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Area Nascita Integrata: un bilancio dei primi sei mesi di attività del centro nato dalla comune volontà di Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Azienda USL Toscana Nord-Ovest, Università di Pisa e Fondazione Monasterio per la cura ed il trattamento delle patologie cardiovascolari materno-fetali in gravidanza. Per la prima volta insieme, all’Ospedale del Cuore di Massa, sede dell’Area Nascita, le quattro Istituzioni fondatrici, insieme ai vertici della Regione Toscana: il Presidente Eugenio Giani, l’Assessore al Diritto alla Salute e alla Sanità, Simone Bezzini, ed il Responsabile della Direzione Sanità, Federico Gelli.

Solo nei primi mesi del 2022, l’Area Nascita Integrata ha visto 28 parti, per un totale di 29 bambini nati (un parto è stato gemellare). La casistica è ulteriormente suddivisibile fra feti cardiopatici (27) e madri (3). In un caso, sia madre che bambino presentavano cardiopatie. Numeri che confermano l'assoluta eccellenza dell'Area Nascita, che, nel 2021 ha visto 77 nascite, mentre sono state oltre 350 le donne che hanno partorito tra il 2016 e il 2020.

E poi, un momento significativo: l’apposizione della firma, da parte dei rappresentanti di Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Azienda USL Toscana Nord-Ovest, Università di Pisa e Fondazione Monasterio sulla targa che verrà apposta proprio all’ingresso dell’Area Nascita Integrata.

firma targa

«Sono molto orgoglioso dell'accordo siglato tra queste quattro importanti istituzioni, che va a rafforzare l'Area Nascita Integrata, dedicata alle mamme e ai bambini con cardiopatia congenita - afferma il presidente della Regione Eugenio Giani -. La Toscana ha sempre investito nello sviluppo della migliore assistenza possibile e dell'eccellenza delle competenze, favorendo la crescita e la valorizzazione della rete ospedaliera a vantaggio della qualità della cura e dell'appropriatezza. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo importante risultato, di cui beneficia l'intero sistema sanitario toscano, e che segna l'inizio di un nuovo percorso di condivisione delle nostre migliori risorse professionali e delle più moderne tecnologie, con l'obiettivo di continuare a sviluppare, potenziandola, l'integrazione tra le attività assistenziali e le esigenze della didattica e della ricerca».

«La sanità toscana cresce e si arricchisce ancora di più con questo importante protocollo, che unisce ben 4 realtà della nostra Regione: la Fondazione Monasterio, l’Azienda USL Toscana Nord-Ovest, l’Azienda ospedaliero-universitaria Pisana e l’Università di Pisa – dichiara Simone Bezzini, Assessore al diritto alla Salute e Sanità della Regione Toscana. La Toscana – aggiunge – ha da sempre favorito lo sviluppo di una rete ospedaliera che, anche con l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, garantisse la presa in carico del paziente, mettendo al servizio dell’intero territorio regionale le competenze specialistiche delle diverse realtà aziendali. Questo accordo consente di valorizzare ulteriormente questa Area Nascita, pensata per prendersi cura di pazienti critici in un momento delicato e importante, come quello del parto. A tutto il personale sanitario delle Istituzioni coinvolte va il mio sincero ringraziamento per i risultati già raggiunti e per quelli che sapranno costruire, insieme, in questa nuova casa comune».

«Col suggello di questo accordo possiamo dire che l’Area Nascita Integrata per le madri e i figli affetti da cardiopatia congenita fa un salto di qualità importante – afferma Marco Torre, il Direttore Generale della Fondazione Monasterio. Tutte le migliori competenze e professionalità della nostra Area Vasta si uniscono per valorizzare quello che, a tutti gli effetti, rappresenta un unicum a livello nazionale. Gli operatori sanitari hanno spinto le quattro istituzioni a unirsi per condividere le rispettive competenze, integrando in un unico accordo clinica, ricerca, innovazione, formazione e didattica. Al loro impegno, alla loro professionalità e alla loro capacità di guardare al futuro vanno i nostri più sinceri ringraziamenti, orgogliosi di promuovere una iniziativa che nasce dalle esigenze dei pazienti e restituisce loro un luogo di cura migliore e più sicuro».

«La firma di questa convenzione rappresenta un grande momento per la sanità toscana e italiana – commenta il Rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella. In primo luogo, perché tutto ciò ha origine da un processo che credo sia da prendere ad esempio come modello virtuoso per costruire percorsi che nascono per rispondere ad esigenze cliniche e di sviluppo importanti, sfruttando l’eccellenza delle risorse universitarie e del Sistema Sanitario Regionale. Questo ci permetterà non solo di rafforzare l’Area Nascita Integrata dell’Ospedale del Cuore dal punto di vista assistenziale, ma anche di sviluppare protocolli operativi condivisi; di promuovere e potenziare le attività di ricerca e quelle di formazione del personale medico. Così da poter affrontare con sempre maggior efficacia il presente e costruire l’eccellenza del futuro nel campo della diagnosi precoce e del trattamento delle patologie cardiache materna e fetale».

«Ringrazio tutti i nostri professionisti, insieme a quelli di Fondazione Monasterio, Unipi e Aoup – sottolinea il Direttore Generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani – perché questo accordo nasce dalla loro volontà di collaborare e dalla loro capacità di lavorare in modo sinergico unendo clinica, ricerca, innovazione, formazione e didattica. Questo accordo riunisce le competenze multidisciplinari e interaziendali presenti nell’area vasta nord ovest, per rafforzare e mettere a disposizione dell’intera regione le potenzialità di questa area nascita, un vero e proprio unicum a livello nazionale. Lavoriamo infatti tutti insieme, uniti da obiettivi comuni: la cura delle madri e dei figli affetti da cardiopatia congenita, la formazione di nuovi professionisti di talento, la ricerca e l’innovazione in un campo per lo più inesplorato».

«In occasioni come queste, con ottimi risultati alla mano sui primi sei mesi di attività – dichiara il Direttore Generale dell’Aoup, Silvia Briani –, è ovvio che tutti noi partner si sia gratificati dal ruolo che ciascuno ha svolto per la propria parte. A volte sembra che si sprechino termini come rete, sinergia, multidisciplinarietà, ma sono realtà parole concrete attraverso cui leggere il presente e affrontare il futuro. Perché da soli non si va da nessuna parte. E quindi, nel percorso delle gravidanze a rischio materno-fetali, questa area di nascita integrata per curare le patologie cardiovascolari, riempie di orgoglio perché offre la possibilità di esprimere appieno ciò di cui tutti i professionisti coinvolti sono capaci, ossia trasformare un potenziale parto critico nella nascita di una nuova vita che ha tutti i requisiti per proseguire serena il suo cammino».

(fonte: Ufficio Stampa Fondazione Monasterio)

sanpaolesiÈ scomparso pochi giorni fa il professor Luca Sanpaolesi, emerito di Tecnica delle costruzioni dell’Università di Pisa, conosciuto al grande pubblico per il contributo che ha dato all’opera di consolidamento della Torre di Pisa a metà anni Ottanta. Il professor Sanpaolesi, classe 1927, si era laureato in Ingegneria civile nel 1953 a Pisa. Nel 1974 è stato nominato professore ordinario di Tecnica delle costruzioni al Dipartimento di Ingegneria strutturale. Nel 1981 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino. Il professor Sanpaolesi è stato Direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale dell’Università di Pisa dalla sua istituzione, nel gennaio 1997, all’ottobre 2003.

Nel corso della sua lunga attività scientifica ha diretto importanti ricerche teoriche e sperimentali, molte delle quali finanziate dalla Comunità Europea. Dal 2005 al 2013 è stato presidente dell’AICAP, Associazione Italiana per il Cemento Armato e Precompresso. È stato presidente della Commissione del CNR per le norme sulle costruzioni in acciaio, vicepresidente della Commissione del CNR per le norme sulle costruzioni in cemento armato e vicepresidente della Commissione Ingegneria Strutturale dell’UNI. È stato a lungo membro esperto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e ha dato un contributo fondamentale all’ammodernamento delle Norme Tecniche delle Costruzioni.

In ambito internazionale, come componente della delegazione italiana nell’ambito del CEN/TC250, ha dato un impulso decisivo allo sviluppo degli Eurocodici. Ha fatto parte del Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre di Pisa, che ha predisposto il progetto di consolidamento della Torre di Pisa, e, una volta conclusi i lavori, è stato membro del Comitato di Sorveglianza della Torre.

Una messa in suffragio del professor Sanpaolesi si terrà venerdì 22 luglio 2022 alle ore 18.30 nella chiesa di S. Paolo a Ripa d’Arno a Pisa.

(Foto da ilnuovocantiere.it)

Il neonato team LeanIng Project ha rappresentato l’Università di Pisa a Monaco di Baviera all’Air Cargo Challenge 2022, competizione internazionale di aeromodellismo che si svolge con cadenza biennale. Il team di Pisa è composto da 8 membri: Yuri Dello Ioio, team leader, si è occupato delle strutture insieme al collega Ivan Lari; Geraldina Berti e Luca Mostallino hanno lavorato alla sezione aerodinamica del progetto; Federico Gaspari si è dedicato all’elettronica; Edoardo Gaspari e Domenico Geraci hanno sviluppato il modello al CAD; a pilotare l’aeromodello Gerardo Dello Ioio.
Anche altri studenti hanno collaborato al progetto, alcuni provenienti dal corso di Ingegneria aerospaziale, altri dal corso di Ingegneria gestionale, che si sono occupati della ricerca di sponsor.

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Pluto, l’aeromodello sviluppato per l’occasione, ha una struttura costituita da tubi in fibra di carbonio collegati all’ala mediante un giunto in alluminio. L’ala ha forma in pianta rettangolare e presenta un profilo curvo, mentre la coda ha una configurazione a T con profilo simmetrico. Entrambe sono realizzate in legno. Le scelte progettuali sono state fatte in accordo con il regolamento della competizione, che imponevano delle restrizioni principalmente sulle dimensioni e l’impianto propulsivo.

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Lo scopo dell’Air Cargo Challenge è la progettazione e la realizzazione di un drone radiocomandato che deve affrontare delle ispezioni tecniche e delle prove di volo. La competizione si è svolta nel corso di quattro giornate. La prima è stata interamente dedicata alle ispezioni tecniche atte a verificare le informazioni dichiarate nel Technical Report, mentre nelle successive tre giornate si sono svolte le prove di volo per un totale di quattro round.


Il team di Pisa si è distinto nelle ispezioni tecniche in quanto, insieme a pochi altri team, non ha ricevuto alcuna penalità grazie alla perfetta aderenza del modello realizzato con quanto specificato nel report tecnico. La missione da portare a termine durante i voli della competizione consisteva nel trasportare un carico pagante costituito da fittizie sacche di sangue. Per questo progetto è stata predisposta una baia di carico realizzata tramite stampa 3D in ABS rinforzato al Kevlar.

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A causa di un incidente avvenuto poche settimane prima della partenza, la baia di carico ha subito un danno irreparabile durante un test di volo e ciò non ha permesso il suo utilizzo durante la competizione, pertanto le prove di volo a Monaco si sono svolte senza carico pagante. Sebbene nella prima prova di volo l’aeromodello abbia avuto delle difficoltà causate delle forti raffiche di vento, i risultati delle prove successive sono stati soddisfacenti, e il team LeanIng Project ha chiuso la gara aggiudicandosi la sedicesima posizione a livello mondiale e la quarta a livello nazionale.

Sono Matteo Cantini e Nicola Mercanti i primi due laureati in "Innovazione Sostenibile in Viticoltura ed Enologia", il corso di laurea magistrale inter-ateneo tra l’Università di Pisa e l'Università degli Studi di Firenze attivato nell'anno accademico 2020/21. Il percorso di studi mira alla formazione di figure professionali capaci di svolgere attività complesse di pianificazione, gestione, controllo e coordinamento nell’ambito dell’intera filiera vitivinicola in un’ottica di sostenibilità e tutela dell’ambiente, impiegando consapevolmente rigorosi metodi scientifici e strumenti di lavoro innovativi. Claudio D’Onofrio (Università di Pisa) e Lisa Granchi (Università degli Studi di Firenze), rispettivamente presidente e vicepresidente del corso di laurea, esprimono grande soddisfazione per il conseguimento della laurea di Matteo Cantini e Nicola Mercanti entro i due anni previsti dal corso di studio, ed entrambi con la votazione di 110/110 e lode.

Cantini ISVE 1Matteo Cantini, 24 anni, proveniente da Scandicci (FI), ha discusso la tesi “Diversità e caratteristiche delle comunità di lieviti presenti nelle vespe sociali e sulle uve alla vendemmia: indagine in tre aziende Toscane”, con relatori Lisa Granchi e Marzia Cristiana Rosi dell’Università degli Studi di Firenze, correlatore Annita Toffanin dell’Università di Pisa. L’obiettivo del lavoro è stato quantificare, al momento della vendemmia, le comunità di lieviti presenti sull’esoscheletro, nell’intestino delle vespe sociali e sulla superficie delle uve in tre diverse realtà aziendali della Toscana rappresentative di tre DOCG: Chianti Classico, Brunello Di Montalcino e Nobile di Montepulciano. Lo studio ha confermato che le vespe sociali sono vettori di ceppi di lievito che si riscontrano anche sulla superficie delle uve e che possono essere un serbatoio naturale di biodiversità per la selezione di ceppi di lievito da sfruttare per applicazioni biotecnologiche che possono contribuire alla riduzione dell’uso di composti chimici rendendo più salubre il vino e più sostenibile la sua produzione. Ad agosto Matteo inizierà un nuovo impiego presso un’azienda vinicola a Montalcino per la stagione di vendemmia 2022, che lo vedrà impegnato fino a fine dicembre. Successivamente vorrebbe fare un’esperienza analoga nell’emisfero australe per aver modo di confrontarsi con modalità e stili diversi di fare vino.

Laurea 12 luglio Nicola MercantiNicola Mercanti, 24 anni, originario di Carrara, ha discusso la tesi “Tecnologie innovative per lo studio dei meccanismi diffusionali che influenzano l'evoluzione del vino” con relatori Angela Zinnai e Fabio Mencarelli dell’Università di Pisa, e Fabrizio Palla dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Lo scopo del lavoro è stato verificare quali variabili e in che modo risultano essere più o meno importanti durante la fase di affinamento del vino. I risultati ottenuti hanno evidenziato il ruolo fondamentale svolto dalla temperatura e suggeriscono possibili future strategie basate sulla formulazione di cicli termici opportuni, messi a punto sulla base delle caratteristiche composizionali del vino in conservazione, da impiegare nel corso della maturazione del prodotto in cantina. I dati sperimentali mostrano che, nel periodo di osservazione, l’utilizzo del tappo di sughero monopezzo è una scelta percorribile dato che tale soluzione risulta analoga a quella del tappo a corona. La chiusura delle bottiglie deve prevedere l’uso di un rivestimento esterno al tappo che garantisca l’impermeabilità ai gas e ai liquidi che renda possibile l’affinamento dei vini in mare. Per il futuro, l’aspirazione di Nicola è entrare nel mondo della ricerca, che lo ha affascinato da quando ha iniziato a studiare, e spera di poter continuare a coltivare questa passione tramite un’attività di dottorato.

A partire dal prossimo anno accademico, gli studenti dell’Università di Pisa residenti fuori regione e senza domicilio sanitario in Toscana avranno garantita, se vorranno, l’assistenza sanitaria primaria, grazie a un progetto che coinvolge l’Azienda USL Toscana Nord Ovest e i medici di medicina generale della zona pisana. L’accordo, che sarà attivato in via sperimentale con previsione di rinnovo, è stato presentato giovedì 14 luglio, nell’Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza, dal rettore Paolo Maria Mancarella, dal direttore sanitario dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest, Giacomo Corsini, e dal prorettore per gli Studenti e il DSU, Rossano Massai. Sono intervenuti l’assessora regionale all’Università e alla Ricerca, Alessandra Nardini, e l’assessora del Comune di Pisa con delega per il Diritto allo studio universitario, Sandra Munno. Erano inoltre presenti rappresentanti dell’Ordine dei Medici della Provincia di Pisa, della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale di Pisa, di Confcommercio e dell’Unione industriale di Pisa, di altri enti pubblici e privati interessati a collaborare al progetto.

“Questa convenzione è pensata per gli oltre 15.000 studenti del nostro Ateneo che arrivano a Pisa da fuori regione, molti dei quali non fanno richiesta di ‘domicilio sanitario, col risultato di essere privi, sul nostro territorio, di un medico che li possa assistere - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella - Da oggi, potranno contare su un servizio di assistenza sanitaria primaria appositamente dedicato a loro. Un'iniziativa che nasce dal profondo senso di responsabilità che abbiamo nei confronti delle nostre studentesse e dei nostri studenti, ma anche dall'esigenza di evitare il ricorso, da parte loro, alla Guardia Medica e al Pronto Soccorso, a maggior ragione in un momento ancora delicato come quello attuale”.

Il progetto annovera già la disponibilità di una ventina di medici di medicina generale convenzionati nella zona pisana che hanno risposto positivamente al bando dell’USL Toscana Nord Ovest. Questi e gli altri eventuali che si aggiungeranno effettueranno le visite agli studenti, sia ambulatoriali che domiciliari, e rendiconteranno periodicamente all’USL le prestazioni effettuate per il calcolo dei compensi.

Da parte sua, l’Ateneo pisano divulgherà l’elenco dei medici disponibili tra gli iscritti residenti fuori regione e raccoglierà le loro adesioni, chiedendo una quota per il servizio di 15 euro. La gestione del servizio sarà completamente informatizzata grazie a un applicativo messo a punto dal Sistema Informatico di Ateneo. La somma raccolta servirà come primo fondo per il pagamento delle prestazioni mediche, mentre altri soggetti, sia pubblici che privati, potranno contribuire a incrementare lo stesso fondo. Per le visite gli studenti non dovranno pagare alcuna somma, limitandosi a convalidare l’effettiva effettuazione della prestazione.

“Dal censimento realizzato in vista dell’attivazione di questo servizio – ha concluso il professor Rossano Massai – è emerso un gradimento assai ampio e quasi generalizzato, con il 95% degli iscritti fuori sede interessato ad aderire, anche con il pagamento di una quota modesta, e con il 64% di chi oggi usufruisce della domiciliazione sanitaria interessato ad abbandonarla per passare alla nuova forma di assistenza. Sono studenti residenti in tutte le regioni italiane, con netta prevalenza per quelle del Sud, dalla Sicilia alla Puglia, dalla Calabria alla Sardegna e alla Campania”.

“Un'iniziativa molto importante per garantire diritto alla salute e diritto allo studio”, ha commentato l’Assessora Alessandra Nardini, che ha rivolto “un ringraziamento sincero all'Università di Pisa, a partire dal Rettore Mancarella e dal Prorettore Massai, alla Direttrice dell'Azienda USL Toscana Nord Ovest, Casani, a tutte e tutti i medici che hanno manifestato la propria disponibilità, alle organizzazioni di rappresentanza ed enti locali del territorio che hanno deciso di sostenere questo progetto”.

“Siamo orgogliosi – ha proseguito - di una terra che, anche grazie alla sinergia tra istituzioni universitarie, istituzioni pubbliche e Azienda regionale per il Diritto allo Studio universitario, accoglie tante studentesse e tanti studenti non solo toscani ma anche provenienti da altre regioni del nostro Paese. Questo avviene sia per la qualità e l'eccellenza delle Università toscane, sia per la qualità dei servizi relativi al diritto allo studio che vengono garantiti nel nostro territorio. Oggi si aggiunge un altro tassello importante in questo senso: mai come in questi mesi abbiamo avuto conferma di quanto sia importante tenere insieme e garantire diritto alla salute, all'assistenza sanitaria, e diritto allo studio, scolastico e universitario, come in questo caso”.

Un team di studenti del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa si è aggiudicato il primo premio dell’Innovation Knowledge Exchange 2022 (INX22), una student case study competition tra team provenienti da tutto il mondo, che si è svolta nel campus della Felician University, a Rutherford nel New Jersey (USA). Le squadre dovevano sfidarsi sviluppando e proponendo soluzioni concrete all’obiettivo numero 3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite “Ensure healthy lives and promote well-being for all ages”.

L’evento è stato organizzato dal Lenke Family Center for Innovation della Felician University e dalla Royal Academy of Science International Trust con lo scopo di condividere soluzioni innovative, globali e sostenibili ad alcune delle principali sfide del mondo. Accademici, imprenditori e professionisti hanno partecipato attivamente illustrando idee, progetti e azioni concrete per aprire nuovi percorsi di sviluppo sostenibile per aziende e organizzazioni pubbliche e private.

Il team dell’Università di Pisa, composto da Anita Sammarini e Vincenzo Di Lillo, studenti del corso di laurea magistrale in Economics, da Alberto Giovannetti e Maria Chiara Pederzani, studenti del corso di laurea triennale MBE, e supervisionato da Salvatore Tallarico, PhD candidate in Business Administration and Management, si è aggiudicato il primo premio di diecimila dollari con il progetto “Global Healthcare Data System”, in cui hanno proposto soluzioni per superare le criticità che caratterizzano la raccolta e la condivisione dei dati sanitari e che sono concausa dei bias, delle iniquità e delle discriminazioni sociali sia tra i Paesi in via di sviluppo sia tra quelli maggiormente industrializzati.

La proposta del team dell’Ateneo pisano era strutturata in due pillar principali. Il primo era finalizzato all’armonizzazione dei dati sanitari a livello mondiale attraverso l’individuazione di un set minimo di indicatori e specifiche guide per il loro calcolo. Il secondo, diviso a sua volta in due step, riguardava un piano di Institutional Innovation attraverso l’istituzione dell’UN Office for Health Statistics e un piano di Technological Innovation attraverso l’utilizzo di tecnologie dell’Industria 4.0 come blockchain, AI e Machine Learning tools.

L’iniziativa, che ha visto coinvolti gli studenti dei corsi in lingua inglese del Dipartimento di Economia e Management, rientra nelle attività internazionali del dipartimento, che ha finanziato le borse di studio per consentire agli studenti del team e al tutor di partecipare all’evento. Il Dipartimento di Economia e Management ha istituito da alcuni anni un proprio servizio IRO (International Relations Office) dedicato specificatamente alle attività internazionali e ha puntato molto sull’internazionalizzazione della sua offerta formativa, che include il corso di laurea in Management for Business and Economics e il corso di laurea magistrale in Economics, entrambi interamente tenuti in lingua inglese. Ciò ha consentito di aumentare il numero di studenti internazionali, a cui si aggiungano numerosi studenti in entrata, che ogni anno decidono di trascorrere un periodo di mobilità per studio presso il dipartimento nell’ambito del progetto Erasmus e sulla base di altri accordi di mobilità con università internazionali, favorendo così un clima internazionale e di interazione culturale per tutti gli studenti del dipartimento.

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