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La reazione a una “grande abbuffata” ad alto contenuto di carboidrati non è la stessa per tutti. C’è chi riesce a smaltirla meglio di altri, e questo dipende in parte dal nostro profilo metabolico. Per capire se siamo tipi con un metabolismo più risparmiatore o dispendioso, che tendono cioè a bruciare più o meno carboidrati, c’è un’importante sentinella, l’ormone glp1. Un nuovo studio pubblicato su Obesity e condotto dall’Università di Pisa presso l’ente di ricerca NIH negli Stati Uniti ha indagato il ruolo di questo ormone, quantificando per la prima volta le variazioni di concentrazione nel sangue in risposta una dieta ipercalorica ad alto contenuto di carboidrati.

La sperimentazione ha riguardato 69 soggetti che hanno ingerito circa 4000 kilocalorie (ossia il doppio rispetto alla dieta normocalorica) nell’arco di 24 ore e che sono stati quindi monitorati in una camera metabolica per misurare il dispendio energetico e la risposta termogenica alla dieta. Da una stima dai risultati è emerso che, a parità di carboidrati ingeriti, le calorie bruciate dall'ossidazione dei carboidrati possono variare fino a 500 kcal/giorno a seconda del metabolismo di ogni individuo.

“Abbiamo scoperto che gli individui che sono riusciti a ossidare più carboidrati quando sottoposti ad una dieta ipercalorica ad alto contenuto di carboidrati erano anche quelli che sono riusciti ad aumentare maggiormente la concentrazione nel sangue dell’ormone glp1”, spiega Paolo Piaggi (foto), docente di bioingegneria al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Università di Pisa e autore senior dello studio.

L’ormone glp1, rilasciato nella circolazione sanguigna proprio in base a quanto noi mangiamo, stimola infatti il pancreas a produrre insulina: di conseguenza le cellule, in particolare quelle dei muscoli, riescono ad ossidare, cioè bruciare, più carboidrati.

“Identificare l’ormone glp1 come biomarker del profilo metabolico – aggiunge Piaggi – ci avvicina sempre di più ad una medicina personalizzata e di precisione nell’ambito della ricerca sull’obesità, questo in prospettiva potrà semplificare la definizione dei profili metabolici, che potrà avvenire con un semplice esame del sangue, senza ricorrere come oggi, a procedure più complesse come quelle che vengono condotte all’interno di una camera metabolica”.

Paolo Piaggi, vincitore nel 2015 del programma "Rita Levi Montalcini", un progetto del Miur per far rientrare in Italia i giovani ricercatori che lavorano all’estero, è attualmente professore associato di Bioingegneria del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Ateneo pisano. Molta della sua attuale attività di ricerca si svolge presso l’Azienda ospedaliera universitaria pisana (Aoup) dove dal 2019 è in funzione una camera metabolica, la prima in Toscana e la quarta tutta Italia, istituita grazie ad una cooperazione interdisciplinare tra il mondo medico e quello ingegneristico per comprendere la patofisiologia dell’obesità e sviluppare metodi diagnostici che permettano la caratterizzazione dei fenotipi metabolici per la prevenzione e terapia dell’obesità e dell’aumento di peso corporeo.

La camera metabolica è una delle tecnologie del FoReLab, il laboratorio del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione che aggrega la ricerca in tutti i settori ICT rivolta a una società 5.0, autonoma, resiliente e centrata sulla persona.

“La creazione di tecnologie e metodologie per una medicina personalizzata che tenga la persona al centro - dice Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - è uno dei focus del FoReLab. Nella ricerca orientata al futuro le tecnologie dell’informazione includono modelli di processi congitivi, fisiologici ed emotivi che integrano diversi parametri, rilevati tramite dispositivi indossabili o sensori minimamente invasivi, in modo da adattare i sistemi alle caratteristiche individuali delle persone”.


Il 1993 era iniziato da poco quando sullo schermo di un PC/Unix dell’Università di Pisa fu visualizzata la prima pagina web messa online in Italia. Una schermata rudimentale – testo, immagini e qualche elemento di grafica – che segnò l’approdo del nostro Paese nel world wide web nato meno di due anni prima.

A rendere possibile quell’impresa, la creazione del primo server web italiano, nato esattamente 30 anni fa e realizzato a partire dal codice (ancora in versione BETA) che lo stesso Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web, aveva regalato a Maurizio Davini, all’epoca giovanissimo studente in fisica e oggi CTO del Green Data Center di Ateneo. All’impresa parteciparono, Stefano Suin, informatico e oggi dirigente della Direzione infrastrutture digitali Unipi; e l’economista Paolo Caturegli, insieme ad altri docenti dell'Università di Pisa. Pionieri, la cui curiosità e voglia di sperimentare diede vita, in quegli anni, ad una serie di progetti informatici che collocherà l’Università di Pisa all'avanguardia in Italia e in Europa nello sviluppo del web.

 

MauCern

Maurizio Davini al CERN di Ginevra nel 1992

 

“Il mio incontro con Berners-Lee avvenne alla fine del 1992 al Centro di Calcolo del CERN di Ginevra – racconta Maurizio Davini – Ero lì per vedere come funzionava la sua workstation NEXT e in quell’occasione mi spiegò la sua creazione e alla fine mi dette una copia di quello che era il codice sorgente del web. Tornai a Pisa e poche settimane dopo, agli inizi del 1993, avevamo il nostro server funzionante. Con i colleghi ripetemmo poi l’esperienza con i sistemi IBM AIX di Ateneo e dell’INFN di Pisa. Avevamo gettato le basi dei primi siti web italiani che di lì a poco, nell’agosto de 1993, avrebbero trovato una prima forma compiuta nel sito del CRS4 di Cagliari, Centro diretto, peraltro, da uno dei nostri laureati più illustri, Carlo Rubbia, ed estensione del CERN in Italia”.

Le origini di questa storia, per molti anni rimasta chiusa negli archivi dell'Università di Pisa, risalgono ad un gruppo di ricercatori e studenti che già nel 1989 si erano cimentati nel primo collegamento italiano in fibra ottica. Da quel nucleo originario, nel 1992, nascerà la squadra di lavoro organizzata dal professore Giuseppe Pierazzini dell’Università di Pisa, che porterà alla nascita della prima rete universitaria in fibra ottica d'Italia e poi al Centro di SERvizi per la Rete di Ateneo (SERra).

 

Stefano Suin assieme al professor Giuseppe Pierazzini padre della rete di Ateneo

Stefano Suin assieme al professor Giuseppe Pierazzini padre della rete di Ateneo

 

“Eravamo giovani e con tanta voglia di sperimentare – racconta Stefano Suin – Il gruppo di Pierazzini, interdisciplinare e interdipartimentale, era il terreno di coltura adatto per sviluppare progetti che all’epoca erano veramente pionieristici. Basti pensare che negli anni che hanno preceduto l’avvento del world wide web, il nostro Ateneo è stato un punto di riferimento in Europa per Gopher, il protocollo utilizzato inizialmente per collegare PC in tutto il mondo, e server per l'Italia di Archie, il primo motore di ricerca nella storia di internet”.

Oggi questa storia d'eccellenza prosegue nel Green Data Center di Ateneo che, oltre ad essere quasi ad impatto zero, è anche uno dei pochissimi classificato come A dall'AgID. Nel GDC si portano avanti progetti di ricerca che vanno dai nano materiali al quantum computing e vi si testano tecnologie di nuova generazione.

 

Il Green Data Center di San Pietro in Grado home

Il Green Data Center di San Pietro in Grado

 

Il Green Data Center è il cuore dell'attuale rete dell'Università di Pisa, formata da oltre 9000 km di fibra ottica, con 80 km di canalizzazioni, che collega 250 edifici universitari. Attraverso accordi e convenzioni, inoltre, l’infrastruttura server ormai da tempo anche l’intera rete civica pisana e collega gli enti e le istituzioni di ricerca della città e le scuole di ogni ordine e grado di Pisa e Livorno.

Piaggi (foto) copia.jpgLa reazione a una “grande abbuffata” ad alto contenuto di carboidrati non è la stessa per tutti. C’è chi riesce a smaltirla meglio di altri, e questo dipende in parte dal nostro profilo metabolico. Per capire se siamo tipi con un metabolismo più risparmiatore o dispendioso, che tendono cioè a bruciare più o meno carboidrati, c’è un’importante sentinella, l’ormone glp1. Un nuovo studio pubblicato su Obesity e condotto dall’Università di Pisa presso l’ente di ricerca NIH negli Stati Uniti ha indagato il ruolo di questo ormone, quantificando per la prima volta le variazioni di concentrazione nel sangue in risposta una dieta ipercalorica ad alto contenuto di carboidrati.

La sperimentazione ha riguardato 69 soggetti che hanno ingerito circa 4000 kilocalorie (ossia il doppio rispetto alla dieta normocalorica) nell’arco di 24 ore e che sono stati quindi monitorati in una camera metabolica per misurare il dispendio energetico e la risposta termogenica alla dieta. Da una stima dai risultati è emerso che, a parità di carboidrati ingeriti, le calorie bruciate dall'ossidazione dei carboidrati possono variare fino a 500 kcal/giorno a seconda del metabolismo di ogni individuo.

“Abbiamo scoperto che gli individui che sono riusciti a ossidare più carboidrati quando sottoposti ad una dieta ipercalorica ad alto contenuto di carboidrati erano anche quelli che sono riusciti ad aumentare maggiormente la concentrazione nel sangue dell’ormone glp1”, spiega Paolo Piaggi (foto), docente di bioingegneria al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Università di Pisa e autore senior dello studio.

L’ormone glp1, rilasciato nella circolazione sanguigna proprio in base a quanto noi mangiamo, stimola infatti il pancreas a produrre insulina: di conseguenza le cellule, in particolare quelle dei muscoli, riescono ad ossidare, cioè bruciare, più carboidrati.

“Identificare l’ormone glp1 come biomarker del profilo metabolico – aggiunge Piaggi – ci avvicina sempre di più ad una medicina personalizzata e di precisione nell’ambito della ricerca sull’obesità, questo in prospettiva potrà semplificare la definizione dei profili metabolici, che potrà avvenire con un semplice esame del sangue, senza ricorrere come oggi, a procedure più complesse come quelle che vengono condotte all’interno di una camera metabolica”.

Paolo Piaggi, vincitore nel 2015 del programma "Rita Levi Montalcini", un progetto del Miur per far rientrare in Italia i giovani ricercatori che lavorano all’estero, è attualmente professore associato di Bioingegneria del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Ateneo pisano. Molta della sua attuale attività di ricerca si svolge presso l’Azienda ospedaliera universitaria pisana (Aoup) dove dal 2019 è in funzione una camera metabolica, la prima in Toscana e la quarta tutta Italia, istituita grazie ad una cooperazione interdisciplinare tra il mondo medico - in primo piano il professore Ferruccio Santini, direttore di Endocrinologia I di AOUP dove la camera metabolica e' situata e il dottor Alessio Basolo, medico che organizza gli esperimenti nella camera metabolica -  e quello ingegneristico per comprendere la patofisiologia dell’obesità e sviluppare metodi diagnostici che permettano la caratterizzazione dei fenotipi metabolici per la prevenzione e terapia dell’obesità e dell’aumento di peso corporeo.

La camera metabolica è una delle tecnologie del FoReLab, il laboratorio del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione che aggrega la ricerca in tutti i settori ICT rivolta a una società 5.0, autonoma, resiliente e centrata sulla persona.

“La creazione di tecnologie e metodologie per una medicina personalizzata che tenga la persona al centro - dice Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - è uno dei focus del FoReLab. Nella ricerca orientata al futuro le tecnologie dell’informazione includono modelli di processi congitivi, fisiologici ed emotivi che integrano diversi parametri, rilevati tramite dispositivi indossabili o sensori minimamente invasivi, in modo da adattare i sistemi alle caratteristiche individuali delle persone”.


L'Ateneo ha bandito un concorso per la selezione di almeno 125 collaborazioni part-time per lo svolgimento di attività di tutorato d’accoglienza e alla pari. 

Le attività dei candidati selezionati consisteranno nel supporto e tutorato sia agli immatricolati sia agli iscritti ad anni successivi.

Il numero delle collaborazioni potrà incrementarsi sulla base della durata effettiva delle singole collaborazioni.

Il numero di ore di ciascuna collaborazione è di almeno 60 e massimo 200 ore.

La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata entro le ore 12,00 del 4 giugno 2023, esclusivamente on line, tramite il Portale Alice. Chi dovesse avere problemi nella presentazione tramite Alice potrà comunicarlo entro il giorno 3 giugno 2023 alle ore 12,00, all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Le graduatorie finali saranno pubblicate direttamente dai Dipartimenti entro il 10 luglio 2023.

Leggi il bando

Graduatoria

orna negli atenei italiani "Coding Girls", il programma formativo pensato per aiutare le giovani e i giovani studenti a orientarsi con libertà negli studi e nelle professioni del futuro, allenandosi alle discipline STEM. L’iniziativa fa tappa all’Università di Pisa sabato 6 maggio, al Polo Fibonacci (edificio E, aula E e laboratori H e M), dalle ore 9 alle 14. Nell’edizione pisana sono stati coinvolti gli istituti IIS Carducci di Viareggio e ITI Marconi di Pontedera, supportati dall’Università di Pisa e in particolare dal Dipartimento di Informatica e dal Museo degli Strumenti per il Calcolo del Sistema Museale di Ateneo, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico. Dell’Ateneo pisano anche i formatori: Paula Dominique Regalado Avila e Giulia Falaschi e gli studenti che parteciperanno all’evento finale: Bruno Barbieri, Federica Buoncompagni, Claudio Bernardoni, Filipe Bertolucci e Claudia Porrello.

Per la IX edizione il progetto coinvolge 900 studenti in 42 scuole secondarie superiori di secondo grado, per un totale di 176 ore di formazione, 12 hackathon (Roma, Milano, Gorizia, Salerno, Bari, Pisa, Palermo, Cagliari, Napoli, Bologna, Perugia, Ancona), 40 formatori impegnati. Le novità di quest’anno riguardano innanzitutto il rafforzamento delle azioni di orientamento universitario da parte degli atenei che, oltre a ospitare gli hackathon, coinvolgono i propri studenti e studentesse universitari nel ruolo di role model per i ragazzi delle scuole secondarie superiori coinvolti. Giunto alla nona edizione, è forte di una grande cordata educativa guidata dalla Fondazione Mondo Digitale, che coinvolge scuole, famiglie, università, aziende e organizzazioni pubbliche e private. Continua la felice sinergia con la Missione Diplomatica Usa in Italia, la collaborazione con Microsoft, la Fondazione Compagnia di San Paolo e ING Italia.

La giornata pisana si apre alle ore 9 con i saluti e l’introduzione di Benedetta Mennucci, prorettrice per la Promozione della Ricerca, Chiara Bodei, professoressa al Dipartimento di Informatica e presidente del Sistema Museale di Ateneo (che include il Museo degli Strumenti per il Calcolo), Gianna Del Corso, professoressa al Dipartimento di Informatica e delegata del Dipartimento per l’attività di orientamento in entrata, Valeria Raglianti, Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana - Ufficio X – Ambito territoriale della Provincia di Pisa, e Cecilia Stajano, vicepresidente Coding Girls Fondazione Mondo Digitale. Alle 9.30 è previsto il lancio della sfida e l’avvio della gara e alle 12.30 i pitch moderati dai formatori della Fondazione Mondo Digitale. Alla fine della mattinata ci sarà la premiazione. La giuria è composta per l’Ateneo da Chiara Bodei e Gianna Del Corso, per la Fondazione Mondo Digitale da Cecilia Stajano.

La comunità dell’Università di Pisa ha incontrato i candidati a sindaco di Pisa in un incontro pubblico che si è tenuto martedì 18 aprile nell’Aula Magna del Polo Carmignani. All'incontro non ha potuto partecipare Edoardo Polacco per ragioni tecniche indipendenti dalla sua volontà, in quanto era stato contattato a un indirizzo email che è risultato non corretto.

Ai candidati è stato chiesto di esprimersi sui principali temi che riguardano il rapporto tra università e città, illustrando idee, progetti e obiettivi da perseguire in caso di elezione.

Qui di seguito sono pubblicate le risposte dei sei candidati a sindaco alle domande che, per limiti di tempo, non è stato possibile porre nel corso dell'incontro in presenza.  

 

Le domande 

  1. Che tipo di visione avete per l'università e per il rapporto città/università? Ci sono visioni/progetti per il superamento di quella che è a tutti gli effetti la compresenza (indifferente e talora potenzialmente conflittuale) tra le due città: quella degli studenti e quella dei residenti? 
  2. Qual è la vostra posizione sul problema urbanistico? L’università, in cerca di spazi adeguati per la didattica che cambia, ha spostato e sposterà la presenza degli studenti dal centro verso zone più periferiche della città. Le case del centro sono state prima occupate dagli studenti, ora dai bed & breakfast, con residenti e studenti in crisi per il caro affitti. Il centro svuotato da questi fenomeni viene riempito da turisti, le periferie al contrario si desertificano per socialità e cultura. Come pensate di governare questi fenomeni?
  3. Dal 2019 il nostro Ateneo ha creato CISUP, una rete che rende possibile l'accesso aperto a strumentazioni di altissimo livello a tutti gli studenti e ricercatori dell'Università. Questa esperienza di successo ha comunque ancora un limite per avere una sua piena realizzazione: non ha ancora una sede adeguata. Servirebbero circa 2000 mq, eventualmente espandibili per ospitare futuri progetti di ricerca di eccellenza. Se eletta/eletto alla guida del Comune di Pisa, avrebbe proposte per risolvere questo problema? 
  4. Come pensate di affrontare le questioni dei costi degli affitti delle case per gli studenti e la creazione di spazi di divertimento per i giovani? Come pensate di conciliare il riconoscimento di bisogni culturali e di svago diurni e notturni con il contrasto alla cosiddetta "mala movida"? 
  5. Vorremmo chiedere al futuro sindaco se sarà possibile prevedere in zona Porta a Mare un parcheggio gratuito con servizio Bus Navetta e servizio biciclette (CicloPI e Ridemovi) analogamente a quanto esiste già per chi proviene da Nord (parcheggio Pietrasantina) e dalla Lungomonte (parcheggio via Paparelli). Riteniamo che questa sia una soluzione strategica per la mobilità sostenibile di un gran numero di utenti dell'Università (studenti, tecnici e personale docente), e non solo, che accedono a Pisa dalla FIPILI e da Livorno.

Le risposte dei candidati

Francesco Auletta detto Ciccio

Michele Conti

Alexandre Dei

Rita Mariotti

Paolo Martinelli

Edoardo Polacco

 

 

Lunedì, 08 Maggio 2023 06:42

Manuale di diritto del lavoro

Copertina Manuale Diritto del lavoro P.AlbiIl professor Pasqualino Albi, ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università di Pisa, ha da poco pubblicato, per i tipi di Giuffè, il Manuale  di diritto del lavoro. Il volume, uscito a gennaio 2023, sarà presentato a Pisa in occasione del seminario "I principi costituzionali del lavoro" che si terrà mercoledì 10 maggio presso l’Aula Magna Storica della Sapienza. L'evento è organizzato da Dirpolis della Scuola Sant’Anna di Pisa e dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Sarà presente l'autore. 

Di seguito una breve presetazione del manuale

 

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Il manuale affronta in modo completo i fondamentali snodi del diritto del lavoro contemporaneo, prestando attenzione alla sua evoluzione più recente, fortemente influenzata dai tumultuosi processi di globalizzazione economica, dall'avvento della rivoluzione digitale e dagli sconvolgimenti provocati dalla pandemia.

Prendendo le mosse dai principi costituzionali del lavoro, con linguaggio chiaro e lineare, si esamina, nella prima parte, il diritto sindacale e le molteplici manifestazioni della libertà sindacale nonché il conflitto collettivo. In questa parte, messi a fuoco i fondamenti della libertà sindacale, il manuale si sofferma sull'organizzazione sindacale, sulle rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro, sulla contrattazione collettiva, sul conflitto collettivo e, infine, sullo sciopero.

Nella seconda parte il manuale si concentra sul rapporto individuale di lavoro e, in particolare, sui seguenti temi: il lavoro subordinato e i suoi confini, la figura del datore di lavoro, la somministrazione di lavoro, l'appalto, il distacco, il trasferimento d'azienda, la liquidazione giudiziale, la disciplina antidiscriminatoria, i servizi per il lavoro, i rapporti di lavoro flessibili (contratto a termine, contratto a tempo parziale, contratto di lavoro intermittente, lavoro occasionale), le mansioni e l'inquadramento professionale, il luogo e il tempo della prestazione, il lavoro agile, gli obblighi del lavoratore (obblighi di diligenza, obbedienza, fedeltà), gli obblighi del datore di lavoro (obbligo di sicurezza, obbligo retributivo), i poteri del datore di lavoro (potere direttivo, potere di controllo, potere disciplinare), la sospensione del rapporto di lavoro (malattia, infortunio), l'estinzione del rapporto di lavoro (dimissioni, risoluzione consensuale, licenziamento individuale e collettivo, trattamento di fine rapporto), gli ammortizzatori sociali, il lavoro giovanile e la formazione professionale, le rinunce e le transazioni, la prescrizione, la decadenza.

L'opera, aggiornata alle più recenti modifiche normative e pronunce giurisprudenziali, contiene anche essenziali riferimenti bibliografici.

Ogni anno l'Università di Pisa celebra l'anniversario della Battaglia di Curtatone e Montanara (29 maggio 1848 ), uno degli episodi simbolo del Risorgimento. Con la cerimonia l'Ateneo  ricorda il coraggio dei membri del Battaglione Universitario Toscano, che partirono volontari per andare a combattere sui campi lombardi.

Tra di loro 384 studenti e 30 docenti dell'Ateneo pisano che il 22 marzo 1848, nell’Aula Magna della Sapienza, divenuta “storica” proprio in memoria di quella riunione, decisero di accorrere in appoggio alle truppe piemontesi impegnate contro l’esercito austriaco. Il sacrificio di molti di loro, dei quali diversi non ancora ventenni, guidati da Ottaviano Fabrizio Mossotti, docente di Fisica matematica e Meccanica celeste, si impose all’opinione pubblica del tempo e il loro esempio divenne subito uno dei simboli del rinnovamento morale e civile del Paese.

Le celebrazioni nel corso degli anni

2022 – 174° anniversario

 2021 – 173° anniversario

2020 – 172° anniversario

 2019 – 171° anniversario

2018 – 170° anniversario

2017 – 169° anniversario

2016 – 168° anniversario

2014 – 166° anniversario

2013 – 165° anniversario

2012 – 164° anniversario

Anche gli scribi antichi che esercitavano la loro arte sui papiri di Ercolano utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura. La prima conferma scientifica di questa consuetudine, di cui gli autori classici ci avevano tramandato notizia, si deve ai risultati del gruppo di lavoro del Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools (https://greekschools.eu/), coordinato dal professor Graziano Ranocchia (nella foto a lato) del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, e dedicato all’analisi con tecniche avanzate dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Lo studio che ha portato a questa importante scoperta è presentato sulla rivista “Scientific Reports”, pubblicata da “Nature portfolio”.

La pubblicazione, frutto della collaborazione di fisici, chimici e papirologi, ha evidenziato per la prima volta la presenza di vari tipi di griglie nei rotoli librari greci dell’antichità. Era già noto dagli autori classici che gli scribi antichi utilizzavano a questo scopo un righello e una rondella di piombo, la quale strofinata sulla superficie del papiro lasciava un’esile traccia appena visibile, che serviva a tracciare i confini dello specchio di scrittura. Mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi pervenuti dall’antichità, al punto che i moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato di tali testimonianze. Gli esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione eseguiti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal team del dottor Paolo Romano, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno fornito la prova sperimentale della correttezza di queste informazioni. Grazie alla strumentazione portatile sviluppata in Cnr-Ispc con il progetto MUR PON IR SHINE, sono stati rivelati per la prima volta diversi tipi di griglie costituite da linee di piombo disposte in senso ortogonale al fine evidente di delimitare spazi intercolonnari, colonne, intercolunni e singole linee di scrittura.

“Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia, – afferma il professor Graziano Ranocchia – ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare. È inoltre finalmente dimostrato che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi, e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato”.

“Lo sviluppo di strumentazioni e metodi non invasivi per l’analisi in situ sta portando importanti avanzamenti nella diagnostica dei beni culturali, – continua la dottoressa Costanza Miliani, direttrice del Cnr-Ispc – in particolare lo scanner XRF sviluppato da Ispc-Cnr per la piattaforma di accesso MOLAB dell’infrastruttura di ricerca E-RIHS permette di rivelare informazioni preziose sulla composizione chimica e la distribuzione degli elementi grazie a sensibilità e risoluzione spaziale senza pari, come per le ultra-tracce di piombo residuale delle line di scrittura dei papiri di Ercolano”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, la dottoressa Maria Iannotti, che fin dall’inizio del suo mandato ha fortemente creduto nella necessità di stringere collaborazioni con università ed enti di ricerca per la valorizzazione dell’ingente patrimonio dell’Istituto da lei guidato, il quale comprende, oltre ai papiri, un’importante collezione di manoscritti antichi e incunaboli e, tra gli altri, importanti autografi di Giacomo Leopardi e Benedetto Croce: “Questo è un nuovo inizio per gli studi concernenti le nostre collezioni e un modello di cooperazione istituzionale da estendere ad altri casi dello stesso genere. A mio giudizio, la conservazione e la ricerca devono andare di pari passo e devono comunicare tra di loro a vantaggio sia dell’una che dell’altra”.

Questa collaborazione, che vede la Biblioteca Nazionale di Napoli per la prima volta cobeneficiaria di un progetto finanziato dalla Commissione Europea, è rafforzata anche dalla recente sottoscrizione di apposite convezioni sia con il Cnr-Ispc, sia con l’Università di Pisa.

“Da quando il Dipartimento da me guidato ha deciso di ospitare il Progetto GreekSchools – conclude la direttrice del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, la professoressa Roberta Ferrari (nella foto a lato) – le occasioni di collaborazione istituzionale e di visibilità pubblica delle nostre attività di ricerca sono notevolmente aumentate, anche con l’attrazione di altri progetti finanziati e il recente importante riconoscimento ministeriale del Dipartimento di Eccellenza 2023-2027, che con il Progetto CECIL si propone come avanguardia nel contrasto all’impoverimento linguistico”.

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