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È scomparso a Montecatini, dopo lunga malattia, all’età di 82 anni, il professor Silvano D’Alto. Architetto e sociologo, allievo di Giovanni Michelucci, è stato per lungo tempo docente di Sociologia urbana e di Sociologia dell’ambiente al dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa e membro della Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole.

Originario di Sarzana, D’Alto è stato un uomo di grande generosità e di rara sensibilità. Si era laureato in Architettura a Firenze e dopo alcuni anni dedicati alla professione e all’insegnamento nelle scuole superiori aveva cominciato a collaborare con l’allora dipartimento di Sociologia dove aveva iniziato un lungo rapporto di collaborazione e amicizia con il professor Gian Franco Elia, di cui sarà consigliere ascoltato quando Elia divenne rettore dell’Ateneo pisano.

Longilineo, ossuto, con una candida capigliatura che era il suo tratto distintivo, ha insegnato per tanti anni presso l’Università trasmettendo a generazioni di studenti l’amore per lo studio dello spazio urbano. Instancabile e curioso viaggiatore ha condotto con grande passione ricerche nella savana venezuelana, a Caracas, in Ungheria e in Inghilterra da cui sono derivate numerose pubblicazioni. Tra gli argomenti dei suoi studi ricorre il tema del rapporto urbano e sociale tra centro e periferia per ridare senso e dignità a quest’ultima, come ha detto in uno degli ultimi interventi pubblici: “Avendo riguardo a connettere tutto quello che in periferia è disconnesso o meglio aspetta di essere connesso con forza e con dolcezza di senso”.

È anche per questa delicatezza d’animo e di linguaggio che di lui resta il ricordo di un uomo che ha dedicato tutta la vita alla ricerca del senso profondo delle cose e alla cura degli altri.

È stato pubblicato nei giorni scorsi il Round University Ranking (RUR), una classifica mondiale di università redatta da un'agenzia russa (RUR).

L'Università di Pisa raggiunge il 234° posto a livello mondiale e si attesta nella Top-5 degli atenei italiani, quinta dopo la Scuola Normale di Pisa, l’Università di Padova, l’Università di Trieste e l’Università di Firenze. Da segnalare è l’ottima performance dell’Ateneo pisano nella ricerca, dove risulta all’80esimo posto a livello mondiale, secondo in Italia dopo l’Università di Padova e primo tra gli atenei toscani.

Il ranking RUR misura le performance di oltre 1100 università di tutto il mondo, considerando indicatori relativi agli ambiti della didattica, della ricerca, dell'internazionalizzazione e della sostenibilità finanziaria. I dati utilizzati per la compilazione di questa classifica includono i risultati una indagine sulla reputazione delle università aggiornata annualmente e che ha visto la raccolta di oltre 70000 rispondenti negli ultimi dieci anni; dati bibliometrici sulle pubblicazioni scientifiche ottenuti da database quali Scopus e WebOfScience; dati statistici sulla popolazione docente e studentesca degli atenei; dati finanziari.

Parte dalle Università di Firenze, Pisa e Siena, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per la Toscana, il progetto “UNI.T.I. - UNIversità Toscane per l’Infanzia”.

UNI.T.I. mette in campo le competenze e l’esperienza di ricerca in didattica dei docenti delle tre Università toscane per la formazione e l’aggiornamento professionale degli insegnanti di scuola dell’infanzia. A monte del progetto c’è la condivisione da parte di tutti i soggetti promotori del ruolo cruciale dal punto di vista formativo di questo segmento scolare: ruolo troppo spesso dimenticato anche nel dibattito attuale sulla scuola in tempi di emergenza Coronavirus.
Il Progetto rappresenta, inoltre, una prima iniziativa di erogazione congiunta tra i tre Atenei toscani e l’USR di percorsi di formazione insegnanti in servizio condivisi e coordinati a livello regionale. L’auspicio è che da questa prima esperienza possa svilupparsi una collaborazione duratura su questo fronte tra i soggetti in gioco, che risponda alle esigenze formative avvertite dal mondo della scuola del nostro territorio.

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Oltre che agli insegnanti in servizio della scuola dell’infanzia, i seminari sono aperti agli studenti delle Università di Firenze, Pisa e Siena. Al termine l'USR rilascerà una certificazione a tutti i partecipanti.

UNI.T.I. prevede la realizzazione di tre incontri, tenuti in modalità Webinar, che mireranno ad approfondire tematiche particolarmente significative quali: la continuità educativa e il ruolo della scuola dell'infanzia (12 maggio), la partecipazione e l’inclusione (19 maggio), le emozioni e lo sviluppo del bambino (26 maggio).
I seminari si svolgeranno tramite la piattaforma GoToWebinar, messa a disposizione dall’USR Toscana, che permette l’iscrizione fino a 500 persone. Ogni incontro si svolgerà dalle ore 16 alle ore 18,30 e sarà organizzato in 20 minuti di seminario tenuto da tre esperti universitari e 20 minuti dedicati alle risposte alle domande poste dai partecipanti, selezionate da un moderatore.
L’iscrizione ai singoli eventi è obbligatoria e assolutamente gratuita.

Per iscriversi occorre collegarsi ai seguenti link e compilare il relativo modulo:
Incontro del 12 maggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/3156281574904521483
Incontro del 19 maggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/5248512564585641227
Incontro del 26 maggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/2562817974789430795

Il progetto “UNI.T.I.” è stato sviluppato da un Gruppo promotore composto dai delegati alla formazione insegnanti dei tre Atenei, i professori Giovanna Del Gobbo dell’Università di Firenze, Pietro Di Martino dell’Università di Pisa e Emilio Mariotti dell’Università di Siena, e dal direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Ernesto Pellecchia.
Il Comitato scientifico è formato dai professori Clara Silva dell’Università di Firenze, Donatella Fantozzi dell’Università di Pisa e Alessandra Romano dell’Università di Siena.

 

 

https://alboufficiale.unipi.it/blog/2020/05/03/decreto-rettorale-di-emanazione-del-protocollo-di-sicurezza-anti-contagio-fase-2/

Silvano dAltoÈ scomparso a Montecatini, dopo lunga malattia, all’età di 82 anni, il professor Silvano D’Alto. Architetto e sociologo, allievo di Giovanni Michelucci, è stato per lungo tempo docente di Sociologia urbana e di Sociologia dell’ambiente al dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa e membro della Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole.

Originario di Sarzana, D’Alto è stato un uomo di grande generosità e di rara sensibilità. Si era laureato in Architettura a Firenze e dopo alcuni anni dedicati alla professione e all’insegnamento nelle scuole superiori aveva cominciato a collaborare con l’allora dipartimento di Sociologia dove aveva iniziato un lungo rapporto di collaborazione e amicizia con il professor Gian Franco Elia, di cui sarà consigliere ascoltato quando Elia divenne rettore dell’Ateneo pisano.

Longilineo, ossuto, con una candida capigliatura che era il suo tratto distintivo, ha insegnato per tanti anni presso l’Università trasmettendo a generazioni di studenti l’amore per lo studio dello spazio urbano. Instancabile e curioso viaggiatore ha condotto con grande passione ricerche nella savana venezuelana, a Caracas, in Ungheria e in Inghilterra da cui sono derivate numerose pubblicazioni. Tra gli argomenti dei suoi studi ricorre il tema del rapporto urbano e sociale tra centro e periferia per ridare senso e dignità a quest’ultima, come ha detto in uno degli ultimi interventi pubblici: “Avendo riguardo a connettere tutto quello che in periferia è disconnesso o meglio aspetta di essere connesso con forza e con dolcezza di senso”.

È anche per questa delicatezza d’animo e di linguaggio che di lui resta il ricordo di un uomo che ha dedicato tutta la vita alla ricerca del senso profondo delle cose e alla cura degli altri.

RUR 740x490 5È stato pubblicato nei giorni scorsi il Round University Ranking (RUR), una classifica mondiale di università redatta da un'agenzia russa (RUR).

L'Università di Pisa raggiunge il 234° posto a livello mondiale e si attesta nella Top-5 degli atenei italiani, quinta dopo la Scuola Normale di Pisa, l’Università di Padova, l’Università di Trieste e l’Università di Firenze. Da segnalare è l’ottima performance dell’Ateneo pisano nella ricerca, dove risulta all’80esimo posto a livello mondiale, secondo in Italia dopo l’Università di Padova e primo tra gli atenei toscani.

Il ranking RUR misura le performance di oltre 1100 università di tutto il mondo, considerando indicatori relativi agli ambiti della didattica, della ricerca, dell'internazionalizzazione e della sostenibilità finanziaria. I dati utilizzati per la compilazione di questa classifica includono i risultati una indagine sulla reputazione delle università aggiornata annualmente e che ha visto la raccolta di oltre 70000 rispondenti negli ultimi dieci anni; dati bibliometrici sulle pubblicazioni scientifiche ottenuti da database quali Scopus e WebOfScience; dati statistici sulla popolazione docente e studentesca degli atenei; dati finanziari.

Con prudenza e sicurezza verso la normalità. È questa la linea scelta dall'Università di Pisa per contenere la diffusione del virus Sars-Cov-2 nei suoi ambienti di lavoro e di studio durate la fase 2. La ripartenza potrà iniziare già dal 4 maggio, ma in modo graduale, via via che le misure di prevenzione e sicurezza adottate dall'Ateneo entreranno a pieno regime.

"La fase 2, non è il momento del 'liberi tutti', ma della convivenza con il virus - ha commentato il rettore Paolo Mancarella -. È giusto, a mio avviso, che il ritorno alla normalità avvenga per gradi e solo quando la sicurezza degli ambienti sarà garantita al massimo. Dando precedenza a chi è più penalizzato da questa situazione e, nello specifico, ai ricercatori precari e a chi ha progetti di ricerca con scadenze da rispettare". "Sarebbe da irresponsabili – prosegue Mancarella – non far tesoro, in questo delicato momento, di tutto quanto accaduto nel Paese e della risposta eccezionale che la nostra Comunità ha saputo dare all'emergenza".

Esami, lezioni, tesi “in presenza” non riprenderanno: proseguiremo con la didattica online almeno fino al 31 agosto.

Prevista, invece, una riapertura graduale dei laboratori di ricerca, il cui utilizzo sarà permesso, in via prioritaria, ad assegnisti, dottorandi all’ultimo anno, specializzandi, borsisti, laureandi e rtd-a che hanno un termine entro cui svolgere i loro compiti, così da non danneggiarli. Rimarranno chiusi, invece, i laboratori didattici.

Alle stesse categorie sarà anche dato accesso prioritario al servizio di prestito bibliotecario, che ripartirà su appuntamento. Esclusa, invece, la riapertura di sale studio e sale consultazione. Già richiesto alla CRUI, inoltre, un intervento legislativo che consenta la deroga al limite del 15% per le fotocopie dei libri.

Per il personale tecnico-amministrativo sarà incentivato al massimo lo smart-working fino al 31 agosto, limitando a casi specifici, ddebitamente concordati, la presenza in ufficio. Per quanto riguarda i tirocini, invece, istruzioni più precise ci saranno con le nuove Indicazioni complementari al Decreto rettorale di avvio della Fase 2.

In attesa di un calendario ufficiale delle riaperture annunciate, si lavora a pieno ritmo per rendere operative tutte le misure di prevenzione e sicurezza già adottate dall'Università.

Nello specifico, il Tavolo Tecnico ha previsto, prima della riapertura, un piano di sanificazione delle strutture e, a regime, un piano giornaliero di mantenimento. Tutti i dipendenti in servizio saranno forniti di un kit personale per la pulizia degli strumenti d’ufficio, mentre nelle strutture saranno disposti appositi distributori di gel igienizzante per la pulizia delle mani.

In arrivo migliaia di mascherine chirurgiche che si aggiungeranno a quelle che l'Ateno ha ricevuto in donazione anche in queste ore.

Per l'accesso alle strutture dell'ateneo sarà obbligatoria l’autocertificazione quotidiana, tramite apposito modulo, di non aver alcuno dei sintomi associati a Covid-19. La componente medica del Tavolo Tecnico, nella riunione del 29 aprile, ha infatti sconsigliato di limitarsi alla misurazione della febbre, poco efficace, essendo piuttosto importante rilevare tutta la sintomatologia. I 150 termometri ad infrarossi ordinati dall’Ateneo saranno dunque una misura integrativa rimessa al comportamento responsabile di tutti i lavoratori.

Ulteriore misura di prevenzione, i divisori in vetro/plexiglas per separare il personale dal pubblico, installati, prioritariamente, nelle biblioteche e successivamente in altri sportelli di front-office.

Sempre per garantire la massima sicurezza, inoltre, è confermata la distanza di 3 metri da tenere negli ambienti chiusi, già adottata dall’Università fin dal mese di marzo come misura di distanziamento sociale. In corso di approvazione in queste ore, infine, il nuovo Protocollo di Sicurezza Anticontagio aggiornato al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2020.

maria luisa chiofaloAssegnato anche quest’anno il Premio Cosmos destinato alla migliore opera di divulgazione scientifica nei settori della Fisica, dell’Astronomia e della Matematica. A decidere il vincitore è stata una giuria composta dalla professoressa Maria Luisa Chiofalo (foto a destra), docente di Fisica della materia all’Università di Pisa, e da altri dieci scienziate e scienziati di fama internazionale: Gianfranco Bertone, ideatore e presidente del Premio, Amedeo Balbi, Andrea Ferrara della Scuola Normale Superiore, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano e Paolo Zellini.

Il Premio Cosmos è organizzato dalla Società Astronomica Italiana, dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria–Planetario Pythagoras e dalla Fondazione Bracco ed ha l’obiettivo di promuovere la cultura scientifica in Italia, in particolare al Sud. Quest’anno il riconoscimento è andato a "Massa" di Jim Baggott , un affascinante viaggio alla scoperta della materia, libro tradotto in italiano da Franco Ligabue ricercatore alla Scuola Normale Superiore; “Archimede” di Lucio Russo ha invece vinto il “Premio Cosmos degli Studenti 2020” assegnato dalle giurie scolastiche. La premiazione in video conferenza dei vincitori sarà il 21 maggio.

“Anche grazie al lavoro di selezione svolto dagli studenti e delle studentesse delle superiori, il Premio Cosmos accresce la sua risonanza – dice la professoressa Chiofalo – e funziona per educare giovani e diversamente giovani al pensiero scientifico, la cui importanza è particolarmente amplificata nel tempo che stiamo vivendo, nel quale più di sempre apprendiamo la necessità di saper leggere la realtà con spirito critico e creatività, e di rinsaldare la nostra fiducia nella scienza e nella sua capacità di trovare adeguate risposte”.

Assegnato anche quest’anno il Premio Cosmos destinato alla migliore opera di divulgazione scientifica nei settori della Fisica, dell’Astronomia e della Matematica. A decidere il vincitore è stata una giuria composta dalla professoressa Maria Luisa Chiofalo, docente di Fisica della materia all’Università di Pisa, e da altri dieci scienziate e scienziati di fama internazionale: Gianfranco Bertone, ideatore e presidente del Premio, Amedeo Balbi, Andrea Ferrara della Scuola Normale Superiore, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano e Paolo Zellini.

Il Premio Cosmos è organizzato dalla Società Astronomica Italiana, dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria–Planetario Pythagoras e dalla Fondazione Bracco ed ha l’obiettivo di promuovere la cultura scientifica in Italia, in particolare al Sud. Quest’anno il riconoscimento è andato al libro "Massa" di Jim Baggott, un affascinante viaggio alla scoperta della materia, mentre “Archimede” di Lucio Russo ha vinto il “Premio Cosmos degli Studenti 2020” assegnato dalle giurie scolastiche. La premiazione in video conferenza dei vincitori sarà il 21 maggio.

“Anche grazie al lavoro di selezione svolto dagli studenti e delle studentesse delle superiori, il Premio Cosmos accresce la sua risonanza – dice la professoressa Chiofalo – e funziona per educare giovani e diversamente giovani al pensiero scientifico, la cui importanza è particolarmente amplificata nel tempo che stiamo vivendo, nel quale più di sempre apprendiamo la necessità di saper leggere la realtà con spirito critico e creatività, e di rinsaldare la nostra fiducia nella scienza e nella sua capacità di trovare adeguate risposte”.

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