Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Giovedì, 11 Aprile 2019 11:43

Francesco Fidecaro

Nato nel 1956 nel Regno Unito e cresciuto a Ginevra, il professor Francesco Fidecaro si è laureato con lode in Fisica presso l’Università di Pisa nel 1978, ottenendo anche la licenza in Fisica come allievo della Classe di Scienze della Scuola Normale Superiore. L’anno successivo ha vinto un posto nel corso di perfezionamento alla Scuola Normale Superiore, dove dal 1981 è diventato ricercatore. Dal 1991 al 1992 è stato visiting scientist al CERN, e nel 1992 è diventato professore associato di Fisica sperimentale all’Università di Pisa. Dal 2001 è professore ordinario di Fisica applicata nell’Ateneo pisano, dove attualmente insegna Fisica 1 e Fisica 2 al corso di laurea in Fisica e Fisica delle Onde gravitazionali al corso di laurea magistrale in Fisica.

fidecaro.jpeg

L’attività di ricerca del professor Fidecaro si è focalizzata sulla fisica sperimentale delle interazioni fondamentali, in particolare sulla gravitazione e sulle onde gravitazionali. Dal 1978, quale incaricato di ricerca all’Istituto Nazionale di Fisica Nuclare (INFN), ha partecipato agli esperimenti NA1, NA7, NA29 al CERN, misurando la vita media dei mesoni con charm e i fattori di forma dei mesoni Pi e K. Ha poi lavorato all’esperimento ALEPH al CERN contribuendo allo sviluppo della Time Projection Chamber e studiando i neutrini leggeri e la vita media del leptone tau per la verifica dell’universalità delle interazioni deboli.

L’attività di ricerca del professor Fidecaro include anche temi di Fisica applicata, in particolare la mitigazione dell’inquinamento acustico, il rumore da infrastrutture di trasporto e l’isolamento di edifici scolastici. Dal 2005 è stato coordinatore nazionale di “RUGO”, progetto di Commissione Scientifica 5 dell’INFN per la misura senza contatto delle rugosità delle rotaie. Nel 1993 il professor Fidecaro ha iniziato a lavorare all’esperimento Virgo per la rivelazione delle onde gravitazionali, dedicandosi al superattenuatore per l’isolamento sismico tramite sospensioni e pendoli invertiti. Si è poi occupato dello sviluppo di accelerometri per ottimizzare la sensibilità del rivelatore Virgo alle basse frequenze.

Nel 2000 è diventato coordinatore nazionale di un progetto PRIN sul rumore newtoniano nei rivelatori di onde gravitazionali, e nel 2007 responsabile nazionale del progetto PRIN sulla sensibilità a basse frequenze degli interferometri sotterranei e criogenici. È stato nominato spokesperson della collaborazione Virgo per il periodo 2008-2011 e ha ricoperto il ruolo di Direttore scientifico dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO), il Consorzio partecipato da INFN e CNRS dove è stato costruito Virgo. Dal 2005 al 2008 ha coordinato il Virgo EGO Scientific Forum, che riunisce una comunità di circa 300 ricercatori attivi in Europa nel campo delle onde gravitazionali. Dal 1995 al 1999 il professor Francesco Fidecaro è stato il primo Direttore del Centro Interdipartimentale Polo Didattico “Fibonacci” e ha istituito e diretto il corso di diploma in Metodologie fisiche, con particolare attenzione alla Fisica ambientale. Dal 2010 al 2016 è stato Direttore del Dipartimento di Fisica “Enrico Fermi”, membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione “Galileo Galilei” e Presidente dell’IT Center dell’Università di Pisa.

Attualmente è Presidente del Comitato Spin Off dell’Università di Pisa e valutatore esterno per la Commissione Brevetti di Ateneo. Il professor Fidecaro è autore di più di 400 pubblicazioni, con un totale di oltre 25 mila citazioni. Fra di esse l’articolo del 2016 sulla scoperta delle onde gravitazionali, che conta già più di 3 mila citazioni e che ha portato al Premio Nobel per la Fisica nel 2017. Il professor Fidecaro volge abitualmente anche attività divulgativa in Italia e all’estero, tenendo conferenze e seminari su queste tematiche. È stato relatore di tesi di laurea e dottorato e ha avuto un ruolo fondamentale per aprire al Dipartimento di Fisica una nuova linea di ricerca dedicata alle onde gravitazionali. Questo nascente campo di studi ha anche richiamato dall’estero giovani ricercatori attraverso progetti FIRB e borse Rita Levi Montalcini, fornendo un impulso determinante per la creazione del nuovo piano di studi di laurea magistrale in Fisica dell’Universo.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Francesco Fidecaro.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:41

Mario Petrini

Nato a Pisa nel 1950, il professor Mario Petrini si è laureato in Medicina e Chirurgia nel luglio 1975 e nel 1977 si è specializzato in Malattie del tubo digerente, sangue e ricambio. Dalla laurea al 1978 è stato assistente ad horas in Ematologia all’Università di Pisa e negli anni ’82-’86 professore a contratto.

Dal conseguimento della laurea al 1981è stato medico interno presso la Clinica medica 1 di Pisa. Dal 1986 è stato ricercatore universitario in Ematologia; dal 1998 è stato professore associato nella stessa disciplina presso l’Ateneo pisano e dal 2001 ricopre il ruolo di professore ordinario di Ematologia. Il professor Petrini ha ricoperto numerosi incarichi universitari e assistenziali: Vicedirettore del Dipartimento di Oncologia nel 1999; più volte membro del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa; negli anni 2010 e 2011 è stato Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia; fino al 2016 è stato Direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e dal 2017 è Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia.

petrini_cherubino.jpg

Dal 2011 ad oggi è stato Direttore di Dipartimenti integrati assistenziali dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria Pisana. È membro della Commissione Nazionale LEA. È stato presidente della Commissione per l’abilitazione scientifica nazionale nel settore MED 06 D3 (2016-2018); è rappresentante delle università toscane nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione ITT, ed è rappresentante dell’Università di Pisa nel Consiglio di Amministrazione di Stella Maris. Il professor Petrini ha tenuto insegnamenti in numerosi corsi e scuole di specializzazione; è titolare dell’insegnamento di Ematologia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia dal 1995.
È stato Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia dal 1998 al 2017. Il professor Petrini ha svolto attività assistenziale presso l’Unità operativa di Ematologia che dirige dal 1998; ha contribuito in modo determinante alla realizzazione del reparto e dei laboratori e al loro sviluppo; ha realizzato il Centro Trapianti accreditato Jacie del quale è anche responsabile. Il professor Petrini ha una particolare dedizione alla ricerca sulla diagnosi e lo sviluppo di terapie innovative e ha messo a punto terapie originali per il linfoma marginale, la sindrome iper-eosinofila e le localizzazioni cutanee della leucemia acuta a cellule dendritiche, oltre che per la terapia personalizzata dei linfomi dell’anziano. Ha sviluppato soluzioni di arsenico per il trattamento della leucemia acuta promielocitica impiegandolo per la prima volta in Italia. Questo trattamento ha permesso di guarire pazienti diversamente incurabili. Ha avuto un ruolo determinante nella realizzazione del Polo Oncologico. Il professor Petrini ha pubblicato 420 lavori internazionali ed è anche autore di molti lavori e capitoli di libro a livello nazionale.

Ha sviluppato tre brevetti internazionali. Ha trascorso periodi di ricerca presso istituzioni estere, tra le quali l’Università di Charleston, negli USA, in qualità di post-doctoral fellow prima e di visiting professor successivamente. I temi di ricerca del professor Petrini sono tutti orientati all’Ematologia e alle implicazioni immunologiche, iniziando con la valutazione del ruolo dell’adenosina e purina nucleoside fosforilasi nelle malattie linfoproliferative, che è stata studiata pionieristicamente prima dello sviluppo di farmaci attivi su questo bersaglio molecolare.

Negli USA ha condotto studi sul ruolo della vitamina D nel sistema immunitario, realizzando per la prima volta alcune metodiche molecolari e individuando un ruolo funzionale per il carrier della vitamina D: questi studi hanno permesso di riconsiderare la divisione tra proteine strutturali e funzionali. Rientrato in Italia ha fondato il primo laboratorio pisano con attività molecolari in medicina. Da questa iniziativa sono nate le linee di ricerca tuttora attive sui meccanismi di chemio-resistenza e sul ruolo della malattia minima residua, oltre che la realizzazione di numerosi test diagnostici molecolari. Il primo lavoro in assoluto, pubblicato sul New England Journal of Medicine, rivolto allo studio del ruolo della chemio-resistenza nelle leucemie, è stato svolto in questi ambienti. Successivamente, essendo stato nominato Direttore del Centro Unico per lo studio delle cellule staminali, il professor Petrini ha realizzato il Laboratorio “Michele Cavaliere”, eseguendo studi sulle cellule staminali mesenchimali che hanno consentito impieghi clinici pionieristici in campo ortopedico e importanti avanzamenti nella comprensione della struttura e del ruolo del microambiente midollare nella patogenesi delle malattie ematologiche.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Mario Petrini.

Giovedì, 11 Aprile 2019 11:40

Massimo Guiggiani

Nato a Siena nel 1956, il professor Massimo Guiggiani si è laureato con lode in Ingegneria meccanica presso l’Università di Pisa nel 1981. Dopo il servizio militare come ufficiale del Corpo Tecnico dell’Esercito, nel 1983 è diventato ricercatore di Meccanica applicata alle Macchine a Pisa. Nel 1992 è diventato professore associato di Disegno e Metodi dell’Ingegneria industriale presso l’Università di Siena. Nel 2000 è tornato all’Università di Pisa come professore ordinario di Meccanica applicata alle Macchine. Nel corso degli anni è stato titolare dei corsi di Meccanica del Veicolo, Disegno di Macchine, Calcolo numerico, Disegno assistito dal Calcolatore, Meccanica applicata alle Macchine, Dinamica dei Veicoli. È stato Presidente per due mandati del corso di laurea specialistica in Ingegneria dei Veicoli terrestri, di cui è stato uno dei promotori e fondatori, e ha ricoperto per quattro anni il ruolo di Faculty Advisor della Squadra Corse per le competizioni di Formula Student, accompagnando il team nelle gare in Italia e in Germania.

guiggiani_cherubino.jpg

L’attività di ricerca del professor Guiggiani ha riguardato temi distinti. Il primo riguarda la ricerca sperimentale sull’interazione fluido-struttura in gusci di spessore sottile dal 1983 al 1989, in collaborazione con l’ENEA e Électricité de France. Inoltre, dal 1980 al 2000, si è occupato di metodi numerici per l’ingegneria, in particolare del BEM (Boundary Element Method), arrivando alla formulazione di quello che è oggi chiamato il Guiggiani’s method, riconosciuto come la tecnica più generale e accurata per la valutazione di integrali di superficie ipersingolari. Dal 2000, ha guidato il Gear Group dell’Università di Pisa, contribuendo in maniera diretta alla formulazione dell’Invariant Approach della teoria dell’ingranamento. Le ricerche sugli ingranaggi, condotte in collaborazione con Marco Gabiccini e Alessio Artoni, hanno portato allo sviluppo di algoritmi di ottimizzazione della micro-geometria e di identificazione dei parametri di taglio molto superiori rispetto a quelli precedentemente disponibili.

Dal 1998 a oggi si è occupato di Dinamica dei Veicoli, con la pubblicazione di libri, fra cui The Science of Vehicle Dynamics (2014). Proprio grazie ai contenuti di quest’opera, è stato invitato a tenere lunghi cicli di lezioni presso la Ferrari F1 a Maranello e presso la Apple negli USA.
Nel corso della sua carriera ha lavorato per lunghi periodi presso l’Ecole Politechnique di Parigi, l’Iowa State University ad Ames, negli Stati Uniti, l’University of Central Florida a Orlando, sempre negli Stati Uniti, l’Instituto Superior Tecnico di Lisbona. Ha tenuto seminari su invito in numerose università straniere, fra cui la Cornell University. Inoltre è stato titolare di contratti di ricerca con la Ohio State University, Bridgestone, Piaggio, Fiat Avio, Siemens, Ferrari F1. Il professor Guiggiani è fra i vincitori del Textbook Excellence Award 2019, unico italiano in 25 anni, per la seconda edizione del suo libro The Science of Vehicle Dynamics (2018). Questa opera ha portato importanti aziende automobilistiche, fra cui la Hyundai, a modificare alcune procedure di progettazione.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Massimo Guiggiani.

Il professor Luca Fanucci, ordinario di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa, è stato nominato "Fellow" dell'Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), l'associazione internazionale di professionisti impegnata a favore del progresso della tecnologia a beneficio dell'umanità. Il riconoscimento gli è stato consegnato nell’ambito della cerimonia di apertura della conferenza internazionale "DATE 2019 - Design, Automation and Test in Europe" che si è svolta alla Fortezza da Basso di Firenze dal 25 al 29 marzo.

fanucci1

 

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al professor Fanucci "per i suoi contributi allo sviluppo di sistemi elettronici integrati VLSI per network-on-chip”. In questo settore il professor Fanucci ha collaborato alla definizione delle architetture VLSI che hanno portato allo sviluppo del primo prototipo industriale di Network-on-Chip in collaborazione con l’azienda STMicroelectronics, leader del mercato dei semiconduttori con oltre 40.000 dipendenti e un fatturato di oltre 9 miliardi di dollari nel 2018. Questa infrastruttura di comunicazione, denominata STNoC, permette di connettere centinaia di componenti (processori, memorie e così via) all’interno dei moderni circuiti integrati System-on-Chip (SoC). L’azienda STMicroelectronics ha integrato la tecnologia STNoC nelle famiglie di circuiti integrati SoC ad alte prestazioni "Monaco" e "Cannes" dedicati al mercato dei set-top-box quali ad esempio i decoder satellitari SKY Q.

L'IEEE "Fellow" è conferito a una personalità con un eccellente primato di risultati provenienti da diverse aree scientifiche, che vanno dai sistemi aerospaziali all'ingegneria informatica, delle telecomunicazioni e biomedica, all'elettronica. Nel 2019 sono 295 i professionisti che nel mondo hanno ottenuto il riconoscimento. Attraverso gli oltre 400.000 membri in 160 paesi del mondo, l'IEEE promuove lo sviluppo della tecnologia per l'umanità e pubblica circa il 30% del materiale tecnico riguardante i diversi settori di interesse.

Il professor Fanucci si è laureato con lode in Ingegneria elettronica all'Università di Pisa nel 1992, sede in cui ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria dell’Informazione nel 1996. In questi anni ha svolto attività di ricerca al Dipartimento dei Sistemi Elettrici dell'European Space Research and Technology Centre dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Noordwijk in Olanda. Dal 1996 al 2004 è stato ricercatore del CNR al Centro Studi Metodi e Dispositivi di Radiotrasmissione di Pisa.
Dal 2004 è professore di Elettronica del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, prima come associato e poi come ordinario, e dal 2013 è direttore del Laboratorio Nazionale AsTech (Assistive Technologies) del Consorzio interuniversitario nazionale per l’Informatica (CINI). Dal 2016 ricopre il ruolo di delegato del rettore per gli studenti disabili e con disturbi specifici di apprendimento (DSA).

Coautore di più di 450 pubblicazioni su riviste e conferenze internazionali, il professor Luca Fanucci ha come principali interessi di ricerca la progettazione di circuiti integrati e sistemi embedded con particolare riguardo alla progettazione a livello di sistema, alla coprogettazione hardware e software, al basso consumo di potenza e ai sistemi di interfaccia ed elaborazione sensori. Settori principali di applicazione sono le telecomunicazioni, i veicoli spaziali e terrestri, i sistemi medicali e gli ausili tecnologici per le persone disabili e per gli anziani. In questi ambiti ha contribuito alla nascita di start-up quali "SensorDynamics" (2003) e "IngeniArs" (2014), ed è co-autore di più di 50 brevetti e/o domande di brevetto nazionale e internazionale.

Giovedì, 11 Aprile 2019 10:30

Roger Fuoco

Nato a Colosimi (Cosenza) nel 1951, il professor Roger Fuoco si è laureato con lode in Chimica presso l’Università di Bari nel 1974. Dopo alcuni anni come borsista, è stato ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1977 al 1994, prima a Bari, poi a Pisa. Nel 1994 è stato chiamato come professore ordinario di Chimica analitica dalla Facoltà di Scienze mfn dell’Università di Pisa, e oggi svolge la sua attività didattica e scientifica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale.

fuoco_cherubino.jpg

Nel corso della sua carriera, il professor Fuoco ha contribuito in modo determinante alla formazione e al consolidamento di alcuni gruppi di ricerca, che oggi operano in modo del tutto autonomo a livello internazionale in numerosi settori della Chimica analitica. Lo studio dei processi di diffusione di inquinanti nell’ambiente a livello globale, con attività svolte in Artide e in Antartide, la valutazione della risposta metabolica a stress abiotici da parte di piante normali e a struttura ormonale geneticamente modificata e, più recentemente, la caratterizzazione chimica di fluidi biologici non tradizionali (espirato, sudore, saliva) per il monitoraggio non invasivo di patologie di grande interesse, come ad esempio lo scompenso cardiaco e il diabete, sono alcuni dei settori più rilevanti. L’attività di ricerca sinora svolta dal professor Fuoco ha dato luogo a oltre 120 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali a elevato impatto. Egli, inoltre, è stato invitato a tenere numerosi seminari in Italia e all’estero, ed è co-autore di alcuni brevetti su strumentazione analitica. Attualmente, egli è titolare dei corsi di Chimica analitica strumentale, Chimica analitica IV e Chimica analitica industriale per i corsi di laurea in Chimica e Chimica industriale.

Il professor Fuoco è stato rappresentante del Settore culturale 2 nel Senato Accademico dell’Ateneo pisano dal 2006 al 2012 e Direttore del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale per il quadriennio 2012-2016. Nel corso del suo mandato di Direttore ha coordinato tutte le attività relative al trasferimento del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale nella nuova sede. A livello nazionale, è stato membro del Consiglio direttivo della Divisione di Chimica analitica della Società Chimica Italiana per il periodo 2003-2006, esperto valutatore dei prodotti della ricerca (CIVR-VTR2006), e sin dal 1982 membro esperto in commissioni nazionali ed europee per la definizione di procedure analitiche di riferimento in campo ambientale.

Nel 1986 ha partecipato alla prima campagna oceanografica in Antartide organizzata dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) a cui collabora ininterrottamente da oltre trenta anni. Infine, è stato coordinatore nazionale di numerosi progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN, ex-COFIN) e attualmente, partecipa, anche con compiti di coordinamento scientifico, in progetti europei (Horizon 2020), nazionali (PRIN2017), regionali (POR CREO 2014/2020) e di Ateneo (PRA).

A livello internazionale è stato rappresentante italiano del CNR, in qualità di esperto di problemi ambientali, al XIII Antarctic Treaty Consultative Meeting (Madrid, 1999), membro dello Steering Committee dello SCAR (Scientific Committe of Antarctic Research) su “Environmental Contamination in Antarctica” e membro dell’editorial board della rivista “Applied Spectroscopy Review”. Infine, è inserito nell’International Evaluation Panel ed è stato più volte chiamato per la valutazione di progetti di ricerca presso varie istituzioni europee. Il professor Fuoco intrattiene fattive e fruttuose collaborazioni scientifiche con numerosi gruppi di ricerca di prestigiose istituzioni internazionali e nel 2018 la Hungarian Spectrochemical Society della Hungarian Chemical Society gli ha conferito la prestigiosa medaglia “Tibor Török” “given to internationally recognized scientists working in the field of atomic and molecular spectroscopy”.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Roger Fuoco.

Il professor Luca Fanucci, ordinario di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell'Università di Pisa, è stato nominato "Fellow" dell'Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE), l'associazione internazionale di professionisti impegnata a favore del progresso della tecnologia a beneficio dell'umanità. Il riconoscimento gli è stato consegnato nell’ambito della cerimonia di apertura della conferenza internazionale "DATE 2019 - Design, Automation and Test in Europe" che si è svolta alla Fortezza da Basso di Firenze dal 25 al 29 marzo.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al professor Fanucci "per i suoi contributi allo sviluppo di sistemi elettronici integrati VLSI per network-on-chip”. In questo settore professor Fanucci ha collaborato alla definizione delle architetture VLSI che hanno portato allo sviluppo del primo prototipo industriale di Network-on-Chip in collaborazione con l’azienda STMicroelectronics, leader del mercato dei semiconduttori con oltre 40.000 dipendenti e un fatturato di oltre 9 miliardi di dollari. Questa infrastruttura di comunicazione, denominata STNoC, permette di connettere centinaia di componenti (processori, memorie e così via) all’interno dei moderni circuiti integrati System-on-Chip (SoC). L’azienda STMicroelectronics ha integrato la tecnologia STNoC nelle famiglie di circuiti integrati SoC ad alte prestazioni "Monaco" e "Cannes" dedicati al mercato dei set-top-box quali ad esempio i decoder satellitari SKY Q.
L'IEEE "Fellow" è conferito a una personalità con un eccellente primato di risultati provenienti da diverse aree scientifiche, che vanno dai sistemi aerospaziali all'ingegneria informatica, delle telecomunicazioni e biomedica, all'elettronica. Nel 2019 sono 295 i professionisti che nel mondo hanno ottenuto il riconoscimento. Attraverso gli oltre 400.000 membri in 160 paesi del mondo, l'IEEE promuove lo sviluppo della tecnologia per l'umanità e pubblica circa il 30% del materiale tecnico riguardante i diversi settori di interesse.
Il professor Fanucci si è laureato con lode in Ingegneria elettronica all'Università di Pisa nel 1992, sede in cui ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria dell’Informazione nel 1996. In questi anni ha svolto attività di ricerca al Dipartimento dei Sistemi Elettrici dell'European Space Research and Technology Centre dell’Agenzia Spaziale Europea, con sede a Noordwijk in Olanda. Dal 1996 al 2004 è stato ricercatore del CNR al Centro Studi Metodi e Dispositivi di Radiotrasmissione di Pisa.
Dal 2004 è professore di Elettronica del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, prima come associato e poi come ordinario, e dal 2013 è direttore del Laboratorio Nazionale AsTech (Assistive Technologies) del Consorzio interuniversitario nazionale per l’Informatica (CINI). Dal 2016 ricopre il ruolo di delegato del rettore per gli studenti disabili e con disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Coautore di più di 450 pubblicazioni su riviste e conferenze internazionali, il professor Luca Fanucci ha come principali interessi di ricerca la progettazione di circuiti integrati e sistemi embedded con particolare riguardo alla progettazione a livello di sistema, alla coprogettazione hardware e software, al basso consumo di potenza e ai sistemi di interfaccia ed elaborazione sensori. Settori principali di applicazione sono le telecomunicazioni, i veicoli spaziali e terrestri, i sistemi medicali e gli ausili tecnologici per le persone disabili e per gli anziani. In questi ambiti ha contribuito alla nascita di start-up quali "SensorDynamics" (2003) e "IngeniArs" (2014), ed è co-autore di più di 50 brevetti e/o domande di brevetto nazionale e internazionale.

C’è anche la Pisa University Press tra i quattro vincitori dei Premi Nazionali per la Traduzione (sezione premi maggiori), istituiti dal Ministero per i beni e le attività culturali e destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con pubblicazioni edite, a elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La cerimonia di premiazione si è svolta il 10 aprile nel salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica in Roma e a ritirare il prestigioso riconoscimento era presente Claudia Napolitano, amministratrice unica della casa editrice dell’Università di Pisa. I premi, riferiti all’edizione 2018, sono stati attribuiti su parere dell’apposita commissione, presieduta dal professor Michele Bernardini e di cui fanno parte i professori Maria Cristina Assumma, Franco Buffoni, Riccardo Campa, Luca Crescenzi, Daria Galateria e Barbara Ronchetti.
Queste le motivazioni della giuria: “"Fondata nel 2012, la Pisa University Press si prefigge di valorizzare e divulgare gli studi e le ricerche dei docenti universitari. L’attività editoriale si articola in manualistica di testo, atti di convegni, sinossi documentarie (“Quaderni della Fondazione Galilei”; “Antonio Pacinotti nel centenario della morte”); in compendi monografici (“Opere di Giacomo Matteotti”; “Il Centro di ricerche agro-alimentari «Enrico Avanzi»”; “LIMINA, Lingua italiana minima d'accesso”; “Nuova Sismondiana”; “La via Francigena”; “Gio Ponti”; “ARCA, Gerolamo Ciulla e il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa”; “Andrea Guardi. Uno scultore di costa nell'Italia del Quattrocento”; “Shakespeare and Money”; “Le gesta di Berengario Imperatore”; “Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa”; “Ricordando Santi Romano”; “Giuseppe Toniolo: alle origini del principio di sussidiarietà”; “L'economia "per centri concentrici": Jean-Charles L. Sismondi”; “Scienze per la pace”).
L'opera in due tomi, che sorregge un impegno editoriale di efficace rilevanza estetica ed esegetica - in traduzione in lingua inglese - è "Il dolore e la sua terapia nella medicina occidentale dalle origini alla metà dell’Ottocento" di Gianfranco Natale e Alberto Zampieri, a cura di Franco Mosca, uno scienziato accreditato a livello internazionale, presidente della Fondazione Arpa, che ha dedicato all'argomentazione un essenziale saggio di rilevante rilievo cognitivo ed espositivo, suffragato da una nobile testimonianza esistenziale di Andrea Bocelli, quasi l'evocazione del «male oscuro» del protagonista de "La cognizione del dolore" di Carlo Emilio Gadda. Il dolore, inteso come la configurazione del castigo biblico e come l'effemeride di una stagione di rimpianti, si esplica negli accorgimenti soccorritori e nelle terapie scientificamente elaborate per costituirsi a fortilizio emotivo della condizione umana.
I Premi Nazionali per la Traduzione sono stati così attribuiti: i quattro premi maggiori sono andati, oltre alla Pisa University Press, a Silvia Bre, traduttrice dall’inglese all’italiano; alla casa editrice Zibaldone (Spagna), per l’operato di diffusione della cultura italiana in ambito ispanico; a Moshe Kahn, universalmente ritenuto oggi il maggior traduttore dall’italiano attivo in Germania. I quattro premi speciali sono adati Caterina Graziadei, traduttrice e docente di letteratura russa; Donatella Guida, per la traduzione di un’opera in cinese del XIX secolo; Elena Maria Liverani, traduttrice tra l’altro di circa 16 opere di Isabel Allende, tradotte per Feltrinelli; l’Editorial Transalpina, per le pubblicazioni legate alla storia locale, allo spazio geografico mitteleuropeo, al folklore, alla montagna.
La Direzione generale biblioteche e istituti culturali ha assegnato a ognuno dei premi maggiori 12.960 euro e a ognuno dei premi speciali 8.515 euro.

C’è anche la Pisa University Press tra i quattro vincitori dei Premi Nazionali per la Traduzione (sezione premi maggiori), istituiti dal Ministero per i beni e le attività culturali e destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con pubblicazioni edite, a elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La cerimonia di premiazione si è svolta il 10 aprile nel salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica in Roma e a ritirare il prestigioso riconoscimento era presente Claudia Napolitano, amministratrice unica della casa editrice dell’Università di Pisa. I premi, riferiti all’edizione 2018, sono stati attribuiti su parere dell’apposita commissione, presieduta dal professor Michele Bernardini e di cui fanno parte i professori Maria Cristina Assumma, Franco Buffoni, Riccardo Campa, Luca Crescenzi, Daria Galateria e Barbara Ronchetti.

premi_traduzione_pup.jpg
Claudia Napolitano (seconda da sinistra), amministratrice unica della Pisa University Press, alla cerimonia di premiazione.


Queste le motivazioni della giuria: “"Fondata nel 2012, la Pisa University Press si prefigge di valorizzare e divulgare gli studi e le ricerche dei docenti universitari. L’attività editoriale si articola in manualistica di testo, atti di convegni, sinossi documentarie (“Quaderni della Fondazione Galilei”; “Antonio Pacinotti nel centenario della morte”); in compendi monografici (“Opere di Giacomo Matteotti”; “Il Centro di ricerche agro-alimentari «Enrico Avanzi»”; “LIMINA, Lingua italiana minima d'accesso”; “Nuova Sismondiana”; “La via Francigena”; “Gio Ponti”; “ARCA, Gerolamo Ciulla e il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa”; “Andrea Guardi. Uno scultore di costa nell'Italia del Quattrocento”; “Shakespeare and Money”; “Le gesta di Berengario Imperatore”; “Pietro Maffi Arcivescovo di Pisa”; “Ricordando Santi Romano”; “Giuseppe Toniolo: alle origini del principio di sussidiarietà”; “L'economia "per centri concentrici": Jean-Charles L. Sismondi”; “Scienze per la pace”).

L'opera in due tomi, che sorregge un impegno editoriale di efficace rilevanza estetica ed esegetica - in traduzione in lingua inglese a cura di Joanne Spataro - è "Il dolore e la sua terapia nella medicina occidentale dalle origini alla metà dell’Ottocento" di Gianfranco Natale e Alberto Zampieri, a cura di Franco Mosca, uno scienziato accreditato a livello internazionale, presidente della Fondazione Arpa, che ha dedicato all'argomentazione un essenziale saggio di rilevante rilievo cognitivo ed espositivo, suffragato da una nobile testimonianza esistenziale di Andrea Bocelli, quasi l'evocazione del «male oscuro» del protagonista de "La cognizione del dolore" di Carlo Emilio Gadda. Il dolore, inteso come la configurazione del castigo biblico e come l'effemeride di una stagione di rimpianti, si esplica negli accorgimenti soccorritori e nelle terapie scientificamente elaborate per costituirsi a fortilizio emotivo della condizione umana.

I Premi Nazionali per la Traduzione sono stati così attribuiti: i quattro premi maggiori sono andati, oltre alla Pisa University Press, a Silvia Bre, traduttrice dall’inglese all’italiano; alla casa editrice Zibaldone (Spagna), per l’operato di diffusione della cultura italiana in ambito ispanico; a Moshe Kahn, universalmente ritenuto oggi il maggior traduttore dall’italiano attivo in Germania. I quattro premi speciali sono adati Caterina Graziadei, traduttrice e docente di letteratura russa; Donatella Guida, per la traduzione di un’opera in cinese del XIX secolo; Elena Maria Liverani, traduttrice tra l’altro di circa 16 opere di Isabel Allende, tradotte per Feltrinelli; l’Editorial Transalpina, per le pubblicazioni legate alla storia locale, allo spazio geografico mitteleuropeo, al folklore, alla montagna.

La Direzione generale biblioteche e istituti culturali ha assegnato a ognuno dei premi maggiori 12.960 euro e a ognuno dei premi speciali 8.515 euro.

Mercoledì, 10 Aprile 2019 15:35

Franco Verni

Nato a La Spezia nel 1950, il professor Franco Verni ha conseguito la laurea in Scienze biologiche nel 1974 presso l’Università di Pisa. Dopo alcuni anni di lavoro come borsista del CNR, la sua carriera accademica è iniziata nel 1981 come ricercatore universitario presso l’Ateneo pisano; chiamato a coprire la cattedra di Protozoologia nel 1992 come professore associato, nel 2006 è diventato professore ordinario di Zoologia sempre presso l’Università di Pisa. Il professor Verni ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali.

verni_cherubino.jpg

È stato rappresentante dei ricercatori nel Consiglio di Facoltà e nelle Commissioni scientifiche di Ateneo. La sua attività nelle Commissioni è continuata sia da professore associato che da ordinario e ha ricoperto più volte il ruolo di Presidente di commissione. È stato per lungo tempo Vicepresidente del Consiglio di corso di laurea in Scienze biologiche e ha ricoperto per due mandati il ruolo di Presidente del corso di laurea in Scienze naturali e ambientali. Direttore per numerosi mandati del Centro interdipartimentale di Microscopia elettronica dell’Università di Pisa, è stato anche Direttore della Scuola di dottorato in Biologia. Attualmente è Vicedirettore del Dipartimento di Biologia. È stato responsabile per l’Università di Pisa di numerosi PRIN e di altri progetti di ricerca.

Ha ricoperto incarichi di rilievo nel contesto di società scientifiche nazionali e internazionali. In particolare, è membro della Società Italiana di Protistologia onlus, della quale è stato Presidente, e dell’Unione Zoologica Italiana onlus, di cui è stato revisore dei conti e membro del Consiglio direttivo. A livello internazionale è membro della International Society of Protistologists. Il professor Verni ha svolto e svolge funzioni di revisore per numerose riviste scientifiche nell’ambito della Protistologia e più in generale della Zoologia.

La sua attività scientifica si è incentrata sullo studio della biologia degli organismi eucariotici unicellulari (protisti) e in particolare sugli aspetti cito-morfologici del ciclo vitale a livello ultrastrutturale, attraverso l’applicazione di tecniche enzimatiche e di contrasto innovative per protisti ciliati marini. Pioniere nello studio dei simbionti batterici e dei loro rapporti con l’ospite ciliato, le sue ricerche in questo campo, inizialmente condotte a livello morfologico ultrastrutturale e citochimico, hanno messo in evidenza, tra l’altro, come alcuni gruppi di batteri (“Verrucomicrobia”), precedentemente considerati solo a vita libera, possano essere presenti come ectosimbionti sulla superficie di protisti ciliati instaurando un ben definito rapporto con l’ospite difendendolo dai predatori.

Negli ultimi anni il gruppo di Protistologia, coordinato dal professor Verni, ha rilevato come batteri potenzialmente pericolosi anche per i vertebrati alberghino in protisti ciliati. L’attenzione si è focalizzata in particolare sull’ordine Rickettsiales, che comprende procarioti responsabili di gravi patologie (per esempio la febbre bottonosa e varie tipologie di tifo), la cui distribuzione come simbionti in eucarioti unicellulari appare ormai molto più ampia di quella precedentemente ipotizzata. Utilizzando la sinergia tra tecniche morfologico-ultrastrutturali e tecniche molecolari, al momento l’investigazione è volta a valutare se e come questi simbionti batterici siano in grado di trasferirsi dagli organismi unicellulari ai pluricellulari.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Franco Verni.

Mercoledì, 10 Aprile 2019 15:33

Mauro Ferrari

Nato a Livorno nel 1952, il professor Mauro Ferrari si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pisa nel 1977. Cresciuto nella Scuola del professor Mario Selli e del professor Franco Mosca, ha avuto in quest’ultimo il proprio mentore. Si è specializzato in Chirurgia generale e, successivamente, in Chirurgia vascolare, scegliendo questa specialità come suo ambito assistenziale e di ricerca. Ha svolto la sua attività interamente a Pisa, con periodi di formazione principalmente negli Stati Uniti d’America e in Germania e un soggiorno a Chicago nel 1986 quale titolare di una Research Fellowship.

ferrari_cherubino.jpg

È Direttore dell’Unità operativa di Chirurgia vascolare dal 1997 e dal 2011 è Direttore del Dipartimento Cardio Toraco Vascolare dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. È professore ordinario dal 2004, da allora è stato Direttore del master universitario internazionale di secondo livello in Diagnosis and therapy of vascular diseases of surgical interest e del master di primo livello in Mininvasività, modelli assistenziali e nuove tecnologie in chirurgia rivolto alla professione infermieristica; è stato Presidente del corso di dottorato di ricerca Tecnologie per la salute: valutazione e gestione delle innovazioni nel settore biomedicale. Dal 2005 è Direttore della scuola di specializzazione in Chirurgia vascolare dell’Università di Pisa.

La sua ricerca clinica si è svolta seguendo il filone della mininvasività in Chirurgia vascolare. Per questo, ha impiegato, già dalla seconda metà degli anni ’90, le metodiche di trattamento endovascolari e ha sviluppato, tra i primi al mondo, l’impiego dell’approccio laparoscopico nella chirurgia dell’aorta addominale. Nel 2002 è stato fondatore della Sezione autonoma di Chirurgia vascolare mininvasiva nell’ambito della Società italiana di Chirurgia vascolare italiana. È membro delle principali società scientifiche di Chirurgia vascolare e revisore delle correlate riviste scientifiche. Dal 2011 è Direttore del Centro di Eccellenza “EndoCAS”, un laboratorio di ricerca sulle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia e sulla formazione attraverso la simulazione.

Il Centro è molto attivo nel proporre progetti di ricerca in ambito regionale, nazionale e internazionale su temi quali la navigazione chirurgica e la pianificazione di procedure chirurgiche. “EndoCAS” è l’unico Centro italiano accreditato dall’American College of Surgeons per attività di formazione chirurgica attraverso la simulazione. Ha ricoperto la carica di Vicepreside della Facoltà di Medicina e Chirurgia ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa dal 2011 al 2017, per due mandati.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Mauro Ferrari.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa