Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa

spazioUn team internazionale di scienziati ha scoperto una nuova sorgente di raggi gamma nell'Universo. I raggi gamma sono una radiazione fortemente energetica emessa durante alcuni dei fenomeni cosmici più violenti che si conoscano, ma l'osservazione di quattro novae, cioè brevi eruzioni stellari, compiute dal 2010 al 2013 con telescopio spaziale per raggi gamma Fermi della NASA-ESA ha inaspettatamente rivelato che anche questi eventi possono produrre raggi gamma. La scoperta, a cui ha collaborato anche Steven Shore, professore di astrofisica dell'Università di Pisa, è stata pubblicata nel numero di agosto della rivista Science.

"Prima delle osservazioni con il telescopio spaziale Fermi – ha spiegato Steven Shore - nessuno sospettava che queste esplosioni, per altro abbastanza comuni nell'Universo, fossero in grado di produrre raggi gamma di solito associati a ben più potenti esplosioni cosmiche".

Il primo rilevamento, denominato V407 Cygni, del telescopio spaziale Fermi è avvenuto nel marzo 2010. L'esplosione proveniva da un raro tipo di sistema stellare in cui una "nana bianca", cioè è una stella di piccole dimensioni, con una bassissima luminosità, interagiva con una "gigante rossa", ovvero una stella grande e fredda. Nel 2012 e nel 2013, il telescopio spaziale ha rilevato altre tre novae classiche, che si verificano in situazioni più comuni in cui una nana bianca interagisce con una stella simile al Sole.

"Inizialmente abbiamo pensato che V407 Cygni fosse un caso speciale - ha aggiunto Steven Shore - perché l'atmosfera di una gigante rossa si disperde nello spazio producendo un ambiente gassoso che interagisce con l'onda d'urto dell'esplosione della nana bianca. Ma questo non può spiegare le altre rilevazioni dove non erano presenti giganti rosse".

L'ipotesi degli scienziati per l'emissione di raggi gamma è che l'esplosione di una nova crei vari tipi di onde d'urto che si espandono nello spazio a velocità leggermente diverse. Le scosse più veloci potrebbero interagire con quelle lente, accelerando le particelle portandole a velocità prossime a quelle della luce: queste particelle, in ultima analisi, produrrebbero i raggi gamma.

Insieme a Steven Shore dell'Università di Pisa hanno partecipato allo studio anche C-C. Cheung (Naval Research Labs., Washington DC), Pierre Jean (Institut de Recherche en Astrophysique et Planétologie, Toulouse France) e ricercatori della sezione pisana dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa.

Ne hanno parlato:
Repubblica.it
LaStampa.it
La Stampa Tutto Scienze
GreenReport.it
FirenzeRepubblica.it (Adnkronos)/1
FirenzeRepubblica.it (Adnkronos)/2
La Nazione Pisa
Il Tirreno Pisa
GoNews.it
PaginaQ.it
50canale.tv
Ambienteambienti.com
PianetaUniversitario.it
ControCampus.it
PisaInformaFlash.it
NovedaFirenze
StampToscana.it

Un team internazionale di scienziati ha scoperto una nuova sorgente di raggi gamma nell'Universo. I raggi gamma sono una radiazione fortemente energetica emessa durante alcuni dei fenomeni cosmici più violenti che si conoscano, ma l'osservazione di quattro novae, cioè brevi eruzioni stellari, compiute dal 2010 al 2013 con telescopio spaziale per raggi gamma Fermi della NASA-ESA ha inaspettatamente rivelato che anche questi eventi possono produrre raggi gamma. La scoperta, a cui ha collaborato anche Steven Shore, professore di astrofisica dell'Università di Pisa, è stata pubblicata nel numero di agosto della rivista Science.

"Prima delle osservazioni con il telescopio spaziale Fermi – ha spiegato Steven Shore - nessuno sospettava che queste esplosioni, per altro abbastanza comuni nell'Universo, fossero in grado di produrre raggi gamma di solito associati a ben più potenti esplosioni cosmiche".

Il primo rilevamento, denominato V407 Cygni, del telescopio spaziale Fermi è avvenuto nel marzo 2010. L'esplosione proveniva da un raro tipo di sistema stellare in cui una "nana bianca", cioè è una stella di piccole dimensioni, con una bassissima luminosità, interagiva con una "gigante rossa", ovvero una stella grande e fredda. Nel 2012 e nel 2013, il telescopio spaziale ha rilevato altre tre novae classiche, che si verificano in situazioni più comuni in cui una nana bianca interagisce con una stella simile al Sole.

"Inizialmente abbiamo pensato che V407 Cygni fosse un caso speciale - ha aggiunto Steven Shore - perché l'atmosfera di una gigante rossa si disperde nello spazio producendo un ambiente gassoso che interagisce con l'onda d'urto dell'esplosione della nana bianca. Ma questo non può spiegare le altre rilevazioni dove non erano presenti giganti rosse".

L'ipotesi degli scienziati per l'emissione di raggi gamma è che l'esplosione di una nova crei vari tipi di onde d'urto che si espandono nello spazio a velocità leggermente diverse. Le scosse più veloci potrebbero interagire con quelle lente, accelerando le particelle portandole a velocità prossime a quelle della luce: queste particelle, in ultima analisi, produrrebbero i raggi gamma.

Insieme a Steven Shore dell'Università di Pisa hanno partecipato allo studio anche C-C. Cheung (Naval Research Labs., Washington DC), Pierre Jean (Institut de Recherche en Astrophysique et Planétologie, Toulouse France) e ricercatori della sezione pisana dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa.

L'Università di Pisa sta seguendo con grande attenzione la vicenda che ha coinvolto alcuni studenti pisani negli episodi di degrado avvenuti venerdì scorso nel centro di Firenze. In attesa degli accertamenti in corso da parte delle forze dell'ordine, l'Ateneo condanna fermamente questo tipo di comportamento e nel caso specifico si rammarica che il proprio nome e quello del Programma Erasmus siano stati associati a tali fatti.

L'Università di Pisa ha sostenuto fin dalla sua istituzione il Programma Erasmus, come momento di formazione e di crescita personale e come occasione per entrare in contatto con culture e persone dei diversi paesi europei. Anche a seguito di questa vicenda, l'Ateneo ha intenzione di incentivare iniziative che mirino a sensibilizzare tutti gli studenti al pieno rispetto delle regole di convivenza civile.

lago di OhridIt is younger than it was thought to be, even though its age, more than a million years old, is still remarkable. The lake in question is Lake Ohrid, Europe's oldest lake, which lies on the border between Albania and Macedonia. The exact age was calculated by an international team, including a group of Italian academics led by Giovanni Zanchetta, a researcher from the Department of Earth Sciences of the University of Pisa, and made up of experts from the Institutes of Environmental Geology and Geoengineering (CNR-IGAG) of Rome and Geosciences and Georesources (CNR-IGG) of Pisa, the National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) of Pisa and Rome and the Universities of Bari and La Sapienza of Rome. The research began in 2013 with a deep drilling campaign on five sites of the lake. The first results which emerged from the analyses of the extracted sediment (more than 2km of cores now conserved at the University of Cologne in Germany) were disclosed in 2014 in an article in the international journal Eos.

"Our aim" explained Giovanni Zanchetta "was to reach the sediment at the bottom of the lake basin by deep drilling and to reconstruct the biological and climate history of the area. The wealth of data which emerged allowed us to indicate for the first time the approximate age of the lake, more than a million years old, and to put forward some preliminary hypotheses about the formation of the endemic fauna of the basin."

On a scientific level, Lake Ohrid is the lake which hosts the greatest number of endemic species in the world – 212 species of animals and plants have been catalogued – so many that in 1979 the lake was nominated a UNESCO World Heritage Site.

"The sediments inside the cores" added Giovanni Zanchetta "also provided a fundamental archive for the reconstruction of the history of volcanic activity in Italy, its aerial dispersion and the potential environmental impact, data which is also fundamental in a more practical perspective, in case of future eruptions."

The study coordinated by the researcher of the University of Pisa and in part co-financed by the International Continental Drilling Project (ICDP) is part of SCOPSCO ("Scientific Collaboration on Past Speciation Conditions in Lake Ohrid"), a four-year international project which began in 2009.

Ohrid Lake - foto dal sito www.visitohrid.itÈ più giovane di quanto si credesse, sebbene la sua età, oltre un milione di anni, sia comunque ragguardevole. Si tratta del lago di Ohrid (Ocrida), il lago più antico d'Europa, che si trova a metà fra l'Albania e la Macedonia. L'esatta datazione è stata calcolata da un team internazionale di cui fa parte un gruppo di studiosi italiani guidato da Giovanni Zanchetta, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, e composto da esperti degli Istituti CNR-IGAG (Geologia Ambientale e Geoingegneria) di Roma e CNR-IGG (Geoscienze e Georisorse) di Pisa, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Pisa e di Roma e delle Università di Bari e La Sapienza di Roma. La ricerca è partita nel 2013 con una campagna di carotaggio profonda in cinque siti del lago. I primi risultati emersi dall'analisi dei sedimenti estratti (in totale oltre 2 km di "carote" ora conservate all'Università di Colonia in Germania) sono stati resi noti nel 2014 in articolo sulla rivista internazionale Eos.

"Il nostro obiettivo – ha spiegato Giovanni Zanchetta – era di raggiungere, attraverso dei carotaggi profondi, la base dei sedimenti lacustri e di ricostruire la storia climatica e biologica del luogo. La ricchissima messe di dati emersa ci ha permesso, per la prima volta, di indicare l'età orientativa del lago, oltre un milione di anni, e di avanzare alcune ipotesi preliminari sulla formazione delle faune endemiche del bacino".

lago di Ohrid

A livello scientifico quello di Ohrid è infatti il lago che possiede il maggior numero di specie endemiche del mondo – ne sono state censite 212 fra animali e vegetali – tanto che nel 1979 è stato dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

"Ma i sedimenti carotati – ha aggiunto Giovanni Zanchetta – ci hanno messo a disposizione anche un archivio fondamentale per ricostruire la storia eruttiva dei vulcani italiani, la loro dispersione areale e i potenziali impatti ambientali, dati fondamentali anche in un ottica applicativa, in caso di future eruzioni".

Lo studio coordinato dal ricercatore dell'Ateneo di Pisa e parzialmente co-finanziato dall'International Continental Drilling Project (ICDP) si inserisce all'interno di SCOPSCO ("Scientific Collaboration on Past Speciation Conditions in lake Ohrid") un progetto internazionale quadriennale partito nel 2009.

Ne hanno parlato:
Repubblica.it
IlFattoQuotidiano.it
Panorama.it
AdnKronos.it
Nazione Pisa
VGlobale.it
Greenreport.it
GoNews.it
CorriereNazionale.it
Controcampus.it
PisaInformaFlash.it
QuiNewsPisa.it
50canale.tv
StamToscana.it

E' più giovane di quanto si credesse, sebbene la sua età, oltre un milione di anni, sia comunque ragguardevole. Si tratta del lago di Ohrid (Ocrida), il lago più antico d'Europa, che si trova a metà fra l'Albania e la Macedonia. L'esatta datazione è stata calcolata da un team internazionale di cui fa parte un gruppo di studiosi italiani guidato da Giovanni Zanchetta, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, e composto da esperti degli Istituti CNR-IGAG (Geologia Ambientale e Geoingegneria) di Roma e CNR-IGG (Geoscienze e Georisorse) di Pisa, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Pisa e di Roma e delle Università di Bari e La Sapienza di Roma. La ricerca è partita nel 2013 con una campagna di carotaggio profonda in cinque siti del lago. I primi risultati emersi dall'analisi dei sedimenti estratti (in totale oltre 2 km di "carote" ora conservate all'Università di Colonia in Germania) sono stati resi noti nel 2014 in articolo sulla rivista internazionale Eos.

"Il nostro obiettivo – ha spiegato Giovanni Zanchetta – era di raggiungere, attraverso dei carotaggi profondi, la base dei sedimenti lacustri e di ricostruire la storia climatica e biologica del luogo. La ricchissima messe di dati emersa ci ha permesso, per la prima volta, di indicare l'età orientativa del lago, oltre un milione di anni, e di avanzare alcune ipotesi preliminari sulla formazione delle faune endemiche del bacino".

A livello scientifico quello di Ohrid è infatti il lago che possiede il maggior numero di specie endemiche del mondo – ne sono state censite 212 fra animali e vegetali – tanto che nel 1979 è stato dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

"Ma i sedimenti carotati – ha aggiunto Giovanni Zanchetta – ci hanno messo a disposizione anche un archivio fondamentale per ricostruire la storia eruttiva dei vulcani italiani, la loro dispersione areale e i potenziali impatti ambientali, dati fondamentali anche in un ottica applicativa, in caso di future eruzioni".

Lo studio coordinato dal ricercatore dell'Ateneo di Pisa e parzialmente co-finanziato dall'International Continental Drilling Project (ICDP) si inserisce all'interno di SCOPSCO ("Scientific Collaboration on Past Speciation Conditions in lake Ohrid") un progetto internazionale quadriennale partito nel 2009.

La qualità della ricerca e la sua valutazione sono al centro del dibattito attuale, ma poca attenzione viene data a come ottenere migliori risultati. Le carriere femminili sono "un tubo che perde" e molti talenti sono sprecati mentre andrebbero valorizzate le differenze. A questo tema è dedicato il convegno "Genere e Scienza. Saperi e carriere femminili nell'orizzonte europeo 2020" che si svolgerà lunedì 29 e martedì 30 settembre nella sala del Consiglio dei XII in Piazza dei Cavalieri a Pisa. L'incontro, che si inserisce all'internodel progetto europeo Trigger (TRansforming Institutions by Gendering contents and Gaining Equality in Research) a cui partecipano le Università di Pisa, Londra, Parigi, Madrid e Praga, servirà per discutere del superamento delle diseguaglianze tra i generi come elemento strategico per la crescita economica e il miglioramento della competitività dell'intera Europa.

"Il cosiddetto 'soffitto di cristallo' è ormai diventato un'atmosfera opprimente se non si eliminano quei fattori che ostacolano le carriere e pongono il problema solo in termini individuali, per cui le donne sono costrette ancora a scegliere tra realizzazione professionale o famiglia e figli", ha spiegato la professoressa Rita Biancheri, coordinatrice di TRIGGER per l'Ateneo pisano.

Grazie all'apporto di esperte/i provenienti da diverse discipline ed organizzazioni, il convegno "Genere e Scienza" costituisce un importante momento di riflessione e le quattro sessioni tematiche in cui è suddiviso affrontano altrettanti nodi problematici necessari per approfondire la discussione: dalla conquista dei diritti alle carriere scientifiche: il lungo cammino delle donne; genere e salute tra prevenzione e cura; un approccio di genere per la ricerca multidisciplinare e l'innovazione; reclutamento, criteri di valutazione e carriere scientifiche. La partecipazione al convegno è libera e gratuita e verrà rilasciato attestato di partecipazione a coloro che ne faranno richiesta.

Conto alla rovescia per BRIGHT, la Notte dei ricercatori in Toscana, che a Pisa avrà come protagonisti i ricercatori di Università, Scuola Normale, Scuola Sant’Anna, CNR, INFN e INGV.

Alle ore 16 è prevista l’apertura degli stand della ricerca in Largo Ciro Menotti, con un evento che coinvolgerà il pubblico dei passanti. 

Alle ore 17, sempre in Largo Ciro Menotti, è previsto l’arrivo di Emmanuele Bobbio, assessore regionale alla Scuola, Formazione, Ricerca e Università, e Marco Masi, dirigente della Regione Toscana, che, accolti da Massimo Augello, rettore dell’Università di Pisa, dal sindaco Marco Filippeschi e dai rappresentanti degli altri Enti e Istituzioni protagonisti della Notte, visiteranno gli stand della ricerca. 

A seguire, gli ospiti si sposteranno nel chiostro della Scuola Sant’Anna, che ospita “Science Cafè”, dimostrazioni e incontri con i ricercatori, e successivamente si recheranno nell’area CNR di San Cataldo, dove è previsto un ricco programma di incontri. Nel tardo pomeriggio, la visita continuerà all’Osservatorio Gravitazionale di Cascina, aperto al pubblico con iniziative dell’INFN che proseguono anche sabato.

Nei bar e nelle librerie del centro storico (Salza, Ritz, Bar Katerina, Bazeel, Skyline, Libreria dei Ragazzi, Libreria Ghibellina) già dalle 17 inizieranno gli “Aperitivi della ricerca” e “Librerie e scienza”, incontri che permetteranno di scoprire e conoscere da vicino il lavoro dei ricercatori, gustando un aperitivo offerto dai locali.

Nel pomeriggio, inoltre, laboratori aperti alla Scuola Normale e apertura della mostra fotografica all’INGV, in via della Faggiola 35, dove la sera sono previsti incontri e proiezioni video.

L’evento conclusivo della Notte è previsto alle ore 20 al "Bazeel", in Lungarno Pacinotti, con lo "Speciale ricerca, musica e sport" dove saranno protagonisti campioni sportivi e ricercatori universitari Martina Batini e Daniele Meucci, intervistati da Marco Massetani del Corriere fiorentino. In chiusura, musica reggae con i Soul Pirate, musicisti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Per chi vuole proseguire, la “Notte dei ricercatori” continua all’Arsenale Cinema: dalle 22.30 alle 2 di notte, appuntamento con “Luci, ombre, risate: quattro film sulla ricerca e sui ricercatori”.

Altre iniziative sono previste anche a Viareggio, a Villa Borbone, con incontri, proiezioni e visite a cura dell’ArcheoLab IGG, CNR.

Ha ricevuto il punteggio più alto e un finanziamento di quasi 450 mila euro, risultando la proposta che si è aggiudicata ben il 14% del budget complessivo italiano. Si tratta di "EU-COMPETE", EUropean network of COMPetences for Entrepreneurship, il progetto presentato dall'Università di Pisa alla prima call di Erasmus+, il nuovo programma dell'Unione Europea per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport, nell'ambito dell'azione 2, quella che riguarda i partenariati strategici.

"EU-COMPETE", presentato da Gualtiero Fantoni, ricercatore del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Ateneo pisano, mira a sviluppare un approccio innovativo per favorire la nascita e l'aumento di competitività delle start up europee, coinvolgendo tre università e quattro aziende provenienti da tre paesi diversi: Università di Pisa, capofila di progetto, CEDIT (Centro Diffusione Imprenditoriale della Toscana) e Polo Tecnologico di Navacchio dall'Italia, University of Surrey e l'azienda iVeridis dal Regno Unito, la University of Southern Denmark e l'azienda Blue Ocean Robotics dalla Danimarca.

«Università e aziende lavoreranno insieme con l'obiettivo di incrementare le probabilità di successo del progetto imprenditoriale delle nascenti start up – spiega Fantoni - nonché per aiutare le imprese già costituite a superare la cosiddetta "valle della morte" del processo di sviluppo dell'impresa, consentendo loro di crescere in maniera più rapida e solida". In particolare, gli obiettivi del progetto EU-COMPETE sono progettare e testare un nuovo programma per la formazione e il training allo sviluppo di impresa attraverso nuove soluzioni per lo scouting di opportunità, per la valutazione tecnico-economica della potenzialità delle idee, nonché per la prototipazione di tecnologie e modelli di business; progettare e testare nuove iniziative di supporto, includendo sistemi innovativi di coaching e sostegno "sul campo", attraverso un processo di "adozione" delle nascenti startup da parte di aziende estere di successo; sviluppare materiali didattici su diverse piattaforme, da rendere disponibili per gli stakeholder di riferimento in ambito europeo.

Alla presentazione del progetto hanno contribuito anche gli uffici Internazionalizzazione, Valorizzazione della ricerca e Job placement dell'Università di Pisa, uffici che saranno coinvolti in prima persona nelle attività di progettazione e di lavoro di "EU-COMPETE".

Non capita tutti i giorni di incontrare al bar o in libreria un ricercatore universitario che ti parla del fascino di fare l'archeologo in Egitto, delle meraviglie della fisica quantistica o della possibilità di "biofabbricare" i pezzi di ricambio del corpo umano. Tutto questo sarà possibile a Pisa venerdì 26 settembre, quando in occasione di BRIGHT, la "Notte dei ricercatori in Toscana", dalle 17 alle 20 si terranno gli "Aperitivi della ricerca" e "Librerie e scienza", una serie di incontri nei locali e nelle librerie del centro storico, che permetteranno di scoprire e conoscere da vicino il lavoro de nostri scienziati e studiosi, gustando un aperitivo offerto dai locali. Dalle 21 alle 24.00 gli incontri con i ricercatori si spostano nel chiostro della Scuola Sant'Anna che ospita i "Science Cafè".

Tante le iniziative in programma, alle 17 si parte da Salza, in Borgo Stretto, con Mattia Patti che parla delle tecniche pittoriche del Futurismo e, subito dopo, con Antonella Gioli che spiega "La vite delle opere: l'arte dal documento al digitale". Al bar Katerina, in via San Lorenzo,
 Maria Luisa Chiofalo parla del tema "Dal caffè freddo ad atomi freddissimi: le meraviglie della fisica quantistica a portata di mano" e a seguire Giovanni Salmeri racconta "Pisa e la sua storia: i testi e le iscrizioni ne svelano suoi segreti". Alla Libreria dei ragazzi, in via San Francesco, dalle 17 seguono gli interventi di Andrea Ferrara, della Scuola Normale, che svela le frontiere della ricerca scientifica, e di Giovanni Santangelo che parla di coralli, balene e delfini. La Libreria Ghibellina invece dalle 18 ospita gli incontri con la studiosa dell'antico Egitto Maria Carmela Betrò e con Pier Giorgio Borbone, che racconta come i libri facciano incontrare le civiltà.

E poi ancora tanti appuntamenti con altri ricercatori dell'Università di Pisa al Bazeel in Piazza Garibaldi, al Ritz in Borgo Stretto e allo Skyline in Largo Ciro Menotti: per fare qualche esempio, Francesco Rossi parla de "L'immagine dell'autore e il destino dell'opera letteraria", Giovanni Vozzi prova a spiegare se "Saremo in grado di 'biofabbricare' i pezzi di ricambio del corpo umano", mentre Simone Collavini e Federico Cantini illustrano come "Ricomporre la storia. Fonti scritte e ricerche archeologiche nel Valdarno tardo antico e medievale. Robot che assistono gli anziani, gli alimenti che fanno bene alla salute, i viaggi spaziali e le riforme costituzionali sono alcuni degli argomenti dei "Science Cafè" ospitati nel chiostro della Scuola Sant'Anna dalle 21 alle 24. Il programma completo degli incontri è disponibile sul sito www.bright2014.org.

L'evento conclusivo della Notte si tiene a partire dalle ore 20 al "Bazeel", in Lungarno Pacinotti, con lo "Speciale ricerca, musica e sport" dove saranno protagonisti campioni sportivi e ricercatori universitari: la campionessa mondiale di fioretto Martina Batini e il maratoneta Daniele Meucci (oro agli Europei di atletica leggera), entrambi pisani, studentessa la prima e ricercatore universitario il secondo. I due ragazzi saranno intervistati da Marco Massetani del Corriere fiorentino. In chiusura, musica reggae con i Soul Pirate, musicisti dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Il pubblico pisano potrà avvicinarsi al mondo della ricerca anche visitando gli stand di che saranno allestiti in Borgo Stretto e i laboratori aperti e le mostre di Scuola Normale, Sant'Anna, CNR, INGV e INFN dalle 16 alle 22. Già da lunedì scorso, in Largo Ciro Menotti, è presente uno stand informativo con tutte le informazioni su BRIGHT e su tutte le iniziative che sono in programma in città.

Per chi vuole proseguire, la "Notte dei ricercatori" continua all'Arsenale Cinema, dove già dal 16 settembre al 15 ottobre è in corso un ciclo di film sulla ricerca e sui ricercatori: dalle 22.30 alle 2 di notte, appuntamento con "Luci, ombre, risate: quattro film sulla ricerca e sui ricercatori".

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa