Aperte le iscrizioni al CyB+ il progetto di ateneo per la nascita di start-up accademiche
Aperte le iscrizioni al CyB+, il percorso del Contamination Lab Pisa (CLab Pisa), finalizzato a fornire ad aspiranti imprenditori gli strumenti necessari per lo sviluppo delle loro idee imprenditoriali.
Il Cyb+ si terrà dal 7 maggio al 3 luglio e supporterà i team, che faranno richiesta con un'idea innovativa e/o un progetto di ricerca, nello sviluppo e validazione del progetto imprenditoriale, nella stesura del Busisness Plan e nell'avvio dell'attività di impresa.
Le candidature dovranno essere effettuate mediante il form online disponibile al seguente link: https://forms.office.com/e/enXe8Jk5gm entro il 19 aprile 2024 alle ore 12:00.
Possono partecipare all’edizione 2024 del CyB+, team che propongano un progetto di impresa o una start-up, il cui il responsabile del progetto o della startup abbia un rapporto in essere con l’Università di Pisa, quali studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca, docenti e ricercatori e coloro che hanno conseguito il titolo presso l’Università di Pisa entro 18 mesi.
Aperte le iscrizioni al CyB+ il progetto di ateneo per la nascita di start-up accademiche
Aperte le iscrizioni al CyB+, il percorso del Contamination Lab Pisa (CLab Pisa), finalizzato a fornire ad aspiranti imprenditori gli strumenti necessari per lo sviluppo delle loro idee imprenditoriali.
Il Cyb+ si terrà dal 7 maggio al 3 luglio e supporterà i team, che faranno richiesta con un'idea innovativa e/o un progetto di ricerca, nello sviluppo e validazione del progetto imprenditoriale, nella stesura del Busisness Plan e nell'avvio dell'attività di impresa.
Le candidature dovranno essere effettuate mediante il form online disponibile al seguente link: https://forms.office.com/e/enXe8Jk5gm entro il 19 aprile 2024 alle ore 12:00.
Possono partecipare all’edizione 2024 del CyB+, team che propongano un progetto di impresa o una start-up, il cui il responsabile del progetto o della startup abbia un rapporto in essere con l’Università di Pisa, quali studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca, docenti e ricercatori e coloro che hanno conseguito il titolo presso l’Università di Pisa entro 18 mesi.
A Pisa il più grande Data Center universitario d’Italia
All’avanguardia in Europa, ampliato, potenziato e sostenibile. Il Green Data Center dell’Università di Pisa raddoppia per supportare le nuove sfide nel campo della ricerca scientifica e della didattica e per sostenere la transizione digitale del territorio. Un salto nel futuro sancito con un simbolico taglio nel nastro che, martedì 16 aprile, ha ufficialmente inaugurato la nuova sala del Data Center di San Pietro a Grado, che adesso mette a disposizione della sua comunità dell’Ateneo pisano 38 rack aggiuntivi che, sommati ai 66 già presenti nella struttura, porta a 104 il loro totale. Numeri che lo rendono il più grande Data Center universitario d’Italia, oltre ad essere l’unico ad aver ottenuto la classificazione “A” da parte di AgID.
“L’Università di Pisa aspira ad una posizione di avanguardia nello sviluppo dei processi di digitalizzazione, necessari per affrontare al meglio le nuove sfide sulla formazione, sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico. In questo, l’investimento fatto nel Green Data Center di Ateneo è per noi strategico – ha commentato il rettore, Riccardo Zucchi – L’ampliamento di questa struttura, infatti, ci permette di compiere un salto di qualità in progetti competitivi di elevato livello e in contesti di frontiera, come il 5G, l’Intelligenza Artificiale, il quantum computing o il tema dell’high performance computing nel contesto del Centro Nazionale finanziato nel PNRR”.
Una vista della nuova sala del Green Data Center dell'Università di Pisa
“Un data center a livello di ateneo è uno strumento competitivo fondamentale per la ricerca nell’ambito delle scienze e dell’ingegneria – ha spiegato il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Giuseppe Iannaccone - Se ben gestito è la soluzione più efficiente dal punto di vista operativo ed economico, mentre dal punto di vista ambientale è superiore ad una situazione in cui le risorse sono distribuite tra i vari laboratori dell’ateneo”.
L’espansione del Green Data Center permetterà di incrementare notevolmente, infatti, la potenza di calcolo a disposizione della ricerca scientifica di UniPi che, attualmente, può contare già su circa 700 nodi per un totale di circa 30K cores di calcolo e più di 100 GPU di varie generazioni. Ma il potenziamento del Data Center di ateneo avrà ricadute positive anche sul territorio. Il tutto con una forte attenzione per la sostenibilità ambientale.
"Con lo sviluppo del Green Data Center di Ateneo, si potenzia anche la nostra capacità di sostenere i processi di digitalizzazione, non solo dell'ateneo ma anche del territorio, consolidando quello che è il ‘modello UniPi’ di transizione digitale, in cui il nostro ateneo mette a disposizione del territorio le sue infrastrutture e le sue forti competenze nel campo dell’ICT - ha dichiarato il delegato del rettore per la transizione digitale, Giuseppe Anastasi - Il potenziamento del Data Center può garantire infatti nuovi servizi digitali di cui possono beneficiare non solo la comunità accademica ma anche il territorio, ponendo così le basi per uno sviluppo sempre più sostenibile, capillare, inclusivo, efficace e partecipato".
Vista aerea del Green Data Center dell'Università di Pisa
"Studi recenti mostrano come i datacenter aiutano alla crescita del territorio e del suo PIL (solo nel 2022 il numero è cresciuto del 22%) – ha dichiarato, infine, il presidente del Sistema Informatico d’Ateneo, Antonio Cisternino – È importante che queste infrastrutture siano presenti ed aiutino non solo la didattica e la ricerca dell'Università, ma anche a sviluppare il territorio attraverso la disponibilità di infrastrutture innovative e collaborazioni. Va infine sottolineato che i datacenter stanno anche divenendo i motori dell'intelligenza artificiale e sono stati battezzati anche AI Factories"
“L’obiettivo principale del progetto di espansione del Green Data Center – ha spiegato il CTO del Data Center, Maurizio Davini - è stato quello di integrare nuovi elementi tecnologici senza snaturare il progetto originale, pensato per avere l’impatto ambientale minore possibile. Grazie alle nuove soluzioni adottate il Green Data Center è così in grado di supportare infrastrutture di High-performance computing (HPC) e di Intelligenza Artificiale di ultima generazione per i prossimi anni, limitando i consumi energetici”.
Da sinistra: Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo; Giuseppe Anastasi, delegato per la transizione digitale; Gabriella Porcaro, assessore Semplificazione e tecnologie della P.A.; Riccardo Zucchi, rettore Università di Pisa; Maurizio Davini, CTO Green Data Center; Alessandra Nardini, assessora regionale Università e Ricerca ; Stefano Suin, dirigente Direzione infrastrutture digitali UniPi
Per farlo, sono state opportunamente scelte innovative soluzioni di raffreddamento a liquido come Liebert® XDU di Vertiv o la soluzione HyperCool di Zutacore che permettono l’implementazione del raffreddamento a liquido anche in Data Center già esistenti con raffreddamento ad aria. È stata così possibile l’adozione anche di sistemi di calcolo ultima generazione come il Lenovo Neptune, che garantisce un abbattimento fino al 40% dei consumi di energia senza dover sacrificare le prestazioni. L’Università di Pisa, peraltro, è stata tra le prime in Europa a adottare queste soluzioni tecnologiche, facendo del suo Green Data Center una struttura all’avanguardia anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Potenziata, infine, anche la connettività interna ed esterna ad alta velocità ed elevata affidabilità della struttura. "Grazie all'attivazione di un secondo nodo di collegamento alla rete nazionale a banda ultra-larga di nuova generazione (GARR-T), dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca, la potenza di calcolo scientifico del nostro Green Data Center di Ateneo è aumentata enormemente - spiega Stefano Suin, dirigente della Direzione Infrastrutture Digitali dell’Università di Pisa – Oggi, infatti, questa struttura può contare su una connettività interna a 200 Gbit/sec e una esterna da 100 Gbit/sec che consente di sfruttare appieno le sue potenzialità in termini di accesso ai sistemi di High Performance Computing e Artificial Intellegence e di erogabilità in base alle necessità di ogni progetto; senza dimenticare la doverosa attenzione alla protezione dei dati e dei risultati della ricerca".
A Pisa il più grande Data Center universitario d’Italia
All’avanguardia in Europa, ampliato, potenziato e sostenibile. Il Green Data Center dell’Università di Pisa raddoppia per supportare le nuove sfide nel campo della ricerca scientifica e della didattica e per sostenere la transizione digitale del territorio. Un salto nel futuro sancito con un simbolico taglio nel nastro che, martedì 16 aprile, ha ufficialmente inaugurato la nuova sala del Data Center di San Pietro a Grado, che adesso mette a disposizione della sua comunità dell’Ateneo pisano 38 rack aggiuntivi che, sommati ai 66 già presenti nella struttura, porta a 104 il loro totale. Numeri che lo rendono il più grande Data Center universitario d’Italia, oltre ad essere l’unico ad aver ottenuto la classificazione “A” da parte di AgID.
“L’Università di Pisa aspira ad una posizione di avanguardia nello sviluppo dei processi di digitalizzazione, necessari per affrontare al meglio le nuove sfide sulla formazione, sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico. In questo, l’investimento fatto nel Green Data Center di Ateneo è per noi strategico – ha commentato il rettore, Riccardo Zucchi – L’ampliamento di questa struttura, infatti, ci permette di compiere un salto di qualità in progetti competitivi di elevato livello e in contesti di frontiera, come il 5G, l’Intelligenza Artificiale, il quantum computing o il tema dell’high performance computing nel contesto del Centro Nazionale finanziato nel PNRR”.
“Un data center a livello di ateneo è uno strumento competitivo fondamentale per la ricerca nell’ambito delle scienze e dell’ingegneria – ha spiegato il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Giuseppe Iannaccone - Se ben gestito è la soluzione più efficiente dal punto di vista operativo ed economico, mentre dal punto di vista ambientale è superiore ad una situazione in cui le risorse sono distribuite tra i vari laboratori dell’ateneo”.
L’espansione del Green Data Center permetterà di incrementare notevolmente, infatti, la potenza di calcolo a disposizione della ricerca scientifica di UniPi che, attualmente, può contare già su circa 700 nodi per un totale di circa 30K cores di calcolo e più di 100 GPU di varie generazioni. Ma il potenziamento del Data Center di ateneo avrà ricadute positive anche sul territorio. Il tutto con una forte attenzione per la sostenibilità ambientale.
"Con lo sviluppo del Green Data Center di Ateneo, si potenzia anche la nostra capacità di sostenere i processi di digitalizzazione, non solo dell'ateneo ma anche del territorio, consolidando quello che è il ‘modello UniPi’ di transizione digitale, in cui il nostro ateneo mette a disposizione del territorio le sue infrastrutture e le sue forti competenze nel campo dell’ICT - ha dichiarato il delegato del rettore per la transizione digitale, Giuseppe Anastasi - Il potenziamento del Data Center può garantire infatti nuovi servizi digitali di cui possono beneficiare non solo la comunità accademica ma anche il territorio, ponendo così le basi per uno sviluppo sempre più sostenibile, capillare, inclusivo, efficace e partecipato".
"Studi recenti mostrano come i datacenter aiutano alla crescita del territorio e del suo PIL (solo nel 2022 il numero è cresciuto del 22%) – ha dichiarato, infine, il presidente del Sistema Informatico d’Ateneo, Antonio Cisternino – È importante che queste infrastrutture siano presenti ed aiutino non solo la didattica e la ricerca dell'Università, ma anche a sviluppare il territorio attraverso la disponibilità di infrastrutture innovative e collaborazioni. Va infine sottolineato che i datacenter stanno anche divenendo i motori dell'intelligenza artificiale e sono stati battezzati anche AI Factories"
“L’obiettivo principale del progetto di espansione del Green Data Center – ha spiegato il CTO del Data Center, Maurizio Davini - è stato quello di integrare nuovi elementi tecnologici senza snaturare il progetto originale, pensato per avere l’impatto ambientale minore possibile. Grazie alle nuove soluzioni adottate il Green Data Center è così in grado di supportare infrastrutture di High-performance computing (HPC) e di Intelligenza Artificiale di ultima generazione per i prossimi anni, limitando i consumi energetici”.
Per farlo, sono state opportunamente scelte innovative soluzioni di raffreddamento a liquido come Liebert® XDU di Vertiv o la soluzione HyperCool di Zutacore che permettono l’implementazione del raffreddamento a liquido anche in Data Center già esistenti con raffreddamento ad aria. È stata così possibile l’adozione anche di sistemi di calcolo ultima generazione come il Lenovo Neptune, che garantisce un abbattimento fino al 40% dei consumi di energia senza dover sacrificare le prestazioni. L’Università di Pisa, peraltro, è stata tra le prime in Europa a adottare queste soluzioni tecnologiche, facendo del suo Green Data Center una struttura all’avanguardia anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Potenziata, infine, anche la connettività interna ed esterna ad alta velocità ed elevata affidabilità della struttura. "Grazie all'attivazione di un secondo nodo di collegamento alla rete nazionale a banda ultra-larga di nuova generazione (GARR-T), dedicata alla comunità dell’istruzione e della ricerca, la potenza di calcolo scientifico del nostro Green Data Center di Ateneo è aumentata enormemente - spiega Stefano Suin, dirigente della Direzione Infrastrutture Digitali dell’Università di Pisa – Oggi, infatti, questa struttura può contare su una connettività interna a 200 Gbit/sec e una esterna da 100 Gbit/sec che consente di sfruttare appieno le sue potenzialità in termini di accesso ai sistemi di High Performance Computing e Artificial Intellegence e di erogabilità in base alle necessità di ogni progetto; senza dimenticare la doverosa attenzione alla protezione dei dati e dei risultati della ricerca".
Selezioni per 4 tecnologi per la Direzione Ricerca e valorizzazione delle conoscenze e per il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale
Leggi i dettagli: https://bandi.unipi.it/public/Bandi?type=TEC
Inaugurata la panchina rossa al Cus Pisa
PISA - Lo scorso giovedì 11 aprile è stata inaugurata al Cus Pisa la panchina rossa, dedicata al ricordo di tutte le donne vittime di violenza di genere. La panchina, posta all’ingresso degli impianti, è stata fortemente voluta dal Centro Sportivo, che ha in questo modo reso pubblica la propria posizione su un tema di grande attualità che coinvolge tutti, non solo la comunità sportiva. L'inaugurazione si è svolta al termine di un convegno molto partecipato sulle questioni di genere nello sport. È stata un’occasione di confronto e aggiornamento, che ha fatto emergere una consapevolezza crescente sul bisogno di equità, ma anche la disponibilità di Cus Pisa, Università di Pisa e Comune a continuare una battaglia di civiltà e progresso.
Da sinistra, Elena Dundovich, Renata Pepicelli, Frida Scarpa, Stefano Pagliara
Al taglio del nastro hanno preso parte il Presidente Stefano Pagliara, l’Assessora allo sport del Comune di Pisa Frida Scarpa, la Protettrice Renata Pepicelli, la Presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa Elena Dundovich.
Accordo tra Università di Pisa e Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale
Per tre anni uniranno gli sforzi per promuovere, sviluppare e consolidare opportunità e iniziative di collaborazione nel campo delle Scienze della Terra e del Mare. L'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS hanno firmato, lunedì 15 aprile, un accordo quadro che almeno fino al 2027 vedrà le due istituzioni realizzare insieme attività di ricerca nazionali e internazionali, di sviluppo tecnologico e di formazione.
L’accordo, tra le altre cose, offre anche la possibilità, per lo svolgimento dei programmi comuni di ricerca, di attivare borse e dottorati, oltre che di gestire infrastrutture e laboratori congiunti. Previste, inoltre, iniziative comuni di divulgazione scientifica e di supporto alla terza missione.
Stretta di mano tra il presidente dell’OGS, Nicola Casagli, e il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi
“Quello firmato oggi con l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale è un accordo importante per l’Università di Pisa, che permette di rafforzare un campo di studi che rappresenta una delle eccellenze del nostro Ateneo – ha dichiarato Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa - Oggi, infatti, definiamo un modello di collaborazione il cui punto di forza è il ruolo interattivo e di reciprocità tra le nostre due realtà e che si estende alla ricerca applicata al trasferimento di saperi, prospettive e competenze sul nostro territorio”.
“Lo studio delle Scienze della Terra e del Mare è un settore strategico per l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e la nuova collaborazione che abbiamo firmato oggi con l’Università di Pisa permetterà a entrambe le istituzioni di rafforzare il proprio ruolo all’interno della comunità scientifica – commenta Nicola Casagli, presidente dell’OGS - questo si affianca alla recente inaugurazione della sede dell’OGS a Livorno e al nostro consolidamento delle attività di ricerca nell’area del Tirreno”.
Da sinistra: prof. Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti col territorio; prof. Nicola Casagli, presidente OGS; prof. Riccardo Zucchi, rettore Università di Pisa; prof. Bernardo Tellini, prorettore per il dottorato di ricerca dell’Università di Pisa
Referenti dell'accordo, con il compito di definire congiuntamente le linee di azione comuni verificandone periodicamente la realizzazione, sono stati nominati: per l'Università di Pisa, il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti col territorio; per l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, la direttrice generale dott.ssa Paola Del Negro.
Accordo tra Università di Pisa e Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale
Per tre anni uniranno gli sforzi per promuovere, sviluppare e consolidare opportunità e iniziative di collaborazione nel campo delle Scienze della Terra e del Mare. L'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS hanno firmato, lunedì 15 aprile, un accordo quadro che almeno fino al 2027 vedrà le due istituzioni realizzare insieme attività di ricerca nazionali e internazionali, di sviluppo tecnologico e di formazione.
L’accordo, tra le altre cose, offre anche la possibilità, per lo svolgimento dei programmi comuni di ricerca, di attivare borse e dottorati, oltre che di gestire infrastrutture e laboratori congiunti. Previste, inoltre, iniziative comuni di divulgazione scientifica e di supporto alla terza missione.
“Quello firmato oggi con l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale è un accordo importante per l’Università di Pisa, che permette di rafforzare un campo di studi che rappresenta una delle eccellenze del nostro Ateneo – ha dichiarato Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa - Oggi, infatti, definiamo un modello di collaborazione il cui punto di forza è il ruolo interattivo e di reciprocità tra le nostre due realtà e che si estende alla ricerca applicata al trasferimento di saperi, prospettive e competenze sul nostro territorio”.
“Lo studio delle Scienze della Terra e del Mare è un settore strategico per l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e la nuova collaborazione che abbiamo firmato oggi con l’Università di Pisa permetterà a entrambe le istituzioni di rafforzare il proprio ruolo all’interno della comunità scientifica – commenta Nicola Casagli, presidente dell’OGS - questo si affianca alla recente inaugurazione della sede dell’OGS a Livorno e al nostro consolidamento delle attività di ricerca nell’area del Tirreno”.
Referenti dell'accordo, con il compito di definire congiuntamente le linee di azione comuni verificandone periodicamente la realizzazione, sono stati nominati: per l'Università di Pisa, il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti col territorio; per l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, la direttrice generale dott.ssa Paola Del Negro.
Figure femminili prestoriche: nuova collezione donata alla Gipsoteca dell’Università di Pisa
Grazie alla donazione di un privato cittadino e appassionato collezionista di antichità, il dottor Pablo Pazzi di Firenze, la Gipsoteca di Arte antica e Antiquarium dell’Università di Pisa si è arricchita di una nuova collezione. Si tratta di ben 67 esemplari di raffigurazioni antropomorfe preistoriche e protostoriche che spaziano dal Paleolitico europeo all’età dei metalli dell’Asia.
Si tratta in gran parte di raffigurazioni femminili, realizzate in vari materiali come osso, pietra, terracotta, la maggior parte autentiche e in pochi casi repliche, che andranno a costituire un importante nucleo delle collezioni archeologiche conservate in Gipsoteca.
Alcuni pezzi della collezione e da sinistra la professoressa Elisabetta Starnini di archeologia presistorica, Pablo Pazzi e la professoressa Anna Anguissola
“Le figurine donate non solo diventeranno un prezioso strumento per la didattica rivolta ai nostri studenti, ma anche l’occasione di presentare gli esempi più antichi delle raffigurazioni umane attraverso esposizioni tematiche rivolte al pubblico, nonché argomento di ricerca e pubblicazione per studiosi, trattandosi per la maggior parte di esemplari rari, inediti e di notevole interesse culturale – ha detto la professoressa Anna Aguissola, direttrice della Gipsoteca - Siamo quindi riconoscenti e grati al dottor Pazzi per il suo generoso gesto nei confronti della nostra Università”.
In attesa che siano completati l’allestimento e la catalogazione scientifica, sarà possibile ammirare la collezione in anteprima grazie a due visite guidate a cura dei docenti di Archeologia Preistorica del Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere il17 aprile alle ore 16.30 e il 15 maggio alle ore 17.30. Le visite guidate sono disponibili su prenotazione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 050 – 2211279, il costo è di 2 € a persona
Grande successo per il Concerto di Primavera dell'Orchestra UNIPI
Grande successo per il concerto di Primavera dell'Orchestra dell'Universtà di Pisa che si è svolto giovedì 11 aprile alle 21,30 nella chiesa di Santa Caterina. Di fronte al foltissimo pubblico il maestro Manfred Giampiero ha eseguito la Sinfonia n. 9 D 944 "La Grande" di Franz Schubert. L'evento è stato curato del Polo Musicale "Maria Antonella Galanti" del CIDIC (Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura).
Introduzione al concerto
di Fabrizio Cigni (Università di Pisa)
Non è forse un caso che il programma di questa serata consista nell’ultima sinfonia di Franz Schubert; l’Orchestra dell’Università di Pisa, insieme al Coro di Ateneo, è infatti reduce dall’esecuzione - in occasione dello scorso Natale - della Nona beethoveniana che, con tutta probabilità, rappresentò per lui un modello di 'monumentalità'. A conforto di ciò peraltro, nell’ultimo movimento, il compositore inserisce una citazione fortemente allusiva all’Inno alla Gioia: ed è proprio una “gioia metafisica” del gioco musicale, infatti, che sembra contraddistinguere i toni espressivi di questo lavoro così impegnativo del compositore viennese, il quale assistette all’esecuzione del magnum opus beethoveniano il 7 maggio del 1824. Del resto, in questo momento storico così drammatico, la forza e la vitalità della musica di Schubert assolvono ancora una volta il compito di farci sperare e credere nei valori della Vita e della Pace.
Guida all'ascolto
di Manfred Giampietro, Direttore dell'Orchestra
La sinfonia si apre con una solenne introduzione (Andante) affidata ai corni, il cui suono tipicamente evocativo e la cui melodia tornita, accuratamente scolpita, rimandano ad un immaginario ormai compiutamente romantico. L’Allegro ma non troppo successivo raccoglie il ritmo puntato del tema introduttivo e lo rigenera vitalisticamente, collocandolo in una vorticosa serie di alternanze tra le varie sezioni dell’orchestra. Questo ritmo, che contraddistinguerà il materiale dell’intera sinfonia, con incredibile coerenza ed organicità strutturale, è bilanciato da un secondo tema, dal sapore più popolare, la cui leggera, disincantata cantabilità prelude - a sua volta - ad un terzo tema. I toni quasi mistici, misteriosi, di quest’ultimo, finiscono per anticipare atmosfere persino wagneriane, il cui nume aleggia, all’orecchio dell’ascoltatore moderno, anche grazie alla presenza dei tromboni. L’Autore - in virtù del ruolo da essi giocato -, si riallaccia qui, naturalmente, a Beethoven. Rispetto a come vengono adottati dal Maestro di Bonn (ovvero in una chiave più “classica”), essi hanno una funzione meno coloristica e più strutturale, comparendo sin dall’inizio come una risorsa timbrica ormai considerata “degna”, alla pari delle altre, di esprimere materiale tematico con una certa continuità. Il secondo movimento, l’Andante con moto, guarda ancora a Beethoven e al celebre Allegretto della Settima: sono ancora i fiati (ed in particolare l’oboe) ad esprimere in larga parte le melodie, salvo il caso della sezione centrale, dove Schubert affida agli archi un episodio di splendido lirismo che sembra alludere sottilmente al Settecento napoletano. Il terzo movimento, lo Scherzo, fa da fulcro centrale della struttura: il suo carattere energico e rusticano, bilanciato dalla franca cantabilità del Trio, anticipa i valzer ed i ländler ai quali ricorrerà, deformandoli e riattualizzandoli, Gustav Mahler. Chiude la sinfonia il quarto movimento (Allegro vivace), una gustosa tarantella i cui profili melodici serrati costringono i violinisti ad un’impegnativa serie di sforzi virtuosistici, tanto che Schubert ebbe serie difficoltà a far eseguire questo suo capolavoro, che oggi l’Orchestra dell’Università di Pisa propone all’ascolto.