali, Istituto Superiore di Sanità e associazioni del terzo settore.

“Le scuole dove si svolgeranno le attività sono circa dieci per ciascuna delle sei regioni coinvolte: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia – spiega Lara Tavoschi - In particolare, per la Toscana gli istituti compresi nel progetto si trovano a Lucca, Firenze e Livorno dove saranno coinvolte anche varie associazioni del terzo settore”.

In pratica, il progetto prevede una serie di incontri con studenti e studentesse, docenti e famiglie. L’obiettivo è di prevenire le conseguenze negative legate alla sessualità, come le infezioni sessualmente trasmissibili o le gravidanze non desiderate, senza però tralasciare aspetti fondamentali quali la gestione delle emozioni e le relazioni affettive, il rapporto con il proprio corpo, il piacere, l'uguaglianza di genere e il rispetto. Oltre ad una parte frontale, le ragazze e i ragazzi saranno coinvolti in attività e giochi su temi quali il consenso o per acquisire un approccio consapevole nei confronti degli stereotipi di genere.

“Il gruppo di lavoro in campo è interdisciplinare e composto da esperti di salute pubblica, ma anche pedagogisti, virologi, sessuologi, pediatri e psicologi – continua Tavoschi – seguiamo un approccio basato sulle linee guida internazionali della Comprehensive Sexuality Education, in italiano educazione comprensiva o estensiva alla sessualità, che si caratterizza per essere di ampio respiro, multidisciplinare e multisettoriale, comprensivo non solamente dell'aspetto medico, ma anche della crescita emotiva”.

La nuova fase di EduForIST prosegue e amplia quanto già fatto in precedenza, sempre con il coordinamento dell’Università di Pisa e il finanziamento del Ministero della Salute. Nel biennio 2020-22 il gruppo di ricerca aveva infatti lavorato per individuare le migliori pratiche in materia di educazione alla sessualità e all’affettività e per mappare le attività in questo ambito portate avanti nelle scuole italiane.

“I dati dimostrano che l'educazione alla sessualità svolta a scuola non viene erogata in modo sistematico ed equo in tutta Italia – conclude Tavoschi - in alcuni casi gli interventi adottano un approccio globale, mentre nella maggior parte dei casi si concentrano sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse. È necessario quindi intervenire su più ampia scala per fornire ai giovani un'educazione alla salute e al benessere sessuale e riproduttivo che sia adeguata all'età e alle caratteristiche di ragazze e ragazzi”.

L’elenco dei partner di EduForIST (Sviluppo di strumenti tecnici e pratici per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle IST nel contesto scolastico) comprende: Istituto Superiore di Sanità, Università di Pisa, Sapienza Università̀ di Roma, Università̀ degli Studi di Foggia, Università̀ degli Studi di Verona, Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Caritas Italiana, Anlaids-Associazione Nazionale per la Lotta all’AIDS, CICA-Coordinamento Italiano Case alloggio HIV/AIDS, CNCA-Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, CRI-Croce Rossa Italiana, LILA-Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS. In questa nuova fase si sono inoltre aggiunti nuovi partner quali: Agenzia Regionale Sanità Toscana; Regione Lombardia DG Welfare UO Prevenzione; Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina; Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord.

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