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Bando ed allegati

Attenzione: Prima di iscriversi al concorso è necessario leggere attentamente il bando di concorso e la Guida pratica per la presentazione delle domande.

Procedura di iscrizione on-line

Scadenza domande: ore 13:00 dell'11 ottobre 2021

 

Iscrizione on line

L'iscrizione telematica al concorso si articola nelle fasi sottoelencate:

  • registrare i propri dati anagrafici su web, collegandosi all'indirizzo www.studenti.unipi.it  . Se hai conseguito (o conseguirai) il titolo di studio presso l'Università di Pisa non devi registrarti, ma procedere direttamente con la fase di iscrizione al concorso, sempre collegandoti all'indirizzo www.studenti.unipi.it ;
  • inserire tutti i dati richiesti per l'iscrizione al concorso;
  • al termine della procedura telematica pagare la tassa concorsuale di 60,00 euro mediante uno degli strumenti di pagamento consentiti dal sistema PagoPA. Informazioni sul pagamento attraverso PagoPA sono disponibili alla pagina internet https://www.unipi.it/index.php/tasse-e-diritto-allo-studio/item/15414-pagamento-tasse

Ricorda
La scheda di autocertificazione relativa ai titoli valutabili va consegnata alla Commissione giudicatrice in sede di prova d'esame. Il giorno della prova presentarsi con un documento d'identità, in corso di validità.

Nota bene
Per poter aprire i file in formato pdf occorre il programma Acrobat Reader. Se non ne sei provvisto, puoi scaricarlo gratuitamente.

Assistenza
Per assistenza contattare l'Unità Scuole di Specializzazione all'indirizzo http://sportellovirtuale.unipi.it  .

Ci sono anche due progetti di ricerca “made in Pisa”, rispettivamente dell'AOUP-Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e dell'Università di Pisa fra i sette studi scientifici finanziati da Fondazione Telethon e associazione pazienti nell’ambito del Bando “Seed Grant” per aiutare la ricerca sulle malattie genetiche rare. Quest’anno il contributo stanziato ammonta a 350.000 euro e i progetti selezionati riguardano la sindrome di Sanfilippo, la pseudo-ostruzione intestinale cronica (POIC), la fibrodisplasia ossificante progressiva (FOP), la Discinesia Ciliare Primaria - Sindrome di Kartagener e l’encefalopatia epilettica da deficit di CDKL5, questi ultimi due condotti a Pisa, il primo dal dottor Massimo Pifferi, pediatra dell'AOUP e full member dell’ERN Lung PCD Core, e il secondo dalla dottoressa Paola Tognini, ricercatrice di Fisiologia al Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa.

Massimo PifferiIl primo progetto, che verrà realizzato insieme al professor Mauro Pistello, al dottor Michele Lai e alla dottoressa Chiara Gabellini dell’Università di Pisa, si propone di sviluppare un modello di gene editing per la Discinesia Ciliare Primaria - Sindrome di Kartagener. Questa malattia genetica rara è caratterizzata principalmente da un alterato movimento delle ciglia dell’epitelio respiratorio con conseguente compromissione della rimozione delle secrezioni mucose, responsabile di infezioni croniche delle vie aeree con decadimento progressivo della funzione respiratoria. “Per questa malattia – ha dichiarato il dottor Pifferi (nella foto a lato) - non esiste ad oggi una cura specifica, ma solo trattamenti di supporto che tentano di alleviare le manifestazioni cliniche. Grazie alla nuova tecnica di ingegneria genetica CRISPR/Cas9 si potrà agire con una forbice molecolare per correggere il gene mutato”.

Il progetto sperimentale prevede da un lato la correzione del difetto in cellule epiteliali ciliate di pazienti seguiti in AOUP poste in coltura, dall’altro la creazione di un modello zebrafish con mutazioni omologhe a quelle umane che sarà utilizzato per verificare il successo del gene editing con materiale genetico umano non alterato. Questo modello zebrafish potrà essere, inoltre, impiegato in ulteriori studi volti allo sviluppo di nuove terapie, quali la valutazione dell’efficacia di farmaci, o alla comprensione dei meccanismi attraverso cui le mutazioni determinano la patologia.

Tognini PaolaIl secondo progetto pisano proverà a caratterizzare il ruolo del microbiota intestinale nell’encefalopatia epilettica da deficit di CDKL5, per chiarire nuovi aspetti fisiopatologici e identificare possibili nuovi approcci terapeutici. L’encefalopatia CDKL5 è una grave malattia dello sviluppo che si manifesta con epilessia già nei primi mesi di vita, ritardo cognitivo e autismo, oltre a ridotte capacità visive, motorie e problemi a livello gastrointestinale.

Il progetto curato dalla dottoressa Paola Tognini si propone di studiare l’asse intestino-cervello nei pazienti affetti da sindrome CDKL5, una rara malattia genetica del neurosviluppo caratterizzata da sintomi molto gravi tra cui epilessia e disabilità motorie e intellettive, a oggi senza una cura. La dottoressa esplorerà se il microbiota intestinale possa giocare un ruolo nella sintomatologia che si osserva in questi pazienti: un aspetto fino a ora non considerato, ma che potrebbe avere un forte impatto sulla vita degli stessi e sulla quotidianità delle loro famiglie.

“Studi condotti sia nel modello animale che nell’uomo - ha spiegato la dottoressa Tognini (nella foto a lato) - hanno dimostrato come il microbiota intestinale possa influenzare vari aspetti legati al funzionamento del nostro cervello, tra cui riposte allo stress, appetito, sonno e come possa essere alterato in vari disturbi neuroposichiatrici. Per questo abbiamo deciso di indagare se i microbi intestinali e le sostanze da loro prodotte potessero differire nei bambini affetti da CDKL5 rispetto a bambini sani. Speriamo che il nostro studio possa aiutarci a individuare nuovi biomarcatori per monitorare la progressione della malattia o il suo miglioramento in modo non invasivo, e specifici interventi dietetici per cercare di alleviare i sintomi così severi di questi pazienti”.

Per ulteriori informazioni e dettagli sui ricercatori, le malattie e i progetti di ricerca finanziati, visita il sito: www.telethon.it.

Tra i 6 vincitori del Facebook Research Award, che l’azienda ha annunciato nei giorni scorsi, c’è anche un progetto italiano, presentato da Enzo Mingozzi, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (DII) e Claudio Cicconetti dell'Istituto di Informatica e Telematica del CNR di Pisa (Iit-Cnr).

Il premio finanzia ogni anno progetti di ricerca nell'ambito ICT provenienti da tutto il mondo, per promuovere l’innovazione nei servizi internet e web e consolidare la collaborazione tra Facebook e il mondo accademico.

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Da sinistra Enzo Mingozzi e Claudio Cicconetti.


La ricerca di Mingozzi e Cicconetti è dedicata ai protocolli di Internet e al loro utilizzo per lo sviluppo di servizi web sempre più efficienti, basati sul cloud. In particolare, l'obiettivo del progetto è lo studio del nuovo protocollo QUIC per combinare due linee di sviluppo sempre più dominanti nell'ambito dei servizi cloud: il serverless computing, che permette lo sviluppo di applicazioni più agili, e l'edge computing, cioè il dispiegamento di risorse di calcolo ai "bordi" della rete, più vicino agli utenti dei servizi rispetto alle risorse collocate nei grandi data center, che consente risposte più veloci.

“Per la prima volta – spiega Enzo Mingozzi – viene proposto l’utilizzo del protocollo Internet QUIC per combinare la tendenza all’ottimizzazione dell’allocazione delle risorse da parte dei provider con quella alla frammentazione e localizzazione dei datacenter, che garantisce maggior velocità, riduzione del traffico e maggiore sicurezza. Le ricadute sono molteplici, in particolare nel campo dell’Internet of Things, uno dei settori chiave della nuova rivoluzione industriale in atto, ma anche della realtà virtuale e aumentata in tutte le sue possibili applicazioni.”

“Siamo molto soddisfatti di questo riconoscimento” commenta Claudio Cicconetti. “La nostra attività di ricerca congiunta su questo progetto è frutto di una lunga tradizione di collaborazione scientifica tra l’IIT-CNR e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, una collaborazione che rafforza il ruolo di Pisa nel campo della ricerca sul networking e sullo sviluppo di Internet, in particolare in relazione a Industria 4.0.”

Un riconoscimento per aver saputo unire il calcio a un percorso formativo che genera competenze e professionalità, contribuendo a valorizzare lo sport come settore strategico per lo sviluppo di nuove opportunità attraverso l'istituzione di specifici studi universitari e di un laboratorio dove studio e ricerca diventano strumenti di crescita e innovazione. Sono queste le motivazioni con cui il professor Marco Gesi, prorettore con delega allo Sport dell'Università di Pisa, è stato insignito del “Premio Nazionale Città di Piancastagnaio – La Castagna”, promosso dal Comune della cittadina senese in collaborazione con Consulting service sport italia nell'obiettivo di valorizzare il binomio di sport e cultura a cui l'Ateneo pisano si mostra sempre più sensibile anche con il progetto "Sport and Anatomy".

"Sport and Anatomy" si esplicita principalmente attraverso tre settori: formazione, con i master universitari in ambito sportivo e riabilitativo, tra cui quello sulla preparazione atletica nel calcio che, in convenzione con la Figc, consente agli allievi di ottenere il patentino per preparatore atletico per i settori giovanili; ricerca in ambito sportivo e riabilitativo; assistenza con il centro di riabilitazione di via di Gargalone dotato di macchinari e tecnologie all'avanguardia. Sono oltre 1.300 gli studenti che hanno fatto parte del progetto, conseguendo il master, e più di 500 i centri convenzionati in Italia e all'estero.

"Il Premio - ha commentato il professor Gesi - riconosce il grande lavoro svolto dall'Università di Pisa e l'impegno che l'Ateneo ha assunto nei confronti dello sport e della riabilitazione cercando di promuovere l'importanza della scientificità dei metodi per ottenere i migliori risultati".

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Nell'occasione, Piancastagnaio è diventata la città dello “sport e letteratura”. Oltre al professor Gesi, infatti, sono stati premiati diversi personaggi dello sport anche nazionale, a partire dall'allenatore Alessio Dionisi, vincitore del campionato di B con l’Empoli e ora nuova guida del Sassuolo, dal presidente della Lega calcio di Serie B, Mauro Balata, dai direttori sportivi dell’Atalanta, Gabriele Zamagna, e della Spal, Giorgio Zamuner.

Scarselli Marco

Un nuovo studio pubblicato su “Pharmaceuticals”, rivista open access di chimica farmaceutica e scienze del farmaco, ha evidenziato come alcune tossine ambientali che possono causare la malattia di Parkinson sono un fattore di rischio anche per il diabete, dimostrando così una vulnerabilità condivisa tra neuroni dopaminergici e beta-cellule pancreatiche.

La ricerca, che è durata tre anni, è stata realizzata dagli studiosi del Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa, in collaborazione con quelli del Dipartimento di Scienze cliniche biotecnologiche e applicate dell’Università de L’Aquila. In particolare, gli autori della pubblicazione sono Marco Carli, Francesca Vaglini, Eleonora Risaliti, Gianluca Citi, Matilde Masini, Shivakumar Kolachalam, Giovanni Umberto Corsini, Michela Novelli, Vincenzo De Tata e Marco Scarselli per l’Ateneo pisano, Roberto Maggio per quello de L’Aquila.

“Il nostro studio – ha commentato il professor Marco Scarselli (foto in alto), associato di Farmacologia - ha evidenziato che alcune tossine ambientali, come il pesticida rotenone, possono essere un fattore di rischio non solo per la malattia di Parkinson ma anche per il diabete. D’altra parte, purtroppo, le malattie del sistema nervoso centrale spesso si presentano con comorbidità che coinvolgono anche organi e sistemi periferici”.

Carli Marco“Questa ricerca – ha continuato il dottor Marco Carli (foto in basso), specializzando in Farmacologia e tossicologia clinica - ha sottolineato come i neuroni dopaminergici e le beta-cellule pancreatiche condividano una significativa vulnerabilità verso alcune tossine, dovuto allo stress ossidativo a cui sono sottoposte durante la loro attività e/o a sostanze esogene. D’altronde, le beta-cellule pancreatiche esprimono recettori, enzimi e trasportatori del sistema dopaminergico che potrebbe spiegare una certa similitudine con i neuroni dopaminergici. I nostri esperimenti hanno anche dimostrato che Metformina e Vitamina E proteggono dalla tossicità indotta da Rotenone, indicando un uso potenziale di queste due sostanze”.

La pubblicazione dal titolo “β-Cells Different Vulnerability to the Parkinsonian Neurotoxins Rotenone, 1-Methyl-4-phenylpyridinium (MPP+) and 6-Hydroxydopamine (6-OHDA)” è consultabile all’indirizzo della rivista “Pharmaceuticals“: https://www.mdpi.com/1424-8247/14/8/767

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