Immatricolazione ai corsi di dottorato: scadenza 7 ottobre 2021
I vincitori del concorso e i sovrannumerari devono immatricolarsi entro le ore 13.00 (ora italiana) del 7 ottobre 2021, a pena decadenza dal diritto all’ammissione al Corso e all’eventuale borsa di studio.
leggi i dettagli : https://dottorato.unipi.it/index.php/it/component/k2/item/621-avviso-immatricolazione-corsi-di-dottorato-e-scorrimenti-scadenza-7-ottobre-2021.html
Università di Pisa: un fondo da 300 mila euro per attrarre studenti da fuori regione
Mille euro di contributo per ogni studente laureato presso altri atenei italiani, con sede al di fuori della regione Toscana, che intende proseguire la propria carriera accademica con una laurea magistrale dell’Università di Pisa. È quanto ha deciso l’Ateneo toscano, stanziando un fondo di 300.000 euro per sostenere le studentesse e gli studenti fuori sede che ogni anno scelgono Pisa per completare la propria formazione. Unici requisiti richiesti: non aver superato i 30 anni di età ed avere un ISEE universitario (o corrente o parificato), in corso di validità, non superiore a 50.000 euro e un patrimonio mobiliare, dichiarato ai fini ISEE, non superiore a 100.000 euro.
«Ogni anno sono tantissimi i ragazzi e le ragazze che scelgono l’Università di Pisa per completare il proprio percorso universitario e conseguire qui la loro laurea magistrale – ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella – Era nostro dovere, in questo momento di grande difficoltà per le famiglie italiane, adottare delle misure specifiche che tutelassero il diritto di questi studenti di coltivare il proprio futuro».
«Il fatto che scelgano Pisa e non un’altra sede – ha aggiunto Mancarella – è segno che qui trovano un’offerta formativa in grado di rispondere alle loro esigenze; che si è saputa mantenere di altissimo livello e aggiornata in ogni campo. Senza dimenticare che Pisa è un luogo in cui uno studente ha l'opportunità di studiare e vivere in un contesto davvero straordinario: dall’ambiente universale che ogni giorno si respira nelle aule e nei laboratori, ad una Pisa animata da un inatteso spirito cosmopolita, che nasce dall’essere un luogo in cui si ritrova una delle maggiori concentrazioni di sapere e di qualità scientifica in Italia».
«Ci tengo a ricordare – ha concluso il Rettore - che questa misura segue l'approvazione del nostro nuovo Regolamento delle tasse studentesche con il quale, giusto per citare le principali novità, abbiamo innalzato la No Tax Area fino a 26.000 euro di ISEE; introdotto l’esonero totale per i cosiddetti care leavers, ossia quei giovani che non hanno una famiglia su cui poter contare, oltre ad aver previsto forme di esonero parziale e totale per gli studenti con invalidità tra il 45% e il 65% e una riduzione di 200 euro per merito».
I contributi previsti dal bando possono essere riconosciuti agli studenti che intendono immatricolarsi per l’anno accademico 2021/2022 ad un corso di laurea magistrale non a ciclo unico avendo conseguito una laurea triennale o magistrale presso altro ateneo italiano con sede al di fuori della Regione Toscana. La domanda di partecipazione alla selezione dovrà essere presentata, pena l’esclusione, entro le ore 13:00 del 23 dicembre 2021, alla Direzione Servizi per la didattica e gli studenti, mediante la compilazione del form on line disponibile sul portale di ateneo, accedendo con le credenziali fornite dall’Ateneo.
Dottorato all’Università di Pisa: 86 posti per fare ricerca su tematiche green e dell’innovazione
L’Università di Pisa ha bandito 86 nuove borse di dottorato su tematiche green e dell’innovazione, cofinanziate su fondi PON 2014-2020 del Ministero dell’Università e della Ricerca grazie alle risorse aggiuntive del fondo REACT-EU, istituito dalla Commissione Europea per contrastare gli effetti dalla pandemia da COVID-19 e agevolare la ripresa dell’economia negli stati membri. Per partecipare c’è tempo fino al 15 ottobre.
Il bando di concorso riguarda 17 dottorati di ricerca nei più diversi settori scientifici, con progetti d’avanguardia negli ambiti delle ingegnerie e delle scienze dure, dell’area medico-clinica e delle discipline umanistiche e sociali, dimostrando la spiccata interdisciplinarità della formazione dottorale offerta dall’Ateneo. Quale elemento qualificante del percorso formativo, e con l’obiettivo di garantire un’elevata occupabilità dei futuri dottori, è previsto per tutti l’esperienza almeno semestrale presso un’impresa, italiana o straniera, specializzata nel tema di ricerca bandito.
Per partecipare i candidati devono presentare un progetto di ricerca sulle tematiche individuate: 8 borse sono focalizzate sui temi dell’innovazione, delle tecnologie abilitanti e del più ampio tema del digitale, e 78 su tematiche green, incentrate cioè su temi orientati alla conservazione dell’ecosistema, alla biodiversità, nonché alla riduzione degli impatti del cambiamento climatico e alla promozione di uno sviluppo sostenibile.
Tutte le informazioni sul bando sono disponibili sul sito http://dottorato.unipi.it a questo link.
Le emissioni di CO2 sono il campanello di allarme delle eruzioni esplosive dei vulcani
L’aumento della CO2 nelle emissioni può far prevedere un’eruzione violenta di un vulcano con un anticipo sino a tre mesi. E’ questo quanto emerge da una ricerca pubblicata su Science Advances alla quale ha partecipato l’Università di Pisa all’interno di un consorzio tutto italiano che comprende le università di Palermo, Firenze e Torino e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (sezioni di Napoli e Bologna).
In particolare, lo studio ha analizzato la composizione e i flussi dei gas vulcanici a Stromboli grazie ad un sistema di monitoraggio finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC). I risultati hanno dimostrano come il gas vulcanico, in particolare l’aumento della CO2, giochi un ruolo chiave nelle dinamiche esplosive, e che i periodi preparatori delle esplosioni sono caratterizzati da emissioni anomale di CO2, rilasciate dal magma ancora immagazzinato in profondità.
“Le eruzioni vulcaniche sono fenomeni improvvisi, la cui dinamica è così rapida da sfuggire spesso al controllo preventivo pur rappresentando, come nel caso di Stromboli o Etna, un serio pericolo, sia per la presenza di aree abitate circostanti che per i turisti – spiega il professore Marco Pistolesi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – l’utilizzo dei gas vulcanici, che abbiamo proposto in questo studio, apre così nuovi scenari per la loro possibile identificazione e previsione”.
Le emissioni di CO2 sono il campanello di allarme delle eruzioni esplosive dei vulcani
L’aumento della CO2 nelle emissioni può far prevedere un’eruzione violenta di un vulcano con un anticipo sino a tre mesi. E’ questo quanto emerge da una ricerca pubblicata su Science Advances alla quale ha partecipato l’Università di Pisa all’interno di un consorzio tutto italiano che comprende le università di Palermo, Firenze e Torino e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (sezioni di Napoli e Bologna).
In particolare, lo studio ha analizzato la composizione e i flussi dei gas vulcanici a Stromboli grazie ad un sistema di monitoraggio finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC). I risultati hanno dimostrano come il gas vulcanico, in particolare l’aumento della CO2, giochi un ruolo chiave nelle dinamiche esplosive, e che i periodi preparatori delle esplosioni sono caratterizzati da emissioni anomale di CO2, rilasciate dal magma ancora immagazzinato in profondità.
Le eruzioni parossistiche dell’estate del 2019 a Stromboli
“Le eruzioni vulcaniche sono fenomeni improvvisi, la cui dinamica è così rapida da sfuggire spesso al controllo preventivo pur rappresentando, come nel caso di Stromboli o Etna, un serio pericolo, sia per la presenza di aree abitate circostanti che per i turisti – spiega il professore Marco Pistolesi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – l’utilizzo dei gas vulcanici, che abbiamo proposto in questo studio, apre così nuovi scenari per la loro possibile identificazione e previsione”.
Università di Pisa: un fondo da 300 mila euro per attrarre studenti da fuori regione
Mille euro di contributo per ogni studente laureato presso altri atenei italiani, con sede al di fuori della regione Toscana, che intende proseguire la propria carriera accademica con una laurea magistrale dell’Università di Pisa. È quanto ha deciso l’Ateneo toscano, stanziando un fondo di 300.000 euro per sostenere le studentesse e gli studenti fuori sede che ogni anno scelgono Pisa per completare la propria formazione. Unici requisiti richiesti: non aver superato i 30 anni di età ed avere un ISEE universitario (o corrente o parificato), in corso di validità, non superiore a 50.000 euro e un patrimonio mobiliare, dichiarato ai fini ISEE, non superiore a 100.000 euro.
A questo link è disponibile il bando.
«Ogni anno sono tantissimi i ragazzi e le ragazze che scelgono l’Università di Pisa per completare il proprio percorso universitario e conseguire qui la loro laurea magistrale – ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella – Era nostro dovere, in questo momento di grande difficoltà per le famiglie italiane, adottare delle misure specifiche che tutelassero il diritto di questi studenti di coltivare il proprio futuro».
«Il fatto che scelgano Pisa e non un’altra sede – ha aggiunto Mancarella – è segno che qui trovano un’offerta formativa in grado di rispondere alle loro esigenze; che si è saputa mantenere di altissimo livello e aggiornata in ogni campo. Senza dimenticare che Pisa è un luogo in cui uno studente ha l'opportunità di studiare e vivere in un contesto davvero straordinario: dall’ambiente universale che ogni giorno si respira nelle aule e nei laboratori, ad una Pisa animata da un inatteso spirito cosmopolita, che nasce dall’essere un luogo in cui si ritrova una delle maggiori concentrazioni di sapere e di qualità scientifica in Italia».
«Ci tengo a ricordare – ha concluso il Rettore - che questa misura segue l'approvazione del nostro nuovo Regolamento delle tasse studentesche con il quale, giusto per citare le principali novità, abbiamo innalzato la No Tax Area fino a 26.000 euro di ISEE; introdotto l’esonero totale per i cosiddetti care leavers, ossia quei giovani che non hanno una famiglia su cui poter contare, oltre ad aver previsto forme di esonero parziale e totale per gli studenti con invalidità tra il 45% e il 65% e una riduzione di 200 euro per merito».
I contributi previsti dal bando possono essere riconosciuti agli studenti che intendono immatricolarsi per l’anno accademico 2021/2022 ad un corso di laurea magistrale non a ciclo unico avendo conseguito una laurea triennale o magistrale presso altro ateneo italiano con sede al di fuori della Regione Toscana. La domanda di partecipazione alla selezione dovrà essere presentata, pena l’esclusione, entro le ore 13:00 del 23 dicembre 2021, alla Direzione Servizi per la didattica e gli studenti, mediante la compilazione del form on line disponibile sul portale di ateneo, accedendo con le credenziali fornite dall’Ateneo.
Con "Let's Dig Down DHIP" l’Ateneo si apre al podcast per raccontare l’internazionalizzazione
Un podcast per spiegare cos’è l’internazionalizzazione nell’istruzione superiore e raccontare in particolare i temi del progetto DHIP, che mira a potenziarla nelle università latinoamericane. Saranno a breve disponibili sulle principali piattaforme di ascolto i sei episodi di “Let's Dig Down DHIP”, la collana audio curata dall’Unità Programmi Internazionali di Cooperazione, Formazione e Mobilità dell’Università di Pisa, il cui lancio ufficiale è previsto il prossimo 14 ottobre in occasione degli Erasmus Days 2021.
Le due giovani voci protagoniste del podcast “Let's Dig Down DHIP”, sono quelle di Isabella Covelli e Alessio Venturini, che accorciano le distanze tra chi ascolta e chi racconta, ossia coloro che hanno partecipato attivamente al progetto. I primi due episodi sono dedicati alla presentazione di DHIP. Gli altri spiegano con semplicità cosa sono l’internazionalizzazione del curriculum, della ricerca, della terza missione e degli uffici e servizi, aiutando a sfatare qualche luogo comune. Tutti e sei in inglese, durano circa dieci minuti.
Partito nel 2017, il progetto DHIP aveva l’obiettivo sviluppare e integrare la dimensione di internazionalizzazione degli istituti superiori dell’America Latina, in particolare di Argentina, Colombia e Paraguay. Oltre all’Università di Pisa, erano coinvolte altre 12 università e una fondazione. Venerdì 8 ottobre è prevista la conferenza finale del progetto, un’occasione per raccogliere i frutti del lavoro di quattro anni e far sì che questi siano utili per il più ampio numero possibile di persone e istituzioni, com’è nello spirito del programma Erasmus+, che assegna alla cosiddetta “disseminazione dei risultati” un ruolo essenziale nella realizzazione dei progetti.
“Il podcast è un mezzo ideale per intercettare l’attenzione di un pubblico non facilmente raggiungibile attraverso i canali più tradizionali, quello giovanile in primo luogo, per il quale può divenire forma attiva di formazione, coinvolgimento e partecipazione – spiega Tommaso Salamone, responsabile dell’Unità Programmi Internazionali di Cooperazione, Formazione e Mobilità dell’Università di Pisa – I dati 2020 dell’indagine IPSOS “Digital Audio Survey”confermano che i podcast riescono ad avvicinare le fasce più giovani di ascoltatori (52% di under 35) e che sempre più persone li utilizzano, anche perché i contenuti possono essere fruiti negli spostamenti quotidiani o mentre ci si dedica ad altre attività, senza necessità di rimanere incollati al video. È per questo che lo abbiamo scelto per raccontare a tutti il nostro progetto”.
Realizzare un podcast non è semplice, è necessario adeguare il linguaggio allo strumento, creare storie che appassionino stimolando la voglia di approfondire, attingere a competenze tecniche. Per questo l’Unità Programmi Internazionali di Cooperazione, Formazione e Mobilità dell’Università di Pisa è stata affiancata da Cumbre | Altre Frequenze, collettivo di produzione audio.
"Let's Dig Down DHIP" sarà disponibile sulle principali piattaforme di ascolto, Spotify, Google Podcast e Spreaker, e sul sito del progetto www.projectdhip.com.
Dal 14 ottobre sarà attivo il link diretto per l’ascolto https://www.spreaker.com/show/lets-dig-down-dhip.
Dottorato all’Università di Pisa: 86 posti per fare ricerca su tematiche green e dell’innovazione
L’Università di Pisa ha bandito 86 nuove borse di dottorato su tematiche green e dell’innovazione, cofinanziate su fondi PON 2014-2020 del Ministero dell’Università e della Ricerca grazie alle risorse aggiuntive del fondo REACT-EU, istituito dalla Commissione Europea per contrastare gli effetti dalla pandemia da COVID-19 e agevolare la ripresa dell’economia negli stati membri. Per partecipare c’è tempo fino al 15 ottobre.
Il bando di concorso riguarda 17 dottorati di ricerca nei più diversi settori scientifici, con progetti d’avanguardia negli ambiti delle ingegnerie e delle scienze dure, dell’area medico-clinica e delle discipline umanistiche e sociali, dimostrando la spiccata interdisciplinarità della formazione dottorale offerta dall’Ateneo. Quale elemento qualificante del percorso formativo, e con l’obiettivo di garantire un’elevata occupabilità dei futuri dottori, è previsto per tutti l’esperienza almeno semestrale presso un’impresa, italiana o straniera, specializzata nel tema di ricerca bandito.
Per partecipare i candidati devono presentare un progetto di ricerca sulle tematiche individuate: 8 borse sono focalizzate sui temi dell’innovazione, delle tecnologie abilitanti e del più ampio tema del digitale, e 78 su tematiche green, incentrate cioè su temi orientati alla conservazione dell’ecosistema, alla biodiversità, nonché alla riduzione degli impatti del cambiamento climatico e alla promozione di uno sviluppo sostenibile.
Tutte le informazioni sul bando sono disponibili sul sito http://dottorato.unipi.it a questo link.
Diabete: l’importanza di controllare l’ipertensione notturna per prevenire la mortalità
Uno studio pisano sul ruolo dell’ipertensione notturna come fattore predittivo del rischio di mortalità nel diabete è stato selezionato come finalista per il premio “Hypertension Early Career Award” fra gli abstract presentati al congresso internazionale dell’American Heart Association “Hypertension Scientific Sessions 2021”. La ricerca, condotta dall’Università di Pisa su pazienti in carico all’Aoup-Azienda ospedaliero-universitaria pisana, dimostra che 1 paziente diabetico su 10 soffre di ipertensione notturna – solitamente invece la pressione arteriosa si riduce durante il sonno - e questa condizione raddoppia il rischio di morte per qualsiasi causa dopo 21 anni, indipendentemente dal suo controllo.
Il premio è stato ritirato dalla dottoressa Martina Chiriacò (foto), specializzanda in Medicina interna all’Università di Pisa e lo studio - dal titolo: “Prognostic value of 24-hour ambulatory blood pressure patterns and heart rate variability in diabetes: a 21-year longitudinal study – CHAMP1ON Study” (“Valore prognostico della variabilità pressoria e della frequenza cardiaca nelle 24 ore nel diabete: studio longitudinale lungo 21 anni – Studio CHAMP1ON”) -, coordinato dal dottor Domenico Tricò, è stato possibile grazie alla proficua collaborazione di medici e biologi delle strutture di Dietologia universitaria, Medicina interna 1 e Medicina interna 5 dell’Aoup, che condividono il riconoscimento conferito dalla comunità scientifica internazionale: Luca Sacchetta, Giovanna Forotti, Simone Leonetti, Lorenzo Nesti, Stefano Taddei, Andrea Natali, Anna Solini, oltre ai già citati Chiriacò e Tricò.
È noto che l’ipertensione ha effetti negativi sulla salute cardiovascolare ma c’è ancora molto da scoprire sull’importanza delle variazioni della pressione arteriosa nelle 24 ore. E’ noto che durante il sonno si riduce e quando il calo supera il 10% rispetto al giorno si parla di “dipping”. Tuttavia, in alcune patologie come il diabete e l’ipertensione resistente, la pressione arteriosa non diminuisce adeguatamente durante la notte e questa condizione è chiamata "non dipping"; in alcuni casi, la pressione arteriosa media è paradossalmente maggiore rispetto ai valori diurni, una condizione denominata "reverse dipping".
Precedenti studi hanno dimostrato che il reverse dipping è associato a patologie renali e cardiovascolari. Tuttavia, l’effetto a lungo termine del reverse dipping sulla mortalità non è ancora chiaro; in particolare, i dati relativi ai pazienti diabetici sono estremamente scarsi.
Lo studio CHAMP1ON ha quindi cercato di indagare questi aspetti per evidenziare il possibile ruolo predittivo delle alterazioni della pressione arteriosa notturna in termini di rischio di mortalità nel diabete.
In questo lavoro sono stati studiati 349 pazienti con diabete sottoposti a monitoraggio ambulatoriale della pressione delle 24 ore ed è stata analizzata la loro sopravvivenza 21 anni dopo. La maggior parte di loro soffriva di diabete mellito di tipo 2 (81%) e di ipertensione (82%). E’ stato riscontrato che più della metà dei pazienti (52%) ha mostrato una pressione arteriosa di tipo non-dipping, inoltre, il 20% di loro erano reverse dippers. I reverse dippers erano più frequentemente trattati per ipertensione, mostravano un rimodellamento cardiaco di tipo concentrico - che è un segno di danno cardiaco mediato dall’ipertensione - e soffrivano più spesso di neuropatia autonomica cardiaca (CAN). La CAN è una complicanza del diabete che causa una compromissione del controllo del sistema cardiovascolare, compresa l’alterata regolazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, ed è riconosciuta come un fattore di rischio indipendente per mortalità ed eventi cardiovascolari nel diabete.
Lo studio ha inoltre dimostrato che i reverse dippers hanno una sopravvivenza ridotta rispetto ai dippers (con una riduzione media della sopravvivenza di 2.5 e 1.1 anni, rispettivamente) e sono caratterizzati da un rischio di morte più che doppio rispetto ai dippers e 1.9 volte più alto rispetto ai non-dippers. In più, i pazienti con ipertensione notturna isolata (cioè con valori di pressione arteriosa elevati solo durante la notte) mostrano una riduzione della sopravvivenza simile a quella dei pazienti con ipertensione presente durante le 24 ore, e sono caratterizzati da una riduzione media di 1.2 anni di vita.
I risultati trovati sono indipendenti da altri possibili fattori confondenti come l’età, il sesso, il controllo glicemico, l’obesità, la pressione arteriosa misurata durante le visite ambulatoriali e il tipo o la durata del diabete
In sintesi, lo studio CHAMP1ON mostra che 1 paziente diabetico su 10 è un reverse dipper e questa condizione raddoppia il rischio di morte per qualsiasi causa a 21 anni, indipendentemente dal controllo della pressione arteriosa. Ad oggi, è l’unico con una durata superiore a 20 anni che ha esplorato il ruolo dell’alterata variazione della pressione arteriosa durante le 24 ore come fattore di rischio per la mortalità nel diabete.
Alla luce dei risultati appare quindi fondamentale che i medici di medicina generale e i diabetologi utilizzino il monitoraggio pressorio delle 24 ore per evidenziare un alterato controllo pressorio notturno, che non sarebbe altrimenti evidente durante le normali visite ambulatoriali, al fine di ottimizzare il trattamento e la gestione dei pazienti con diabete.
Ci sono alcune strategie per ridurre la pressione arteriosa di notte, fra cui la somministrazione serale di farmaci anti-ipertensivi (la più efficace e comprovata). Inoltre, una nuova classe di farmaci ipoglicemizzanti, gli SGLT2-inibitori, sembrano ridurre l’eccessiva attivazione del sistema nervoso simpatico, un possibile meccanismo di reverse dipping.
Lorenzo, talento di soli 14 anni, ha scelto di studiare Matematica all’Università di Pisa
Come molti altri studenti, Lorenzo si è appena immatricolato al corso di laurea in Matematica dell’Università di Pisa, nel suo caso dopo aver completato gli studi di scuola secondaria in Gran Bretagna e aver già frequentato il primo anno del corso di laurea in Matematica all'Università di Göttingen. La particolarità è che Lorenzo ha appena 14 anni, essendo nato nel 2007.
“Ho frequentato il mio primo anno di Matematica in Germania ed è stata una grandissima esperienza formativa - ha dichiarato questo ragazzo prodigio, che all’età di nove anni ha scoperto il fascino della matematica attraverso le equazioni e che con il sostegno continuo dei genitori è riuscito a raggiungere il traguardo storico per l’Italia di immatricolarsi alla sua età - Ho lavorato tantissimo per superare gli esami e nel frattempo ho anche preparato gli A-Level di Cambridge. Superato l’esame di maturità inglese ho ricevuto offerte da università importantissime in Italia e all’estero, ma il mio sogno è sempre stato quello di studiare a Pisa, l’Università di Alessio Figalli che per me è come Superman, anche se preferisco l’algebra”.
“I corsi sono iniziati da una settimana - ha continuato Lorenzo - e sono felice, il livello è altissimo e ogni giorno è una grande scoperta: ho capito che a Pisa si studia per imparare a studiare e fare della buonissima ricerca”.
Per il resto, nei rari momenti non dedicati allo studio, Lorenzo segue le mode dei suoi coetanei, giocando alla playstation, chattando con gli amici e leggendo libri di fantascienza. Con nella testa due obiettivi già molto chiari: “il mio sogno - ha detto - è quello di studiare la matematica anche da adulto e intanto vorrei far vedere ai ragazzi italiani che esiste un modo per avvicinarsi a questa materia con interesse e passione”.