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Comunicati stampa

Venerdì 20 maggio, alle ore 15.00, nell'Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza a Pisa, si svolgerà il seminario di studi "Il diritto del bilancio nel pensiero di Aldo Carosi", in occasione della presentazione degli “Scritti in onore” di Aldo Carosi, direttore della Scuola di Alta formazione “F. Staderini” della Corte dei conti, vicepresidente emerito della Corte costituzionale, che sarà sarà presente all’evento.

Aldo Carosi è stato estensore di fondamentali sentenze della Corte costituzionale, con le quali ha contribuito a formare una giurisprudenza sul “diritto del bilancio” in cui i principi dell’equilibrio di bilancio e della sostenibilità del debito pubblico sono stati declinati di volta in volta secondo i principi di ragionevolezza, proporzionalità, uguaglianza in un costante bilanciamento tra distinti valori costituzionali.

Dopo i saluti del presidente della Corte dei conti Guido Carlino e del direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa Carmelo Calabrò, interverranno il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato, i giudici costituzionali Angelo Buscema e Luca Antonini, i professori Maria Alessandra Sandulli e Massimo Luciani e l’avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli. Concluderà il presidente emerito della Corte costituzionale Franco Gallo.

Nell’occasione le professoresse dell’Università di Pisa Giovanna Colombini e Vanessa Manzetti, consegneranno al presidente Aldo Carosi gli “Scritti” in suo onore.

Giovedì 19 dalle 10 maggio a nell’aula magna di Scienze politiche dell’Università di Pisa (Via Filippo Serafini 3) e venerdì 20 maggio dalle 17 nella Sala conferenze della Cgil a Carrara (Viale XX Settembre 46 bis) si svolgono due giornate di studi  dedicate allo storico del lavoro Lorenzo Gestri, a venti anni dalla sua scomparsa.

Lorenzo Gestri (1943-2002) è stato docente presso l'Università di Pisa per oltre tre decenni. In qualità di studioso ha dato un contributo fondamentale alla ricerca sulle genesi del movimento operaio e socialista del territorio della provincia di Massa Carrara. Le sue carte e le sue pubblicazioni testimoniano l'impegno profuso nello studio delle condizioni lavorative nell'area vasta che va da Pisa alla Spezia, con particolare attenzione alla zona apuana e versiliese, e lo sviluppo politico e associativo qui realizzatosi tra fine '800 e inizio '900. Si dedicò con grande cura alla ricostruzione delle traiettorie dei singoli militanti di base e delle società di mutuo soccorso, ma anche a questioni culturali e sociali più ampie. La passione politica e l'impegno di studioso sono sempre state legate alla difesa delle idee di giustizia e libertà: imperativi etici a cui rimase sempre fedele.

Per info: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/6428-lorenzo-gestri-storico-del-lavoro-a-venti-anni-dalla-scomparsa

Titelbild BioVaria 2022 homeL'Università di Pisa ha partecipato anche quest’anno a Biovaria, evento europeo di due giornate dedicate al business e match making nel campo delle Scienze della Vita, avente focus sulle tecnologie e brevetti del settore sanità e biomedicale.

La tecnologia, selezionata tra le 43 candidature pervenute a Netval, riguarda l’invenzione  “Melanocortin Agents for Tumor Therapy” sviluppata da Guido Bocci, professore di Farmacologia al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.

L’invenzione rientra nel campo dei trattamenti terapeutici delle patologie tumorali, in particolare dei tumori solidi come il melanoma, i tumori del tratto gastroenterico e il carcinoma tiroideo. L’impiego di un antagonista del recettore 4 della melanocortina offre una nuova possibile target therapy nel trattamento delle patologie tumorali, andando a contrastare la possibilità di recidive.

Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2021 promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Toscana sono stati finanziati tre progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 340mila euro. I ricercatori che hanno meritato il finanziamento sono Massimiliano Andreazzoli dell’Università di Pisa, Simone Ciofi-Baffoni dell’Università di Firenze e Filippo Maria Santorelli della Fondazione Stella Maris di Calambrone (PI). In tutto il territorio nazionale sono stati finanziati 24 progetti, per un totale di 5,7 milioni di euro.

Il gruppo guidato da Massimiliano Andreazzoli studierà nelle cellule del cervello il ruolo del gene PRR12, la cui inattivazione parziale porta allo sviluppo di alterazioni dello sviluppo neurologico e dell’occhio. L’obiettivo è identificare i meccanismi molecolari, ad oggi sconosciuti, coinvolti in queste patologie. I risultati ottenuti forniranno preziose informazioni per comprendere ulteriormente questa classe di patologie e, in futuro, contribuire alla progettazione di nuovi interventi terapeutici. La ricerca verrà eseguita in collaborazione con il gruppo di Vania Broccoli dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano.

Il gruppo di Simone Ciofi Baffoni studia la miopatia mitocondriale episodica con - o senza - atrofia ottica e leucoencefalopatia reversible (MEOAL), un disordine neuromuscolare ereditario raro, ad esordio infantile, caratterizzato clinicamente da debolezza muscolare progressiva e intolleranza all’esercizio. I risultati di questa ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di Paola Costantini dell’Università di Padova, permetteranno di definire le caratteristiche molecolari della malattia, un aspetto irrinunciabile per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate alla cura di questa patologia.

Filippo Maria Santorelli e i suoi ricercatori si concentrano nell’analisi dei meccanismi alla base dei disturbi associati a mutazioni nel gene HPDL, un disordine del neurosviluppo caratterizzato da spasticità progressiva, anomalie della materia bianca del cervello e paraplegia spastica. I risultati del progetto, che si svolgerà in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) di Salviati, contribuiranno ad ampliare le conoscenze sulla funzione di HPDL e sui meccanismi alla base delle patologie associate, e permetteranno di elaborare in futuro potenziali terapie per i pazienti.

Il bando di Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo è diretto a sostenere la ricerca di base, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH), focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.

I progetti selezionati vedono la presenza di 35 gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale: Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Trentino-Alto Adige e Veneto. Sono oltre 15 gli ambiti e le patologie oggetto di studio, tra queste la distrofia muscolare, le malattie reumatologiche, le malattie renali, le malattie neurologiche e i disordini del neurosviluppo, la Sindrome di Rett, la Malattia di Huntington, la Malattia di Alzheimer, i disordini della crescita, le malattie del sangue e le malattie mitocondriali.

Complessivamente sono state ricevute oltre 200 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 132 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.

“La ricerca di base, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimenti e questo limita il numero di studi avviati, in particolare in aree del tutto inesplorate - dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – In verità, la ricerca di base rappresenta un apripista per l’innovazione in generale, sviluppando conoscenze chiave, potenzialmente utili anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti. Alla luce di queste considerazioni Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno deciso di creare quest’alleanza, che ci vede uniti nel comune obiettivo di favorire la crescita della ricerca scientifica attraverso progetti i cui risultati possano nel tempo rispondere alle necessità non soddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie, in aree con opzioni terapeutiche scarse o nulle. Siamo quindi molto felici di questo sodalizio, che proseguirà anche nei prossimi anni, e ci auguriamo che anche altre Fondazioni seguano l’esempio di Cariplo mettendo a fattor comune risorse e competenze a sostegno della ricerca sulle malattie rare”.

“Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato con evidenza la capacità innovativa e generativa della ricerca di base, capace di creare quel terreno comune da cui nel tempo nascono scoperte che cambiano radicalmente la vita delle persone. Da sempre Fondazione Cariplo sostiene la ricerca e continua a farlo oggi a fianco di Fondazione Telethon, che con noi condivide l’urgenza di provare a dare risposte a quelle persone che si trovano in condizioni particolarmente difficili. – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – Davanti alle sfide e alla complessità che ci troviamo ad affrontare è sempre più necessario il lavoro in rete e la condivisione dei saperi”.

Tutti i dettagli sui progetti appena finanziati sono disponibili su: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/

Un inchino per incitare al gioco e un ‘sorriso’ per rassicurare nel caso di azioni potenzialmente ambigue come morsi o spinte. E’ questo il significato di due segnali molto comuni emessi dai cani durante il gioco secondo le ricerche di un gruppo di etologhe dell’Università di Pisa pubblicate sulle riviste Current Zoology e Animal Behaviour.

Le studiose si sono concentrate su una specifica razza, il Cane Lupo Cecoslovacco, fra le più vicine alla controparte selvatica, il lupo. Dopo aver visionato più di 15 ore di video, sono quindi riuscite ad estrarre 822 ‘sorrisi’ o facce da gioco e 76 inchini, che sono stati poi analizzati in modo estremamente dettagliato.

In particolare, la faccia da gioco è un’espressione facciale caratterizzata dall’apertura rilassata della bocca che somiglia fortemente al sorriso umano e a quello di numerose specie di scimmie. Di fatto per i cani ha la stessa funzione che per noi hanno gli smiles quando scriviamo un messaggio di testo che potrebbe essere frainteso. L’inchino è invece una postura che coinvolge tutto il corpo dell’animale e che viene eseguito quando il compagno di gioco comincia a perdere interesse e a rispondere alle azioni in modo rallentato. È a questo punto della partita che il giocatore più motivato si mette “in posa” inchinandosi per risvegliare la voglia di giocare nel partner.

“Il cane è uno dei più popolari, se non il più popolare, tra gli animali da compagnia, e chiunque ne possieda uno è interessato a capirne il linguaggio– spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell’Ateneo pisano coordinatrice delle ricerche – grazie a questi studi si possono comprendere, un tassello alla volta, i raffinati segnali comunicativi che questi animali hanno sviluppato nel corso della loro storia evolutiva per comunicare con i propri simili e con noi”.

Le ricerche pubblicate su Current Zoology e Animal Behaviour sono state ideate e condotte dall’Unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con il contributo di Veronica Maglieri, dottoranda della professoressa Palagi, di Fosca Mastrandrea studentessa magistrale del corso in “Conservazione ed Evoluzione” e di Anna Zanoli Dottore di Ricerca all’Università di Torino e collaboratrice del team pisano. Le ricerche hanno avuto il contributo dell'agenzia formativa "hashtag formazione e benessere".

Lunedì, 16 Maggio 2022 10:34

Escursione CAI alla Grotta del Monticello

Il 21 maggio la Sezione CAI di Pisa organizza un'escursione speleologica alla Grotta del Monticello, sui monti Pisani.

La grotta del Monticello è tra le più belle grotte dei Monti Pisani per la quantità e la varietà delle concrezioni calcaree che contiene: stalattiti e stalagmiti, piccole e grandi colonne, stalattiti a ventaglio, eccentriche, aragoniti, colate su pareti, canne d’organo.

L'attività è concepita come una introduzione molto semplice alla speleologia e alle tecniche speleologiche, ed è adatta anche per neofiti.

Per motivi organizzativi, la partecipazione è limitata ad un massimo di 20 studenti.

Vai alla pagina con info e form per l'iscrizione 

Grotta con stalattiti

 

 

https://start.unipi.it/docenti/strumenti-d/kit-del-personale-ricerca-neoassunto/

Un inchino per incitare al gioco e un ‘sorriso’ per rassicurare nel caso di azioni potenzialmente ambigue come morsi o spinte. E’ questo il significato di due segnali molto comuni emessi dai cani durante il gioco secondo le ricerche di un gruppo di etologhe dell’Università di Pisa pubblicate sulle riviste Current Zoology e Animal Behaviour.

Le studiose si sono concentrate su una specifica razza, il Cane Lupo Cecoslovacco, fra le più vicine alla controparte selvatica, il lupo. Dopo aver visionato più di 15 ore di video, sono quindi riuscite ad estrarre 822 ‘sorrisi’ o facce da gioco e 76 inchini, che sono stati poi analizzati in modo estremamente dettagliato.

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In particolare, la faccia da gioco è un’espressione facciale caratterizzata dall’apertura rilassata della bocca che somiglia fortemente al sorriso umano e a quello di numerose specie di scimmie. Di fatto per i cani ha la stessa funzione che per noi hanno gli smiles quando scriviamo un messaggio di testo che potrebbe essere frainteso. L’inchino è invece una postura che coinvolge tutto il corpo dell’animale e che viene eseguito quando il compagno di gioco comincia a perdere interesse e a rispondere alle azioni in modo rallentato. È a questo punto della partita che il giocatore più motivato si mette “in posa” inchinandosi per risvegliare la voglia di giocare nel partner.

“Il cane è uno dei più popolari, se non il più popolare, tra gli animali da compagnia, e chiunque ne possieda uno è interessato a capirne il linguaggio– spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell’Ateneo pisano coordinatrice delle ricerche – grazie a questi studi si possono comprendere, un tassello alla volta, i raffinati segnali comunicativi che questi animali hanno sviluppato nel corso della loro storia evolutiva per comunicare con i propri simili e con noi”.

Gruppo di ricerca.png

Fosca Mastrandrea (autrice dei disegni) a sx; Elisabetta Palagi e Veronica Maglieri in alto a dx; Anna Zanoli in basso a dx


Le ricerche pubblicate su Current Zoology e Animal Behaviour sono state ideate e condotte dall’Unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con il contributo di Veronica Maglieri, dottoranda della professoressa Palagi, di Fosca Mastrandrea studentessa magistrale del corso in “Conservazione ed Evoluzione” e di Anna Zanoli Dottore di Ricerca all’Università di Torino e collaboratrice del team pisano. Le ricerche hanno avuto il contributo dell'agenzia formativa "hashtag formazione e benessere".

Sono stati selezionati i vincitori del bando di concorso 2021 promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Toscana sono stati finanziati tre progetti di ricerca che hanno ottenuto fondi per un totale di 340mila euro. I ricercatori che hanno meritato il finanziamento sono Massimiliano Andreazzoli dell’Università di Pisa, Simone Ciofi-Baffoni dell’Università di Firenze e Filippo Maria Santorelli della Fondazione Stella Maris di Calambrone (PI). In tutto il territorio nazionale sono stati finanziati 24 progetti, per un totale di 5,7 milioni di euro.

Il gruppo guidato da Massimiliano Andreazzoli studierà nelle cellule del cervello il ruolo del gene PRR12, la cui inattivazione parziale porta allo sviluppo di alterazioni dello sviluppo neurologico e dell’occhio. L’obiettivo è identificare i meccanismi molecolari, ad oggi sconosciuti, coinvolti in queste patologie. I risultati ottenuti forniranno preziose informazioni per comprendere ulteriormente questa classe di patologie e, in futuro, contribuire alla progettazione di nuovi interventi terapeutici. La ricerca verrà eseguita in collaborazione con il gruppo di Vania Broccoli dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano.

Andreazzoli

Il gruppo di ricerca pisano con, da sinistra, il dottor Matteo Digregorio, la dottoressa Chiara De Cesari, il professor Massimiliano Andreazzoli, il dottor Davide Martini.

Il gruppo di Simone Ciofi Baffoni studia la miopatia mitocondriale episodica con - o senza - atrofia ottica e leucoencefalopatia reversible (MEOAL), un disordine neuromuscolare ereditario raro, ad esordio infantile, caratterizzato clinicamente da debolezza muscolare progressiva e intolleranza all’esercizio. I risultati di questa ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di Paola Costantini dell’Università di Padova, permetteranno di definire le caratteristiche molecolari della malattia, un aspetto irrinunciabile per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mirate alla cura di questa patologia.

Filippo Maria Santorelli e i suoi ricercatori si concentrano nell’analisi dei meccanismi alla base dei disturbi associati a mutazioni nel gene HPDL, un disordine del neurosviluppo caratterizzato da spasticità progressiva, anomalie della materia bianca del cervello e paraplegia spastica. I risultati del progetto, che si svolgerà in collaborazione con un gruppo di ricerca dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (IRP) di Salviati, contribuiranno ad ampliare le conoscenze sulla funzione di HPDL e sui meccanismi alla base delle patologie associate, e permetteranno di elaborare in futuro potenziali terapie per i pazienti.

Il bando di Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo è diretto a sostenere la ricerca di base, ispirandosi a un’iniziativa del National Institutes of Health (NIH), focalizzata sullo studio di quelle parti del nostro patrimonio genetico che, ad oggi, restano oscure ma dovrebbero essere “illuminate”. In particolare, i progetti dovevano focalizzarsi sullo studio dei cosiddetti bersagli Tdark, definiti secondo i criteri stabiliti dall'Illuminating the Druggable Genome Knowledge Management Center (IDG-KMC), per i quali non sono note informazioni sulla struttura, sulla funzione e sulla interazione con molecole e farmaci.

I progetti selezionati vedono la presenza di 35 gruppi di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale: Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Molise, Trentino-Alto Adige e Veneto. Sono oltre 15 gli ambiti e le patologie oggetto di studio, tra queste la distrofia muscolare, le malattie reumatologiche, le malattie renali, le malattie neurologiche e i disordini del neurosviluppo, la Sindrome di Rett, la Malattia di Huntington, la Malattia di Alzheimer, i disordini della crescita, le malattie del sangue e le malattie mitocondriali.

Complessivamente sono state ricevute oltre 200 proposte di progetto, presentate da enti di ricerca italiani non profit, pubblici o privati. Di queste, 132 sono state ritenute idonee e sottoposte al processo di valutazione, affidato a una commissione medico-scientifica di 15 scienziati di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo e presieduta dal dr. Massimo Pandolfo della Mc Gill University di Montreal (Canada). A garanzia della trasparenza e della correttezza della valutazione, è stato usato il metodo di peer-review, o revisione tra pari, che indica la valutazione critica che un lavoro o una pubblicazione riceve da parte di specialisti aventi competenze analoghe a quelle di chi li presenta.

“La ricerca di base, in particolare per quanto riguarda le malattie rare, è ancora oggi un ambito orfano di investimenti e questo limita il numero di studi avviati, in particolare in aree del tutto inesplorate - dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – In verità, la ricerca di base rappresenta un apripista per l’innovazione in generale, sviluppando conoscenze chiave, potenzialmente utili anche per la ricerca applicata nel campo di patologie più frequenti. Alla luce di queste considerazioni Fondazione Telethon e Fondazione Cariplo hanno deciso di creare quest’alleanza, che ci vede uniti nel comune obiettivo di favorire la crescita della ricerca scientifica attraverso progetti i cui risultati possano nel tempo rispondere alle necessità non soddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie, in aree con opzioni terapeutiche scarse o nulle. Siamo quindi molto felici di questo sodalizio, che proseguirà anche nei prossimi anni, e ci auguriamo che anche altre Fondazioni seguano l’esempio di Cariplo mettendo a fattor comune risorse e competenze a sostegno della ricerca sulle malattie rare”.

“Questi ultimi due anni ci hanno dimostrato con evidenza la capacità innovativa e generativa della ricerca di base, capace di creare quel terreno comune da cui nel tempo nascono scoperte che cambiano radicalmente la vita delle persone. Da sempre Fondazione Cariplo sostiene la ricerca e continua a farlo oggi a fianco di Fondazione Telethon, che con noi condivide l’urgenza di provare a dare risposte a quelle persone che si trovano in condizioni particolarmente difficili. – conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo – Davanti alle sfide e alla complessità che ci troviamo ad affrontare è sempre più necessario il lavoro in rete e la condivisione dei saperi”.

Tutti i dettagli sui progetti appena finanziati sono disponibili su: https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/

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