Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Giovedì, 28 Settembre 2017 10:07

Olimpiadi Erasmus by ESN Pisa

Il 3 ottobre 2017 si svoleger l'evento 'Olimpiadi Erasmus by ESN Pisa'. 
L'evento, a ingresso gratuito, è organizzato dall'Erasmus Student Network Pisa, con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite.
Martedì 03/10:
-Calcetto a partire dalle ore 18:00 al DLF (Dopo Lavoro Ferroviario)
-Pallavolo dalle 18:00 alle 20:00 alla Palestra di Via Bovio 19
-Basket dalle 18:00 alle 20:00 presso CUS Pisa in via Federico Chiarugi 5


L'evento sarà totalmente gratuito!

ATTENZIONE: per partecipare all'evento è necessario essere iscritti al CUS Pisa

Iscriversi è semplicissimo e utilissimo: è necessario procurarsi un certificato medico non agonistico e presentarsi durante gli orari di apertura al CUS Pisa per fare la tessera con la quale potrete usufruire delle strutture sportive a prezzi molto inferiori rispetto agli altri campi, oltre ad avere copertura assicurativa!

Se vuoi partecipare insieme ad altri tuoi amici/amiche, potete iscrivervi come squadra! 
Calcio max 5 giocatori, basket max 3 giocatori.

Per l'iscrizione:  in Via Curtatone e Montanara 6 dalle 15 alle 19 nei giorni Lunedì - Mercoledì - Venerdì o contattaci tramite la pagina Facebook

La professoressa Marianne Hepp del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa è stata eletta per il quadriennio 2017-2021 presidente dello IDV (Internationaler Deutschlehrerverband), l’Associazione Internazionale Docenti di Tedesco. Il nuovo mandato conferma la carica che Marianne Hepp ricopre dal 2009 al vertice di un’istituzione che riunisce attualmente 94 associazioni nazionali di docenti di tedesco L2 in 85 paesi di tutti i continenti, dedicandosi a questioni di politica culturale e linguistica. Nel suo ruolo di presidente, la professoressa Hepp cura le relazioni internazionali miranti alla promozione e diffusione della lingua e cultura tedesca tra i paesi in cui è lingua ufficiale e il resto del mondo.
Marianne Hepp è professore associato di Lingua e traduzione tedesca. I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla morfologia e alla formazione della parola nel tedesco e al rapporto tra generi testuali di uso quotidiano e generi letterari. Dal 2009 si occupa di politica linguistica, con particolare riguardo per la situazione del tedesco come lingua straniera nel mondo.

Le collaborazioni VIRGO e LIGO annunciano, nell’ambito del G7 Scienza che inizia oggi, 27 settembre, a Torino, la prima misura congiunta di onde gravitazionali da parte di tutti e tre i rilevatori. Questo risultato dimostra il potenziale scientifico della rete globale di rilevatori di onde gravitazionali, che consente una migliore localizzazione della sorgente e la misura delle polarizzazioni delle onde gravitazionali.

Un segnale di onda gravitazionale, prodotta dalla coalescenza di due buchi neri di masse stellari, è stato misurato con inedita precisione dai due rilevatori di LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), che si trovano negli Stati Uniti, a Livingston, in Louisiana, e a Hanford, nello Stato di Washington, e dal rivelatore VIRGO, che ha sede allo European Gravitational Observatory (EGO) a Cascina, vicino a Pisa, fondato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) italiano e dal Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) francese.

L'osservazione (GW170814) dei tre rilevatori è stata registrata il 14 agosto 2017 alle 10.30.43 UTC. Le onde gravitazionali – “increspature” del “tessuto” dello spaziotempo – sono state emesse durante i momenti finali della fusione di due buchi neri, con masse rispettivamente di circa 31 e 25 volte la massa del Sole e distanti circa 1,8 miliardi di anni luce. Il buco nero così prodotto ha una massa circa 53 volte quella del nostro Sole. Ciò significa che, durante la coalescenza, circa 3 masse solari sono state convertite in energia sotto forma di onde gravitazionali.

Si tratta della quarta rivelazione di onde gravitazionali prodotte dalla fusione di un sistema binario di buchi neri. Questo nuovo evento è rilevante non solo per l’astrofisica, ma anche perché è il primo segnale di onda gravitazionale registrato dal rivelatore VIRGO, che ha recentemente completato l'aggiornamento della configurazione Advanced VIRGO.

“È stato meraviglioso vedere un primo segnale di onde gravitazionali nel nostro nuovo rivelatore, dopo solo due settimane dall’inizio della presa dati", commenta Jo van den Brand di Nikhef e VU University Amsterdam, coordinatore della collaborazione di VIRGO. “Questa è una grande ricompensa dopo tutto il lavoro svolto negli ultimi sei anni per la realizzazione del progetto Advanced VIRGO, che ha consentito di potenziare il nostro rivelatore”.

“Questo è solo l'inizio delle osservazioni con la rete globale di interferometri realizzata grazie al lavoro congiunto di VIRGO e LIGO", spiega David Shoemaker di MIT, coordinatore della collaborazione scientifica LIGO. “Con il prossimo ciclo di attività osservative, previsto per l'autunno del 2018, possiamo aspettarci rivelazioni di questo tipo ogni settimana o addirittura più spesso”.
L’articolo che descrive i dettagli di questa scoperta è stato accettato per la pubblicazione dalla rivista Physical Review Letters (https://dcc.ligo.org/P170814 e https://tds.virgo-gw.eu/GW170814) e apparirà domani su arXiv.

La rete globale per la ricerca di GW
Il rivelatore VIRGO si è unito alla rete di interferometri gravitazionali nel secondo ciclo di osservazione, chiamato Run (O2), il 1° agosto 2017 alle ore 10:00, dopo aver ultimato il programma di aggiornamento pluriennale di Advanced VIRGO, e dopo mesi di intenso lavoro di commissioning: tutto ciò ha consentito di migliorare notevolmente la sua sensibilità. La rivelazione in tempo reale è stata così realizzata con i dati di tutti e tre gli strumenti LIGO e VIRGO.
La collaborazione tra LIGO e VIRGO è maturata nell'ultimo decennio. Meeting congiunti delle collaborazioni e analisi comuni dei dati hanno portato le due comunità a lavorare come un’unica grande collaborazione globale, realizzando l’idea di un unico grande strumento, lanciata da Adalberto Giazotto, fisico dell’INFN e “padre” di VIRGO: “Nel 2001 avevo proposto di realizzare una rete mondiale di interferometri e di utilizzarli come una single machine”, ricorda Giazotto. “Oggi questo sogno si è realizzato e sono convinto che le scoperte che faremo da qui in avanti lasceranno un’impronta profonda nella fisica” conclude Giazotto.
Localizzazione
Nel complesso, il volume di universo che può includere la sorgente si riduce di più di un fattore 20, quando si passa da una osservazione con due interferometri a una misura realizzata con una rete di tre rivelatori. È stato così possibile restringere la regione del cielo che contiene l’evento GW170814 a dimensioni di soli 60 gradi quadrati: una localizzazione più di 10 volte migliore rispetto a quella realizzabile con i due interferometri LIGO da soli. Inoltre, anche l'accuratezza con cui viene misurata la distanza della sorgente beneficia della presenza di VIRGO. Essere in grado di indicare un volume più ristretto è importante poiché molte fusioni di oggetti compatti potranno così essere osservate, telescopi sia a terra sia nello spazio.

Polarizzazione
VIRGO non risponde allo stesso modo dei rilevatori LIGO al passare delle onde gravitazionali, perché ha una diversa collocazione e orientazione sulla Terra: questo implica che si può testare un'altra previsione della relatività generale, che riguarda le polarizzazioni delle onde gravitazionali. La polarizzazione descrive come lo spaziotempo viene distorto nelle tre diverse direzioni spaziali di propagazione di un'onda gravitazionale. L'analisi dei dati dimostra che la previsione di Einstein è fortemente favorita.
Advanced VIRGO
È lo strumento di seconda generazione per la ricerca di onde gravitazionali, costruito e gestito dalla collaborazione VIRGO. “Questa rilevazione è una pietra miliare per tutte le persone che hanno dedicato il loro tempo e il loro lavoro a concepire, realizzare e operare VIRGO e Advanced VIRGO, in particolare Adalberto Giazotto e Alain Brillet”, commenta Giovanni Losurdo, ricercatore dell'INFN, che ha coordinato il progetto Advanced VIRGO.

“L'aggiornamento di VIRGO alla configurazione Advanced ha avuto un obiettivo ambizioso: migliorare notevolmente la sensibilità del nostro rivelatore, al fine di massimizzare la probabilità di rilevare i segnali di onde gravitazionali", spiega Federico Ferrini, direttore di EGO. “Raggiungere un livello di prestazioni che consentisse di realizzare una rete di tre rivelatori ha richiesto molti anni di intenso lavoro e una grande spinta all’innovazione”. “Ora che VIRGO ha osservato il suo primo evento di onda gravitazionale, desidero rendere il giusto merito alla dedizione dei membri della collaborazione VIRGO, del personale di EGO e delle istituzioni e dei laboratori che vi partecipano”, conclude Ferrini.
Advanced LIGO
È un rivelatore di onde gravitazionali di seconda generazione costituito da due interferometri identici situati a Hanford e Livingston, negli Stati Uniti. Utilizza l'interferometria laser di precisione simile ad Advanced VIRGO per rilevare onde gravitazionali. A partire dal settembre del 2015, Advanced LIGO ha condotto due cicli di osservazione. Il secondo periodo di attività osservativa Run (O2) è iniziata il 30 novembre 2016 e si è conclusa il 25 agosto 2017. “Con questa prima rilevazione congiunta dai rivelatori avanzati LIGO e VIRGO, - commenta David Reitze di Caltech, direttore esecutivo del Laboratorio LIGO, che ha costruito e gestisce gli osservatori LIGO - abbiamo compiuto un passo avanti nell’universo delle onde gravitazionali”. “VIRGO porta una nuova e potente capacità di individuare e meglio individuare le sorgenti delle onde gravitazionali, fatto che senza dubbio porterà a risultati emozionanti e imprevisti nel futuro”, conclude Reitze.
IL CONTRIBUTO PISANO
Pisa, grazie al contributo visionario di Adalberto Giazotto e alla qualità dei suoi ricercatori e del suo personale tecnico e amministrativo, ospita l’interferometro Virgo. Un numero cospicuo di laureati dell’ateneo pisano hanno ruoli di responsabilità, in Virgo, e alcuni sono ora figure di spicco in LIGO.
Alla scoperta hanno contribuito diversi ricercatori del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, che da anni assieme ai colleghi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sono impegnati nella realizzazione dell'interferometro Virgo e nel suo potenziamento. I ricercatori pisani sono inoltre coinvolti nell'analisi dei dati raccolti, nella loro interpretazione astrofisica e nello sviluppo di nuova strumentazione che permetta di raggiungere sensibilità ancora maggiori.
“Conoscere immediatamente la posizione nel cielo di questi eventi permette di puntare i telescopi tradizionali e raccogliere informazioni prima inaccessibili” spiega Massimiliano Razzano, ricercatore a tempo determinato senior. "L’utilizzo di tre interferometri complementari tra loro consente di studiare in grande dettaglio la natura delle onde gravitazionali, in particolare la loro polarizzazione, ovvero il dettaglio di come si deforma lo spazio tempo” dice Walter Del Pozzo, anche lui ricercatore a tempo determinato senior. “La messa in funzione di un osservatorio globale di onde gravitazionali, più di quatto secoli dopo il cannocchiale di Galileo, apre una nuova era nello studio dell’Universo, siamo orgogliosi che questo avvenga nella città natale di Galileo”. Queste le parole di Francesco Fidecaro, Ordinario di Fisica Applicata e già spokesperson della Collaborazione Virgo.

Oltre al continuo finanziamento dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), il gruppo pisano ha ottenuto diversi finanziamenti ministeriali, fra cui progetti PRIN dedicati allo sviluppo sperimentale e un progetto FIRB giovani sul collegamento fra onde gravitazionali e osservazioni astronomiche con telescopi tradizionali. L'attività di ricerca in Virgo ha reso possibile la formazione di molti giovani scienziati, grazie a tesi di laurea e di dottorato, e di personale tecnico di altissimo livello. Il gruppo svolge una continua e crescente attività di comunicazione verso il grande pubblico.

La collaborazione VIRGO
Progetto nato dall’originale idea dell’italiano Adalberto Giazotto e del francese Alain Brillet, VIRGO conta più di 280 fisici e ingegneri appartenenti a 20 diversi gruppi di ricerca europei: otto dell’INFN in Italia; sei del CNRS in Francia; due nei Paesi Bassi con Nikhef; il MTA Wigner RCP in Ungheria; il gruppo POLGRAW in Polonia; l'Università di Valencia in Spagna ed EGO, il laboratorio che ospita ed è responsabile del funzionamento del rivelatore VIRGO in Italia.
L’Italia partecipa con le Sezioni INFN di Firenze, Genova, Milano Bicocca (gruppo collegato Parma), Napoli, Padova, Perugia, Pisa, Roma 1, Roma 2, TIFPA, e con le Università di Camerino, Genova, Gran Sasso Science Institute (GSSI), Napoli Federico II, Padova, Parma, Perugia, Pisa, Roma Sapienza, Roma Tor Vergata, Salerno, Siena, Trento, Urbino.
LIGO
È finanziato dalla National Science Foundation (NSF) degli Stati Uniti, è gestito da Caltech e MIT, che hanno ideato e realizzato il progetto. Il sostegno finanziario per il progetto Advanced LIGO è stato sostenuto dalla NSF, assieme a Germania (Max Planck Society), Regno Unito (Science and Technology Facilities Council STFC) e Australia (Australian Research Council), che hanno dato importanti contributi. Più di 1200 scienziati provenienti da tutto il mondo partecipano all’impresa scientifica attraverso la collaborazione scientifica LIGO, che include le collaborazioni GEO e OzGrav. Altri partner sono elencati all'indirizzo http://ligo.org/partners.php.
Il commento della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli
“Questo straordinario traguardo della fisica, che oggi al G7 Scienza viene comunicato assieme dalle due collaborazioni LIGO e VIRGO, è per tutti noi motivo di grande soddisfazione”, commenta Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca. “Innanzitutto perché testimonia il valore della cooperazione scientifica internazionale, chiave di volta per affrontare le grandi sfide per il progresso della conoscenza impegnandosi in uno sforzo congiunto e coordinato per raggiungere traguardi ambizioni”. “Il risultato annunciato sottolinea anche – prosegue Fedeli – l’importanza di progettare e investire nelle grandi infrastrutture di ricerca globali, che hanno la capacità di attrarre e ottimizzare competenze e risorse su scala planetaria”. “Infine – chiude la Ministra – come rappresentante istituzionale della ricerca scientifica italiana l’annuncio di oggi è per me motivo d’orgoglio per il contributo determinante del nostro Paese, reso possibile grazie al costante lavoro delle nostre ricercatrici e dei nostri ricercatori, coordinati dall’INFN, e dalla capacità di innovare della nostra industria. Quello che agli inizi era potuto sembrare a molti un progetto visionario sta aprendo oggi una nuova epoca per lo studio del nostro universo”, conclude la Ministra.

Le collaborazioni Virgo e LIGO annunciano l'osservazione di onde gravitazionali da parte di tre rivelatori. Questo risultato evidenzia il potenziale scientifico di una rete globale di rivelatori di onde gravitazionali, fornendo una migliore localizzazione della sorgente e l'accesso alla polarizzazione delle onde gravitazionali. L'osservazione da parte dei tre rivelatori è stata fatta il 14 agosto 2017 alle 10:30:43 UTC. Le onde gravitazionali, increspature nello spazio-tempo, rivelate sono state emesse durante le fasi finali della fusione di due buchi neri di massa pari a circa 31 e 25 volte quella del Sole e che si trovano a circa 1,8 miliardi di anni luce da noi. Grazie alla dislocazione sul globo terrestre degli strumenti è stato possibile per la prima volta determinare la posizione della sorgente con precisione e osservarne la polarizzazione.
La scoperta, che verrà pubblicata sulla rivista "Physical Review Letters" (l'articolo può essere scaricato in anteprima dai seguenti link: https://dcc.ligo.org/P170814 e https://tds.virgo-gw.eu/GW170814; disponibile su arXiv) è stata realizzata dalla collaborazione LIGO-Virgo.

virgo2

Alla scoperta hanno contribuito diversi ricercatori del dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, che da anni sono impegnati nella realizzazione dell'interferometro Virgo e nel suo potenziamento, insieme ai colleghi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. I ricercatori pisani sono inoltre coinvolti nell'analisi dei dati raccolti, nella loro interpretazione astrofisica e nello sviluppo di nuova strumentazione che permetta di raggiungere sensibilità ancora maggiori. “Conoscere immediatamente e con precisione la posizione nel cielo di questi eventi permette di puntare i telescopi e raccogliere informazioni prima inaccessibili” spiega Massimiliano Razzano, ricercatore a tempo determinato senior. "L’utilizzo di tre interferometri complementari tra loro consente di studiare in grande dettaglio la natura delle onde gravitazionali, in particolare la loro polarizzazione” dice Walter Del Pozzo, anche lui ricercatore a tempo determinato senior. “La messa in funzione di un osservatorio globale di onde gravitazionali, più di quatto secoli dopo il cannocchiale di Galileo, apre una nuova era nello studio dell’Universo, siamo orgogliosi che questo avvenga nella città natale di Galileo”. Queste le parole di Francesco Fidecaro, ordinario di Fisica applicata e già spokesperson della Collaborazione Virgo.
Oltre al continuo finanziamento dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), il gruppo pisano ha ottenuto diversi finanziamenti ministeriali, fra cui progetti PRIN dedicati allo sviluppo sperimentale e un progetto FIRB giovani sull’indagine dei collegamenti fra onde gravitazionali e osservazioni astronomiche con telescopi tradizionali. L'attività di ricerca in Virgo ha reso possibile la formazione di molti giovani scienziati, grazie a tesi di laurea e di dottorato, e di personale tecnico di altissimo livello. Il gruppo svolge anche una continua e crescente attività di comunicazione verso il grande pubblico.

virgo1

La collaborazione Virgo
È composta da più di 280 fisici e ingegneri appartenenti a 20 diversi gruppi di ricerca europei: sei dal Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) in Francia; otto dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) in Italia; due nei Paesi Bassi con il Nikhef; in Ungheria il Wigner Research Centre for Physics della Accademia Ungherese delle Scienze (MTA); in Polonia il gruppo POLGRAW; in Spagna l'Università di Valencia; e infine EGO, il laboratorio che ospita il rivelatore Virgo vicino a Pisa in Italia (www.virgo-gw.eu).

LIGO
È finanziato dalla National Science Foundation (NSF), e gestito da Caltech e MIT, che hanno ideato e realizzato il progetto. Il sostegno finanziario per il progetto Advanced LIGO è stato guidato dalla NSF, con contributi significativi da parte della Germania (Max Planck Society), del Regno Unito (Science and Technology Facilities Council) e dell'Australia (Australian Research Council). Più di 1200 scienziati provenienti da tutto il mondo partecipano allo sforzo attraverso la Collaborazione Scientifica LIGO (LSC), che include la collaborazione GEO. Altri partner sono elencati all'indirizzo http://ligo.org/partners.php

Marianne Hepp Come riporta l’articolo del quotidiano svizzero “Freiburger Nachrichten", la professoressa Marianne Hepp del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa è stata eletta per il quadriennio 2017-2021 presidente dello IDV (Internationaler Deutschlehrerverband), l’Associazione Internazionale Docenti di Tedesco. Il nuovo mandato conferma la carica che Marianne Hepp ricopre dal 2009 al vertice di un’istituzione che riunisce attualmente 94 associazioni nazionali di docenti di Tedesco L2 in 85 paesi di tutti i continenti, dedicandosi a questioni di politica culturale e linguistica. Nel suo ruolo di presidente, la professoressa Hepp cura le relazioni internazionali miranti alla promozione e diffusione della lingua e cultura tedesca tra i paesi in cui è lingua ufficiale e il resto del mondo.

Marianne Hepp è professore associato di Lingua e traduzione tedesca. I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla morfologia e alla formazione della parola nel tedesco e al rapporto tra generi testuali di uso quotidiano e generi letterari. Dal 2009 si occupa di politica linguistica, con particolare riguardo per la situazione del tedesco come lingua straniera nel mondo.

***********

L'articolo sul quotidiano svizzero “Freiburger Nachrichten".

articolo_Feiburger.jpg

“Affamare il tumore”: è questa la parola chiave di uno studio, che ha coinvolto il professor Armando Rossello del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo Xantumolo (XN), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato di numerose proprietà benefiche. Questa ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole basate sulla struttura del composto naturale, di per sé in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, e in grado di “affamare” il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo. L’azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali spesso viene affiancata alla chemioterapia.
La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.
Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.
"Questa ricerca - spiega il professor Rossello - ha avuto l’obiettivo di progettare e sviluppare modificazioni strutturali della molecola dello xantumolo per migliorarne le proprietà anti angiogeniche mantenendo la sua bassa tossicità. Lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato che i nuovi Xantumoli possiedono una capacità di riduzione dell’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale (struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali), quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari". "Questi nostri risultati - conclude il docente dell'Università di Pisa - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo".
“Il passo successivo - ha aggiunto la dottoressa Albini - sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.
“Un mio particolare ringraziamento - ha concluso il professor Rossello - va al costante supporto, non comune in Italia, della nostra Università, che mostra particolare cura e attenzione verso la ricerca di base e che con sforzi economici lodevoli, malgrado la difficile congiuntura economica del paese, utilizzando fondi e bandi di ricerca competitivi (finanziamento di Ateneo e Progetti di Ricerca di Ateneo) sostiene costantemente i propri ricercatori. Ciò consente di sviluppare ricerche competitive e fruttifere in pubblicazioni di rilevanza internazionale e prodotti a ricaduta economica nel trasferimento tecnologico quali i brevetti”.
La ricerca è stata condotta dai ricercatori dei seguenti laboratori: Antonino Bruno, Barbara Bassani e Denisa Baci per l’IRCCS MultiMedica; Elisa Nuti, Caterina Camodeca, Lea Rosalia, Elisabetta Orlandini e Susanna Nencetti, per l’Università di Pisa; Cristina Gallo per l'IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. È stata realizzata grazie al supporto di un finanziamento da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), di una borsa della Fondazione Umberto Veronesi (FUV) e di fondi di ricerca dell’Università di Pisa.

Venerdì 29 settembre, alle 21.00, in occasione di BRIGTH, la Notte dei ricercatori, presso la Gipsoteca di Arte Antica, si terrà la presentazione del libro "I robot e noi" di Maria Chiara Carrozza. Modera Paolo Maria Mancarella, rettore dell'Università di Pisa. Oltre all’autrice Maria Chiara Carrozza, professoressa di bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna e parlamentare, interverranno Fabio Fossa, dottore di ricerca in filosofia all'Università di Pisa, Matteo Bianchi, ricercatore del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, Carmelina Zirafa, chirurgo toracico dell’Unità operativa di chirurgia toracica mininvasiva robotica della AOUP e Arianna Menciassi, professoressa di bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant'Anna. Al termine dell'incontro sarà offerto un cocktail di chiusura di BRIGHT 2017.
“I Robot e noi” è edito da Arel-il Mulino nella collana “Scuola di Politiche”, nata nell’ambito dell’omonima Scuola che ospita i più qualificati contributi attraverso i quali la SdP intende fornire un punto di osservazione e di orientamento. Il libro di Maria Chiara Carrozza, nato proprio dalle lezioni alla Scuola di Politiche, ci insegna che capire l’evoluzione della robotica è fondamentale per comprendere la sfida culturale e politica della quarta rivoluzione industriale. Intraprendere questo viaggio nella robotica, quindi, significa fare un viaggio nel futuro dell’umanità. Quella attuale è infatti una nuova era robotica, l’era in cui i robot, una volta solo supporto industriale, escono dalle fabbriche e iniziano ad abitare altri luoghi: l’interno del corpo umano, il mondo sottomarino, lo spazio. È l’era in cui i robot vivono in mezzo a noi, ci aiutano, ci connettono, a volte ci sostituiscono. Soprattutto, i robot, interagendo con noi, ci cambiano e cambiano la nostra società.
Maria Chiara Carrozza, già Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, è professore ordinario di Bioingegneria industriale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha diretto dal 2007 al 2013. È responsabile dell’Area “Neuro-Robotics” dell’Istituto di Biorobotica. Autrice di numerose pubblicazioni internazionali e detentrice di vari brevetti, è inoltre presidente del Gruppo Nazionale di Bioingegneria e consigliere d’amministrazione di Piaggio. Ha co-fondato la start-up IUVO, che si occupa di tecnologie indossabili per assistenza personale. È deputato del Partito Democratico.

Sono 37 le scuole di specializzazione di area sanitaria dell'Università di Pisa accreditate secondo le nuove procedure definite dal decreto interministeriale congiunto tra Miur e Ministero della Salute uscito in giugno e che ha impegnato tutti gli atenei italiani nella scorsa estate.

scuola medica1

Se all’accreditamento corrispondesse l’attribuzione di almeno una borsa, come è altamente probabile, l'Ateneo pisano otterrebbe la sede amministrativa per 7 nuove scuole: Ematologia, Allergologia e immunologia clinica, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina del lavoro, Malattie infettive e tropicali e Chirurgia vascolare. A queste si sommano le 3 scuole per le quali l'Ateneo ha stretto un accordo di collaborazione con l’Università di Siena finalizzato alla creazione di scuole di specializzazione regionali. In questo caso si tratta di Cardiochirurgia, Chirurgia pediatrica e Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Le ultime due sono nuove nel panorama dell’offerta formativa dell'Università di Pisa.

"Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - che vede l'accreditamento di ben 37 scuole di specializzazione dell'Università di Pisa sulle 40 per cui era stata presentata richiesta. Rispetto alle indiscrezioni pubblicate a fine agosto sul 'Corriere della sera', sono solo 3 e non 7 le scuole che non hanno avuto un responso positivo. Sono inoltre particolarmente lieto che l'offerta formativa del nostro Ateneo si arricchisca di nuove scuole di specializzazione su tematiche di grande rilievo e per noi molto importanti".

Sono 37 le scuole di specializzazione di area sanitaria dell'Università di Pisa accreditate secondo le nuove procedure definite dal decreto interministeriale congiunto tra Miur e Ministero della Salute uscito in giugno e che ha impegnato tutti gli atenei italiani nella scorsa estate.
Se all’accreditamento corrispondesse l’attribuzione di almeno una borsa, come è altamente probabile, l'Ateneo pisano otterrebbe la sede amministrativa per 7 nuove scuole: Ematologia, Allergologia e immunologia clinica, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina del lavoro, Malattie infettive e tropicali e Chirurgia vascolare. A queste si sommano le 3 scuole per le quali l'Ateneo ha stretto un accordo di collaborazione con l’Università di Siena finalizzato alla creazione di scuole di specializzazione regionali. In questo caso si tratta di Cardiochirurgia, Chirurgia pediatrica e Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Le ultime due sono nuove nel panorama dell’offerta formativa dell'Università di Pisa.
"Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - che vede l'accreditamento di ben 37 scuole di specializzazione dell'Università di Pisa sulle 40 per cui era stata presentata richiesta. Rispetto alle indiscrezioni pubblicate a fine agosto sul 'Corriere della sera', sono solo 3 e non 7 le scuole che non hanno avuto un responso positivo. Sono inoltre particolarmente lieto che l'offerta formativa del nostro Ateneo si arricchisca di nuove scuole di specializzazione su tematiche di grande rilievo e per noi molto importanti".

“Affamare il tumore”: è questa la parola chiave di uno studio che ha coinvolto il professor Armando Rossello, del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo Xantumolo (XN), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato di numerose proprietà benefiche. Questa ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole basate sulla struttura del composto naturale, di per sé in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, e in grado di “affamare” il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo. L’azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali spesso viene affiancata alla chemioterapia.

La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.
Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.

luppolo2

"Questa ricerca - spiega il professor Rossello - ha avuto l’obiettivo di progettare e sviluppare modificazioni strutturali della molecola dello xantumolo per migliorarne le proprietà anti angiogeniche mantenendo la sua bassa tossicità. Lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato che i nuovi Xantumoli possiedono una capacità di riduzione dell’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale (struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali), quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari". "Questi nostri risultati - conclude il docente dell'Università di Pisa - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo".

“Il passo successivo - ha aggiunto la dottoressa Albini - sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.

“Un mio particolare ringraziamento - ha concluso il professor Rossello - va al costante supporto, non comune in Italia, della nostra Università, che mostra particolare cura e attenzione verso la ricerca di base e che con sforzi economici lodevoli, malgrado la difficile congiuntura economica del paese, utilizzando fondi e bandi di ricerca competitivi (finanziamento di Ateneo e Progetti di Ricerca di Ateneo) sostiene costantemente i propri ricercatori. Ciò consente di sviluppare ricerche competitive e fruttifere in pubblicazioni di rilevanza internazionale e prodotti a ricaduta economica nel trasferimento tecnologico quali i brevetti”.

gruppo Rossello1

La ricerca è stata condotta dai ricercatori dei seguenti laboratori: Antonino Bruno, Barbara Bassani e Denisa Baci per l’IRCCS MultiMedica; Elisa Nuti, Caterina Camodeca, Lea Rosalia, Elisabetta Orlandini e Susanna Nencetti, per l’Università di Pisa; Cristina Gallo per l'IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. È stata realizzata grazie al supporto di un finanziamento da parte dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), di una borsa della Fondazione Umberto Veronesi (FUV) e di fondi di ricerca dell’Università di Pisa.

Nella foto in basso: il professor Rossello e il gruppo di ricerca dell'Università di Pisa.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa