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Ottimi risultati per l'E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa nelle qualificazioni alle competizioni estive della stagione 2020/2021 della Formula SAE. In vista delle prossime gare, il Team ha dovuto superare dei quiz a tempo con domande tecnico-ingegneristiche e di regolamento, che variano in base alla categoria di interesse. Con circa sessanta membri suddivisi in modalità in presenza e a distanza, l’E-Team ha partecipato alle selezioni per la categoria "Combustion" e per la categoria "Driverless" e, nonostante le difficoltà e le problematiche dovute al periodo corrente, è riuscito a ottenere un buon piazzamento nella maggior parte delle gare: Ungheria, Olanda, Austria e Germania. Di rilievo sono i risultati ottenuti in Austria, col 22° posto su 98 partecipanti, e in Germania, in cui si svolge una tra le competizioni più ambite a livello mondiale, dove l’E-Team Squadra Corse si è classificata 14° su oltre 100 partecipanti nella categoria “Combustion", 11° su oltre 50 partecipanti nella categoria "Driverless", e in entrambi i casi è risultato 1° tra i team italiani.
Il progetto della squadra per la stagione 2020/2021 prevede la realizzazione di due vetture: una “Combustion”, con telaio in monoscocca, e una “Driverless", tramite la conversione della vettura Kerublast utilizzata nella stagione precedente. In base ai risultati ottenuti, i ragazzi di Unipi hanno deciso di prendere parte a tre gare: in Italia, il 14-18 luglio al circuito Riccardo Paletti, per entrambe le categorie "Combustion" e “Driverless”; in Austria, il 25-29 luglio al Red bull Ring, per la sola categoria “Combustion”; in Germania, il 16-22 agosto all'Hockenheimring, per entrambe le categorie.
Attualmente l’E-Team è composta da ottanta studenti e studentesse, provenienti da diversi corsi di laurea (ingegneria, economia, matematica, ma anche filologia, lettere, lingue e civiltà e forme del sapere) e coordinati e guidati dal Faculty Advisor Francesco Frendo, dal dott. Francesco Bucchi, dai direttori tecnici Pierpaolo Zaccariello e Giuseppe Fabiano, dai direttori gestionali Elisa Tevenè e Marco Parri e dalla team leader Alessia Castiglia.

Si terrà venerdì 26 febbraio alle 15 l’inaugurazione della prima edizione del Master in Smart and Sustainable Operations in Maritime and Port Logistics dell’Università di Pisa. All’evento interverranno fra gli altri il Presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, dott. Piero Neri e il Presidente dell'AdSP del Mare Adriatico Orientale, dott. Zeno D'Agostino. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Livorno, Confetra, Assoporti, Agenzia delle dogane e dei Monopoli e realizzata grazie al concorso di tutte le aziende del network del Master.
Il Master è percorso di alta specializzazione post-laurea che mette al centro della proposta formativa i temi della sostenibilità, dell’efficienza, della digitalizzazione e, più in generale, i principi di Industria 4.0 applicati al sistema logistico marittimo-portuale. In virtù della sua innovatività, il Ministero dello Sviluppo Economico lo ha selezionato tra i “progetti innovativi di formazione in industrial engineering e management di impresa” mettendo a disposizione alcune borse di studio. Frutto della collaborazione tra il Polo Sistemi Logistici dell’Università di Pisa, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, la Camera di Commercio Maremma e Tirreno e Federmanager Livorno, il Master ha l’obiettivo di formare profili professionali dotati di un mix di conoscenze e competenze multidisciplinari, in grado di gestire in modo sinergico gli aspetti tecnici, tecnologici, legali e manageriali, fondamentali per guidare l’innovazione del settore Marittimo e Portuale in modo sostenibile.
La prima edizione del Master ha riscosso un ottimo successo in termini di iscrizioni, incontrando sia i bisogni di giovani laureati, sia di professionisti già operanti nel settore. Sono ben 29, infatti, gli allievi ordinari iscritti, ai quali si aggiungeranno gli uditori che potranno frequentare anche parzialmente uno o più moduli. Gli allievi provengono da diverse regioni italiane ed hanno in prevalenza una formazione Giuridica, Economica o Tecnico-ingegneristica.
Il Master durerà 12 mesi in formula part-time, le lezioni si terranno il venerdì pomeriggio ed il sabato. Il percorso didattico prevede 300 ore di lezioni frontali, in cui le lezioni teoriche si alterneranno con attività pratiche (quali esercitazioni in aula, lavori di gruppo e analisi di casi studio), e 500 ore di tirocinio o project work, che permetteranno ai partecipanti di confrontarsi con casi pratici reali in collaborazione con le aziende del network. Data l’emergenza sanitaria in corso, il Master prenderà avvio in modalità digitale: le lezioni saranno tenute a distanza mediante la piattaforma Microsoft Teams.
Per partecipare all’inaugurazione scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Maggiori informazioni: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/5572-smart-and-sustainable-operations-in-maritime-and-port-logistics

Ottimi risultati per l'E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa nelle qualificazioni alle competizioni estive della stagione 2020/2021 della Formula SAE. In vista delle prossime gare, il Team ha dovuto superare dei quiz a tempo con domande tecnico-ingegneristiche e di regolamento, che variano in base alla categoria di interesse.

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Con circa sessanta membri suddivisi in modalità in presenza e a distanza, l’E-Team ha partecipato alle selezioni per la categoria "Combustion" e per la categoria "Driverless" e, nonostante le difficoltà e le problematiche dovute al periodo corrente, è riuscito a ottenere un buon piazzamento nella maggior parte delle gare: Ungheria, Olanda, Austria e Germania. Di rilievo sono i risultati ottenuti in Austria, col 22° posto su 98 partecipanti, e in Germania, in cui si svolge una tra le competizioni più ambite a livello mondiale, dove l’E-Team Squadra Corse si è classificata 14° su oltre 100 partecipanti nella categoria “Combustion", 11° su oltre 50 partecipanti nella categoria "Driverless", e in entrambi i casi è risultato 1° tra i team italiani

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Il progetto della squadra per la stagione 2020/2021 prevede la realizzazione di due vetture: una “Combustion”, con telaio in monoscocca, e una “Driverless", tramite la conversione della vettura Kerublast utilizzata nella stagione precedente. In base ai risultati ottenuti, i ragazzi di Unipi hanno deciso di prendere parte a tre gare: in Italia, il 14-18 luglio al circuito Riccardo Paletti, per entrambe le categorie "Combustion" e “Driverless”; in Austria, il 25-29 luglio al Red Bull Ring, per la sola categoria “Combustion”; in Germania, il 16-22 agosto all'Hockenheimring, per entrambe le categorie. 

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Attualmente l’E-Team è composta da ottanta studenti e studentesse, provenienti da diversi corsi di laurea (ingegneria, economia, matematica, ma anche filologia, lettere, lingue e civiltà e forme del sapere) e coordinati e guidati dal Faculty Advisor Francesco Frendo, dal dott. Francesco Bucchi, dai direttori tecnici Pierpaolo Zaccariello e Giuseppe Fabiano, dai direttori gestionali Elisa Tevenè e Marco Parri e dalla team leader Alessia Castiglia.

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Mercoledì, 24 Febbraio 2021 10:39

Nella Testa del Dragone: conversazione sulla Cina

Nella competizione tecnologica tra Cina e Stati Uniti, l’Europa corre il rischio di diventare sempre più marginale. Sarà questo uno dei temi al centro della conversazione fra Giuseppe Iannaccone e Giada Messetti che si tiene venerdì 26 febbraio alle 18 in diretta streaming su Facebook e Youtube.
Nell’incontro si parlerà delle ambizioni tecnologiche economiche e politiche della Cina e degli investimenti poderosi nelle tecnologie strategiche per l’economia digitale, quali i semiconduttori, l’intelligenza artificiale, la finanza digitale.
Esperta di lingua e cultura cinese, Giada Messetti ha vissuto a lungo in Cina, collaborando con numerose testate giornalistiche; autrice del libro “Nella Testa del Dragone” (Mondadori Editore), attualmente lavora per la trasmissione Cartabianca su Rai3 ed è opinionista su temi legati alla Cina.
L’appuntamento fa parte di i21 è una serie di conversazioni con Giuseppe Iannaccone su come prepararsi al mondo che cambia e sull’impatto che scienza e tecnologia hanno sull’economia, società, lavoro, istruzione, cultura.
L’evento è promosso dal progetto di ricerca Evo4.0 sull’evoluzione delle tecnologie industria 4.0 e il loro impatto sociale ed economico. Il progetto Evo4.0 è cofinanziato dal POR FESR Toscana 2014-2020 (Azione 1.1.4 sub b) ed è coordinato da Giuseppe Iannaccone, nell’ambito del laboratorio Crosslab IT& Società del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Università di Pisa.

Dare più dati, consapevolezza e controllo ai singoli cittadini per contenere la pandemia da Covid-19. Sono queste le conclusioni di uno studio condotto da un team di Data Scientists pisani pubblicato sulla rivista Ethics and Information Technology, in cui sostengono e argomentano che un approccio decentralizzato può aiutare la comunità ad adottare comportamenti migliori per contrastare il virus.
Dopo il lockdown della primavera 2020, l'adozione su larga scala di app per il tracciamento dei contatti è stata approvata in molti paesi come mezzo per facilitare il tracciamento delle catene di trasmissione e la diagnosi precoce di focolai, e quindi per ridurre al minimo la ricomparsa di contagi da COVID-19. Tuttavia, un approccio centralizzato, in cui i dati acquisiti dall'app vengono tutti inviati a un server a livello nazionale, ha sollevato importanti preoccupazioni sulla privacy dei cittadini e su un controllo digitale inutilmente forte, mettendo in allarme ricercatori e responsabili politici sull'importanza di limitare la raccolta dei dati personali ed evitare il monitoraggio dei dati di localizzazione.
Lo studio è stato guidato nell'aprile 2020, durante la prima ondata di epidemia, da membri della comunità pisana di ricercatori in Data Science e Intelligenza artificiale e dell'infrastruttura di ricerca europea SoBigData.eu. Tra loro Mirco Nanni (primo autore), Fosca Giannotti, Salvatore Rinzivillo e Roberto Trasarti del Cnr-Isti; Chiara Boldrini, Marco Conti direttore del Cnr-Iit e Andrea Passarella del Cnr-Iit; Paolo Ferragina, Riccardo Guidotti, Anna Monreale, Dino Pedreschi, Francesca Pratesi e Salvatore Ruggieri dell'Università di Pisa; e Francesca Chiaromonte e Giovanni Comandé della Scuola Sant'Anna - statistico e giurista dell'EMbeDS.
Nel loro studio gli esperti sostengono il vantaggio concettuale di un approccio decentralizzato, in cui sia i dati di contatto che quelli di posizione vengono raccolti esclusivamente negli archivi di dati personali dei singoli cittadini, per essere condivisi separatamente e selettivamente (ad esempio, con un sistema di back-end, ma possibilmente anche con altri cittadini), volontariamente, solo quando il cittadino è risultato positivo al COVID-19 e con un livello di granularità che tutela la privacy.
Questo approccio protegge meglio la sfera personale dei cittadini e offre molteplici vantaggi. Consente la raccolta di informazioni dettagliate ma che preservano la privacy degli individui positivi al covid-19, consentendo sia il tracciamento dei contatti che il rilevamento precoce di focolai su scala geografica più precisa. L'approccio decentralizzato è anche scalabile per grandi popolazioni, in quanto solo i dati dei pazienti positivi devono essere gestiti a livello centrale.
Le raccomandazioni del team di ricerca sono due. In primo luogo, estendere le architetture decentralizzate esistenti per gestire la raccolta dei dati di localizzazione localmente sui singoli dispositivi e consentire ai cittadini di condividere informazioni spazio-temporali - se e quando lo desiderano e per scopi specifici (ad esempio, con le autorità sanitarie durante un'epidemia). In secondo luogo, a più lungo termine, perseguire l'adozione su vasta scala di sistemi sicuri ed efficaci per la raccolta e l’uso dei propri dati personali, dando a ciascun individuo l'opportunità di contribuire al bene comune volontariamente e per obiettivi specifici, accrescendo la consapevolezza di sé e coltivando sforzi collettivi per la ricostruzione della società.
Mirco Nanni primo autore dello studio afferma: “L’equilibrio ottimale tra bene pubblico e protezione dei dati personali non può essere raggiunto se non coinvolgendo l’individuo stesso nel processo di decisione. La priorità è fornirgli i mezzi per acquisire piena coscienza e pieno controllo dei propri dati, così da permettergli di decidere consapevolmente se e quando condividerli con altri, con quali modalità e quali limiti. L’emergenza COVID-19 ha reso più evidente come il potenziale contributo che il singolo cittadino potrebbe fornire con i suoi dati si scontri con il timore di abusi. Riteniamo che fornire consapevolezza e controllo sia la giusta cura per questo conflitto, e che le sfide per farlo siano ancor più culturali che tecnologiche”.
L'idea di base è promuovere un new deal di dati personali: “Consentire agli individui di raccogliere, utilizzare e aggiungere valore ai propri dati riduce il ruolo dominante delle grandi piattaforme e aiuta a democratizzare Big Data e Intelligenza Artificiale" – afferma Dino Pedreschi, professore di Informatica dell'Università di Pisa e corresponding author dello studio – “Questa può essere la chiave per una trasformazione digitale che accresca effettivamente il benessere individuale e collettivo”. “L’approccio proposto – continua Giovanni Comandé – anticipa già le proposte normative europee (Data Governance Act) e la sua politica di “data altruism”.

 

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