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Comunicati stampa

WhatsApp Image 2022 05 19 at 09.30.26 1Più di 450 studenti delle scuole superiori di tutta la Versilia hanno partecipato alla giornata di orientamento organizzata dal Comune di Seravezza, in provincia di Lucca, mercoledì 18 maggio in collaborazione con l'Università di Pisa insieme alla Scuola Normale Superiore e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Le sale di Palazzo Mediceo e le Scuderie Granducali si sono trasformate per un’intera giornata in un grande punto informativo sul Sistema Universitario Pisano, attraverso stand e attività di orientamento che hanno offerto a maturandi e non solo notizie sui corsi di laurea, sull'offerta formativa e sulle opportunità offerte agli studenti delle scuole superiori per l’accesso all’istruzione universitaria.

Per l’Ateneo pisano hanno partecipato tutti i venti dipartimenti, con le due Scuole di Ingegneria e di Medicina, presenti con i delegati all’orientamento e un folto gruppo di giovani tutor molto motivati ed efficaci, cui si sono aggiunti i rappresentanti della Scuola Normale e della Scuola Sant'Anna.

Alle Scuderie si è tenuta la presentazione del prorettore per gli Studenti dell'Università di Pisa, Rossano Massai, e dello staff dell’Unità Orientamento, coadiuvati dai responsabili per l’orientamento delle due scuole di eccellenza, che hanno illustrato nel dettaglio il funzionamento della struttura didattica e dei servizi di supporto. Nelle nove sale al piano nobile di Palazzo Mediceo sono stati invece ospitati gli stand dei 20 dipartimenti pisani, della Normale e del Sant'Anna. Qui i rappresentanti e i tutor hanno incontrato gli studenti per illustrare loro gli aspetti legati alla didattica e per fornire informazioni sugli sbocchi professionali dei diversi corsi.

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“Siamo lieti di questa iniziativa – ha dichiarato il professor Rossano Massai, nel ringraziare l’amministrazione comunale di Seravezza per l’organizzazione e il supporto all’evento - e molto soddisfatti dell’eccellente capacità di coinvolgimento delle scuole superiori dimostrato dal Comune e dall’assessore Bertonelli, che ringrazio personalmente per l’impegno. È per noi molto importante la partecipazione a manifestazioni come questa che ci consentono di intercettare, in un’unica occasione, tantissimi giovani in formazione, e anche i loro docenti, ai quali trasmettere e comunicare i vantaggi potenziali dell’istruzione universitaria e tutte quelle che sono le opportunità oggi a disposizione, anche per le famiglie meno abbienti, per poter intraprendere questo percorso, nell’ottica di un efficace trasferimento dell’innovazione proprio attraverso i giovani che si formeranno all’Università di Pisa, e magari anche presso le due Scuole di eccellenza della città, e che potranno successivamente portare nuove idee e nuovi stimoli a tutto il territorio”.

Anche il sindaco di Seravezza Lorenzo Alessandrini ha voluto sottolineare l’importanza di questa iniziativa intervenendo personalmente all’apertura dell’evento: “sono contento che l’Università di Pisa, la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna abbiano aderito a questa iniziativa e sono felice del fatto che si riesca a fornire indicazioni, proposte e suggestioni di orientamento a giovani che in questa fase della loro vita stanno utilizzando il massimo della loro fantasia. Una suggestione ben indirizzata, un consiglio spassionato, una proposta intelligente possono dare un utile supporto in questa fase di scelte tanto importanti”.

Marco Avvenuti, Silvia Bencivelli, Carlo Carminati, Matteo Dondé, Vincenzo Mele, Giovanna Pizzanelli, Chiara Prosperini, Leonora Rossi, Marco Scarponi, Sara Venchiarutti hanno discusso e redatto le linee guida per la comunicazione stradale in occasione del convegno “Rinnovare la mobilità urbana: strumenti e comunicazione per una città sostenibile e sicura” organizzato dall’Università di Pisa, dall’Ordine dei Giornalisti della Toscana e dalla Fondazione Michele Scarponi. Qui di seguito il testo.

 

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I trasporti condizionano le nostre vite e le dinamiche della nostra collettività. Dai trasporti dipende l’accessibilità ai posti di lavoro e a quelli dell’educazione, così come la fruizione e la godibilità del tempo libero. L’organizzazione dei trasporti è determinante per l’inquinamento delle città, quindi per la nostra salute, e il modo in cui li usiamo incide globalmente sul cambiamento climatico.

In questo contesto, la sicurezza stradale potrebbe sembrare un aspetto secondario.
Crediamo che invece, al contrario, sia il punto di partenza dal quale ricostruire le nostre città. Soprattutto visto che la mortalità da incidenti stradali è una delle principali cause di morte in ogni fascia di età, e la principale nelle persone giovani. E la scarsa sicurezza stradale è il principale deterrente alla mobilità attiva (mobilità pedonale e ciclistica).

L’obiettivo deve essere coniugare sostenibilità ed efficienza nel nostro spazio urbano, cominciando con il rilancio del sistema di trasporto pubblico e della mobilità attiva, e mettendo al primo posto la sicurezza.

Si possono seguire i buoni esempi: migliorare il design delle strade, per esempio, come è stato fatto in Svezia a partire dagli anni Novanta, con un progetto chiamato Vision Zero che poi è stato preso a modello da altri paesi come Regno Unito e Svizzera.

Si può adottare un approccio per cui ogni intervento di trasformazione urbana sia rivolto a rendere più sicuri gli spostamenti in bicicletta e a piedi, il che rende di conseguenza lo spazio più sicuro per tutti.

Si possono studiare i problemi del traffico partendo, più che dalla presunta inadeguatezza delle strade, dall’abnorme uso delle automobili e dal mancato rispetto delle regole e dei limiti di velocità.

Si possono fare tante cose.
Di sicuro in questo profondo cambiamento culturale la comunicazione ha un ruolo decisivo. E il modo con cui raccontiamo gli incidenti stradali è cruciale.

Queste linee guida sono la nostra proposta per cominciare a parlarne. Traggono ispirazione dal documento di Laura LakerMedia Guidelines for Reporting Road Collisions” della University of Westminster, riproponendolo nel contesto italiano. Si tratta solo di un contributo iniziale, che potrà essere esteso e rielaborato, nella speranza che possa essere largamente condiviso.

Sempre, accuratezza: nella descrizione di un problema legato alla mobilità (incidente stradale, traffico eccessivo, deviazioni dei percorsi urbani, lavori in corso…) bisogna essere precisi. Soprattutto è necessario distinguere bene ciò che si sa, ed è verificato e verificabile, da ciò che non si sa e che magari è una voce o un racconto a metà, rilasciato in una situazione di confusione.

Seguire e approfondire: in molti casi, le informazioni sulle responsabilità e sulle dinamiche di un incidente arrivano dopo mesi o anni, quando ormai l’evento non è più una notizia. Al contrario, seguire un evento nel tempo permetterebbe di mostrare al pubblico come lavorano le forze dell’ordine e la giustizia stimolando una riflessione più meditata sul tema della sicurezza stradale.

L’importanza dei contesti: è importante parlare dei rischi della strada con riferimenti precisi alle statistiche. Si sa che veicoli più grandi e veloci possono creare danni maggiori, mentre pedoni e ciclisti sono più spesso vittime incolpevoli di un incidente: va detto. Al contrario, enfatizzare fattori statisticamente meno rilevanti (la nebbia o la mancanza del caschetto) induce il lettore a colpevolizzare la vittima dell’incidente prima che ne siano state chiarite le cause e la dinamica.

Un incidente racconta tante cose: Gli incidenti non sono quasi mai fatalità isolate e si possono prevenire: chi ne scrive deve dare la possibilità al lettore di farsi un’idea di insieme del problema, soprattutto finché le cause del singolo incidente sono in corso di accertamento. Nella narrazione, inquadrarli come un problema di salute pubblica, includendo il contributo di pianificatori ed esperti di sicurezza stradale.

Non generalizzare: nel caso in cui un avvenimento (incidente, rallentamento, ostacolo alla percorribilità di una strada…) sia imputabile a una specifica persona, bisogna evitare di stigmatizzare l’intera categoria a cui appartiene. Evitare di riferire l’evento, genericamente, ad automobilisti o ciclisti, per esempio, per smorzare l’aggressività tra i diversi gruppi di utenti della strada.

Gli oggetti non hanno colpe: nella cronaca di uno scontro tra veicoli, è indispensabile riferire l’evento alle persone coinvolte e non ai veicoli. Non sostituire la descrizione dell’attore umano coinvolto con il nome del veicolo: si può semplicemente parlare dell’autista, del motociclista, del ciclista e così via, e non del pedone investito da un’auto perché il pedone è stato investito da un automobilista.

Nessuna complicità: bisogna evitare qualsiasi forma di accondiscendenza verso chi viola la legge o non rispetta il codice della strada, e tantomeno di trasformare i trasgressori in vittime. Per esempio, bisogna evitare di presentare gli autovelox come strumenti per vessare gli automobilisti, perché è proprio la velocità a causare la maggior parte degli incidenti stradali e ad aggravarne le conseguenze.

Sempre dalla parte del più debole: la percezione di una gerarchia fra gli utenti della strada induce ad essere più severi nei riguardi del più debole. Non cadere in questa trappola: al ciclista o al pedone si rimprovera troppo superficialmente di “non essersi fatto vedere”, o di essere “sbucato all’improvviso”.

Chiara Pelosi, borsista di ricerca presso il gruppo di ricerca THERMOLAB del Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa ha vinto il Premio Lucci 2022, una prestigiosa onorificenza bandita ogni due anni dall’Associazione Italiana di Analisi Termica e Calorimetria (AICAT), per onorare la memoria del professor Alberto Lucci. Tale premio viene consegnato a un giovane ricercatore o a una giovane ricercatrice italiana di età non superiore a trentacinque anni alla data di scadenza del bando, che operi in modo significativo nel campo della calorimetria o dell’analisi termica. Chiara Pelosi riceverà il premio in occasione del convegno “The 13th European Symposium of Thermal Analysis and Calorimetry” (ESTAC13) in programma a Palermo il prossimo settembre, dove terrà un Award Plenary Lecture sulle sue recenti ricerche.

Chiara Pelosi, 29 anni, originaria di Pisa, ha conseguito la laurea triennale in Chimica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa nel 2014, e la laurea magistrale in Chimica (classe Chimica Organica) nel 2017, entrambe con la votazione di 110/110 e lode. Nel 2017 ha iniziato il dottorato di ricerca in Scienze Chimiche e dei Materiali sempre presso l’Università di Pisa, svolgendo una tesi dal titolo “A novel class of protein-polymer conjugates with biodegradable polyphosphoesters: synthesis, biochemical, and biophysical evaluation”. Il progetto di dottorato si è svolto all’interno di una collaborazione fra il gruppo di ricerca THERMOLAB del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa (sotto la supervisione della professoressa Maria Rosaria Tinè) e il gruppo guidato da professor Frederik Wurm (Sustainable Polymer Chemistry dell’University of Twente, Paesi Bassi, in precedenza al Max Plank Institute for Polymer Research, Mainz, Germania). Chiara Pelosi ha ricevuto il titolo di dottore di ricerca nel maggio del 2021, con la votazione di ottimo cum luade.

Chiara Pelosi ha attualmente una borsa post-doc nell’ambito del progetto PON “AGM for CuHe - Materiali di nuova generazione per il restauro dei Beni Culturali: nuovo approccio alla fruizione”. La sua attività di ricerca è incentrata sull’applicazione della calorimetria, dell’analisi termica, e sulla caratterizzazione chimico-fisica delle proprietà di base di sistemi di interesse ambientale, farmaceutico, industriale (SSD CHIM/02). Gli ambiti di applicazione studiati nel corso degli anni sono stati molteplici. In particolare, la ricerca di Chiara Pelosi si è focalizzata sulla sintesi e sulla caratterizzazione chimico-fisica, termica e morfologica di sistemi coniugati polimero-proteina di interesse farmaceutico, basati su una promettente classe di polimeri biodegradabili, i polifosfoesteri.

Le conoscenze acquisite sullo studio termodinamico della stabilità di proteine in soluzione, sono state sfruttate anche per la valutazione delle interazioni fra proteine e complessi antitumorali e la caratterizzazione termica di blend e compositi formati da materiale di scarto di natura polimerica con applicazioni nel biopackaging alimentare. Recentemente sono in corso nuovi studi per la caratterizzazione chimico-fisica di nuovi Deep Eutectic Solvents, di scarti di conceria potenzialmente tossici e di nuovi materiali geopolimerici per il restauro.

chiara pelosiChiara Pelosi, borsista di ricerca presso il gruppo di ricerca THERMOLAB del Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa ha vinto il Premio Lucci 2022, una prestigiosa onorificenza bandita ogni due anni dall’Associazione Italiana di Analisi Termica e Calorimetria (AICAT), per onorare la memoria del professor Alberto Lucci. Tale premio viene consegnato a un giovane ricercatore o a una giovane ricercatrice italiana di età non superiore a trentacinque anni alla data di scadenza del bando, che operi in modo significativo nel campo della calorimetria o dell’analisi termica. Chiara Pelosi riceverà il premio in occasione del convegno “The 13th European Symposium of Thermal Analysis and Calorimetry” (ESTAC13) in programma a Palermo il prossimo settembre, dove terrà un Award Plenary Lecture sulle sue recenti ricerche.

Chiara Pelosi, 29 anni, originaria di Pisa, ha conseguito la laurea triennale in Chimica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa nel 2014, e la laurea magistrale in Chimica (classe Chimica Organica) nel 2017, entrambe con la votazione di 110/110 e lode. Nel 2017 ha iniziato il dottorato di ricerca in Scienze Chimiche e dei Materiali sempre presso l’Università di Pisa, svolgendo una tesi dal titolo “A novel class of protein-polymer conjugates with biodegradable polyphosphoesters: synthesis, biochemical, and biophysical evaluation”. Il progetto di dottorato si è svolto all’interno di una collaborazione fra il gruppo di ricerca THERMOLAB del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa (sotto la supervisione della professoressa Maria Rosaria Tinè) e il gruppo guidato da professor Frederik Wurm (Sustainable Polymer Chemistry dell’University of Twente, Paesi Bassi, in precedenza al Max Plank Institute for Polymer Research, Mainz, Germania). Chiara Pelosi ha ricevuto il titolo di dottore di ricerca nel maggio del 2021, con la votazione di ottimo cum luade.

Chiara Pelosi ha attualmente una borsa post-doc nell’ambito del progetto PON “AGM for CuHe - Materiali di nuova generazione per il restauro dei Beni Culturali: nuovo approccio alla fruizione”. La sua attività di ricerca è incentrata sull’applicazione della calorimetria, dell’analisi termica, e sulla caratterizzazione chimico-fisica delle proprietà di base di sistemi di interesse ambientale, farmaceutico, industriale (SSD CHIM/02). Gli ambiti di applicazione studiati nel corso degli anni sono stati molteplici. In particolare, la ricerca di Chiara Pelosi si è focalizzata sulla sintesi e sulla caratterizzazione chimico-fisica, termica e morfologica di sistemi coniugati polimero-proteina di interesse farmaceutico, basati su una promettente classe di polimeri biodegradabili, i polifosfoesteri.

Le conoscenze acquisite sullo studio termodinamico della stabilità di proteine in soluzione, sono state sfruttate anche per la valutazione delle interazioni fra proteine e complessi antitumorali e la caratterizzazione termica di blend e compositi formati da materiale di scarto di natura polimerica con applicazioni nel biopackaging alimentare. Recentemente sono in corso nuovi studi per la caratterizzazione chimico-fisica di nuovi Deep Eutectic Solvents, di scarti di conceria potenzialmente tossici e di nuovi materiali geopolimerici per il restauro.

Venerdì 20 maggio, alle ore 15.00, nell'Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza a Pisa, si svolgerà il seminario di studi "Il diritto del bilancio nel pensiero di Aldo Carosi", in occasione della presentazione degli “Scritti in onore” di Aldo Carosi, direttore della Scuola di Alta formazione “F. Staderini” della Corte dei conti, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, che sarà sarà presente all’evento.

Aldo Carosi è stato estensore di fondamentali sentenze della Corte costituzionale, con le quali ha contribuito a formare una giurisprudenza sul “diritto del bilancio” in cui i principi dell’equilibrio di bilancio e della sostenibilità del debito pubblico sono stati declinati di volta in volta secondo i principi di ragionevolezza, proporzionalità, uguaglianza in un costante bilanciamento tra distinti valori costituzionali.

Dopo i saluti del presidente della Corte dei conti Guido Carlino e del direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa Carmelo Calabrò, interverranno il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato, i giudici costituzionali Angelo Buscema e Luca Antonini, i professori Maria Alessandra Sandulli e Massimo Luciani e l’avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli. Concluderà il presidente emerito della Corte costituzionale Franco Gallo.

Nell’occasione le professoresse dell’Università di Pisa Giovanna Colombini e Vanessa Manzetti, consegneranno al presidente Aldo Carosi gli “Scritti” in suo onore.

Giovedì 19 dalle 10 maggio a nell’aula magna di Scienze politiche dell’Università di Pisa (Via Filippo Serafini 3) e venerdì 20 maggio dalle 17 nella Sala conferenze della Cgil a Carrara (Viale XX Settembre 46 bis) si svolgono due giornate di studi  dedicate allo storico del lavoro Lorenzo Gestri, a venti anni dalla sua scomparsa.

Lorenzo Gestri (1943-2002) è stato docente presso l'Università di Pisa per oltre tre decenni. In qualità di studioso ha dato un contributo fondamentale alla ricerca sulle genesi del movimento operaio e socialista del territorio della provincia di Massa Carrara. Le sue carte e le sue pubblicazioni testimoniano l'impegno profuso nello studio delle condizioni lavorative nell'area vasta che va da Pisa alla Spezia, con particolare attenzione alla zona apuana e versiliese, e lo sviluppo politico e associativo qui realizzatosi tra fine '800 e inizio '900. Si dedicò con grande cura alla ricostruzione delle traiettorie dei singoli militanti di base e delle società di mutuo soccorso, ma anche a questioni culturali e sociali più ampie. La passione politica e l'impegno di studioso sono sempre state legate alla difesa delle idee di giustizia e libertà: imperativi etici a cui rimase sempre fedele.

Per info: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/6428-lorenzo-gestri-storico-del-lavoro-a-venti-anni-dalla-scomparsa

Titelbild BioVaria 2022 homeL'Università di Pisa ha partecipato anche quest’anno a Biovaria, evento europeo di due giornate dedicate al business e match making nel campo delle Scienze della Vita, avente focus sulle tecnologie e brevetti del settore sanità e biomedicale.

La tecnologia, selezionata tra le 43 candidature pervenute a Netval, riguarda l’invenzione  “Melanocortin Agents for Tumor Therapy” sviluppata da Guido Bocci, professore di Farmacologia al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.

L’invenzione rientra nel campo dei trattamenti terapeutici delle patologie tumorali, in particolare dei tumori solidi come il melanoma, i tumori del tratto gastroenterico e il carcinoma tiroideo. L’impiego di un antagonista del recettore 4 della melanocortina offre una nuova possibile target therapy nel trattamento delle patologie tumorali, andando a contrastare la possibilità di recidive.

Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2021 promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Toscana sono stati finanziati tre progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 340mila euro. I ricercatori che hanno meritato il finanziamento sono Massimiliano Andreazzoli dell’Università di Pisa, Simone Ciofi-Baffoni dell’Università di Firenze e Filippo Maria Santorelli della Fondazione Stella Maris di Calambrone (PI). In tutto il territorio nazionale sono stati finanziati 24 progetti, per un totale di 5,7 milioni di euro.

Il gruppo guidato da Massimiliano Andreazzoli studierà nelle cellule del cervello il ruolo del gene PRR12, la cui inattivazione parziale porta allo sviluppo di alterazioni dello sviluppo neurologico e dell’occhio. L’obiettivo è identificare i meccanismi molecolari, ad oggi sconosciuti, coinvolti in queste patologie. I risultati ottenuti forniranno preziose informazioni per comprendere ulteriormente questa classe di patologie e, in futuro, contribuire alla progettazione di nuovi interventi terapeutici. La ricerca verrà eseguita in collaborazione con il gruppo di Vania Broccoli dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano.

Il gruppo di Simone Ciofi Baffoni studia la miopatia mitocondriale episodica con - o senza - atrofia ottica e leucoencefalopatia reversible (MEOAL), un disordine neuromuscolare ereditario raro, ad esordio infantile, caratterizzato clinicamente da debolezza muscolare progressiva e intolleranza all’esercizio. I risultati di questa ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di Paola Costantini dell’Università di Padova, permetteranno di definire le caratteristiche molecolari della malattia, un aspetto irrinunciabile per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate alla cura di questa patologia.

Filippo Maria Santorelli e i suoi ricercatori si concentrano nell’analisi dei meccanismi alla base dei disturbi associati a mutazioni nel gene HPDL, un disordine del neurosviluppo caratterizzato da spasticità progressiva, anomalie della materia bianca del cervello e paraplegia spastica. I risultati del progetto, che si svolgerà in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) di Salviati, contribuiranno ad ampliare le conoscenze sulla funzione di HPDL e sui meccanismi alla base delle patologie associate, e permetteranno di elaborare in futuro potenziali terapie per i pazienti.

Il bando di Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo è diretto a sostenere la ricerca di base, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH), focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.

I progetti selezionati vedono la presenza di 35 gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale: Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Trentino-Alto Adige e Veneto. Sono oltre 15 gli ambiti e le patologie oggetto di studio, tra queste la distrofia muscolare, le malattie reumatologiche, le malattie renali, le malattie neurologiche e i disordini del neurosviluppo, la Sindrome di Rett, la Malattia di Huntington, la Malattia di Alzheimer, i disordini della crescita, le malattie del sangue e le malattie mitocondriali.

Complessivamente sono state ricevute oltre 200 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 132 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.

“La ricerca di base, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimenti e questo limita il numero di studi avviati, in particolare in aree del tutto inesplorate - dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – In verità, la ricerca di base rappresenta un apripista per l’innovazione in generale, sviluppando conoscenze chiave, potenzialmente utili anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti. Alla luce di queste considerazioni Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno deciso di creare quest’alleanza, che ci vede uniti nel comune obiettivo di favorire la crescita della ricerca scientifica attraverso progetti i cui risultati possano nel tempo rispondere alle necessità non soddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie, in aree con opzioni terapeutiche scarse o nulle. Siamo quindi molto felici di questo sodalizio, che proseguirà anche nei prossimi anni, e ci auguriamo che anche altre Fondazioni seguano l’esempio di Cariplo mettendo a fattor comune risorse e competenze a sostegno della ricerca sulle malattie rare”.

“Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato con evidenza la capacità innovativa e generativa della ricerca di base, capace di creare quel terreno comune da cui nel tempo nascono scoperte che cambiano radicalmente la vita delle persone. Da sempre Fondazione Cariplo sostiene la ricerca e continua a farlo oggi a fianco di Fondazione Telethon, che con noi condivide l’urgenza di provare a dare risposte a quelle persone che si trovano in condizioni particolarmente difficili. – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – Davanti alle sfide e alla complessità che ci troviamo ad affrontare è sempre più necessario il lavoro in rete e la condivisione dei saperi”.

Tutti i dettagli sui progetti appena finanziati sono disponibili su: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/

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