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Venerdì 7 giugno si è tenuto il workshop intitolato “ICT Innovation on Vehicular Technology and Applications” organizzato alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa e sponsorizzato dall’azienda vicentina Calearo Antenne SpA, leader nel settore della progettazione e produzione di antenne per applicazioni automotive. Hanno partecipato molte aziende, soprattutto toscane, ricercatori e docenti universitari. Un momento di incontro tra accademia e industria, per condividere la propria visione su veicoli a motore elettrico, auto a guida autonoma, treni ad alta velocità, comunicazioni V2X, 5G e comunicazioni veicolari, e reti di sensori per il controllo attivo dell’aerodinamica.
L’idea del workshop è nata nell’ambito di due progetti PRA (Progetti di Ricerca di Ateneo) finanziati dall’Ateneo pisano: CONCEPT (COmmunication and Networking for vehicular CybEr-Physical sysTems) e E-TEAM (Enabling TEchnologies for smArt vehicles and Mobility), coordinati rispettivamente dal professor Paolo Nepa e dal professor Sergio Saponara, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, uno dei 180 dipartimenti in Italia ad aver ricevuto il titolo di “dipartimento di eccellenza” con il progetto CrossLab.
“Le diverse tematiche coinvolte nella progettazione e nello sviluppo dei veicoli del futuro impongono una stretta collaborazione tra accademia e industria, tra esperti di diversi settori scientifici e tecnologici, tra produttori di componenti per l’industria automobilistica e fornitori di servizi; entrambi i progetti PRA, CONCEPT e E-TEAM, condividono questa visione di network di persone”, ha sottolineato il professor Paolo Nepa.
I due progetti PRA coinvolgono oltre trenta docenti e ricercatori di diversi settori scientifico disciplinari, quali Elettromagnetismo Applicato, Elettronica, Telecomunicazioni. “Ancora un esempio virtuoso di come l’interazione tra i vari gruppi di ricerca del nostro Ateneo porti ad ottenere risultati importanti nella nostra comunità”, ha aggiunto la professoressa Claudia Martini, prorettrice per la ricerca in ambito nazionale.
Per Calearo Antenne SpA è un’ulteriore spinta verso la ricerca e l’innovazione sul mondo automotive, un aspetto essenziale soprattutto per quelle aziende che realizzano gran parte del proprio fatturato all’estero. Il Centro ricerche di Isola Vicentina (VI) collabora da anni con il gruppo di ricerca del prefessor Paolo Nepa, docente di campi elettromagnetici e antenne, e ha finanziato un contratto per un ricercatore universitario che nei prossimi tre anni si occuperà di “Tecnologie abilitanti e antenne innovative per i sistemi di connettività wireless nel settore automotive”. “Il contributo dell’Università è importante per poter affrontare le nuove sfide che si presentano quotidianamente nel mondo dell’industria”, ha commentato Roberto Mestriner, Chief Executive Manager dell’azienda vicentina.
“Il successo del workshop è stato ottenuto grazie alle aziende e ai ricercatori che hanno voluto partecipare condividendo le proprie idee, i propri progetti, le proprie visioni sul mondo dell’automotive e del veicolare”, ha concluso Andrea Michel, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, tra gli organizzatori del workshop. “Soltanto una solida sinergia tra mondo della ricerca e imprese potrà dare maggiore slancio allo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la vita di tutti noi”.
È questo lo spirito condiviso dalle aziende intervenute, che sono state Calearo Antenne, Aitronik s.r.l, Pitom, PurePower Control, Magna Mechatronics, Autostrade Tech S.p.A, Intel, Marelli, Rheinmetall, Italcertifer S.p.A. Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Intecs, Evidence, ResilTech ed IDS. Gli organizzatori stanno già pensando alla prossima edizione del workshop.

Giovedì, 13 Giugno 2019 08:46

"Le famiglie che cambiano"

Ripensare i legami genitoriali e affettivi alla luce delle trasformazioni dei modelli familiari.
Il convegno è promosso dal Comitato Toscana Pride e dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa

"Le famiglie che cambiano. Ripensare i legami genitoriali e affettivi oggi” è il tema del convegno che si terrà sabato 15 giugno a partire dalle 9.30 presso il Centro Congressi "Le Benedettine” in Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno 16, a Pisa. L’evento è promosso dal Comitato Toscana Pride e dal Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa nell’ambito del calendario di iniziative in preparazione del Toscana Pride 2019, la manifestazione dell’orgoglio LGBTQIA+* (lesbico, gay, bisessuale, transgender, queer, intersessuale e asessuale), in programma il prossimo 6 luglio a Pisa. Un’occasione per riflettere insieme a esperte ed esperti sulla genitorialità e sulle trasformazioni dei modelli familiari, attraverso un’analisi ampia e articolata che tenga in considerazione tutti gli aspetti antropologici, psicologici, sociologici e giuridici del tema.
In apertura di convegno sono previsti gli interventi di Elettra Stradella, presidente del CUG dell’Università di Pisa e Junio Aglioti Colombini, presidente del Comitato Toscana Pride. Seguiranno le relazioni delle esperte e degli esperti articolati per singole sezioni.
Il convegno è accreditato sia per l'ordine dell'avvocatura, per cui riconosce 3 crediti formativi ordinari, che per l’ordine assistenti sociali, a cui riconosce 4 crediti formativi. L’ingresso è libero previa registrazione. Per informazioni e iscrizioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

Espressioni multiple, iperboliche, fatte di più parole unite da trattini, si va dalle più semplici che in italiano suonerebbero come “Principessa-per-un-giorno” sino alle più complesse e creative come “I-miei-quasi-leggings-che-sembrano-jeans”. L’uso di questa terminologia è al centro di uno studio sul linguaggio della moda nel mondo anglofono realizzato al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista scientifica “Text & Talk”. La professoressa Belinda Blanche Crawford ha compilato e analizzato un corpus di testi di circa 400,000 parole attingendo dalle più blasonate riviste di moda come Vogue, Women’s Wear Daily, Harper’s Bazaar e da alcuni fashion blog particolarmente popolari. Il risultato è che queste frasi “a trattini” (tecnicamente si chiamano hyphenated phrasal expressions) sono risultate tre volte più frequenti nel linguaggio della moda rispetto a quello standard, con frequenze particolarmente alte nei blog.
“L’uso di queste espressioni è tipico nel fashion journalism anglosassone, una tendenza che non sembra avere una corrispondenza in quello italiano - spiega Crawford - si tratta di espressioni che hanno una forte valenza descrittiva e valutativa e proprio per questo sono molto usate nell’ambito della moda dove gli aspetti visivi ed emotivi giocano un ruolo fondamentale”.
“Le blogger in particolare – continua Crawford - si distinguono per usare i “trattini” in modo creativo, arguto e non convenzionale in modo da costruire la propria identità come una voce sofisticata e spiritosa nella comunità discorsiva online della moda di cui fanno parte”.
Lo studio ha classificato tutte le “hyphenated phrasal expressions” secondo tre categorie: convenzionali, semi-convenzionali, e non-convenzionali. Nella prima categoria, si trovano espressioni che sono comunemente utilizzate dai parlanti nativi e che sono presenti nei dizionari, nella seconda c’è già un grado di variazione sufficiente da farle escludere dai dizionari, nella terza infine si trovano espressioni di fatto uniche formulate ad hoc per un determinato contesto.
“La ricerca – conclude la professoressa dell’Ateneo pisano – mette in risalto come le comunicazioni mediate da Internet possono favorire innovazioni nelle forme di espressione da parte di nuove e sempre più influenti figure del fashion journalism fornendo indicazioni anche per tutti coloro che aspirano a farne parte”.

Espressioni multiple, iperboliche, fatte di più parole unite da trattini, si va dalle più semplici che in italiano suonerebbero come “Principessa-per-un-giorno” sino alle più complesse e creative come “I-miei-quasi-leggings-che-sembrano-jeans”. L’uso di questa terminologia è al centro di uno studio sul linguaggio della moda nel mondo anglofono realizzato al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista scientifica “Text & Talk”. La professoressa Belinda Blanche Crawford ha compilato e analizzato un corpus di testi di circa 400,000 parole attingendo dalle più blasonate riviste di moda come Vogue, Women’s Wear Daily, Harper’s Bazaar e da alcuni fashion blog particolarmente popolari. Il risultato è che queste frasi “a trattini” (tecnicamente si chiamano hyphenated phrasal expressions) sono risultate tre volte più frequenti nel linguaggio della moda rispetto a quello standard, con frequenze particolarmente alte nei blog.

 

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L’uso di queste espressioni è tipico nel fashion journalism anglosassone, una tendenza che non sembra avere una corrispondenza in quello italiano - spiega Crawford - si tratta di espressioni che hanno una forte valenza descrittiva e valutativa e proprio per questo sono molto usate nell’ambito della moda dove gli aspetti visivi ed emotivi giocano un ruolo fondamentale”.

“Le blogger in particolare – continua Crawford - si distinguono per usare i “trattini” in modo creativo, arguto e non convenzionale in modo da costruire la propria identità come una voce sofisticata e spiritosa nella comunità discorsiva online della moda di cui fanno parte”.

Lo studio ha classificato tutte le “hyphenated phrasal expressions” secondo tre categorie: convenzionali, semi-convenzionali, e non-convenzionali. Nella prima categoria, si trovano espressioni che sono comunemente utilizzate dai parlanti nativi e che sono presenti nei dizionari, nella seconda c’è già un grado di variazione sufficiente da farle escludere dai dizionari, nella terza infine si trovano espressioni di fatto uniche formulate ad hoc per un determinato contesto.

“La ricerca – conclude la professoressa dell’Ateneo pisano – mette in risalto come le comunicazioni mediate da Internet possono favorire innovazioni nelle forme di espressione da parte di nuove e sempre più influenti figure del fashion journalism fornendo indicazioni anche per tutti coloro che aspirano a farne parte”.

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