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Sabato 27 ottobre, alle ore 16, la Biblioteca della Domus Mazziniana ospita la presentazione del libro postumo di Mario Mirri “La guerra di Mario". All'incontro interverranno il rettore Paolo Mancarella, presidente della Domus Mazziniana, Bruno Possenti, presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, il professor Alfonso Maurizio Iacono, il presidente dell'Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, Paolo Pezzino e Pietro Finelli, direttore della Domus. Saranno inoltre presenti i figli e i familiari del professor Mirri.
"La guerra di Mario", pubblicato da Laterza, raccoglie i testi che il professor Mirri ha scritto rispondendo alle domande poste dal figlio di un suo allievo cresciuto negli Stati Uniti. Il volume, in cui le esperienze personali si mescolano all'analisi dello storico, ripercorre gli anni prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. Il piccolo Balilla si trova così a fare i conti con la scoperta di un padre che ascolta di nascosto Radio Londra o con l'improvvisa sparizione del compagno di classe ebreo. Ma è la guerra a dare una svolta. L'adesione da parte del fascismo spinge il giovane Mario, con altri compagni, ad aderire clandestinamente a Giustizia e Libertà e poi alla Resistenza. Questi anni, con le sofferenze, le torture subite, la perdita degli amici, ma anche con il contatto con "il mondo degli uomini", saranno centrali nella formazione etica e politica sua e di una intera generazione.
Nato a Cortona nel 1925, Mario Mirri è stato tra i più influenti storici italiani, insegnando all'Università di Pisa dal 1949 al 1995, anno del pensionamento, sede in cui ha continuato e aggiornato la tradizione ereditata dai maestri Delio Cantimori e Armando Saitta. Nel 1979 l’Ateneo pisano lo ha insignito con l’Ordine del Cherubino e nel 1995 è stato nominato Professore Emerito. Il professor Mirri è scomparso nel maggio di quest'anno, a 93 anni.

It is the first school of excellence between an Italian University and a Chinese University officially approved by the Chinese Ministry of Education. Every year will give the opportunity to 30 students - Chinese and Italian - to participate in their respective joint paths. The Pisa Marine Graduate School is born from an agreement between the University of Pisa and the Zhejiang Ocean University and offers joint academic training in Master's Degree Programmes in Marine Biology and Biosafety and Food Quality.

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«The Zhejiang Ocean University, founded in 1958, is one of the most important Chinese Universities in the field of Marine Sciences and Food Science and Technology - says the rector Paolo Mancarella - Since the academic year 2015/2016, our University has an agreement with the ZJOU for the awarding of a double degree in Marine Biology. From then on, a fruitful collaboration between the two Universities has been developed in other scientific disciplinary areas as well, getting to the launch of a joint programme in Biosafety and Food Quality and, today, also to this school of excellence, a flagship in the scenery of our educational offer».

The school is located on the campus of Zhejiang Ocean University and will give Chinese students the opportunity to learn about the Italian University System and Italian students to spend a study period in China and obtain both the Italian Degree and the Chinese. For the moment, the Master's Degrees involved in the project are in Marine Biology and Food Safety and Biosecurity; however, in the future, it may extend to other scientific areas and degree programmes. The school's statute also provides for the possibility of activating joint doctorates, carrying out joint research and exchanges of teachers and academic staff.

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Professor Francesco Marcelloni, Pro-Rector of Cooperation and International relations at the University of Pisa joins: "This school will be a great new opportunity to bring the two nations and their cultures together. I want to thank Professor Alessandra Guidi, who preceded me in this role. We owe to her most of the work that led to the approval of the school. Let me also thank: the International Cooperation Unit with its manager, Paola Cappellini, for the supervision of the whole process; Professor Alberto Castelli, who was the president of the Master's Degree Programme in Marine Biology at the time of the activation of the double title and now Director of the Department of Biology; Professor Luciana Dente current president of the Master's Degree Programme in Marine Biology; Professor Annamaria Ranieri and Professor Andrea Serra, respectively former and current president of the Master's Degree Programme in Biosafety and Food Quality; Professor Alberto Pardossi, Director of the Department of Agricultural, Food and Agri-Environmental Sciences. Last but not least, a sincere thank goes to all the teachers of the Departments of Biology, Agricultural, Food and Agro-Environmental Sciences, and Veterinary Sciences that with great enthusiasm and participation have contributed with their commitment to start this school. I am sure they will continue and contribute to its success."

È stata inaugurata nell’atrio di Palazzo Vitelli, in Lungarno Pacinotti 44, la mostra fotografica "Storie illustrate di minori migranti", a cura di Claudia Bellante, Mirko Cecchi e Michela Nanut e promossa dal Centro Interdisciplinare "Scienze per la Pace" dell'Università di Pisa. La mostra, presentata in anteprima il 3 ottobre scorso, in occasione della Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, sarà visitabile dal 23 al 30 ottobre 2018. L'ingresso è libero.
Si tratta di un progetto unico nel suo genere, nato in collaborazione di Terre des Hommes Italia che, dal 2011, lavora al porto di Pozzallo in Sicilia offrendo sul posto e nei centri di accoglienza di Scicli, Siracusa e Catania, assistenza psicologica e psicosociale ai minori stranieri non accompagnati e alle famiglie con bambini.
Da tempo Terre des Hommes desiderava raccontare le storie di alcuni dei ragazzi e delle ragazze che negli anni sono stati ospitati nei loro centri. Per farlo hanno chiesto aiuto alla giornalista Claudia Bellante e al fotografo Mirko Cecchi che, a loro volta, hanno deciso di coinvolgere l'illustratrice Michela Nanut per ottenere una narrazione nuova del tema migratorio, che andasse oltre i luoghi comuni e il classico foto-reportage.
Claudia e Mirko sono andati in Sicilia dove hanno incontrato otto giovani migranti, tutti minori di 18 anni, arrivati soli dalla Nigeria, dal Gambia, dal Marocco e dalla Guinea. Claudia li ha intervistati, Mirko li ha ritratti e poi Michela ha illustrato parte dei loro racconti sulle fotografie, rendendo le immagini fluttuanti. I racconti di quei ragazzi e di quelle ragazze, pieni di ingiustizie ma anche di voglia di vivere e di guardare al futuro con coraggio, si sono trasformate così in avventure incredibile, come può essere dormire nel deserto sotto le stelle quando hai 16 anni.
"Quello che volevamo - spiegano i curatori - era sviluppare un linguaggio nuovo, più onirico e meno diretto di quello usato comunemente, in modo da raggiungere quante più persone possibili e innescare un processo di riflessione". In effetti, bastano pochi minuti per guardare le otto foto illustrate e leggere le didascalie: un tempo breve ma sufficiente per mettersi nella pelle di questi giovani, provare a immaginare le loro esperienze, cogliere i loro sogni e guardare con occhi nuovi quello che sta accadendo intorno a noi”.
Durante il tempo in cui sarà allestita la mostra le stampe sono in vendita. Parte del ricavato verrà destinato a Terre des Hommes perché possa portare avanti il progetto Faro e aiutare così molti altri ragazzi e ragazze. Il costo delle stampe nel formato 50x70 è di 90 euro, nel formato 40x50, 50 euro.

 

Negli ultimi anni le tecniche di coltura in tre dimensioni di cellule staminali hanno visto dei progressi consistenti. Gli “organoidi”, i mini-organi così formati dalla struttura tridimensionale e dalle staminali che vi proliferano, forniscono un modello di come si sviluppa e vive un organo umano, imitandone struttura e funzionalità. Un risultato potenzialmente rivoluzionario per lo studio di alcune malattie, ma anche per i test farmacologici.

Questi modelli di organi hanno però dei limiti, principalmente dovuti alla difficoltà di creare ambienti che garantiscano a lungo la sopravvivenza delle cellule. Le cellule staminali infatti vi proliferano per un certo tempo, dando luogo agli stessi tipo cellulari che generano in vivo, ma poi, mancando nutrienti fondamentali nel suo interno, l’organoide muore.

Dai laboratori del centro di ricerca dell’Università di Pisa “E.Piaggio” e dell’Università del Lussemburgo arrivano però nuove scoperte, che permetteranno agli organoidi di restare vitali, rendendoli modelli scientifici validi per lo studio di malattie come il Parkinson.

«La nostra ricerca – spiega Arti Ahluwalia, direttrice del Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa - ha dimostrato che è possibile ingegnerizzare ambienti di crescita degli organoidi nei quali il flusso di ossigeno e nutrienti svolge una funzione di mantenimento delle condizioni vitali. In particolare, abbiamo testato questo metodo sull’organoide del mesencefalo: attraverso l’uso della tecnologia fluidica e modelli computazionali, mostriamo che le cellule all'interno dei mini organi, quando stimolate da un flusso, hanno una maggiore vitalità e si differenziano in maniera più efficace in neuroni dopaminergici, che sono importantissimi per il buon funzionamento del cervello. Infatti, la morte dei neuroni dopaminergici è una caratteristica del morbo di Parkinson. Inoltre, la sinergia di modelli computazionali e osservazioni al microscopio ci hanno permesso di individuare una soglia critica per la vitalità delle cellule, che ci permetterà di ottimizzare ulteriormente il protocollo di generazione di questi cervelli in vitro».

La possibilità di avere un organoide-mesencefalo vitale permetterà quindi di studiare come il deterioramento nei neuroni incide sullo svilupparsi della malattia. Ma non è tutto. Lo sviluppo della tecnologia di coltura degli organoidi significa anche costruire un’alternativa concreta ai testi sugli animali. “L’evidenza sperimentale – conclude Arti Ahluwalia – ci dice che tecnologie bioingegneristiche integrate con nuovi metodi per la manipolazione di cellule staminali in-vitro rendono gli organoidi dei modelli scientificamente validi per i test farmacologici, aprendo la strada alla possibilità di fare a meno di cavie animali”.

 

Scienza e letteratura hanno sempre rivolto lo sguardo alla Luna: giovedì 25 ottobre alle 21, in occasione del plenilunio, Sergio Giudici, docente del dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, insieme all’attore Federico Raffaelli, voce recitante, ripercorreranno la storia di questo rapporto nell’incontro dal titolo “I benefici della Luna”, ispirato a una poesia di Baudelaire. L’appuntamento è in programma alla Cittadella Galileiana (area Vecchi Macelli, con ingresso da via Bonanno Pisano e da Largo Renzo Spadoni), dove i due si alterneranno nel rievocare la fortuna letteraria e scientifica del nostro satellite. Nel giardino della Cittadella saranno inoltre allestiti telescopi e altra strumentazione per osservare la Luna e gli astri del cielo autunnale. Le osservazioni saranno guidate e commentate dagli studenti astrofili del dipartimento di Fisica. L’ingresso è gratuito.
La serata è organizzata dal Sistema Museale di Ateneo (Museo degli Strumenti di Fisica), dall’associazione La Nuova Limonaia e si avvale del supporto dell’Associazione Studenti di Fisica (AISF). Per maggiori informazioni rivolgersi al numero 320 0403946, dalle 9.30 alle 16.00. L'incontro è il terzo del ciclo “I giovedì della Cittadella Galileiana”, cinque appuntamenti di giovedì dall’11 ottobre al 15 novembre (a esclusione del primo novembre) che hanno come filo conduttore l’intersezione e lo scambio tra saperi.

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