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The new PrandtlPlane aircraft is taking shape a year after the start of the PARSIFAL project, coordinated by the University of Pisa and funded by the European Commission through Horizon 2020. A 1:50 scale model of the aircraft with its innovative wing configuration has, in fact, been created following the initial studies carried out at the University of Pisa and the headquarters of the other partners of the project, coordinated by professor Aldo Frediani, head of research.

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“PrandtlPlane is the most promising solution to the problem of the future increase in requests from the civil aviation sector,” says professor Aldo Frediani. “The new technological solutions adopted in the PrandtlPlane will also help to reduce specific consumption, environmental pollution and running costs: this is the main issue the PARSIFAL researchers will be focusing on during the next phase of activity.”

As well as the benefits derived from better aerodynamics, the new configuration of the ‘PrandtlPlane’, with wings which ‘support’ the fuselage both at the front and in the area nearest the tail, will lead to a 50% increase in the number of potential passengers for each flight. This will, therefore, provide the means to cover the increase in traffic required to meet market demands, while actually maintaining the same number of flights and complete compatibility with the airports which today accommodate aircraft with the same wingspan. Wider aisles and a higher number of entry and exit doors will reduce embarkation and disembarkation times making a notable impact on ‘turn-around’ times and airport standing times in general.

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The model was presented at two of the main events which took place in Europe: the ‘Transport Research Arena (TRA-2018)’ in Vienna from 16th-19th April, and the ‘Berlin Air Show (ILA-2018)’ in Berlin from 25th-29th April, where a team of lecturers and Ph.D. students from the University of Pisa were expressly invited to take part by the European Commission, who actually exhibited the model at their own stands.

To see the aircraft of the future, watch the video.

PARSIFAL, a success story of DG Research and Innovation

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In occasione dell’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla privacy, il prossimo 25 maggio, l’infrastruttura di ricerca europea SoBigData lancia un corso online gratuito sull’argomento. Il corso è rivolto ai data scientist e a tutti coloro che lavorano con i dati e fornisce loro gli elementi di base del nuovo regolamento e suggerisce le domande etiche da porsi per essere data scientist responsabili.

Il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati, noto anche come GDPR (General Data Protection Regulation) cambia la gestione dei dati personali relativi ai cittadini europei. L'obiettivo principale del regolamento è proteggere le persone nei loro diritti e libertà fondamentali e in particolare richiede che i dati personali siano trattati in modo equo e, soprattutto, lecito e trasparente. Tutto ciò anche nel caso in cui i dati sono gestiti da società, come i grandi colossi del web e dei social, che operano fuori dalla Comunità Europea, pena importanti sanzioni.

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Da sinistra: Francesca Pratesi e Fosca Giannotti.

“La questione della trasparenza è fondamentale. Nella pratica, quando ci iscriveremo a un sito, questo dovrà fornirci informazioni chiare e comprensibili relative a come saranno conservati e utilizzati i nostri dati personali e garantire i nostri diritti, tra cui la possibilità di aggiornare i dati, di dimenticarli su richiesta, e la portabilità, ovvero la possibilità di trasferirli in blocco a un gestore diverso”, spiega Fosca Giannotti, dirigente di ricerca al CNR e coordinatrice di SoBigData.

L’etica e la privacy sono tra i pilastri fondanti di SoBigData, una comunità di ricercatori che, in tutta Europa, studiano la società attraverso i Big Data senza tralasciare le questioni etiche legate all’uso dei dati personali. Da qui l’idea di uno strumento concreto e liberamente accessibile, rivolto anche a chi non ha competenze tecniche. “Il corso copre una panoramica dei principali problemi etici della scienza dei dati, presenta le principali novità del GDPR, incluso l'obbligo di un responsabile del trattamento dei dati e della "privacy-by-design", e la legge sulla proprietà intellettuale” - illustra Francesca Pratesi, ricercatrice presso il KDD Lab (Università di Pisa e CNR) e tra i curatori del corso FAIR (First Aid for Responsible Data Scientist) – Nei prossimi mesi amplieremo l'offerta del corso con altri moduli specifici, come una sintesi delle principali tecniche per gestire i dati in forma anonima”.

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In questo momento sono attivi 3 moduli, ognuno corredato da un test finale che fornisce un feedback immediato sul livello di competenza raggiunto. Questo è l’indirizzo per accedere al corso: http://fair.sobigdata.eu/moodle/
"Il GDPR non è un ostacolo allo sviluppo di innovazioni digitali basate sui dati degli utenti, al contrario è una grande occasione per l'Europa per affermare il proprio approccio centrato sulla persona, sia in carne ed ossa che digitale, e sui suoi irrinunciabili diritti, in modo da creare fiducia online", conclude Fosca Giannotti.

Alla presentazione del corso erano presenti Claudio Montani, direttore ISTI-CNR, Franco Turini, prorettore per la revisione dei regolamenti e delle procedure amministrative, Fosca Giannotti, coordinatore SoBigData.eu e dirigente di ricerca CNR, Anna Monreale, del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa e vicedirettore master Big Data Analytics, Dianora Poletti, professore Diritto Privato e direttore master Internet Ecosystem, Enza Pellecchia, professore di Diritto privato e direttrice del CISP, Giovanni Comandé, professore Scuola S. Anna e Francesca Pratesi, del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa e ISTI-CNR.

 Guarda il video di presentazione a questo link.

In occasione dell’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla privacy, il prossimo 25 maggio, l’infrastruttura di ricerca europea SoBigData lancia un corso online gratuito sull’argomento. Il corso è rivolto ai data scientist e a tutti coloro che lavorano con i dati e fornisce loro gli elementi di base del nuovo regolamento e suggerisce le domande etiche da porsi per essere data scientist responsabili.
Il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati, noto anche come GDPR (General Data Protection Regulation) cambia la gestione dei dati personali relativi ai cittadini europei. L'obiettivo principale del regolamento è proteggere le persone nei loro diritti e libertà fondamentali e in particolare richiede che i dati personali siano trattati in modo equo e, soprattutto, lecito e trasparente. Tutto ciò anche nel caso in cui i dati sono gestiti da società, come i grandi colossi del web e dei social, che operano fuori dalla Comunità Europea, pena importanti sanzioni.
“La questione della trasparenza è fondamentale. Nella pratica, quando ci iscriveremo a un sito, questo dovrà fornirci informazioni chiare e comprensibili relative a come saranno conservati e utilizzati i nostri dati personali e garantire i nostri diritti, tra cui la possibilità di aggiornare i dati, di dimenticarli su richiesta, e la portabilità, ovvero la possibilità di trasferirli in blocco a un gestore diverso”, spiega Fosca Giannotti, dirigente di ricerca al CNR e coordinatrice di SoBigData.
L’etica e la privacy sono tra i pilastri fondanti di SoBigData, una comunità di ricercatori che, in tutta Europa, studiano la società attraverso i Big Data senza tralasciare le questioni etiche legate all’uso dei dati personali. Da qui l’idea di uno strumento concreto e liberamente accessibile, rivolto anche a chi non ha competenze tecniche. “Il corso copre una panoramica dei principali problemi etici della scienza dei dati, presenta le principali novità del GDPR, incluso l'obbligo di un responsabile del trattamento dei dati e della "privacy-by-design", e la legge sulla proprietà intellettuale” - illustra Francesca Pratesi, ricercatrice presso il KDD Lab (Università di Pisa e CNR) e tra i curatori del corso FAIR (First Aid for Responsible Data Scientist) – Nei prossimi mesi amplieremo l'offerta del corso con altri moduli specifici, come una sintesi delle principali tecniche per gestire i dati in forma anonima”.
In questo momento sono attivi 3 moduli, ognuno corredato da un test finale che fornisce un feedback immediato sul livello di competenza raggiunto. Questo è l’indirizzo per accedere al corso: http://fair.sobigdata.eu/moodle/
"Il GDPR non è un ostacolo allo sviluppo di innovazioni digitali basate sui dati degli utenti, al contrario è una grande occasione per l'Europa per affermare il proprio approccio centrato sulla persona, sia in carne ed ossa che digitale, e sui suoi irrinunciabili diritti, in modo da creare fiducia online", conclude Fosca Giannotti.

È stato inaugurato venerdì 25 maggio il Centro "Sport and Anatomy" dell’Università di Pisa, la nuova struttura di medicina riabilitativa specializzata nella riabilitazione e nella disabilità in ambito sportivo agonistico e professionistico. Il Centro è una realtà unica nel panorama nazionale, essendo in grado di integrare la formazione universitaria, la ricerca e l’alta specializzazione dei suoi allievi per fornire al paziente metodiche riabilitative e di performance di ultima generazione. Ulteriore caratteristica che conferisce importanza a questa nuova realtà è il protocollo d’intesa sottoscritto con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana volto a sostenere la ricerca, lo sviluppo e la formazione in questo ambito riabilitativo.

Insieme al professor Marco Gesi, direttore del Centro "Sport and Anatomy", al taglio del nastro, in via di Gargalone, sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, il direttore generale, Riccardo Grasso, il direttore delle Risorse umane e vice direttore amministrativo dell’AOUP, Grazia Valori, il presidente della Scuola Interdipartimentale di Medicina, Mario Petrini, il direttore del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Gaetano Privitera, e il presidente del Coni Toscana, Salvatore Sanzo.

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La struttura, un ambiente elegante, molto curato e a misura di paziente, si estende su di una superficie di circa 600 metri quadrati ed è suddivisa in 10 studi medici e una palestra. È dotata delle più avanzate tecnologie riabilitative. Tra queste il robot "Hunova", in grado di assistere lo staff medico e fisioterapico con oltre 150 esercizi, 30 valutazioni e 20 protocolli clinici; il "Walker View", che permette la valutazione degli appoggi durante la deambulazione e la corsa, monitorando il paziente con una telecamera 3D; il sistema "Alter G" (Anti-Gravity Treadmill), sviluppato alla NASA, che consente di correre in assenza di gravità, alleggerendo fino all'80% il peso corporeo. Per finire, la struttura è dotata di un sistema innovativo di training isoinerziale per il recupero della performance.
Il Centro ha uno staff medico e fisioterapico in grado di intervenire su tutte le patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico a seguito di interventi chirurgici e non solo. In particolare è possibile compiere interventi di carattere preventivo e riabilitativo, così come specifici allenamenti, andando a integrare tutti gli aspetti legati alla gestione di un atleta, sia esso professionista o amatore. In fase iniziale, vi operano una decina di professionisti, fra medici, fisioterapisti e personale dedicato alla performance.

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"Il Centro che inauguriamo oggi - ha detto il professor Marco Gesi - costituisce una tappa fondamentale nel progetto decennale di 'Sport and Anatomy', un brand che vuole sintetizzare il legame tra il gesto sportivo e il distretto anatomico che lo permette e nel cui ambito si sono già sviluppati tre master e un corso di perfezionamento con oltre mille allievi diplomati. Sono anche convinto che realtà come quelle del Centro, insieme a molte altre iniziative che l'Ateneo sta realizzando, valorizzino il ruolo che l’Università di Pisa ha nella città e nella regione; un ruolo che, diversamente dal passato, sta diventando sempre più strategico per lo sviluppo del nostro territorio".

Sabato 26 maggio, alle ore 9.30, al Palazzo dei Congressi si terrà l'incontro "Ask Me. Chiedimi del futuro", organizzato dall'Università di Pisa, con oltre 400 studenti delle scuole superiori che, insieme a insegnanti e genitori, si troveranno per raccontare aspettative, speranze e timori con cui guardano al futuro.
L'evento ha come media partner Rai Cultura e Rai Scuola.
L'incontro sarà incentrato sulla proiezione in anteprima del docufilm "Chiedimi del futuro", realizzato dai registi Gianluca Paoletti Barsotti e Nicola Trabucco, in cui alcuni ragazzi di 16 anni raccontano il loro primo approccio con il mondo degli adulti, attraverso l'esperienza di alternanza scuola-lavoro al Museo di Storia Naturale di Calci.
Con i ragazzi saranno sul palco la giornalista e scrittrice Silvia Bencivelli, la ricercatrice universitaria Giovanna Maina e il fumettista Tuono Pettinato, che realizzerà in diretta alcuni bozzetti. A coordinare la discussione ci sarà la giornalista Chiara Cini, mentre i saluti introduttivi saranno affidati al rettore Paolo Mancarella, al direttore del Museo di Storia Naturale di Calci, Roberto Barbuti, e alla responsabile del progetto "Ask Me", Sabrina Balestri.

Come deve cambiare la formazione dei medici? Le università di Pisa, Firenze e Siena si fanno portavoce di una proposta, in otto punti, per garantire al nostro Sistema Sanitario medici adeguati per qualità e numero. Il “manifesto” insiste su una visione e gestione unitaria del percorso formativo del medico - dal test di ammissione al corso di laurea fino al conseguimento del diploma di specializzazione -, su una maggiore caratterizzazione professionalizzante del corso di laurea in Medicina e Chirurgia che permetta di abolire il tirocinio postlaurea e l’esame di Stato, sulla definizione e perfezionamento di un percorso formativo del medico di medicina generale all’interno dell’Università.
Propone, quindi, per quanto riguarda le scuole di specializzazione, a norma di legge caratterizzate da una formazione altamente professionalizzante e sul campo in stretta collaborazione con il Sistema Sanitario, un’ammissione articolata per gruppi affini di specialità, per selezionare i più idonei nelle singole specialità e non costringere a “migrazioni disciplinari”.
Indica, infine, come metodo per perseguire questi obiettivi, l’istituzione di un tavolo di lavoro con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel percorso della formazione medica (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza dei rettori italiani - CRUI, sindacati dei medici di medicina generale e dei medici ospedalieri, Federazione degli Ordini dei medici, ANVUR, Consiglio Universitario Nazionale, rappresentanze degli studenti e degli specializzandi, Inter-Collegio).
Su questi temi lo scorso gennaio le Università toscane hanno presentato alla Conferenza dei rettori italiani un documento comune che ribadisce la necessità di costruire un coerente, articolato e unico progetto formativo che, senza soluzione di continuità, conduca la matricola in Medicina a divenire medico specializzato.
In questa linea, nella prospettiva del nuovo anno accademico e alla vigilia dei prossimi bandi di accesso al corso di laurea e alle scuole di specializzazione – quando cioè si riaccende il consueto dibattito sull’ammissione agli studi di Medicina – i tre Atenei rilanciano la questione, perché sia affrontata nella sua interezza e abbia una soluzione organica con la condivisione di tutti gli organismi e istituzioni a vario titolo coinvolti.
"L'Università di Pisa - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - vuole evidenziare l'importanza del manifesto presentato dalle università toscane in sede CRUI ai fini di una formazione dei medici coordinata nelle diverse fasi e in grado di prestare ancora maggiore attenzione agli aspetti pratici. Sottolineo anche la necessità di avere un numero di posti adeguati alle esigenze di programmazione dei prossimi anni, di ridurre le 'migrazioni disciplinari' e infine di intervenire sul percorso formativo del medico semplificando l'attuale organizzazione delle lauree e dei tirocini e, al contrario, approfondendo l'indirizzo professionalizzante già negli anni di laurea. Auspico quindi che la proposta avanzata dalle università toscane possa essere condivisa dagli altri atenei italiani ed essere sostenuta, anche a livello economico, dalla Regione Toscana”.

Con un incontro che si è svolto martedì 22 maggio nella Sala di Cherubini del rettorato, l’Università di Pisa ha accolto i rappresentanti diplomatici di alcuni paesi dell’America Latina con cui da anni esistono proficui rapporti di collaborazione. Obiettivo dell’incontro era rafforzare i legami di cooperazione accademica con le università e le istituzioni governative latino-americane che si occupano della formazione degli studenti più meritevoli all’estero e, allo stesso tempo, informare i rappresentanti diplomatici di quella specifica area geografica delle opportunità che l’Ateneo pisano riserva agli studenti latinoamericani.

Gli ospiti sono stati accolti dal rettore Paolo Mancarella e dal prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali Francesco Marcelloni, insieme allo staff dell’Ufficio Internazionale. I rappresentanti diplomatici erano Eva Chuquimia, Console generale della Bolivia a Milano, Roberto Bermúdez, Agregado Comercial di Panamá, Carla Sierra Zúñiga, Consigliere Asuntos Académicos Costa Rica, Mirko Soto Sapriza, Encargado Asuntos Culturales y de la Cooperación del Paraguay, María Abelina Torres, Ministro Consejero El Salvador, Joanne Peña Arias, Agregado para Asuntos de Cooperación Republica Dominicana, Florencia Paoloni, Segretaria tecnico-scientifica, IILA.

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L’Università di Pisa ha al momento ben 85 accordi quadro di collaborazione con i vari paesi dell’America Latina. Grazie al fortunato programma Scienza senza frontiere, solo con il Brasile ne sono in corso ben 45, ma le relazioni con gli altri paesi latino americani sono in sviluppo e crescita; ultimamente si stanno stipulando nuovi accordi quadro, 2 con Cuba e 2 con la Repubblica Dominicana. L’obiettivo di queste collaborazioni è favorire una mobilità reciproca di studenti, ricercatori e professori interessati a realizzare un’esperienza formativa e di scambio scientifico tra l’Ateneo pisano e altre istituzioni di eccellenza.

Grazie a questi accordi quadro, 124 studenti hanno avuto l’opportunità di viaggiare tra America Latina e Italia. Dal 2012 ad oggi, ben 76 studenti sono giunti a Pisa grazie al programma Inclinados hacia America latina, creato appositamente per favorire l’immatricolazione di studenti provenienti dall’America Latina alle lauree magistrali dell’Unipi. 22 di loro hanno già conseguito il titolo di laurea. A questi, si devono aggiungere 45 studenti in mobilità che hanno svolto periodi di studio presso l’Università di Pisa. E infine, 3 studenti italiani che grazie a un accordo di collaborazione hanno studiato in una delle università dell’America Latina.

I numeri, che riguardano gli anni accademici a partire dal 2012/2013, dimostrano la continua crescita e la partecipazione a questi progetti nel tempo: nel 2012/2013 sono stati accolti 4 studenti Inclinados da Argentina e Cile, nell’a.a. 2015/16 il numero era già salito a 24 coinvolgendo Messico, Cuba, Colombia, Argentina, Peru, Cile, Brasile, Costa Rica, Honduras, Venezuela, Bolivia, Ecuador, a cui si aggiungono altri 14 studenti in mobilità.

Merita una menzione particolare il progetto tra Università di Pisa e Brasile, Scienza senza Frontiere. Il progetto, che è attivo dal 2012 e si concluderà nel 2019, ha dato l’opportunità a 360 studenti, dottorandi, post-doc e ricercatori di studiare all’Università di Pisa. Grazie a ulteriori accordi di cooperazione internazionale, dal 2015 ad oggi, altri 49 studenti, 1 professore e 2 membri tecnici amministrativi brasiliani hanno svolto a Pisa un periodo di mobilità. Quest’anno grazie al progetto col Brasile MCI (Mobility CONFAP Italy), sono stati accolti un dottorando e un post-doc.

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Infine è importante citare il programma DHIP, Development of Higher Education Institutions’ Internationalization Policies, finanziato nell’ambito del Programma Erasmus+, Azione Chiave 2 Capacity Building, in cui l’Università di Pisa ha il ruolo di coordinamento e monitoraggio delle attività. L’obiettivo da sviluppare è integrare e migliorare il settore dell’internazionalizzazione negli istituti di istruzione superiore dei paesi sudamericani che partecipano al progetto (Argentina, Colombia e Paraguay). A marzo si è svolto a Buenos Aires un incontro preliminare che aveva coinvolto i partner latino-americani. In quella sede si erano discusse le modalità di gestione e implementazione delle varie attività progettuali. Per l’Università di Pisa erano presenti la professoressa Ann Katherine Isaacs - una delle massime esperte nazionali e internazionali nell’ambito dell’attività progettuale, vista la sua decennale esperienza relativamente alla progettazione europea, alla Carta Erasmus e ai percorsi Tuning – e Tommaso Salamone, responsabile dell’unità che ha il compito della gestione manageriale del progetto stesso.

Al successivo incontro a Mendoza, ha partecipato tutto il Consorzio, composto da 12 università e 2 fondazioni (anche la Regione Toscana è tra i partner associati al progetto). Argentina, Colombia e Paraguay sono i tre paesi coinvolti nel progetto, rappresentati da Fundacion Eurosur (istituzione argentina che promuove la cooperazione culturale, scientifica ed economica tra Europa e America Latina, e avrà nel progetto il ruolo di raccordo fra le due aree geografiche). Il professor Francesco Marcelloni, prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali, e Laura Nelli, responsabile dell’Unità promozione internazionale dell’Università di Pisa, hanno coordinato l’evento dal quale sono emerse le prime linee di progettualità volte a sviluppare o implementare le strategie di internazionalizzazione, fra cui l’adesione ai principi della Carta Erasmus per l’istruzione superiore (ECHE) per quanto riguarda la mobilità.

Sabato 9 giugno alle 19:30, nel giardino di San Frediano (Via Pasquale Paoli, 8), si terrà il concerto di musica dal vivo "El ritmo della noche" in compagnia degli Street Soul e dei TerrAccutizZ.

L'evento è organizzato dal Gruppo Universitari San Frediano ed è realizzato con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa.

https://www.facebook.com/grusfpisa/

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Come deve cambiare la formazione dei medici? Le università di Pisa, Firenze e Siena si fanno portavoce di una proposta, in otto punti, per garantire al nostro Sistema Sanitario medici adeguati per qualità e numero. Il “manifesto” insiste su una visione e gestione unitaria del percorso formativo del medico - dal test di ammissione al corso di laurea fino al conseguimento del diploma di specializzazione -, su una maggiore caratterizzazione professionalizzante del corso di laurea in Medicina e Chirurgia che permetta di abolire il tirocinio postlaurea e l’esame di Stato, sulla definizione e perfezionamento di un percorso formativo del medico di medicina generale all’interno dell’Università.

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Per quanto riguarda le scuole di specializzazione, a norma di legge caratterizzate da una formazione altamente professionalizzante e sul campo in stretta collaborazione con il Sistema Sanitario, propone un’ammissione articolata per gruppi affini di specialità, per selezionare i più idonei nelle singole specialità e non costringere a “migrazioni disciplinari”.

Indica, infine, come metodo per perseguire questi obiettivi, l’istituzione di un tavolo di lavoro con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel percorso della formazione medica (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero della Salute, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza dei rettori italiani - CRUI, sindacati dei medici di medicina generale e dei medici ospedalieri, Federazione degli Ordini dei medici, ANVUR, Consiglio Universitario Nazionale, rappresentanze degli studenti e degli specializzandi, Inter-Collegio).

Su questi temi lo scorso gennaio le Università toscane hanno presentato alla Conferenza dei rettori italiani un documento comune che ribadisce la necessità di costruire un coerente, articolato e unico progetto formativo che, senza soluzione di continuità, conduca la matricola in Medicina a divenire medico specializzato.


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I rettori delle tre università toscane, da sinistra Paolo Mancarella (Pisa), Francesco Frati (Siena), Luigi Dei (Firenze).

In questa linea, nella prospettiva del nuovo anno accademico e alla vigilia dei prossimi bandi di accesso al corso di laurea e alle scuole di specializzazione – quando cioè si riaccende il consueto dibattito sull’ammissione agli studi di Medicina – i tre Atenei rilanciano la questione, perché sia affrontata nella sua interezza e abbia una soluzione organica con la condivisione di tutti gli organismi e istituzioni a vario titolo coinvolti.

"L'Università di Pisa - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - vuole evidenziare l'importanza del manifesto presentato dalle università toscane in sede CRUI ai fini di una formazione dei medici coordinata nelle diverse fasi e in grado di prestare ancora maggiore attenzione agli aspetti pratici. Sottolineo anche la necessità di avere un numero di posti adeguati alle esigenze di programmazione dei prossimi anni, di ridurre le 'migrazioni disciplinari' e infine di intervenire sul percorso formativo del medico semplificando l'attuale organizzazione delle lauree e dei tirocini e, al contrario, approfondendo l'indirizzo professionalizzante già negli anni di laurea. Auspico quindi che la proposta avanzata dalle università toscane possa essere condivisa dagli altri atenei italiani ed essere sostenuta, anche a livello economico, dalla Regione Toscana".

Sarà inaugurato venerdì 25 maggio, alle ore 16 nella sede di via di Gargalone 25, "Sport and Anatomy" il nuovo centro di medicina riabilitativa dell’Università di Pisa specializzato nella riabilitazione e nella disabilità in ambito sportivo agonistico e professionistico. Realtà unica nel panorama nazionale, la struttura è in grado di integrare la formazione universitaria, la ricerca e l’alta specializzazione dei suoi allievi per fornire al paziente metodiche riabilitative e di performance di ultima generazione.
All'inaugurazione interverranno il rettore Paolo Mancarella, il direttore generale dell'AOUP, Carlo Tomassini, il direttore di dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Gaetano Privitera, il presidente del Coni Toscana, Salvatore Sanzo, e il direttore del Centro "Sport and Anatomy", Marco Gesi.

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