Educazione degli animali domestici e fondamenti di apiterapia
27 aprile 2023
Dipartimento di Scienze Veterinarie
In occasione della Giornata della Cultura 2023, il Dipartimento di Scienze Veterinarie organizza un evento rivolto alle scuole primarie che si svolgerà presso il Dipartimento stesso.
La comunicazione tra persone e animali segna continui processi di evoluzione nella nostra società per il diffondersi degli animali domestici nelle abitazioni delle persone, ma anche per le difficoltà legate alle crescenti e ricorrenti crisi climatiche. La salute è unica e il filo che lega persone, mondo animale e ambiente è sempre più evidente.
Il Dipartimento di Scienze Veterinarie, nel curare il dialogo con le scolaresche coinvolte nella giornata della solidarietà ha pensato di riflettere sui due tematismi affrontando:
- il tema dell’educazione cinofila e dell’approccio ai corretti comportamenti e interazione della relazione persone animali. Anche considerato il fatto che in italia sono presenti oramai 60 milioni di pet, nel 58% delle famiglie italiane e prevalentemente in quelle con bambini e che la gestione, spesso in appartamento, della convivenza tra persone e animali richiede una nuova attenzione, sensibilità e responsabilità nella gestione dele esigenze e del benessere di tutte le parti coinvolte.
- l’attenzione al mondo degli apoidei, al loro valore biologico come indicatori ecologici, ma anche alle nuove dimensioni dell’interazione tra apoidei e persone sia quelle con specifiche esigenze, sia le persone tutte, mediante pratiche innovative di apiterapia e di costruzione di sentieri di benessere legati a questa interazione.
Per informazioni e prenotazioni:
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I docenti del Dipartimento di Scienze della Terra a Tashkent per le prime lezioni in aula
Dal 23 al 27 gennaio si sono svolte le prime lezioni in presenza del corso preparatorio "Foundations of Geology" presso il Branch dell'Università di Pisa a Tashkent, che offrirà un corso di studi in Geologia erogato in lingua inglese. Pier Paolo Giacomoni, Silvia Fornasaro, Adriano Ribolini e Francesca Meneghini, i quattro docenti del Dipartimento di Scienze della Terra impegnati nella didattica del “preparatory year”, sono stati accolti con entusiasmo da colleghe, colleghi e soprattutto da studentesse e studenti.
Ribolini, Giacomoni e Fornasaro davanti al dipartimento che ospita il Branch Unipi.
I docenti hanno visitato il campus che ospita la sede del Branch, che oltre alle aule e laboratori didattici, comprende anche dormitorio, mensa, biblioteca. Il professor Adriano Ribolini ha tenuto un seminario per raccontare come funzionano l’Ateneo pisano, il Dipartimento di Scienze della Terra e i servizi per studenti.
Studenti del preparatory year alla fine del laboratorio rocce.
Studenti e studentesse sono stati impegnati nelle prime lezioni e laboratori in presenza tenuti dal dott. Pier Paolo Giacomoni e dalla professoressa Francesca Meneghini sulla geosfera e il ciclo delle rocce. Si sono svolti anche i primi test di verifica del primo modulo del corso "Foundations of Geology" tenuto dalla dott.ssa Silvia Fornasaro, e il test sulla conoscenza della lingua inglese in collaborazione con il Centro Linguistico di Ateneo (CLI) collegato da remoto.
Meneghini e Giacomoni introducono i ragazzi ai campioni a mano di rocce.
I quattro docenti sono stati coinvolti anche in attività di orientamento con un seminario agli studenti di una scuola superiore privata di Tashkent. Infine i docenti pisani sono stati ricevuti dall’ambasciatore Agostino Pinna presso l’ambasciata italiana a Tashkent.
I docenti del DST con l’ambasciatore italiano a Tashkent, Agostino Pinna.
Il professore Vozzi nominato consulente Nato per il settore della Biofabbricazione
Il professore Giovanni Vozzi (foto) dell’Università di Pisa è stato nominato consulente Nato per il settore della biofabbricazione. L’incarico come componente della FM-ET-206 on Biomanufacturing of National Security Materials, ufficializzato a fine 2022, è entrato ora nel vivo e sarà valido a discrezione della NATO fintanto che questa linea di ricerca importante sarà ritenuta importante.
I biomateriali sono composti sviluppati in laboratorio per la realizzazione di tutti quei dispositivi medici che entrano in contatto col corpo umano e servono a sostituire o “riparare” porzioni di tessuti e organi danneggiati per incidenti, malattie o invecchiamento.
“In questi ultimi anni la NATO si è molto interessata a questo settore - dice Vozzi – da qui la richiesta di diventare il consulente tecnico scientifico di biomanufacturing ovvero di biofabbricazione e di tutti gli aspetti correlati alla sicurezza nella lavorazione di biomateriali”.
Giovanni Vozzi, professore ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e al Centro di ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, nel 2022 ha coordinato il congresso mondiale di biofabbricazione. I suoi ambiti di ricerca sono l’ingegneria dei tessuti, la microfabbricazione e nanofabbricazione, la biofabbricazione, lo sviluppo di bioreattori per la coltura dei tessuti, lo sviluppo di modelli tissutali tridimensionali e la modellistica in silico del comportamento cellulare.
Romanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia
Romanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia (Laterza, 2022) è l’ultimo volume del professore Roberto Bizzocchi ordinario di Storia moderna al Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Ateneo. del
I principali interessi di ricerca del professor Bizzocchi hanno riguardato nel tempo i rapporti Stato-Chiesa tra il medioevo e l’età moderna, la storia della cultura storica nell’età moderna e la storia della famiglia e dei rapporti di genere. Prima di Romanzo popolare ha pubblicato Cicisbei. Morale privata e identità nazionale in Italia (Laterza, 2008) e I cognomi italiani. Una storia lunga 1000 anni (Laterza, 2018).
Di seguito l’introduzione al libro Romanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia
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Introduzione
Tutti abbiamo in mente almeno un personaggio, un episodio, una battuta dei Promessi sposi: il romanzo è nella coscienza degli Italiani.
È stato anche molto, e molto bene studiato, insieme con le altre opere di Manzoni, dagli specialisti di letteratura, che tuttora vi scoprono e ce ne spiegano sempre nuovi pregi e ricchezze; ci dimostrano sempre di più che è davvero una miniera inesauribile. Da parte mia, su Manzoni e sui Promessi sposi assumo in questo libro un punto di vista particolare, quello di un lettore appassionato che di mestiere non fa l’italianista ma lo storico. Mi sono convinto, sempre più nel corso degli anni, non solo leggendo e rileggendo ma anche riflettendo su quanto succede nel nostro paese, che il romanzo contenga un programma etico-politico per lo Stato e la nazione italiani non solo importante ma tuttora vivo e valido. I Promessi sposi ci dicono moltissimo sulla nostra storia, non solo quella del Seicento, sul nostro carattere nazionale, sull’impronta che il Cattolicesimo ha lasciato, nel bene e nel male, nella nostra morale; e lo fanno in un’attitudine non descrittiva ma propositiva, suggerendo, appunto, delle linee di comportamento su questioni cruciali.
La patina di compunzione religiosa e moderatismo accomodante di cui a volte- forse meno oggi che in un passato di forti contrapposizioni ideologiche- si è voluto rivestire il romanzo, così facendogli torto e invecchiandolo, va rimossa anche alla luce di un confronto serrato con la cultura letteraria e politica dell’Italia e dell’Europa del Settecento e dell’Ottocento. Ritengo che tale confronto aiuti a mettere in evidenza alcuni aspetti decisivi sia di modernità che di radicalismo propri di Manzoni: perciò gli ho dedicato molta parte del libro. Tratto i Promessi sposi e le altre principali opere di Manzoni in costante riferimento a quelle dei suoi contemporanei italiani ed europei; ed è su questa base che sostengo la positività e l’attualità del messaggio ideologico manzoniano, in quelle che mi paiono le sue componenti essenziali, oltre all’ispirazione cristiana: identità pubblica nazionale in chiave europea e non nazionalista; morale privata basata sulla libertà di scelta e sulla responsabilità individuale, e ciò sia per gli uomini che per le donne; illuminato senso della misura nella valutazione delle cose del mondo, ma con una percezione acuta della giustizia e dell’ingiustizia dei contesti sociali e delle azioni dei singoli che vi operano.
Ho scritto un libro che spero non privo di quella che si chiama in linguaggio accademico serietà scientifica, anche se non ho potuto farlo da specialista della materia. L’ho comunque scritto cercando di evitare pesantezze erudite, e pensando a un pubblico che comprenda chi volesse rinfrescare una lettura giovanile di Manzoni e del suo romanzo, e anche chi ogni giorno ha il dovere professionale di renderli attrattivi per una classe di adolescenti. Quest’ultimo dev’essere- lo immagino- un compito impegnativo. Ma per le ragioni che ho esposto qui sopra, e che mi auguro verranno via via illustrate e approfondite nel corso del libro, sono convinto che sia anche fondamentale: Manzoni ha parlato agli Italiani della loro storia e della loro identità, ponendo problemi che restano centrali e indicando soluzioni che ancora ci riguardano, noi tutti e non meno degli altri i più giovani fra di noi.
Il professore Vozzi nominato consulente Nato per il settore della Biofabbricazione
Il professore Giovanni Vozzi (foto) dell’Università di Pisa è stato nominato consulente Nato per il settore della biofabbricazione. L’incarico come componente della FM-ET-206 on Biomanufacturing of National Security Materials, ufficializzato a fine 2022, è entrato ora nel vivo e sarà valido a discrezione della NATO fintanto che questa linea di ricerca importante sarà ritenuta importante.
I biomateriali sono composti sviluppati in laboratorio per la realizzazione di tutti quei dispositivi medici che entrano in contatto col corpo umano e servono a sostituire o “riparare” porzioni di tessuti e organi danneggiati per incidenti, malattie o invecchiamento.
“In questi ultimi anni la NATO si è molto interessata a questo settore - dice Vozzi – da qui la richiesta di diventare il consulente tecnico scientifico di biomanufacturing ovvero di biofabbricazione e di tutti gli aspetti correlati alla sicurezza nella lavorazione di biomateriali”.
Giovanni Vozzi, professore ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e al Centro di ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, nel 2022 ha coordinato il congresso mondiale di biofabbricazione. I suoi ambiti di ricerca sono l’ingegneria dei tessuti, la microfabbricazione e nanofabbricazione, la biofabbricazione, lo sviluppo di bioreattori per la coltura dei tessuti, lo sviluppo di modelli tissutali tridimensionali e la modellistica in silico del comportamento cellulare.
Lotta contro il cancro: l’Università di Pisa in prima linea in Europa
L’Università di Pisa, con il gruppo di ricerca ImagingLab del Prof. Emanuele Neri, Ordinario di Radiologia e nuovo Presidente della Scuola di Medicina, è entrato a far parte della European Cancer Imaging Initiative, fiore all'occhiello dell’Europe's Beating Cancer Plan (EBCP), il piano europeo di lotta contro il cancro.
“La partecipazione alla European Cancer Imaging Initiative rappresenta una enorme opportunità per il nostro Ateneo, sia per l’appartenenza ad un network di ricerca che consentirà di facilitare la partecipazione a ulteriori progetti, sia per la forte spinta alla ricerca clinica e traslazionale che deriva dalla disponibilità di migliaia di dati e immagini biomediche - ha commentato il professor Emanuele Neri - Il risultato ottenuto non è casuale, ma frutto di una intensa attività di ricerca e di networking del gruppo multidisciplinare ImagingLab, dove lavorano ricercatori di varia estrazione, medici radiologi, biologi molecolari, fisici, ed esperti nelle scienze umane. Di recente l’ImagingLab era entrato a far parte della comunità Z-Inspection per una Intelligenza Artificiale affidabile”.
Lanciata il 23 gennaio scorso a Bruxelles, nella sede della Commissione Europea, questa nuova iniziativa permetterà la creazione, entro la fine del 2025, di un'infrastruttura transfrontaliera, interoperabile e sicura che tuteli la privacy e acceleri l’utilizzo di soluzioni innovative, basate sull'Intelligenza Artificiale (AI) o sul Calcolo ad Alte Prestazioni (HPC), per le terapie e le cure oncologiche.
La rete, la cui progettazione sarà ultimata già entro il 2023, collegherà le risorse e le banche dati dell’UE, assicurando a medici, ricercatori e innovatori europei, un facile accesso a grandi quantità di dati di imaging dei tumori. Questo permetterà lo sviluppo di strumenti per la medicina personalizzata, così da far progredire la diagnostica e le terapie oncologiche, oltre ad agevolare la creazione di nuove serie di dati di imaging dei tumori e l'interoperabilità delle serie di dati esistenti. Il tutto garantendo il rispetto di elevati standard etici, la fiducia, la sicurezza e la protezione dei dati personali.
Punto di partenza della European Cancer Imaging Initiative è l'infrastruttura europea federata per i dati sulle immagini del cancro, sviluppata dal progetto EUCAIM, finanziato nell'ambito del programma DIGITAL e all’interno del quale l’Università di Pisa è parte attiva nello sviluppo degli algoritmi di intelligenza artificiale che permetteranno di rilevare il cancro dall'imaging.
Lotta contro il cancro: l’Università di Pisa in prima linea in Europa
L’Università di Pisa, con il gruppo di ricerca ImagingLab del Prof. Emanuele Neri, Ordinario di Radiologia e nuovo Presidente della Scuola di Medicina, è entrato a far parte della European Cancer Imaging Initiative, fiore all'occhiello dell’Europe's Beating Cancer Plan (EBCP), il piano europeo di lotta contro il cancro.
“La partecipazione alla European Cancer Imaging Initiative rappresenta una enorme opportunità per il nostro Ateneo, sia per l’appartenenza ad un network di ricerca che consentirà di facilitare la partecipazione a ulteriori progetti, sia per la forte spinta alla ricerca clinica e traslazionale che deriva dalla disponibilità di migliaia di dati e immagini biomediche - ha commentato il professor Emanuele Neri - Il risultato ottenuto non è casuale, ma frutto di una intensa attività di ricerca e di networking del gruppo multidisciplinare ImagingLab, dove lavorano ricercatori di varia estrazione, medici radiologi, biologi molecolari, fisici, ed esperti nelle scienze umane. Di recente l’ImagingLab era entrato a far parte della comunità Z-Inspection per una Intelligenza Artificiale affidabile”.
Lanciata il 23 gennaio scorso a Bruxelles, nella sede della Commissione Europea, questa nuova iniziativa permetterà la creazione, entro la fine del 2025, di un'infrastruttura transfrontaliera, interoperabile e sicura che tuteli la privacy e acceleri l’utilizzo di soluzioni innovative, basate sull'Intelligenza Artificiale (AI) o sul Calcolo ad Alte Prestazioni (HPC), per le terapie e le cure oncologiche.
La rete, la cui progettazione sarà ultimata già entro il 2023, collegherà le risorse e le banche dati dell’UE, assicurando a medici, ricercatori e innovatori europei, un facile accesso a grandi quantità di dati di imaging dei tumori. Questo permetterà lo sviluppo di strumenti per la medicina personalizzata, così da far progredire la diagnostica e le terapie oncologiche, oltre ad agevolare la creazione di nuove serie di dati di imaging dei tumori e l'interoperabilità delle serie di dati esistenti. Il tutto garantendo il rispetto di elevati standard etici, la fiducia, la sicurezza e la protezione dei dati personali.
Punto di partenza della European Cancer Imaging Initiative è l'infrastruttura europea federata per i dati sulle immagini del cancro, sviluppata dal progetto EUCAIM, finanziato nell'ambito del programma DIGITAL e all’interno del quale l’Università di Pisa è parte attiva nello sviluppo degli algoritmi di intelligenza artificiale che permetteranno di rilevare il cancro dall'imaging.
Generato negli zebrafish un nuovo modello di autismo con una tecnologia innovativa
I disturbi dello spettro autistico sono le più frequenti condizioni patologiche legate allo sviluppo cerebrale nell’uomo e portano a gravi problemi di comunicazione e di interazione sociale. Una delle cause recentemente individuate per i disturbi dello spettro autistico sono le mutazioni nel gene SETD5 che generano l’inattivazione di una delle due copie del gene (aploinsufficienza). Un nuovo studio, appena pubblicato su “International Journal of Molecular Sciences”, ha messo a punto per la prima volta un modello di aploinsufficienza di SETD5 nel pesce zebra (zebrafish) che riproduce importanti tratti dei disturbi dello spettro autistico.
La ricerca è stata condotta da un team del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, coordinato dal professor Massimiliano Andreazzoli, che vede coinvolti la professoressa Chiara Gabellini, il dottor Davide Martini, il dottor Matteo Digregorio e, tra i collaboratori esterni, il dottor William Norton della University of Leicester (UK).
Mutanti di zebrafish con aploinsufficienza di setd5, generati nell’unità di Biologia Cellulare e dello Sviluppo con l’innovativa tecnologia del CRISPR/Cas9 (un sistema che consente di modificare in modo rapido una precisa regione del DNA), presentano difetti nei comportamenti sociali legati all’aggregazione e al riconoscimento di nuovi stimoli sociali. L’analisi molecolare ha permesso di evidenziare una significativa riduzione dell’espressione di RNA messaggeri che codificano per proteine fondamentali nel funzionamento delle sinapsi neurali, suggerendo, come conseguenza, una ridotta connettività del cervello nei mutanti per il gene setd5.
La validità di questo modello di malattia è ulteriormente sostenuta dall’osservazione che i deficit comportamentali possono essere notevolmente ridotti dal trattamento dei mutanti con risperidone, un farmaco usato per alleviare alcuni sintomi negli individui con disturbi dello spettro autistico. Questi dati indicano un promettente futuro utilizzo di questo modello di aploinsufficienza di SETD5 per lo screening di molecole atte a compensare i deficit causati dalla mutazione, contribuendo quindi allo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici per i disturbi dello spettro autistico.
Il professor Emanuele Neri è il nuovo presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina
Il professor Emanuele Neri, docente del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, è stato eletto presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina, carica che ricoprirà fino al 31 ottobre del 2025. Succede al professor Riccardo Zucchi, che dal 1° novembre è il rettore dell’Università di Pisa. Il professor Neri ha nominato come vicepresidente la professoressa Marta Mosca, ordinaria di Reumatologia.
“Ringrazio i componenti del Consiglio della Scuola di Medicina – ha commentato il professor Neri - che con il loro voto unanime hanno riposto in me la fiducia dell’area medica universitaria. Il ruolo che vado a ricoprire è di grande responsabilità e molteplice, dall’armonizzazione della didattica dell’area medica al supporto al rettore nei rapporti Università-Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana sul fronte didattico e assistenziale. Siamo di fronte a un momento epocale della sanità pisana, con le opportunità di aggiornamento tecnologico legato ai finanziamenti del PNRR, la costruzione del nuovo ospedale di Cisanello, la necessità di rinnovare e dare maggiore sinergia ai rapporti tra Ateneo e AOUP. Sono consapevole e grato per il mandato che il rettore ha voluto dare al presidente della Scuola, già in campagna elettorale, e farò del mio meglio per esserne all’altezza”.
Nato a Pisa nel 1966, il professor Emanuele Neri è ordinario di Radiologia e direttore della Unità Operativa di Radiodiagnostica Universitaria della AOUP. Coordina il gruppo di ricerca dell’Università di Pisa “ImagingLab”, è partner di quattro progetti Horizon 2020, di un progetto Horizon Europe e di un progetto Bando Salute, sviluppando attività di ricerca su temi di sanità digitale e in particolare di intelligenza artificiale. È autore di oltre 200 pubblicazioni a stampa su riviste internazionali e di sette monografie su argomenti di radiodiagnostica
Il professor Emanuele Neri è il nuovo presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina
Il professor Emanuele Neri, docente del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, è stato eletto presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina, carica che ricoprirà fino al 31 ottobre del 2025. Succede al professor Riccardo Zucchi, che dal 1° novembre è il rettore dell’Università di Pisa. Il professor Neri ha nominato come vicepresidente la professoressa Marta Mosca, ordinaria di Reumatologia.
“Ringrazio i componenti del Consiglio della Scuola di Medicina – ha commentato il professor Neri - che con il loro voto unanime hanno riposto in me la fiducia dell’area medica universitaria. Il ruolo che vado a ricoprire è di grande responsabilità e molteplice, dall’armonizzazione della didattica dell’area medica al supporto al rettore nei rapporti Università-Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana sul fronte didattico e assistenziale. Siamo di fronte a un momento epocale della sanità pisana, con le opportunità di aggiornamento tecnologico legato ai finanziamenti del PNRR, la costruzione del nuovo ospedale di Cisanello, la necessità di rinnovare e dare maggiore sinergia ai rapporti tra Ateneo e AOUP. Sono consapevole e grato per il mandato che il rettore ha voluto dare al presidente della Scuola, già in campagna elettorale, e farò del mio meglio per esserne all’altezza”.
Nato a Pisa nel 1966, il professor Emanuele Neri è ordinario di Radiologia e direttore della Unità Operativa di Radiodiagnostica Universitaria della AOUP. Coordina il gruppo di ricerca dell’Università di Pisa “ImagingLab”, è partner di quattro progetti Horizon 2020, di un progetto Horizon Europe e di un progetto Bando Salute, sviluppando attività di ricerca su temi di sanità digitale e in particolare di intelligenza artificiale. È autore di oltre 200 pubblicazioni a stampa su riviste internazionali e di sette monografie su argomenti di radiodiagnostica