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Comunicati stampa

Il master in Comunicazione sanitaria dell'Università di Pisa organizza una giornata di riflessione e confronto con i cittadini per festeggiare i dieci anni di attività. L'iniziativa, che si svolgerà venerdì 5 dicembre nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, avrà come titolo "10 anni di salute comunicata: dalle tempeste mediatiche alla consapevolezza dei cittadini".

La mattinata sarà aperta alle ore 10 da una tavola rotonda dal titolo "Allarmi e miracoli quotidiani: come costruire capacità critica per le scelte di salute". Vi parteciperanno gli assessori alla Sanità della Toscana, Luigi Marroni, e della Sardegna, Luigi Arru, il presidente e amministratore delegato della Baxter, Silvio Gherardi, i professori Guglielmo Bonaccorsi, dell'Ateneo di Firenze, e Annalaura Carducci, direttore del master pisano di Comunicazione sanitaria. L'incontro sarà moderato da Omar Monestier, direttore del quotidiano "Il Tirreno". Saranno inoltre presentate testimonianze ed esperienze degli allievi di tutte le edizioni del master.

L'evento mira a sottolineare l'importanza della comunicazione su temi sanitari, in particolare dell'informazione di massa, nelle scelte dei cittadini, i quali, generalmente informati dai mass media, hanno un'immagine del mondo sanitario oscillante fra i miracoli della scienza e la malasanità, fra il terrore per vecchie e nuove malattie e il desiderio dell'allungamento della vita attraverso i modelli di fitness e di bellezza. Questo disorientamento diventa particolarmente critico in momenti di "tempesta mediatica", quando le notizie assumono toni allarmistici che inducono ancora più incertezza fino a scatenare il panico. Ne sono esempi emblematici, partendo dall'AIDS, gli allarmi della "mucca Pazza" e della SARS, dell'influenza aviaria e della "pandemia" influenzale da H1N1, fino al recentissimo caso delle morti sospette da vaccino.

In questo scenario il cittadino è chiamato a decidere, anche se spesso non ha le necessarie competenze e rischia quindi di subire vari condizionamenti, non solo da parte dei mass media. I relatori della giornata approfondiranno questi aspetti, tracciando la strada per arrivare a decisioni sempre più consapevoli da parte dei cittadini e in definitiva per una sanità "partecipata", nella quale essi siano soggetti attivi di confronto e di scelta.

Con una tesi sullo sviluppo di un modello ingegneristico per la progettazione e la creazione di un'impresa, mercoledì 3 dicembre Martina Batini ha conseguito il titolo di dottoressa magistrale in Ingegneria gestionale. La venticinquenne campionessa pisana della scherma ha così concluso un anno che per lei sarà difficile dimenticare e che l'aveva già vista protagonista ai campionati mondiali di fioretto di Kazan, prima con la medaglia d'argento nella gara individuale e poi con l'oro in quella a squadre.

Martina ha tenuto la discussione nell'Aula Magna di Ingegneria, insieme alla collega Sara Paolucci, davanti a una commissione formata dal presidente del Consiglio di corso di laurea, Franco Failli, e dai professori Emanuele Crisostomi, Michele Lanzetta, Antonella Martini e Gionata Carmignani, che ha seguito il lavoro delle due studentesse come relatore. Alla dissertazione è intervenuto anche il prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti, che ha portato i saluti e le congratulazioni del rettore Massimo Augello e dell'Ateneo. Per la prova finale, Martina ha ottenuto un punteggio di 29/30, laureandosi con la votazione complessiva di 106/110.

Il lavoro sviluppato e discusso da Martina Batini e Sara Paolucci si è dunque concentrato sullo studio teorico di un modello ingegneristico in grado di guidare l'avvio di una nuova impresa e sull'applicazione pratica di tale modello a un caso concreto. "L'oggetto dello studio degli ingegneri gestionali – ha sintetizzato il relatore, Gionata Carmignani - è l'impresa o una organizzazione in senso generale, più che un prodotto particolare. Per questo, seguendo modelli utilizzati negli altri rami dell'ingegneria per singoli prodotti, l'ingegnere gestionale sviluppa e affina metodi per la creazione e la corretta progettazione di un'impresa. L'argomento della tesi sviluppata da Martina e Sara ha riguardato proprio la proposta di un modello da seguire per mettere in piedi un'azienda, che abbia successo nel mercato e non corra il rischio di fallire precocemente".

Secondo il presidente della Commissione, Franco Failli, l'esperienza di Martina Batini evidenzia come sia possibile coniugare sport e studio, anche ai massimi livelli, quando serietà e applicazione si uniscono a un forte spirito di sacrificio e alla fiducia nelle proprie capacità; tutte doti che Martina è riuscita a coltivare già all'interno dell'ambiente familiare e poi nel contesto di studio. Nel suo saluto prima della proclamazione, il prorettore Rosalba Tognetti ha citato Martina come esempio per tutti gli studenti dell'Ateneo pisano, a dimostrazione che con l'impegno e la determinazione si possono raggiungere traguardi importanti, pur in un contesto generale del Paese che certamente non facilita i giovani.

Di scontri di civiltà si tende oggi sempre più a parlare quando si guarda alla situazione del vicino Oriente dove l'Islamismo più radicale sta creando fratture e baratri che paiono incolmabili. Eppure, neanche nei casi più estremi, è possibile esprimere giudizi univoci: la nozione di scontro di civiltà è delle più complesse e molteplici sono i fattori che contribuiscono a determinare i conflitti, da quelli economici, a quelli religiosi, a quelli politici, a quelli latamente culturali. Nei giorni 4 e 5 dicembre il corso di dottorato in Storia dell'Università di Pisa ha deciso di dedicare a tale tematica l'incontro inaugurale dei propri lavori nel nuovo anno accademico, intitolato "Scontri di civiltà. Lepanto tra le guerre puniche e Kobane".

L'apertura, prevista alle ore 15 di giovedì 4 dicembre nell'Aula 1 del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, sarà affidata alla lectio magistralis di Alessandro Barbero dell'Università del Piemonte Orientale, autore qualche anno fa di un best seller su Lepanto. Della battaglia navale che nel 1571 vide la flotta cristiana vittoriosa su quella ottomana, lo studioso indagherà la dimensione mitica che si venne rapidamente a creare intorno ad essa a fronte delle reali dinamiche che la caratterizzarono e degli eventi che la seguirono. Un modo questo per uscire da visioni preconcette che non hanno mai facilitato la comprensione storica.

Un altro momento importante dell'incontro sarà rappresentato dall'intervento di due giovani studiosi, Francesca Zaccaro e Fabrizio Filioli Uranio, formatisi all'interno del dottorato pisano, che illustreranno un manoscritto inedito da loro rinvenuto nell'Archivio Segreto Vaticano. Nel testo la battaglia di Lepanto viene confrontata con quella ben più antica del capo Ecnomo (256 a.C.), che si svolse nell'ambito delle guerre puniche. Entrambe le battaglie del resto hanno varcato frontiere spaziali, geografiche e mentali mettendo in discussione equilibri e limites su un Mediterraneo quanto mai liquido e policentrico, area non solo di scontri di civiltà, ma anche di incontri, la cui dialettica di continuità e discontinuità resta un patrimonio storiografico su cui riflettere.

Nella mattinata di venerdì 5 dicembre l'incontro sarà chiuso dagli interventi di Bjorn Forsen dell'Università di Helsinki, che tratterà di aspetti poco noti della tardo-seicentesca guerra di Morea tra Repubblica di Venezia e impero ottomano, e del coordinatore del dottorato pisano, Giovanni Salmeri, che richiamerà l'attenzione su assedi "infiniti" del tipo di quello di Kobane che hanno da sempre caratterizzato la storia del Vicino Oriente rendendola anch'essi quant'altre mai intricata e di complessa interpretazione.

Mercoledì, 03 Dicembre 2014 10:53

Gli 'scontri di civiltà' in un incontro a Storia

Battle of Lepanto 1571Di scontri di civiltà si tende oggi sempre più a parlare quando si guarda alla situazione del vicino Oriente dove l'Islamismo più radicale sta creando fratture e baratri che paiono incolmabili. Eppure, neanche nei casi più estremi, è possibile esprimere giudizi univoci: la nozione di scontro di civiltà è delle più complesse e molteplici sono i fattori che contribuiscono a determinare i conflitti, da quelli economici, a quelli religiosi, a quelli politici, a quelli latamente culturali. Nei giorni 4 e 5 dicembre il corso di dottorato in Storia dell'Università di Pisa ha deciso di dedicare a tale tematica l'incontro inaugurale dei propri lavori nel nuovo anno accademico, intitolato "Scontri di civiltà. Lepanto tra le guerre puniche e Kobane".

L'apertura, prevista alle ore 15 di giovedì 4 dicembre nell'Aula 1 del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, sarà affidata alla lectio magistralis di Alessandro Barbero dell'Università del Piemonte Orientale, autore qualche anno fa di un best seller su Lepanto. Della battaglia navale che nel 1571 vide la flotta cristiana vittoriosa su quella ottomana, lo studioso indagherà la dimensione mitica che si venne rapidamente a creare intorno ad essa a fronte delle reali dinamiche che la caratterizzarono e degli eventi che la seguirono. Un modo questo per uscire da visioni preconcette che non hanno mai facilitato la comprensione storica.

KobaneUn altro momento importante dell'incontro sarà rappresentato dall'intervento di due giovani studiosi, Francesca Zaccaro e Fabrizio Filioli Uranio, formatisi all'interno del dottorato pisano, che illustreranno un manoscritto inedito da loro rinvenuto nell'Archivio Segreto Vaticano. Nel testo la battaglia di Lepanto viene confrontata con quella ben più antica del capo Ecnomo (256 a.C.), che si svolse nell'ambito delle guerre puniche. Entrambe le battaglie del resto hanno varcato frontiere spaziali, geografiche e mentali mettendo in discussione equilibri e limites su un Mediterraneo quanto mai liquido e policentrico, area non solo di scontri di civiltà, ma anche di incontri, la cui dialettica di continuità e discontinuità resta un patrimonio storiografico su cui riflettere.

Nella mattinata di venerdì 5 dicembre l'incontro sarà chiuso dagli interventi di Bjorn Forsen dell'Università di Helsinki, che tratterà di aspetti poco noti della tardo-seicentesca guerra di Morea tra Repubblica di Venezia e impero ottomano, e del coordinatore del dottorato pisano, Giovanni Salmeri, che richiamerà l'attenzione su assedi "infiniti" del tipo di quello di Kobane che hanno da sempre caratterizzato la storia del Vicino Oriente rendendola anch'essi quant'altre mai intricata e di complessa interpretazione.

Mercoledì, 03 Dicembre 2014 10:34

Martina Batini dottoressa in Ingegneria gestionale

Con una tesi sullo sviluppo di un modello ingegneristico per la progettazione e la creazione di un'impresa, mercoledì 3 dicembre Martina Batini ha conseguito il titolo di dottoressa magistrale in Ingegneria gestionale. La venticinquenne campionessa pisana della scherma ha così concluso un anno che per lei sarà difficile dimenticare e che l'aveva già vista protagonista ai campionati mondiali di fioretto di Kazan, prima con la medaglia d'argento nella gara individuale e poi con l'oro in quella a squadre.Martina Batini

Martina ha tenuto la discussione nell'Aula Magna di Ingegneria, insieme alla collega Sara Paolucci, davanti a una commissione formata dal presidente del Consiglio di corso di laurea, Franco Failli, e dai professori Emanuele Crisostomi, Michele Lanzetta, Antonella Martini e Gionata Carmignani, che ha seguito il lavoro delle due studentesse come relatore. Alla dissertazione è intervenuto anche il prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti, che ha portato i saluti e le congratulazioni del rettore Massimo Augello e dell'Ateneo. Per la prova finale, Martina ha ottenuto un punteggio di 29/30, laureandosi con la votazione complessiva di 106/110.
 

Martina Batini Il lavoro sviluppato e discusso da Martina Batini e Sara Paolucci si è dunque concentrato sullo studio teorico di un modello ingegneristico in grado di guidare l'avvio di una nuova impresa e sull'applicazione pratica di tale modello a un caso concreto. "L'oggetto dello studio degli ingegneri gestionali – ha sintetizzato il relatore, Gionata Carmignani - è l'impresa o una organizzazione in senso generale, più che un prodotto particolare. Per questo, seguendo modelli utilizzati negli altri rami dell'ingegneria per singoli prodotti, l'ingegnere gestionale sviluppa e affina metodi per la creazione e la corretta progettazione di un'impresa. L'argomento della tesi sviluppata da Martina e Sara ha riguardato proprio la proposta di un modello da seguire per mettere in piedi un'azienda, che abbia successo nel mercato e non corra il rischio di fallire precocemente".
 

Martina Batini Secondo il presidente della Commissione, Franco Failli, l'esperienza di Martina Batini evidenzia come sia possibile coniugare sport e studio, anche ai massimi livelli, quando serietà e applicazione si uniscono a un forte spirito di sacrificio e alla fiducia nelle proprie capacità; tutte doti che Martina è riuscita a coltivare già all'interno dell'ambiente familiare e poi nel contesto di studio. Nel suo saluto prima della proclamazione, il prorettore Rosalba Tognetti ha citato Martina come esempio per tutti gli studenti dell'Ateneo pisano, a dimostrazione che con l'impegno e la determinazione si possono raggiungere traguardi importanti, pur in un contesto generale del Paese che certamente non facilita i giovani.

Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
Il Giornale
NazionePisa.it
Tirreno Pisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
50Canale.tv

Nei giorni 6, 7, 8 dicembre presso il Polo F di Ingegneria, l'associazione AEGEE (Association des Etats Généraux des Etudiants de l'Europe) organizza l'evento "YOUrope needs YOU - Europeismo attivo e promozione del territorio"; tre giorni di formazione per fornire nozioni e strumenti utili su IT, organizzzione di eventi e PR.

Questa attività si inserisce all'interno del progetto più ampio "Cittadinanza attiva europea e promozione culturale del territorio: l' esperienza di AEGEE", realizzato con il patrocinio del Consiglio degli Studenti dell'Università di Pisa.

Consulta il programma delle 3 giornate: https://www.facebook.com/events/875718415780400/

Info

Website: www.aegeepisa.it
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nella lotta alle zanzare esiste un'alternativa ecologica all'uso di pesticidi chimici di origine industriale, spesso causa di gravi danni alla salute umana e all'ambiente. Come dimostrano le ricerche condotte al dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa da Barbara Conti e Giovanni Benelli, un numero notevole di molecole di origine vegetale hanno dato prova di eccezionali capacità larvicide, adulticide e repellenti che aprono nuove prospettive nella lotta agli insetti vettori di alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo.

«Questo settore di ricerca è oggi uno dei più attivi nel panorama internazionale a causa delle sue forti implicazioni sanitarie ed economico-sociali – commenta Giovanni Benelli – Qui a Pisa abbiamo studiato le proprietà di alcuni composti estratti da piante locali e tropicali (es. Rutaceae e Meliaceae), attivi come mosquitocidi o repellenti a concentrazioni molto basse (poche parti per milione) rispetto ai prodotti di sintesi correntemente commercializzati». Benelli è anche coinvolto in due progetti di ricerca internazionali focalizzati sugli agenti di controllo biologico (es. copepodi predatori) attivi contro le zanzare e alla "green synthesis" di nanoparticelle mosquitocide, prodotte utilizzando estratti di piante officinali.

Ogni anno, infatti, più di un milione di persone muoiono a causa di patogeni e parassiti trasmessi dalle zanzare (Diptera: Culicidae), e più di 700 milioni di persone vengono contagiate: «Le zanzare veicolano alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo, tra cui malaria, dengue, West Nile, chikungunya, febbre gialla e numerose encefaliti virali, il cui impatto è devastante, in particolare nei confronti delle popolazioni rurali nelle aree più povere del nostro pianeta – aggiunge Benelli - In questo scenario, il controllo delle zanzare vettori di tali problematiche sanitarie, è cruciale».

Recentemente gli studi di Giovanni Benelli hanno avuto un importante riconoscimento a livello internazionale: "Current Pharmaceutical Biotechnology", rivista leader nel settore delle biotecnologie farmaceutiche, ha selezionato il giovane ricercatore pisano come guest editor del prossimo numero, dedicato a questo specifico settore di ricerca. L'editorial board lo ha scelto per "l'eccezionale avanzamento della conoscenza portato grazie alla quantità e qualità della sua produzione scientifica". Benelli ha ricevuto l'incarico di coordinare i maggiori esperti internazionali del settore per fare il punto su efficacia e possibilità applicative dei prodotti di origine naturale nel controllo dei mosquito-borne diseases, con particolare riferimento all'efficacia delle nanoparticelle mosquitocide sintetizzate grazie ad estratti di piante.

L'elenco completo degli argomenti coperti dal numero speciale di "Current Pharmaceutical Biotechnology" è disponibile al link http://benthamscience.com/journal-files/special-issue-details/CPB-SII20141128-01.pdf.

Aedes albopictusNella lotta alle zanzare esiste un'alternativa ecologica all'uso di pesticidi chimici di origine industriale, spesso causa di gravi danni alla salute umana e all'ambiente. Come dimostrano le ricerche condotte al dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa da Barbara Conti e Giovanni Benelli, un numero notevole di molecole di origine vegetale hanno dato prova di eccezionali capacità larvicide, adulticide e repellenti che aprono nuove prospettive nella lotta agli insetti vettori di alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo.

«Questo settore di ricerca è oggi uno dei più attivi nel panorama internazionale a causa delle sue forti implicazioni sanitarie ed economico-sociali – commenta Giovanni Benelli – Qui a Pisa abbiamo studiato le proprietà di alcuni composti estratti da piante locali e tropicali (es. Rutaceae e Meliaceae), attivi come mosquitocidi o repellenti a concentrazioni molto basse (poche parti per milione) rispetto ai prodotti di sintesi correntemente commercializzati». Benelli è anche coinvolto in due progetti di ricerca internazionali focalizzati sugli agenti di controllo biologico (es. copepodi predatori) attivi contro le zanzare e alla "green synthesis" di nanoparticelle mosquitocide, prodotte utilizzando estratti di piante officinali.

benelliOgni anno, infatti, più di un milione di persone muoiono a causa di patogeni e parassiti trasmessi dalle zanzare (Diptera: Culicidae), e più di 700 milioni di persone vengono contagiate: «Le zanzare veicolano alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo, tra cui malaria, dengue, West Nile, chikungunya, febbre gialla e numerose encefaliti virali, il cui impatto è devastante, in particolare nei confronti delle popolazioni rurali nelle aree più povere del nostro pianeta – aggiunge Benelli - In questo scenario, il controllo delle zanzare vettori di tali problematiche sanitarie, è cruciale».

Recentemente gli studi di Giovanni Benelli hanno avuto un importante riconoscimento a livello internazionale: "Current Pharmaceutical Biotechnology", rivista leader nel settore delle biotecnologie farmaceutiche, ha selezionato il giovane ricercatore pisano come guest editor del prossimo numero, dedicato a questo specifico settore di ricerca. L'editorial board lo ha scelto per "l'eccezionale avanzamento della conoscenza portato grazie alla quantità e qualità della sua produzione scientifica". Benelli ha ricevuto l'incarico di coordinare i maggiori esperti internazionali del settore per fare il punto su efficacia e possibilità applicative dei prodotti di origine naturale nel controllo dei mosquito-borne diseases, con particolare riferimento all'efficacia delle nanoparticelle mosquitocide sintetizzate grazie ad estratti di piante. L'elenco completo degli argomenti coperti dal numero speciale di "Current Pharmaceutical Biotechnology" è disponibile al link http://benthamscience.com/journal-files/special-issue-details/CPB-SII20141128-01.pdf

Ne hanno parlato: 
Repubblica.it
Tirreno Pisa 
Greenreport.it
TirrenoPisa.it 
PaginaQ 
PisaToday.it
Controcampus.it 
StampToscana.it 
AgricolturaModerna.it 
greenme.it 
ecoseven.net 

MIDAN cavoA tre settimane dall'arrivo in Egitto, la missione archeologica dell'Università di Pisa (MIDAN) descrive le ultime scoperte avvenute sullo scavo di Dra Abu el-Naga. Tutte le attività del team sono raccontate e documentate sulla pagina facebook Egittologia UniPi, diventata un diario social degli scavi da cui poter seguire quasi in tempo reale le scoperte e il lavoro sul campo degli egittologi. Bellissime foto e video accompagnano i report scritti dagli stessi protagonisti degli scavi.

Oltre alla direttrice Marilina Betrò, il team di MIDAN è composta da Gianluca Miniaci, vice-direttore (già membro della spedizione dal 2003), coordinatore di un progetto europeo Marie Curie presso l'École Pratique des Hautes Études di Parigi e Academic Fellow del British Museum; Anna Consonni, egittologa e ceramologa (già membro della spedizione nel 2011); Paolo Marini, egittologo e disegnatore (già membro della missione dal 2010), dottorando dell'Università di Pisa; Anna Giulia De Marco, egittologa (già membro della spedizione dal 2012); Emanuele Taccola, responsabile del laboratorio di disegno e restauro del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa. Accompagna la spedizione per la produzione della documentazione video e fotografica Claudio Benedetti, collaboratore dell'Ufficio Stampa e Comunicazione dell'Università di Pisa.

Pubblichiamo l'ultima pagina del diario arrivata da Dra Abu el-Naga.

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MIDAN giulia«Con piacere abbiamo visto che avete apprezzato le nostre foto e i bellissimi video montati da Claudio Benedetti che vi hanno tenuto compagnia in questi giorni così intensi per noi. Ma oggi vogliamo parlarvi dello scavo e delle ultime scoperte.

L'area sulla quale abbiamo investito la maggior parte delle nostre forze è quella relativa al pozzo funerario della corte, tant'è che non ci siamo potuti occupare di TT 14, la tomba del sacerdote Huy. Lo scavo di un pozzo funerario, infatti, è complesso e potrebbe riempire un intero capitolo di un libro di "metodologia di scavo". Le dinamiche sono completamente differenti da qualsiasi altro tipo di scavo. La prima difficoltà da affrontare è quella dell'organizzazione logistica. Parliamo di un ambiente angusto, dove l'aria è rarefatta e la polvere si alza al minimo movimento. Smossi pochi centimetri quadrati di terra compattata dalla superficie, questa deve essere smaltita caricandola su dei secchi tirati da una carrucola e trasportati dai nostri operai sull'area esterna allo scavo.

MIDAN pozzoNonostante questo, sono bastati pochi giorni per scendere di diversi metri sotto il livello della corte e scoprire una prima camera funeraria; purtroppo usurpata e con pochissimi oggetti danneggiati rinvenuti. Dopo averla liberata del suo deposito, siamo scesi ancora e abbiamo ritrovato una serie di stuoie fatte di bastoncelli e canne tenute insieme da corde intrecciate e avvolte attorno al defunto mummificato; una particolare tipologia di sepoltura attestata in Egitto, tuttavia poco nota. A queste appartenevano delle splendide collanine e bracciali costituiti da centinaia di anellini e piccole perline in faience blu, rossa e nera.

MIDAN BetròPrese tutte le precauzioni e rimosse le stuoie (in attesa di studi antropologici del corpo mummificato), abbiamo continuato la nostra discesa fino ad arrivare, finalmente, all'ingresso di ben due camere funerarie: una rivolta ad ovest e una a est. Benché anche queste avessero subito saccheggi precedenti – il che è quasi la regola nelle tombe tebane - numerosissimi sono gli oggetti del corredo funerario, le mummie o i loro resti che vi abbiamo trovato e che attualmente sono oggetto di prima analisi, prima dello studio sistematico.

Moltissimi gli oggetti interessanti: grandi frammenti di sarcofagi con iscrizioni geroglifiche dipinte; maschere con volti sorridenti e immoti; tre ushabti lignei, uno dei quali in ottime condizioni, con le decorazioni policrome dipinte e le iscrizioni ancora integre, appartenuto ad una musicista del tempio di Amon; il frammento di una statua di calcare rappresentante una nobile assisa, con una imponente parrucca acconciata in elaborate treccine tra le quali spicca una collana con vaghi romboidali ed elementi floreali. Ma ancora: i resti di un finissimo vasetto in alabastro, un anello ferma trecce di corniola, un piccolo scarabeo iscritto e tanti altri oggetti che tutti insieme dovevano costituire il corredo funerario degno di un nobile tebano».

Il team di MIDAN

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