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Comunicati stampa

Al dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa nasce l'Innovation Lab, un nuovo spazio che ospiterà alcune aziende spin off e start up del settore dell’ICT che fanno riferimento al dipartimento: BioBeats, BioCare Provider, Geckosoft, Tennis Commander e Zerynth. All'inaugurazione della nuova struttura, che si è tenuta lunedì 3 aprile, sono intervenuti il direttore del dipartimento di Informatica, Gianluigi Ferrari, il fondatore di BioBeats, Davide Morelli, e il componente del Consiglio direttivo dell’ANVUR con delega alla terza missione, Paolo Miccoli.

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«In un mondo come quello del software e del digitale dove tutto è immateriale, il nostro dipartimento ha deciso di destinare un luogo fisico alla produzione di innovazione – ha spiegato il professor Ferrari – L'obiettivo è quello di avvicinare ulteriormente la ricerca di base all’innovazione, senza dimenticare la didattica: l’Innovation Lab sarà un luogo fisico aperto anche agli studenti che potranno vedere materialmente cosa significa valorizzare le proprie idee per produrre innovazione».

La presentazione dell’Innovation Lab è avvenuta in occasione dell’apertura di “Research, Innovation and Future of ICT”, un ciclo di seminari tenuti da rappresentanti di aziende leader a livello mondiale del settore informatico, che nei prossimi mesi saranno ospiti al dipartimento. Il protagonista del primo incontro è stato Luca Cardelli, di Microsoft, che ha parlato di “Computational Sciences”. Prossimamente sarà la volta di rappresentanti di Huawei, Dell, TIM, Navionics, Facebook, Google e Illumina.

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«Per incrementare l’eccellenza scientifica del dipartimento nella ricerca e nell’innovazione, crediamo che, ora più che mai, sia necessario creare, rafforzare e ampliare le collaborazioni con aziende prestigiose, rinomate a livello mondiale, che stanno tracciando la via dell’innovazione nel settore dell’ICT - ha dichiarato il professor Ferrari - Per raggiungere questo obiettivo, i docenti del dipartimento hanno deciso di organizzare una serie di seminari tenuti da speaker provenienti dalle aziende più prestigiose del settore ICT. Siamo convinti che questi incontri possano avvicinare le attività di ricerca svolte all’interno del dipartimento alle ultime tendenze in fatto di innovazione industriale, con il fine ultimo di promuovere e far emergere le sfide scientifiche e tecnologiche internazionali, potenziare i contatti con queste aziende e, infine e possibilmente, attivare progetti di ricerca congiunti».

Spin off e start up dell’Innovation Lab

BioBeats, spin off dell’Università di Pisa ormai affermata a livello internazionale, è nota per la app “Pulse” che genera musica dal battito del cuore, e per “Hear and Now”, la app in grado di rivelare il livello di stress. Questo progetto ha ottenuto oltre due milioni di dollari di finanziamento da un venture capitalist inglese.

BioCare Provider è un’azienda spin off di Università di Pisa e Scuola Superiore Sant’Anna. Applicando le tecnologie mobili e digitali alla medicina e alla salute, ha sviluppato drDrin, una piattaforma di servizi web accessibili sia da PC che da smartphone e tablet, che ricorda ai pazienti in terapia farmacologica quando, come e quale medicinale prendere, e ‘Faster Than Your Bike’, una app per monitorare la salute dei piloti del MotoGP.

Tennis Commander, start up dell’Università di Pisa, ha sviluppato il primo software di monitoraggio delle performance dedicato ai tennisti di tutte le categorie, professionisti e amatori, compatibile con smartwatch (Android Wear e iOS) e smartphone. Basato anche su analisi di Big Data, Tennis Commander si rivolge ai tennisti di tutti i livelli, ponendosi come un allenatore virtuale sempre presente.

Zerynth è una start up dell’Università di Pisa che ha creato una suite software che facilita e velocizza la programmazione in Phyton, uno dei linguaggi oggi più diffusi ed efficienti, dei microcontrollori e sensori, dispositivi elettronici di cui è oggi pieno il mondo delll’Internet of things.

Geckosoft è una start up dell’Università di Pisa che sviluppa software e servizi web. È conosciuta per la app MathGuro, che scopre le lacune in matematica e aiuta a superarle, e per LIT, il micro social network creato per scoprire la Toscana in modo innovativo.

Guarda il video 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
pisatoday.it
pisainformaflash.it

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Lunedì, 03 Aprile 2017 13:26

Queen of Bass. Drum n Bass. Reggae party

Immagine Queen of BassIl 7 aprile alle 21, presso il Polo Carmignani, l'Associazione Artist Syndacate organizza la serata evento "Queen of Bass. Drum n Bass. Reggae party".

Programma

Drum and Bass place
V3A + Miss Criss (Bassina Crew)

Warm up and Closing set by
Space Vandal (Artist Syndacate)

Reggae Place
Dejan + Mr Pan (O.T.M. Sound)

L'evento è svolto con i contributi per le Attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mercoledì 5 aprile, a partire dalle 9.30, nell'Aula Magna del Palazzo Boilleau, in via Santa Maria 85, si tiene la giornata di studio e discussione "Ripensare Maimonide: percorsi ebraici contemporanei”. L'evento è organizzato con il sostegno del Dottorato di Ricerca in Filosofia delle università di Pisa e di Firenze, del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici “Michele Luzzati” dell’Università di Pisa.
La giornata è dedicata alle riletture del pensiero di Mosè Maimonide tra fine XIX secolo ed età contemporanea. Il filo conduttore saranno le mutazioni del paradigma di lettura dell’opera di Maimonide, a partire dall'esperienza diasporica italiana dell'età dell'emancipazione fino alle forme di neo-maimonidismo nei Jewish Studies statunitensi contemporanei.

Per prevenire la malattia parodontale basta assumere due kiwi al giorno. Lo dice uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Pisa che ha recentemente ottenuto il prestigioso HM Goldman Prize 2017 assegnato dalla Società italiana di Parodontologia e Implantologia. Il lavoro scientifico “The effect of twice daily kiwifruit consumption on periodontal and systemic conditions before and after treatment: A randomized clinical trial” vede come primo autore il professor Filippo Graziani, docente del dipartimento del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica e del Centro interdipartimentale di ricerca “Nutraceutica e alimentazione per la salute” dell’Università di Pisa. Gli autori sono Filippo Graziani, Nicola Discepoli, Stefano Gennai, Dimitra Karapetsa, Marco Nisi, Lea Bianchi, Mario Gabriele della Odontoiatria di Pisa e Martijn Rosema e Ubele Van der Velden dell’ACTA di Amsterdam.
«In questa ricerca, sperimentata su due gruppi di pazienti, si è evidenziato il ruolo dell’assunzione giornaliera di due kiwi nella prevenzione della malattia parodontale – spiega il professor Graziani – Questa abitudine ha infatti determinato una riduzione significativa del sanguinamento gengivale rispetto ai pazienti che non assumevano i kiwi continuando così le loro abitudini alimentari consuete. È un dato importante in quanto costituisce uno dei primi esempi di applicazioni nutraceutiche al campo dell’odontoiatria in generale e a quello della parodontologia in particolare».
I ricercatori precisano che l’effetto benefico del kiwi è stato riscontrato nella fase di pretrattamento parodontale (che consta nella pulizia delle radici sotto le gengive): «L’intervento da parte di noi odontoiatri è comunque fondamentale per curare la parodontite. L’assunzione di kiwi aiuta a ridurre l’infiammazione e il distacco di gengive e denti, ma i trattamenti di decontaminazione sono comunque necessari per contrastare l’avanzamento della malattia».
L’HM Goldman Prize, insieme al Robinson Award dell’American Academy of Periodontology nel 2013 e al Jaccard Prize della European Federation of Periodontology nel 2017, va a completare il trio dei premi di ricerca più prestigiosi al mondo nel campo della parodontologia. “Questo - conclude il professor Graziani – è fonte di grande soddisfazione per tutta la scuola di Odontoiatria diretta dal nostro maestro, il professor Mario Gabriele».

Per prevenire la malattia parodontale basta assumere due kiwi al giorno. Lo dice uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Pisa che ha recentemente ottenuto il prestigioso HM Goldman Prize 2017 assegnato dalla Società italiana di Parodontologia e Implantologia. Il lavoro scientifico “The effect of twice daily kiwifruit consumption on periodontal and systemic conditions before and after treatment: A randomized clinical trial” vede come primo autore il professor Filippo Graziani, docente del dipartimento del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica e del Centro interdipartimentale di ricerca “Nutraceutica e alimentazione per la salute” dell’Università di Pisa.

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Gli autori sono Filippo Graziani, Nicola Discepoli, Stefano Gennai, Dimitra Karapetsa, Marco Nisi, Lea Bianchi, Mario Gabriele della Odontoiatria di Pisa e Martijn Rosema e Ubele Van der Velden dell’ACTA di Amsterdam.

«In questa ricerca, sperimentata su due gruppi di pazienti, si è evidenziato il ruolo dell’assunzione giornaliera di due kiwi nella prevenzione della malattia parodontale – spiega il professor Graziani – Questa abitudine ha infatti determinato una riduzione significativa del sanguinamento gengivale rispetto ai pazienti che non assumevano i kiwi continuando così le loro abitudini alimentari consuete. È un dato importante in quanto costituisce uno dei primi esempi di applicazioni nutraceutiche al campo dell’odontoiatria in generale e a quello della parodontologia in particolare».

I ricercatori precisano che l’effetto benefico del kiwi è stato riscontrato nella fase di pretrattamento parodontale (che consta nella pulizia delle radici sotto le gengive): «L’intervento da parte di noi odontoiatri è comunque fondamentale per curare la parodontite. L’assunzione di kiwi aiuta a ridurre l’infiammazione e il distacco di gengive e denti, ma i trattamenti di decontaminazione sono comunque necessari per contrastare l’avanzamento della malattia».

L’HM Goldman Prize, insieme al Robinson Award dell’American Academy of Periodontology nel 2013 e al Jaccard Prize della European Federation of Periodontology nel 2017, va a completare il trio dei premi di ricerca più prestigiosi al mondo nel campo della parodontologia. “Questo - conclude il professor Graziani – è fonte di grande soddisfazione per tutta la scuola di Odontoiatria diretta dal nostro maestro, il professor Mario Gabriele».

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Lunedì 3 aprile, alle ore 14, al dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa (Largo Bruno Pontecorvo), sarà inaugurato l'Innovation Lab, un nuovo spazio che ospiterà aziende spin-off e start up del settore dell’ICT che fanno riferimento al dipartimento.
All'inaugurazione interverranno il rettore Paolo Mancarella, il direttore del dipartimento di Informatica, Gianluigi Ferrari, e il membro del Consiglio direttivo dell’ANVUR, Paolo Miccoli.
Subito dopo, alle ore 15, si terrà l’apertura del ciclo di seminari su “Research, Innovation and Future of ICT”, tenuti dai rappresentanti di aziende leader a livello mondiale. Lunedì sarà la volta di Luca Cardelli, Principal Researcher di Microsoft Research.

Dopo una breve malattia, ci ha lasciati prematuramente il professor Michele Lisanti. I funerali del professor Lisanti si terranno a Pisa martedì 4 aprile, alle ore 15, nella Chiesa di San Michele degli Scalzi.
Pubblichiamo di seguito il ricordo del professor Lisanti scritto dal professor Gaetano Privitera, direttore del Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia.

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lisantiIl professor  Michele Lisanti, nato nel 1950, si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pisa, dove ha svolto tutta la sua carriera universitaria: dal 1990 come ricercatore, dal 2000 come professore associato e dal 2007 come professore ordinario di Malattie dell'Apparato Locomotore. Il professor Lisanti ha svolto con passione e dedizione una intensa attività didattica nei corsi di studio di area sanitaria e nelle scuole di specializzazione, dove ha ripetutamente ricoperto il ruolo di presidente di corso di studio e di direttore della scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, nonché nei corsi di aggiornamento professionale.

Anche tutta l'attività assistenziale, con  l'eccezione del periodo 2000-2007 durante  il quale ha assunto in convenzione la direzione della Unità Operativa di Ortopedia dell'Ospedale di Pontedera, si è svolta all'interno dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, dove è stato direttore della Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia 1 e dal 2014 al 2016 del Dipartimento delle Malattie Muscolo-Scheletriche e Cutanee.

Michele Lisanti ha svolto una intensa e varia attività operatoria, con un impegno particolare nella chirurgia protesica maggiore, affiancata dalla ricerca nel campo  delle nuove tecniche chirurgiche e dei materiali innovativi e dalla partecipazione attiva alla vita della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia.

L'Università di Pisa, il Sistema Sanitario Toscano e la comunità degli ortopedici perdono con la scomparsa del professor Michele Lisanti un grande professionista e un uomo buono e partecipano commossi al dolore della famiglia.

Dagli allievi, dai colleghi, dagli amici e dai suoi pazienti - e spesso questi ruoli si sono confusi - Michele sarà ricordato, oltre che per l'indiscussa competenza, per la sua costante disponibilità, la gentilezza e la profonda umanità.

Gaetano Privitera
Direttore del Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

cuschieri sir alfredNell’ambito delle attività didattiche seminariali della Scuola di dottorato in Scienze cliniche e traslazionali, diretta dal professor Stefano Del Prato, il professor Alfred Cuschieri ha tenuto un seminario dal titolo “Emerging Technology for bioprinting of tissues and organs in the human”. Si tratta di un argomento di grande interesse, che riguarda la riproduzione, con una tecnica analoga a quella della stampa in 3D, di tessuti e strutture anatomiche, a partire dalle cellule dello stesso paziente che beneficerà del prodotto finale.

Sir Alfred Cuschieri ha spiegato che è in corso uno studio finalizzato alla produzione di arterie a partire dalle cellule adipose (facilmente disponibili). Le istituzioni coinvolte sono l’IMSaT, ovvero l’Institute for Medical Science and Technology in Scozia, di cui lui è fondatore e direttore scientifico e dove lavorano circa 50 ricercatori, in gran parte ingegneri, e un centro di ricerca nella parte occidentale della Cina.

Il professor Alfred Cuschieri, insignito del titolo di “Baronetto di Sua Maestà la Regina Elisabetta II di Inghilterra” nel 1998, oltre a essere stato un eminente chirurgo generale e pioniere di nuove procedure tecnologiche in chirurgia, quali la laparoscopia, nel corso della sua carriera ha ricoperto numerose cariche importanti.

Il professor Alfred Cuschieri ha collaborato con la Scuola pisana di Chirurgia generale continuativamente dal 1987 ad oggi e, dal 2003 è anche professore di Chirurgia presso la Scuola Sant’Anna, trasferito dall’università britannica con chiamata per “chiara fama”. Cuschieri è diventato ormai un punto di riferimento anche per il Centro di Eccellenza “EndoCAS”, dell’Università di Pisa. La stessa Università nell’ottobre scorso gli ha conferito la laurea Honoris Causa.

Maria Luisa Allegrini, Antonio Di Buono e Alberto Facchini, laureati in Ingegneria nucleare all’Università di Pisa, sono stati selezionati per ricevere ottenuto la certificazione di European Master of Science in Nuclear Engineering 2017. Come prescrive la normativa per il rilascio del titolo, i tre ingegneri oltre ad avere un curriculum studi adeguato al paradigma Europeo in termini di qualità e quantità delle materie “nucleari”, hanno svolto anche di un periodo di studio o ricerca all’estero in una istituzione membro dell’European Nuclear Education Network (ENEN). L’annuncio della loro selezione è avvenuto durante l’Assemblea Generale dell’Associazione ENEN che si è tenuta a all’Università di Manchester all’inizio di marzo. I tre nuovi “EMSNE Laureates” riceveranno la loro certificazione il prossimo settembre a Vienna, in una cerimonia a latere della Conferenza Generale della International Atomic Energy Agency (IAEA).
“Si tratterà di uno scenario privilegiato ed estremamente motivante, in cui i nostri laureati si sentiranno parte viva del vasto mondo che si occupa di energia nucleare in tutte le sue applicazioni, da quelle per la produzione di energia elettrica a quelle per l’utilizzo tecnologico e medico delle radiazioni ionizzanti – sottolinea il professore Walter Ambrosini dell’Ateneo pisano - Questo vasto mondo è fatto di uomini e donne che lavorano incessantemente in tutti i continenti per uno sviluppo sostenibile che faccia uso della forma di energia più nuova ed intensa a disposizione dell’uomo, convinti che ‘Atoms for Peace’ sia una causa a cui vale la pena di dedicare un’intera vita di studi”.
“Anche per il 2017 – conclude Ambrosini - si conferma così il contributo fornito dal nostro corso di laurea in Ingegneria Nucleare al mantenimento degli studi e della ricerca nel settore nucleare, anche con il saldo inserimento nelle reti Europee dell’istruzione universitaria per la fissione e la fusione (ENEN e FuseNet) e la partecipazione a progetti di ricerca e di didattica Europei ed Internazionali”.

I ricercatori del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e dell’Istituto Officina dei Materiali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IOM-CNR) hanno identificato le fasi solide ricche in tallio che in parte sono responsabili della contaminazione delle acque potabili dell’acquedotto di Valdicastello Carducci-Pietrasanta, nella Toscana settentrionale. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale "Science of the Total Environment". Le indagini mineralogiche, geochimiche e spettroscopiche sono state condotte nei laboratori del dipartimento pisano di Scienze della Terra e presso la linea LISA (Linea Italiana per la Spettroscopia d'Assorbimento x) dell’unità operativa IOM-CNR presso l’European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble, in Francia.
“Le indagini hanno mostrato la presenza, all’interno delle incrostazioni ferruginose che rivestono la superficie interna delle condutture idriche, di due differenti composti ricchi in tallio: ossidi di tallio Tl(III)2O3 e cloruro di tallio, Tl(I)Cl", spiegano Massimo D’Orazio, dell'Università di Pisa, coordinatore dello studio, e Francesco d’Acapito, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche. "La ricerca - continuano - ha messo in evidenza il ruolo attivo giocato dal trattamento delle acque potabili in particolare l’uso di ossidanti a base di cloro, nel favorire la precipitazione di questi composti a partire da acque contaminate in tallio monovalente come quelle della sorgente Molini di Sant’Anna (Valdicastello Carducci). Quest’ultima, identificata come sorgente primaria della contaminazione da tallio, è stata esclusa dalla rete idrica di Valdicastello Carducci-Pietrasanta a partire dall’autunno 2014. La precipitazione ha sequestrato parte del tallio, probabilmente limitando l’esposizione umana a questo elemento: d’altro canto, però, la natura moderatamente solubile del cloruro di tallio presente nelle condutture ha contribuito a generare una nuova e inattesa fonte di contaminazione di questo elemento, in grado di rilasciare lentamente tallio nell’acqua potabile”.
Il tallio è un elemento raro ma diffuso nella crosta terrestre: “Contaminazioni da parte di questo elemento potrebbero essere più frequenti di quanto comunemente pensato - proseguono i ricercatori - Dato che il trattamento delle acque può svolgere un ruolo critico nell’accumulo di questo elemento, lo studio evidenzia la necessità di un’accurata caratterizzazione delle acque potabili, confermando come la geochimica svolga un ruolo chiave per un’oculata gestione delle risorse naturali”.
Lo studio - che vede coinvolti i ricercatori dell’Ateneo pisano, Massimo D’Orazio, Cristian Biagioni e Simone Vezzoni assieme ai colleghi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Francesco d’Acapito e Giovanni Orazio Lepore - è stato finanziato dal Miur tramite il progetto SIR 2014 “THALMIGEN – Thallium: Mineralogy, Geochemistry, and Environmental Hazards”. LISA è un progetto finanziato dal CNR.

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