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Giovedì 4 maggio, alle ore 11.00, nell’Aula Magna del Polo Fibonacci, oltre 200 studenti delle scuole superiori incontreranno Telmo Pievani, evoluzionista e ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche, per discutere del suo volume "Imperfezione: una Storia Naturale" (Raffaello Cortina Editore, 2019).

L’evento fa parte di Pianeta Galileo, iniziativa del Consiglio Regionale della Toscana cui partecipano le Università di Pisa, Firenze e Siena e che ogni anno offre alle scuole secondarie di secondo grado della Toscana occasioni di conoscenza e di approfondimento del sapere scientifico. In particolare l’iniziativa con Telmo Pievani fa parte del format "Primo incontro con la scienza”, che promuove la lettura di opere di divulgazione scientifica tra i ragazzi e le ragazze.

L’incontro all’Università di Pisa sarà introdotto e coordinato dai professori Gianna Del Corso e Sergio Giudici, organizzatori dell’evento e delegati del rettore presso il Comitato Tecnico Scientifico di Pianeta Galileo.

L’evento potrà essere seguito anche in streaming online all’indirizzo call.unipi.it/IncontroTelmoPievani.

I familiari della dottoressa Capovani, alla luce delle straordinarie manifestazioni di affetto registrate in questi giorni, al fine di consentire l’ordinato svolgimento delle esequie previste per il giorno 30 aprile presso la Sapienza ed il doveroso rispetto del luogo messo gentilmente a disposizione dall’Università di Pisa, che può consentire una capienza massima di 300 posti a sedere, si vedono nella necessità di precisare che la partecipazione potrà essere consentita ai soli familiari, colleghi e amici e chiedono che, nel rispetto di quello che sarebbe stato il volere di Barbara, non siano effettuate riprese audio e video all'interno del Palazzo. Ringraziamo tutti per l’eccezionale e commovente partecipazione al nostro dolore. Chi vorrà manifestare la sua vicinanza a Barbara e dedicarle un ricordo, potrà partecipare alla fiaccolata previsto per il prossimo 3 maggio.

La Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI-UNA ITALY), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e con il patrocinio dell’Agenzia Italiana per la Gioventù, organizza la nuova edizione dello “United Nations Youth Delegate Programme - Italy” (di seguito definito Programma). A tal fine saranno selezionati una giovane ed un giovane che ricopriranno il ruolo di UN Youth Delegate dell’Italia alle Nazioni Unite. L’incarico avrà durata annuale da settembre 2023 a settembre 2024.

Scadenza: 5 giugno 2023

Tutte le informazioni nel bando in allegato e sul sito.

Pisa - C’è un nuovo gioco da tavolo per spiegare ai bambini (e non solo) le sfide della sostenibilità. Si chiama Ecoesione e a idearlo sono stati i ricercatori dell’Università di Pisa che lo presenteranno a conclusione dell’omonimo progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente. L’appuntamento è il 5 maggio dalle 10 al Dipartimento di Economia e Management (Via Cosimo Ridolfi, 10); chi vuole, dalle 17 alle 19, potrà anche provare il gioco.

Alla giornata saranno presenti il professore Simone D’Alessandro dell’Università di Pisa, i veri autori del gioco Ecoesione, Tobia Teardo e gli altri ragazzi del Golem’s Lab ed Ennio Bilancini, esperto di gamification, direttore del GAME Science Research Center dell’IMT Lucca, insieme a rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni: Mara Cossu del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Laura Greco di A Sud, Alessio Di Addezio di Legambiente e Giulio Marcon di Fondazione Finanza Etica.

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La versione avanzata di Ecosione

“Abbiamo sviluppato due versioni del gioco, una semplificata e gratuita che sarà distribuita nelle scuole elementari e medie e una più avanzata destinata anche agli adulti che vogliamo realizzare a partire da una campagna di crowdfunding che lanceremo nelle prossime settimane”, dice Simone D’Alessandro referente del progetto.

La versione base di Ecoesione è un gioco di carte strategico con due mazzi, uno rappresenta le risorse esauribili come gas, carbone e petrolio, l’altro il tipo di società che si vuole costruire a partire da quelle stesse risorse: vince chi ne riduce il consumo o lo azzera. La logica della versione del gioco più avanzata è la stessa, solo che in questo caso c’è una plancia da tavolo e il ventaglio delle scelte strategiche è maggiore.
“La cosa interessante è che all'inizio le risorse sembrano infinite – continua D’Alessandro - poi invece, rapidamente, si esauriscono, il che è un po’ quello che stiamo vivendo: da una società che ha ottenuto il suo benessere grazie all’uso dei combustibili fossili dobbiamo in fretta trovare modi alternativi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

 

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Il professore D'Alessandro che sperimenta con il figlio la versione base del gioco

Il 5 maggio sarà infine anche l’occasione per presentare un altro risultato del progetto Ecoesione. Si tratta di un toolkit online che permette agli utenti di costruire ipotetiche politiche ambientali e sociali e testarne gli impatti. Su questa piattaforma è stato lanciato il concorso “Crea la tua Italia sostenibile”. Sulla base di indicatori sia sociali e che ambientali, una giuria di esperti ha selezionato i cinque migliori scenari che i partecipanti alla giornata del 5 maggio voteranno scegliendo quello più desiderabile per il nostro futuro. Il vincitore o la vincitrice riceverà in premio una scatola completa del gioco da tavola Ecoesione.

Mercoledì, 03 Maggio 2023 09:20

Quando i più forti sono anche i più cattivi

Elisa_Giuliani.JPGI successi economici delle aziende delle economie emergenti come Cina o India si legano spesso con la violazione dei diritti umani. E’ questo quanto emerge da uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su Business & Society, la rivista di punta dell’associazione internazionale per gli studi su impresa e società (IABS).

La ricerca ha riguardato 245 imprese provenienti da 8 paesi in via di sviluppo (Brasile, Cina, India, Malesia, Messico, Russia, Sudafrica e Tailandia) osservate dal 1992 al 2012. Il campione è composto da imprese leader che fanno parte del ranking Forbes Global 2000 come, ad esempio, la brasiliana Vale Corp, la cinese China Construction Bank, l’indiana Tata Motors o la Russa Gazprom.

“Abbiamo imparato che i cattivi nel mercato non sono necessariamente gli anelli più deboli, ma gli anelli più forti, quelli con le migliori performance economiche – commenta la professoressa Elisa Giuliani (foto) del Dipartimento di economia e management dell’Università di Pisa che ha coordinato lo studio – ma abbiamo anche verificato l’importanza delle norme nel regolare il comportamento di impresa: ridurre i cosiddetti governance gap dei governi è un passo fondamentale per disciplinare il mondo delle imprese e promuovere un capitalismo più responsabile”.

Dallo studio emerge che in media un raddoppio della prestazione economico finanziaria rispetto alle imprese globali dello stesso settore aumenta la probabilità di commettere abusi di circa il 25%. Gli abusi rilevati sono stati 366 di cui il 47% sono contro i lavoratori, 52% contro le comunità e solo l’1% contro consumatori. Le violazioni riguardano ad esempio i diritti del lavoro, cioè la mancanza di salari giusti, il lavoro minorile, la schiavitù moderna, la poca sicurezza e le discriminazioni sul lavoro, ma anche il diritto alla vita, alla salute, come nel caso di aziende che inquinano, sino all’uccisione di sindacalisti o attivisti.

“Alcune aziende dei paesi in via di sviluppo sono diventate leader mondiali nei loro settori, superando anche le principali concorrenti che provengono dalle cosiddette economie avanzate, questo però è accaduto a scapito dei diritti umani - continua Giuliani – Esistono però dei correttori che possono mitigare questo effetto se non anche invertire la tendenza, in primo luogo le norme di diritto nei paesi dove queste aziende vanno ad investire e secondariamente la presenza di un codice di autoregolamentazione aziendale in materia di diritti umani, che spesso le aziende adottano anche per mantenere una legittimità nel mercato globale, ma che può anche essere usato come strumento interno di pressione normativa”.

La ricerca da questo punto di vista ha ribaltato il pensiero dominante sull’argomento, ovvero che le imprese violino i diritti umani soprattutto quando sono costrette a prendere decisioni rischiose per aumentare le scarse performance economico-finanziarie, una visione che ha spesso relegato il problema alle aziende meno performanti e più marginali del capitalismo contemporaneo.

“L’evidenza empirica a supporto di questa visione teorica però è piuttosto inconcludente - ricorda Giuliani - I risultati di questo studio offrono spunti per ribaltare questa teoria e, almeno per il nostro campione, suggeriscono che sono invece le imprese di successo a violare maggiormente i diritti umani, questo perché sono disposte a tutto pur di restare al top della scala competitiva globale, assumendosi anche il rischio di essere sanzionate o dal sistema giuridico o dal mercato attraverso un danno reputazionale”.

“Ma questo risultato – chiarisce Giuliani - non è necessariamente limitato alle imprese nei paesi emergenti, questo studio non vuole puntare il dito contro queste regioni. Infatti, già nel 2010, un altro studio, tra i pochissimi ad oggi esistenti, mostrava come le imprese occidentali più esposte a comportamenti illegali fossero proprio quelle di maggior successo economico-finanziario. Il nostro studio rafforza quindi questa prospettiva con nuova evidenza e nuove interpretazioni teoriche.”

“In sintesi – conclude Giuliani - c’è una irresponsabilità sociale da parte delle grandi aziende di successo che ci impone un ripensamento del modello di capitalismo contemporaneo, che trascende il paese di origine di queste grandi imprese globali”.

La responsabilità e irresponsabilità sociale d’impresa, la misurazione delle performance sociali delle imprese e le strategie di legittimità delle imprese multinazionali sono fra gli interessi di ricerca della professoressa Giuliani, prima autrice del lavoro pubblicato su Business & Society. Giuliani, attuale prorettrice per la sostenibilità e l’Agenda 2030 dell’Università di Pisa, nel 2017 Giuliani ha fondato il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) che dirige presso il Dipartimento di Economia e Management. Al centro sono affiliati anche gli altri due autori dell’articolo: Andrea Vezzulli, professore di Economia Applicata all’Università degli Studi dell’Insubria, e Federica Nieri, ricercatrice senior in Economia e Gestione delle Imprese dell’Ateneo pisano.



Martedì, 02 Maggio 2023 11:50

Europe Day (and beyond) - 9 maggio 2023

On the 9th of May, it is Europe Day, when peace and unity in Europe are celebrated.

Join us for a Conference and a dinner organized by the University of Pisa and ESN, to make Europe Day a day for all of us and dedicate it to you!

Have you ever been thrilled to discover new Nations, People, Cultures?

You can just come and listen to the conference, but if you’re up to it, you can take the stage for 5 minutes to make us fall in love with your Nation!

Read more: https://www.unipi.it/index.php/opportunita-all-estero/item/25749 

Ferragina SITOPrimi italiani e quarti europei, i professori Paolo Ferragina e Giovanni Manzini dell’Università di Pisa hanno ricevuto il Paris Kanellakis Theory and Practice Award, il premio internazionale istituito nel 1996 che è considerato per rilievo nel campo dell’informatica secondo solo al Premio Turing, di fatto il Nobel della disciplina. Il prestigioso riconoscimento, assegnato ogni anno dall'Association for Computing Machinery (ACM), viene attribuito per "specifici risultati teorici che hanno avuto un impatto significativo e dimostrabile sulla pratica dell'informatica”. Tra i passati vincitori ci sono gli inventori della crittografia a chiave pubblica, dei codici a correzione di errore usati per le trasmissioni video, e degli algoritmi per il sequenziamento del DNA. I professori Ferragina e Manzini sono stati premiati per l’invenzione dell’FM-index, con risultati scientifici che hanno rivoluzionato la compressione dati e le applicazioni dell’informatica alla genomica.

Oltre ai due docenti del Dipartimento di Informatica, il premio è stato assegnato anche a Michael Burrows, ricercatore inglese che lavora a Google.

Nel 1994 Michael Burrows e David Wheeler (scomparso nel 2004) hanno pubblicato un articolo che descriveva un rivoluzionario algoritmo di compressione dati basato su una trasformata reversibile dell'input. Questa trasformata, in seguito chiamata "Burrows-Wheeler Transform", è stata utilizzata, per esempio, come elemento fondante del compressore bzip2, oggi parte di tutte le distribuzioni Linux. Nel 2000 Paolo Ferragina e Giovanni Manzini hanno esteso il risultato di Burrows e Wheeler con nuove tecniche algoritmiche, mostrando come costruire un “indice compresso”, in seguito chiamato FM-index dalle iniziali dei due ricercatori, che supportava ricerche veloci nel testo usando uno spazio asintoticamente uguale a quello dei migliori compressori noti. Fino ad allora si riteneva impossibile non incorrere in una significativa penalità in spazio per ottenere ricerche veloci: l'FM-index ha smentito questa congettura aprendo la nuova area di ricerca nota con il nome di Strutture Dati Compresse. Oltre alla sua importanza teorica, la semplicità e l'efficacia dell’FM-index lo hanno reso una scelta molto diffusa per la realizzazione di strumenti software che lavorano su Big Data, con rivoluzionarie applicazioni nella genomica, come i tool BowTie e BWA che sono oggi gli strumenti più usati per l’allineamento di sequenze di DNA.

“Faccio i complimenti miei e dell’Università di Pisa ai professori Ferragina e Manzini – ha commentato il rettore Riccardo Zucchi – che con le loro ricerche contribuiscono al progresso della scienza, con un impatto diretto e concreto sulla crescita della società. Questo premio ha radici profonde, che derivano dalla grande tradizione e dai primati che l’Ateneo e Pisa vantano nell’informatica, a partire dalla Calcolatrice Elettronica Pisana (la CEP) di metà anni Cinquanta del secolo scorso, dal primo corso di laurea italiano in Informatica e dal primo collegamento alla rete Internet in Italia. Anche oggi il settore informatico pisano conferma di saper raccogliere e rilanciare le sfide del futuro, con un un prestigio che ci viene riconosciuto in tutto il mondo, grazie alla capacità di abbinare una ricerca di avanguardia con una didattica di qualità ai vari livelli della formazione, dalla laurea triennale al dottorato di ricerca”. 

Manzin SITO“Il premio – ha detto il professor Giovanni Manzini (nella foto in basso) - è un riconoscimento agli studi nei settori della compressione dati e dei motori di ricerca, sui quali la comunità italiana è sempre stata all’avanguardia e ha espresso negli anni risultati scientifici molto apprezzati a livello internazionale. Questa tradizione ha ispirato e nutrito le nostre ricerche di inizio anni 2000 e tutta la nostra attività di ricerca successiva”. 

“Il premio – ha aggiunto il professor Paolo Ferragina (nella foto in alto) - è frutto di una ricerca che è nata ed è stata condotta in Italia, in un ambiente fertile di iniziative e collaborazioni, quale il nostro Dipartimento di Informatica. Speriamo che questo riconoscimento sia di stimolo per i giovani ricercatori e per le future generazioni di studenti che sceglieranno Pisa per i loro studi informatici”.

Paolo Ferragina e Giovanni Manzini sono ordinari di Algoritmi al Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa. 

Il professor Ferragina ha conseguito la laurea in Scienze dell’Informazione nel 1992 e il dottorato di ricerca in Informatica nel 1996 nell’Ateneo pisano. Nel biennio 1997-98 è stato post-doc al Max Planck Institut fur Informatik in Germania. Dal 2007 è professore ordinario all'Università di Pisa, ricoprendo anche vari ruoli istituzionali: prorettore per la Ricerca applicata e l’Innovazione, direttore del dottorato regionale di ricerca in Informatica, prorettore per l’Informatica. Nel 2019 è stato insignito dell'Ordine del Cherubino dall’Ateneo pisano.

Il professor Manzini ha conseguito la laurea in Matematica all’Ateneo pisano e il diploma della Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1988. Nel 1995 ha ottenuto il diploma di perfezionamento in Matematica alla Scuola Normale Superiore. Successivamente ha insegnato all'Università di Torino e all’Università del Piemonte Orientale. È professore ordinario dal 2006, e docente dell'Università di Pisa dal 2021.

Si è svolta sabato 29 aprile, presso il Polo didattico Ricci, la cerimonia di intitolazione dell’Aula multimediale a Carolyn Dooley Gianturco, docente di Storia della musica e fondatrice del Coro di Ateneo, scomparsa un anno fa.
Con il coordinamento di M. Letizia Gualandi, responsabile del Polo Musicale ‘M.Antonella Galanti’, che ha portato i saluti del Rettore Riccardo Zucchi, hanno ricordato la figura di Carolyn Gianturco l’ex Rettore Paolo Maria Mancarella, cui si deve il provvedimento di intitolazione dell’aula, e gli allievi Patrizia Radicchi (docente di Storia della Musica presso vari Conservatori), che ha parlato dell’impegno costante e parallelo di Carolyn nel campo sia della ricerca sia della didattica, Stefano Barandoni (direttore del coro di Ateneo fin dalla sua fondazione), che ne ha illustrata l’attività non meno continua per la diffusione della pratica musicale, e Michael Burden (professore di Studi operistici all’Università di Oxford), che ha delineato il profilo internazionale della studiosa Carolyn Gianturco.

Altri allievi hanno contribuito a ricordare Carolyn con la musica: il tenore Mentore Siesto, accompagnato al pianoforte da Claudiano Pallottini, ha cantato l’aria O che caso stravagante dall’opera Moro per amore di Alessandro Stradella; Sergio Chierici ha suonato il Lamento di Tristano, una delle danze del cosiddetto Manoscritto di Londra, un testo medievale contenente musica italiana del Trecento, utilizzando un organo portativo diatonico che riproduce fedelmente quello raffigurato nel dipinto Angeli musicanti di Stefano da Verona (XIV secolo); il soprano Clara Bertella ha eseguito, sempre con l’accompagnamento al piano di Claudiano Pallottini, la celeberrima aria Vissi d’arte da Tosca, di Giacomo Puccini.

La cerimonia si è conclusa con lo scoprimento della targa con l’intitolazione dell’aula a Carolyn Gianturco, effettuato da M.Letizia Gualandi insieme al prof. Franco Gianturco, marito di Carolyn, mentre il coro intonava gli inni universitari Di canti di gioia e Gaudeamus.

 

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M. Letizia Gualandi e Franco Gianturco scoprono la targa in memoria della professoressa Gianturco

Scomparsa nel 2022, la professoressa Carolyn Gianturco per molti anni ha insegnato Storia della Musica all'Università di Pisa. Nell'anno accademico 1999-2000 ha fondato il Coro dell'Università di Pisa e ne ha mantenuto il coordinamento fino al 2013. Dal 2010 al 2013 le è stato affidato il coordinamento del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale, che nel 2021 è confluito nel Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura dell'Ateneo pisano come Polo Musicale.

La professoressa Gianturco ha dedicato la sua attività di ricerca alla persona e alla musica di Alessandro Stradella (1639-82), alla definizione e divulgazione dei generi poetico-musicali italiani del Seicento e alla scoperta della musica Toscana. Ha pubblicato numerosi volumi, articoli ed edizioni di musica, è stata presidente dell'Edizione Nazionale dell'Opera Omnia di Alessandro Stradella, un progetto di 42 voll. istituito nel 2000 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ stata inoltre fondatrice e presidente dell'Associazione Toscana per la Ricerca delle Fonti Musicali, presidente della Società Italiana di Musicologia e vicepresidente della Società Internazionale di Musicologia.

Nella settimana in cui si svolge la ICLR (International Conference on Learning Representations), la più prestigiosa conferenza internazionale sul deep learning, l'azienda inglese di intelligenza artificiale Deepmind mette in copertina sul proprio blog un lavoro svolto in collaborazione con due ricercatori di Intelligenza Artificiale del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, Danilo Numeroso (dottorando in Informatica e primo autore del lavoro) e Davide Bacciu (professore associato).  L’articolo scientifico verrà presentato mercoledì 3 maggio a Kigali, Ruanda, sede dell’edizione 2023 della conferenza.

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Da sinistra: Danilo Numeroso e Davide Bacciu.

“Il lavoro nasce dalla passione per le reti neurali per grafi che ci accomuna a Petar Veličković, Staff Research Scientist di Deepmind e co-autore dell’articolo – spiega Bacciu – “Petar, dopo un dottorato di ricerca a Cambridge, si è affermato come uno dei più importanti ricercatori di quest’area, con un interesse particolare per il ragionamento algoritmico neurale.  Si tratta di una linea di ricerca che studia come addestrare le reti neurali a replicare l’esecuzione di algoritmi classici per grafi, come ad esempio nel problema dei cammini di minimo costo tra nodi. È un po’ come se volessimo trasferire alle reti neurali le conoscenze del primo insegnamento di Algoritmica che tutti gli studenti e le studentesse di Informatica si trovano ad affrontare all’inizio del proprio percorso di studi. Ovviamente – continua Bacciu – l’obiettivo non è quello di sostituire l’esperta o l’esperto informatico. Piuttosto, cerchiamo di trasferire ai modelli neurali conoscenze informatiche di base, nella speranza che possano essere utili per facilitare la risoluzione di problemi più complessi, per i quali manchiamo di soluzioni algoritmiche efficienti.”

“Ed è un po’ quello che cerchiamo di provare nel nostro articolo” – prosegue Numeroso – “dove mostriamo come una rete neurale addestrata a risolvere semplici problemi di algoritmica su grafi “giocattolo”, diventi molto brava nel risolvere compiti complessi su grafi “reali”. In particolare, proponiamo un’interessante applicazione bioinformatica relativa alla categorizzazione di reti di vasi sanguigni, rappresentati mediante grafi con decine di milioni di nodi, risolvendo il problema con una rete neurale algoritmica addestrata su grafi sintetici con poche centinaia di nodi. Per fare questo sfruttiamo un’interessante struttura matematica che caratterizza i problemi di ottimizzazione su grafi su cui il modello neurale è allenato, nota come dualità. Semplificando, mostriamo come una rete addestrata a risolvere problemi differenti, ma complementari, sia più robusta e accurata di un modello equivalente allenato su un singolo problema.”

“Questi risultati – conclude Bacciu - dimostrano che la via dell’integrazione tra capacità di apprendimento, ragionamento algoritmico e conoscenza della struttura del problema di ottimizzazione, abbia un enorme potenziale per lo sviluppo di una nuova generazione di modelli intelligenti in grado di imparare con maggiore facilità, e con superiori capacità di generalizzare quanto appreso a nuovi problemi.”

L’articolo scientifico originale è liberamente consultabile qui.

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