Dall’Alleanza Circle U. a Pisa: il professor Nemanja Džuverović ospite a BRIGHT Night
Venerdì 30 settembre torna a Pisa la BRIGHT Night, la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, con un programma di eventi distribuiti nelle cinque Piazze della Ricerca, ognuna dedicata a un macrotema. Il pubblico di adulti e bambini potrà assistere a esperimenti e dimostrazioni scientifiche, partecipare a laboratori interattivi e assistere a talk su argomenti legati all’attualità.
Tra i ricercatori e le ricercatrici dell’Università di Pisa che animeranno le Piazze ci sarà anche un ospite speciale dall’Università di Belgrado, Nemanja Džuverović, che alle 17.30 terrà un talk dal titolo “The social impact of locally produced knowledge: The case of Balkan Peace Index” in Piazza dei Cavalieri, la piazza dedicata al tema Arte pubblica, memoria culturale e cambiamento sociale.
L’Università di Belgrado è uno dei nove atenei che compone la rete di Circle U., l’Alleanza Universitaria Europea di cui fa parte anche l’Università di Pisa. Le nove prestigiose università europee condividono la missione di rafforzare i legami tra insegnamento, ricerca, innovazione e società per rispondere alle grandi sfide globali di oggi e di domani, concentrandosi sulle tematiche della democrazia, del cambiamento climatico e della salute globale.
Nel suo intervento, Nemanja Džuverović parlerà del Peace Index dedicato ai Paesi dei Balcani, una regione che, nel contesto europeo, viene descritta esclusivamente in termini negativi. I Peace Index classificano gli stati e le regioni in base a fattori che ne determinino lo stato di pacificità, o meglio l’attitudine di un determinato paese a essere considerato pacifico, ma spesso vengono redatti da esperti che non hanno mai effettivamente visitato i luoghi citati o che hanno una conoscenza non approfondita di quel determinato paese e della sua storia. Con il loro Balkan Peace Index, i ricercatori dei Balcani mirano a dimostrare come le conoscenze locali possano essere utilizzate dai decision makers dell’UE nella pianificazione di politiche rivolte a questa regione e a dimostrare al pubblico europeo che i Balcani non sono una mera “polveriera” di conflitti. In un momento storico in cui la mentalità della Guerra Fredda sta riemergendo in Europa, una comprensione più dettagliata delle diverse regioni europee sembra ancora più importante.
Nemanja Džuverović è professore di Peace Studies all’Università di Belgrado. Le sue aree di ricerca includono la costruzione critica della pace, l'economia politica della costruzione della pace liberale, la costruzione dello stato internazionale nei Balcani e la sociologia delle relazioni internazionali. Nel 2020 è stato Visiting Fulbright Scholar presso la Northwestern University. È stato Visiting Researcher presso l'Università di Manchester, l'Università di Uppsala, l'Università di Bradford e l'Università di Granada. Nemanja Džuverović è stato anche Visiting Professor in diverse università, tra cui l’Università di Bologna, l’Università di Granada, l’Università Masaryk, l’Università di Zagabria e l'Università di Varsavia. È co-editore del Journal of Regional Security e direttore del programma di MA Peace, Security and Development. È anche Academic Chair del Knowledge Hub on Democracy in Circle U.
Abbonamenti bus a tariffe agevolate per studenti UniPi
Abbonamenti urbani dell’autobus a tariffe agevolate per gli studenti iscritti all’Università di Pisa. E’ quanto prevede lo schema di convenzione tra Comune di Pisa, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, Università di Pisa ed Autolinee Toscane Spa, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo il 23 settembre scorso dopo l'approvazione avvenuta in Giunta comunale. Le nuove tariffe saranno operative dopo la firma dell’accordo da parte di tutti gli enti e trascorsi i tempi tecnici necessari per l’attivazione del servizio informatico di acquisto degli abbonamenti. La convenzione avrà validità fino al 31 luglio 2023 con possibilità di rinnovo per il successivo anno accademico.
L’abbonamento mensile ordinario per la tratta urbana ha un costo di 35 euro. La convenzione prevede per gli studenti un prezzo di acquisto agevolato di 16 euro per chi ha un ISEE TPL inferiore ai 36.151,28 euro (link della Regione Toscana per ottenere l’agevolazione), sempre di 16 euro per gli studenti residenti fuori Toscana, con un Isee Universitario (ISEEU) inferiore alla soglia di 36.001, e di 22 euro per gli altri studenti.
Per godere dell’agevolazione ciascun studente dovrà accedere al sito internet www-at-bus.it e registrarsi nella sezione “Acquista” richiedendo l’agevolazione “Studente”. Gli Studenti in possesso di reddito familiare ISEE inferiore ad 36.151,98 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente ISEE” caricando il proprio tagliando ISEE TPL. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. Gli Studenti residenti fuori Regione Toscana, in possesso di ISEE Universitario inferiore a 36.001 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente residente fuori Toscana ISEEU”. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. L’Università di Pisa invierà ad Autolinee Toscane Spa gli elenchi aggiornati di tutti gli aventi diritto all’acquisto dell’abbonamento ridotto e di tutti gli studenti residenti fuori toscana con ISEEU inferiore alla soglia minima per l’ulteriore agevolazione.
A fronte dell’agevolazione tariffaria, il Comune di Pisa, l’Università di Pisa e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario corrisponderanno ad Autolinee Toscana Spa, a titolo di mancati ricavi, per ciascun abbonamento acquistato dagli studenti, la differenza fra il valore nominale dell’abbonamento mensile (ordinario/ISEEU 35 euro o ISEE 28 euro) e il prezzo pagato dagli studenti, fino ad un massimo di 146.300 euro.
Mensilmente Autolinee Toscane Spa riepilogherà il totale dei titoli venduti, emettendo fattura nei confronti dei tre Enti sulla base del numero di abbonamenti acquistati dagli studenti e addebitando ad ognuno il mancato ricavo con la seguente proporzione: Università di Pisa 42,5%; Azienda Regionale per il Diritto allo Studio 42,5%; Comune di Pisa 15%.
Storia e pace al Pisa Book Festival con Pisa University Press
La storia vista attraverso un personaggio carico, ancora oggi, in particolare per i giovani, di significato come Giacomo Matteotti. I temi della pace, occasione anche per ‘celebrare’ i 20 anni del Centro interdisciplinare di Scienze della Pace dell’Università di Pisa.
Il Pisa Book Festival, rassegna che festeggia anch’essa la ventesima edizione, ospiterà due conversazioni ‘firmate’ Pisa University Press.
Giovedì 29 settembre, alle 17, al Museo delle Navi Antiche-Book Club, in occasione dell’incontro Matteotti si racconta. La famiglia, gli studi, la politica sarà presentata l’opera in 5 tomi (disponibili in forma gratuita in modalità Open Access al link) frutto del progetto L’idea che non muore: Giacomo Matteotti realizzato dall’Università di Pisa all’interno del Bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede la realizzazione di iniziative didattiche e formative sviluppate anche attraverso linguaggi creativi (incluse le nuove tecnologie) per l’approfondimento e la divulgazione della figura, dell’opera e degli scritti di Giacomo Matteotti.
L'incontro, alla presenza dei curatori del cofanetto Stefano Caretti e Jaka Makuc, sarà preceduto dai saluti di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, e Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale della Toscana.
Modera la giornalista Gianna Fregonara.
Il libro “Matteotti si racconta. La vita, gli studi, la politica”
Un viaggio alla scoperta delle principali tappe del percorso umano e intellettuale del deputato socialista, visto non più solo come vittima e martire del Fascismo. Un viaggio che si compie attraverso la voce stessa di Matteotti, in un continuo scambio tra il Giacomo intimo (compresi gli scambi con l’amatissima moglie Velia Titta o con l’amico Filippo Turati) e i temi dell’azione politica. Ogni volume tematico è, infatti, una raccolta di testi matteottiani, contestualizzati e selezionati.
Stefano Caretti, ordinario di Storia contemporanea ed autore di numerosi saggi sulla storia del socialismo, ha pubblicato le Opere di Giacomo Matteotti in 13 volumi (Pisa, Nistri-Lischi e poi Pisa University Press, 1983-2020). È presidente del Centro studi e documentazione "Sandro Pertini".
Jaka Macuk, dottorando all’Università di Bologna, ha compiuto i suoi studi in Italia e all’estero su temi di filosofia teoretica e di filosofia della storia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Si è interessato alla figura di Giacomo Matteotti attraverso articoli, convegni e conferenze in vari Istituti scolastici.
Venerdì 30 settembre, alle 16, al Museo delle Navi Antiche – Book Club, si svolgerà il secondo incontro: “No bomba. Facciamo la pace”. Una conversazione con i professori Enza Pellecchia e Pierluigi Consorti per ripercorrere, collegandosi al contesto internazionale attuale, i primi vent’anni del Centro Interdisciplinare ‘Scienze per la Pace’ di Pisa (1998-2021), al centro anche del volume appena uscito per Pisa University Press intitolato “Università e Pace” (a cura di Filippo Espinoza). Modera l’incontro il giornalista Francesco Paletti.
È la storia di un progetto pionieristico: a metà degli anni Novanta un gruppo di docenti dell’Università di Pisa ha iniziato a interrogarsi sul contributo che le discipline accademiche possono dare alla costruzione della “pace positiva”, mettendo a frutto le riflessioni sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti proprie dei Peace Studies anglosassoni. Così è nato il Cisp, contaminazione virtuosa da cui sono nati prima i Corsi di laurea in Scienze per la pace, poi la Rete delle Università italiane per la Pace.
Pierluigi Consorti, direttore del Centro di ateneo “Scienze per la pace”, insegna Diritto ecclesiastico, Diritto interculturale e Diritto comparato delle religioni nel Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa. Ha diretto il Master universitario in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” ed ora dirige il Master interuniversitario in “Gestione dei conflitti e mediazione”.
Enza Pellecchia è Professore Ordinario di Diritto Privato del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Dirige il CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace dell’Università di Pisa. Si occupa di diritti della persona, di soggetti deboli e di disarmo.
RE-TECH. Innovazione sostenibile ed integrazione nel territorio
RUniPace esprime solidarietà nei confronti delle donne iraniane
La Rete delle Università italiane per la Pace - di cui fa parte anche l'Università di Pisa - esprime la propria vicinanza e solidarietà alle studentesse di nazionalità iraniana iscritte presso gli atenei italiani e più in generale a tutte le donne iraniane e ai tanti giovani uomini iraniani che in questi giorni stanno coraggiosamente protestando.
“La morte di Mahsa Amini a Teheran e di altre cinque donne che erano scese in piazza per protestare scuote profondamente le nostre coscienze” – dichiarano Enza Pellecchia e Marco Mascia, coordinatrice e coordinatore della Rete – “non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla violazione di diritti umani fondamentali. Ci attiveremo per organizzare iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica”.
In Gipsoteca si celebrano i 10 anni del Sistema Museale d’Ateneo
Lunedì 26 e martedì 27 settembre, alla Gipsoteca di Arte Antica, si terrà il convegno "2012-2022: 10 anni del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa. Esperienze e prospettive a confronto”, una due giorni di incontri e riflessioni per festeggiare i dieci anni dello SMA dell’Ateneo pisano. La sessione mattutina del 26 settembre si aprirà alle 9 con i saluti istituzionali del rettore Paolo Mancarella e la presentazione di Chiara Bodei, attuale presidente dello SMA, che introdurrà i suoi predecessori – Marilina Betrò, Roberto Barbuti, Alfonso Maurizio Iacono, e Nicoletta De Francesco – per un breve excursus sulla storia del Sistema. Seguiranno gli interventi dei direttori di tutti i musei che fanno parte dello SMA. Alle 12.30 Sabrina Balestri, coordinatrice organizzativa del Sistema, terrà un intervento dal titolo “Lo SMA dietro le quinte”. Seguirà un breve saluto di Loredana Lorenzini, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, è prevista una sessione dal titolo “I musei universitari: collezioni che non si vogliono più nascondere” con ospiti i direttori di sistemi museali universitari da tutta Italia (Bologna, Padova, Firenze, Napoli Federico II e Siena) e il curatore della Gipsabguss-und Antikensammlung dell’Università di Tubinga, Alexander Heinemann. Aprirà gli interventi Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, in collegamento da remoto.
Martedì 27 settembre il convegno si aprirà alle ore 9 con una sessione dal titolo “Dopo la pandemia: musei a confronto” e alle 11.30 si terrà la tavola rotonda finale condotta dalla professoressa Antonella Gioli, con tutti i relatori e con i rappresentanti dei musei della rete museale pisana.
Gli interventi saranno trasmessi in streaming sul seguente link: http://call.unipi.it/10anniDiSMA. La partecipazione in presenza è gratuita ed è possibile esclusivamente su prenotazione fino al raggiungimento del numero massimo dei posti disponibili. Per prenotare, collegarsi a questo link.
I ragni granchio, inaspettate sentinelle della biodiversità
Si cibano degli insetti impollinatori, ma a differenza dei loro simili non tessono le tele, piuttosto si mimetizzano sui fiori prendendone il colore per sorprendere e catturare le prede con chele grandi e robuste. Sono i “ragni granchio”, piccoli araneidi che come rivela uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”, hanno un ruolo fondamentale come indicatori e custodi della biodiversità vegetale.
“Molti organismi, appartenenti sia al regno vegetale che animale, sono spesso privi di una nota importanza nei vari ecosistemi sia naturali che antropizzati – spiega Stefano Benvenuti docente dell’Ateneo pisano e autore dello studio - i ragni granchio ne sono un chiaro esempio dal momento che essi sfuggono spesso alla vista degli osservatori risultando così trascurati nella valutazione della biodiversità di un determinato ecosistema”.
La presenza di questi predatori è dunque un indice della complessità di un ecosistema e la loro specifica funzione sembra quella di contenere la prolificità delle specie di fiori dominanti. La loro predazione degli impollinatori che visitano i fiori limita infatti il trasferimento del polline e la relativa formazione di seme lasciando così “spazi ecologici” alle specie meno abbondanti.
Teatro della sperimentazione sono state le cosiddette “wildflower strips”, strisce di fiori ai margini delle colture allestite al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi dell’Università di Pisa. Seguendo le suggestioni del famoso scienziato James Lovelock sull’autoregolazione dell’intera biosfera, è emerso che anche questi micro-ecosistemi funzionano con la stessa logica di Gaia secondo la quale tutta la biodiversità ha un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. La creazione di queste “wildflower strips” ha così portato alla formazione di una piramide alimentare, costituita dai fiori selvatici alla base (produttori), dagli impollinatori al centro (consumatori) e dai ragni granchio all’apice (predatori).
“Dal momento che gli agroecosistemi sono notoriamente carenti di biodiversità – conclude Benvenuti - i ragni granchio sono quindi un valido indicatore della complessità biologica di un determinato ambiente, assumendo inoltre il ruolo ecologico di “custodi” della biodiversità. In pratica ogni organismo, anche se apparentemente insignificante, può avere un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio dinamico degli ecosistemi”.
I ragni granchio, inaspettate sentinelle della biodiversità
Si cibano degli insetti impollinatori, ma a differenza dei loro simili non tessono le tele, piuttosto si mimetizzano sui fiori prendendone il colore per sorprendere e catturare le prede con chele grandi e robuste. Sono i “ragni granchio”, piccoli araneidi che come rivela uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”, hanno un ruolo fondamentale come indicatori e custodi della biodiversità vegetale.
Ragno granchio che ha appena catturato un apoideo
“Molti organismi, appartenenti sia al regno vegetale che animale, sono spesso privi di una nota importanza nei vari ecosistemi sia naturali che antropizzati – spiega Stefano Benvenuti docente dell’Ateneo pisano e autore dello studio - i ragni granchio ne sono un chiaro esempio dal momento che essi sfuggono spesso alla vista degli osservatori risultando così trascurati nella valutazione della biodiversità di un determinato ecosistema”.
La presenza di questi predatori è dunque un indice della complessità di un ecosistema e la loro specifica funzione sembra quella di contenere la prolificità delle specie di fiori dominanti. La loro predazione degli impollinatori che visitano i fiori limita infatti il trasferimento del polline e la relativa formazione di seme lasciando così “spazi ecologici” alle specie meno abbondanti.
Ragno granchio che ha appena catturato un bombo appostato nelle vicinanze dei fiori
Teatro della sperimentazione sono state le cosiddette “wildflower strips”, strisce di fiori ai margini delle colture allestite al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi dell’Università di Pisa. Seguendo le suggestioni del famoso scienziato James Lovelock sull’autoregolazione dell’intera biosfera, è emerso che anche questi micro-ecosistemi funzionano con la stessa logica di Gaia secondo la quale tutta la biodiversità ha un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. La creazione di queste “wildflower strips” ha così portato alla formazione di una piramide alimentare, costituita dai fiori selvatici alla base (produttori), dagli impollinatori al centro (consumatori) e dai ragni granchio all’apice (predatori).
Ragno granchio, mimetizzato con la parte centrale dell’infiorescenza, che ha appena catturato un dittero
“Dal momento che gli agroecosistemi sono notoriamente carenti di biodiversità – conclude Benvenuti - i ragni granchio sono quindi un valido indicatore della complessità biologica di un determinato ambiente, assumendo inoltre il ruolo ecologico di “custodi” della biodiversità. In pratica ogni organismo, anche se apparentemente insignificante, può avere un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio dinamico degli ecosistemi”.
Elezioni delle rappresentanze studentesche - biennio 2024-2026: risultati definitivi e eletti
Per informazioni rivolgersi al personale dell'Unità Elettorale e costituzione strutture universitarie
(mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 0502212378-350-221)
Donazione libraria Mirri: acquisiti in catalogo i circa 1500 volumi
Dopo l’attesa forzata degli anni di pandemia, la cospicua donazione libraria che il professore Mario Mirri ha lasciato alla Biblioteca di Filosofia e storia dell’Università di Pisa è finalmente disponibile. I circa 1500 volumi sono stati inseriti nel catalogo di Ateneo e del Sistema Bibliotecario Nazionale, grazie all’impegno prioritario dedicatogli dal personale bibliotecario.
Mario Mirri (1925-2018), allievo di Delio Cantimori e Armando Saitta, fondatore e ispiratore della cosiddetta ‘scuola pisana’, è stato uno degli storici più importanti del nostro paese. Ha insegnato Storia moderna all’Università di Pisa ed è stato tra i fondatori della rivista “Società e Storia”.
Nato a Cortona (Arezzo) nel 1925, Mirri è stato studioso di storia del Settecento, di storia degli Stati territoriali, di storia dell’agricoltura e di storia dell’istruzione agraria nell’Ottocento.
Cresciuto a Vicenza, fu membro attivo della Resistenza. Già da giovanissimo frequentava gli ambienti dell’antifascismo azionista e liberalsocialista vicentino, quello che poi avrebbe dato vita alla cosiddetta banda dei “piccoli maestri”. Nel romanzo di Luigi Meneghello, Mirri è citato come “Marietto”, ed era il più giovane di tutti. Laureatosi in filosofia a Padova, nel 1948 Mirri fu ammesso alla Scuola Normale di Pisa con una borsa di perfezionamento riservata agli ex partigiani. Fu allievo di Delio Cantimori e si perfezionò nel 1951 con una tesi su “Ceto dirigente e politica agraria nel Settecento in Toscana”, vincitrice del premio “Biblioteca di G. Feltrinelli” nel 1954.
Nel 1949 fu nominato assistente volontario alla cattedra di Storia moderna all’Università di Pisa; nel 1955 divenne assistente straordinario e contemporaneamente docente di Storia e Filosofia nella scuola secondaria superiore. Nel 1963 fu chiamato come professore incaricato di Storia del Risorgimento dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa e contemporaneamente vinse il concorso ad assistente ordinario presso la cattedra di Storia moderna. Nell 1967-68, dopo il trasferimento di Armando Saitta a Roma, Mario Mirri fu nominato professore ordinario di Storia moderna a Pisa e dall’anno accademico 1987-88 fino al pensionamento nel 1995 ha ricoperto la cattedra di Storia della storiografia.
Il professor Mirri è stato protagonista di una stagione di profondo rinnovamento della storiografia sull’agricoltura e lo sviluppo capitalistico, fondando quella che poi è stata chiamata “la scuola pisana”, ovvero una generazione di storici che ha affrontato tematiche innovative per l’epoca come la demografia, la storia economica, quella della cultura materiale. Nella sua lunga carriera di storico, Mirri è stato autore di saggi importantissimi sulle riforme settecentesche, sull’agricoltura, sull’istruzione agraria e, negli ultimi anni, ha offerto originali riletture della stessa Resistenza. Per suo impulso e impegno, è nato proprio a Pisa prima un Istituto di Storia medievale, moderna e contemporanea e poi un dipartimento di Storia, e infine un corso di laurea in Storia, attivato a livello nazionale. Un altro settore che Mirri ha molto curato è stato quello del Dottorato di ricerca in Storia, istituito nel 1983, di cui è stato per molti anni coordinatore.
Mario Mirri è stato insignito dell’Ordine del Cherubino nel 1979 e nominato emerito nel 1995-1996.