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Comunicati stampa

Due squadre formate da dieci giovani studenti del corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università di Pisa hanno superato brillantemente una prestigiosa sfida che si è celebrata dinanzi alla Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ). Il team coordinato dalla dottoressa Tamara Favaro, ricercatrice in Diritto dell’economia, e formata da Laura Carrozza, Sara Lilli, Matteo Lovo, Manrico Alessandro Montefiori e Ilaria Tori si è aggiudicato il Premio “JUNIOR Crystal Scales of Justice”. Quello guidato dal dottor Gianluca Borgia, assegnista di ricerca in Diritto processuale penale, e composta da Alice Boldrini, Gianluigi Mantovani, Jonathan Mattei, Giulio Melani ed Erica Niccolai ha ottenuto la menzione speciale per l’alta qualità del lavoro svolto.

La formazione delle due squadre è stata curata rispettivamente dalla professoressa Michela Passalacqua e dalla professoressa Benedetta Galgani, entrambe del Dipartimento di Giurisprudenza.

Il prestigio del riconoscimento, organizzato congiuntamente dalla CEPEJ e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Strasburgo, è anche da ricondurre allo scopo del premio europeo: promuovere pratiche innovative che contribuiscano all'efficienza della giustizia. Gli studenti pisani, iscritti al IV e V anno del cdl in Giurisprudenza, hanno dimostrato ottime capacità di confrontarsi con tematiche e contesti alquanto impegnativi.

Il Premio “Crystal Scale of Justice Prize Junior Edition” viene conferito ogni due anni, in alternanza con il Premio Crystal Scales of Justice (la versione per così dire "senior").

Nell’edizione 2022, le due squadre hanno dovuto analizzare, difendere e sviluppare alcuni dei progetti vincitori di quest’ultimo premio (https://www.coe.int/en/web/cepej/events/crystal-scales-of-justice-prize-form-jury). Gli studenti hanno così dovuto mettere in luce gli aspetti innovativi del progetto che è stato loro assegnato a sorte, attraverso un lavoro di analisi e ricerca giuridica, nonché studiarne la possibile trasposizione in un contesto diverso rispetto a quello originario.

Le domande sono state presentate entro il 20 novembre dello scorso anno, mentre ad aprile sono stati depositati i fascicoli completi dell’analisi giuridica, un documento di ricerca sulla possibile attuazione del progetto e una sintesi dello stesso. Dopo aver superato il primo step di selezione, i team pisani hanno dovuto illustrare i rispettivi lavori il 13 giugno alla presenza di una Commissione giudicatrice formata da esperti di varia estrazione, il tutto in lingua inglese. Dopo quella presentazione, entrambe le squadre sono state sottoposte a un “fuoco incrociato” di domande che ha portato alla proclamazione dei vincitori.

La cerimonia di assegnazione del Premio e della menzione speciale si è svolta nell’ambito della riunione plenaria della CEPEJ a Malta martedì 28 giugno, durante la quale è stato celebrato il ventesimo anniversario della nascita della Commissione.

Grazie alla presenza di tutti gli Stati membri e di numerosi osservatori internazionali, l’ottima performance dei due gruppi dell’Ateneo ha rappresentato una vetrina di prestigio per il Dipartimento di Giurisprudenza e per il suo consolidamento ai vertici internazionali. L’esperienza ha poi costituito un’occasione formativa unica per gli studenti, che certamente tornerà loro utile nel proseguo della carriera.

Il professore Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa è il nuovo presidente della Società Italiana di Biogeografia per il quadriennio 2022-2026. Ordinario di Botanica sistematica al dipartimento di Biologia e direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Ateneo, Peruzzi è stato eletto al 42esimo congresso dell’associazione che si è svolto a Trieste dal 22 al 25 giugno.

La Società Italiana di Biogeografia, nata nel 1954 come "Gruppo Italiano Biogeografi", è un’associazione scientifica senza scopo di lucro finalizzata a promuovere il progresso e la diffusione della Biogeografia come disciplina di sintesi di tutti i settori collegati al tema della biodiversità. L'associazione fa parte della Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell'Ambiente e nel corso del tempo si sono avvicendati alla sua guida eminenti zoologi e botanici italiani, quali Sandro Ruffo, Giampaolo Moretti, Marcello La Greca, Ruggero Tomaselli, Baccio Baccetti e Valerio Sbordoni.

Il nuovo direttivo, eletto insieme al presidente, è composto da: Marzio Zapparoli dell'Università della Tuscia, Marco Alberto Bologna dell'Università di Roma tre, Pietro Brandmayr dell'Università della Calabria, Stefano Martellos dell'Università di Trieste, Bruno Massa dell'Università di Palermo e Valerio Sbordoni dell'Università di Roma Tor Vergata.

 

Il professore Lorenzo Peruzzi (foto) dell’Università di Pisa è il nuovo presidente della Società Italiana di Biogeografia per il quadriennio 2022-2026. Ordinario di Botanica sistematica al dipartimento di Biologia e direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Ateneo, Peruzzi è stato eletto al 42esimo congresso dell’associazione che si è svolto a Trieste dal 22 al 25 giugno.

 

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La Società Italiana di Biogeografia, nata nel 1954 come "Gruppo Italiano Biogeografi", è un’associazione scientifica senza scopo di lucro finalizzata a promuovere il progresso e la diffusione della Biogeografia come disciplina di sintesi di tutti i settori collegati al tema della biodiversità. L'associazione fa parte della Federazione Italiana di Scienze della Natura e dell'Ambiente e nel corso del tempo si sono avvicendati alla sua guida eminenti zoologi e botanici italiani, quali Sandro Ruffo, Giampaolo Moretti, Marcello La Greca, Ruggero Tomaselli, Baccio Baccetti e Valerio Sbordoni.

Il nuovo direttivo, eletto insieme al presidente, è composto da: Marzio Zapparoli dell'Università della Tuscia, Marco Alberto Bologna dell'Università di Roma tre, Pietro Brandmayr dell'Università della Calabria, Stefano Martellos dell'Università di Trieste, Bruno Massa dell'Università di Palermo e Valerio Sbordoni dell'Università di Roma Tor Vergata.

 

Dopo quasi 500 anni è stata individuata un’infezione batterica da Escherichia coli nella mummia di un nobile italiano del XVI secolo, Giovanni d’Avalos, morto nel 1586 a 48 anni e sepolto nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli. È la prima volta che viene individuato e sequenziato questo batterio in resti umani antichi, grazie ad una ricerca svolta da un team internazionale di cui fanno parte Valentina Giuffra e Antonio Fornaciari della Divisione di Paleopatologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale. Giovanni d’Avalos, capitano dell’esercito spagnolo sotto Filippo II, era affetto da una colecistite cronica calcolosa e proprio da uno dei calcoli biliari proviene il germe di cui è stato sequenziato il genoma.

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La mummia di Giovanni d'Avalos (1538-1586)

“L'Escherichia coli, un germe intestinale assai comune, può però agire come un patogeno opportunista infettando il suo ospite durante periodi di deficit immunitario- spiega il dottor Antonio Fornaciari. A differenza delle pandemie ben documentate come la peste, che si protrasse per secoli e uccise fino a 200 milioni di persone in tutto il mondo, non ci sono documentazioni storiche di decessi causati da commensali come l’Escherichia coli, sebbene l'impatto sulla salute umana e sulla mortalità delle popolazioni del passato sia stato probabilmente notevolissimo”.
L'Escherichia coli moderno si trova in genere nell'intestino di persone o animali in buona salute. Sebbene la maggior parte dei ceppi sia innocua, alcune varianti sono responsabili di gravi dissenterie, a volte fatali e setticemie.
Ottenere il genoma di un antenato vecchio di oltre 400 anni del moderno batterio può fornire ai ricercatori informazioni per capire come il germe si è evoluto ed adattato nel tempo.
I ricercatori hanno dovuto isolare con cura frammenti di DNA dell’antico batterio per ricostruirne il genoma con sofisticate tecnologie bioinformatiche; hanno così scoperto che questo germe del ‘500 rientra in un ceppo filogenetico caratteristico dei germi commensali umani, che ancora oggi causano colecistiti croniche calcolose.

I calcoli della colecisti di Giovanni dAvalos
I calcoli della colecisti di Giovanni d'Avalos

Il confronto con il genoma del batterio attuale ha rivelato che l'antico ceppo era privo dei geni-chiave che gli avrebbero consentito di diffondersi nei tessuti. Ciò suggerisce che l'infezione era probabilmente di tipo opportunistico e non aveva dato sintomi, se si escludono i sintomi dovuti ai calcoli biliari.
La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Communications Biology (Nature), è frutto di una collaborazione tra Italia e Canada avviata già da diversi anni ed è stata realizzata da un team internazionale multidisciplinare composto dai ricercatori della canadese McMaster University (George S. Long, Jennifer Klunk, Ana T. Duggan, Madeline Tapson, G. Brian Golding e Hendrik Poinar), dell'Università di Paris Cité (Olivier Clermont e Erick Denamur), delle Università di Pisa (Gino Fornaciari, Valentina Giuffra, Antonio Fornaciari) e di Catania (Lavinia Gazzè), e dell’Università di Melbourne (Sebastian Duchene).

 

Due squadre formate da dieci giovani studenti del corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università di Pisa hanno superato brillantemente una prestigiosa sfida che si è celebrata dinanzi alla Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ). Il team coordinato dalla dottoressa Tamara Favaro, ricercatrice in Diritto dell’economia, e formata da Laura Carrozza, Sara Lilli, Matteo Lovo, Manrico Alessandro Montefiori e Ilaria Tori si è aggiudicato il Premio “JUNIOR Crystal Scales of Justice”. Quello guidato dal dottor Gianluca Borgia, assegnista di ricerca in Diritto processuale penale, e composta da Alice Boldrini, Gianluigi Mantovani, Jonathan Mattei, Giulio Melani ed Erica Niccolai ha ottenuto la menzione speciale per l’alta qualità del lavoro svolto.

La formazione delle due squadre è stata curata rispettivamente dalla professoressa Michela Passalacqua e dalla professoressa Benedetta Galgani, entrambe del Dipartimento di Giurisprudenza.

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Il prestigio del riconoscimento, organizzato congiuntamente dalla CEPEJ e dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Strasburgo, è anche da ricondurre allo scopo del premio europeo: promuovere pratiche innovative che contribuiscano all'efficienza della giustizia. Gli studenti pisani, iscritti al IV e V anno del cdl in Giurisprudenza, hanno dimostrato ottime capacità di confrontarsi con tematiche e contesti alquanto impegnativi.

Il Premio “Crystal Scale of Justice Prize Junior Edition” viene conferito ogni due anni, in alternanza con il Premio Crystal Scales of Justice (la versione per così dire "senior").

Nell’edizione 2022, le due squadre hanno dovuto analizzare, difendere e sviluppare alcuni dei progetti vincitori di quest’ultimo premio (https://www.coe.int/en/web/cepej/events/crystal-scales-of-justice-prize-form-jury). Gli studenti hanno così dovuto mettere in luce gli aspetti innovativi del progetto che è stato loro assegnato a sorte, attraverso un lavoro di analisi e ricerca giuridica, nonché studiarne la possibile trasposizione in un contesto diverso rispetto a quello originario.

Le domande sono state presentate entro il 20 novembre dello scorso anno, mentre ad aprile sono stati depositati i fascicoli completi dell’analisi giuridica, un documento di ricerca sulla possibile attuazione del progetto e una sintesi dello stesso. Dopo aver superato il primo step di selezione, i team pisani hanno dovuto illustrare i rispettivi lavori il 13 giugno alla presenza di una Commissione giudicatrice formata da esperti di varia estrazione, il tutto in lingua inglese. Dopo quella presentazione, entrambe le squadre sono state sottoposte a un “fuoco incrociato” di domande che ha portato alla proclamazione dei vincitori.

La cerimonia di assegnazione del Premio e della menzione speciale si è svolta nell’ambito della riunione plenaria della CEPEJ a Malta martedì 28 giugno, durante la quale è stato celebrato il ventesimo anniversario della nascita della Commissione.

Grazie alla presenza di tutti gli Stati membri e di numerosi osservatori internazionali, l’ottima performance dei due gruppi dell’Ateneo ha rappresentato una vetrina di prestigio per il Dipartimento di Giurisprudenza e per il suo consolidamento ai vertici internazionali. L’esperienza ha poi costituito un’occasione formativa unica per gli studenti, che certamente tornerà loro utile nel proseguo della carriera.

È stato presentato in Sapienza mercoledì 29 giugno il secondo numero della collana“Progetti di vita. Storie di studenti con disabilità”, che è pubblicato on line sulla piattaforma open access visibile all’indirizzo https://progettidivita.unipi.it/. Pubblicata dalla Pisa University Press, l’iniziativa editoriale è a cura dell’Ufficio servizi per l’integrazione di studenti con disabilità (USID) dell’Ateneo, in collaborazione con il Polo comunicazione del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC).

La presentazione di questo secondo numero, che segue quello dedicato alle “Esperienze al tempo del covid-19”, si è svolta, non a caso, nell’ambito dei Career Days dell’Università di Pisa, le giornate di incontri, presentazioni e colloqui con aziende che mirano a favorire l'orientamento e l'inserimento professionale degli studenti e laureati dell’Ateneo. Il numero, infatti, affronta il tema de “L’ingresso nel mondo del lavoro”, raccontato attraverso le esperienze e le testimonianze di quattro ex studenti: Marco Del Monaco, affetto da paralisi cerebrale infantile che ha discusso una tesi sulla videoarte e realizza prodotti video accessibili per la promozione e documentazione di enti e associazioni; Lorenzo Nizzi Vassalle, studente sordo con una laurea in Discipline dello spettacolo e comunicazione e un lavoro nel campo dell’oreficeria; Giulia Olinti, affetta da ipoacusia con un percorso di laurea orientato fin dal principio verso gli studi in tecniche audioprotesiche, suo attuale settore professionale, e Maria Pezzente, a cui la disabilità fisica non ha impedito di conseguire la laurea in ambito economico e poi di occuparsi di comunicazione social per un’azienda privata.

“Sono protagoniste e protagonisti – scrivono nell’Introduzione le due curatrici del volume, Fiammetta Savoia e Francesca Corradi - che ci accompagnano in percorsi di vita e di studio molto diversi, mostrando come scelte motivate e continuative possano consentire, infine, di trovare percorsi rispondenti alle proprie aspirazioni, come pure le risorse personali e contestuali per affrontare le difficoltà che possono interporsi nel perseguimento dei propri progetti, venendo così a condividere e a maturare i propri talenti”.

Accompagnato dal saluto del rettore Paolo Maria Mancarella e dei due direttori della collana, i professori Luca Fanucci e Sandra Lischi, il volume è arricchito dalla riflessione conclusiva dello stesso Luca Fanucci, dal titolo “La valorizzazione della persona: condizione imprescindibile per un inserimento lavorativo di qualità”.

“Tutti e quattro i nostri ex studenti – scrive il professor Fanucci, che è anche delegato dell’Ateneo per l’inclusione di studenti/personale con disabilità o con DSA - sono orgogliosi di poter ‘svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società’, così come indicato nel secondo comma dall’articolo 4 della Costituzione Italiana. Purtroppo questo non è vero per tutti i cittadini italiani e tantomeno per tutte le persone con disabilità. Dai dati ISTAT risulta che solo il 35,8% delle persone con disabilità (ma abili al lavoro) nella fascia di età 15-64 risulta occupato, il 20,7% risulta in cerca di occupazione ed il 43,5% risulta inattivo, probabilmente scoraggiato dalla bassa probabilità di trovare un lavoro”.

“Riconoscere le competenze, le inclinazioni, le aspirazioni di una persona, confrontarle con quelle che sono le mansioni previste da un determinato posto di lavoro – conclude il professor Fanucci - sono le condizioni imprescindibili per poter sperare in un inserimento lavorativo di qualità per qualsiasi persona con o senza disabilità”.

Progetti di VitaÈ stato presentato in Sapienza mercoledì 29 giugno il secondo numero della collana“Progetti di vita. Storie di studenti con disabilità”, che è pubblicato on line sulla piattaforma open access visibile all’indirizzo https://progettidivita.unipi.it/. Pubblicata dalla Pisa University Press, l’iniziativa editoriale è a cura dell’Ufficio servizi per l’integrazione di studenti con disabilità (USID) dell’Ateneo, in collaborazione con il Polo comunicazione del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC).

La presentazione di questo secondo numero, che segue quello dedicato alle “Esperienze al tempo del covid-19”, si è svolta, non a caso, nell’ambito dei Career Days dell’Università di Pisa, le giornate di incontri, presentazioni e colloqui con aziende che mirano a favorire l'orientamento e l'inserimento professionale degli studenti e laureati dell’Ateneo. Il numero, infatti, affronta il tema de “L’ingresso nel mondo del lavoro”, raccontato attraverso le esperienze e le testimonianze di quattro ex studenti: Marco Del Monaco, affetto da paralisi cerebrale infantile che ha discusso una tesi sulla videoarte e realizza prodotti video accessibili per la promozione e documentazione di enti e associazioni; Lorenzo Nizzi Vassalle, studente sordo con una laurea in Discipline dello spettacolo e comunicazione e un lavoro nel campo dell’oreficeria; Giulia Olinti, affetta da ipoacusia con un percorso di laurea orientato fin dal principio verso gli studi in tecniche audioprotesiche, suo attuale settore professionale, e Maria Pezzente, a cui la disabilità fisica non ha impedito di conseguire la laurea in ambito economico e poi di occuparsi di comunicazione social per un’azienda privata.

“Sono protagoniste e protagonisti – scrivono nell’Introduzione le due curatrici del volume, Fiammetta Savoia e Francesca Corradi - che ci accompagnano in percorsi di vita e di studio molto diversi, mostrando come scelte motivate e continuative possano consentire, infine, di trovare percorsi rispondenti alle proprie aspirazioni, come pure le risorse personali e contestuali per affrontare le difficoltà che possono interporsi nel perseguimento dei propri progetti, venendo così a condividere e a maturare i propri talenti”.

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I professori Massai, Lischi, Fanucci e Mancarella con due dei protagonisti del numero, Giulia e Marco.

Accompagnato dal saluto del rettore Paolo Maria Mancarella e dei due direttori della collana, i professori Luca Fanucci e Sandra Lischi, il volume è arricchito dalla riflessione conclusiva dello stesso Luca Fanucci, dal titolo “La valorizzazione della persona: condizione imprescindibile per un inserimento lavorativo di qualità”.

“Tutti e quattro i nostri ex studenti – scrive il professor Fanucci, che è anche delegato dell’Ateneo per l’inclusione di studenti/personale con disabilità o con DSA - sono orgogliosi di poter ‘svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società’, così come indicato nel secondo comma dall’articolo 4 della Costituzione Italiana. Purtroppo questo non è vero per tutti i cittadini italiani e tantomeno per tutte le persone con disabilità. Dai dati ISTAT risulta che solo il 35,8% delle persone con disabilità (ma abili al lavoro) nella fascia di età 15-64 risulta occupato, il 20,7% risulta in cerca di occupazione ed il 43,5% risulta inattivo, probabilmente scoraggiato dalla bassa probabilità di trovare un lavoro”.

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“Riconoscere le competenze, le inclinazioni, le aspirazioni di una persona, confrontarle con quelle che sono le mansioni previste da un determinato posto di lavoro – conclude il professor Fanucci - sono le condizioni imprescindibili per poter sperare in un inserimento lavorativo di qualità per qualsiasi persona con o senza disabilità”.

Iscrizioni aperte per i campi estivi organizzati dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa e dal CUS.

Il Museo della grafica (Palazzo Lanfranchi, Lungarno Galileo Galilei, n. 9 Pisa) propone “Un tuffo nella creatività” per bambine e bambini dai 6 agli 11 anni all’insegna dell’arte e della creatività. Ogni settimana sarà dedicata ad una tema diverso: “A spasso nel tempo” dal 4 all’8 luglio, “In fondo al mare…” dal 11 al 15 luglio, “Un viaggio tra immaginazione e coraggio” dal 5 al 9 settembre. Durante ogni modulo i piccoli artisti creeranno un’opera con tecniche diverse che saranno di volta in volta affrontate, dalla stampa, alla tempera, al collage. L’orario è dalle 8:15 – 14:15 con merenda e pranzo al sacco a cura della famiglia. Per iscrizioni e maggiori informazioni: https://museodellagrafica.sma.unipi.it/2022/06/campi-solari-2022/

“Campi di scienza” è la proposta della Ludoteca scientifica (Area dei Vecchi Macelli, Via Bonanno Pisano 2/B / Via Nicola Pisano 25) in collaborazione con il CUS Pisa. I giochi e le attività proposte per giovani scienziate e scienziati dai 6 agli 11 anni sono stati ideati per stimolare il gusto dell'osservazione e dell'immaginazione, il desiderio di capire, il piacere di cercare e trovare delle risposte sulla base dell'esperienza vissuta e delle deduzioni logiche. “Emozionanti avventure alla scoperta dei «Perché?» dei piccoli scienziati” è il tema della settimana dal 18 al 22 luglio e “Coloriamo la scienza e costruiamo idee” quello della settimana dal 25 al 29 luglio. L’orario è dalle 8:00 alle 14:00 con merenda e pranzo al sacco a cura della famiglia. Per partecipare è necessario il certificato medico per attività sportiva non agonistica. Le iscrizioni e pagamento sono presso la segreteria del CUS Pisa (Via Federico Chiarugi, 5). Per maggiori informazioni: https://www.msf.sma.unipi.it/2022/06/campi-estivi-ludoteca-scientifica-2022/

L’offerta del CUS Pisa (Via Federico Chiarugi 5, Pisa) è rivolta a giovani sportive e sportive dai 3 (nati nel 2018) ai 14 anni. Presso i Baby Camp (3-5 anni) i bambini svolgeranno attività ludico-motorie, per il consolidamento degli schemi motori di base e le giornate saranno completate con attività di laboratorio mentre i partecipanti agli Junior Camp (6-14 anni) potranno consolidare le capacità coordinative grazie alla pratica dei vari sport. Le settimane (dal lunedì al venerdì) sono dal 13 giugno al 5 agosto e dal 22 agosto al 9 settembre. L’orario è dalle 8:00 alle 13:00 per il campo breve e dalle 8:00 alle 16:00 per il campo lungo. Le iscrizioni e pagamento sono presso la segreteria del CUS Pisa (Via Federico Chiarugi, 5). È necessario il certificato medico per attività sportiva non agonistica solo per i maggiori di 6 anni. Per Informazioni: http://cuspisa.unipi.it/

Sono stati ufficialmente inaugurati al Polo Piagge i primi bagni “genderless” dell’Università di Pisa, bagni senza distinzione di genere, contraddistinti da un simbolo particolare, che potranno essere utilizzati da tutta la comunità studentesca e accademica. L’inaugurazione si è tenuta mercoledì 29 giugno alla presenza del rettore Paolo Mancarella, di Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana all’istruzione, università, ricerca e pari opportunità, di Arturo Marzano, delegato del rettore alle pari opportunità e alle questioni di genere, di Arianna Enrichens, consigliera di fiducia dell’Università di Pisa, di Francesco Giorgelli, vicepresidente del CUG, di Luca Giannoccaro, rappresentante della comunità studentesca, e di Junio Aglioti Colombini, vicepresidente dell’associazione Pink Riot. Quello del Polo Piagge è uno degli 86 bagni genderless che da oggi entrano in funzione nei vari edifici di tutto l’Ateneo.

“Le rivoluzioni culturali iniziano, molto spesso, con un piccolo gesto. Un segno che cambia il corso degli eventi. La targhetta che da oggi compare su circa un centinaio dei bagni del nostro Ateneo rientra in questa categoria – ha dichiarato il Rettore, Paolo Mancarella – È un atto di civiltà per dichiarare in modo fermo il nostro essere un’università aperta, in cui la differenza è una ricchezza e le discriminazioni non hanno diritto di cittadinanza".

“Dall’Università di Pisa, oggi, arriva un bel segnale, forte e chiaro: no a discriminazioni, stereotipi e pregiudizi – ha dichiarato l’assessora Alessandra Nardini – L'Università è il luogo del sapere, della cultura, luogo dove si praticano e si insegnano il rispetto, l'uguaglianza e le libertà. La Toscana è stata la prima Regione a dotarsi di una legge regionale contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, e di questo siamo orgogliosi. Siamo stati, siamo, e vogliamo essere sempre più, terra di diritti e pari opportunità. L'Università di Pisa ne è un ottimo esempio: da alcuni anni si è dotata, come le altre Università toscane, di un regolamento per le carriere alias, e quello di Pisa è tra i più all'avanguardia. Ricordo ancora la bandiera rainbow sventolare sul Rettorato pisano per il Toscana Pride del 2021, e tante altre iniziative che ho apprezzato in questi mesi e in questi anni. Ringrazio davvero di cuore per tutto l'impegno e la sensibilità dimostrata il Rettore Paolo Maria Mancarella, il professore Arturo Marzano, delegato alle attività 'Gender Studies and Equal Opportunites' e il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità".

Il simbolo scelto per indicare il bagno genderless è uno tra quelli che viene riconosciuto a livello internazionale per indicare il genere neutro e che graficamente vuole dare l’idea di fluidità e superamento del binarismo: “La scelta di creare dei bagni genderless utilizzabili da chiunque, indipendentemente dalla propria identità o espressione di genere – afferma il delegato del rettore Arturo Marzano – recepisce una richiesta proveniente da studenti, studentesse, student* per garantire uno spazio a chi non si identifica in un genere specifico, a soggetti non binari, a persone transgender, confermando lo spirito di inclusività e rispetto che ha plasmato l’intero mandato rettorale di Paolo Mancarella”.

Quella di istituire bagni genderless è infatti l’ultima di una serie di azioni concrete che l’Università di Pisa ha intrapreso negli ultimi anni con l’obiettivo di costruire un ambiente inclusivo per tutte le persone che frequentano l’università, siano queste parte del corpo docenti, del personale amministrativo o del mondo studentesco. All’interno di questa politica di inclusione, nel gennaio del 2020 è entrato in vigore il nuovo regolamento per attivare la carriera alias, il dispositivo che tutela le persone che hanno la necessità di utilizzare, all’interno dell’Ateneo, un nome diverso rispetto a quello anagrafico.

La transizione ecologica in agricoltura passa dal neonato Centro Nazionale di Ricerca per le Tecnologie dell’Agricoltura – Agritech che vede l’Università di Pisa fra i soci fondatori. Finanziato con la cifra record di 350 milioni (320 dei quali sui fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il progetto ha come capofila l’Università di Napoli Federico II e coinvolge in tutta Italia ventotto atenei, cinque centri di ricerca e diciotto imprese.
L’Ateneo pisano è al lavoro su due dei nove nodi di ricerca in cui si articola il Centro, per progettare allevamenti e filiere agroalimentari smart e rendere le produzioni sostenibili e certificarne la qualità.

“Grazie a un approccio multidisciplinare svilupperemo sensori e altri sistemi di rilevamento a distanza per migliorare il benessere animale e mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli allevamenti”, spiega il professore Marcello Mele dell’Università di Pisa coordinatore delle attività insieme al collega Gianluca Brunori.
“Anche per quanto riguarda le filiere agroalimentari – continua Mele - l’applicazione di tecnologie digitali e di metodologie di calcolo avanzate, consentiranno di tracciare le caratteristiche qualitative dei prodotti e il loro impatto sull’ambiente, a beneficio di aziende, sistemi produttivi e consumatori”.

L’Università di Pisa è impegnata in Agritech con il Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” e otto dipartimenti: Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Ingegneria dell’Informazione, Informatica, Scienze Veterinarie, Fisica, Farmacia, Scienze Politiche, Giurisprudenza.

Il Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura, presentato ufficialmente a Napoli a giugno, vuole essere una risposta concreta ai bisogni di crescita di un settore chiave per l’economia che pesa notevolmente sul PIL italiano e su quello regionale. Agritech prevede l’applicazione di tecnologie per l’agricoltura perseguendo cinque obiettivi principali: resilienza, basso impatto, circolarità, recupero e tracciabilità. Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, con un coordinamento a Napoli e nove nodi di ricerca equamente distribuiti tra il Nord, il Sud e il Centro Italia, in linea con il principio di riduzione dei divari alla base del programma Pnrr.

A livello nazionale i partner coinvolti sono: il Consiglio Nazionale Ricerche, Università degli Studi di Bari, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Università degli Studi di Milano, Università di Napoli Federico II, Università di Padova, Università di Siena, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi della Tuscia, Centro Euro-Med sui Cambiamenti Climatici, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development, Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento), Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant’Anna, Università degli Studi della Basilicata, Università di Bolzano, Università Campus Bio-Medico di Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università di Catania, Università di Foggia, Università di Firenze, Università degli Studi di Genova, Università di Perugia, Università di Parma, Università di Pisa, Università di Reggio Calabria, Sapienza Università di Roma, Università di Salerno, Università di Sassari, Università di Udine, Università delle Marche, Antares Vision, Consorzi Agrari d’Italia, Gruppo Casillo, CNH Industrial, De Matteis Agroalimentare, e-geos S.p.A., Engineering, Eni, Graded, IBF Servizi, Irritec, Relatech, Società Sementi Italiana, Telespazio, IBF Servizi, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Intesa San Paolo e Nestlé.

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