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Comunicati stampa

Grazie a una collaborazione tra l’Università di Pisa e la Scuola IMT Alti Studi Lucca, è iniziata la nuova campagna di indagine archeologica del progetto "PRAEDIA" (Pompeian Residential Architecture: an Environmental, Digital, and Interdisciplinary Archive), che dallo scorso anno si concentra sul complesso dei "Riti magici" a Pompei. L’obiettivo della nuova campagna è quello di proseguire nel lavoro avviato nel 2021 e verificare la natura e la cronologia di alcune importanti testimonianze monumentali riferibili ad almeno due fasi architettoniche di età ellenistica e proto-imperiale, ossia anteriori all’unificazione del complesso avvenuta dopo il sisma del 62 d.C. Parallelamente, una nuova campagna di indagini geofisiche, condotte in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, proseguirà nella mappatura del sottosuolo della Regio II, estendendosi anche all'area della Palestra Grande.

La campagna di scavo 2022 è diretta da Silvia Martina Bertesago (Parco Archeologico di Pompei) e coordinata da Anna Anguissola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa) e da Riccardo Olivito (Scuola IMT Alti Studi Lucca). Lo staff è costituito inoltre da Chiara Tarantino (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa), Emanuele Taccola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, laboratorio LaDiRe) e Sara Lenzi (Università di Pisa). Con loro saranno impegnati studenti e collaboratori dell’Università di Pisa (Sofia Casini, Lucrezia Mastropietro, Daniele Renna) e di università nordamericane (Samuel Gagnon-Smith, University of British Columbia e Jai-Ha Ro, University of Pennsylvania), specializzandi in archeologia (Dominika Walentyna Kaszubska, dell’Università di Padova, e Angelica Tortorella, dell’Università del Salento), dottorandi dell’Università di Pisa (Antonio Monticolo), della Scuola IMT Alti Studi Lucca (Nicole Crescenzi, Rodolfo Gagliardi e Caterina Lobianco) e della Scuola Superiore Meridionale di Napoli (Lorenzo Toscano).

La struttura del Complesso dei “Riti magici”, messa in luce tra il 1953 e il 1958, deve il suo nome ad alcuni oggetti rinvenuti al suo interno, in particolare due mani in bronzo decorate con figure animali e vegetali, due crateri con la medesima simbologia e due riproduzioni di serpenti in ferro. Inizialmente si pensò che queste suppellettili appartenessero a una sibilla, che qui svolgeva i propri riti. Studi recenti hanno invece ipotizzato che l’edificio, dal 62 d.C. fino al momento della sua distruzione causata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fosse destinato alle celebrazioni del culto di origine orientale del dio Sabazio, venerato anche dal proprietario di una domus vicina, che possedeva un busto in bronzo del dio. In effetti, questo vasto complesso, composto da tre ampie aree aperte sulle quali si aprono piccole stanze secondo una planimetria peculiare, può essere difficilmente identificato come semplice domus.

Oltre che per quest’ultima fase di vita, il Complesso dei Riti Magici si presenta interessante per tutta la sua storia edilizia. Si è generalmente supposto, infatti, che questa singolare struttura si imposti su un’area originariamente occupata da una serie di “case a schiera” costruite fra il III e il II secolo a.C., successivamente accorpate a formare un’abitazione più grande, ristrutturata e riorganizzata a più riprese nei secoli. Proprio la ricostruzione di questa storia è la finalità della nuova campagna di ricerca del PRAEDIA Project.

Iniziato nel 2016, il PRAEDIA Project è frutto di un programma di collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, la Scuola IMT Alti Studi Lucca – Centro LYNX, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con il coordinamento di Maria Luisa Catoni (Scuola IMT Alti Studi Lucca) e Massimo Osanna (già direttore generale del Parco Archeologico di Pompei). Nel triennio 2018-2020 PRAEDIA ha inoltre coinvolto i membri dello SMART Lab della Scuola Normale Superiore.

Gli interessati possono seguire il progetto e la campagna di scavo 2022 sul sito web https://www.praediaproject.com e sui profili Instagram (www.instagram.com/praediaproject, #PRAEDIA) e Twitter (@PraediAproject).

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Grazie a una collaborazione tra l’Università di Pisa e la Scuola IMT Alti Studi Lucca, è iniziata la nuova campagna di indagine archeologica del progetto "PRAEDIA" (Pompeian Residential Architecture: an Environmental, Digital, and Interdisciplinary Archive), che dallo scorso anno si concentra sul complesso dei "Riti magici" a Pompei. L’obiettivo della nuova campagna è quello di proseguire nel lavoro avviato nel 2021 e verificare la natura e la cronologia di alcune importanti testimonianze monumentali riferibili ad almeno due fasi architettoniche di età ellenistica e proto-imperiale, ossia anteriori all’unificazione del complesso avvenuta dopo il sisma del 62 d.C. Parallelamente, una nuova campagna di indagini geofisiche, condotte in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, proseguirà nella mappatura del sottosuolo della Regio II, estendendosi anche all'area della Palestra Grande.

Nuovi scavi a Pompei

La campagna di scavo 2022 è diretta da Silvia Martina Bertesago (Parco Archeologico di Pompei) e coordinata da Anna Anguissola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa) e da Riccardo Olivito (Scuola IMT Alti Studi Lucca). Lo staff è costituito inoltre da Chiara Tarantino (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa), Emanuele Taccola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, laboratorio LaDiRe) e Sara Lenzi (Università di Pisa). Con loro saranno impegnati studenti e collaboratori dell’Università di Pisa (Sofia CasiniLucrezia Mastropietro, Daniele Renna) e di università nordamericane (Samuel Gagnon-Smith, University of British Columbia e Jai-Ha Ro, University of Pennsylvania), specializzandi in archeologia (Dominika Walentyna Kaszubska, dell’Università di Padova, e Angelica Tortorella, dell’Università del Salento), dottorandi dell’Università di Pisa (Antonio Monticolo), della Scuola IMT Alti Studi Lucca (Nicole CrescenziRodolfo Gagliardi e Caterina Lobianco) e della Scuola Superiore Meridionale di Napoli (Lorenzo Toscano).

La struttura del Complesso dei “Riti magici”, messa in luce tra il 1953 e il 1958, deve il suo nome ad alcuni oggetti rinvenuti al suo interno, in particolare due mani in bronzo decorate con figure animali e vegetali, due crateri con la medesima simbologia e due riproduzioni di serpenti in ferro. Inizialmente si pensò che queste suppellettili appartenessero a una sibilla, che qui svolgeva i propri riti. Studi recenti hanno invece ipotizzato che l’edificio, dal 62 d.C. fino al momento della sua distruzione causata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fosse destinato alle celebrazioni del culto di origine orientale del dio Sabazio, venerato anche dal proprietario di una domus vicina, che possedeva un busto in bronzo del dio. In effetti, questo vasto complesso, composto da tre ampie aree aperte sulle quali si aprono piccole stanze secondo una planimetria peculiare, può essere difficilmente identificato come semplice domus.

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Oltre che per quest’ultima fase di vita, il Complesso dei Riti Magici si presenta interessante per tutta la sua storia edilizia. Si è generalmente supposto, infatti, che questa singolare struttura si imposti su un’area originariamente occupata da una serie di “case a schiera” costruite fra il III e il II secolo a.C., successivamente accorpate a formare un’abitazione più grande, ristrutturata e riorganizzata a più riprese nei secoli. Proprio la ricostruzione di questa storia è la finalità della nuova campagna di ricerca del PRAEDIA Project.

Iniziato nel 2016, il PRAEDIA Project è frutto di un programma di collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, la Scuola IMT Alti Studi Lucca – Centro LYNX, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con il coordinamento di Maria Luisa Catoni (Scuola IMT Alti Studi Lucca) e Massimo Osanna (già direttore generale del Parco Archeologico di Pompei). Nel triennio 2018-2020 PRAEDIA ha inoltre coinvolto i membri dello SMART Lab della Scuola Normale Superiore.

Gli interessati possono seguire il progetto e la campagna di scavo 2022 sul sito web https://www.praediaproject.com e sui profili Instagram (www.instagram.com/praediaproject, #PRAEDIA) e Twitter (@PraediAproject).

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Il Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Pisa aderisce all’edizione 2022 de “Le Notti dell’Archeologia”, l’iniziativa della Regione Toscana che ogni anno offre aperture straordinarie serali ed eventi in musei e parchi archeologici.

Il 9 luglio, a partire dalle ore 17, le Collezioni Egittologiche (Via San Frediano 12) offrono visite guidate gratuite su prenotazione  alle sale recentemente riallestite e alla mostra “Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni“.

Il 15 luglio alle 15.30 nell’Aula Massart della Scuola Medica (Via Roma 55) il Museo di Anatomia umana organizza la presentazione del libro di Leonardo Arrighi “Curzio Massart. Lo scienziato e l’umanista”. Dopo la presentazione seguirà la visita guidata al museo. Alle 21 del 15 luglio si terrà anche “Antiche Metamorfosi e cosmologie contemporanee”, a cura della Ludoteca Scientifica del Museo degli Strumenti di Fisica (Via Bonanno Pisano 2b). Gli attori della compagnia Teatri della Resistenza offriranno una lettura dei passi a carattere cosmogonico tratti dai poemi classici, mentre negli spazi all’aperto del Museo saranno allestiti telescopi ed altra strumentazione per permettere al pubblico l’osservazione dei corpi celesti.

Il 18 luglio alle 18.30 nella Gipsoteca di arte antica (Piazza San Paolo all’Orto 20) appuntamento con “In diretta da Pompei. Ricerca archeologica nel Complesso dei Riti Magici”. Anna Anguissola e Riccardo Olivito (coordinatori scientifici del progetto) e Chiara Tarantino (coordinatrice della comunicazione) si collegheranno in diretta da Pompei per raccontare, in dialogo con Stefano Landucci (servizi logistici della Gipsoteca), i risultati delle due campagne di scavo archeologico nel Complesso dei Riti Magici. In questa occasione la Gipsoteca resterà aperta fino alle 24.00.

Il 30 luglio alle 21, presso la Sala Mediateca di Altopascio (Piazza Ospitalieri), il Museo di Anatomia patologica organizza l’evento “Dalla Terra alla Storia. Ultime scoperte dagli scavi di Badia Pozzeveri”, durante il quale gli archeologi della Divisione di Paleopatologia e dal Comune di Altopascio presenteranno i risultati delle ultime indagini nel sito di San Pietro di Pozzeveri.

Venerdì 8 luglio, alle ore 9, al Polo della Memoria San Rossore 1938 in via Risorgimento 19 a Pisa, avrà luogo il convegno "Le sfide delle tecnologie digitali per la salute del futuro” organizzato dal Centro interdipartimentale di ricerca in Promozione della Salute e Information Technology (ProSIT) attualmente diretto da Annalaura Carducci, professoressa di Igiene generale e applicata al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Igiene. Per i saluti inaugurali interverrà il rettore Paolo Mancarella.

Il convegno ha lo scopo primario di promuovere l’innovazione in sanità pubblica, attraverso l’uso estensivo delle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione. Il Centro, frutto della collaborazione tra i dipartimenti di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Biologia, Informatica, Ingegneria dell’informazione e Civiltà e forme del sapere dell’Ateneo pisano, ha infatti l’obiettivo di progettare, realizzare, valutare e promuovere metodi e sistemi innovativi per affrontare vecchie e nuove sfide per tutela della salute.

L’importanza sempre maggiore delle tecnologie digitali rende ormai indispensabile la loro integrazione in ogni evoluzione della conoscenza. Anche le scienze della vita e della salute traggono da queste tecnologie la maggior parte dei loro recenti progressi, così come le relative applicazioni in sanità pubblica. Tuttavia, per ottenere i migliori risultati in questa direzione, è necessario sviluppare una sinergia tra le componenti bio-medico-umanistica e informatico-ingegneristica, che permetta la creazione di una vera interdisciplinarità. A tal fine, il Convegno si presenta in una forma nuova e “sfidante”: tutti gli interventi e le moderazioni sono a due voci, comprendendo esperti di sanità pubblica e di data science.

La nuova sede estera dell’Università di Pisa a Tashkent ha dato ufficialmente avvio alla sua attività con la selezione dei candidati per il corso di laurea in Geologia. Il corso è a numero programmato e a fronte di un numero massimo di iscritti pari a 55 sono state 150 le candidature ricevute. I candidati sono stati scelti sulla base di un processo di selezione molto rigoroso, basato su un test di matematica e logica, un test di inglese e un'intervista. 

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“Considerato il poco tempo avuto per la promozione del corso e il costo piuttosto elevato per quel paese delle tasse universitarie – dichiara Luca Pandolfi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra – siamo molto soddisfatti del numero di candidature ricevute.  I candidati selezionati sono di ottimo livello e siamo convinti che non avranno difficoltà ad affrontare il percorso di studi. Dal lato nostro, stiamo facendo il possibile per fornire a questi studenti lo stesso elevato standard di insegnamento che tutti riconoscono all’Università di Pisa.”

“Questa prima selezione ha confermato la validità della scelta effettuata – aggiunge Francesco Marcelloni, prorettore per la Cooperazione e relazioni internazionali – Considerato il riscontro avuto in termini di candidature e l’interesse mostrato anche per altre discipline, nei prossimi anni si potrà prendere in considerazione l’apertura di ulteriori corsi di studio in modo da allargare l’offerta didattica nella nuova sede, con ritorni positivi per l’Ateneo in termini di promozione internazionale e numero di studenti stranieri immatricolati all’Università di Pisa nelle lauree triennali nella sede estera e potenzialmente interessati a frequentare a Pisa le lauree magistrali”.

Il Sistema Museale d’Ateneo aderisce all’edizione 2022 de Le Notti dell’Archeologia”, l’iniziativa della Regione Toscana che ogni anno offre aperture straordinarie serali ed eventi in musei e parchi archeologici.

Il 9 luglio, a partire dalle ore 17, le Collezioni Egittologiche (Via San Frediano 12) offrono visite guidate gratuite su prenotazione  alle sale recentemente riallestite e alla mostra “Dall’Egitto a Pisa: Gaetano Rosellini e le sue collezioni“.

Notti archeologia SMA Collezioni egittologiche

Il 15 luglio alle 15.30 nell’Aula Massart della Scuola Medica (Via Roma 55) il Museo di Anatomia umana organizza la presentazione del libro di Leonardo Arrighi “Curzio Massart. Lo scienziato e l’umanista”. Dopo la presentazione seguirà la visita guidata al museo. Alle 21 del 15 luglio si terrà anche “Antiche Metamorfosi e cosmologie contemporanee”, a cura della Ludoteca Scientifica del Museo degli Strumenti di Fisica (Via Bonanno Pisano 2b). Gli attori della compagnia Teatri della Resistenza offriranno una lettura dei passi a carattere cosmogonico tratti dai poemi classici, mentre negli spazi all’aperto del Museo saranno allestiti telescopi ed altra strumentazione per permettere al pubblico l’osservazione dei corpi celesti.

Il 18 luglio alle 18.30 nella Gipsoteca di arte antica (Piazza San Paolo all’Orto 20) appuntamento con “In diretta da Pompei. Ricerca archeologica nel Complesso dei Riti Magici”. Anna Anguissola e Riccardo Olivito (coordinatori scientifici del progetto) e Chiara Tarantino (coordinatrice della comunicazione) si collegheranno in diretta da Pompei per raccontare, in dialogo con Stefano Landucci (servizi logistici della Gipsoteca), i risultati delle due campagne di scavo archeologico nel Complesso dei Riti Magici. In questa occasione la Gipsoteca resterà aperta fino alle 24.00.

Il 30 luglio alle 21, presso la Sala Mediateca di Altopascio (Piazza Ospitalieri), il Museo di Anatomia patologica organizza l’evento “Dalla Terra alla Storia. Ultime scoperte dagli scavi di Badia Pozzeveri”, durante il quale gli archeologi della Divisione di Paleopatologia e dal Comune di Altopascio presenteranno i risultati delle ultime indagini nel sito di San Pietro di Pozzeveri.

Giordana Bucchioni, 29 anni, originaria di La Spezia e ricercatrice al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione (DII) dell’Università di Pisa, ha vinto il riconoscimento per la migliore tesi di dottorato "Guido Horn D'Arturo", bandito dalla Società Astronomica Italiana (SAIT), in sinergia con EIE GROUP. Il premio, che commemora l'astronomo triestino ideatore del "telescopio a tasselli", è assegnato alla migliore tesi di dottorato in area scientifica tecnologica applicata all'Astronomia, Astrofisica o Scienza dello Spazio.

La tesi di Giordana Bucchioni, intitolata "Guidance and Control for Phasing, Rendezvous and Docking in the Three Body Lunar Space" è stata giudicata la migliore per l'alta qualità e innovatività della ricerca, e le potenzialità di impatto dei risultati sugli sviluppi di future missioni spaziali programmate per il ritorno dell'uomo sulla luna.

"Sono felicissima di questo riconoscimento, e ringrazio il mio supervisore al DII, Mario Innocenti - commenta Giordana Bucchioni - Il lavoro è stato molto appassionante e riguarda un problema sostanziale per le future missioni sulla Luna, e cioè trovare le traiettorie ottimali e più sicure che un veicolo autonomo lanciato nello spazio può percorrere senza collidere con altri veicoli già in orbita. Ho iniziato ad affrontarlo grazie ad alcuni progetti dell'Agenzia Spaziale Europea a cui ho preso parte durante la mia tesi magistrale e per tutta la durata del dottorato mentre, e che riguardavano l'avanzamento tecnologico dei veicoli spaziali autonomi. Le traiettorie attorno alla Luna – prosegue Bucchioni – sono frutto di una modellizzazione matematica. Oltre a questo, mi sono occupata delle tecniche di controllo per manovre di avvicinamento di navicelle spaziali orbitanti intorno alla Luna e di elaborare un modello di sensori e attuatori per ogni veicolo".

Giordana Bucchioni, che ha conseguito laurea e dottorato al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, è attualmente ricercatrice post-doc al DII e al Dipartimento di Matematica.

C’è un nuovo curriculum interamente in inglese dedicato allo studio dell’Egitto, Vicino e Medio Oriente antichi all’Università di Pisa. Il corso di laurea magistrale s’intitola: “Ancient Egypt and Western Asia: archaeology, history and languages (AEWA)”, e parte a settembre con il nuovo anno accademico 2022/23. Il corso di studi si rivolge a studenti italiani e internazionali in possesso di laurea triennale o titolo equivalente. 

Il corso AEWA offre un approccio multidisciplinare allo studio di un'area assai ampia che va dall'Egitto, all'Anatolia, Levante, Siria, Iraq, Iran, Arabia, India, Uzbekistan e Xinjiang. Il piano di studi comprende 23 insegnamenti di storia, archeologia, cultura, lingue, storia delle religioni e museologia. Le lingue insegnate spaziano dall'antico egizio all'accadico, ittita, ugaritico, fino al siriaco, alle lingue medio-iraniche e al sanscrito.

Sono inoltre previsti stage in convenzione con musei, archivi e biblioteche in Italia e all'estero, possibilità di formazione attraverso scavi, lezioni fuori sede nei musei, viaggi di studio. Approfondimenti sul piano di studi e gli insegnamenti offerti sono disponibili a questo link.

C’è un nuovo curriculum interamente in inglese dedicato allo studio dell’Egitto, Vicino e Medio Oriente antichi all’Università di Pisa. Il corso di laurea magistrale s’intitola: “Ancient Egypt and Western Asia: archaeology, history and languages (AEWA)”, e parte a settembre con il nuovo anno accademico 2022/23. Il corso di studi si rivolge a studenti italiani e internazionali in possesso di laurea triennale o titolo equivalente. 

Scavi Turchia

Il corso AEWA offre un approccio multidisciplinare allo studio di un'area assai ampia che va dall'Egitto, all'Anatolia, Levante, Siria, Iraq, Iran, Arabia, India, Uzbekistan e Xinjiang. Il piano di studi comprende 23 insegnamenti di storia, archeologia, cultura, lingue, storia delle religioni e museologia. Le lingue insegnate spaziano dall'antico egizio all'accadico, ittita, ugaritico, fino al siriaco, alle lingue medio-iraniche e al sanscrito.

Stage MuseoEgizio 1

Sono inoltre previsti stage in convenzione con musei, archivi e biblioteche in Italia e all'estero, possibilità di formazione attraverso scavi, lezioni fuori sede nei musei, viaggi di studio. Approfondimenti sul piano di studi e gli insegnamenti offerti sono disponibili a questo link.

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