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Venerdì, 25 Marzo 2022 12:52

Facts and Initiatives

Lunedì 28 marzo, dalle 16,30 alle 18,00, la Gipsoteca di Arte Antica (Piazza San Paolo all’Orto 20) dell'Università di Pisa apre le sue porte ai visitatori per un'attività speciale dedicata alle famiglie "Da Pisa ad Atene: family tour tra i calchi della Gipsoteca”.

I family tour si svolgeranno anche lunedì 4 e 11 aprile sempre allo stesso orario. I visitatori potranno andare alla scoperta delle collezioni della Gipsoteca dedicate all’Acropoli di Atene e dell'installazione artistica "An Archaeology of disability", presentata alla Biennale di Venezia nel 2021. L'ingresso è gratuito previa prenotazione inviando una mail aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo."> Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  entro le 12,00 del giorno in cui si intende fare le visita. Per accedere alla Gipsoteca sono necessari mascherina e green pass “rafforzato”.

L'iniziativa rientra nella manifestazione "Aree archeologiche e accessibilità: da limite a opportunità" curata da Anna Anguissola e Chiara Tarantino.

L’Università di Pisa intende rilanciare i percorsi di internazionalizzazione della formazione dottorale mediante l’attivazione di nuovi strumenti che ne favoriscano la ripresa, dopo la pausa forzata dovuta agli ultimi due anni di pandemia. L’Ateneo promuove infatti due iniziative nate con l’intento di sostenere la mobilità all’estero dei suoi dottorandi e favorire l’internazionalizzazione dei dottorati di ricerca.

La prima opportunità è rivolta direttamente ai dottorandi, che possono richiedere l’assegnazione di un contributo, fino a 5.000 euro, destinato a finanziare un soggiorno di ricerca all’estero della durata di almeno tre mesi. Il bando è riservato ai dottorandi (con e senza borsa) iscritti a un dottorato dell’Università di Pisa al secondo o al terzo anno. Tutti i dettagli per partecipare sono disponibili a questo link.

La seconda iniziativa prevede il cofinanziamento da parte dell’Ateneo al 50% di 4 borse di dottorato da bandire sul prossimo ciclo, che prevedano una attività di ricerca da svolgere in cotutela con un Ateneo estero disponibile a coprire l’altra metà della borsa. I docenti proponenti potranno presentare i progetti di ricerca candidati al finanziamento entro il 12 aprile 2022. Il finanziamento è rivolto in primo luogo alle cotutele di dottorandi in uscita, ma potranno essere valutati anche progetti di cotutela in entrata. L’avviso è disponibile a questo link.

Dal 17 al 19 marzo si è riunito a Pisa il consorzio Europeo del progetto Autocapsule, coordinato dall'Università di Pisa nell'ambito del pilastro Excellent Science di Horizon 2020, e che vede come partners l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC e Quantavis.

Il progetto prevede la progettazione di una capsula sensorizzata, ad alto grado di autonomia, che potrà effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente, e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto.
"Entro fine anno - afferma Giuseppe Iannaccone, professore di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e coordinatore del progetto - verranno messi a punto i primi due dispositivi: una capsula impiantabile per il tratto gastrointestinale e una capsula endoscopica pilotata con manipolazione magnetica mediante un braccio robotico esterno.
"La combinazione di dispositivi mobili e impiantabili, di sensori sofisticati e delle tecniche di robotica medica - prosegue Iannaccone - ha potenzialità eccezionali per portare tecniche di diagnostica avanzata dall'ospedale all'ambulatorio, aumentando di gran lunga le capacità di screening".

ll gruppo di ricerca al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Ateneo pisano sta sviluppando l’elettronica necessaria per pilotare i sensori, acquisire i segnali, comunicare con l'esterno e fornire potenza alla capsula in modo wireless attraverso il corpo umano. Elettronica che sarà tutta realizzata su chip, per occupare poco spazio e consumare poca potenza.

"Per noi che ci occupiamo di tecnologie abilitanti - conclude Iannaccone - la sfida è avvincente e difficilissima: trasferire senza filo energia elettrica una capsula che si trova nel tratto intestinale e ricevere i dati che trasmette. Si tratta comunque di una tecnologia trasversale, che una volta sviluppata si può impiegare in numerose applicazioni indossabili o impiantabili sia in ambito medico sia in altri ambiti.

Dal 17 al 19 marzo si è riunito a Pisa il consorzio Europeo del progetto Autocapsule, coordinato dall'Università di Pisa nell'ambito del pilastro Excellent Science di H2020, e che vede come partners l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC e Quantavis.

Il progetto prevede la progettazione di una capsula sensorizzata, ad alto grado di autonomia, che potrà effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente, e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto.
"Entro fine anno - afferma Giuseppe Iannaccone, professore di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e coordinatore del progetto - verranno messi a punto i primi due dispositivi: una capsula impiantabile per il tratto gastrointestinale e una capsula endoscopica pilotata con manipolazione magnetica mediante un braccio robotico esterno".

"La combinazione di dispositivi mobili e impiantabili, di sensori sofisticati e delle tecniche di robotica medica - prosegue Iannaccone - ha potenzialità eccezionali per portare tecniche di diagnostica avanzata dall'ospedale all'ambulatorio, aumentando di gran lunga le capacità di screening".

team_progetto.jpg

Il team di ricerca del progetto

 

ll gruppo di ricerca al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Ateneo pisano sta sviluppando l’elettronica necessaria per pilotare i sensori, acquisire i segnali, comunicare con l'esterno e fornire potenza alla capsula in modo wireless attraverso il corpo umano. Elettronica che sarà tutta realizzata su chip, per occupare poco spazio e consumare poca potenza.

"Per noi che ci occupiamo di tecnologie abilitanti - conclude Iannaccone - la sfida è avvincente e difficilissima: trasferire senza filo energia elettrica una capsula che si trova nel tratto intestinale e ricevere i dati che trasmette. Si tratta comunque di una tecnologia trasversale, che una volta sviluppata si può impiegare in numerose applicazioni indossabili o impiantabili sia in ambito medico sia in altri ambiti".

valliniC’è anche un professore dell’Università di Pisa nella Commissione di esperti appena istituita dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia per scrivere un codice dei crimini internazionali. Si tratta di Antonio Vallini, Ordinario di Diritto penale al Dipartimento di Giurisprudenza, che lavorerà nel team di esperti presieduto da Francesco Palazzo, professore emerito di diritto penale presso l’Università di Firenze, e da Fausto Pocar, professore emerito di diritto internazionale presso l’Università di Milano.

Ventiquattro anni dopo lo Statuto di Roma, con cui veniva istituita la Corte penale internazionale, la Commissione ministeriale darà compiuta attuazione a quegli obblighi internazionali assunti in occasione della Conferenza diplomatica delle Nazioni Unite il 17 luglio 1998. In particolare, resta da garantire “l’adattamento nel diritto interno della materia dei crimini internazionali”, che richiede “di organizzare e sistematizzare una disciplina complessa, tenendo conto dei criteri generali di legalità e personalità della tutela penale”, come specificato nel decreto ministeriale.

Il professor Antonio Vallini insegna Diritto penale e Diritto penale internazionale e comparato presso il Corso magistrale in Giurisprudenza, e da tempo rivolge la sua attività didattica e di ricerca al diritto dei crimini internazionali, oltre che a temi di teoria del reato, biodiritto, responsabilità medica. Presso il Ministero della Giustizia è già stato membro degli Stati generali dell'Esecuzione penale e della Commissione di studio per il riordino della parte speciale del codice penale. Ha altresì partecipato, fino al 2021, alla Commissione di Bioetica della regione Toscana. Dal 2013 al 2017 è stato coordinatore regionale del Polo Universitario Penitenziario della Toscana.

Gli altri componenti della Commissione nominata dalla Ministra Cartabia sono: Rosario Aitala, Maurizio Block, Valeria Del Tufo, Emanuela Fronza, Nicola Lettieri, Salvatore Luongo, Stefano Manacorda, Chantal Meloni, Antonio, Antonio Pastore, Marco Pedrazzi, Ezechia Paolo Reale, Paola Rubini, Cuno Jakob Tarfusser, Pasquale Velotti, Salvatore Zappalà. A questi si aggiungono il Capo e il Vicecapo di Gabinetto, il Capo e il Vicecapo dell’Ufficio Legislativo, il Capo dipartimento per gli affari di giustizia, il Direttore generale degli affari internazionali e della cooperazione giudiziaria e il Consigliere diplomatico della Ministra.

(Photo by Kyle Glenn on Unsplash)L’Università di Pisa intende rilanciare i percorsi di internazionalizzazione della formazione dottorale mediante l’attivazione di nuovi strumenti che ne favoriscano la ripresa, dopo la pausa forzata dovuta agli ultimi due anni di pandemia. L’Ateneo promuove infatti due iniziative nate con l’intento di sostenere la mobilità all’estero dei suoi dottorandi e favorire l’internazionalizzazione dei dottorati di ricerca.

La prima opportunità è rivolta direttamente ai dottorandi, che possono richiedere l’assegnazione di un contributo, fino a 5.000 euro, destinato a finanziare un soggiorno di ricerca all’estero della durata di almeno tre mesi. Il bando è riservato ai dottorandi (con e senza borsa) iscritti a un dottorato dell’Università di Pisa al secondo o al terzo anno. Tutti i dettagli per partecipare sono disponibili a questo link.

La seconda iniziativa prevede il cofinanziamento da parte dell’Ateneo al 50% di 4 borse di dottorato da bandire sul prossimo ciclo, che prevedano una attività di ricerca da svolgere in cotutela con un Ateneo estero disponibile a coprire l’altra metà della borsa. I docenti proponenti potranno presentare i progetti di ricerca candidati al finanziamento entro il 12 aprile 2022. Il finanziamento è rivolto in primo luogo alle cotutele di dottorandi in uscita, ma potranno essere valutati anche progetti di cotutela in entrata. L’avviso è disponibile a questo link.

Relatrice: prof.ssa Giovanna Pizzanelli, Dipartimento di Scienze Politiche

Abstract
Il testo originario della nostra Costituzione del 1948 non prevedeva il termine ambiente, e non avrebbe potuto farlo, dato che l’interesse alla tutela ambientale così come lo conosciamo oggi si è affermato sul finire degli anni Sessanta del Novecento.
Tra gli anni Cinquanta e la fine degli anni Ottanta del Novecento si è realizzata la cd. “grande trasformazione”: nell’arco di trent’anni la popolazione mondiale si è raddoppiata, si è registrato un forte incremento nei consumi alimentari, l’esplosione dei consumi energetici (a cui si è legata una intensa attività di estrazione e trasporto di fonti fossili), il ricorso all’uso civile della fonte nucleare; ciò ha favorito l’emergere di una coscienza ambientale, il ruolo dell’associazionismo ambientale, la nascita dei partiti ecologisti e un impegno che successivamente, a partire dalla fine degli anni Ottanta, si è declinato nella lotta ai cambiamenti climatici.
La “grande trasformazione” ha imposto un ripensamento collettivo per il passaggio dalla logica dello sfruttamento delle risorse naturali a quella della loro conservazione; un cambiamento di prospettiva che passa attraverso nuove responsabilità, per i soggetti pubblici e per i soggetti privati, rispetto al quale si registrano ancora forti resistenze.
Oggi la normativa ambientale è molto vasta e complessa, anche per dare adempimento agli obblighi nei confronti dell’Unione Europea e dell’ordinamento internazionale, e lo scenario geopolitico internazionale mette in luce segnali contraddittori, recentemente alimentati dalla guerra in atto tra Russia e Ucraina.
La recente riforma costituzionale che ha introdotto la “tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni” tra i principi fondamentali del testo costituzionale e l’inserimento della tutela dell’ambiente e della salute quali limiti all’esercizio della libera iniziativa economica privata, stabilendo altresì che l’attività economica pubblica debba essere coordinata anche ai fini ambientali, comporterà significativi cambiamenti?
Il nostro ordinamento giuridico è pronto a sancire il passaggio dall’antropocentrismo all’ecocentrismo?
Nel nostro Paese, qual è il livello di effettività degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite?
Su questi, tra gli altri interrogativi, l’incontro intende proporre una riflessione, ripercorrendo le tappe fondamentali per l’affermazione dell’interesse alla tutela ambientale nel nostro Paese, al fine di promuovere la cultura ambientale e della sostenibilità.

Incontro online per le classi delle scuole secondarie superiori.

Per prenotazioni e contatti:
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La "ricerca per la sostenibilità" come chiave per affrontare le grandi sfide future quali il cambiamento climatico, la povertà e le disuguaglianze, anche e soprattutto alla luce della situazione post-covid. Le linee guida che dovranno indirizzare questa trasformazione sono descritte in un articolo appena uscito sulla rivista “Nature Food”.

Si tratta di una sintesi del lavoro svolto da un gruppo di esperti nominati dalla Commissione europea nell'ambito del Comitato permanente per la ricerca agricola. Il gruppo di esperti coordinato dal professore Gianluca Brunori (foto) dell’Università di Pisa ha lavorato tra il 2019 e il 2020 al rapporto Resilience and Transformation pubblicato alla fine del 2020 sul sito web della Commissione UE.

L'articolo dunque enuncia e discute quattro principi cardine: responsabilità (che assume un'attenzione da parte del ricercatore agli effetti della propria ricerca), pluralità (che coinvolge nel processo di ricerca più voci e sensibilità), apertura (che tende a superare la separazione tra discipline) e collaborazione (che concepisce la ricerca come azione collettiva).

“Nell'ambito agro-alimentare, ad esempio, questo vuol dire che la ricerca dovrà contribuire a cambiare profondamente il modo con cui si produce, si trasforma, si distribuisce e si consuma il cibo con l’obiettivo di ridurre l'inquinamento, la perdita di biodiversità, gli sprechi e l'obesità – spiega Gianluca Brunori – per questo occorre rifondare il rapporto scienza e politica allocando in modo diverso le risorse e coinvolgendo soggetti, valori e interessi diversi”.

Sono arrivate all’Università di Pisa le prime due docenti ucraine accolte con il programma Visiting fellow, che permetterà loro di lavorare e fare ricerca nell’Ateneo pisano per un anno. Le due professoresse - Yelena Gregorian e Sibilla Buletsa - sono state accolte dal rettore Paolo Mancarella nella Sala Mappamondi del rettorato insieme a Francesco Marcelloni, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Francesco Dal Canto, direttore del dipartimento di Giurisprudenza, le professoresse Enza Pellecchia e Angioletta Sperti del dipartimento di Giurisprudenza, e il professor Ugo Faraguna, coordinatore per l’Internazionalizzazione della Scuola di Medicina.

"Ho voluto dare personalmente il benvenuto ed esprimere la vicinanza mia e di tutta l’Università di Pisa alle due colleghe e, loro tramite, a tutti gli ucraini in questo momento terribile – ha commentato il rettore -. La loro diretta testimonianza ha contribuito ad accrescere in noi il senso di incredulità per quanto sta accadendo e lo sgomento per la sofferenza del popolo ucraino. Ringrazio i colleghi dei Dipartimenti e dell’Amministrazione Centrale che nei giorni scorsi si sono prodigati per assicurare la migliore accoglienza alle colleghe. Sono certo che, nella loro permanenza a Pisa, potranno ritrovare un po’ della serenità perduta e instaurare collaborazioni scientifiche durevoli nel tempo".

Yelena Gregorian, proviene dalla National Medical University di Kharkiv, è docente di psicofisiologia e si occupa di psicologia del lavoro. Per il prossimo anno lavorerà al Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Ateneo pisano, nel team di ricerca del professor Angelo Gemignani. È arrivata a Pisa con la figlia di 13 anni e la madre, e adesso alloggiano in una struttura messa a disposizione dall'Ateneo.

Sibilla Buletsa proviene invece dalla Uzhhorod National University (Uzhhorod è una città nell’ovest del paese) è docente di Scienze giuridiche, capo del dipartimento di Diritto civile e Diritto processuale civile. È stata accolta al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo pisano dove lavorerà con la professoressa Enza Pellecchia. Arrivata in Italia con la famiglia, ora risiede in provincia.

Proprio in questi giorni l’Università di Pisa sta definendo interventi di supporto per studenti e docenti ucraini: oltre al programma Visiting fellow che permetterà di accogliere docenti e ricercatori, si darà l’opportunità agli studenti ucraini di iscriversi a corsi singoli dell’Ateneo, frequentare gratuitamente un corso di lingua italiana al CLI e, grazie alla disponibilità dell’ARDSU, alloggiare in una residenza universitaria e avere pasti gratuiti nelle mense (tutte le informazioni a questo link). Grazie alla collaborazione dell’Unità di Psicologia clinica, è stato inoltre attivato un servizio di supporto psicologico per gli studenti ucraini, come anche per gli studenti russi. Si ricorda inoltre che l’Ateneo ha creato un canale Teams per comunicare con gli studenti ucraini, oltre all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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