Procedura preliminare per l’acquisizione di proposte e contributi per la progettazione e ristrutturazione di due edifici dell'Ateneo (ex Chimica)
Procedura di consultazione preliminare di mercato ai sensi dell’art. 66 del D.Lgs. n. 50/2016 per l’acquisizione di eventuali proposte e contributi utili ai fini della successiva procedura avente ad oggetto la progettazione e ristrutturazione di due edifici di proprietà dell’Università di Pisa già in uso al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale.
Scadenza presentazione Manifestazione di interesse: 01/04/2021 ore 12:00
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Assegnato a Francesco Tosoni, neo dottore del dipartimento di Informatica, il premio nazionale "con.Scienze" 2020
Francesco Tosoni, neo dottore del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, è il vincitore del premio "con.Scienze" 2020, promosso dalla Conferenza dei presidenti e dei direttori delle strutture universitarie di scienze e tecnologie per invogliare i giovani a proseguire nella carriera della ricerca. Il riconoscimento è stato assegnato per la sua tesi di laurea magistrale dal titolo "Algoritmi e strutture dati per piattaforme efficienti di ride sharing", relatori il professor Paolo Ferragina e il dottor Andrea Marino, in cui il tema del ride sharing (talvolta denominato in italiano come “covetturaggio” o “condivisione di un taxi”), e diventato famoso con app quali Uber e Lift, viene affrontato per l'enorme potenziale in termini di riduzione del numero di veicoli necessari a servire una data richiesta di mobilità e quindi di impatto che può avere sulla riduzione del traffico e dell’inquinamento nelle città. Lo studio ha portato alla definizione di nuovi algoritmi per il ride sharing in aree urbane di grandi dimensioni, quindi in presenza di reti stradali anche di milioni di nodi e con centinaia/migliaia di richieste in brevi intervalli di tempo. La tesi descrive un nuovo algoritmo basato su interessanti e originali considerazioni geometriche per le quali Tosoni ha progettato efficienti ed efficaci strutture dati che le realizzano e ottengono così risultati migliori dello stato dell’arte. I risultati teorici sono stati corroborati da un’ampia attività sperimentale su dataset reali di dimensioni significative e relativi a due distinte aree urbane: Manhattan (NYC) e Singapore, dimostrando la loro efficienza e robustezza in varie condizioni di traffico e di struttura stradale delle aree esaminate.
"Mi congratulo con Francesco Tonsoni per il prestigioso riconoscimento - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella – La sua affermazione nella seconda edizione del premio con.Scienze è un’importante verifica delle sue abilità di ricercatore e della qualità del lavoro svolto per la tesi di laurea. Allo stesso tempo, però, rappresenta anche una conferma della capacità di questa Università di formare e promuovere giovani in grado di affrontare le sfide del futuro. E questo grazie anche ad iniziative come il MIT-UniPi Project che vede il nostro Ateneo collaborare con il Massachusetts Institute of Technology e nell’ambito del quale le ricerche di Tonsoni si inseriscono”.
Nato ad Assisi nel 1995, Francesco Tosoni si è laureato nel marzo 2020 al corso di laurea magistrale in Informatica e Networking ("Computer Science and Networking"), ideato per rispondere alla crescente domanda, sia nazionale che internazionale, di una figura professionale in grado di padroneggiare in modo integrato tanto le tecnologie algoritmiche e di calcolo ad alte prestazioni, quanto quelle legate alle reti informatiche.
Le ricerche del dottor Tosoni si inquadrano in un progetto scientifico sostenuto dal Programma MIT-UniPI 2019, che ha visto la collaborazione tra il gruppo di ricerca A3Lab dell’Università di Pisa diretto dal professor Paolo Ferragina e il MIT Senseable City Lab diretto dal professor Carlo Ratti. Durante il periodo di tesi, il dottor Tosoni ha potuto così collaborare con ricercatori esperti di algoritmi scalabili per problemi di mobilità condivisa e ricercatori esperti di algoritmi su Big Data e compressione dati. Il tema sviluppato nella tesi è anche oggetto di un articolo scientifico che è in fase di revisione sulla rivista "IEEE Transactions on Intelligent Transportation Systems". Attualmente il dottor Tosoni è un allievo del dottorato di ricerca in Informatica dell’Università di Pisa.
borsa di studio ed approfondimento sul tema: "Studi di interazione e permeazione in vitro attraverso substrato biologico o sintetico di veicoli sperimentali"
A Francesco Tosoni, neo dottore del dipartimento di Informatica, il premio nazionale "con.Scienze" 2020
Francesco Tosoni, neo dottore del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, è il vincitore del premio "con.Scienze" 2020, promosso dalla Conferenza dei presidenti e dei direttori delle strutture universitarie di scienze e tecnologie per invogliare i giovani a proseguire nella carriera della ricerca. Il riconoscimento è stato assegnato per la sua tesi di laurea magistrale dal titolo "Algoritmi e strutture dati per piattaforme efficienti di ride sharing", relatori il professor Paolo Ferragina e il dottor Andrea Marino, in cui il tema del ride sharing (talvolta denominato in italiano come “covetturaggio” o “condivisione di un taxi”), e diventato famoso con app quali Uber e Lift, viene affrontato per l'enorme potenziale in termini di riduzione del numero di veicoli necessari a servire una data richiesta di mobilità e quindi di impatto che può avere sulla riduzione del traffico e dell’inquinamento nelle città.
Lo studio ha portato alla definizione di nuovi algoritmi per il ride sharing in aree urbane di grandi dimensioni, quindi in presenza di reti stradali anche di milioni di nodi e con centinaia/migliaia di richieste in brevi intervalli di tempo. La tesi descrive un nuovo algoritmo basato su interessanti e originali considerazioni geometriche per le quali Tosoni ha progettato efficienti ed efficaci strutture dati che le realizzano e ottengono così risultati migliori dello stato dell’arte. I risultati teorici sono stati corroborati da un’ampia attività sperimentale su dataset reali di dimensioni significative e relativi a due distinte aree urbane: Manhattan (NYC) e Singapore, dimostrando la loro efficienza e robustezza in varie condizioni di traffico e di struttura stradale delle aree esaminate.
"Mi congratulo con Francesco Tonsoni per il prestigioso riconoscimento - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella – La sua affermazione nella seconda edizione del premio con.Scienze è un’importante verifica delle sue abilità di ricercatore e della qualità del lavoro svolto per la tesi di laurea. Allo stesso tempo, però, rappresenta anche una conferma della capacità di questa Università di formare e promuovere giovani in grado di affrontare le sfide del futuro. E questo grazie anche ad iniziative come il MIT-UniPi Project che vede il nostro Ateneo collaborare con il Massachusetts Institute of Technology e nell’ambito del quale le ricerche di Tonsoni si inseriscono”.
Nato ad Assisi nel 1995, Francesco Tosoni si è laureato nel marzo 2020 al corso di laurea magistrale in Informatica e Networking ("Computer Science and Networking"), ideato per rispondere alla crescente domanda, sia nazionale che internazionale, di una figura professionale in grado di padroneggiare in modo integrato tanto le tecnologie algoritmiche e di calcolo ad alte prestazioni, quanto quelle legate alle reti informatiche.
Le ricerche del dottor Tosoni si inquadrano in un progetto scientifico sostenuto dal Programma MIT-UniPI 2019, che ha visto la collaborazione tra il gruppo di ricerca A3Lab dell’Università di Pisa diretto dal professor Paolo Ferragina e il MIT Senseable City Lab diretto dal professor Carlo Ratti. Durante il periodo di tesi, il dottor Tosoni ha potuto così collaborare con ricercatori esperti di algoritmi scalabili per problemi di mobilità condivisa e ricercatori esperti di algoritmi su Big Data e compressione dati. Il tema sviluppato nella tesi è anche oggetto di un articolo scientifico che è in fase di revisione sulla rivista "IEEE Transactions on Intelligent Transportation Systems".
Attualmente il dottor Tosoni è un allievo del dottorato di ricerca in Informatica dell’Università di Pisa.
Vaccinazione anti Covid-19 della Regione Toscana: incluse tutte le categorie di personale universitario

- professore
- ricercatore
- personale tecnico
- personale amministrativo
- bibliotecario
- dottorando
- borsista
- assegnista
- contrattista libero profess.
Inoltre, potrà accedere alla vaccinazione sia il personale residente in Toscana, sia il personale non residente purchè in possesso di un qualsiasi documento che attesti l'affiliazione alle università toscane.
borsa di ricerca dal titolo ““Pluralismo logico”, approfondendo la possibilità di un dialogo tra logiche differenti
Quando il cervello si sorprende
Un pool di ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-In) e delle Università di Pisa e di Firenze hanno indagato i processi cerebrali che sottendono i meccanismi collegati tra aspettativa, illusione e sorpresa. Nello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology/Cell-press e intitolato Perceptual history propagates down to early levels of sensory analysis, Guido Marco Cicchini (Cnr-In), Alessandro Benedetto (Unipi) e David Burr (Unifi) hanno studiato in che modo il cervello genera le aspettative sul mondo che ci circonda. Lo studio muove da un fenomeno noto come dipendenza seriale in cui, per esempio quando il prestigiatore esegue un numero di illusionismo, gli osservatori tendono a confondere le proprietà degli oggetti che hanno di fronte (ad esempio il colore, l’orientamento, ecc.) con quelle di oggetti simili visti poco prima.
“Questo fenomeno, da noi scoperto qualche anno fa, evidenzia che il cervello cerca costantemente di prevedere quello che accadrà attingendo dall’informazione più affidabile del futuro, ossia il passato prossimo delle nostre esperienze sensoriali”, osserva Burr. I ricercatori hanno generato una serie di stimoli visivi ordinari, inframezzati da stimoli illusori, ossia sollecitazioni che appaiono percettivamente diverse da come sono fisicamente. “Analizzando il comportamento dei soggetti in prossimità di questi stimoli illusori, abbiamo visto che il cervello per formare le sue previsioni utilizza uno scambio continuo e reciproco, in entrata ed uscita, di segnali neurali di livello più alto (cioè elaborati) con segnali più grezzi che sono recepiti dalle aree neuronali più prossime alla retina”.
“che questi effetti di memoria fossero ubiqui nella percezione, ma il risultato è stato sorprendente. Ci aspettavamo di osservare meccanismi locali, circoscritti alle aree prime sensoriali, quelle della vista, oppure ad aree di alto livello, dedicate all’elaborazione della memoria. Invece i dati hanno mostrato che il fenomeno della dipendenza seriale nasce da un dialogo delle seconde con le prime, probabilmente utilizzando dei percorsi neurali di feedback”, afferma Cicchini.
“Il cervello è un’intricata rete di neuroni interconnessi in cui si distinguono due grandi categorie. Le connessioni feedforward, che portano informazioni dalle prime aree sensoriali ai centri di elaborazioni più alti, e le connessioni rientranti (feedback) che fanno il percorso inverso”, conclude Alessandro Benedetto. “Mentre il ruolo delle connessioni feedforward è abbastanza chiaro, quello delle connessioni rientranti è stato finora oggetto di molte speculazioni”.
“Questo studio spiega che le previsioni sono un aspetto fondamentale del funzionamento cerebrale. Quando non si avverano emergono sensazioni di apprensione, spavento, sorpresa o meraviglia. Nei bambini spesso la sorpresa sfocia in allegria, ma in generale per l’adulto, che ha imparato le regolarità del mondo circostante, gli eventi imprevedibili sono pochi. Tranne quando si è di fronte al numero di un illusionista, che ci restituisce quel senso di meraviglia fondamentale per il funzionamento del nostro cervello”, conclude Cicchini.
Sfide globali, Europa e Italia: il professor Giuseppe Iannaccone ne parla con Romano Prodi
Venerdì 19 febbraio, alle 17, in diretta streaming sulla pagina Facebook del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, il professor Giuseppe Iannaccone terrà una conversazione con Romano Prodi sulle “Sfide globali, l’Europa e l’Italia”. Romano Prodi è stato due volte Presidente del Consiglio dei ministri, è stato Presidente della Commissione Europea, ha ricoperto diversi incarichi speciali per conto delle Nazioni Unite in situazioni di crisi. Per i ruoli che ha ricoperto, i suoi interessi intellettuali e gli interventi pubblici sui temi globali per la profondità e l’ampiezza di visione, è la persona ideale con cui conversare per capire come il mondo sta cambiando e quali saranno le grandi sfide per l’Europa e l’Italia.
L’iniziativa fa parte del ciclo i21, una serie di conversazioni con Giuseppe Iannaccone su come prepararsi al mondo che cambia e sull’impatto che scienza e tecnologia hanno sull’economia, società, lavoro, istruzione, cultura. Questo incontro è promosso dal progetto di ricerca Evo4.0 sull’evoluzione delle tecnologie industria 4.0 e il loro impatto sociale ed economico. Il progetto Evo4.0 è cofinanziato dal POR FESR Toscana 2014-2020 (Azione 1.1.4 sub b) ed è coordinato da Giuseppe Iannaccone, nell’ambito del laboratorio Crosslab IT& Società del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Università di Pisa.
L’incontro si potrà seguire anche sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del professor Giuseppe Iannaccone.
L’attaccamento dei cani verso i proprietari è molto simile a quello dei bambini verso i genitori
Il modello di attaccamento che i cani sviluppano verso i proprietari è come quello dei bimbi verso i genitori o “prestatori di cura” (caregiver). La notizia arriva da uno studio pubblicato sulla rivista “Animals- MDPI” e condotto al dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa dove da circa dieci anni un gruppo di ricercatori si occupa del tema.
“Che da questo punto di vista i cani da compagnia avessero dei comportamenti simili a quelli dei bambini si sapeva già – spiega la dottoressa Chiara Mariti, ricercatrice dell’Ateneo pisano – questa però è la prima volta che siamo riusciti a declinare più precisamente i vari stili di legame sottoponendo i cani a test molto simili a quelli usati per gli umani”.
E’ emerso così che la maggioranza dei cani, come del resto accade per i bimbi, mostra un attaccamento “sicuro”. Gli animali hanno cioè un moderato stress quando avviene una separazione involontaria, cioè il proprietario li lascia da soli, in un ambiente sconosciuto e si tranquillizzano non appena lo rivedono. C’è invece poi una minoranza di “insicuri” che non si calma o che manifesta il disagio attraverso una apparente indifferenza, come nel caso degli “insicuri evitanti”.
Un momento della sperimentazione
Lo studio ha coinvolto 67 coppie di cani-proprietari che sono stati sottoposti a delle varianti di un esperimento denominato “Strange Situation procedure (SSP)” usato appunto per valutare gli stili di attaccamento dei bambini. In pratica i ricercatori hanno fatto entrare la coppia cane-proprietario in una stanza sconosciuta gestendo, secondo una sequenza codificata, l’entrata e l’uscita del proprietario o di un estraneo per capire la risposta dell’animale.
“Lo studio degli stili di attaccamento tra cane e proprietario è ancora agli albori, se paragonato a quello in psicologia e psichiatria umana – conclude Mariti – e tuttavia, se le ricerche dovessero condurre, come sembra che sia, a risultati simili a quelli riscontrati in ambito umano, avremmo una nuova chiave di lettura per capire alcuni disturbi comportamentali del cane con enormi implicazioni in termini di benessere animale”.
Chiara Mariti, ricercatrice senior del dipartimento Scienze Veterinarie dove si occupa soprattutto di etologia e di benessere degli animali d’affezione, ha partecipato allo lo studio in qualità di supervisore di Giacomo Riggio, primo autore dell’articolo, che ha svolto il lavoro nell’ambito del suo dottorato. La ricerca si è inoltre aggiudicata il Rudy DeMeester Grant 2020, premio elargito annualmente dalla European Society of Veterinary Clinical Ethology (ESVCE) per lo sviluppo di progetti nell’ambito dell’etologia clinica veterinaria. Gli altri autori dell’articolo sono il professore Angelo Gazzano e le dottoresse Beatrice Carlone e Borbala Zsilak, quest’ultima dell’Università di Budapest che vi ha partecipato durante il suo tirocinio presso l’Ateneo pisano.
L’attaccamento dei cani verso i proprietari è molto simile a quello dei bambini verso i genitori
Il modello di attaccamento che i cani sviluppano verso i proprietari è come quello dei bimbi verso i genitori o “prestatori di cura” (caregiver). La notizia arriva da uno studio pubblicato sulla rivista “Animals- MDPI” e condotto al dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa dove da circa dieci anni un gruppo di ricercatori si occupa del tema.
“Che da questo punto di vista i cani da compagnia avessero dei comportamenti simili a quelli dei bambini si sapeva già – spiega la dottoressa Chiara Mariti, ricercatrice dell’Ateneo pisano – questa però è la prima volta che siamo riusciti a declinare più precisamente i vari stili di legame sottoponendo i cani a test molto simili a quelli usati per gli umani”.
E’ emerso così che la maggioranza dei cani, come del resto accade per i bimbi, mostra un attaccamento “sicuro”. Gli animali hanno cioè un moderato stress quando avviene una separazione involontaria, cioè il proprietario li lascia da soli, in un ambiente sconosciuto e si tranquillizzano non appena lo rivedono. C’è invece poi una minoranza di “insicuri” che non si calma o che manifesta il disagio attraverso una apparente indifferenza, come nel caso degli “insicuri evitanti”.
Lo studio ha coinvolto 67 coppie di cani-proprietari che sono stati sottoposti a delle varianti di un esperimento denominato “Strange Situation procedure (SSP)” usato appunto per valutare gli stili di attaccamento dei bambini. In pratica i ricercatori hanno fatto entrare la coppia cane-proprietario in una stanza sconosciuta gestendo, secondo una sequenza codificata, l’entrata e l’uscita del proprietario o di un estraneo per capire la risposta dell’animale.
“Lo studio degli stili di attaccamento tra cane e proprietario è ancora agli albori, se paragonato a quello in psicologia e psichiatria umana – conclude Mariti – e tuttavia, se le ricerche dovessero condurre, come sembra che sia, a risultati simili a quelli riscontrati in ambito umano, avremmo una nuova chiave di lettura per capire alcuni disturbi comportamentali del cane con enormi implicazioni in termini di benessere animale”.
Chiara Mariti, ricercatrice senior del dipartimento Scienze Veterinarie dove si occupa soprattutto di etologia e di benessere degli animali d’affezione, ha partecipato allo lo studio in qualità di supervisore di Giacomo Riggio, primo autore dell’articolo, che ha svolto il lavoro nell’ambito del suo dottorato.
La ricerca si è inoltre aggiudicata il Rudy DeMeester Grant 2020, premio elargito annualmente dalla European Society of Veterinary Clinical Ethology (ESVCE) per lo sviluppo di progetti nell’ambito dell’etologia clinica veterinaria.
Gli altri autori dell’articolo sono il professore Angelo Gazzano e le dottoresse Beatrice Carlone e Borbala Zsilak, quest’ultima dell’Università di Budapest che vi ha partecipato durante il suo tirocinio presso l’Ateneo pisano.